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Autore: GFPentium    03/04/2007    1 recensioni
E se bastasse poco per essere felici?... E se cambiare certe volte vuol dire migliorare?... E se il vero progetto per il perfezionamento dell'uomo fosse la famiglia?... E se la differenza tra uomo e donna è così sottile da non poterla vedere?... E se dal nucleo dello 01 invece di Shinji fosse fuoriuscit... Indovinato è una What if?
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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NewGirlEntry006 Capitolo 6

A quel punto il maggiore sentì la voce di Asuka da dietro la porta:

“Misato sei sveglia?”

“Si Asu-chan, adesso arrivo a farti la colazione.”

Dopo essersi vestita, uscì dalla sua camera, si diresse in cucina preparò la colazione e mentre stava aspettando che il latte bollisse vide Asuka con in mano una scatola piena di quaderni e libri e perplessa gli domandò:

“cosa stai facendo??”

“Sto sistemando la mia camera, ho un sacco di roba da buttare.”

Così dicendo butto per terra, vicino al contenitore dei rifiuti, la pesante scatola ed il Maggiore incuriosito si acquattò accanto ad essa ed iniziò ad esaminarne il contenuto, passarono alcuni minuti e Misato domandò alla Second che era tornata in camera:

“Per la scuola cosa hai deciso, non ci vai più???”

Asuka con un po’ di timore pensando ad un eventuale reazione spropositata dalla sua tutrice, timore rafforzato dai fatti della sera precedente,  si sedette sul letto e con voce alta ed un poco inquieta rispose:

“No, per quest’anno no….”

Si aspettò una reazione, ma questa non si verificò e continuò:

“…Hai ragione tu Misato, visti i miei risultati scolastici mi toccherà ripetere l’anno, allora tanto vale non perdere tempo inutile...”

Ancora nessuna reazione.

“…poi sai comè un test oggi, una simulazione domani,  un’altro test dopodomani, e poi preparativi per eventuali attacchi, verifiche delle attrezzature senza contare lo stress e le battaglie senza preavviso contro quei cosi, è dura per un pilota di Eva andare anche a scuola….”

Niente di nuovo sul fronte Misato, Asuka incuriosita e preoccupata tastò il terreno:

“Ma mi stai ascoltando Misato??”

Il maggiore continuando l’approfondita lettura dei quaderni nello scatolone:

“Si che ti ascolto, continua pure.”

“Preferisco starmene a casa e riprovarci l’anno prossimo, magari senza quei granchiacci di angeli in giro.”

Misato rispose:

“Va bene, forse è la cosa giusta, però non credere di stare qui ad oziare, ricordati che la casa è da accudire e poi senza Shinji….”

Nel pronunciare quel nome, Misato fu pervasa da un senso di profonda tristezza e fu quasi sul punto di piangere, ma senza alcun preavviso iniziarono ad affiorarle alla mente le immagini dei lunghi capelli di Nadia, il suo bel visino, le sue piccole mani e come la tristezza arrivò nello stesso modo la tristezza sparì.

Asuka nella sua camera, preoccupata per quella frase incompiuta iniziò a riflettere:

> Riguardo a lasciare la scuola l’ha presa bene, inoltre per le faccende di casa dovevo aspettarmelo, dopotutto non posso avere vitto e alloggio gratis, solo che adesso starà a piangendo pensando a Shin-chan. Cavolo Shinji, combini guai anche in tua assenza.<

 Questo pensiero fu interrotto dalla voce di Misato:

“allora Asuka, la colazione sta diventando fredda”

> la colazione???, ma non stava piangendo??? <
 
Asuka, sempre più incuriosita, uscì dalla sua stanza, andò in cucina e vide che Misato era intenta a bersi un caffè e tra un sorso e l’altro le si rivolse:

“Allora Asuka, dovremo dividerci i compiti per accudire la casa e stavolta useremo un metodo più democratico della mora”

Asuka sempre più confusa riguardo al comportamento della sua tutrice si diresse verso il tavolo, si sedette, mangiò qualche biscotto e fu pronta per assaltare la sua tazza fumante.

Misato avvertì Asuka:

“guarda che non ho messo lo zucchero, prendilo dall’armadietto”

Subito la Second si rialzò nervosamente, andò verso l’armadietto aprì l’anta superiore e vi tirò fuori un barattolo con un’etichetta recante degli ideogrammi giapponesi sopra, allora il maggiore vista la scena, subito obiettò con la sua coinquilina:

“guarda che quello è sale, c’è pure scritto, lo zucchero è nell’anta più in basso

La ragazza guardò il barattolo che teneva in mano e rispose.

“A si è vero chissà dove ho la testa.”

Detto questo ripose il barattolo dove lo aveva trovato e prese l’altro, uguale nel colore e nella forma al primo, ma recante un’altra scritta, lo guardò e affermò:

“Ecco questo è quello giusto”

Sedutasi a tavola travasò nel suo caffelatte 6 cucchiaini di polvere bianca dal barattolo.

Misato, seguendo questa manovra, al terzo cucchiaino bofonchiò:

“Se fossi in te stavolta non esagererei”

Di fronte a queste parole Asuka restò perplessa, non riusciva a capire, però da buona Asuka Suryu Langley, se ne infischiò del consiglio e procedette con tutti e 6 i cucchiaini, mescolo bene il tutto e tirò una bella sorsata rabbiosa.
Come si accorse d’avere un bruttissimo sapore in bocca, fece cadere la tazza e si fiondò in bagno a vomitare ed a sciacquarsi la bocca. Misato la seguì e quando la trovò con la lingua sotto il getto d’acqua fredda del lavandino iniziò la sua scena madre che senza saperlo aveva provato in un paio di occasioni con Nadia il giorno prima, automaticamente, e di questo ne se stupì pure lei, tirò fuori la sua dolce voce:

“oh, povero il mio amore, evidentemente, hanno messo il sale nel contenitore sbagliato”

Misato, vedendo il vomito e di come Asuka stesse patendo, gli vennero i rimorsi per tiro mancino che gli aveva appena giocato e continuò a coccolarla.

