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Autore: nuccetta    17/09/2012    8 recensioni
A volte il destino ti porta ad incrociare strade che non pensavi di conoscere, ti porta in quei posti che non credevi esistessero, ti crea delle amicizie alle quali non rinunceresti mai, ti fa innamorare di uomini che spesso ti faranno soffrire. Mi chiamo Nina e questa è la mia storia.
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ian Somerhalder, Nina Dobrev, Paul Wesley, Un po' tutti, Zach Roerig
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Pov Nina.

 

Mi sveglio un po' agitata, la tipica pioggia londinese ha deciso di non lasciarmi tregua, non per queste vacanze natalizie almeno.

Ho un enorme cerchio alla testa, ho lo stomaco in subbuglio e avrei una grande voglia di vomitare, se solo non fosse che ho il terrore di farlo. L'alcol che ieri sera Torrey mi ha costretto ad ingurgitare e la sensazione di torpore influenzale che compromette le mie ossa potrebbero davvero rovinarmi la festa.

Lo dico sempre, Nina non devi bere, Nina non reggi abbastanza, eppure quando mi ritrovo in quelle situazioni non riesco proprio a dire di no.

Poi, la situazione con Ian di certo non aiuta. Dopo quella sera fantastica, in cui finalmente anche io sono stata in grado di raccontargli il mio amore, qualcosa si è incrinato. Mi aveva fatto una promessa, eravamo rimasti che il giorno dopo avrebbe lasciato Megan per sempre e invece... beh, invece sono ancora insieme.

Ho cercato di non prendermela troppo con lui, forse mi sto rammollendo, ma questa volta davvero non ha colpa. Nelle ultime due settimane Megan non si è fatta vedere e anche al telefono era sfuggente, gli dedicava parole d'amore stupende eppure non ha dato segno di volerlo vedere. Finalmente lo ho avuto mio per due intere settime. Allora di che ti lamenti?, potreste dirmi voi. Ed io vi rispondo: vi è mai capitato di amare tal punto una persona da non poterlo spiegare neanche voi stesse? Di avere brividi di freddo per tutto il corpo che diventano subito bollenti non appena lui vi sfiora? Di non riuscire ad immaginare la vostra vita senza la sua presenza? Beh, a me sì, ecco perchè, per quanto mi abbia fatto arrabbiare, non riesco ad allontanarlo da me. Ecco perchè ho un incessante bisogno di sentirlo mio, mio e di nessun'altra.

Starnutisco un paio di volte, è ufficiale: sono influenzata. Apro il cassetto del comodino vicino al letto, ho sempre un paio di aspirine per le urgenze, come se fosse capitata lì dal nulla, la vedo. E' una nostra foto insieme, ce l'ha scattata Candice un mesetto fa. Sorridiamo e siamo avvinghiati l'uno all'altro, indissolubili. Mi manca, mi manca da morire.

Prendo il telefono in mano, non ci sono messaggi, né chiamate perse. Compongo il numero, sono fiera di me stessa, sto riuscendo a controllare il mio orgoglio maledetto.

“Pronto”. La voce assonnata del mio uomo mi fa spuntare un piccolo sorrisetto sulle labbra, cavolo, mi sono dimenticata che in America sono appena le cinque.

“Scusa...”. Mi esce una voce un po' piagnucolosa, in realtà sono davvero dispiaciuta, in questo periodo è davvero molto stanco.

“Nina!”. Si riprende immediatamente, mi fa piacere la gioia che riesco ad avvertire nella sua voce, riesco a percepire il suo amore incondizionato, anche se gli rovinerò la giornata per averlo svegliato all'alba, non sembra per nulla dispiaciuto.

“Amore mio, mi manchi”. Ho avuto un'altra mia piccola vittoria, il mio timore più grande si è rivelato infondato, lei non è lì, lo so perchè non avrebbe mai parlato così liberamente.

“Mi manchi anche tu, Som”.

“Ma che ore sono? E' successo qualcosa?”. Ops, si è accorto dell'orario improponibile, probabilmente avrà avvistato dalla finestra le prime luci dell'alba. Ora son cavoli!

“Perdonami, avevo voglio di sentire la tua voce”. Cerchiamo di tenercelo buono il più possibile.

“Non ti perdono. Non c'è niente di cui farsi perdonare, è una delle cose più belle che tu abbia fatto per me. Chiamarmi a quest'ora solo perchè ti manca la mia voce... wow, sei davvero fantastica”.

“Ian, non per rovinare questo tuo momento di felicità, però devi sapere che qui sono già le dieci inoltrate, non è stato un grande sforzo”. Mannaggia a me e alla mia sincerità, sono destinata a rovinare sempre i momenti più belli.

“Va beh, ma comunque mi stavi pensando così tanto da non accorgerti neanche dell'ora, ergo sei fantastica. Non mi contraddire mai, soprattutto se sono le cinque del mattino”.

Rido. E' incredibile la sua capacità di farmi cambiare umore in un batter d'occhio. E anche per questo che lo amo alla follia. Forse è per questo che tutte le donne della sua vita lo amano alla follia.

Sembriamo aver ritrovato quella scintilla che negli ultimi giorni avevamo perso per strada. Gli ho raccontato dei bisticci di Torrey e Paul, della bevuta di ieri sera e di come mia madre sia tutta eccitata per l'arrivo di domani di mio fratello.

Chiacchieriamo per ore, me ne accorgo perchè fuori dalla finestra la giornata inizia a schiarirsi un po', sempre nuvoloni permettendo.

“Oggi cosa farai?”.

