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Autore: damnhudson    17/09/2012    4 recensioni
"Odiava quando la gente la obbligava a parlare, quando veniva obbligata a raccontarsi. Si poneva spesso delle domande verso queste persone, si chiedeva perché volessero sempre sapere così tanto di lei che in fondo non era nulla di speciale. May aveva un problema di fondo: aveva paura di risultare troppo noiosa, per quello non raccontava niente, aveva paura soprattutto che la gente facesse come lei, ovvero distrarsi al suono delle sue parole. Per questo May non raccontava, non parlava con nessuno, nemmeno da sola. "
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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We can learn to love again.
-Capitolo dodici.


Ogni giorno che passava May sentiva Jay allontarsi, aveva sempre mille impegni e potevano stare assieme davvero molto poco. Avevano da parlare un pochino di quello che era successo con Tom, visto che la ragazza ancora non gli aveva raccontato nulla e poi nulla, voleva solo vederlo un po', per stare un po' con lui. Avevano deciso di pranzare assieme, quella mezz'ora che May aveva libera la sacrificava volentieri per stare con lui, passò per la cucina e prese un pacco di patatine in busta rossa, e si trovò con Jay e la sua mela verde nel parco davanti all'abitazione. May ci era stata più volte con Sofia, quando ancora non lavorava lì e le faceva compagnia durante la pausa; c'erano le altalene e gli scivoli, ma Jay dava l'impressione di essere troppo grande per fare certe cose. Era un ragazzo molto alto, in confronto alla ragazza, contando che gli arrivava alla spalla. I ragazzi si andarono a sedere sulle altalene, dondolando di tanto in tanto. May si girò a guardarlo, doveva avere una passione per le mele visto che ne mangiava in continuazione anche se non era ora di pranzo. Le piaceva osservare il ragazzo durante i gesti meccanici come quello dell'addentare una mela, faceva una serie di espressioni una dopo l'altra: all'inizio, con presa forte mordeva la mela facendo una faccia strana, quasi la mela non fosse dolce, poi l'allontanava e alzava un sopracciglio, come se fosse sorpreso ogni volta di quanto grande fosse il morso che aveva lasciato, alla fine se la rigirava tra le mani masticando. May non si era mai trovata in una situazione del genere. Aveva sempre la sensazione di voler conoscere quel ragazzo che le dondolava affianco, fremeva dalla voglia di imparare a riconoscere quei gesti meccanici che faceva quando era triste o arrabbiato, quando era annoiato o felice. Aveva imparato che odiava stare al centro, lo faceva sentire imbarazzato e quando era imbarazzato si toccava con fare insistente le braccia attorcigliando le dita, quando doveva dire qualcosa di intelligente o qualcosa a cui aveva pensato per un po' di tempo invece si mordeva il labbro, tirandolo dentro la bocca e si toccava i capelli in continuazione, così per distrarre le persone. Non sapeva davvero se questa voglia di conoscere il ragazzo era una cosa positiva o negativa, perché non si era mai trovata in queste situazioni... Non si era mai interessata per davvero a nessuno a differenza di quanto stava succedendo con Jay che le faceva venire sempre più voglia di conoscere qualcosa in più, per poter dire un giorno: okay, il ragazzo è nervoso perché ha fatto determinati movimenti! Voleva conoscere Jay a tutti i costi. Fremeva di informazioni che sperava arrivassero. Non aveva mai desiderato tanto sentire la voce di qualcuno come quella volta, che qualcuno le parlasse nonostante lo odiasse...
«Io non so molto sul tuo conto. Raccontami.» Fece lei, allora, iniziando una conversazione, osservandolo mentre mordeva la mela, ancora una volta. Effettivamente cosa sapeva di lui? Sapeva che andava in giro con quattro persone che giudicava suoi amici uniti da un sogno comune che era fare musica.
«Nemmeno io so tanto di te.» Rispose lui, girandosi a guardarla. La visiera gli copriva gli occhi dal sole.
«Andiamo, sei il mio stalker personale.» gli fece notare lei, ridendo.
