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Autore: GFPentium    03/04/2007    1 recensioni
E se bastasse poco per essere felici?... E se cambiare certe volte vuol dire migliorare?... E se il vero progetto per il perfezionamento dell'uomo fosse la famiglia?... E se la differenza tra uomo e donna è così sottile da non poterla vedere?... E se dal nucleo dello 01 invece di Shinji fosse fuoriuscit... Indovinato è una What if?
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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NegGirlEntry002 Capitolo 2

Quattro ore dopo la sveglia nello studio della Akagi suonò implacabie e svegliò le due studiose, la prima cosa che fecero fu quella di andare a sincerarsi delle condizioni dell’ospite della cameretta, l’unico cambiamento che riscontrarono fu il fatto che adesso la ragazza dormiva distesa sul fianco destro, invece che a pancia in su, come l’avevano lasciata poche ore prima.
 In meno di mezz’ora Maya preparò tutto l’occorrente per iniziare il lavoro ed alle 5:30 iniziarono una lunga serie di calcoli, comparazioni, confronti, simulazioni cercando di capire cosa fosse realmente successo.

In un’altra ala della base intorno alle 7:30 anche il maggiore Katsuragi si svegliò, aiutata anche dalle amorevoli attenzioni del sig. Kaji, infatti come aprì gli occhi si vide davanti ormai l’Ex fidanzato che non fece altro che augurargli il buon giorno. La prima frase che Misato riuscì  a formulare fu:

“Che ore sono? Dove sono?”

Rioji le rispose con molta gentilezza:

“manca poco alle 7 e mezza e sei all’interno dell’infermeria della Nerv”

“ cosa ci faccio qui????”

“a quanto pare hai avuto un mancamento e ti hanno portato qui a riposare”

In quell’istante entrò un’ infermiera:

“Scusi maggiore Katsuragi, la dottoressa Akagi ha riferito di mandarla nel suo studio come si fosse svegliata .”

Misato rispose sbadigliando:

“aaaaaaah, OK,OK ci vado appena mi rassetto un po’”

Rioji incuriosito:

“ma si può sapere cosa è successo???”

Come sentì quella frase nel cervello di Misato apparvero le immagini della sera precedente, dall’esplosione della capsula con l’LCL, al suo piano disperato di fronte all’Eva, a quel corpicino uscito dal nucleo e poi a quella ragazzina distesa sul pavimento e rispose a Kaji con una calma disarmante:

“Lo vorrei sapere anche io, ma adesso ho un po’ troppa confusione in testa. Fammi andare da Rit-chan adesso per vedere se ha notizie.”

“vuoi che ti accompagni?”

“no meglio di no, ci vado da sola, tu pensa al tuo lavoro e non importunare le infermiere come tuo solito.”

“se riesci  sgridarmi vuol dire che stai bene, più tardi verrò a trovare te e Rit-chan.”

Misato uscì dall’infermeria e fece una “lauta” colazione ai distributori automatici appena fuori dall’infermeria e mentre sorseggiava il caffè voleva non pensare a ciò che le era successo, però la cosa le riuscì molto difficoltosa viste le continue immagini che le riaffioravano dalla memoria, allora per distrarsi chiamò Asuka a casa da un telefono della base:

“Pronto Asuka sono io, Misato, volevo sapere come andava lì”

 Asuka rispose con la voce rabbiosa:

-Qui va tutto bene, ho la casa tutta per me senza dividerla né con tè ne con stupid-Shinji!-

“quante volte ti ho detto di non chiamarlo così”

-non mi importa stupido è e stupido rimane-

Misato vista la risposta ed il tono decise che una eventuale continuazione del discorso era controproducente:

“Va bene ne parleremo in seguito, preparati che oggi hai scuola.”

-e con questo!!???-

“e con questo intendo dire che ci devi andare visto che continui a saltarla”

-Vabbè Misato mi preparo e vado!-

Misato aveva già capito che Asuka per tagliar corto le aveva appena mentito:

“Asuka è inutile che mi conti balle, ti conosco bene, adesso devo andare e tu VAI A SCUOLA siamo intesi!….ciao”

Asuka non rispose al saluto, ma si limitò a sbattere la cornetta in faccia alla propria tutrice.