“Veramente da quando sono arrivata non ho ancora visto gli altri, Liz ha organizzato una specie di rimpatriata a casa sua. Cioccolata calda, coperte ed un bel film”.

“Ci sarà anche Matt?”. La voce gli si spegne in gola. Tempo fa gli ho raccontato la breve relazione che ho avuto con Matt dopo la sua partenza per l'America, ne è rimasto shockato e indispettito.

“Non so, non ho chiesto”.

“Bene”. Si limita a pronunciare nel modo più freddo possibile.

“Ian che cosa c'è?”. sono un po' stufa, odio questo suo modo di fare, soprattutto quando si parla di gelosia. Non è la persona più adatta a fare scenate di nessun genere.

“Niente, è che preferirei che lui non ci fosse”. Beh, almeno è sincero. Scriviamolo sotto i pro del mio elenco: Perchè dovresti amare Ian e complicarti così la vita?

“Anche io preferire che Megan non ci fosse, ma forse ti è sfuggito un piccolo dettaglio: nella vita succedono anche cose che non vorresti. Se così non fosse, ti proporrei di chiedere la pace del mondo, magari qualcuno lassù attende con ansia il giudizio di Ian Somerhalder”.

“Non c'è bisogno di scaldarsi tanto”.

“Oh sì che c'è, invece. Sono stufa di questa vita, Ian. Sono stufa di vedere che il mondo gira sempre e solo intorno a te, esisto anch'io in questa storia, ma forse sei troppo preso da altro, per accorgerti di me”.

Gli stacco il telefono in faccia. Questa telefonata non avrebbe dovuto concludersi così. Decisamente no.

Ian continua a riempirmi di chiamate, decido di ignorarle tutte, la rabbia mi ha annebbiato la mente.

 

 

 

 

Pov Ian

 

Non riesco più a rintracciarla. Cioè, non si vuole fare rintracciare.

Come al solito riesco a rovinare ogni cosa. Io e il mio maledettissimo difetto di non voler far soffrire la gente. Non mi sono però accorto che l'unica a soffrire è stata colei che dovevo proteggere.

Eppure è così difficile, questa volta ero davvero pronto a dire la verità a Megan, mi ero già preparato il discorso. Eppure lei non me ne ha dato la possibilità, è da due settimane che non ci vediamo e tranne qualche messaggio in cui mi dice che le manco, non si è fatta più sentire. Non che mi dispiaccia, ma sembra proprio che non voglia darmi la possibilità di confessare. Ma non può andare avanti così.

Scendo a fare colazione, Candice e Michael sono già seduti al tavolo, ancora non hanno avuto la possibilità di partire per motivi di lavoro, come me del resto.

“Pensavo non fossi in casa. Ieri sera quando siamo tornati non ti abbiamo visto”.

“Già, ero rinchiuso nella mia tana, dovevo occuparmi di alcune cose di lavoro. Io e il mio manager abbiamo un progetto per il prossimo anno, ci piacerebbe lavorare a livello filantropico”.

“Che uomo dalle mille sorprese, Nina dovrebbe ritenersi fortunata”. Sorrido a Michael, il mio amico è sempre pronto ad appoggiarmi.

“Certo, poi ad Ian piacciono tantissimo le relazioni umane, soprattutto se si parla di una bionda ed una mora che sbavano ai suoi piedi”. Tranquilli, c'è sempre Candice che ci pensa a smontarmi.

“Hai sentito Nina”. La mia è un'affermazione, sono sicuro che si siano sentite non appena io ho interrotto le mie chiamate martellanti.

“Già, era affranta”.

Ormai sul set quasi tutti sanno della nostra storia, o almeno tutti quelli che hanno notato un'anormalità, non si sono fatti problemi a porci domande.

“Candi, io lo so che tu pensi che io sia un'idiota, so che mi odi, ma, credimi, vorrei davvero lasciare Megan, ma lei non mi lascia il tempo di farlo. Non posso lasciarla con un messaggio, almeno questo glielo devo”.

“Ian io non ti odio affatto, e lo sai. Solo che tifo per la vostra coppia, Nina è una delle mie migliori amiche e vorrei tanto fosse felice. So che tu saresti l'uomo ideale per una come lei, ma devi ritrovare te stesso. Devi pensare più alla tua felicità, che a quella degli altri e soprattutto, se la ami veramente, devi pensare a quella di Nina”.

“Lo sai che la amo all'infinito”.

“Sei sicuro?”. Gli occhi azzurri e luminosi di Candice mi scrutano seri. Sembra volermi leggere l'anima, chissà forse ne è davvero capace.

“Candi, sono convinto che la mia vita senza Nina non potrebbe avere significato. Mi è entrata dentro già dalla prima volta. L'ho vista così piccola, indifesa, ma anche donna e forte al tempo stesso. Non ci sarebbe futuro senza di lei, è il mio piccolo angolo di Paradiso, con lei non devo temere di sbagliare, posso davvero essere me stesso, con lei io sono Ian.

Amo tutto di lei, amo la sua aria scontrosa quando si sveglia al mattino, vederla indaffarata a prepararsi perchè è dieci minuti in ritardo. Amo quando si arrabbia se le prendo qualcosa dal piatto, il suo sorriso radioso quando una scena le viene bene. Amo la sua indecisione cronica quando deve cercare un vestito, i baci rubati di nascosto del mondo. Amo i suoi capricci quando le propongo qualcosa che non le quadra, amo i suoi sguardi accigliati, i suoi continui litigi, la sua incessante voglia di litigare, le sue lacrime di fronte ad un film d'amore.

Da quando lei è al mio fianco, ho imparato ad amare anche me stesso. Io sono quello che sono, perchè lei ha voluto che così fosse”.