«Okay, facciamo un gioco, ti va?» Un gioco? May annuì, osservando il ragazzo e facendogli un cenno col capo per poterlo far parlare. «A turno, una volta per uno, diremo qualcosa che ci riguarda, così sapremo qualcosa in più. Ah. - aggiunse poi, sorridendole. - Io ho proposto, inizia tu.» May si morse il labbro superiore, con fare di sfida, ridendo successivamente.
«Okay, McGuiness. - Acconsentì. Pensò a qualcosa da dire, doveva essere una cosa stupida, all'inizio. - Il mio colore preferito è il giallo!» Il giallo era per personalità strane, eccentriche e lei in fin dai conti un po' lo era... Aveva un sacco di stranezze con cui fare i conti ogni giorno.
«Giallo, okay... - disse lui, in risposta. - Il mio è l'azzurro. La mia prima volta è stata quando avevo sedici anni.» Fece lui. May abbassò lo sguardo verso terra, mettendo da una parte le patatine, non ne voleva più. Pensava si partisse con le cose stupide, stupide come lei. Prese a dondolarsi. «La mia prima volta non è ancora... stata la prima! - fece, sentì Jay ridere, anche se non alzò lo sguardo. Tamburellò un piede per terra, cercando qualcosa da dire. - Sono stata innamorata una volta sola di un ragazzo che si chiama Nick.»
«Nick... - ripetè. Era come se ne prendesse nota mentalmente. - La mia prima ragazza si chiamava Rachel. Non sono mai stato innamorato veramente.»
«Nick. - ribadii lei. - La mia fissa per Tom arriva perché Tom mi ricorda molto Nick.» Jay alzò un sopracciglio, puntandole lo sguardo sopra. Magari questa cosa non voleva saperla. Magari gli avrebbe fatto male. Questo gioco non stava andando bene o era un'impressione?
«Suono il tamburello e di tanto in tanto la batteria.» Fece lui. Okay, erano passati alle cose più leggere, molto meglio.
«Oh, mi sarebbe piaciuto un sacco sentirti suonare la batteria. - Fece May, sorridendogli. - Io suono il flauto, l'ho imparato quando ero più piccola! Mh, porto gli occhiali da vista!»
«Il flauto, eh?» Accennò ad una risata, guardandola.
«Jay!» Lo riprese lei, guardandolo scandalizzata.
«Scusa, pensavo solo a quanto potresti essere brava! - Fece sorridendo. May socchiuse gli occhi, sorridendo e scuotendo la testa. - Il mio film preferito è Avatar.»
«Smettila Jay, mi metti in imbarazzo! - Il ragazzò si strinse nelle spalle, poi May, a mo' di sfida aggiunse: - Sì, sono brava comunque. La mia canzone preferita è Torn!»
«I'm all out of faith, this is how I feel... - cantò, lui. Ah, la conosceva. Era un passo avanti. - Mi piacciono le mele.»
«Non si direbbe. - Fece lei ridendo. - Ho parlato con Tom.» Perché era il caso. Spostò lo sguardo sulle sue giapponesine gialle, notando solo ora che era il caso di cambiare lo smalto, ormai quello azzurro stava andando via del tutto e non le piaceva avere una parte colorata e l'altra no, la vacanza stava finendo però, quindi magari avrebbe rimandato. Jay si alzò senza dire nulla, andando verso il cestino per buttare il torsolo della mela, aveva gli occhi ridotti ad una fessura per il sole che lo colpiva in faccia, il sole bacia i belli... May rise di sé stessa in quel momento, guardando il ragazzo camminare a grandi passi verso di lei. Si grattò una guancia e poi si sedette vicino a lei, nuovamente sull'altalena.
«Ah, sì?» Aveva saltato il suo turno, ma non disse nulla, si limitò ad annuire con forza, guardandolo ora in viso. «Quindi?» May si grattò la testa, e poi si prese il suo tempo. Mise bene una forcina e infilò dall'altra parte una ciocca di capelli dietro l'orecchio, stringendosi nelle spalle.
