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Autore: madoka94    16/09/2012    3 recensioni
Ahem...buona sera a tutti! ho voluto fare un piccolo esperimento sulla mia coppia preferita yaoi/shonen-ai: altyxmalik.
é tutta una serie di piccoli racconti basati sui loro ricordi, dalla loro infanzia fino a quando sono adulti.
Non vi assicuro che sia una piccola perla, spero comunque che sia di vostro gradimento per chi è pazza come me di loro due ^^
Buona lettura!
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Altaïr Ibn-La Ahad , Malik Al-Sayf
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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3° ricordo: adolescenza


Si dice che i sedici anni siano i più complicati nella fase di crescita dell' essere umano.
A quell' età la voce di un ragazzo cambia, il corpo cresce più in fretta, il carattere è difficile da gestire perchè indomabile, la voce muta, e per ultimo, la più bella ma delle volte anche la più spiacevole, l' infatuazione. In parole povere quello che chiamano il colpo di fulmine per un altra persona, quindi entra in gioco l' amore che per questa età diventa piuttosto...complicato.
Questa è l' adolescenza.
Sperimentarono questo fatto i nostri piccoli amici Assassini novizi che, come vedete, ora camminano per Masyaf con gli altri fratelli; solo Altair restava dietro al gruppo.
Li seguiva di nascosto, nonostante si era detto che non gliene fregava niente di quel che facevano gli altri al di fuori della fortezza e nemmeno ci teneva tanto a saperlo, l' unico motivo che aveva scatenato la sua curiosità era Malik.
Da quando l' aveva salvato cinque anni fa aveva innescato in lui un certo interesse.Probabilmente era per il fatto che non era come gli altri, era diverso in qualsiasi cosa.
-"Se continui così diventerai un vero asociale!"- gli aveva detto quando aveva cercato di invitarlo a uscire con il gruppo e lui aveva risposto a un altro secco: -"No."-
Un altra cosa di cui non si preoccupava minimamente, almeno, così credeva.
Ormai era abituato sin da prima che morisse Umar a essere solo e non considerato, o, come avrebbe detto qualcun altro, amato.
Come aveva già detto una volta l' amore e l'amicizia sono solo dei stupidi sentimenti che compromettono la ragione dell' uomo, come tutto il resto.
Non ne sentiva affatto la mancanza, non ne aveva bisogno. Chi aveva bisogno di amici?Chi aveva bisogno di qualcuno a cui affidare anima e corpo?Lui no di certo.Era un aquila solitaria, il figlio di nessuno...e di nessuno aveva bisogno.
E allora, si chiedeva, perchè stava facendo quella sciocchezza?Perchè seguire di nascosto l' Al-Sayf ?
Mentre era assorto nei suoi pensieri continuava a camminare cercando di evitare le portatrici di giare e confondersi con l' andirivieni degli abitanti; notò che passarono prima per il Suk, dove erano esposte le bancherelle che mettevano in mostra i prodotti che i mercanti avevano da offrire.
Si fermarono in una dove vendevano armi interessanti, probabilmente ci avrebbe fatto un salto più tardi, in quel momento gli interessava di più seguire con lo sguardo Malik che si allontanava un attimo dal gruppo per andare da tutt' altra parte.