Candice ha gli occhi lucidi, sembra che voglia scoppiare in lacrime da un momento all'altro. Dell'astio che poco fa mi aveva riservato, non è rimasta neanche una traccia.

“Io penso che tu debba combattere”. Si limita a dirmi. Ma anche senza spiegazioni, riesco a comprendere appieno quelle parole: mi sta dicendo di non buttare via tutto, di combattere fino al dolore fisico per la donna che amo. E lo farò, Candi, lo farò.

“E' ora di prendermi le mie responsabilità”.

“Vai e colpisci, amico”. Michael mi tira un pugno sulla spalla, gli rispondo scombinandogli i capelli, normalmente lo incattivisce.

Lascio un bacio a Candice e mi dirigo verso la porta.

 

 

 

Pov Nina.

 

 

Mi guardo intorno, cerco di capire quanto i miei amici siano cambiati in questi pochi mesi di lontananza. Sono tutti presi dal film che Liz ha voluto mettere a tutti i costi. Io non sono proprio in vena. Mi alzo e vado in cucina per prepararmi una bella cioccolata calda.

Qualcuno mi ha seguito, non mi serve l'indovina per capire chi sia.

“Matt”.

“Sono venuto a bere qualcosa”. Certo, come no.

“Oh, sto preparando della cioccolata, ne vuoi anche tu?”.

Annuisce. “Come te la passi ad Atlanta?”.

“Non c'è male grazie”.

“Seguiamo tutti gli episodi, sei davvero fantastica”.

“Grazie!”. Non ho voglia di parlare con lui, è quasi come se mi sentissi in colpa. Per quanto la mia rabbia con Ian sia ancora presente, mi sembra di mancargli di rispetto. Che dici Nina?! Qui a mancare di rispetto non sei sicuramente tu.

“Allora è vero?”.

“Cosa è vero?”.

“Di te e della tua co-star?”.

“Cioè?”.

“E' uscito un articolo, pare che tu e uno dei fratelli vampiri abbiate una relazione clandestina. Il mondo si diverte a pensare che sia Paul, ma io ti conosco bene, non faresti mai un torto a Torrey”.

Quell'articolo è uscito settimane fa, Torrey lo aveva trovato in un giornale di basso borgo, ci siamo fatti una risata sopra, a volte i giornalisti lanciano bombe ad orologeria, che si rivelano poi delle palline di carta velina.

“Oh, la stampa si diverte ad inventare storie assurde sui personaggi. In Twilight, la coppia è formata da Pattinson e la Stewart, dunque in una serie simile, dovrà per forza esserci qualcuno che prenda il loro posto. Non siamo io e Paul e tanto meno io ed Ian”. Mi dispiace mentirgli spudoratamente, ma con il trascorso che abbiamo avuto è più facile così.

“Quindi il tuo cuore è libero?”.

“Non esistono solo gli attori”.

“Eppure tu e Somerhalder sembrate così complici! Vi ho visto qui, prima che iniziasse tutto...”.

“E lasciala respirare!”. La mia amica mi salva da questa conversazione imbarazzante. Matt arrossisce bruscamente, avevo quasi dimenticato quanto fosse timido. Lascia immediatamente la cucina, lasciandomi sola con Liz.

“Forza raccontami tutto. Voglio sapere i minimi dettagli, vedi di non tralasciare nulla”.

Alzo un sopracciglio e la guardo esasperata. “Non eri tu a volermi fare respirare?”.

“Oh, ma la mia è pura e semplice curiosità. Ti assicuro che per quanto tu sia figa, non ho nessuna intenzione di prenderti e possederti su questo tavolo, dunque, io a differenza di qualcun altro ti lascio respirare. Ora dimmi. Quale attore di Hollywood possiede ora come ora il tuo candido cuore?”.

Mi verso la cioccolata nel bicchiere ed ignoro spudoratamente la sua domanda.

“Allora?”.

“Allora cosa?”.

“Non mi dire che tra tutti i fighi che ti girano intorno, non ce n'è uno che ti abbia stregata. Se così fosse fatti delle domande, amica mia”.

Giro la testa nella sua direzione, ho una mano sotto il mento e la guardo divertita ed un po' pensierosa.

“O mio Dio”. Scandisce parola per parola, lettera per lettera. Le rivolgo uno sguardo interrogativo.

“Ian Somerhalder, non è vero? Sei ancora fissata con lui”. Quando conosci una persona da tanto tempo, non puoi permetterti di fuggirle, ovunque sei lei ti raggiungerà. Decido dunque di non andare lontano. Rimango lì e la fisso inespressiva, meglio che capisca da sola.

“Dai, Nina non può essere. Ok, è una specie di Adone con gli occhi azzurri, ma non puoi perderci tempo a sbavargli dietro”.

“Questa volta è diverso. Noi... noi stiamo insieme”. Ho quasi paura a dirlo, Liz è imprevedibile, la sua reazione potrebbe spiazzarmi.

“Stai... stai scherzando? Allora è lui il famoso belloccio con cui hai una relazione?”.

“Sì, ma non credere ai giornali, non ci hanno mai visto insieme, stiamo cercando di tenere la nostra storia al riparo da ciò che c'è fuori”.

“Wow, Nina... ma... spetta un attimo... lui... Ian non è fidanzato? Ho letto un articolo recentemente, c'era lui con Megan, quella della festa di Torrey...”.

Ora sono fregata. Inizio a raccontarle tutta la mia storia. Le racconto di come abbiamo iniziato a frequentarci, di come Ian non sia stato in grado di lasciare Megan, dei nostri continui litigi a riguardo.

