Libri > Il Signore degli Anelli e altri
Segui la storia  |       
Autore: Reira74    16/09/2012    5 recensioni
E se? E se Melkor avesse vinto e i Valar fossero scomparsi? Dimenticate se potete quello che vi ha raccontato Tolkien e provate a seguirmi in questa ipotetica Terza Era... solo che non c'è stata più nessuna era dopo la Prima che non si chiama neppure prima perché non aveva senso numerarle...
Credo abbiate capito il concetto, Melkor ha vinto, ma dove c'è un Tiranno ci sono dei valorosi Eroi che gli si oppongono. Se vi interessa conoscerli aprite la porta ed entrate in questo nuovo mondo....
NOTE: Avevo cancellato questa storia per sbaglio, chiedo scusa a chi la seguiva
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Aragorn, Legolas, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Melkor vincitore'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Ciao a tutti! Volevo scusarmi per il ritardo ma sono stata colpita da un terribile lutto, il mio amato modem, Amleto, mi ha abbandonato dopo anni di onorato servizio, è caduto valorosamente durante l'esercizio dei suoi doveri... Ora quasto nuovo tizio che mi connete con un assurdo nome impronunciabile dovra sostituirlo, ma so già che non sara la stessa cosa... volete mettere la sensazione di accendere il PC e sapere che Hamlet vi assisterà per tutto il tempo? Già il pensiero era fonte di ispirazione...

Delirio terminato. scusate a volte mi capita :D

Buona Lettura!

*CAPITOLO 25*


-Non muoverti, voglio provare una cosa-

-Non...- ma era inutile, Tàr si stava già allontanando, puntando dritto verso il biondo comandante camminando lentamente e con le mani sollevate ma senza abbassare gli occhi.


Tornò poco dopo con una borraccia che gli portò alle labbra, in quel momento avrebbe voluto sputargliela in faccia l'acqua tanto era furioso, ma si limitò a un'occhiata gelida con gli occhi socchiusi per non mandare all'aria ore di recitazione impeccabile.

Solo quando decise che era trascorso abbastanza tempo da giustificare una debole ripresa si rivolse all'uomo con voce debole e sofferente che mal si accordava alle sue parole

-Sei forse impazzito? Cosa dovevi provare? Quanto in fretta riesci a farti ammazzare?-

-Non sono morto come vedi-

-Solo perché questi sono degli smidollati, se ci fossi stato io al posto di quell'elfo non saresti riuscito a muovere un passo-

-Per fortuna che non ci sei tu allora, comunque dovevo controllare il loro capo, ha riflettuto molto in queste ore e volevo assicurarmi che le sue intenzioni non fossero mutate, ricorda che la nostra amica è ancora nelle sue mani-

-E con questa bravata cosa avresti dimostrato?-

-Che non ha ancora cambiato idea sul fatto di volerci vivi-

-Come al solito i tuoi piani sono geniali- sbuffò -E se invece avesse cambiato idea?-

-Avrei anticipato i tempi- rispose con noncuranza

-Devo ancora capire come faccio a sopportarti, e la cosa più assurda e che tu sia ancora vivo visto come ragioni-

-Mithrandir la chiama fortuna-

-Mithrandir non crede alla fortuna-

-Tranne quando parla di me- ridacchiò

Neppure l'elfo riuscì a sopprimere una leggera risata che terminò con un gemito quando il gomito dell'amico accuratamente nascosto gli affondò nello stomaco.

Un'occhiata assassina

-Non dovresti ridere nelle tue condizioni, ti fa male-

-E tu non farmi ridere- “Questa me la paghi”

-Legolas- mormorò tornando serio -Ho bisogno di sapere una cosa, rispondimi onestamente, cosa farai se incontrerai quel Thranduil? Temi ancora di trovarlo?-

