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Autore: pizza girl    16/09/2012    19 recensioni
[Dal Prologo.]
Davanti a me si prospettava un altro stupido giorno di scuola.
Amavo andarci, non sopportavo semplicemente le persone che c’erano al suo interno. O eri popolare, o valevi meno di zero.
Mi alzai dal letto, andai in bagno e mi guardai allo specchio. Una ragazza dai lunghi capelli arruffati biondi e gli occhi azzurro cielo coperti da due lenti mi guardò di rimando. Mi diedi una lavata veloce, tornai incamera e presi dall’armadio i primi vestiti che vi trovai. Non ero un amante della moda, anzi, tutto il contrario: ogni mattina mi svegliavo e prendevo dall’armadio i primi vestiti che trovavo e molto spesso non ero esattamente all’ultimo grido, non è che non me li potessi permettere, anzi, mio padre era avvocato e mia madre medico, semplicemente non mi interessavano.
Quel pomeriggio avrei dovuto dare ripetizioni di matematica a un ragazzo che non aveva voluto lasciare il suo nome...
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 13.

 
Il mattino seguente aprii gli occhi di buon ora aspettandomi di vedere le pareti rosa antico della mia camera illuminate dalla poca luce che, normalmente, filtrava attraverso le tende tirate. Ma la stanza era più buia di quanto mi aspettassi, più stretta e soffocante con delle pareti di un opprimente color bordeaux leggermente sbiadito dal poco sole che, durante le giornata, illuminava la stanza per poche ore.
Improvvisamente mi ricordai di non essere più tra le mura confortevoli e accoglienti della mia casa in Charleston's Road.
Lentamente mi voltai verso sinistra e intravidi le sagome delle mie due compagne di stanza, ancora nel mondo dei sogni.
Presi il cellulare e guardai l'ora: 6:17. decisamente troppo presto per alzarsi, così come per chiamare Zayn. La sera prima avrei dovuto telefonargli ma, dopo essere andata a cena con Flick, che non aveva quasi toccato cibo credendo nessuno se ne sarebbe accorto, ed Eveline, la quale non faceva altro che raccontare pettegolezzi sentiti a scuola perfino quando aveva la bocca piena di pasticcio di carne, ero talmente stanca che, appena toccato il letto, venni accolta a braccia aperte da Morfeo senza più ricordarmi di Zayn.
Mi girai e rigirai per circa mezz'ora nel letto finché non decisi che alzarsi, probabilmente, era la cosa giusta da fare.
Ancora un po' addormentata aprii uno dei cassetti in cui avevo, la sera prima, ammassato le mie cose e ne estrassi un paio di pantaloni salmone e una camicetta, senza maniche, in denim. Da sotto la scrivania estrassi un paio di ballerine, nere con delle piccole borchie, che mi aveva regalato mia madre qualche mese prima nella speranza mi appassionassi alla moda come lei ma che, purtroppo, non avevano fatto altro che finire in un angolino remoto della scarpiera in camera mia, nascoste da un'infinità di altre scarpe comprate da mia madre e mai messe, nonché un numero spropositato di scarpe da ginnastica che io amavo con tutta me stessa.
Mi guardai attorno per un po', cercando di abituarmi alla “nuova” stanza, finché non venni distratta da Flick. « Buongiorno. » sussurrò, vedendomi già in piedi, coprendosi gli occhi dalla luce con una mano.
« Buongiorno. » risposi con un sorriso.
« Come mai già alzata? » chiese incuriosita, mettendosi a sedere con le coperte che ancora coprivano il suo esile corpo.
« Non riuscivo più a prendere sonno. » sospirai.
Lei annuì e si alzò a sua volta.
« Ti dispiacerebbe accompagnarmi in bagno? - domandò timidamente guardando in basso – odio andarci da sola. »
Era così tenera e fragile, era impossibile dirle di no.
