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Autore: Kristah    16/09/2012    2 recensioni
Una vita normale. Ecco cosa conduce la protagonista di questa storia. Certo, vi starete chiedendo come mai questa storia sia finita qui, nella sezione fantasy.
No, non è un errore.
Una vita normale non basta. Lupi mannari, creature mitologiche e fantastiche, profezie antiche e fate che vogliono aiutare il Re del Male a conquistare il mondo degli umani.
Quinn Evelyn Farrell, questo il nome della protagonista della mia storia, è una ragazza normale: frequenta il liceo di Albertville (Ohio), è la reginetta della scuola e la capo cheerleader, è fidanzata con il Quarterback della squadra della scuola.
Vi sto annoiando?
Se avrete un po' di pazienza vi mostrerò cosa sono in grado di creare e tirare fuori dall'idea per una storia nata per caso.
Le domande che vi pongo sono due:
-Avrete la pazienza di aspettare qualche capitolo prima della fantasia?
Ma quella più importante è....
Vi fidate di me?
Spero di avere tanti lettori, ragazzi!
Vi regalo un biscottino (?)
Tanto amore!
Genere: Avventura, Fantasy, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
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He come through with the money in the garter belts

I let him know we bout that cake straight up the gate uh
We independent women, some mistake us for whores
I'm sayin‘, why spend mine when I can spend yours
Disagree? Well that's you and I’m sorry
(Lady Marmalade, Moulin Rouge)

8 novembre
Ore 7.55

Sono in terribile ritardo, ma ho deciso di non andare a scuola, perché quando sono tornata a casa (più stamattina che stanotte) vi ho trovato un macello. Jack e Jamie non stavano per niente bene: avevano entrambi la febbre e quindi, per simbiosi, tra un paio di giorni verrà a me, e anche perché questa notte ho "dormito" con Jack. 
Sono in cucina, mentre saluto mia madre e le gemelle, prima che vadano rispettivamente da qualche parte con Robbie e a scuola. Teddy è già uscito, mezz'ora fa. 
Chiudo la porta e mi stendo sul divano: ho un gran mal di testa dettato dalla notte brava che ho passato con Will. Sento dei passi e apro un occhio, trovandomi di fronte Jamie, rosso come un peperone. 
-Jamie!- gli dico, mettendomi a sedere e prendendolo in braccio. Febbre per febbre, almeno la prendo con stile. 
-Quinn, ho freddo-
-Tesoro, è normale. Perché non sei rimasto a letto?- 
-Volevo prendere qualcosa da mangiare. Io e Jack abbiamo fame- 
Tipico di Jack: mandare in avanscoperta il piccolo James, che fa tenerezza a tutte.
-Fila di sopra. Vi preparo la colazione- gli dico, dandogli una piccola spintarella verso le scale. 
Mi fiondo in cucina e mi metto a cucinare, mentre canticchio una delle mie canzoni preferite, Lady Marmalade. Ho una bella voce, perché non usarla? 
Cucinare mi rilassa, preparo una striscia di bacon per ciascuno dei miei fratelli e quattro uova. 
Salgo le scale ed entro nella camera che per mamma e Bob è quella degli ospiti, mentre noi la definiamo la stanza degli ammalati. 
Vedo Jack disteso sul letto in una posa inumana, con un libro di storia in grembo, mi chiedo il perché, visto che Jack non è di certo un tipo studioso.
Jamie, invece sta guardando distrattamente fuori dalla finestra. Raramente l'ho visto così calmo, solitamente è sempre in giro per casa a rompere le scatole a Ted o a me. Oppure è in combutta con il fratello maggiore per combinare qualcosa di losco. 
-Jamie, la colazione- dico, rivolgendomi ad entrambi. Il più piccolo fa un cenno con la testa verso il letto occupato da suo fratello maggiore. 
-Dorme, Quinn- mi dice, mentre si scompiglia i capelli. Sorrido: mi sembra la fotocopia di suo padre, con gli atteggiamenti da grand'uomo che ha Jack. 
-Ci penso io a svegliarlo- gli dico dolcemente, dandogli un bacio sulla fronte e lasciandogli il vassoio con la colazione, sul quale si avventa come un avvoltoio sulla carcassa di un animale. 
Mi avvicino al letto di Jack e gli sussurro dolcemente che è ora di svegliarsi. Lui apre un occhio e mi fissa, con il suo solito sguardo scocciato: quello che usa con le ragazze che non vuole più avere intorno. 
-Ehi, Quinny...- inizia poi, riconoscendomi. È così melodrammatico! Ieri notte ho passato tutto il tempo sveglia, a carezzargli i capelli. Guardo bene il mio coetaneo, e noto che è pallido, molto pallido. 
-Jack, ma stai bene?- gli chiedo preoccupata, mentre gli poso il palmo della mia mano sulla fronte. Certo, la domanda è a dir poco idiota, è ovvio che non stia bene. 
Lui scuote la testa impercettibilmente. 
-Tranquilla. Sono solo troppe donne- 
-Eh, certo. Il tuo amichetto là sotto ha bisogno di riposo!- ci scherzo sù. 
Del resto Jack è una delle poche persone dotate di auto-ironia che conosco. 
Lui sorride, anche se è un sorriso molto tirato. 
-Ieri sera? Divertita?- 
Non posso parlare davanti a Jamie, che con la sua faccina da angelo, in realtà ha le corna e il tridente. Lui la sa lunga su certi argomenti, contrariamente a Ted, che è veramente innocente. 
-Mangia, Jackie- 
Lui mi guarda riluttante e avvicina il vassoio a sé, io gli sorrido e gli scompiglio i capelli, come fosse James. 
-Riposatevi, uomini. Io sono al piano di sotto- entrambi mi fanno un cenno, uguale nel loro modo di essere. Soffoco una risata e scendo al piano di sotto.