Si fermò a guardare nella parte delle cesellature in metallo, dove vi erano riposti diversi ogetti tra cui collane, bracciali e altri ornamenti sia per uomo che per donna.
Il ragazzo sembrava interessato a qualcosa in particolare però esitava, dopo un pò lo vide allungare la mano e dargli del denaro dopodichè il cesellatore gli porse un sacchettino in pelle.
-Malik, vieni a vedere questa lama!-lo richiamò uno degli amici.
-Arrivo!-
Dopo che li raggiunse, l' Ibn-La'Ahad, senza che si accrogessero della sua presenza, andò verso la bancherella dove era stato prima l' Al-Sayf chiedendo informazioni al commerciante.
-Mi perdoni, sa per caso dirmi cosa ha venduto al ragazzo di prima?-
-Mi spiace ma non rivelo al vento ciò che vendo agli estranei.-disse con tono diffidente l' omone che lo guardava dall' alto al basso.
-Non voglio perdere tempo in discussioni inutili, signore, voglio solo sapere quali di questi ogettini ha venduto a quel mio coetaneo.-
-Bada a come parli, giovanotto!Questi non sono solo degli "ogettini" come li chiami tu, queste sono delle piccole opere d' arte.-
-E va bene...allora riformulo la domanda..-disse l' aquila cercando di trattenersi nel voler mettere la lama del coltello al collo di quell' uomo-..quale di queste "opere d' arte" ha venduto a quel ragazzo?-
-Come ho già detto, non rivelo al vento i miei affari.-si puntò l' omone incrociando le braccia al petto.-Magari se vedi qualcosa di interessante...-
Quel disgraziato stava facendo perdere la pazienza al povero novizio e lui non ne aveva così tanta.
Dovette quindi rassegnarsi al fatto che doveva per forza negoziare con lui.
Guardò in fretta la merce spostando qua e la gli occhi, li puntò poi su un oggetto in particolare dove ne rimase altamente affascinato.
Era semplice, però la cesellatura lo rendeva unico al mondo: era un bracciale in bronzo e inciso sulla superfice c' erano degli intrecci che portavano al centro il disegno della testa di una tigre.Non sapeva il perchè ma il suo sesto senso lo induceva a prenderlo.
-Questo qua, quanto viene?-indicò Altair.
-Cinque pezzi.-
-Lo prendo ed ora ditemi l' informazione.-gli diede il denaro e all' omone gli brillarono gli occhi nel vedere quei dobloni scintillanti.
-è un piacere fare affari con te ragazzo, sai avete dei gusti simili te e quall' altro con le tue stesse vesti.-
-Gusti simili dice?- si accigliò ghignando sotto il cappuccio.
-Già...il bracciale che gli ho venduto aveva delle incisioni simili a questo, ma leggermente diverso.-commentò mentre gli dava il borsellino con dentro l' acquisto e intanto controllava se erano veri masticandoli.
Dopo che salutò l' omone, riprese a seguire il gruppo di Malik mettendo il sacchetto nella borsa attaccata al cinturino.
Pensava a come disfarsi del bracciale, appena aveva l' occasione l' avrebbe venduto a qualcun altro, che cosa se ne faceva di un oggetto come quello?
Ma ci avrebbe pensato più tardi, adesso doveva continuare a seguire la combricola e questa volta l' avrebbe fatto sfruttando i tetti.