-Sai che lo incontrerò?- aveva parlato senza riflettere e subito se ne pentì

-Non ne sono certo- ma i suoi occhi dicevano il contrario e sapeva che lui avrebbe capito -Hai visto anche tu le reazioni quando ti hanno visto, conoscono il tuo viso, anche i più giovani e questo mi fa credere che lui sia ancora vivo. Se lo è, verrà certo a sapere di te e della vostra somiglianza- la spiegazione era più che plausibile, sperò di aver ingannato il capitano... sempre che i suoi dubbi non fossero infondati in quel caso stava prendendo tante precauzioni per niente, ma era meglio non rischiare. -Per questo ho bisogno di sapere cosa pensi di fare-

L'immortale non rispose subito, capiva la domanda e doveva dare un senso ai propri pensieri, con un sospiro appoggiò la testa indietro chiudendo gli occhi

-No, non lo temo, non più. Ho avuto molto tempo per riflettere e ancora non so cosa aspettarmi, ma lo ascolterò prima di decidere se merita o meno il mio odio, questo me lo devo, ho passato la mia vita a odiare tutti gli elfi perché non si curavano della mia esistenza ora voglio sapere perché sono stato gettato via come un rifiuto-

-Sono sicuro che c'è una spiegazione, nessuno getterebbe via qualcosa di tanto raro e prezioso- sussurrò stringendogli le mani

-Grazie- ricambiò la stretta con un lieve sorriso -E non temere non commetterò sciocchezze, so bene che non possiamo inimicarci questo popolo, ho detto che ascolterò quello che avrà da dire, ma non ti posso promettere altro. Non sono sicuro che una spiegazione potrà cambiare le cose, è passato troppo tempo e il mio cuore è troppo indurito per accettare una famiglia, e non dimenticare che non siamo neppure sicuri che ci sia un legame di parentela fra noi, c'è solo una somiglianza tale da confondere la Signora di Lòrien e la Barrie...-

Non riuscì a terminare la frase, il comandante degli elfi si era alzato di scatto facendo cadere Narsil e li osservava con gli occhi sgranati, per un'istante avevano temuto che volesse ucciderli poi era tornato sui suoi passi allontanandosi deciso verso il bosco.

Gwath nascose il viso nella spalla dell'uomo, parlando tanto piano che neppure l'udito finissimo dell'elfo avrebbe potuto sentirlo soprattutto ora che era lontano

-Qualcuno gioca il tuo stesso gioco, ma non conosce bene le regole-

-Non lo sottovalutare, è abile e scaltro, potrebbe essere un alleato prezioso quanto un nemico formidabile, se si è tradito in quel modo deve essere stato per qualcosa che ha udito e che lo a sconvolto, mai fino ad ora si era tradito-

-Tu lo avevi capito-

-Lo sospettavo. Hai visto dei prigionieri, lo sei stato tu stesso. Dimmi, quante volte capita che un carceriere ami ascoltare la voce di chi ha in custodia?-

-Mai-

-Appunto, noi abbiamo continuato a parlare tutto il tempo e neppure una volta ci è stato intimato di tacere, anzi, si è premurato di trovare una scusa plausibile affinché almeno due di noi stessero vicini e avessero la possibilità di parlarsi senza destare i nostri sospetti-

-Quindi non era preoccupato per la mia salute?- domandò ironico

-Sa che fingi, o comunque lo sospetta-

-Come?-

-Non per colpa tua, avresti ingannato anche me, deve essere qualche considerazione che ha fatto, credo riguardi il Passaggio, erano davvero stupiti del fatto che lo avessimo superato-

-E tu come lo sai?-

-L'ho osservato attentamente, tanto quanto lui ha osservato noi, soprattutto me devo dire, non gli piaccio, ma è anche confuso, durante il viaggio ho visto così tante espressioni passare sul suo volto che non oso neppure pensare cosa gli passi per la testa-

-Sì, l'ho notato anche io, anche se è molto controllato, dubito che qualcun altro oltre noi se ne sia accorto-

-Molto controllato e molto intelligente, sa comandare, è sicuro di se, non si lascia sorprendere facilmente e non ci ucciderà prima di aver avuto delle risposte, teme già che le risposte che avrà non gli piaceranno, ma non le rifiuterà, io in particolare lo disturbo, temo che abbia partecipato alla guerra e non porti un bel ricordo dei miei antenati, ma nonostante tutto ha fermato il suo uomo quando mi picchiava-

