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Autore: alicesimone    03/04/2007    6 recensioni
Il Mondo Magico crede che Harry Potter sia morto... ma se così non fosse? Avvertenze: è ambientata dopo il sesto libro e il rating è stato alzato come preannunciato.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Coppie: Draco/Harry
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Quanto tempo era passato dal suo “risveglio”

DISCLAIMER: Harry Potter e tutti i personaggi della saga sono di proprietà di JK Rowling e di chiunque ne possieda i diritti. Questa storia non ha alcun fine di lucro, né intende infrangere alcuna legge su diritti di pubblicazione e copyright.

ATTENZIONE: tutti i personaggi di questa storia sono immaginari e non hanno alcun legame con la realtà. Qualsiasi nome e riferimento a fatti o persone reali è da ritenersi ASSOLUTAMENTE casuale.

 

Un ringraziamento speciale a Stateira, per aver accettato di farmi da Beta… per i suoi preziosissimi consigli. Una dedica alla mia sorellina virtuale, questa fic è tutta per te!

Un grazie a chi la leggerà e a chi commenterà.

 

 

Quanto tempo era passato dal suo “risveglio”? Ormai mesi. Mesi in cui aveva dovuto reimparare a fare tutto: camminare, leggere, scrivere e anche parlare, perché certo era passato molto tempo dall’ultima volta. Mesi in cui aveva ripercorso con la mente i ricordi del “prima” di quel coma che lo aveva tenuto avvolto in un limbo per cinque lunghi anni… dal giorno dell’ultimo incontro con Voldemort, dalla sua vittoria che non aveva mai potuto festeggiare, che nessuno aveva festeggiato in maniera sentita, visto che, per tutti, quel giorno lui, Harry Potter il Salvatore del Mondo Magico, era morto.

 

 

*Flashback*

 

Il campo di battaglia era pieno di corpi senza vita e di sangue che scorreva; pochi Mangiamorte erano ancora in piedi, ma in grado di dare parecchio filo da torcere ad Auror e membri dell’Ordine della Fenice, i quali tuttavia sembravano comunque riuscire ad avere la meglio.

Harry Potter stava lottando senza risparmiarsi, temendo in cuor suo che quando fosse arrivato il momento, la fine del Lord Oscuro avrebbe decretato anche la sua: la Profezia era un’arma a doppio taglio, se da un lato poteva essere letta pensando che solo uno dei due avrebbe potuto sopravvivere, dall’altro più di una volta aveva pensato che forse la verità era che se uno dei due fosse morto, all’altro sarebbe toccata la stessa sorte.

Naturalmente anche le forze del bene avevano avuto le loro perdite; alcuni dei ragazzi di Hogwarts, membri dell’ES e poi dell’Ordine appena compiuta la maggiore età, alcuni Auror, tra cui Tonks…

La situazione era arrivata ad un momento quasi di stallo.

E poi, all’improvviso, l’arrivo di Voldemort, che fino ad allora si era tenuto nascosto chissà dove. Ed in attimo era come se il tempo avesse iniziato a scorrere troppo velocemente, Harry aveva creato una barriera attorno a lui e al suo nemico, tenendo fuori i suoi amici, i suoi compagni di battaglia e soprattutto il suo amore. Il duello decisivo era solo tra loro due e il suo destino doveva compiersi, ma nessuno a parte lui avrebbe dovuto sacrificarsi.

Al di fuori della barriera, si innalzarono le urla di Draco, Ron ed Hermione, che non riuscivano ad accettare che Harry li avesse tagliati fuori così, lasciandoli impotenti. Certo, tutti loro sapevano bene che l’amico fosse preoccupato per la loro sorte, più che per la sua, ma mai avrebbero pensato che li avrebbe protetti andando a rinchiudersi da solo in una trappola.

