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Autore: AngelOfSnow    16/09/2012    1 recensioni
Salve a tutti.
Con questa storia spero tanto di farvi immergere in un mondo non troppo lontano dalla realtà dei giorni nostri.
La protagnista si ritroverà a fare i conti con le "Gocce di memoria" scombussolate dalla presenza di un uomo a cui deve molto dando modo al loro passato di fondersi per divenire un unico futuro.
Dal capitolo:
Della mia vita a Milano ricordo solamente il volto sfigurato dal tempo di un bambino.
Nient’altro, a parte che mi trovavo spesso a casa sua per colpa del lavoro dei miei genitori e che fosse oramai parte integrante di quella vita: una vita che sinceramente amavo da ogni punto di vista perché non avevo la consapevolezza di quello che avrei realmente lasciato dopo.
Adesso, che ho compiuto 16 anni, non posso fare a meno di domandarmi “chi” e “cosa” rappresentasse per me, anche se so per certo che nessuno mi avrebbe detto alcunché. Eppure sono ottimista pesando che il mio passato mi abbia formata a come sono oggi...
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Scena Sesta: V Atto.

Scena Sesta: V Atto.


Mi rimbombano nelle orecchie le sue parole.

Fanno proprio male e ha anche ragione.

Non è lui quello da biasimare. Certo che no. Però...

<< Ehi, qualcosa non va? >>

Guardo Nicola e nego, fingendo.

<< Sembri piuttosto abbattuta. Problemi a scuola? >>

Ad un certo punto sento un gridolino compiaciuto alle mie spalle e mi giro a guardare Sam, appiccicata a Domenico, che sta deliberatamente pomiciando e una specie di macchia rossa, le risalta sul collo.

<< Non mi dire che... >>

Annuisco.

 << Oh si... >>

Sam scuote la testa fulminando Domenico che sorride sornione, rimettendo il collo del maglioncino a posto.

<< Ops! >>

Mormora il diretto interessato, con una faccia addolcita e innocente.

Sorrido ritornando a guardare avanti.

<< Davvero, Elisa... stai bene? >>

Sospira Nicola, portando la sua mano sulla mia guancia in una carezza leggera. Il semaforo è rosso.

<< Non ho nulla. >>

Ribatto convinta e la macchina riparte, lentamente a causa del traffico.

<< Oggi mangi da noi, ti va? >>

Sorpresa dalla proposta di Domenico annuisco e guardo Sam annuire di rimando allo specchietto.

<< Ok, perché no? >>

Abbozzo un sorriso e torno a guardare la strada, mentre ogni tanto guardo Nicola di sottecchi.

Una lampadina si accende nella mia testa.

<< Tu stai bene? >>

Sembra riprendersi dall’espressione corrucciata di prima.

<< Emh, si? >>

Inarco un sopracciglio.

<< Equivaleva ad un forse quel tono? >>

<>

Incrocio le braccia al petto e ritorno al mio silenzio anche quando arrivo davanti alla mia palazzina.

Chissà come mai, mi accendo di entusiasmo e salgo le scale come una bambina a cui hanno regalato la cosa più bella del mondo.

<< Rallenta! >>

<< Dove vai?! >>

Rallento il passo e aspetto Sam che a un’espressione talmente allegra e divertita da farmi ridere.

<< Nicola non ti preoccupare per lei! >>

In fermento apro la porta di casa mia e afferro la foto in cui ci sono anche i miei genitori.

Digrigno i denti infastidita e la rimetto al posto.

<< Tutto be- >>

<< No. Ho litigato pesantemente con Davide e ho un dubbio asfissiante in testa. >>

La mia migliore amica si  prende le lebbra a morsi, come se sapesse... anzi, lei sa!

<< Ovvero? >>

Chiede con un filo di voce e io assottiglio gli occhi.

<< Quando mi sono messa con Nicola? In fondo, sono passati già più di sei mesi dall’incidente, eppure non ho avuto modo di festeggiare nemmeno il sesto mese. Non è strano? >>

La mia amica cade sulle ginocchia stringendosi il corpo e spalanco gli occhi a quella reazione.

