Fanfic su attori > Cast Supernatural
Segui la storia  |       
Autore: Para_muse    17/09/2012    2 recensioni
Elisabeth è una ragazza che sogna e poi realizza quello che vuole: va in America, lavora sul set di un telefilm abbastanza famoso e fa la fotografa. Quello che più ama fare nella sua vita è racchiudere in un click più soggetti. I soggetti che l'attirano. Uno in particolare lo ammira...sia con i suoi occhi che con il suo obbiettivo...una storia d'amore, d'amicizia, e di insicurezza che Elisabeth riuscirà, forse, a liberarsene.
*storia per metà betata*
Genere: Comico, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Jared Padalecki, Jensen Ackles, Nuovo personaggio
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie '"The Second Chance" - Racchiusi in un...bookstory.'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
CAPITOLO BETATO

Come avevo promesso ieri, ecco il nono capitolo a vostra disposizione! Spero vi piaccia JHo cercato di correggerlo anche se non è betato correttamente come vorrei… vi prego, non fate caso a qualche errore di battitura. Spero vi piaccia…e vi ricordo che CERCO BETATRICE (non necessariamente) ;D
Ci vediamo di sotto..
 
Enjoy, read this!
 



9 Capitolo
 
Start again with... camera!

 
 
- Jensen mi dispiace, scusami, io... non sono così! - mormorai, singhiozzando tra le lacrime. Afferrai un panno un po' bagnato e glielo tamponai sul labbro spaccato.
- Tranquilla, per favore...auch! - sussultò afferrandomi delicatamente le mani, e allontanandole dal viso. Lo fissai dispiaciuta e con lo sguardo appannato dalle lacrime. Fiumi e fiumi di lacrime erano usciti dopo che Jensen era svenuto sotto il mio sguardo. Il mostro che era in me era scomparso, e la dolce Elisabeth che si prendeva cura degli altri era insorta all'improvviso dal mio essere e si era lasciato andare, cadendo addosso al petto di Jensen in lacrime e dispiaciuto.
- E' tutto okay... - mormorò, stringendomi la mano, mentre un Jared accigliato applicava un cerotto sul naso, e puliva con un cotton fioc imbevuto di disinfettante il labbro spaccato.
- Ma si può sapere che vi è preso a tutti e due? Nessuno vuole dirci niente... - disse, fissandoci entrambi. Jensen chiuse gli occhi facendo finta di nulla, e le mie lacrime continuarono a scendere giù, mentre gli carezzavo i capelli all'indietro.
- E' vero, nessuno vuole dirci niente... per favore Elisabeth, parla, dicci tutto! - disse Jessica, venendomi incontro.
- Abbiamo litigato, e mi sono sfogata... addosso a lui! - singhiozzai, piangendo ancora e ancora.
Jensen mi strinse forte la mano, come se volesse spezzarmela, non voleva lasciarmela andare, e io la tenni lì comunque, con dolore o senza.
- Smettila di piangere per favore - sussurrò con voce strozzata Jensen, mentre si distendeva su un fianco. - E' tutto okay - mormorò.
Perciò mi aggrappai a lui in un abbraccio, mentre i singhiozzi mi facevo vibrare il corpo. E ancora, e ancora...
 
