Il
primo sole del mattino filtra timidamente nella grande vetrata
della mia stanza d’albergo mentre io me ne sto seduto inerte
su questo morbido
letto matrimoniale ad osservare il lento scorrere del tempo. Nel
silenzio della
mia solitudine mi abbandono ad un mesto sospiro: non era proprio
così che avevo
immaginato questa giornata. Era tutto programmato, questa volta ci
sarei
riuscito, ne ero certo il giorno della nostra partenza per questa
improvvisa
vacanza alle Hawaii, questa volta avrei trovato il coraggio per farlo.
Quanto
amiamo illuderci con promesse che sappiamo già in partenza
di non riuscire a mantenere, roba del tipo: iniziare la dieta il
lunedì
consapevoli che il martedì è in programma una
grande abbuffata con i compagni
di classe che non si vedono dai tempi del liceo, smettere di fumare
dopo aver
comprato l’ennesimo pacchetto di sigarette, iniziare a fare
ginnastica e
smettere dopo la seconda lezione per un fittizio doloretto al braccio,
quanto
siamo bravi a prenderci in giro da soli. E anche io sono stato ancora
una volta
bravissimo a farlo.
Il flebile suono delle nocche che battono sulla porta mi distoglie dai
miei
pensieri, mi volto verso il legno color nocciola dell’uscio
quasi fosse capace
di guardarne attraverso e resto in silenzio, non sono ancora pronto ad
affrontare questo nuovo giorno, la mia mente non è ancora
preparata ad
ascoltare l’ennesimo resoconto di una nottata brava ai limiti
della decenza,
non quando la protagonista di tali racconti questa volta è
lei. Torno a fissare
il paesaggio di fronte a me immergendomi nuovamente nei miei pensieri
facendo
scemare il suono continuo proveniente dalla porta, per il mondo sono
ancora
spento, la mia mente in un lento flashback mi ripropone lentamente la
serata
trascorsa: nonostante la pista fosse gremita di gente i miei occhi
erano solo
per lei, disegnavano la sua figura slanciata come il pennello di un
abile
pittore, la fissavo con dolcezza cercando nel suo sorriso solare la
forza di
confessarle ciò che il mio cuore è stanco di
nascondere da troppo tempo ormai,
ero rapito dai suoi movimenti sensuali e dallo sguardo arrapato di Josh
era
evidente che non fossi l’unico ad esserlo.
“Ma allora sei sveglio? Mi stavo escoriando le nocche a forza
di bussare…”
Mi volto di scatto verso la sua voce squillante, il cuore mi si ferma
nel petto
scorgendo la sua esile figura , le sue labbra si schiudono disegnando
un solare
sorriso che dona nuova luce a tutta la stanza, indossa una tuta
sportiva che
ricade morbida sulle sue forme di donna, è bellissima come
al solito.
“Ma come sei entrata? La porta era chiusa a
chiave…”
La fisso interdetto mentre la osservo apprestarsi con la grazia di un
felino al
letto per gattonare verso di me ridendo divertita della mia espressione
incredula.
“Ancora ti meravigli? Tay dovesti saperlo che sono una
ragazza dalle mille
risorse io!”
Abbozzo un sorriso smorzato cercando di mascherare quel velo di
tristezza che
sento coprire con prepotenza i miei occhi.
“Come mai già sveglia? Non è ancora ora
di pranzo…”
Si mette seduta accanto a me iniziando a fissare a sua volta il
paesaggio alla
finestra.
“Non ho proprio dormito stanotte a dirla
tutta…”
Ingoio la saliva in eccesso sfregando le mani sui miei jeans scuri, ti
prego
non farlo, il mio cuore non può sopportare anche questo, i
racconti di un Josh
borioso forse sarei riuscito a tollerarli, mi sarei illuso che tutto
fosse
ingigantito dalla sua presunzione ma questo no, non voglio ascoltare
dalle tue
labbra quanto sia stato bello passare la notte con lui, quanto tu lo
abbia
desiderato dal primo istante in cui hai incrociato il suo sguardo,
quanto ti
faccia sentire donna quando ti parla come solo lui sa fare. Salvami da
questo:
ne morirei.
Sposta il suo sguardo su di me quasi incredula del mio silenzio,
schiarisco la
voce e assecondo la sua tacita richiesta.