Il sole pulsava continuamente sulle teste degli abitanti, provocandogli un caldo soffocante.
Per lo meno avevano la possibilità di rinfrescarsi alla fontanella che c' era in piazza, come avevano fatto Malik e i suoi amici.
Altair invece, stando sempre a una lontananza tale da non farsi scoprire, si mise dietro alla parete di una casa che con l' ombra celava ancor di più la sua figura.
Tutti quanti i ragazzi si misero a bere dalla fontana, anche l' Al-Sayf, mettendo la testa nell' acqua e tirandola fuori subito dopo scuotendo la piccola chioma nera, facendo danzare nell' aria le goccioline che brillavano alla luce del giorno per poi ricadere sulla terra.I capelli ormai bagnati ricadevano leggermente sulla fronte nonostante le ciocche fossero cortissime, le perle cristalline scivolarono sulla sua pelle percorrendo gli occhi color dell' onice che si chiudevano più volte per non far entrare l' acqua, gli zigomi delle guance che stavano cominciando a diventare più marcate, dalla punta del naso a cadere sulle labbra e scivolare sul mento.
La scia continuava fino alla gola, raggiungendo il pomo d' Adamo che si faceva già vedere, fino a bagnare delicatamente il petto.
Altair distaccò lo sguardo di scatto, con gli occhi sbarrati, portando la mano alla bocca con il petto che si alzava e abbassava in corti respiri.Si perse a guardare la parete che gli stava davanti, sentiva ancora più caldo di quanto lo sentisse prima e il cuore stava martellando troppo forte per i suoi gusti.
Con grande stupore aveva pensato per un attimo...anche solo per un attimo di essere quelle goccioline, di toccare lui quel corpo che, ormai aveva notato da qualche tempo, stava crescendo a vista d' occhio rendendolo un uomo completo che aveva ancora bisogno di svilupparsi fino a una certa età. Non aveva mai sfiorato un idea simile, mai in vita sua! Nemmeno guardando gli altri confratelli era arrivato a realizzare tali pensieri.Solo in quel momento guardando Malik.
Nonostante fosse stato sempre una persona con la testa sul collo,concentrato sul suo obiettivo e rimanendo a sangue freddo , l' Ibn-La'Ahad era per la prima volta disorientato, perso nei suoi pensieri e domande che vorticavano nel cervello tutte in una volta sola.
Era strano come delle goccie d' acqua avessero innescato in lui un simile tormento.
E se non fossero state quelle?Se fosse stato l' Al-Sayf stesso?
In tal caso c' era un problema e grosso anche!
Lui era un maschio e come tale doveva seguire le ragazze, non un altro maschio.Eppure ha fatto tutto l' incontrario venendo meno ai suoi principi da perfetto maschilista che stava diventando.
Dopo essersi ripreso ritornò a guardare il gruppo che in quel momento, a quanto capiva, si stava sciogliendo.
-Ragazzi io devo andare.-disse uno di loro.
-Oh, andiamo 'Adel, cosa c' è di più importante che stare con noi?-chiese Malik scherzoso.
-Beh...-
Dietro 'Adel c'era una ragazza dai lunghi capelli corvini raccolti da una treccia che aspettava qualcuno, chiunque avrebbe immaginato chi.
-In tal caso...allora non farla aspettare e divertiti!-disse Malik sorridendo dandogli una sonora pacca alla spalla.
-Ci vediamo.-
E così se ne andò da lei.
-Ehm, Malik, anche noi dovremmo...-dissero gli altri due con delle gemelle che li aspettavano poco più avanti.
-Fadi, Hassan! Anche voi?-
-Ci spiace, davvero, ma avevamo promesso loro di fare un giro.-
Questa volta l' Al-Sayf era un pò dispiaciuto, però gli sorrise comunque dicendo di non preoccuparsene.
Il ragazzo fu solo, da quattro che erano lui e i suoi amici.
Altair quindi decise di uscire dall' ombra e raggiungere la sua figura, non sapendo nemmeno il perchè volesse farlo.
Forse era per il semplice fatto che per una volta, dopo tanto tempo, voleva stare vicino a qualcuno.
Si mosse con passo felpato, senza emettere alcun minimo rumore.
Quando gli fu abbastanza vicino volle divertirsi a prenderlo di sorpresa.