Aprii gli occhi e sentii qualcosa vibrare nella tasca dei jeans lunghi e caldi che avevo indossato in quella gelida mattina di Vancouver. Le braccia di Jensen mi teneva stretta, nel suo letto matrimoniale a casa sua. Mi liberai piano, e afferrai il cellulare dalla tasca, portandomelo all'orecchio.
- Hello? - mormorai assonata.
- Pronto, tesoro? - disse la voce di mia madre preoccupata.
Mi svegliai di colpo, invertendo la lingua dall'inglese all'italiano.
- Mamma?! - dissi sorpresa.
- Ciao tesoro! E' da tanto che non ci sentiamo! Ma che fine hai fatto? - domandò preoccupata, quasi come se stesse piangendo.
- Tutto apposto mamma! - dissi sorridendo. - Qui è tutto okay, e da voi? Come stai? Il papà e Laura? - domandai curiosa. Mi alzai dal letto, e mi avvicinai alla finestra chiusa della stanza di Jensen, voltandomi a fissarlo, mentre dormiva profondamente.
- Stiamo bene, fa un caldo tremendo ma stiamo bene. Lì da te come è il tempo? - domandò.
- Abbastanza. Insomma fa già freddo. Lo sai mamma, no? Qui fa già freddo in settembre... - mormorai dispiaciuta, mentre i miei ricordi andavano alle vecchie estati che passavo al mare, con la mia famiglia.
- Come hai passato l'estate allora? - domandò la madre curiosa, ridendo anche.
- In realtà quest'estate sono partita con amici e siamo andati nell'assolata Miami Beach! - dissi ridendo questa volta anch'io.
- Te lo puoi permettere tesoro? Ti pagano bene? -
- Certo che sì mamma, sennò che ci sarei venuta a fare? Quasi più di mille e cinquecento euro al mese, mamma! E volevo dirti se avete bisogno di denaro, io posso sempre mandarmi metà del mio stipendio! - dissi dolcemente. - Papà lavora? - domandai preoccupata.
- Si, per adesso è impegnato con la coltivazione di mandorle. Poi passerà all'uva, e infine all'olio!Stai tranquilla piccola mia, ce la facciamo! - disse con voce roca.
- Okay mamma, mi fa piacere! - risposi sorridendo, - c'è qualcuno lì con te? Ho voglia di parlare con Laura! - le dissi ridendo.
- Sì, è qui te la passo! Stai attenta tesoro, e per qualsiasi problema, chiamaci! - disse, salutandomi e passando il telefono a mia sorella.
- Ehi sorellina, come va? Te la spassi lì, eh? - la sentii muoversi e affaticare il respiro. Sicuramente si era allontanata dai miei per parlare in privato. Mi allontanai dalla finestra, stanca di stare in piedi e mi avvicinai di nuovo al letto, sedendomi piano. Appena appoggiai il braccio libero per sostenermi, senti la mano di Jensen afferrarmi il polso piano. Mi voltai preoccupata che si fosse svegliato, e i suoi occhi aperti mi fecero addolcire. Chinandomi su di lui, mimai un sorry e continuai la mia discussione con Laura.
- Si, Laura certo che compro dei vestiti nuovi, e anche firmati! - dissi ridendo. Lei rise divertita e prima che potessi cambiare argomento sul lavoro mi domandò:
- E con gli attori? Sono bellissimi! Sai qui in Italia la tua serie tv è andata in onda a febbraio, mi sono documentata con qualche mia amica, patita per questa roba di fantasmi e altro. Me la sono vista quest'estate in streaming e devo dire che Dean non è proprio male! -
- Laura! Ma che dici!? - dissi isterica ridendo.
- Eh? Gelosa? Se non sbaglio si chiama Ackles e qualcosa... Jessin, o non so cosa... ma a me piace da morire Jared Padalecki! - mormorò con voce sognante.
" Ma guarda un po' che mi tocca sentire!" , pensai indignata.
- Si chiama Jensen Ackles, e Jared è occ... - mi tappai la bocca, prima che potessi dire altro.
- Che cosa? - domandò curiosa sua sorella.
- Niente è di origine polacche! - mormorai veloce, sperando di non farle capire niente.
- Ah, non lo sapevo. Devo informarmi su wikipedia... mmh. Vabbè che mi dici di loro? Sono belli dal vivo!? -
- Sì - borbottai.
- Ti piace uno dei due eh? -
- Smettila
- Su a me puoi dirlo! - disse ridendo.
- Laura, finiscila su! Dai passami papà!
- Okay, ci sentiamo presto!- disse e mi passò mio padre.