Misato ripose con maggiore delicatezza la propria cornetta e si fermo a guardarla e sospirando:

“Devo decidermi a dare una raddrizzata a quella impudente prima che si faccia del male da sola.”

Finita questa frase si incamminò verso lo studio della sua amica e collega Akagi, durante il tragitto gli ribolliva il sangue pensando al comportamento di Asuka, una rabbia che però finì appena il maggiore si trovò di fronte alla sua meta, ed in quel momento i pensieri su Asuka andarono in secondo piano, adesso si doveva pensare ad altro. La porta scorrevole si aprì e quello che Misato trovò al suo interno fu il caos, carte dappertutto, PC accesi, foglietti adesivi con scritte appesi in giro per tutta la stanza, dischi per terra, la stampante continuava a scrivere fogli. Maya se ne stava seduta per terra a gambe incrociate a digitare dati di fronte al suo notebook, Ritsuko stava alla scrivania leggendo un plico di documenti circondata da altrettanti plichi, dalla sua immancabile tazza di caffè e da un posacenere straripante di moccini, segno che si era fumata un bel po’ di sigarette senza neanche accorgersene, allora Misato prese la parola:

“Sbaglio, o questo non è il vostro solito modo di lavorare???”

A quel punto Maya alzò gli occhi dal monitor, restò immobile per qualche secondo cercando di riconnettersi al mondo reale ed alla fine si accorse della presenza del maggiore:

“Buongiorno maggiore, scusi il disordine, ma è dalle 5 e mezza che lavoriamo e non abbiamo ancora fatto una pausa, lei come sta?”

“Io sto abbastanza bene, se non fosse per un po’ di confusione che ho in testa.”

A quel punto entrò nel discorso la dottoressa:

“Sono felice che tu stia bene, almeno adesso ho una preoccupazione in meno, spero che tu non abbia fatto parola con nessuno di quello accaduto ieri sera, vorrei che la questione rimanesse sotto il massimo riserbo.”

Misato mentre stava preparandosi dell’altro caffè, rispose all’amica:

“Già non so bene io cosa sia successo e se anche dovessi spiegarlo non saprei da che parte iniziare.”

Tra un sorso e l’altro di caffè Misato si rivolse ancora all’amica:

“Io di ieri sera l’ultima cosa che mi ricordo è la vista di una ragazza con lunghi capelli castani, o sbaglio???”

La dottoressa senza distogliere lo sguardo dai documenti che stava leggendo, indicò con la mano e col pollice, modello autostop,  la parete di vetro che stava dietro di lei, come per attirare su di essa lo sguardo dell’amica, naturalmente non vi era interesse per la parete trasparente, ma a ciò che c’èra dietro, ovvero la cameretta con il letto e la sua ospite. Nel fare questo alla dottoressa non rimase altro che affermare:

“se ti riferisci a quella ragazza non sbagli.”

Come un fulmine Misato si mise in piedi davanti alla parete e li rimase a guardare, attraverso il vetro ed alla sua stessa immagine riflessa. Così ebbe la conferma che non si era trattato di un sogno o di una allucinazione. Dopo un quarto d’ora volse lo sguardo verso Ritsuko che stava continuando il lavoro con Maya che si era appena alzata ed aveva aggiunto la scrivania della sua sempai, dopo un attimo di silenzio, il maggiore riuscì a riprendere la parola verso l’amica:

“E di Shinji cosa puoi dirmi?”

Ancora una volta senza distogliere lo sguardo dal proprio lavoro la dottoressa le rispose

“Per il momento non so dirti niente, ci stiamo ancora lavorando”

“ e dello 01?”

“ho dato disposizione di finire le riparazioni e credo che nonostante la ritrovata operatività verrà tenuto bloccato per un po’”

Infine Misato fece la domanda che più la tormentava, anche se di poco rispetto alle precedenti.

“ Si può sapere lei chi è?”

Finalmente Ritsuko alzò lo sguardo e guardando negli occhi l’amica:

“Lo vorrei sapere pure io, ho già in testa delle teorie, ma preferirei chiederlo direttamente a lei appena si sveglia.”