-A quanto pare ti hanno lasciato da solo.-gli mormorò all' orecchio con tono profondo e tagliente.
Malik si girò di scatto allontanandosi da lui coprendosi l' orecchio dove aveva appena sussurrato l' altro.
-A..Altair!Ma sei matto?!Per poco non tiravo fuori il coltello!-sussultò rosso in volto.
-Scusami, sembravi così assorto nei tuoi pensieri che non sono riuscito a trattenermi.-ghignò soddisfatto Altair.
-Tsk!Sei proprio uno stronzo.-schioccò la lingua in modo amaro.
L' aquila osservò il saccheto legato alla cinda del compagno dove sapeva che conteneva il bracciale comprato poche ore prima al Suk. Chissà come era fatto e per chi era, perchè, sicuramente, un oggetto simile lo si prendeva per qualcuno ed era molto curioso di sapere chi era la fortunata.
Sicuramente l' Al-Sayf era innamorato di qualcuno e non poteva dichiararlo, per questo aveva preso il bracciale, almeno, così supponeva.
-Però sei uno che si contraddice qualche volta.-esclamò la tigre con sorriso soddisfatto del tipo che ha trovato un punto debole.
-Perchè?-
-Ti avevo invitato a fare un giro fuori con gli altri e tu sei uscito lo stesso, va' a vedere che ci hai pure seguito di nascosto!-
Delle volte aveva un intuito formidabile quel ragazzo, lo doveva ammettere, ma Altair non era tipo da ammetterlo così alla leggera.
-Solo perchè non voglio uscire con voi non significa che non voglio uscire per conto mio.-disse atono con le mani ai fianchi che esprimevano la sua superiorità.
-Ceeerto...come dici tu.-
-Ma tu, per caso, non hai una ragazza a cui corri dietro?-chiese improvvisamente l' Ibn-La'Ahad lasciando l' Al-Sayf di sbieco.
-Io a correre dietro una ragazza?Delle volte dici delle vere sciocchezze!-disse irritato l' altro andandosene.
Ma Altair volle seguirlo standogli di fianco a tormentarlo con le sue domande.
-Dici così perchè non ti piacciono le ragazze?-
-Non è per quello!-
-E dimmi, quindi, se non è per una ragazza per chi è questo?-
-Questo che...?-
Malik si bloccò quando vide il sacchetto nelle mani del confratello.
-Ladro!Ridammelo!-ringhiò cercando di riprenderselo ma l' altro lo evitava facilmente.
-Se lo dici te lo restituisco.-fece un sorriso bastardo l' aquila mentre si scansava dai tentativi della tigre di riavere l' oggetto.
-Mi rifiuto di cedere a un simile ricatto!-
-Allora digli addio.-
Altair corse via con scatto bruciante tra i tetti e Malik gli corse dietro.
Saltando tra un tetto e l' altro l' Al-Sayf tento il tutto e per tutto a farlo cadere, anche a tirargli dei sassi tra cui uno riuscì a beccarlo e a farlo fermare su una trave che collegava ad un altro tetto.
-Stai cercando di uccidermi per caso?!-
-Se per riavere quel sacchetto devo passare alle maniere forti non trovo altra scelta!-
Malik si fiondò contro di lui utilizzando le tecniche di combattimento corpo a corpo che era stato insegnato da tutti gli allievi della fortezza.
Gli fiondò diversi pugni che l' altro riuscì a parare perfettamente mantenendo un equilibrio eccezionale.
Provò quindi a farlo inciampare e lui invece saltò con scatto felino.Purtroppo non aveva previsto il secondo calcio a rotazione che gli avrebbe rifilato allo stomaco facendolo cadere giù.
Per un attimo Malik aveva creduto che stava commettendo un omicidio, ma si ricredette quando vide un telo steso sopra a una bancherella su cui Altair ci saltò comodamente sopra saltando poi a terra in un attimo.
-Altair!-ringhiò saltando anche lui sul telo.
Dopo un pò si rese conto che il confratello lo stava portando al di fuori di Masyaf, infatti avevano già oltrepassato le porte e le guardie li avevano notati con facce interrogative.Andarono verso un boschetto che era nei dintorni, man mano che vi si addentravano diventava sempre più buio.
-Altair fermati!Torniamo in dietro!-
Ma l' Ibn-La'Ahad era troppo lontano per poter sentire, quindi doveva per forza continuare ad andare avanti togliendo davanti i rovi che gli bloccavano il passaggio.