- Elisabetta! - gracchiò dall'altoparlante la voce di papà. Sorrisi dolcemente e mi appoggiai al cuscino, mentre Jensen si stringeva a me, con gli occhi chiusi.
- Papà. Come stai? -
La discussione fu molto simile a quella avuta con mia madre, solo che:
- Allora hai un ragazzo?- domandò con voce neutra. Io arrossii e ridacchia divertita. Attirai l'attenzione di Jensen che si issò con un braccio e mi fissò sorridendo. - Boyfriend? - mimò con le labbra.
Io scossi la testa, sorridendogli, e gli tappai la bocca con la mano.
- No papà, nessuno ragazzo! -, fissai Jensen sgranando gli occhi, mentre mi mordeva piano la pelle del palmo. Mormorai un "ahi!" e Jensen rise soffocando la risata sul cuscino.
- Nessun ragazzo eh? - disse sarcasticamente ridendo. - Dai, non prendermi in giro tesoro, chi è? - domandò curioso.
- Si chiama Jensen papà, ma è un po' agli inizi! - dissi ridendo e fissando Jensen che si metteva sull'attenti.
- Il suo nome sarebbe un Giuseppe all'italiana? - domandò, tossendo alla cornetta.
- No, papà! E' Jensen, J come Jessica, e poi iensenn! - soffocai una risata allo sguardo inorridito e allo stesso tempo divertito del ragazzo di fronte a me.
- Jieansenn! - borbottò mio padre facendo delle prove. - Vabbè, Giuseppe o J-e-qualcosa è la stessa cosa!
- No, invece! Giuseppe è un nome, Jensen ne è un altro! - dissi ridendo divertita.
- Jensen Ackles! Jensen! - urlò il ragazzo dal nome strano.
- Ehi! Sei con lui veramente! Allora? - disse isterico mio padre.
- Sono a lavoro! - dissi isterica, tappandogli la bocca con entrambi le mani, mentre la cornetta mi scivolava giù dalla spalla.
- Shut up! - mormorai ridendo, mentre gli saltava addosso.
- *The phone, your father are summoning you! - disse divertito, afferrando il telefono con una mano, mentre con l'altra mi tratteneva le braccia. Me lo avvicinò all'orecchio mentre mio padre sbraitava il mio nome alla cornetta.
- Papà! Devo andare, ci sentiamo un'alta volta okay? - dissi, ritornando all'italiano e lanciando uno sguardo assassino a Jensen!
- Va bene tesoro, stai attenta a questo Jiensenn! Stammi bene! -
- A presto -
- Finally! -
- Direi proprio! – dissi ritornando di nuovo all’inglese. Abbandonai il telefono da una parte mentre mi lanciai di nuovo alla riscossa verso di lui. - Non devi più interferire con le mie chiamate, caro Mr. Ackles Jiensenn! - imitai la voce di mio padre, ridendo divertita della sua faccia.
Prima che potessimo di nuovo prenderci a schiaffi e a divertirci, il telefono mi vibrò un'altra volta e un messaggio di Luna mi ricordò che era tempo di tornare a casa.
- Devo andare J! - dissi, fermandomi, mentre scendevo giù dal letto. Mi voltai a infilare le ballerine, e poi mi avvicinai all'armadio con specchio per sistemarmi.
- Non dimenticare che domani passo a prenderti io, baby! - disse dal letto. Io annuii e mi voltai a fissarlo.
- Per favore non chiamarmi così, mi sento... volgare! Non so... - borbottai avvicinandomi di nuovo al letto, per prendere la collana e gli occhiali da riposo che di solito indossavo a fine giornata.
- Okay, piccola-a! - disse in uno stentato italiano. Sorrisi e mi avvicinai a lui per lasciargli un veloce bacio sulle labbra.
- Non dovremmo metterci a letto quando torniamo dagli studios. Finiamo per guardare la tv e poi addormentarci, poi Luna di preoccupa e diventa isterica con me arrivata a casa... - dissi triste.
- Okay, niente più sonnellini insieme - disse sghignazzando, chiamando Jared con un urlò, per farlo arrivare dall'altra stanza.
Mi allontanai da lui, dirigendomi verso la porta chiusa della sua stanza, e aprendola arrivò l'urlò assordante della voce cupa di Jared:
- Cosa? -
- Non sono sorda Jared! - dissi tappandogli un orecchio.
- Scusa! - disse sorridendomi.
- E' tutto okay! Comunque, notte, ci vediamo domani J-Rod! - dissi, alzandomi un punta di piedi e lasciandogli un bacio sulla guancia, andai da sola alla porta d'ingresso, un po' come se fosse casa mia.
Bhè, era come se lo fosse un po'.
 