La dottoressa portò la mano sulla propria fronte, chiuse gli occhi e fece a voce alta  il seguente ragionamento:

“Dunque, gli ho dato 3ml, a mezzanotte passata per farla dormire 6 ore…. poi gli e ne ho dato un altro all’una, per cui fanno altre 2 ore, mettiamoci mezz’ora di più viste le 2 iniezioni, andiamo a 8 ore e mezza….per cui adesso sono le 9 del mattino passate, l’effetto del sonnifero si sta smaltendo, credo che nel giro di un paio d‘ore si svegli..…Misato va di là e siediti in parte al letto, in modo tale che come si sveglia trovi davanti qualcuno a darle il buongiorno.”

Misato di fronte a questo ordine rimase perplessa:

“Perché io??????”

“perché io e Maya abbiamo altro da fare, ed inoltre sei stata tu a farla uscire dal nucleo… prenditi le tue responsabilità.”

 A questo punto a Misato, che mise il broncio vista l’ultima affermazione dell’amica, non restò altro che obbedire, ma soprattutto era curiosa e voleva osservare ancora da vicino quella ragazza e intendeva assolutamente sapere chi era e cosa ci facesse lì.
Entrò nella stanza ed andò a sedersi sulla sedia posta alla destra al letto da lì inizio a osservare la ragazza che stava dormendo, l’unica cosa che poteva osservare erano i lunghi capelli, il suo visino sereno e come la sera precedente restò colpita dal suono del respiro, calmo, delicato, regolare.
Senza neanche accorgersene il maggiore si trovò appoggiata al letto stringendo delicatamente quella manina che usciva dalle coperte e questa stretta sembrò essere ricambiata.
Misato, con la testa appoggiata al cuscino, fissava gli occhi chiusi della ragazza e anche sapendo che non avrebbe avuto subito una risposta, a bassa voce le domandava:

“si può sapere chi sei e cosa vuoi? Con un viso così sereno, con un’espressione così angelica.” (N.d.A. naturalmente nel significato classico del termine).

Restò lì a contemplarla per 20 minuti senza muoversi, mentre nello studio la dottoressa e Maya si fermarono solo un attimo ad osservarle, per poi riprendere il loro lavoro.
Misato socchiuse per un attimo gli occhi e quando li riaprì se li vide riflessi in altri occhi,  occhi colorati di un blu profondo, occhi magnetici nei quali era dolce il perdersi. Restarono lì a guardarsi per circa un minuto, in quei momenti il maggiore pensò:

> Finalmente si è svegliata, forse adesso andremo a capo di questo mistero.<

Misato aveva già sulla punta della lingua la domanda “Tu chi diavolo sei?”, ma inspiegabilmente gli riuscì solo di dire con un filo di voce:

“Hei,… ciao,…. ben svegliata.”

La ragazza sorrise e sussurrando anche lei, rispose al maggiore:

“Buongiorno Signorina Misato”

Il maggiore di fronte a questa affermazione si fermò a riflettere:

> non ci siamo mai incontrati e sa il mio nome??? <

Nello stesso momento alzò il braccio e schioccò un paio di volte le dita per avvertire gli occupanti dello studio, i quali visto il gesto entrarono subito nella camera.

Nell’entrare furono notati dalla ragazza che prontamente salutò:

“Buongiorno dottoressa Akagi e signorina Ibuki.”

Automaticamente Maya ricambiò la cortesia:

“Buongiorno a te.”

Di conseguenza anche la dottoressa ricambiò il saluto e iniziò con alcune semplici domande:

“Buongiorno, come ti senti oggi?, dormito bene?”

La ragazza alzandosi un po’ rispose subito:

“Oggi mi sento un po’ stanca, per il resto mi sembra di aver dormito benissimo.”

Ritsuko continuò con le domande:

“Allora sai chi siamo noi?”

“Certo, lei è la dottoressa Akagi, la sua assistente Maya e poi c’è il Maggiore Katsuragi.”

“Sai esattamente dove ti trovi?”

“Nell’infermeria della Nerv all’interno del Geofront di Neo Tokyo Tre, almeno credo, non vedo altri letti.”

“Più o meno hai ragione, non sei proprio nell’infermeria, ma sei in una camera attigua al mio studio,
 comunque, tu conosci un certo Shinji?”