Piango come una bambina, riesco a sputare fuori ogni sentimento, dai più nobili a quelli più reconditi, che forse non ho mai dichiarato neanche a me stessa.

“Tu lo ami, Nina?”.

“Da morire”.

“Allora andrà bene, per forza! Ricordi quando eravamo piccole? Io pensavo a diventare una giornalista famosa, tu speravi di trovare l'amore vero. Doveva essere bello, con i capelli scuri e gli occhi chiari come il cielo italiano. Volevi guardarlo e pensare di essere in un altro posto, lontano da tutta questa pioggia. Inoltre doveva avere anche le “righette” sulla pancia. A quelle ci tenevi.

Sembra impossibile dirlo, ma tu aspettavi Ian da tutta la vita, ora che ce l'hai, vedi di non fartelo scappare!”.

La abbraccio forte, il suo parere è sempre stato molto importante per me. Temevo un po' la sua reazione, ma come al solito è riuscita a stupirmi.

“Ma dimmi un po', a letto com'è?”.

“Una vera bomba”.

“Tutte a te le fortune!”. Ridiamo.

 

 

Pov Ian.

 

Suono più volte al campanello. Non risponde nessuno. Sto per andare via, quando la sua macchina entra nel vialetto.

Megan si avvicina alla porta, sul suo viso compare un'espressione di terrore, non si aspettava di trovarmi qui.

“Ian, che cosa ci fai qui?”.

“Ho bisogno di parlarti”. Il mio viso non lascia nulla all'immaginazione, sono freddo e distaccato.

Mi invita ad entrare. Mi siedo sul divano.

“Vuoi qualcosa da bere?”.

“No, grazie”.

“Oh, ti va di guardare un film?”. Come al solito è sfuggente, cerca di depistarmi, lo fa da settimane, ormai.

“No, Megan sono venuto qui per parlarti di una questione importante. Sono giorni che ci provo, ma non me ne lasci il tempo”.

“Scusami, solo che ho avuto dei problemi”. Sembra arrabbiata, ce l'ha con me, è come se avesse già capito quali siano le miei intenzioni.

“e' necessario?”.

“Cosa?”.

“Parlare, tanto penso di avere già capito”.

“E' necessario, non sono quel tipo di uomo che lascia le cose irrisolte, ho già dovuto venire meno alla mia natura per troppo tempo, ora ho bisogno di parlarti e tu hai bisogno di starmi ad ascoltare”.

Si siede al mio fianco, prova a mettermi una mano sul ginocchio, ma con un gesto non troppo carino la allontano.

“Io non ti amo più”. Sono diretto, crudo, in casi come questo non ha senso tergiversare, non farebbe meno male.

“Io non ti ho mai amato. Scusami se te lo dico così, ma per il tuo bene, per rispetto a ciò che sei stata in questi mesi, devo essere sincero”.

Il terrore si trasforma in furia. Il suo viso è deformato, è come se mi volesse picchiare, in realtà me lo meriterei.

“E te ne esci fuori dopo cinque mesi? Cosa hai fatto? Hai giocato per tutto questo tempo?”.

“Nella vita succedono cose che ti cambiano profondamente, tu non te le aspetti, ma allora arrivano e ti stravolgono completamente.

Qualche mese fa ho incontrato una ragazza, ho condiviso con lei i momenti più belli della mia vita e giorno dopo giorno me ne innamoravo, senza neanche accorgermene. Però non potevo. Milioni di motivi mi tenevano lontano da lei e ne soffrivo”.

“Pensi che questa storia mi possa interessare?”. La Megan che ho conosciuto non c'è più, al suo posto una donna cattiva, ferita nell'orgoglio. Vorrei potermela prendere con lei, con la sua reazione indisponente, ma non ci riesco, non sarebbe possibile.

“Ti deve interessare! Questa non è una storia come le altre, è la storia di come io ti ho presa in giro”.

“Non fai che peggiorare la situazione”.

“Fidati, peggio di così non potrebbe andare.

Quando ho capito che con lei le cose non avrebbero potuto funzionare, ho pensato a te. Tu eri bella, dolce e soprattutto incondizionatamente innamorata. Mi ero imposto di innamorarmi di te, solo così la mia vita sarebbe stata più facile. Poi gli eventi mi hanno travolto, il destino ha voluto che io la rivedessi, che iniziassi a passare più tempo possibile con lei. Ho cercato di andare avanti, di ignorarla, ma è stato più forte di me: io l'amavo. L'amavo a tal punto che ogni mia azione prevedeva lei.

Intanto continuavo a stare con te, pensavo che il tempo avrebbe aggiustato le cose, ma più stavo con lei, più mi rendevo conto che la desideravo. Una sera mi sono dichiarato, tu eri nel mio letto, dormivi tranquilla e ignara, io ero nel suo. Quella notte è stata la più bella della mia vita, l'ho fatta mia davvero, sapevo che non me ne sarei liberato. Da allora abbiamo iniziato una relazione clandestina. Avrei voluto dirtelo subito, ma non me ne hai dato occasione. Non ti facevi vedere sul set, non rispondevi alle mie chiamate, ti limitavi a messaggi sparsi ai quali io non avrei potuto rispondere”.

Sta in silenzio per qualche minuto. I suoi occhi sono rossi per le lacrime. Vorrei stringerla a me, dirle che non è niente, che nella vita capita a tutti di trovare uno stronzo, ma che poi si cerca di andare avanti. Ma non riesco, le parole si bloccano in gola.

Faccio per alzarmi, codardo come al mio solito voglio uscire da quella casa, ma è allora che anche lei abbandona il divano per venire di fronte a me.