Ore 10.30
Casa Farrell, camera di Quinn 

Ho sistemato la mia camera, la casa, ho fatto il bucato e ho anche dato un'occhiata a quello che c'è in frigorifero. Sono la perfetta donna di casa, quando sono a casa (ho preso da mia madre, sono quasi sempre in giro, ma se per un miracolo dovessi stare a casa, dovrebbe essere tutto perfetto).
Il mio telefono segna l'arrivo di un messaggio: lo apro e leggo il suo contenuto. 
Vado su tutte le furie. Frankie è andata in giro a dire che Jack è gay. 
Trattengo a stento un urlo e salgo di corsa le scale. 
Entro nella camera dei malati e guardo Jack che dorme. 
Mi scappa un sorriso: quando dorme è totalmente innocente, come la peste che ha vicino. Mi viene voglia di abbracciarlo e mi infilo sotto le sue coperte. 
Jack apre un occhio e mi fissa: -Qualche dramma adolescenziale, Linny?- 
Scuoto la testa e mi accoccolo sul suo petto. Inspiro a fondo: Jack sa di bucato appena fatto e di dopobarba. 
Lui capisce che c'è qualcosa che non va e mi stringe forte. 
-Linny, dimmi tutto-
-Frankie...- inizio titubante. Meglio che lo scopra da me piuttosto che da qualcun altro. 
-Ha detto a tutti che sei gay- sussurro per non svegliare Jamie. 
-Pff. Capirai che danno. Sono stato con tutte le ragazze della scuola ad eccezione di te, Linny, per motivi apparenti. Tutte possono testimoniare che non sgranocchio cetrioli- sussurra anche lui, spostandomi i capelli dietro l'orecchio. 
Ridacchio sottovoce e lo guardo, mentre lui guarda me. È questo che facciamo noi. Ci fissiamo e basta.
-Linny...- inizia lui, poi fa un cenno verso Jamie -La peste dorme. Com'è andata ieri sera?- 
Faccio spallucce e sorrido: -È andata bene, Drew-
Raramente usiamo i nostri secondi nomi come soprannomi, ma poi cediamo alla tenerezza. Ci fanno sentire tranquilli, come se fossimo ancora bambini.
-Mi piace essere malato- mi dice, sorridendo sornione. 
-Si, perché ci sono io a farti da balia in continuazione-
-Io la faccio per te- ribatte, fingendosi offeso. 
-Touché!- dico sulla sua maglietta. 
-Vuoi dormire?- mi chiede Jack e io scuoto leggermente la testa.
-No. Voglio solo stare qui. Solo per un po'-
-D'accordo- mi sussurra sui capelli. 
Tengo gli occhi aperti e guardo fuori dalla finestra distrattamente, pensando al niente più assoluto.