Decidendo di usare il coltello per tagliare i ramoscelli alla fine trovò uno spazio libero e fermo in un punto c' era la sua preda che fissava da tutt' altra parte.
-Ti ho preso!-e si fiondo per l' ennesima volta su di lui braccandolo alle spalle.
Entrambi caddero al suolo, rotolando per avere il sacchetto.
-Dammelo!-
-Fermo!-
Altair si ribellò dalla sua stretta ed ebbe la meglio prendendo i polsi di Malik portandoli al di sopra della sua testa.
-Quando ti ci metti..sei proprio una belva!-sottolineò l' aquila mentre riprendeva fiato.
-Per forza!Con uno come te come ci si deve comportare?-strillò l' altro sotto di sè.
Doveva dire che l' Ibn-La'Ahad si stava divertendo a stuzzicarlo e che, quando si innervosiva, Malik prendeva un espressione davvero carina.
Cercò di togliere dalla testa ciò che aveva appena pensato e mollò la presa.
-Era ora che mi lasciassi razza di...!- bloccò la strigliata l' Al-Sayf quando vide davanti ai suoi occhi qualcosa che non aveva mai visto ad Alamut.
Il cielo si era colorato di un rosso abbagliante, mentre il sole si tuffava nel mare accoccolato tra le onde, ritraendo il suo riflesso sulle onde che si frastagliavano tra gli scogli e loro due erano su uno di questi.
-Questo è il mio posto preferito.-confesso il compagno mentre si calava il cappuccio alle spalle.
Per l' annesima volta Malik rimase stordito dal viso dell' aquila che oramai aveva cambiato aspetto radicalmente dall' ultima volta che l' aveva visto: i suoi occhi d' oro-nero si erano assottigliati, il naso più pronunciato, le labbra ora erano segnate da una leggera cicatrice che si era procurato qualche tempo fa, nonostante quello lo rendevano ancora più irresistibile, poi gli zigomi si erano assottigliati rendendolo mascolino.
Anche lui si era accorto che cresceva in fretta diventando un vero uomo.
Si voltò da tutt' altra parte vergognandosi di provare certe cose per una persona dello stesso sesso.
Perchè sì, ormai erano già delle notti che lo sognava, che voleva parlargli più di quanto lo facesse, di poterlo avere accanto...in tutti i sensi.
In fondo aveva capito che era come tutti gli altri e faceva lo scontroso allontanandosi perchè non aveva mai provato cosa significasse avere vicino un vero amico o una persona da amare.
Quello che lo turbava era che tutto ciò era completamente e assolutamente sbagliato.
-Sai...-cominciò a dire la tigre-...non ho una ragazza perchè a me non interessa averne, le trovo insopportabili e non stanno quasi mai zitte. Mi piace stare in un posto tranquillo dove pensare come questo e leggere un libro.-
-Beh, non è che venga qui per leggere un libro.-puntualizzò Altair sbuffando.
-Sicuramente per riflettere.-
-Nemmeno quello.-
-E allora perchè?-
In quel momento stette in silenzio, continuando a guardare il sole che calava e tingeva di sangue il mare.
-Solo...per stare con me stesso.Anche se, ultimamente, ci vengo raramente qui da quando...-
-Da quando?-chiese ancora più incuriosito l' altro.
-...da quando ci sei te che mi tormenti ogni volta che vuoi invitarmi a uscire congli altri.-disse con tono profondo.
In risposta Malik sbuffò grattandosi la nuca infastidito.
-Dicendo così allora quello non te lo meriti.-
-Cosa?-
-Il sacchetto idiota!è per te!-indicò il sacchetto che teneva il compagno e questo sgranò gli occhi sorpreso.
-Per me...?-chiese ancora più incredulo.
Ma per quale motivo fargli un regalo se a momenti non si sopportavano?Perchè?
-Che aspetti non lo apri?-
Nonostante sapesse già il contenuto esitava nell' aprirlo, poi però si decise sfilacciando i fili che chiudevano il sacchetto.
Vide il bracciale che era quasi come quello che aveva acquistato dallo stesso mercante, solo che al posto della testa di una tigre c' era quella di un aquila ben fatta.Era rimasto senza parole, nessuno era stato tanto gentile a tal punto.
-Ma...è...-balbettò, anche se non era da lui comportarsi in quel modo.