-Lo hai osservato molto bene- c'era una punta d'astio nella voce che il númenóreano non mancò di notare

-E' un soggetto interessante-

-A me sembra un'arrogante borioso, troppo sicuro di se, infondo tu lo hai scoperto subito, quanto potrà essere abile?-

-Te lo ripeto non lo sottovalutare, spero non si arrivi a questo ma non lo vorrei come nemico-

-Non temere, potrà non piacermi ma non commetterò l'errore di sottovalutare un possibile avversario. L'ho fatto una sola volta e guarda a cosa mi ha portato?-

Come risposta ottenne soltanto un sorriso malandrino

-Anche se continuo a non trovarlo così interessante come sembri trovarlo tu-

-Geloso?- ridacchiò

-Ti piacerebbe?-

-Forse-

-Non ci sperare, e comunque non potrei mai essere geloso di quel manico di scopa col naso troppo cresciuto e la paglia al posto dei capelli-

-Qualcuno potrebbe definirlo portamento fiero, lineamenti aristocratici e capelli del colore del grano maturo-

-Bleah... E quel, qualcuno, saresti tu?-

-Facevo tanto per parlare-

-E allora taci, certe frasi mi danno il voltastomaco-

-Si può sapere cosa avete da borbottare voi due?-

-Niente di importante, Gimli, Legolas è geloso- beccandosi una gomitata nelle costole

-Non sono geloso!-

-Di chi? Di quel damerino biondo e impagliato?-

-Valar! Grazie al cielo qualcuno con un po' di cervello!- sollevò lo sguardo al cielo l'assassino

-Gimli, che hanno quei due?- Rhawel era troppo lontana per sentire

-Niente di ché, Gwath è geloso del tuo elfo-

-Non sono geloso!-

-Quale mio elfo?-

-Quello che ti è stato appiccicato tutto il giorno-

-Ah, intendi quello che minaccia di decapitarmi? Effettivamente è carino-

-Come fai a trovare carino uno che ti punta un coltello alla gola?

-Non ho detto che mi è simpatico, Gwath, solo che non è male, e poi coltello a parte è stato gentile, cerca di metterti nei suoi panni, tu che faresti se un gruppo di quelli che consideri tuoi acerrimi nemici ti piombasse in casa senza invito?-

-Sarebbero morti prima di varcare la soglia-

-Vedi che mi dai ragione! Vista la situazione non è così male-

-Basta, ci rinuncio, Buona Notte!- sospirò poggiando il capo sulla spalla dell'uomo

-Ha ragione, è meglio che riposiamo tutti, non sappiamo cosa ci attenderà domani-

-Se ci uccidono avremo molto tempo per  riposare- ridacchiò il nano

-Sempre a vedere il lato positivo eh, Gimli?-


Intanto il Comandante dei Guardiani scuoteva il capo nell'ombra, incapace di credere alle proprie orecchie, era tornato sui suoi passi pochi istanti dopo essersi allontanato, forse il suo errore si poteva volgere in un vantaggio, non avevano detto niente di utile fino a quel momento ma magari credendolo lontano avrebbero abbassato la guardia, prendendo in considerazione l'ipotesi che lo avessero scoperto subito.

Era tornato indietro, e sì, li aveva sentiti parlare, ma non di quello che pensava, nessun piano di guerra, nessun tentativo di rivolta... stavano scherzando! Valar Potentissimi! Sapevano che sarebbero potuti morire in qualunque momento e stavano scherzando! La ragazza lo aveva addirittura definito gentile, gli puntava un coltello alla gola tutto il giorno e lei lo definiva gentile perché non l'aveva uccisa? Ma chi avevano catturato? Erano forse folli? O avevano qualche arma segreta ed erano tanto sicuri da non preoccuparsi della situazione? Ma chi voleva ingannare, quelli non erano i discorsi di servi dell'Oscuro sempre pronti a pugnalarsi alle spalle, quelli erano gli scherzi di un gruppo di amici affiatati e uniti.