Misato ancora seduta sulla sedia, ma non più appoggiata al letto ebbe un’espressione scioccata sentendo quella domanda e pensò:

> Rit-Chan ha lavorato troppo e adesso sta vaneggiando, che razza di domanda senza senso è?????<

Forse per Misato la domanda non aveva alcun senso, ma per Ritzuko e la ragazza ne aveva eccome, infatti quest’ultima nel sentire quel nome ebbe un fremito, spalancò gli occhi, stette lì qualche attimo come per pensare a cosa doveva dire ed in fine emise il suo verdetto:

“Non lo conosco e non so nemmeno chi sia questo Shinji.”

A quel punto si avvicinò alla testa di Misato e le bisbigliò qualcosa nell’orecchio.

Misato indicò una porta all’interno della camera e rispose con voce normale:

“Vai pure, entra in quella porta.”

La ragazza uscì dalle lenzuola, si infilò le ciabattine preparate hai piedi del letto e si diresse verso la porta la apri e ci entrò e poi la richiuse chiudendola a chiave.

Ritsuko, rimase immobile vedendo la scena ed una volta che sentì lo scrocchio della serratura si rivolse a Misato:

“Si può sapere cosa vi siete ha dette?”

Misato rispose con una tale semplicità:

“mi ha detto – mi scappa la pipì – e io gli ho detto dov’era il bagno, dopo tutte le ore che ha dormito penso che ne abbia bisogno”

A quel punto Ritsuko scoppiò:

“MA SEI SCEMA!!! se adesso scopre tutto è un disastro”

Senza neanche finire la frase corse verso la porta e si mise ad origliare, lo stesso fecero Maya e Misato e quest’ultima con tono interrogativo si rivolse all’amica:

“scoprire che cosa? Rit-Chan mi vuoi spiegare cosa sta succedendo”

La dottoressa si staccò dalla porta, si allontanò qualche metro portando con se Misato tirandola per un braccio ed intanto che faceva questo impartì un altro compito alla sua assistente:

“Maya stai attenta a cosa succede dietro quella porta, se ci son problemi o rumori strani avvisami subito”

Una volta a debita distanza la dottoressa guardò negli occhi Misato e disse:

“Ho la sensazione che quella ragazza sia Shinji.”

Misato subito ribattè:

“Ma non dire stupidaggini.”

“Ragiona un attimo, come fa a riconoscerci tutti eh! Se è davvero Shinji, quando dovrà fare pipì e non potrà farlo come fa di solito cosa succede???”

Attonito il Maggiore:

“penso che sentiremo un urlo bello forte seguito da un fonfo”

Ritsuko si rivolse verso Maya:

“Allora, senti qualcosa di strano???”

Maya con l‘orecchio attaccato alla porta subito rispose:

“Per una ragazza che deve fare pipì al bagno no, …..adesso ha tirato l’acqua dello scarico,….. sta per uscire.”

Come finì la frase Maya si stacco prontamente dalla porta e andò al fianco della sua sempai.
Si udirono i colpi della serratura  la porta si aprì, la ragazza vedendo le tre donne davanti a lei che la guardavano con aria interrogativa, gli domandò:

“Come mai urlavate è successo qualcosa?”

Misato dopo aver notato delle goccioline cadere tra i piedi della ragazza le ripose:

“ è successo che è ora che impari ad asciugarti meglio quando fai pipì”

La ragazza abbassò lo sguardo e vide ai  suoi piedi ciò che ebbe notato poco prima il maggiore, resasi conto della situazione arrossì sul viso e sussurrò:

“ Non sono capace,… non lo so fare.”

Vedendo quella scena a Misato si strinse il cuore andò di fronte alla ragazza, le prese il viso tra le sue due mani, glielo alzò, la guardò negli occhi e coi pollici le potava via le lacrime appena formatesi sui suoi occhi blu e dolcemente le disse:

“Andiamo in bagno io e te e ti spiego il tutto, così la prossima volta non ci saranno di questi problemi.”

Sentendo queste parole la ragazzina si strinse a Misato e tutte e due assieme entrarono nel bagno.   
Di fronte a questa scena, la dottoressa Ritsuko e la sua collaboratrice rimasero di sasso, appena Maya riuscì a proferire parola:

“è la prima volta che vedo questo lato del maggiore Katsuragi.”

