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Autore: yllel    16/09/2012    7 recensioni
"si aggrappa alle sbarre del ponte e chiude gli occhi, sentendoli bruciare forte. lui non piange mai, non lo fara' neanche ora." e' notte su un ponte lungo il Tamigi... e non e' una notte felice.
un'altra delle mie storie, segue "il matrimonio di Sherlock Holmes e Molly Hooper" e tutte le altre ancora prima. post seconda stagione.
Genere: Angst | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Molly Hooper, Quasi tutti, Sherlock Holmes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Il motivo per cui torno sempre indietro'
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VENDETTE
EPILOGO

 
“Non vedo l’ora di farmi un vero bagno caldo e di respirare un po’ di aria londinese!”
All’affermazione di sua moglie, Sherlock Holmes roteo’ gli occhi.
“Un grande programma. Che tuttavia non riuscirai a portare avanti, se non finisci di impacchettare la tua roba.”
Molly si giro’ verso di lui e per un attimo lo guardo’ storto, salvo poi sorridergli.
Sherlock si senti’ mancare il fiato. Aveva rischiato di perdere quel sorriso per sempre, era ancora un pensiero che riusciva a paralizzarlo. Non vedeva l’ora che lei fosse a casa per poter ricominciare con tutta la loro routine, tutte le cose normali della loro vita insieme.
Non aveva mai cosi tanto desiderato la normalita’, come in quelle ultime due settimane.
“Ho finito, ho finito... e’ un peccato non poter prendere tutti questi fiori” Molly fini’ di chiudere la sua borsa e si sedette sul letto, fingendo di controllare per l’ennesima volta il comodino e la stanza invasa da fiori e bigliettini con l’augurio di una pronta guarigione. In verita’, era ancora estremamente debole e faticava a compiere anche le piu’ minime azioni.
Non dubitava, che suo marito non avesse abboccato neanche per un secondo al suo tentativo di depistaggio.
“Vado a chiamare il Dottor Robinson, forse e’ il caso che ti visiti un’altra volta” disse infatti lui, dirigendosi verso l’uscita della stanza.
Molly fece una smorfia.
“Ah, per favore, no! Ce la faccio, ho solo bisogno di un momento. Non restero’ rinchiusa qui neanche un minuto di piu’”
“Molly... solo un ultimo controllo, sii brava e lascia che lo faccia venire”
 “Ti ho detto che sto bene! Non trattarmi come una bambina!”
Si penti’ subito delle sue parole quando lo vide irrigidirsi sulla porta.
Sherlock era stato messo a dura prova, da quel caso. Prima, con tutte le implicazioni della sua famiglia e poi, con la sparatoria e il suo ferimento. Molly riusciva solo a immaginare quanto fosse stato difficile per lui, gestire tutte quelle sensazioni ed emozioni, la paura di perderla e il senso di impotenza... e  Moriarty, con i suoi piani e la sua pazzia, l’aveva portato al limite. Era davvero grata a suo cognato Mycroft di averlo aiutato a “occuparsi” della faccenda... non dubitava che Sherlock le avesse taciuto qualche particolare, ma sapeva che tutti loro avevano bisogno di lasciarsi quella storia alle spalle.
 “Dovremmo averne una.”
Le sue parole la riscossero dai suoi pensieri.
“Una di cosa?” gli chiese, convinta di aver perso un passaggio fondamentale del percorso mentale di suo marito.
Sherlock si giro’ a guardarla.
“Una bambina. Una combinazione perfetta dei nostri geni che non porterebbe ad altro che a una persona brillante, gradevole d’aspetto e assolutamente intelligente.”