« Certo, devo andarci anche io. »
La ragazza sorrise e, molto lentamente, si alzò dal letto infilandosi le ciabatte.
In silenzio, per non svegliare Eveline, uscimmo dalla stanza richiudendoci poi la porta alle spalle.
« Non ti sei ancora abituata al posto, vero? » Flick mi guardava intensamente cercando di decifrare la mia espressione.
Scossi la testa. « Non è facile, stamattina mi mancava l'aria quando mi sono accorta di non essere a casa. » confermai.
Lei annuì comprensiva. « Ti capisco. - dopo una breve pausa aggiunse – Sono contenta ti abbiano messa in camera con noi, con Eveline non ho un vero e proprio rapporto, stiamo insieme solo perché siamo compagne di stanza, non perché abbiamo qualcosa in comune, anzi... » lasciò la frase in sospeso ma riuscii lo stesso a capire cosa volesse dire. Eveline sapeva essere insopportabile e Flick non sembrava proprio come lei.
« Posso capire quello che dici. » Annuii aprendo la porta dei bagni davanti a me.
« Sì? - improvvisamente il suo volto s’incupì. - A volte sa essere veramente insopportabile! »
« Be', io non la conosco ancora molto bene... »
« Tranquilla. - m’interruppe, - hai presente l'interrogatorio che ti ha fatto ieri? Ecco, aspettatelo tutti i giorni, non sa farsi i fatti suoi. » detto questo la ragazza si avvicinò a un lavandino e iniziò a lavarsi la faccia.
Il pigiama le ricadeva morbido sul corpo spigoloso a causa delle ossa sporgenti del bacino, dalle mani spuntavano due polsi che avrebbero potuto benissimo stare entrambe in una mia mano e le caviglie non erano da meno.
Ci demmo entrambe una lavata e, una volta finito, uscimmo per tornare da Eveline.
« Dov'eravate? » s'informò la mora non appena mettemmo piede in camera.
« In bagno. - rispose Flick dirigendosi al suo armadio. - Non ho idea di cosa mettermi. » affermò guardandolo spaesato senza calcolare più di tanto Eveline. Vidi il volto di quest'ultima farsi scuro, si vedeva benissimo quanto le piacesse stare al centro dell'attenzione. Senza dire una parola uscì dalla camera sbattendo la porta.
« Vado in bagno a cambiarmi. » mi comunicò la rossa con, tra le braccia, dei vestiti cupi.
Si vergognava del suo corpo, lo si poteva capire da come cercasse di farlo vedere il meno possibile, da come volesse mimetizzarsi con lo sfondo e passare inosservata indossando vestiti così tristi.
Io non potei far altro che annuire.
La ragazza uscì dalla porta come aveva fatto poco prima Eveline ed io rimasi sola con i miei pensieri.
Il cellulare poggiato sulla scrivania vibrò e potei chiaramente vedere il nome di Zayn lampeggiare sullo schermo.
« Ciao, Zayn. » risposi dopo essermi quasi uccisa nel tentativo di prende il cellulare senza alzarmi dal letto.
« Buongiorno, Carrie – rispose la sua voce metallica dall'altro capo del telefono. - Come stai? »
« Bene, tu? »
« Bene. Ieri non mi hai più richiamato. »
« Lo so, - ero mortificata. - mi sono addormentata appena ho toccato il letto. »
« Ti va se andiamo a fare colazione insieme? »
L'idea mi allettava molto, sentivo la sua mancanza, anche se non ci vedevamo da meno di ventiquattro ore.
« Certo! » risposi con forse un po' troppa enfasi.
Lo sentii ridacchiare dall'altra parte dell'apparecchio « Perfetto, ci vediamo davanti al tuo dormitorio tra – fece una pausa come stesse contando, - tre secondi. »
« Sei già qui? » domandai sorpresa.