<< Ehi! >>

Mi siedo accanto a lei, mentre si mette le mani davanti al viso con fare ferito. Quando cerco di toglierle le mani dal viso le scuote la testa allontanando la mano.

<< S-sam, non volevo... I-io... >>

<< Non è colpa tua. >>

Toglie le mani dal viso e mi guarda convinta prima di rimettersi in piedi e afferrarmi il polso con una presa salda.

<< E-e-ehi! Mi fai male! >>

Bercio, cercando di liberarmi, mentre lei afferra le chiavi e richiude la porta.

<< Nicola! >>

Urla dalla tromba delle scale, facendomi irrigidire di colpo, mentre più porte si aprono all’unisono da dove capitolano le teste degli altri inquilini del palazzo.

<< Cosa?! >>

Urla di rimando il diretto interessato con una punta di preoccupazione nella voce.

Come una furia la mia migliore amica mi trascina dalle scale, con il rischio di cadere a causa della velocità.

Sono costretta a stare in silenzio, mentre sento i capelli ricadermi in avanti. Devo tenere gli occhi fissi sulle scale per non cadere e la mano libera chiusa a pugno per tenermi in equilibrio.

Sembra una discesa lunghissima, più della salita e sono sicura di cadere sugli ultimi gradini, se Sam non mi avesse presa al volo.

<< Elisa! >>

Chiama Domenico mentre Nicola è impietrito davanti a Sam, che ha ancora quell’espressione.

<< Dille tutto, ora! >>

Urla Sam e io sgrano gli occhi, guardandola dal basso della mia posizione stretta a lei.

<< Cosa dovrebbe..? >>

Socchiudo le labbra e mi allontano da Sam finendo a terra.

<< Elisa! >>

Chiamano in coro.

<< BASTA! >>

Urlo stringendomi le ginocchia al petto, mentre non riesco a fermare le lacrime.

<< Cosa dovete dirmi? >>

Sussurro smorzata da un improvviso dolore alla testa.

Sam, come indemoniata, si scaglia su Nicola che non si muove, accettando il pugno in pieno viso.

Domenico non muove un dito per aiutare il fratello, ripetutamente colpito in volto dalla furia rossa della mia amica, dirigendosi da me con un’aria affranta e dispiaciuta.

Lo vedo prendere il mio telefono dalla tasca del jeans e cercare un numero, prima di avvicinarlo all’orecchio.

Sta chiamando qualcuno.

Gli sento dire solo di venirmi a prendere il prima possibile e vedo gli occhi sempre brillanti e divertiti di Domenico, divenire più cupi e dannatamente seri.

<< Ci è sfuggita la situazione dalle mani. >>

Sento poi e chiude la chiamata, restituendomi il telefonino con un sorriso smorzato in viso.

<< Vado a fermare Sam. Sta calma. Ok? >>

Annuisco cercando di fermare il fremito del mio corpo.

Ho male alla testa e devo fare qualcosa per calmare Sam. Mi alzo a fatica in piedi e cammino per dividere Sam da Nicola, evitando le braccia di Domenico che la trattengono per le spalle.

<< Fermatevi. Subito. >>

Sospiro di sollievo e vedo il pugno chiuso di Sam fermarsi a mezz’aria.

Riconoscerei fra mille quella voce.

<< Davide! >>

Gemo e mi butto sul suo petto venendo stretta in modo protettivo.

<< Ora andiamo via, mh? – sussurra – Sam, che stavi facendo?! >>

La rimprovera e lei sbuffa, colpendo per l’ultima volta il viso di Nicola.

<< Lo picchiavo, non si vede? >>

Risponde acida e sbarro gli occhi alla sua espressione così iraconda. Perché?!

<< Si può sapere il perché? >>

Chiede Davide, carezzandomi la guancia con il dorso della mano.

<< Era solo stressata per una vecchia discussione, vero, ragazzi? >>

Si intromette Domenico, sorridendo gentile, mentre i suoi occhi tradiscono un comando sottointeso.

Davide vi fa caso, ma mi prende in braccio come la mattina, facendo finta di nulla.

Sentendo il suo cuore implodere, il suo profumo corretto con quello del tabacco, calmarmi lentamente.

   
 
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