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Autore: Alexiel_Slicer    17/09/2012    2 recensioni
Dopo quindici minuti abbondanti di camminata imboccai il viale d'ingresso della scuola pronta a scoprire chi fosse quella persona che aveva scritto quella cosa sotto casa mia e che si firmava "sexgott", ma non era LUI.
"...E' bello sapere che eri lì per me
Grazie per esserti comportato
Come se ti fosse veramente importato qualcosa
Facendomi sentire come se fossi l’unica per te
È bello sapere che avevamo tutto
Grazie per avermi guardato cadere
Lasciandomi sapere che eravamo finiti
Tu eri tutto, tutto quello che volevo..."…
Genere: Drammatico, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Tom Kaulitz
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 9
Quel mattino a scuola fu particolarmente movimentato. In giro c'era voce che quel giorno sarebbero arrivati un gruppo di ragazzi nuovi e che non rientravano proprio negli stardard di studenti modello.
Io e Tom stavamo all'ingresso dell'edificio quando questi arrivarono. Erano quattro e tutti alti sul metro ed ottanta, tranne uno che ad occhio e croce doveva essere sul metro e sessanta. Avevano visi spigolosi ed ognugno di loro aveva gli occhi segnati da pesanti occhiaie, ma se i loro visi sembravano trasandati il loro abbigliamento era curato e firmato. Solo il più piccolo vestiva con indumenti larghi come Tom.
Erano strani, molto strani e non bisognava essere una cima d'intelligenza per capire che si doveva stare lontano da loro. Almeno era quello che pensavo.
I giorni a seguire divennero grigi e si misero in contrapposizione con quelli lieti appena trascorsi. Così come anche il suo comportamento. Nei miei confronti divenne schivo, misterioso avrei osato dire, come se avesse qualcosa da nascondermi. Inoltre iniziava a passare sempre meno tempo con me ed io non riuscivo a capirne la motivazione. L'unica cosa che sapevo era che quel cambiamento era iniziato dal giorno dopo l'arrivo di quei tipi.
Una mattina Naomi mi fermò.
"Hey Ronnie!"
"Ciao Naomi!"
"Aspetti Tom?"
"Si, perchè?
"Niente...posso darti un consiglio?"
"Ehm si" risposi stranita.
"Tienilo d'occhio"
"Che significa?"
"Io non dovrei dirlo..."
"Parla, tranquilla"
"Mentre venivo l'ho visto in compagnia di quei tizi nuovi. Non mi sembrano dei tipi apposto...era solo questo..."
"Oh, ok. Grazie".
La ragazza se ne andò lasciandomi interdetta. Quindi era questo che mi stava nascondendo? Tutte quelle scuse per questo? Per starsene con i suoi nuovi amici? E perchè non dirmelo? Perchè mentire?
Tom sbucò dal vicoletto e qualche metro più indietro vidi spuntare anche i quattro.
"Ciao amore" disse baciandomi una guancia. In quell'istante un'ondata nausente di fumo mi colpì in pieno come uno schiaffo.
Lo studiai per dei secondi.
"Ciao...come mai arrivi ora?"
"Mi sono alzato tardi" si giustificò.
"Ah ho capito...hai fumato?" gli chiesi per vedere se continuava a mentire spudoratamente.
"No, ho smesso te lo sei dimenticata? Se hai sentito puzza di fumo è perchè alla fermata dell'autobus c'era un signore che sembrava una ciminiera".
"Va bene" dissi con poca convinzione.
"Hey ma che hai? Oggi ci incontriamo al parcheggio che ne dici? E stiamo solo tu ed io...lo so che in questi giorni ti sto trascurando" disse abbracciandomi.
"Ok" mi limitai a rispondere.
Forse Naomi si era sbagliata o se aveva ragione magari li aveva incontrati a metà strada ed avevano semplicemente parlato. Non volevo pensare che lui mi stesse mentendo in quel modo.
La campana suonò ed entrammo. Le prime tre ore passarono in fretta e lo stesso non potei dire, invece, delle ultime tre.
Durante la ricreazione successe un fatto che mi lasciò perplessa. Tom salutò quei ragazzi con una confidenza che si riserva solo agli amici più stretti e uno di questi gli passò furtivamente qualcosa in una mano. Io osservai quella scena per puro caso e il più basso se ne accorse, infatti, fece cenno con la testa a Tom di girarsi nella mia direzione. Questo venne da me con un sorriso finto e mi disse "Andiamo a mangiare?".
Lo guardai seria "Che ti ha dato?"
"Che? Che mi deve dare? Niente!"
"Sicuro? Fammi vedere la tasca della felpa allora"
"Ronnie stai diventando paranoica"
"Oh certo adesso te ne esci così...se non avresti niente da nascondere me l'avresti già mostrata, ma bene ho già capito tutto" dissi piantandolo in asso ed andandomene.
Ma che diamine gli stava passando per la testa? Che diamine stava succedendo?

Il pomeriggio andai al parcheggio nella speranza di trovarlo. Volevo parlargli, volevo sistemare le cose adesso che ero in tempo.
Lui era lì. Seduto sul divano con la testa all'indietro e le gambe appoggiate sul tavolino.
"Sapevo che saresti venuta...Ronnie parliamone".
"Si, parliamone perchè è proprio per quello che sono venuta"
"Sono solo amici quelli e niente di più. Non sono poi così male come dicono gli altri"
"E allora cosa ti hanno dato questa mattina? Perchè non mi hai detto che li stavi frequentando?"
"Perchè temevo che non avresti capito e comunque non mi hanno dato niente ti devi essere sbagliata"
"Non avrei capito? Cavolo Tom lo sai che puoi dirmi tutto!"
"Lo so e scusami. Mi sono comportato da stupido".
Abbassai la testa e questo la sollevò posando un dito sotto il mio mento.
"Guardami. Ti sembra che io potrei mentirti? Non ti sto dicendo frottole, credimi".
Fissai i suoi occhi e mi ci persi. Le sue parole suonavano così tanto di bugie e quello che vedevano i miei occhi era fin troppo lampante, ma il mio stupido amore nei suoi confronti mi faceva persino dubitare di me stessa e dei miei sensi.
Volli credere a quelle parole, volli crederci perchè non farlo sareppe stato peggio, perchè avrei sofferto e nonostante fossi consapevole della verità volli ignorarla.
Era proprio vero che l'amore rende ciechi e stupidi. 

  
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