Quello stato di impassibilità sembra essersi attenuato, nel suo sguardo ora solo odio, ed io lo merito tutto. Inizia a piangere disperata, singhiozzi e lacrime le spezzano il petto. Tira centinaia di pugni sul mio petto.

“Sei uno stronzo, mi hai rovinato la vita, io ti odio”. Non ho il coraggio di ribattere, come potrei di fronte all'evidenza?

“megan, mi dispiace”.

“Ti dispiace?! Ti dispiace?! Se davvero ti fosse dispiaciuto non mi avresti fatto tutto questo. Cosa ho fatto per meritarmelo?”.

“No, no, no. Tu non c'entri nulla, Megan! Tu hai sbagliato solo ad innamorarti di uno come me”.

“Oh, Ian, risparmiati le frasi ad effetto, sono state già sentite e risentite un milione di volte, dovresti aggiornare il tuo repertorio”.

Non piange più, ora nella sua voce solo il rancore.

“Chi è? Lei chi è?”. urla isterica.

“Cambierebbe qualcosa?”.

“Cambia tutto!”.

“Non credo”.

Si avvicina minacciosa, probabilmente mi tirerà uno schiaffo. Ci sta.

“Dimmi chi è lei. Ho il diritto di sapere”.

“Nina”.

Ride, una risata malefica, fredda. Mi vengono i brividi.

“Lo sapevo, lo sapevo che di lei non dovevo fidarmi. No, Megan, io e Nina siamo solo amici. Tranquilla, Megan, è troppo giovane per me. Sei un maledetto bugiardo”.

“Il mio amore per lei è stato inevitabile”.

“Quindi hai deciso di mandare tutto all'aria per quella puttanella da due soldi che ha solo bisogno di notorietà”.

E' come se mi risvegliassi dopo una dormita di dodici ora. La rabbia mi invade, afferro Megan per le braccia e avvicino il mio viso al suo, si allontana un po' spaventata. Allento la presa.

“NON FARLO MAI PIÙ. Quando parli di lei devi sciacquarti la bocca. E' tutta colpa mia, io ero fidanzato, io ti ho tradita”.

“Ma lei non mi pare si sia fatta problemi a sedurre un uomo impegnato”.

“Tu non sai niente, tu non la conosci. Nina è una donna diversa da te, lei è pura, ingenua. E' la cosa migliore mi sia capitata nella vita. Ora, se permetti devo andare via”.

Faccio per andarmene, apro la porta e la sua voce mi blocca ancora una volta.

“Sì, va' pure da lei, divertitevi fin che potete. Ma sappi che non è finita qui”.

Suona più come una minaccia che un avvertimento. Decido di ignorarla, non mi fa paura.

Ora finalmente, posso amare in libertà la mia donna, questo è il miglior regalo di Natale che potessi ricevere.

 

 

Pov Nina.

 

Dopo aver fatto una bella doccia rilassante e aver indossato il mio vestito delle feste scendo in salotto.

L'odore del cibo arriva fino alle scale. Mia madre sembra allegra, è chiusa in cucina con Maryelle e ascoltano canzoni di Natale. Questa atmosfera non fa assolutamente per me. Non fraintendetemi, amo stare con la mia famiglia, amo trascorrere dei momenti felici con loro, ma preferirei farlo senza troppo ghirigori in giro per la casa e soprattutto senza tutto questo rosso che, mi dispiace dirlo, ma è proprio un pugno nell'occhio.

Raggiungo Paul e Torrey in salotto, stanno dando un'occhiata su internet, lo fanno tutti i giorni, quando sei famoso è facile trovare articoli su di te.

Alexander è incollato alla tv con la sua nuova ragazza, oggi pomeriggio mia madre ha rischiato il collasso. Uno, perchè è bella da far girare la testa, due perchè il suo piccolo si è fidanzato e quindi lei non è più indispensabile.

“Ciao amore mio”. Mio papà mi lascia un tenero bacio sui capelli, anche lui sembra di buon umore, è una novità, anche perchè la mia poca predisposizione alle feste è genetica. Beh, genetica si fa per dire! Diciamo che l'ho presa da lui.

“Nina, guarda c'è un articolo su di te”. Mi avvicino di più a mio cognato, cerco di sbirciare dal suo i phone, ma è troppo piccolo perchè possa scorgere qualcosa. Me lo passa e inizio a leggere.

Nina Dobrev, il nuovo idolo delle ragazzine, avrebbe una relazione segreta con un uomo molto più maturo di lei-replicano le fonti. Noi non possiamo essere sicuri su chi, ma i dubbi che si possa trattare di un regista ultra quarantenne si fa strada dentro di noi”.

Guardo sbalordita Paul. “E' uno scherzo, vero?”.

“No, questi sono solo gli effetti collaterali della popolarità. Fortunatamente i tuoi, non si interessano di gossip e di televisione in genere, cerchiamo di tenerli il più lontano possibile da queste fonti”.

“Già”.

Odio questa parte dell'essere famosi, ma quando ho accettato la proposta di Julie e Kevin avevo già valutato tutti i rovesci della moneta.

Mia mamma porta gli stuzzichini in salotto, mancano solo Devon e il suo nuovo compagno. Frank è già andato all'aeroporto a prenderli.

Suonano alla porta, finalmente sono arrivati.

“Nina, tesoro, vai tu, per favore”.

Sbuffo, guadagnandomi un'occhiataccia da parte di mia madre. Decido quindi che è meglio alzare le chiappe e andare ad aprire.

Quasi svengo. Mi ritrovo di fronte ad un enorme mazzo di rose rosse. Cavolo, ancora rosso!