« Mi mancavi. A dopo Carrie. »
« A dopo Zayn. » chiusi il telefono e lo riposi nella tasca posteriore dei jeans e presi un foglio di carta e una penna per scrive un messaggio per Flick.

“Vado a fare colazione con Zayn un amico,
ci vediamo più tardi!
Carrie.”

Lo poggiai sul letto della ragazza e, dopo aver preso il mio zaino stracolmo di libri, uscii dalla stanza.
 
Zayn mi aspettava appoggiato alla sua macchina con le braccia conserte e i piedi incrociati.
Quando mi vide, sul suo volto comparve un sorriso che brillava alla luce del mattino.
Sciolse la sua posizione statuaria e mi raggiunse raggiante.
« Sei bellissima. » affermò guardandomi.
Sentii chiaramente le mie guance avvampare al suo commento. « Grazie. » sussurrai imbarazzata.
Lui sorrise e senza aggiungere altro prese il mio volto tra le mani e poggiò le sue labbra sulle mie.
Sentivo la pelle bruciare in quel punto, come se fosse appena scoppiato un incendio nel punto esatto in cui la sua bocca era entrata in contatto con la mia. Mille farfalle presero vita nel mio stomaco nel momento esatto in cui le sue mani mi strinsero forte a lui facendo aderire perfettamente i nostri corpi ed evitando, così, che mi afflosciassi sulle gambe che ormai erano diventate più molli di un budino. Sorrisi sentendomi finalmente bene con me stessa e con quello che mi circondava, Zayn se ne accorse e, staccandosi leggermente da me, mi prese il volto tra le mani e catturò i miei occhi con i suoi cioccolato aprendosi in un sorriso dolce come il miele.
« Avresti mai pensato io e te finissimo con il frequentarci il giorno in cui sono entrato in aula tutor? »
Scossi la testa, no, non l'avevo pensato, mi ricordavo perfettamente quanto non volessi ammettere di essere attratta da lui, quanto poco sopportassi i suoi modi di fare. « No. »
« Avevo quasi la sensazione tu mi odiassi. » scoppiò in una risata cristallina che mi provocò brividi lungo la schiena.
« Non avevi tutti i torti. » sorrisi a mia volta.
Vidi la sua faccia farsi scura e mettere su un'espressione offesa. « Mi stai dicendo che mi odiavi? - annuii – Questo non dovevi dirlo Carrie Jenkins. » la sua espressione iniziava ad intimorirmi.
Improvvisamente mi prese in sollevò da terra, così, senza preavviso, e, con un sorriso malizioso, fece si che le mie gambe circondassero il suo bacino ed iniziò a baciarmi il collo con delicatezza provocandomi altri brividi lungo la schiena.
« Mi odi ancora? » chiese una volta vicino al mio orecchio.
« Sì. » risposi, con gli occhi chiusi, in un sussurro smorzato.
Sentii il suono dolce della sua risata e poi di nuovo le sue labbra sulle mie che fecero perdere un battito al mio cuore, non potevo desiderare niente di meglio.
« Voi due! - esclamò una voce acida che riconobbi come quella della custode. - Cosa pensate di fare qui? Sparite immediatamente se non volete che chiami il preside! »
La donna si avvicinò minacciosa a noi due zoppicando leggermente.
« Ce ne andiamo subito. » replicò Zayn, facendomi, delicatamente, scendere.
Ma proprio ora doveva arrivare quella a disturbare? In quel momento provavo un profondo odio nei suoi confronti.
« Sarà meglio! E non voglio più vedervi! » aggiunse lei prima di allontanarsi nuovamente.
« Andiamo a fare colazione? » domandò Zayn avvicinandosi alla macchina.
Annuii seguendolo.
 
Zayn mi aveva fatto, se pur involontariamente, riflettere su di noi.
In così poco tempo il nostro rapporto era cambiato radicalmente, da perfetti estranei, appartenenti a quasi due mondi diversi, a due ragazzi che si facevano beccare a sbaciucchiarsi dalla custode del dormitorio del college.