«Mi ha fatto una tenerezza non indifferente e ti assicuro che non avrei voluto scegliere, perché lui aveva lo stesso sguardo che avevo io quando Nick non mi chiamò più, eh... Però, se devo fare una scelta tra una persona che mi ricorda la mia ferita più grande - »
«May, prendila con leggerezza, non c'è bisogno di fare un idillio per questa cosa.» Fece Jay, interrompendola.
«Pensa un po', pensavo che nemmeno sapessi cosa significa la parola idillio. - Fece, ridendo. - Comunque scusa, tendo ad esternare un po' troppo i miei sentimenti... Comunque sì, ho scelto...»
«Dunque?»
«Ah. McGuiness, la pazienza è una dote dei capaci!» fece lei, ridendo.
«E questa espressione te la sei appena inventata, perché non esiste!» Ribattè lui, alzando un sopracciglio. Come dirgli che aveva preferito lui a Tom? Non c'era un modo per farlo sembrare bello, perché aveva pur sempre ferito Tom per fare questa scelta ed era seriamente molto in pensiero per lui, perché non poteva sapere come l'aveva presa... Sospirò.
«Non ho scelto nessuno.» Disse infine. «Ho solo preferito la persona che mi ha fatto soffrire di meno, la persona con cui avevo meno ricordi e... semplicemente, Jay, Tom ha troppo di Nick e non mi piace ricordare quel periodo della mia vita, è stato davvero orribile.» Forse davvero non c'era una maniera per non farla sembrare un mostro. Il ragazzo fece una smorfia. Sicuramente anche lui stava pensando alla stessa cosa. Come poteva essere felice di questa scelta se andava a discapito di un suo amico? L'unica cosa che May sapeva era che non avrebbero dovuto imporle una scelta. Era come se stessero assieme ora? Perché lui le aveva dato tutti i segnali. Si era alzato, si era messo davanti a lei e comprendosi la vista con una mano, le porse l'altra. May si alzò, stringendo la mano del ragazzo. Jay fece quel movimento che faceva sempre, tirandola a sè, per abbracciarla. May strinse le braccia al collo del ragazzo, socchiudendo gli occhi. Davvero, era in una bruttissima situazione. Si era presa una cotta per quel ragazzo, ma non poco, troppo. Non si ricordava nemmeno come si facesse ad avere una cotta per una persona, come ci si comportasse. Luke era stato diverso, non era il genere di ragazzo che tutte si aspettavando di avere... e Nick, che non era mai nemmeno stato il suo ragazzo.
«Lo so che te l'ho già detto e rischio di essere ripetitivo, ma andrà tutto bene, ne sono sicuro.» Sussurrò lui, al suo orecchio, facendola sospirare nuovamente, perché non era vero che sarebbe andato tutto bene, lei stava per partire e probabilmente non l'avrebbe mai più visto... E tutto si fece così triste, quando quel pensiero le attraversò il cervello.




*Me against enemies, me against friends.*
Ask Glee. Non lo so perché lo sto citando, solo che mentre scrivevo questo pezzo mi sono messa a cantare questa canzone.

BOOOOM, sorpresa. Un capitolo in più. Mi sono resa conto di non aver mai dedicato un capitolo intero ad un po' di sane risate tra Jay e May, quindi l'ho scritto. Mi sento male perché non capisco se è leggibile o troppo noioso. Dovete volermi bene, perché davvero, questo capitolo è uscito dal nulla, quindi per chi shippa i McSommers, è una piacevole sorpresa... LOL. No, allora.... L'altro è quasi finito, ho dovuto interrompere la stesura perché ho pensato bene di scrivere questo...
Grazie to my Francesca( grofflicious qui su twitter :D ), per la tempestiva betatura, non ci sono errori, mi fido di lei. E nulla....
Bye u.u
Ah, la canzone sopra citata è 'Just give me a reason' che è una canzone di P!nk ft con i Fun. Amatela!
Marti.
   
 
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