-Non ti montare la testa, è solo un rigraziamento per quella volta che mi hai..salvato la vita.Ho saputo anche che oggi è il tuo compleanno e vedendolo ho pensato "Questo è per Altair!Gli si addice."-
Tutto quanto il suo mondo si era frantumato in un solo istante ascoltando quelle parole sincere.Si era pure ricordato che quel giorno era il suo compleanno, cosa che nemmeno ad Al Mualim gli aveva mai fregato, lui che ormai lo considerava in tutto e per tutto come un padre.In quel momento ad Altair non gliene fregava niente se era per mettere alla pari quel conto, era, stranamente, felice di ricevere un' attenzione particolare come quella, soprattutto da parte di Malik.L' unica persona che si era avvicinato tanto a lui veramente in quel modo.E non gliene importava se gli sarebbe saltato addosso per abbracciarlo forte, nonostante non era mai stato tipo che andava a parole o a fatti.
E così fece, lasciando stupito l' amico.
-A...Altair...che cos..-
-Tu sei...l' unico che abbia fatto una cosa del genere per me.-
-E-ehi, vacci piano!è solo un piccolo pensiero..-
L' aquila si allontanò, guardandolo in quei occhi color dell' onice che in quell' istante erano illuminato dalla luce del sole rendendoli più belli, anche Malik pensò la stessa cosa mentre guardava i suoi che brillavano da quelle gocce che fuoriuscivano rigandogli il volto una seconda volta.
Altair gli prese il viso, ormai aveva messo da parte la ragione ed era comandato dall' istinto, o più che altro, dal suo stesso cuore.
-Per me, anche se piccolo, è immenso la cosa che sei riuscito a farmi.-
-Ma, credimi non ho fatto nie..-
Malik si fermò a pronunciare la frase, anche perchè la sua bocca non poteva dire alcun chè.Non riusciva a credere a ciò che stava succedendo, il suo rivale, la persona che non sopportava fino a quel punto, lo stava baciando.
Sentiva benissimo tutto il calore che emanavano quelle labbra, così tanto che aveva la tentazione di lasciarsi sprofondare in esse.
Ma non poteva, era sbagliato.Era tutto sbagliato.
Lo spinse via alzandosi in piedi, riprendendosi dallo schok momentaneo.
L' Ibn-La'Ahad era rimasto impietrito da quell' azione e anche lui si era reso conto che aveva lasciato troppo correre alle sue emozioni.
-N..noi non siamo come quelli che sono attratti dallo stesso sesso.Non siamo omosessuali!-gridò l' Al-Sayf confuso.
-Ma..Malik...io..-cercò di dire l' altro ma fu di nuovo interrotto.
-A..ascolta...è meglio...è meglio dimenticare...è stato solo un malinteso.-
-Mi dispiace...io non..-
-Non ti preoccupare, è tutto a posto. Ci vediamo domani e buon compleanno.-
Disse infine per poi scappare rosso in volto, Altair cercò di fermarlo ma era troppo tardi, si era già addentrato nella foresta.
Era diventato ancora tutto più confuso e allo stesso tempo più nitido.
Ora capiva perchè l' amore era un ostacolo nella setta degli assassini; per un attimo ti sembra dolce come un frutto appena colto dall' albero, ma alla fine diventa amaro e marcisce sotto i tuoi occhi.
Sulle sue labbra si disegnò un acido sorriso maledicendosi di quello che aveva fatto.Da quel giorno in avanti non avrebbe mai più fatto vedere il suo vero se stesso.
-Anche quest' anno festeggio il compleanno da solo...come sempre..-
Mentre guardava le onde scontrarsi contro le rocce, sentiva una leggera stretta al petto.
Entrambi i giovani avevano sperimentato un altro fatto dell' amore adolescenziale: avere il cuore frantumato in tanti piccoli pezzi a causa della paura, del non essere accetati o, nel caso del figlio di nessuno...ricambiati.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

SPAZIO AUTRICE:

Salve a tutti!Finalmente sono riuscita a postare il terzo capitolo!

spero vi sia piaciuto e che il tema non sia troppo superficiale^^

ringrazio anche :

 Vanny2003

 sasuke lastdragon

Altair chan

 Satiel

che hanno recensito, messo nelle preferite e seguite la storia.

Ed ora vi lascio!Ci si vede!!!!!!!!

  
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