Ancora una volta ascoltava e osservava e ancora una volta rifiutava di comprendere la spiegazione più semplice, non vedeva l'ora di raggiungere Andolondéva e consegnare quella strana gente al suo Signore, lui avrebbe certamente compreso quello che a lui sfuggiva.

Gli mancava la sua città, gli mancava la saggezza e il conforto del suo amato Sire, se lui fosse stato li non sarebbe stato così confuso, era stato fuori per troppo tempo, in quelle che fino a qualche ora prima erano stati inutili pattugliamenti, ormai servivano solo per formare i giovani, non conoscevano pericoli nel loro rifugio eppure avevano continuato imperterriti ad allenarsi e ad addestrare i loro figli come se la guerra dovesse sorprenderli all'improvviso, a volte si chiedeva a cosa servisse, non desiderava la guerra, aveva visto abbastanza sangue e morte per tutta la sua vita immortale, era felice di starsene in quel luogo sicuro eppure i Potenti continuavano a temere che non sarebbe durato e ora aveva le prove che avevano ragione.

Era strano, non voleva altre morti ma prevedeva che ci sarebbero state, la cosa non lo spaventava, lui non aveva mai dimenticato quelli che erano stati lasciati indietro, e quei due immortali, amici o nemici che fossero, avevano riaperto una vecchia ferita

“Fratelli, amici, padri e compagni, caduti nel sangue, allontanati in catene, noi sopravviviamo al loro dolore, ma come cancellare quel ricordo dal cuore? Stiamo qui rinchiusi in una prigione dorata, mentre chi amavamo soffre lontano, vi abbiamo dimenticati? Le nostre menti forse, la logica cinica e dura della sopravvivenza, ma mai i nostri cuori. Ma le nebbie hanno forse celato anche la speranza? Ah, Narsil! Se potessi parlare! C'è forse ancora luce fuori tra le tenebre? E se questi non sono nemici, non è forse nostro dovere aiutarli? Il tarlo del dubbio già rode il mio cuore, eppure sono passate solo poche ore! Tu brami la mano di chi ha sparso il mio sangue, No! Non è lui! Non lo devo dimenticare, lui è solo sangue del suo sangue, ma è difficile da accettare...

Devo sapere... devo sapere se qualcosa è cambiato... devo sapere se nelle tenebre una luce ha germogliato... devo sapere se dietro alle loro crudeli menzogne si nasconde una pallida speranza...

E se così fosse? Sono forse capace di dimenticare gli antichi rancori e camminare al fianco di chi ho odiato tanto? E' inutile porsi domande tanto assurde, non c'è speranza, solo menzogne, crudeli e dolorose menzogne...”

-Oh, Thranduil...- sospirò alla luna -Quali antichi dolori dovremo riaffrontare? E sarò proprio io a condurre a te chi ti farà soffrire...- “o forse gioire? Potrà mai essere, questo strano elfo, un figlio per te?

Non vedo Oscurità, ma tanto freddo in lui, e tu hai avuto freddo per troppo tempo per doverne sopportare ancora... eppure scorgo anche una debole fiamma, forse tu con la tua grazia potrai farla divampare? No, questo è un compito che spetta a quel mortale... c'è qualcosa nel modo in cui lo stringe e in quello in cui lui cerca il suo sostegno che va oltre la finzione...

Ma quali pensieri assurdi mi affiorano alla mente? Cosa mi importa di quello che fa un númenóreano? Fino a prova contraria sono nemici! E come tali li devo guardare!”


Era stata una lunga notte per il comandante, un notte di pensieri che gli avevano tolto il riposo, di domande che aumentavano e di risposte che invece fuggivano, di certezze vacillanti e dubbi pressanti, fu con immenso sollievo che prima del tramonto seguente scorse la sua città e il palazzo del suo Signore.