Molly lo osservo’ a bocca spalancata.
“Certo c’e’ sempre la probabilita’ di avere un maschio, inizialmente. In questo caso potremmo riprovare, dopo un ragionevole lasso di tempo. Non che se fosse subito una bambina, non vorrei avere comunque un maschio. E’ stimolante, avere un fratello o una sorella con cui confrontarsi. Sicuramente sarebbe altrettanto brillante e intelligente, sperando che non prenda il naso di Mycroft.
E nel caso fossero entrambi dello stesso sesso, sono alquanto convinto che un terzo tentativo sarebbe ancora fattibile, prima che il tuo orologio biologico cominci ad essere un problema.”
Molly continuo’ a guardarlo con assoluto stupore.
Un figlio. No, piu’ di uno.
“Adesso chi e’ che parla sull’onda dell’emozione del momento?” gli chiese, quando riusci’ a ritrovare la parola.
Lui scosse il capo.
“Molly, stai equiparando l’assurda proposta di matrimonio di John a Mary Morstan con la mia legittima richiesta di realizzare una famiglia con te? Credi che sia solo una conseguenza del fatto che ti hanno sparato?”
Lei comincio’ a sorridere.
“Pensavo piu’ al fatto che John si sposa, per la verita’...”
“Molly Hooper Holmes!” le si avvicino’ con un’aria offesa e si sedette sul letto con lei “credevo che almeno tu fossi pienamente convinta che il mio rapporto con John Watson non e’ cosi simbiotico... il fatto che si sposi non mi sconvolge affatto.”
“Questo solo perche’ trovi che Mary sia.. come l’hai definita? Ah si, accettabile
“Il che, per chi mi conosce, rappresenta un grosso complimento. Ora, stiamo uscendo dal discorso principale...”
Molly fece un grosso sospiro.
“Sherlock... lo vuoi davvero?”
Lui la fisso’ dritto negli occhi, poi sorrise.
“Si, lo voglio davvero.”
Sono un uomo fortunato, voglio esserlo fino in fondo.
Molly ricambio’ il sorriso e senti’ dentro di se’ una grande felicita’.
Una famiglia. La loro famiglia.
Magari un passo alla volta, pero’.
“Perche’ sai, credo che sia necessaria una contrattazione”
Gli occhi di Sherlock si illuminarono.
“Molly, stiamo per fare una lista?”
Lei scosse la testa, divertita dal suo entusiasmo.
“No, non ancora... sicuramente ce ne sara’ bisogno, piu’ avanti, se davvero decideremo di farlo... pero’ voglio che tu sia cosciente del fatto che ci sarebbero dei grossi cambiamenti. Delle cose che tu dovresti necessariamente fare e accettare.”
Lui annui’ serio.
“Ne sono consapevole”
Molly sospiro’.
“Sherlock, il bambino”
“I bambini” la corresse lui.
Lei sorrise di nuovo.
“Uno alla volta, magari... giusto? O ci sono casi di parti gemellari nella tua famiglia?” chiese sospettosa.
Lui fece segno di no con la testa.
“Non mi sembra proprio, e nella tua?”
“No... cielo, stiamo davvero parlando di avere un bambino?” si morse il labbro “sai, avro’ bisogno che tu ci sia, che tu sia pronto anche per tante cose ordinarie e banali”
“Io sono pronto” i suoi occhi chiari si fissarono su di lei e Molly vi lesse tanta determinazione e sicurezza.
“Dovrai davvero imparare a fare la spesa” gli disse con tono serio.
E tante, tantissime altre cose.
“Posso farcela” le assicuro’ lui e capi’ dal suo sguardo che l’aveva convinta.
Molly si chino’ verso di lui e lo bacio’ piano.
“Non ho intenzione di cambiare tutti i pannolini da sola.” Gli disse infine, sorridendo felice.
Sherlock le sorrise di rimando.
“Tranquilla, tanto John ha preso quel trilocale vicino a Baker Street, sara’ nei paraggi”