(*ndt: la frase inglese dice: "Il telefono, tuo padre ti sta chiamando!". Ho usato il verbo summon perchè si riferisce a chiamare ma non telefonicamente, quello sarebbe "calling you")
 
Ritornata a casa , era come se fossi ritornata alla "vecchia" casa in paese. Luna era un po' arrabbiata con me all'idea che io ritorni a casa così tardi, ogni giorno, e che non facessi nulla per aiutarla in casa. Un po' mi diede fastidio, e un po' mi pentii all'idea di averla abbandonata del tutto.
Non ci eravamo ancora raccontate nulla delle nostre rispettive vacanze, e ci eravamo viste così di rado visto il mio lavoro e la sua università che la impegnava in un nuovo stage artistico.
- Non che mi dia fastidio, ma vorrei che in casa fossi più presente. Tutto qui! - mormorò, prima di bere un sorso del suo caffè forte.
Io annuii e filai dritta in camera per sistemare gli ultimi vestiti che avevo messo in valigia.
Mentre infilavo le grucce nel loro posto, i pensieri viaggiarono di nuovo ad un Jensen dormiglione, e a me stessa tra le sue braccia... un'innamorata Elisabetta e non un Elisabeth qualunque. Sorrisi tra me e me, e quando finii di sistemarmi la roba in camera mi diressi da una Luna affamata in cerca di qualcosa in dispensa.
Perciò per farmi perdonare cercai di replicare le lasagne della mamma, e davanti a quelle ci raccontammo a vicenda le vacanze estive, evitando però le parole: amore, Jensen, impegnata, e litigi.
Luna aveva passato una fresca estate londinese dai suoi, ora che era ritornata però voleva impegnarsi in questo stage artistico televisivo, dove la vedeva impegnata a sfidarsi con altri suoi coetanei per aggiudicarsi un posto in una serie tv di successo "senza nome".
- Non vi hanno detto quale sia? - domandai mentre mi alzavo per togliere i piatti di mezzo. Lei scosse la testa e dopo aver bevuto le due dita d'acqua rimaste sul suo bicchiere, si alzò aiutandomi a sparecchiare.
- In realtà ci hanno detto che non ha importanza perché comunque il nostro scopo è quello di essere preparati a qualsiasi parte, brutta o bella che sia. Difficile o facile che sia da interpretare. A me piaceva recitare, è questo il punto. Quindi non ho problemi se la serie tv è quella dove lavori tu o quella dove lavora Ian Somerhalder. Basta che mi faccia un po' di carriera e di esperienza per quando sarò un'attrice di teatro o di cinema o di tv, ma ad un certo livello - disse convinta delle sue capacità.
Io annuii sorridendole con fierezza. Non l'avevo mai sentita parlare così. Ed era fantastico vederla così sicura di se. La piccola e pazza Luna nel mondo dello spettacolo. Super sexy e brava nelle sue parti.
- Vai alla grande Luna! - dissi dandole una pacca sul sedere. Lei saltellò sul sposto e ricambiò la pacca.
- T'immagini lavorare insieme tu e io? Io sarò la tua attrice/modella e tu sarai la mia fotografa. Mi raccomando, photoshoppami quando vuoi... - sussurrò a voce bassissima, come se non volesse farsi sentire da nessuno.
Risi divertita, facendomi seguire a ruota da lei, che poco dopo aveva le lacrime agli occhi, ci buttammo sul divano guardando un po' di tv.
- E' da tanto che non stavamo un po' insieme - disse, stringendosi al mio braccio sotto la leggera coperta che ci riscaldava. Io appoggiai semplicemente la testa sulla sua e continuammo a guardare la tv, come facevo sempre con quella svampita di mia sorella Laura.
 