Per quanto cercassi di sopprimerla, una domanda continuava a farsi largo nella mia mente: non è che forse stavamo accelerando un po' troppo le cose? Potevo veramente fidarmi di lui? Dovevo credere a ogni sua parola o mi avrebbe solo illusa così da potermi aggiungere alla sua infinita lista di conquiste all'interno della scuola?
In cuor mio speravo davvero che tutte queste domande fossero solo frutto di una mente paranoica ma non potevo certo non stupirmi per questo cambiamento nei nostri rapporti.
« Tutto bene? » chiese interrompendo i miei pensieri.
Distolsi lo guardo dal finestrino e mi voltai a guardarlo. Aveva parcheggiato la macchina appena fuori dallo Starbucks vicino alla scuola e mi guardava interrogativo. Era così perfetto che non mi sembrava potesse essere vero.
« Sì. » risposi non troppo convinta.
« Ne sei sicura? »
Riflettei qualche istante prima di rispondere. « Non hai pensato a quanto le cose siano cambiate tra noi due in così poco tempo? Ho paura di essere illusa da te, capisci? - lui annuì pensieroso. - Posso fidarmi di te Zayn? »
« Sì Carrie, puoi fidarti di me, non posso prometterti che non ti deluderò mai, non sono perfetto, ma ti giuro che farò di tutto per rimediare ad ogni mio errore, farò di tutto per non farti star male, non ti lascerò mai sola a meno che non sia tu a chiedermi di andarmene. I miei sentimenti nei tuoi confronti si fanno ogni giorno più forti e so di non volere altro che la tua felicità. - Mi prese le mani tra le sue guardandomi negli occhi, erano pieni di sincerità e dolcezza. Sentii una lacrima farsi largo tra le mie ciglia desiderosa di bagnare la mia guancia e non potei far altro che concederglielo, non erano lacrime di tristezza come quelle che erano scese nei giorni seguenti, erano lacrime di gioia. - Non piangere Carrie, non ce n'è bisogno. » affermò sorridendo e asciugandomi le lacrime con il pollice.
« Scusa. » sussurrai. Avevo davvero bisogno di sentirmi dire quelle parole, avevo bisogno di sapere di potermi fidare di lui tanto più se volevo essere sincera con lui riguardo a mia madre.
« Non devi scusarti, vieni qui. - mi attirò a sé e mi strinse tra le sue possenti braccia. Sentivo chiaramente il suo cuore battere regolarmente vicino al mio orecchio e le sue labbra posarsi sui miei capelli riempiendomi di piccoli, teneri, baci, mi sentivo al sicuro. - Non mi ha mai detto come mai ieri eri così triste... » osservò, parlando a contatto con la mia nuca.
Sapevo non se ne sarebbe dimenticato. « Sabato sera mio fratello e mio papà hanno avuto un battibecco così mio fratello è sparito in camera sua, io l'ho seguito e dopo un po' abbiamo sentito i nostri genitori parlare. - feci una pausa, aveva detto che potevo fidarmi no? Era ora di raccontargli tutto. Sollevai la testa e lo guardai negli occhi. Quei pozzi cioccolato mi diedero la forza di continuare. - Mia madre è malata, ecco il motivo del loro repentino trasloco a Dublino. »
L'espressione del ragazzo era a metà tra l'incredulo e la compassione.
« Stai scherzando vero? » si allontanò leggermente da me per guardarmi meglio.
Scossi la testa, dispiaciuta. « No, e non posso neanche parlarne con lei perché in teoria io non dovrei sapere nulla. »
Restammo in silenzio per qualche istante che a me parve non eternità, finalmente lui si decise a parlare di nuovo, « Stai tranquilla Carrie, andrà tutto bene e io sarò sempre al tuo fianco. » Avevo bisogno di questa conferma.