***

Tre mesi dopo
 
“Lestrade, tieni Anderson lontano dal cadavere.”
“Non fare l’antipatico, Sherlock.”
“Va bene, lascia che rovini tutte le prove importanti e ne collezioni altre altamente irrilevanti”
Sherlock si alzo’ in piedi e si sistemo’ il bavero del cappotto.
“L’assassino frequenta la sua stessa piscina. Buongiorno”
Lestrade spalanco’ gli occhi.
“Come sarebbe a dire, buongiorno? Sei appena arrivato e te ne stai gia’ andando?”
Sherlock gli rivolse una smorfia.
“Si, me ne sto gia’ andando. Ti ho detto tante volte di non chiamarmi per casi cosi semplici. Mi annoiano e sono un affronto alle mie capacita’. Inoltre, ho un impegno.”
“Un impegno?” l’ispettore non pote’ trattenersi “e il caso? Che significa la piscina?”
Sherlock sbuffo’ e roteo’ gli occhi.
“La sacca pronta vicino al divano, non e’ umida ed e’ in ordine, la donna stava per recarvisi. Contiene due paia di occhialini, il che significa che li prestava a qualcun altro, qualcuno che lei stava aspettando per accompagnarla. Non ha la macchina e non avrebbe usato la metropolitana, oggi piove ed e’ una giornata fredda, ma non indossava nessuna giacca e quindi pensava di non prendere troppo freddo, entrando direttamente nella vettura sotto casa. Ha chiaramente aperto al suo aggressore come se lo conoscesse, non ci sono segni di effrazione. Il cadavere e’ stato scoperto dalla vicina che aveva bisogno di zucchero, se chi doveva andare con lei in piscina fosse innocente, sarebbe arrivato e l’avrebbe trovata, invece e’ entrato, l’ha uccisa ed e’ fuggito. Una lite, probabilmente per gelosia, e’ chiaro che qui ha passato la notte un uomo che in piscina proprio non ci va, direi piuttosto che pratica qualche sport all’aperto, visto lo stato del calzino da uomo pieno di fango sotto il letto. Chiaramente dimenticato per la fretta, non ci sono altri indumenti maschili in bagno”
Lestrade stava prendendo appunti e quando alzo’ lo sguardo, vide che Sherlock era ormai sulla porta dell’appartamento.
“Gelosia. Piscina. Altro uomo.. ok. Mi dici perche’ hai tutta questa fretta?”
“Molly sta ovulando, quindi torno a casa a procedere con il tentativo di concepimento”
Detto questo si volto’ e spari’.
Lestrade era rimasto a bocca aperta.
“Non l’ha appena detto sul serio, vero?”
John Watson strinse la bocca e si mise a guardare intorno, evitando accuratamente di incontrare il suo sguardo.
“Detto cosa? Io non ho sentito niente”.

***

Sherlock entro’ a Baker Street come un ciclone e si diresse verso la camera da letto, salvo accorgersi a meta’ strada che Molly lo stava aspettando seduta sul divano.
Comincio’ a togliersi il cappotto e la sciarpa.
“Hai deciso di sperimentare luoghi diversi? Come medico, saprai certamente che non influisce affatto sulle probabilita’ di concepimento, tuttavia concordo che un cambio di scenario possa essere stimolante.”
Si sfilo’ le scarpe con due veloci movimenti e poi attacco’ i bottoni della camicia.
“Lestrade mi ha convocato per un caso assurdo, temo davvero che il livello dei crimini stia calando, ultimamente”  fini’ di slacciare i bottoni e stava per togliersi la camicia, quando si accorse che Molly lo stava ancora guardando.
Le braccia incrociate al petto e tutti i vestiti addosso.
“Molly?”
“Sherlock?”
“Perche’ non ti stai spogliando?”
Lei fece un profondo sospiro.
“Forse perche’ sono leggermente disturbata dal fatto che meta’ Scotland Yard sappia esattamente cosa dovremmo fare adesso? O forse, perche’ persone assolutamente sconosciute sono a conoscenza del fatto che io sto ovulando?”
Il suo sguardo era furioso.
Sherlock scosse la testa.
“Lestrade insisteva sul trattenermi, ho dovuto spiegargli che avevo gia’ un impegno”
“E questo significava entrare nei dettagli della nostra vita privata?”
“Non sono entrato nei dettagli! Non sarebbe stato rilevante, al fine di spiegare a Lestrade perche’ dovevo andarmene”
Lei continuo’ a fissarlo e lui sospiro’.
 “Siamo sposati, Molly. Credo che abbiano un’idea di quello che facciamo”
“Questo non significa che tu debba annunciarlo a voce alta in una stanza piena di gente”
Sherlock ricomincio’ a infilarsi la camicia nei pantaloni.
“Sei arrabbiata. Suppongo che questo significhi che la nostra sessione pomeridiana di tentativo di concepimento e’ cancellata.”
“Non essere sciocco. Certo che no. Vieni qui”
Lui le sorrise.
“Sissignora”
 
 
Nota: ok, prima che qualcuno si metta le mani nei capelli, la prossima storia, se arrivera’, non vedra’ nessun baby Holmes. Era solo una scena simpatica che mi ronzava per la testa (in verita’ forse riprende qualche altra vista in passato, ma non riesco a ricordare bene...). Voglio invece dedicare un po’ di spazio a un caso che veda coinvolto John con Sherlock, in uno stile tipo quello di questa fanfic.
Ora, ho davvero bisogno di aiuto perche’ vorrei finalmente riunire le storie in una serie prima di continuare, ma non ho idea di come intitolarla, si accettano tanti tanti consigli.
Grazie ancora a tutti!
 
  
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