Riesco ad intravedere la bellezza di due occhi azzurri scrutarmi ansiosi da dietro al mazzo, i miei occhi iniziano a riempirsi di lacrime.

“Che cosa ci fai tu qui?”. Non c'è più rabbia, né frustrazione, solo il desiderio di stringerlo a me, di sentirmi sua ancora una volta.

“Ho ricevuto un invito per la vigilia di Natale, mi sembrava brutto rifiutare”. Il suo sorriso mi blocca il cuore per qualche secondo, è come se non esistesse nulla di altrettanto bello.

“Chi...? Papà?”. Ecco svelato l'arcano, mio padre è strano da quando sono arrivata, non faceva altro che ricordare a tutti che avremmo trascorso il Natale tutti insieme e che con noi ci sarebbe stata una persona speciale. Eravamo convinti si riferisse a Devon, quando parla di lei i suoi occhi si illuminano, è la sua piccolina, e soprattutto, anche se non si dovrebbe dire per un padre, la sua preferita. Solo ora riesco a pensare quanto Liberty si sia affezionato a Ian nel suo breve soggiorno qui e anche quanto tutte le mie sorelle, mio fratello e mia madre lo abbiano accolto bene. E' uno della famiglia.

“Ieri mattina gli ho telefonato per augurargli un felice Natale e lui mi ha invitato a trascorrerlo con voi. Era talmente eccitato...”.

“Ma, Ian, la tua famiglia... non li vedi da Ottobre...”. So quanto sia importante con lui, spesso mi parla di sua madre, di sua sorella e di suo fratello, ma ancor di più ama raccontarmi le birichinate dei suoi due nipotini, Jaxon e Ruby, le sue due piccole gioie.

“Diciamo che la mia famiglia capirà,avevo qualcosa di più urgente... diciamo che avevo una certa emergenze d'amore. Adesso hai intenzione di prenderti i fiori e baciarmi, o preferisci lasciarmi tutta la notte sotto la pioggia?”.

Mi ha chiamata “emergenza d'amore” , come potrei tirarmi indietro e magari sbattergli la porta in faccia? Ok, lo so sono volubile, ma lui è così tenero! E poi a Natale dobbiamo essere più buoni e invitare a cena un poveraccio che si è fatto quindici ore di volo, mi sembra proprio una buona azione.

Gli lancio le braccia intorno al collo, mentre con il piede cerco di socchiudere la porta. Avvicino il suo volto al mio e mi perdo nei suoi occhi. Lo bacio, mi è mancato immensamente.

 

Tutti hanno accolto Ian nel migliore dei modi, in particolare mio padre che lo ha sequestrato e gli sta mostrando tutta la sua collezione di monete. E' la giusta punizione per come si è comportato ultimamente!

Suonano di nuovo alla porta, questa volta non mi alzo neanche morta. Non mi pongo neanche il problema, visto che Maryelle ha letteralmente tranciato una caviglia di Paul per arrivare prima alla porta. Chi la capisce è bravo!

Ian prende posto sul divano, vicino a me, iniziamo a giochicchiare con il suo telefono e a scherzare tra di noi, sotto lo sguardo vigile e sorpreso di mio padre.

Improvvisamente mi sembra di stare in una bolla di sapone, si sentono solo i rumori insiti nella casa, quasi mi spavento, non vorrei che tutti ci avessero abbandonato. Anche Ian sembra essersene accorto, ha alzato i suoi splendidi occhi e ha iniziato a scrutare un po' tutti.

Stanno guardando in direzione della porta, spontaneamente seguo la loro traiettoria. I miei occhi si posano su quattro figure ferme sull'uscio della porta del salotto. Maryelle si mangia nervosamente le unghie della mano destra, Frank, al suo fianco, cerca di fare il vago, e con le mani nelle tasche guarda il soffitto (in effetti ci sarebbe da fare una rinfrescata!). A qualche passo di distanza c'è Devon, mi abbandono in un sorriso a trentadue denti, è sempre stata bellissima, ma ogni volta che la vedo lo è ancora di più. Stringe la mano ad un uomo... un uomo, perchè mi sembra male dire... vecchio! Non ci posso credere. Lei bellissima nel suo metro e settanta, i capelli scuri lunghi fino alla vita, il fisico asciutto e prosperoso con due occhi azzurri che potrebbero concorrere con quelli di Ian, lui dimostra almeno sessant'anni, è basso, tozzo e con la pancia. Una barba arruffata e bianca lo invecchia ulteriormente e degli occhi di un verde intenso faticano a vedersi dietro al nasone importante.

Come i miei parenti anche io rimango senza parole, faccio un calcolo mentale e mi viene quasi un colpo quando scopro che mio padre, con i suoi cinquantanove anni, potrebbe essere suo coetaneo o addirittura più giovane.

Ok, Nina, respira. Concentrati. Mi alzo dal divano e corro ad abbracciare Devon. Dopo di che mi presento al vecch... ehm, volevo dire uomo di mia sorella. Francesco, dovrebbe chiamarsi così.

“Ciao, io sono Nina, sono la sorellastra di Devon. Lui e Alexander, mio fratello e lei è la fidanzata, Michelle. Lì c'è nostra sorella Torrey e al suo fianco Paul, il suo futuro marito. Lei è mia mamma Micaela, mentre lui è Liberty, nostro padre. Sul divano c'è Ian, il mio r... un nostro caro amico”. Me l'ero tenuto per ultimo giusto per rimuginare sul ruolo che gli avrei dato e poi ci sono cascata comunque. Pazienza.