Mentre anche gli ultimi Mangiamorte venivano uccisi o schiantati, un urlo agghiacciante riuscì a superare la barriera. Tutti si irrigidirono e poi sentirono un boato… la barriera si infranse, e la scena che si presentò davanti agli occhi fece gelare loro il sangue nelle vene: i resti di Voldemort erano solo un ammasso indistinto, ma ciò che li sconvolse fu la vista di Harry a terra, in una pozza di sangue, esanime.

Non avrebbe più aperto gli occhi…

 

*Fine flashback*

 

 

Harry, invece, era stato portato in Italia, in un centro magico specializzato. Solo la McGranitt, Remus e Moody sapevano la verità, ma anche loro avevano perso le speranze, perchè i medici avevano detto che non si sarebbe mai svegliato.

Ogni tanto andavano a fargli visita, anche se vedere quel corpo immobile in un letto era straziante. Ciononostante, nemmeno una volta avevano ceduto alle richieste dei medici di mettere fine a quelle inutili sofferenze.

Il giorno in cui aveva riaperto gli occhi, un allarme collegato ad un apparecchio che registrava tutte le sue reazioni era immediatamente scattato, e un piccolo oggetto che ognuno di loro custodiva gelosamente aveva iniziato a brillare, avvisandoli che qualcosa era cambiato. Subito i tre, insieme ai medici del centro italiano, erano accorsi temendo che fosse arrivato il momento della fine.

 

Mai si sarebbero aspettati di aprire la porta della stanza e trovare due occhi verde speranza aperti, che li fissavano spauriti e confusi.

 

Era trascorso troppo tempo, la voce di Harry ci mise del tempo ad uscire, ed i muscoli ormai atrofizzati a muoversi; ma Harry non si rassegnò e sopportò tutto: il dolore, la rabbia, il senso di impotenza… anche se quando la ormai preside di Hogwarts gli raccontò cosa era successo e cosa tutto il Mondo Magico credeva, sentì qualcosa spezzarsi nuovamente dentro di sé.

Evidentemente, la potenza magica che aveva raggiunto lo aveva protetto dal suo destino di morte, costringendolo ad un lungo coma senza speranza. Ma, in un certo senso, la profezia si era comunque avverata, perché per tutta la comunità magica Harry Potter era morto, il giorno dopo la battaglia. Dichiarato morto dalle stesse persone che ora lo circondavano, attonite, viste le possibilità quasi nulle di un suo risveglio. I suoi amici, alla fine, avevano dovuto accettare la realtà ed erano andati oltre e anche “lui” si era fatto una famiglia… perché la vita inesorabilmente non aspetta e va avanti…

Su sua richiesta Remus, anche se un po’ controvoglia, gli aveva raccontato che Ron ed Hermione si erano sposati e anche Neville e Luna; Ginny e Dean invece vivevano insieme, così come, sorprendentemente, Seamus e Blaise. Sapere che i suoi amici fossero felici lo aveva riempito di gioia: la guerra aveva portato via loro molto e sperava che adesso potessero solo avere il meglio.

Ma ciò che però lo tormentava era la notizia che Draco, il suo Draco, avesse sposato Pansy… non lo biasimava certo, ma non per questo faceva meno male.

In quei mesi non si era fatto domande in proposito, ma ormai il momento in cui sarebbe potuto uscire era imminente, e cosa avrebbe fatto allora? Tornare indietro, in Inghilterra, gli sembrava improponibile, e nonostante la McGranitt gli avesse assicurato che si sarebbero inventati qualcosa, lui aveva rifiutato. Per quanto lo desiderasse con tutto il cuore, non voleva sconvolgere la vita di nessuno.