« Grazie, Zayn. - sorrisi malinconica e guardai l'ora. - Merda! È meglio che ci muoviamo ad andare a scuola se non vogliamo arrivare in ritardo! »
Il ragazzo controllò a sua volta l'ora e si mise immediatamente alla guida per tornare a scuola in tempo: la nostra colazione era saltata.
 
« Jenkins e Malik! Grazie per averci onorato della vostra presenza. » Richardson era sicuramente appena entrato in classe ma non poteva di certo non far notare il nostro ritardo di qualche centesimo di secondo!
« Scusi. » sussurrai.
« Signorina, pensavo che ora, dormendo così vicina al college, sarebbe arrivata a scuola in anticipo! » non risposi alle provocazioni del professore ed andai a sedermi in prima fila, al fianco di Zach.
« Ciao Zach. » salutai sorridendo.
« Ciao Carrie, hai pianto? » non potevo nascondergli nulla.
« Sì. » negare era completamente inutile.
« Io lo meno Malik, giuro! » sibilò voltandosi a guardare il more che aveva appena raggiunto i suoi amici.
« Calmati Zach, non è colpa sua se ho pianto, - lo tranquillizzai. - è per via di mia madre. »
« Gli hai raccontato tutto? - Annuii – e come ha... »
« Signor Martin, se non vuole fare un viaggio fino alla presidenza le consiglio di stare in silenzio durante la lezione. » Richardson era in piedi davanti al banco di Zach e lo guardava con aria minacciosa. Il ragazzo inclinò il capo di fianco e annuì.
« Finiamo dopo. » mi sussurrò in un orecchio.
Quel giorno il professore era più antipatico del solito e starlo ad ascoltare mentre spiegava trigonometria era ancora più difficile del solito, così decisi di lasciar perdere. Mi appoggiai al banco con una mano sotto la testa e mi misi a fissare il vuoto aspettando la fine di quell'ora di lezione.
Il bianco scrostato e sporco delle pareti mi circondava, rimasi a contemplarlo finché non venni riportata alla realtà dal suono acuto dell'allarme antincendio che rimbombava per i corridoi.
« Ragazzi, c'è la prova di evacuazione. - annunciò l'uomo da dietro alla cattedra. - In ordine uscite dall'edificio, il luogo di raccolta è il cortile ovest. Mi raccomando, restate uniti per l'appello! »
Uscimmo tutti dalla classe in maniera relativamente ordinata. Zayn mi raggiunse immediatamente e mi prese per mano intrecciando le sue dita alle mie. Lo guardai, quasi sorpresa, e lo vidi ricambiare il sorriso ebete che gli stavo rivolgendo.
« Sei sceso proprio in basso Malik. » sibilò una voce femminile alle nostre spalle.
« Meredith sparisci. » ordinò Zayn alla ragazza senza degnarla di troppe attenzioni.
Non contenta lei si rivolse a me. « Non credere che durerà, ti getterà via come uno straccio vecchio prima ancora che tu possa accorgertene, non sei alla sua altezza Jenkins. »
La voglia di tirarle un pugno si quel sorriso, maledettamente perfido e perfetto allo stesso tempo, era veramente forte ma per fortuna Zayn mi trattenne accarezzandomi con delicatezza la mano con il suo pollice.
Finalmente, dopo molti spintoni e piedi pestati, raggiungemmo il fatidico giardino e la sensazione di claustrofobia, che avevo provato poco prima in mezzo a tutte quelle persone, sparì.
« Carrie? » Flick mi osservava raggiante da poco più lontano. Indossava pantaloni neri di qualche taglia più grande che ricadevano morbidi sulle esili gambe fino a sotto i piedi e un maglione bitorzoluto grigio di lana infeltrito che non lasciava intravedere nulla della sua femminilità.
« Flick! » esclamai avvicinandomi a lei con Zayn ancora per mano.