“Adesso con calma ci laviamo un po’ la bocca, bene, con calma, bevine un po’ e buttala tutta fuori “

La Second non poté far altro che seguire gli ordini del Maggiore, infatti non potendo parlare per i continui risciacqui ed i dolori alla gola, si fece cullare da Misato che la teneva teneramente sottobraccio mentre con l’altra mano gli portava altra acqua alla bocca.
Asuka si rese conto che quella era la prima volta dopo molto tempo che qualcuno le rivolgeva delle parole dette in un modo così dolce e sincero, sentendo il calore del corpo della tutrice si sentì in pace ed al sicuro.
Misato dopo un bel po’ dall’ultimo tossito di Asuka lavò un po’ il lavandino, sempre col braccio intorno al collo della rossa, portò quest’ultima a piccoli passi a sedersi sul divano, una volta che entrambe furono sedute una di fianco all’altra, senza mai cambiare il suo dolce tono della sua voce si informò sulle condizioni di salute della ragazza:

“Va meglio adesso? Riesci a parlare?”

Asuka cercò di parlare, ma le riuscì solo di fare uno strano verso, una specie di grugnito a bassissima voce:

“wi fua uave la wuowa” (N.d.A. Tradotto in “Mi fa male la gola”)

Misato sempre più preoccupata iniziò ad agitarsi:

“Come, Asu-chan, indicami dove ti fa male.”

Allora la second fregò la gola con la mano ed il maggiore capì.

“ah, ti brucia la gola”

La ragazza fece di si con la testa.

“Fammi dare un’occhiuta, apri per bene la bocca e fuori la lingua”

Asuka fece ciò che gli fu richiesto e Misato tenendole la testa con le mani iniziò a scrutarli in bocca e con una leggera forza le fece alzare la testa:

“Dai forza Asu-chan, alza la testa che non vedo”

Il maggiore ci guardò dentro per un attimo e poi rilasciò il capo della ragazza stilando la sua diagnosi.

“È molto rossa, ma quanto sale ci hai mes....”
 
Non riuscì a finire a frase che Asuka socchiuse nervosamente gli occhi, come preda di una fitta e si portò le mani alla pancia.

Misato si spaventò molto per questo e con altrettanto timore si rivolse alla ragazza:

“Asuka, cosa c’è, dove ti fa male”

Notò le mani sulla pancia e collegò i fatti:

“Ti fa mal la pancia, vero??”

La ragazza annuì di nuovo con la testa, e mentre faceva questo il dolore sembrava alleviarsi.

“probabilmente un po’ di quella robaccia ti è restata nello stomaco”

Dicendo questo Misato cinse il suo braccio destro alla vita di Asuka infilò la mano sotto la maglietta ed andò a massaggiarle la pancia. Resasi conto dei movimenti sotto la maglia, la second cercò di prendere quella mano che le si strofinava delicatamente, finalmente ci riuscì e se la sentiva sotto la sua, anche se di mezzo c’era la sottile stoffa della maglietta. Asuka si rilassò notevolmente sentendo quel dolce calore, si rannicchiò un pochino per poi appoggiarsi a Misato e li ci stette per almeno 5 minuti. Nonostante il dolore per la ragazza furono attimi molto belli, al contrario lo furono quelli passati da Misato, infatti la giovane donna, si continuò a maledire per la sua cattiveria, mentre con una mano le accarezzava la pancia, con le dita dell’altra le faceva dei ghirigori sulle tempia destra, contemporaneamente le baciava la testa e tra un bacio e l’altro continuava a ripetere:

“Scusa amore, scusami, è colpa mia se ti fa male il pancino.”

Ad un certo punto Asuka ebbe un’altra fitta allora Misato le comunicò la sua decisione:

“Ti porto con me alla base e li ti faccio visitare.”

Come il maggiore notò il cenno affermativo che la ragazza le fece, andò a preparare un paio di borse sia in camera sua che in quella della coinquilina, come ritornò in soggiorno fece alla malata:

“Io porto le borse in macchina, c’è la fai a resistere 2 minuti da sola”

 Un nuovo cenno di Asuka diede il via la Maggiore, il quale come una furia  uscì dall’appartamento per poi rientrarvi poco dopo alla stessa maniera, una volta in casa, si avvicinò al divano per prelevare la ragazza. Quest’ultima con molta fatica si alzò in piedi, si infilo molto lentamente una giacchetta e con altrettanta difficoltà uscì di casa e si incamminò a piccoli passi, sorretta da Misato, verso l’ascensore. Una volta al suo interno si appoggiò alla gelida parete metallica mentre la cabina scendeva, come furono al piano terra, donna dai capelli purpurei, si rivolse alla rossa:

“Asuka dai che andiamo adesso”

“Non c’è la faccio, mi fa troppo male”

Misato essendo una donna dai modi spicci non perse tempo e trovando una forza che neanche lei sapeva di avere, riuscì a prendere sulla schiena la ragazza dolorante ed ha portarla in macchina. Come finì di legarla con le cinture di sicurezza partì alla massima velocità verso la base, si dovette fermare un paio di volte per poter permettere ad Asuka di dare di stomaco fuori dalla machina, ma il restò del viaggio andò abbastanza bene vista la situazione.

  
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