Anche Francesco inizia a presentarsi e lentamente tutti pronunciano le loro prima parole. Io che sciolgo il ghiaccio, incredibile! Solo mio padre se ne sta nell'angolo, lancia occhiate di fuoco in direzione di Devon, non vorrei assolutamente essere in lei. Ian invece le occhiate di fuoco le lancia a me, non deve essergli andata giù la storia dell'amico.

Infatti, quando tutti abbandonano il salotto per andare in cucina, lui mi afferra per la mano e mi fa risedere sul divano.

“Hai paura?”.

“Di cosa?”.

“Di dirlo ai tuoi. Di parlare di noi”.

Fingo indifferenza nei confronti di questa affermazione.

“Non sono cose che riguardano loro”.

“O forse hai paura a presentarti con un uomo di undici anni più grande?”.

La risata fragorosa sorge spontanea, lui sembra incupirsi ancora di più. “Mi prendi in giro? Nel caso tu non te ne fossi accorto, ti avviso che in questa casa, in questo preciso istante, undici anni sono bazzecole”.

“E allora perchè?”.

E' la mia volta di incupirmi. “Perchè vorrei presentare a mio padre il mio uomo, non quello di un'altra”. Abbasso lo sguardo e mi dileguo in cucina, Ian mi segue dopo qualche minuto.

La cena è stupenda, il mangiare è ottimo, peccato che l'umore non sia dei migliori. Mio padre si limita a rivolgere qualche parola di cortesia a Ian e Michelle, tanto per non far capire loro di essere capitati in una famiglia di matti, Alex non ha smesso un secondo di guardare in cagnesco Devon e mia madre non ha smesso di far tremare il mento da quando si è seduta a tavola.

Ringraziando il cielo, Ian e Paul ci intrattengono raccontando la nostra vita sul set, ne sono tutti molto interessati. Ovviamente si conclude con il prendere in giro me.

“Quella sera siamo stati cattivi, eravamo al ristorante e avevamo discusso per qualche motivo. Quando lei si è alzata per andare in bagno, io e Paul ci siamo fiondati a pagare e abbiamo spostato la macchina, volevamo farle credere di averla lasciata lì. Ci siamo gustati tutta la scena da lontano, è diventata pazza, si è addirittura messa ad urlare. Quando siamo usciti allo scoperto, si è ripresa la borsetta e ce l'ha tirata in testa”.

“Mi è venuta paura, pensavo di essere rimasta sola”. Tiro fuori una vocina infantile, Ian mi guarda negli occhi abbozzando un sorrisino tenero, con il pollice mi accarezza la guancia.

“Sono contento che mia figlia si sia innamorata di te, Ian”. Quasi cado dalla sedia, mentre mio padre pronuncia solenne il suo primo discorso intero da quando ci siamo seduti a cena.

“Papà...”.

“E' la mia bambina. Custodisco gelosamente ogni ricordo del suo passato. Ricordo quando la mettevo nel letto e le cantavo la ninna nanna, quando tornavo dal lavoro e voleva essere la prima a darmi il bacio, quando correva mezza nuda per casa e diceva di essere capitan pannolino...”.

Sono super imbarazzata, Ian ride di gusto all'ultima affermazione di mio padre, io ho una mano sulla testa e sono sicura di essere rossa come un peperone. La prima parte del discorso andava bene, non nel mio stile ma almeno era commovente, che diavolo c'entrava adesso “capitan Pannolino”?.

“Papà, possiamo...”.

“Poi ha iniziato a crescere”. E meno male. “La spiavo dalla fessura della porta semi aperta, mentre misurava i vestiti e le scarpe delle sue sorelle, mentre si truccava con attenzione le labbra e si metteva davanti al ventilatore per far alzare il vestito come Marylin”. Ok, forse era meglio Capitan Pannolino. “Sapevo che aveva tutte le carte in regola per diventare una donna stupenda. Lo vedevo nel modo che aveva di atteggiarsi con i ragazzi senza aver neanche compiuto tredici anni, nell'ammirazione che aveva per Julian i primi anni in cui stavano insieme, me ne accorgevo quando ti lanciava sguardi di fuoco sperando che nessuno se ne accorgesse. Sono un padre ed è difficile per me accettare tutto questo, vorrei che le mie piccole restassero con me per sempre. Ma non è possibile. Nina non è più mia da diversi anni ormai ed io devo farmene una ragione.

Quindi, figliolo, prenditi cura di lei. Falla sentire amata e lei si concederà a te, pienamente. Ma non tradire i suoi sentimenti, Nina difficilmente perdona. Continua a guardarla come la guardi adesso, perchè per esperienza posso affermare che l'amore sta negli occhi”.

Ian sorride bonario a mio padre, poi prende la mia mano appoggiata sul tavolo e la stringe con potenza, senza però farmi male. Il suo sguardo ritorna a Liberty.

“Mi prenderò sempre cura di lei, ho un tesoro tra le mani e non ci rinuncerei mai”.

Lo guardo raggiante. Per quanto qualcosa non abbia funzionato, mentre guardo mia madre e Torrey che si abbandonano a lacrime di gioia, mio padre che sorride gioioso a Ian, Paul che mi strizza l'occhio divertito e commosso, il resto della famiglia che mi ammira divertita e felice e Ian... beh semplicemente l'uomo della mia vita che mi stringe la mano... posso affermare davvero che questo sia il più bel giorno della mia vita.

Mi godo la mia felicità e ignoro completamente quella vocina fastidiosa che tenta di dirmi che ho appena fatto ufficialmente mio, ciò che in realtà non mi appartiene e forse mai mi apparterrà.