« Ciao. » sussurrò lei timida, guardando prima me poi il ragazzo al mio fianco.
« Zayn, lei è Felicia, la mia compagna di stanza, Flick, lui è Zayn, il mio ragazzo. » l'avevo appena detto sul serio?! Lo avevo appena chiamato “il mio ragazzo” sul serio? Lo guardai, con un filo di preoccupazione negli occhi, per vedere la sua reazione a quelle parole e lo vidi sorridere soddisfatto.
« Ciao Felicia. » la salutò tendendole una mano.
« Puoi chiamarmi Flick come fanno tutti. » sorrise lei stringendo la mano tesa del ragazzo.
« Eccoti Carrie! - Zach ci raggiunse alle mie spalle. - Non ti trovavo più. »
« Zach, lei è la mia compagna di stanza Felicia, Flick, lui è... »
« Zach Martin. » concluse lei guardando il nuovo arrivato.
« Piacere. - rispose lui stringendo a sua volta la mano tesa della ragazza. - Carrie, Malik, Richardson vi sta cercando per l'appello. »
« Andiamo Carrie? » chiese Zayn riprendendomi per mano.
Annuii « Ci vediamo a pranzo Flick. »
« A dopo. » rispose la ragazza voltandosi per raggiungere i suoi compagni di corso.
 
« Ci vediamo a pranzo. » disse Zayn stampandomi un bacio sulla bocca per poi allontanarsi sorridendo.
Chiusi l'armadietto e lo guardai dirigersi verso la sua lezione successiva stringendomi al petto la sacca da ginnastica che avevo appena preso.
« E fu così che anche la piccola Carrie Jenkins cadde nella trappola di Zayn Malik! »
Harry sorrideva alle mie spalle divertito.
« Taci Styles. » sorrisi scompigliandogli i suoi adorati ricci che sembravano la pelliccia delle pecore prima della tosatura.
« Sai che ho ragione. »
« E se anche fosse? »
« Fai attenzione Jenkins. » le sue parole mi lasciarono di stucco.
« Cosa intendi? »
« Non mi va che tu rimanga delusa. »
« Harry, so badare a me stessa, non credo che rimarrò delusa. »
« Sì? Zayn ti ha detto che non ti deluderà? E tu ovviamente gli hai creduto... »
« Smettila di dire così! Cos'è sei geloso? - alzai il mio tono di voce, non volevo sentire ciò che aveva da dirmi il riccio, non mi interessava il suo parere. - Io e Zayn ci frequentiamo, fattene una ragione e smettila di dirmi che lui non è quello giusto per me! »
« Ma è così Carrie! Devi credermi! »
« Non ti credo Harry, va bene? Non mi interessa quello che hai da dirmi! »
« Non dirmi poi che no neri stata avvertita. »
« Che razza di amico sei? Getti fango sul tuo migliore amico e io dovrei crederti? »
« Non sto gettando fango con lui, ti sto solo dicendo di fare attenzione a com'è lui veramente! »
« No, non è vero. »
« Ripete a ogni ragazza frasi convenzionali e appena ottiene ciò che vuole lascia tutte in lacrime. » Non volevo starlo a sentire un minuto di più, così mi voltai per dirigermi a lezione ma venni bloccata dalla sua mano stretta attorno al mio braccio.
« Lasciami! » urlai con forza.
« Non credere che con te sarà diverso. Rifletti su ciò che ti ho appena detto. » detto ciò mi lasciò andare e io mi recai, a grandi passi, in palestra.
Se Harry voleva riempirmi la mente di punti interrogativi ci stava riuscendo alla perfezione anche se non avevo intenzione di lasciarmi condizionare dalle sue parole. Certo, sarei stata prudente con Zayn ma non avrei ascoltato le parole di quel ragazzo.