 
Sentii i bassi suoni di Christopher e "Time is Running Out" svegliarmi. Matthew strillava che era ora, e Dominic faceva tanto casino con la sua batteria.
- Ho capito, ho capito! - alzai di colpo il collo, e sentii un dolore lancinante alla spalla. Mi accorsi solo allora che io e Luna e la tv,ci eravamo addormentati sul divano.
- Luna, alzati devi andare all'università! - dissi, scuotendola appena e alzandomi per dirigermi verso il mobiletto ai piedi della tv per afferrare il telefono che strimpellava insieme ai Muse e mi avvisava che sarei arrivata in ritardo a lavoro.
- Tappati la bocca! - gli sussurrai spazientita, premendo i bottoni a casaccio e staccandosi ad un tratto la musica.
Abbandonai il telefono sul tavolo della cucina, mentre era intenta a farmi un thè bello forte, e infilai un cornetto freddo nel forno per riscaldarlo.
- Ne fai uno a me? - domandò Luna mentre si dirigeva nel corridoietto che portava al bagno. Dissi un - Sì - poco percettibile e ne infilai un altro tirando fuori il mio che era già caldo. Lo morsi, bevvi il mio thè bollente, e quando finii la mia colazione in piedi mi diressi in bagno al posto di Luna, per rimettermi in sesto.
Quando fui pulita, profumata, e con i capelli poco più domabili, passai al restauro con il make-up. Un po' di matita sopra e sotto, e un po di cipria qua e là, e il rossore finto del blush mi permisero di apparire poco meno sconcertante mentre mi dirigevo in camera per scegliere il look di quella giornata. Infilai un paio di jeans, un paio di comode scarpette, una maglia fuxia con una stampa a scolla, un giacca nera di sopra e per decoro un paio di bracciali in metallo, la mia solita collana e gli orecchini cerchiati.
Preparai la mia borsa a tracollo abbinata alle scarpe, e i miei borsoni con gli obbiettivi e le due macchine fotografiche professionali. Li appoggiai sulle mie esili spalle, e mi diressi verso il soggiorno aspettando che Jensen passasse a prendermi. Afferrai il cellulare e lo tenni in mano aspettando un suo sms o un suo squillo di avviso. Erano le otto meno due minuti e di lui nemmeno l'ombra. Gli mandai un sms, e prima che potessi aspettare la sua risposte senti un clacson persistente suonare dietro la porta d'ingresso.
- Luna io vado! Ci vediamo stasera, okay? - urlai, prima che uscissi fuori di casa, percorrendo il vialetto con le borse a tracolla e in spalla, aprii la porta del sub, ed entrai appoggiando ai miei piedi le borse. - 'giorno - mormorai, abbassando lo sguardo e arrossendo. Ancora non era abituato a quello che ci stava succedendo, ma era tutto reale, e Jensen era impegnato. Con me. Almeno ci stava provando, e stavamo facendo tutto con calma, senza fretta.
- Buon giorno - mormorò in un italiano stentato, sporgendosi verso di me, baciandomi la fronte. Le sue labbra belle e gentili, si posarono sulla mia carne, e gli brividi da prima cotta mi pervasero tutta, dalla testa ai piedi.
- Dormito bene? - disse, ritornando al suo posto, dando gas all'auto.