 

 

 

Pov Ian.

 

 

Oggi è la giornata più bella della mia vita. Finalmente ieri sono riuscito a confessare tutto a Megan e questa sera ho trascorso momenti pieni d'amore insieme alla donna con cui voglio un futuro. E già, non dimentichiamo, ho anche ottenuto il consenso di tutta la famiglia.

Liberty mi ha accettato come un figlio, ovviamente, però, non se ne parla di farmi dormire con la sua bambina

Sono quasi le tre del mattino ed io non riesco a prendere sonno. Do un'occhiata a Paul, sta già russando nel suo letto small. Beato lui!

Mi alzo per andare a bere un bicchiere d'acqua al piano di sotto, una scatolina rossa cattura la mia attenzione. Riguardo l'orologio un'altra volta, le tre e dieci... beh, Babbo Natale potrebbe già essere arrivato.

Busso nervosamente alla porta della camera di Nina, cerco di fare meno rumore possibile, nella porta affianco dorme Alex con la ragazza. Già da quando mia sorella si era fidanzata, non mi ero mai riuscito a spiegare perchè il figlio maschio potesse dormire con chi vuole, mentre la femmina dovesse finire praticamente in clausura. Poi, mi immaginavo papà e iniziavo a comprenderli un pochino di più.

Nina mi viene ad aprire, è arzilla, probabilmente non ha ancora dormito. Prima che possa dire qualsiasi cosa, si mette un dito davanti al naso e mi fa segno di entrare.

“Cosa ci fai qui a quest'ora?”.

La afferro per la vita e la porto verso di me,l'odore dei suoi capelli mi inebria.

“Babbo Natale è passato a trovarmi in anticipo”.

Mi guarda incuriosita, allora gli mostro la scatolina. Inizia a scuotere la testa rassegnata, odia fare i regali, ma odia soprattutto riceverli, dice che la intimidiscono.

“Dai, fammi contento per questa volta, è per una buona causa”.

Fa un sospiro e afferra la scatola, appena la apre i suoi occhi si illuminano. Senza dire nulla si fionda sulle mie labbra e mi bacia con passione e trasporto. Mi abbandono a lei e alla sua felicità.

“Aspetta un attimo. Guarda attentamente il regalo”.

Tira fiori dal pacchetto la collana, è un cuore di swarovsky con colori tendenti al rosa, con un rivestimento posteriore di oro bianco.

Nina lo gira e rigira tra le mani, è estasiata. “E' stupendo Ian, davvero!”.

“Lo so, ma non mi interessa quello, voglio che legga ciò che c'è scritto dietro”.

Mi guarda perplessa e poi si gira tra le dita il piccolo cuore. “Tu sei l'unica”. Sorride un po' malinconica, probabilmente si sente presa in giro.

Decido di intervenire, le prendo il meno con le mani e alzo il suo volto verso di me.

“Nina, tu sei l'unica”. Lei annuisce, non ha ancora capito le mie intenzioni.

La faccio sedere sul letto e le stringo le mani tra le mie.

“Amore, ieri ho parlato con Megan. Le ho confessato tutto, non stiamo più insieme”.

Spalanca gli occhi per lo stupore, mi sembra ancora più bella, se possibile. Mi sorride radiosa, sembra una bambina che ha trovato sotto l'albero la bambola che aveva tanto desiderato.

“Quindi ora sei tutto mio?”. La stringo forte al mio petto e così piccola e delicata che ho paura di spezzarla. E di spezzare insieme la magia che si è venuta a creare.

“Tuo per sempre, amore mio”. Ci sdraiamo sul letto, non ho voglia di fare l'amore, questo momento è perfetto così com'è, non voglio cambiare una virgola.

“E tu, tu vuoi essere l'unica donna della mia vita?”.

“Lo spero proprio, non voglio più sentire la parola “altre” da nessuna parte, ne ho la nausea”.

“Solo una donna insegnerà ad una donna come si ama, le altre glielo ricorderanno solamente. E decisamente tu non entri a far parte della categoria “altre”.

Vuoi dunque tu, Nina Costantinova Dobreva, prendere il qui presente , nonché fighissimo, Ian Somerhalder come tuo fidanzato e promettere di amarlo ed onorarlo per tutti i giorni della tua vita?”.

Fa finta di pensarci un po', le faccio la linguaccia. “Lo voglio”.

“Ok, allora io vado”.

Mi guarda stupita. “E dove vai?”.

“Ad aggiornare il mio stato su facebook, no?!”.

Scoppiamo a ridere un'ultima volta prima di affidarci a quel bacio, il nostro primo bacio da fidanzati ufficiali.

“Ti amo, Somerhalder”.

“Ti amo anch'io, Capitan Pannolino”. Mi becco un bel pugno sul petto e me lo merito!

 

 

Ciaoooo... questo capitolo non mi convince molto, comunque non importa.

Allora, è Natale e si sa che a Natale succedono le cose più incredibili, le famiglie si riuniscono, si creano piccoli problemi, però tutto finisce per il meglio. Poi potrebbe anche capitarti che il tuo bellissimo amante, molli la sua ragazza per correre da te e regalarti un bellissimo gioiello di swarovsky e per dichiararti il suo eterno amore. E' successo a tutte, no?! Certo!

Comunque finalmente le cose sebrano essersi risolte, ma sarà davvero così?

Vi aspetto con il prossimo capitolo, potremo considerarlo un extra, più che parte integrante della storia. Ho pensato di raccontare il capodanno dei nostri protagonisti, perciò mi piacerebbe non dover aggiungere colpi di scena..... baci e grazie a tutte le mie lettrici

  
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