“Era tanto che ci speravi…”
Ricordo benissimo il giorno in cui le ho presentato Josh, era rimasta
senza
parole almeno di fronte a lui, ne aveva avute anche di superflue con
me: è
troppo bello, è troppo simpatico, è troppo
divertente, è troppo alto, è troppo
uomo, è troppo sensuale…era tutto troppo quando
si parlava del mio amico
biondo. Mi era bastato osservare il modo in cui Josh la guardava ieri
sera per
capire che l’avrei persa per sempre, anche se non era mai
stata mia.
Abbassa lo sguardo e lascia diventare la sua voce un lieve sussurro.
“Alcuni desideri è meglio che restino tali, si
perde così tanto tempo ad
idealizzare qualcosa, ad attendere che accada che quando questo avviene
non è
mai bello come quanto lo abbiamo immaginato…”
La lascio parlare restando in religioso silenzio stando ben attento a
bloccare
lo sciocco sorriso che sento nascere sul mio viso al suono delle sue
parole,
sono solo un bastardo egoista che trae gioia dalla sua delusione ma non
riesco
più a controllare il mio cuore che punta dritto verso quella
piccola luce
bianca che si è accesa dentro di me.
“E’ stata così disastrosa la
serata?”
Annuisce timidamente.
“Ho aspettato a lungo qualcosa che non
c’era…mi sono illusa…e penso che Josh
non mi guarderà nemmeno più in
faccia…”
“Ti va di parlarne? Magari non è stato così tragico come dici…”
“Se riesci a non trovare tragico l’essere scappata come una cretina non appena mi ha baciato diventi il mio mito seduta stante…”
“Uhm hai ragione: Josh non ti guarderà più in faccia…”
“Oh certo che sei d’aiuto tu…”
Mi scruta minacciosa arricciando le labbra.
“Ahahah ma dai Avril scherzavo. A Josh passerà…piuttosto posso chiederti perché sei scappata? Se ti va di parlarne ovvio…”
Sospira allontanando nuovamente lo sguardo da me per riportarlo sul paesaggio oramai completamente illuminato.
“In fondo prima o poi avrei dovuto parlartene, non riesco più a tenermi tutto dentro…”
Si ferma qualche istante come per trovare la forza di continuare a parlare.
“Che succede Avril?”
“Non so da dove iniziare Tay, è tutto così assurdo e imbarazzante.”
Non penso di averla mai vista così in difficoltà da quando la conosco.
“Pensavo di riuscire a risolvere questa assurda situazione con la storia con Josh ma non ci riesco…rovinerò tutto e non voglio, ma se non ne parlo impazzisco…”
Accarezzo la sua testa con la mano cercando di infonderle un po’ di calma, le sussurro di stare calma che non è mai così drammatico come descrive lei le cose e che di certo insieme riusciremo a trovare una soluzione a tutto, alla mia ultima affermazione si volta di scatto verso di me puntando i suoi occhi color smeraldo nei miei.
“Anche al fatto che ti amo riusciremo a trovare una soluzione Taylor?”
Mi fissa adirata rossa di vergogna in viso, lestamente porta una mano sulle sue labbra come per bloccare troppo tardi quelle parole che sono sfuggite al suo controllo. Sento il cuore scoppiarmi dalla gioia, gli occhi illuminarsi di un brillio che solo lei è in grado di donarmi, accarezzo il suo viso con le dita sfiorando appena le sue morbide labbra, quelle dolci fragole che da troppo tempo desidero assaporare con tutto me stesso. Lentamente avvicino il mio viso al suo, socchiudo gli occhi e schiudendo le labbra le appoggio timidamente alle sue, le sfioro appena gustandomi il dolce sapore di lampone del suo lucido, lentamente le nostre si schiudono e il nostro bacio diventa più profondo. Accarezzo la sua nuca con la mano tenendola stretta a me, Avril poggia la mano sul petto ascoltando il battito convulso del mio cuore, sorride sulle mie labbra facendomi letteralmente impazzire per poi staccarsi lievemente da me, mi fissa con gli occhi che brillano di una luce che non le avevo mai visto prima d’ora.
“Che significa Tay?”
Le sorrido imbarazzato carezzando il suo viso con il dorso della mia mano.
“Penso di essere innamorato di te da sempre piccola mia…”
Avrei mille cose da dirle ma l’unica cosa che riesco a fare in questo momento è perdermi nuovamente sulle sue dolci labbra.
Sorrido felice stringendola teneramente tra le mie braccia, Avril si stringe dolcemente al mio corpo sussurrandomi amabilmente all’orecchio con voce sensuale:
“Buon compleanno.”