“E se avesse ragione?”ecco la domanda che continua a passarmi per la testa, eppure quella mattina Zayn mi aveva parlato con il cuore in mano. “E se quelle parole fossero il risultato di un copione ben recitato?” No, non dovevo pensare così, ne avrei parlato con il diretto interessato prima di colmare la mia testa con problemi assurdi.
Raggiunsi la palestra senza neanche accorgermene e, in tutta fretta, mmi cambiai indossando la divisa della scuola per educazione fisica.
« Cosa faremo oggi? » chiesi a una delle mie compagne di corso, quella che avevo reputato, da sempre, meno antipatica.
« Pallavolo. » rispose lei scrollando le spalle.
Odiavo quello sport con tutta me stessa, ero pessima nei giochi squadra più che in utti gli altri messi insieme.
« Grazie. » ero scoraggiata.
« Bacia bene Malik? » domandò questa d'un tratto.
« Come scusa? » la domanda mi aveva lasciata a bocca aperta.
« Hai capito benissimo. Come bacia Malik. A quanto pare siete la coppia dell'anno. »
« Be', non sono affari tuoi. » replicai acida per poi raggiungere il campo da gioco.
L'odore sgradevole del pavimento mi riempì le narici provocandomi un lieve giramento di testa.
« Sedetevi. - accolsi l'invito della professoressa a braccia aperte e mi accomodai a gambe incrociate sul suolo appiccicaticcio. - Ora vi dividerò in due squadre, visto che oggi siete solo tredici possiamo giocare a pallavolo. Secondo il vostro numero nell'elenco dividetevi in numeri pari, alla mia destra, e dispari, alla mia sinistra. »
Essendo il numero 6 mi portai alla destra della professoressa così come altre sei ragazze che non facevano altro che osservarmi.
Meredith, dal lato sinistro dell'insegnante mi guardava torva, se il suo sguardo avesse potuto uccidere molto probabilmente io sarei morta in quell'istante.
« Bene! . Esclamò soddisfatta la Bilson osservandoci. - Ora, in campo! Svelte! »
Obbedimmo tutte a capo chino e mettemmo piede nel campo.
« Carrie, - si rivolse a me un a ragazza altissima che giocava nella squadra di pallavolo della scuola – sei brava a giocare? » Era la prima volta che mi rivolgeva la parola, non pensavo neanche sapesse il mio nome! Scossi la testa e lei annuì pensierosa.
« Jess, possiamo metterla tra noi due in modo da poterla coprire. » intervenne una sua compagna di squadra con cui lei  concordò all'istante.
« Perfetto! Ok, mettiti qui Carrie. » disse mostrandomi un punto nel campo. Io annuii e seguii le sue indicazioni.
Bene, un'ora di tortura stava per avere inizio.
 
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Ciao bellissime!
Mi scuso per l'enorme ritardo con cui ho postato questo capitolo, la scuola è iniziata e il tempo scarseggia sempre di più :/
Allora, come vi è sembrato questo capitolo? Harry, Zayn... pareri? Sapete che le vostre opinioni mi interessano sempre tantissimo.
All'inizio del capitolo vi ho chiesto di leggere lo spazio autrice... stavo pensando, siccome voi siete sempre tutte così dolci con me, di “ricambiarvi” in qualche modo. Potrebbe essere carino fare una specie di “pubblicità” alle vostre storie, mi spiego meglio: nella recensione mi scrivete il titolo di una vostra fan fiction a cui vorreste facessi pubblicità. Io passerò a leggere e recensire tutte quelle che mi indicherete e ne sceglierò una da pubblicizzare nel prossimo capitolo. Come vi sembra quest'idea? Spero parteciperete in tante :)
Come nello scorso capitolo vi lascio il link dell'altra fan fiction a cui sto partecipando (non siamo, purtroppo ancora andate avanti ma il nuovo capitolo è a buon punto)

http://24.media.tumblr.com/tumblr_ma4vnobXdm1r3hwpbo1_400.jpg
(clicca qui)

 
xoxo
B
   
 
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