Una volta che furono uscite dal bagno, la dottoressa ricominciò il suo interrogatorio:

“Allora tutto OK adesso, capito tutto della lezione di Misato?”

La ragazza allegramente rispose:

“Si il maggiore è un’ottima docente su certe cose”

“Va bene, mettiti pure nel letto e copriti che fa freddino con solo indosso la camicia da notte”

La ragazza si mise seduta nel letto e subito Misato la coprì con il lenzuolo.

Ritsuko riprese subito la parola:

“Allora dove eravamo rimasti???”

Subito la ragazza con irriverenza rispose:

“eravamo arrivati che io non conosco nessun Shinji.”

“esatto eravamo arrivati proprio lì, però ho notato che quando hai sentito il nome Shinji hai avuto una strana espressione, come mai, cosa ti evoca quel nome?”

La ragazza iniziò a spaventarsi:

“niente non mi ricorda niente”

“non mi sembra che non ti dica niente visto come tremi, non ti preoccupare con noi puoi parlare apertamente siamo qui per aiutarti”

La ragazza ancora tremante si girò verso Misato, la quale le fece un cenno con la testa, come per spronarla a parlare e da quel gesto prese coraggio:

“Nel sentire quel nome mi si riempie il cuore di tristezza, solitudine, è come se una parte di me morisse, mi vengono alla luce ricordi spiacevoli, ricordi coi quali non vorrei mai averci avuto a che fare, mi vengono poste davanti situazioni che non voglio continuare a rivivere, essere abbandonati oppure venire accettati e accuditi solo perché piloti l’Evangelion o perché servi a qualcuno che fino a ieri non ti ha mai considerato, qualcuno che fino ad oggi non ha mai provato neanche ad avere un contatto con te, essere usati come strumento di morte e distruzione contro chi vuoi bene, voglio essere accettata per quello che sono, non per quello che mi dicono di fare.”

Qui si fermò il suo discorso quasi urlando, Ritsuko gli pose un’altra domanda:

“Sai almeno come ti chiami?”

Questa domanda fu per lei devastante, difatti se per la precedente aveva trovato una risposta, per questa non ne aveva, in certi casi avere delle risposte dure, strazianti, ingiuste è molto meglio di non averne affatto. A questo punto iniziò un pianto silenzioso, Misato vide le lacrime cadere e bagnare le lenzuola, diede un’occhiata rabbiosa verso Ritsuko e la ammonì aspramente:

“Bisognava proprio arrivare a questo punto?”

Finito di redarguire l’amica, il maggiore abbraccio la ragazza che piangeva nel letto, la strinse a se e le accarezzava la testolina, la faceva dondolare leggermente come per cullarla e con una voce molto dolce le parlava nell’orecchio:

“shhh, su dai non piangere, ci sono qua io, shhh, calmati, non è successo niente, buona”

A piano a piano il pianto si calmò e d’un tratto la dottoressa Akagi si tolse gli occhiali, si avvicinò alla ragazza e cercò il suo sguardo, all’inizio sembrò non trovarlo visto che quest’ultima voleva evitare questo contatto con chi le aveva appena fatto del male, ma alla fine le due si trovarono inevitabilmente con gli occhi negli occhi, allora Ritsuko, con una dolcezza pari solo a quella di Misato, disse alla ragazza:

“Non preoccuparti, se non hai un nome ne troveremo uno e potrai sceglierlo come piace a te.”

Queste parole sollevarono di molto la ragazza che smise definitivamente di piangere, ed alla fine diede anche un bacietto sulla fronte di Ritsuko senza che potesse fare resistenza.

La dottoressa si rimise in piedi, infilò nuovamente gli occhiali e guardò l’ora, ed esclamò:

”caspita già le 12 e 30, faccio portare da mangiare…”

Poi rivolgendosi alla ragazza ed in secondo luogo a Misato:

 “…per oggi basta interrogatori, però tra tre o quattro ore voglio farti fare alcuni esami come sangue, urine, un cardiogramma, test non molto invasivi”

La ragazza annuì, oramai il peggio per lei era passato e contemporaneamente a Misato esulò:

“Finalmente si mangia.”

La cosa fece sorridere Ritsuko e Maya e sembrò che in quella camera fosse arrivata un po’ di allegria.
  
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