Un chiacchiericcio tenue si sviluppò nell'abitacolo mentre ci dirigevamo agli studios. Mentre parlavamo l'osservai, e il suo comportamento era ben diverso dal Jensen che avevo conosciuto. Timido, gentile, divertente e premuroso si mostrava adesso ai miei occhi, mentre quello scontroso e irriverente era rimasto a Miami Beach, facendosi si che non ci intralciasse qui a Vancouver.
Quando arrivammo ai parcheggi le auto sembravano essere di più del solito, forse perché eravamo in ritardo, o forse perché c'era più personale, ma quando scendemmo e ci dirigemmo verso la porta entrata a vetri, trovammo la nostra adorata Jessica, intenta a sorridere e a chiacchierare con il nostro migliore amico Jared.
- Ehi, ragazzi! - disse entusiasta sistemandosi sulla sedia, allontanandosi un momento da un Jared piegata in avanti sulla lunga e alta scrivania della reception.
- Ciao Jess, come va? - domandai appoggiando le braccia come Jared. Jensen appoggiò solo il suo gomito, dando una pacca sulla spalla del suo amico, fratello, coinquilino e co-protagonista Jared.
- Bene e voi? Si vede, state una meraviglia, eh? - disse euforica, quasi con le lacrime agli occhi. Poi si calmò d'un tratto, e iniziò a cercare qualcosa tra le sua scartoffie.
- Visto che siete i miei migliori amici, nonché lavoratori della Waner Bros, ho del materiale e news da darvi. Stamattina è passata una circolare dall'alto - disse fissando Jensen e Jared con sguardo serio. Loro si misero sull'attenti, e Jared si sistemò la giacca, ritornando con la schiena dritta.
Jessica presa dalla ricerca di qualcosa, si abbassò sotto la scrivania, cercando una scatola piccola, che poco dopo uscii porgendomi.
- Ecco a te, il tuo nuovo cerca persone! - disse, aprendomi la scatola davanti e azionandolo per farmi vedere come funzionasse. Io preoccupata perché non sapevo come si usasse, me lo feci spiegare per filo e per segno, e me lo feci attaccare da Jensen sulla stringa della cintura.
- Anche noi l'abbiamo sai? - disse Jared, alzando il giubbotto - poco o meno lungo fino al punto vita - mi fece vedere il suo cerca-persone attaccato alla cintura. La stessa cosa fece Jensen.
- Serve perché adesso ci sono i turni di notte, e di solito quando siamo in giro qui per gli studios, ci richiamano per spostarci da un posto all'altro della città. Giriamo anche di notte piccola - disse Jensen, fissandomi con sguardo serio.
Quando sentii quelle parole restai più o meno stupita. Di notte? E chi l'avrebbe sentita Luna adesso? E sarei stata capace di restare sveglia fino ad un certo orario.
- Di notte?! E come faremo a uscire il sabato sera... e mangeremo di notte...e faremo tutto di notte, scambierò il dì per la notte! - mormorai con voce isterica, aggrappandomi alla scrivania. Jessica, triste, mi porse il foglio della circolare che dovevo firmare, e poi un altro con tutti i turni fino alla decima puntata della terza stagione.
- Odio la terza stagione - borbottai tra me e me. Jared e Jensen risero, ma poi Jared mi fece capire che non era stato solo per la terza stagione, ma anche per tutte le precedenti stagioni. Prima e seconda erano state già girate spesse volte di notte.
- O Gesù, sarei uno zombii... - piagnucolai, mentre sentii suonare il cerca-persone dei ragazzi e anche il mio, segnalandoci:
 