Ore 14.30

Prendo la mia borsa ed esco,dopo aver sistemato Jack e James per bene. 
Guido fino alla biblioteca ed entro. Albie mi sorride sgargiante, anche se noto che anche lui è un po' pallido. O forse sono io che ho le cataratte e vedo la gente pallida come un cencio. 
-Albie!- gli dico tutta solare. Non mi va di parlare tanto, oggi, perché sono stremata dal su e giù che mi hanno fatto fare i doppia J. 
-Ehi, Quinny. Guarda un po' qui!- mi dice allungando sul tavolo un volume dall'aria antica, ben rilegato; leggo il titolo: Lupi mannari, le modifiche dall'antichità ad oggi. 
Lo guardo sorpresa. 
-Dove lo hai trovato?- sono veramente sorpresa, perché il libro sembra antico, e prezioso. Soprattutto prezioso.
-Inventario...- mi dice lui vago. Tiro un urletto di gioia e lo prendo tra le mani. 
-Posso...?- gli chiedo. Lui fa di sì con la testa. 
Mi immergo nella lettura.


Ore 17.15
Biblioteca di Albertville.

Ho letto fino ad ora ed è arrivato il momento di salutare Albie. Gli chiedo se posso tenere il libro per un po', ci ho trovato cose interessanti e lui annuisce deciso. Lo vedo ancora pallido: forse sto impazzendo veramente. 
Scuoto la testa mentre guido verso casa; parcheggio nel vialetto e rientro: trovo Jack sdraiato sul divano e James che giocava con la sua adorata X-box sdraiato sul divano. 
-Ehi, Linny, dove sei stata?- mi chiede Jack, spostando lo sguardo dal libro di storia che aveva dalla mattina.
-Biblioteca- rispondo io, mostrandogli il libro che lui fissa con uno sguardo perplesso. 
-Di cosa parla?-
Non voglio essere presa in giro da Jack, che pensa,come Albie che il fantasy sia roba da spostati mentali. 
-Roba...- 
-Okay. Niente domande. Me lo dirà Teddy appena gliene parlerai- sta parlando con me ma assume la sua espressione da stronzo, sorrido e glielo faccio notare. 
-Jack, ti stai comportando come se fossi Frankie-
James ferma il suo gioco e mi fissa: -Prima Jack mi ha detto che tu la odi- rivolgo uno sguardo sprezzante al mio fratello-comare e poi rispondo a James: -Non la odio. È solo che...- Jack mi ferma, perché non avrei saputo cosa dire. 
-Sta cercando di soffiarle Will-
James adora Will, lo venera quasi. È un modello: il suo modello di migliore amico. 
Purtroppo a Jack non piace che Jamie gli stia intorno e quando viene Will si chiudono nel seminterrato e lui ci resta male. 
-Ah. Che troia- dice, mettendosi in bocca una caramella. 
Io e Jack ci guardiamo e lo riprendiamo: -James Harry Farrell!- diciamo in coro, poi Jack mi guarda e prende le redini del discorso, facendo il fratello maggiore. 
-James, anche se io e Quinn le diciamo sempre, tu non le puoi usare. Anche se Robin e papà non ci sono- il tono che usa Jack è calmo. Nonostante tutto, lui non riconosce Robin come sua madre come io non riconosco Robbie come mio padre. 
-Ma tu le usi quando sei al telefono!- esclama James. 
Jack mi guarda: -Devo imparare a chiudere la porta quando parlo con i ragazzi- sorride e poi torna serio su James. 
-Jamie...- gli dico io: -Non devi usarle. Potrai farlo quando sarai grande come me e Jack- 
-Ma devo aspettare!- scuoto la testa e sorrido. È una peste. 