Andolondéva, il primo avamposto abitato dopo l'Unico Cancello, regno del Sire Thranduil, colui che come suo padre aveva il compito di vegliare sul solo ingresso al loro regno, a differenza degli altri Signori aveva voluto costruire il suo palazzo nella terra, un rifugio sicuro che servisse da  fortezza in caso di attacco, anche se la maggior parte degli altri elfi viveva in case nel bosco, la dimora del loro Sire era abbastanza ampia per accoglierli tutti in caso di pericolo.

Questo era successo perché subito dopo la guerra il ricordo degli orrori subiti e la paura erano ancora troppo vivi per poter credere di essere realmente al sicuro, nonostante le rassicurazioni dei Potenti, forse dovendo scegliere dopo migliaia di anni di pace Sire Thranduil, si sarebbe accontentato di un palazzo più tradizionale, ma in quei tempi bui aveva preferito rendere la zona più esposta alle possibili aggressioni il più sicura possibile.

Camminavano già da un po' su sentieri lastricati ai lati dei quali sorgevano deliziose villette di rami vivi intrecciati e pietre, dato che la primavera stava sbocciando in tutto il suo splendore, gli alberi erano carichi di fiori, e ogni dimora si adornava di un colore diverso, mentre in quelle più grandi diverse piante si intrecciavano fra loro cerando arcobaleni profumati, davanti e intorno ad ognuna giardini lussureggianti si contendevano il favore di uccelli variopinti e farfalle delicate, vasche d'acqua limpida il cui guizzavano pesci argentei trovavano rifugio all'ombra di flessuosi salici.

Potevano scorgere al loro passaggio sguardi curiosi e impauriti sbirciare nascosti dietro le finestre e gli usci, ma non incontrarono nessuno sul loro cammino se non gatti indolenti e cagnolini giocosi.

Il comandante aveva lasciato la giovane, ormai sicuro che non ci fosse il pericolo di una fuga, e guidava la colonna, di cui i prigionieri formavano il cuore, lungo la strada che li conduceva verso un ampio ponte di pietra dietro al quale su un erto pendio coperto di alberi si apriva l'ingresso di una caverna, due enormi faggi l'affiancavano come pilastri, scendendo fino ad affondare le radici nelle acque scure e tumultuose del fiume che stavano attraversando.

Appena avevano messo piede sul ponte l'ampio portale di quercia dura e mithril aveva cominciato ad aprirsi lentamente mentre le guardie si inchinavano rigide al loro capitano, solo quando furono entrati e i pesanti portoni richiusi fece segno alla compagnia di arrestarsi attendendo il consigliere che si avvicinava osservando inquieto i prigionieri

“Finalmente a casa” sospirò

-Alatulya, Condo, acánielmë i mentano. Aratarya tultan quetë sa meriryë velë quendu, tulyalë hyeli mandonna- (Bentornato, Lord Comandante, abbiamo ricevuto il messaggero. Sua Maestà mi manda a informarvi che desidera incontrare immediatamente l'elfo, fate condurre gli altri alle prigioni)

-á vala Aratarya- (Come Sua Maestà comanda) si inchinò leggermente per poi rivolgersi ai suoi uomini

-Quendë tulë asenyë. Tulyalë hyeli mandonna- (L'elfo viene con me. Portate gli altri alle prigioni)


Nel momento in cui Tàr aveva udito le parole del messaggero la sua mano era scivolata a stringere quella del compagno con la paura negli occhi

-E' il momento?- aveva chiesto lui serio

Aveva solo annuito greve, sapevano entrambi di cosa stavano parlando,

“Mi dispiace, avrei voluto essere al tuo fianco”

L'immortale lo aveva osservato preoccupato,  però un attimo prima che il comandante lo afferrasse per allontanarlo aveva inspirato profondamente e ricambiato la stretta con un sorriso

“Non preoccuparti, sto bene”


-Tàr, dove lo portano?- chiese agitata la mezzelfo mentre li conducevano per i ricchi corridoi illuminati da torce

-A fare i conti col suo passato-

-Lui è qui?-

-Lui è il Re- 

  
Leggi le 5 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Il Signore degli Anelli e altri / Vai alla pagina dell'autore: Reira74