Con questi pensieri si era steso nel suo letto, ed aveva lasciato che i ricordi tornassero a galla: il suo sesto ed ultimo anno ad Hogwarts, la morte di Silente per mano di Piton, la sua fuga insieme a Draco, la rabbia e l’odio provati, i funerali, la decisione di rifugiarsi a Grimmauld Place alla fine dell’anno scolastico, la lettera che Silente gli aveva lasciato, in cui gli spiegava che anche la sua morte faceva parte di un piano più ampio, che il Professor Piton non aveva colpe se non quello di aver dovuto rispettare un doppio giuramento a Narcissa Malfoy e Silente stesso; in cui gli chiedeva di aiutare i due fuggitivi, dar loro rifugio quando si fossero presentati alla porta della sede dell’Ordine, a costo di mettersi contro tutti; in cui gli chiedeva perdono per averlo dovuto abbandonare, ma lo esortava a non lasciarsi abbattere e continuare a combattere. E ancora, il loro arrivo, il turbamento di Draco nell’apprendere che Piton facesse il doppio gioco, i lunghissimi ed estenuanti interrogatori a cui i due erano stati sottoposti, la rabbia e il dolore che si potevano leggere negli occhi di tutti, la diffidenza… e poi lo spiraglio di una possibile amicizia, le lezioni di Occlumanzia, la ricerca degli Horcruxes, l’arrivo all’Ordine anche di Blaise e Pansy che avevano chiesto aiuto alla Preside per sfuggire ai genitori e al loro destino di Mangiamorte, i rapporti ancora tesi, le sfuriate di Ron e la pazienza di Hermione che cercava di mediare, le continue missioni e gli attacchi, la guerra che stava diventando sempre più reale.

Per quanto si sforzasse, non riusciva a ricordare quando esattamente lui e Draco avevano iniziato a guardarsi con stima, quando le loro conversazioni non erano state più un susseguirsi di insulti, ma qualcosa di civile e poi sempre più piacevole; ricordava il primo bacio, quello si… era stato durante il loro primo Natale lontano dalla scuola, dalla maggior parte dei loro amici, tornati per frequentare il settimo anno. A Grimmauld Place c’erano solo lui, Ron ed Hermione; Draco, Blaise e Pansy e poi Remus, Piton, e gli altri membri dell’Ordine e naturalmente la famiglia Weasley quasi al completo. Lui e Draco avevano preso l’abitudine di incontrarsi per chiacchierare un po’, dopo che tutti erano andati a dormire e anche quella sera era stato così, si erano rifugiati sul tetto della vecchia casa, sotto i fiocchi di neve… ad un certo punto i loro sguardi si erano incatenati, e un attimo dopo si stavano baciando dolcemente.

Harry, sopraffatto dalle sensazioni fortissime, era scappato, sicuro che per Draco fosse stato solo uno sfizio, un gioco, ma l’altro l’aveva raggiunto in camera, e ne avevano parlato, e da quella notte erano diventati una coppia. Naturalmente la notizia era stata accolta in maniera contrastante, ma col passare del tempo anche Ron e Pansy, che all’inizio si erano dimostrati i più contrari a quell’unione, erano arrivati alla conclusione che i rispettivi amici erano innamorati e felici, e si erano rassegnati. L’ex-Grifondoro ricordava molto bene anche la loro prima volta; per nessuno dei due era la prima esperienza, eppure si erano ritrovati entrambi impacciati, l’uno davanti all’altro, ma lasciarsi andare ed amarsi alla fine era venuto naturale ed era stato molto dolce.

 

Poi era arrivato il giorno della battaglia, era marzo ormai, e tutto per lui era finito. Era riuscito a sconfiggere il Lord Oscuro, ma ad un prezzo altissimo.

Quel giorno, Harry aveva perso tutto.

Anche stesso.

Passare le giornate così, a fissare il soffitto della sua camera, continuando a tormentarsi per un passato che lui sentiva incredibilmente vicino, e che invece era ormai lontano cinque anni, lo aveva definitivamente convinto che l’unica cosa da fare fosse continuare a fingersi morto, per tutti quanti. E nonostante questo gli facesse male al cuore, nessuno, né la McGranitt, né Remus, riuscirono più a dissuaderlo.

Harry Potter non sarebbe stato mai più Harry Potter.

L’Italia era abbastanza lontana, e abbastanza discreta, da permettergli di ricominciare tutto daccapo, con un nome nuovo, una testa nuova, una vita nuova.

O almeno questo era quello che aveva creduto.

  
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