Ore 19.00
Casa Farrell, ora di cena. 

-Tesoro, mi passi le patate?- chiede Robin a Bob. A cena regna il silenzio più totale, perché tre di noi non sono andati a scuola. Appena finita la cena, penso, devo andare a fare il compito di storia. 
-Allora Teddy...- inizia mia madre, ma il ragazzino la anticipa: -No, non è successo niente di che- 
-Oh, okay- Robin non smette mai sorridere e si rivolge alle gemelle che le rispondono in coro che la loro giornata è stata fantastica. 
-Quinn, come ti senti? Sembri pallida-
Io alzo lo sguardo dal piatto e faccio un cenno verso Jack. 
-Sai com'è se si ammala lui, mi ammalo anche io... Proprietà transitiva- alzo leggermente le spalle.
Colgo lo sguardo di Robbie che sembra dire "se non dormiste sempre insieme". A lui non è mai andato bene il nostro rapporto. È molto più che fraterno, ma tutti sanno che non ci siamo e che non ci vedremo mai in quel modo. È semplicemente assurdo. 
La cena termina tra le chiacchiere più insulse. 
Salgo in camera e avvicino la porta, non si sa mai chi potrebbe bussare in questa gabbia di matti.


Ore 00.40
Camera di Quinn Farrell

Sto dormendo quando sento la porta cigolare, accendo la mia abat-jour e fisso la figura che sta di fronte al mio letto. 
-Linny... Posso... posso dormire con te?- chiede una vocina con un tono basso.
Fatico a riconoscere chi è, perché sono ancora nel mondo dei sogni. 
Batto una mano sul letto e sento dei passi leggeri avvicinarsi, guardo il visino tenero di mio fratello Teddy, ancora tra il bambino e il ragazzo.
-Teddy, certo che puoi- gli dico, mentre lo stringo tra le braccia e lo sento tremare un po'. 
-Incubo?- gli chiedo mentre gli strofino un po' la maglia del pigiama. 
Lui annuisce leggermente e si infila sotto le coperte con me. 
-Linny, ho paura-
-Teddy, era solo un sogno. Me lo vuoi raccontare?- gli chiedo tranquilla. 
Lui scuote la testa e indica la mia immensa libreria. -Possiamo leggere qualcosa?- 
Annuisco ed esco dal letto, prendendo l'unico libro che è in grado di calmare il mio fratellino: Harry Potter, ovviamente. 
Lo guardo sorridere mentre si appoggia lentamente ai cuscini e poi si accoccola a me. 
Leggo un paio di capitoli, quelli che riguardano Teddy e poi il mio fratellino riesce a prendere sonno, accoccolato a me. 
Mi soffermo un attimo a guardarlo dormire: lui è un angelo, sveglio o addormentato. 
Spengo la luce e mi immergo nell'oscurità e nelle coperte. Del resto è novembre e la brezza si insinua tra gli spifferi delle finestre. 
Abbraccio Teddy e mi addormento. 



Angolino della scrittrice:
Eccomi di nuovo qui. Allora... Mi dite dove sono le recensioni?!?
Intanto ringrazio (forse dovresi prostarmi a lei) la mia recensitrice di fiducia: Anya_20!
Come farei senza le tue recensioni?
Comunque...
So già che vi state stufando di questa storia, però... dovrete patire ancora un po'. Solo un pochino.
Poco poco, ve lo prometto sulla testolina di Teddy.
Mh... Non so, una recensioncina me la lasciate? Dai, in fondo in questo capitolo so che non è successo nulla.
Ma qualcosa di grosso accadrà in un momento.
E spero vivamente di poterlo descrivere come me lo immagino nel mio piccolo cervellino.

PS: Come la volta scorsa, se c'è qualcosa ditemelo e lo correggerò.
A breve suppongo che darò un volto ai personaggi principali, per principio. (Non è sicuro. Prima li devo trovare).
Quindi, se qualcuno ha idee... 
Me lo faccia sapere, insomma!
Baci!
  
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