RIUNIONE ORE 8.30 - SALA RIUNIONI.
 
- Cos'è? Adesso ci mandi gli sms da un metro di distanza? - rise Jared, afferrandole una mano e baciandola - non prima di essersi guardato a torno -.
Poverini, odiavo vederli così sofferenti e lontani in pubblico.
 
- Allora vi ho convocati qui per discutere di alcuni punti che avverranno nella produzione della terza stagione di "Supernatural" - a parlare era il produttore esecutivo nonché mio mentore e datore di lavoro, Mr. Robert Singer. A capo della lunga tavola della sala riunioni, alza spesso la penna che teneva tra le mani per intensificare quello che diceva.
- ... ricevuto tutti i turni fino alla decina puntata che gireremo della stagione. A seguire vi farò avere il resto, ma adesso... - i miei pensieri andavano e venivano pensando a quello che sarebbe successo in questi mesi lavorativi. Il discorso di Mr. Singer arriva e andava, lo percepivo e non. La mia mente era troppo affollata.
- ... ho indetto questo stage perché voglio volti nuovi in questa serie tv, a parte i nostro mitici Jared e Jensen, avrei voglia di far apparire un volto fresco nella nostra serie tv, e lo stage è ormai dimezzato, solo poche persone sono rimaste. Tutte donne, mi interessa un ruolo femminile che incontreremo al più presto nelle prime puntate! - disse entusiasta, fissandoci ad uno ad uno. E non potetti ancora una volta non pensare a Luna. Luna...
- Cosa? - mormorai tra me e me felice. Luna! Luna stava partecipando allo stage che la nostra serie tv aveva indotto. Chissà se sarebbe stata fortunata.
- Chi ha parlato? - chiese con voce cortese Mr. Singer. Ci fu un silenzio di tomba, e tutti si fissavano con tutti, ma nessuno mi indicò. Jensen mi diede una piccola gomitata al braccio e io tossì infastidita e divertita.
- Va bene, avremo tempo di parlare avanti insieme, ma intanto ecco una copia del copione di ogni puntata, mi sono permesso di farlo con carta riciclata per tutti voi - e ne afferrammo uno ciascuno, passandoceli mano a mano.
Lessi solo il primo rigo:
 
3° Stagione
Supernatural
Puntata: 3x01
 
Copyright © The WB Company

 
- Sono molto felice di iniziare questa nuova avventura. Spero siate pronti! Tenetevi sempre pronti in qualsiasi momento del giorno e della notte e... In bocca a lupo a tutti e crepi ovviamente - e partì un applauso e un - Crepi - da tutta la troupe della terza stagione di Supernatural, della quale ovviamente facevo parte. Lavorando o no, avrei sempre avuto i demoni alle calcagna e Jensen Ackles avrebbe saputo difendermi. Ne sapeva una più del diavolo, e il sale era a nostro favore.
Mi voltai sorridendogli felice e divertita per i miei pensieri sciocchi e idioti: Lui mi fissò stranito, ma ricambiò senza indugi e senza riserve, pronto per una nuova avventura.
 
 
*spazio autrice*
 
Salve, contente di questo piccolo capitolo un po' di passaggio? Lo so non è granchè ma all'inizio del capitolo, si intende, abbiamo una coppia appena nata, e in fase di "primi passi".
Si, avete letto bene, Jensen e Elisabeth, stanno insieme... voi direte, insieme insieme? E io vi dico si, insieme insieme! *ridendo*
Bhè, dopo il ritorno da Miami, Jensen è cambiato, e si vedeva nella fine dell'ottavo capitolo, ma vorrei lasciare un po' tutto in sospeso, perchè di quello che è successo "al ritorno", ne riparleremo in futuro capitolo appositamente u.u
Mi sono permessa di prendermi la licenza dell'attrice Lauren Cohan come prestavolto di Luna. Lasciatemi questa "cosa da scrittrice" perchè volevo che fosse così, punto u.u
Saprete altro su Luna e la sua prestavolto Lauren Cohan, dal prossimo capitolo in poi, promesso! :)
Intanto vi lascio con l’immagine dei vestiti che Betta ha indossato per l’occasione di questa giornata all’insegna del lavoro u.u e continuate sotto a leggere...

 
VI RICORDO CHE CERCO UNA BETATRICE, e che potete contattarmi su FACEBOOK, TWITTER O SUL GRUPPO DELLA STORIA! Vi aspetto e se ci sarete parleremo della STORIA, di altre storie, degli SPOILER sulla STORIA e sulla SERIE TV di cui tratta: SUPERNATURAL e sicuramente anche di quel FIGO di JENSEN e quel SIMPATICONE DI JARED ;D
 
Al più presto con il prossimo capitolo, premettendo che la scuola mi dia il tempo di scrivere D: perché adesso la cose si fa più difficile. Vi farò sapere quando posterò o qui o sul gruppo se mi venite a trovare!
 
xoxo Para_muse

 
 
 
 
 
   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su attori > Cast Supernatural / Vai alla pagina dell'autore: Para_muse