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Autore: coco_chambry    17/09/2012    1 recensioni
Camel light in pacchetto morbido, accendino clip verde fosforescente. Verde speranza. Fumare la rilassava profondamente, si sentiva come se riempisse i polmoni di qualcosa che le mancava, un tappo momentaneo.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Jenni si alzò di scatto dalla sedia della sua terapeuta. Era lì da soli 5 minuti e già si era incazzata.

“Lei non capisce. Loro non capiscono. Tutti gli sforzi che faccio, le cose di cui mi privo per non metterli in difficoltà. Ho smesso di andare a cavallo, persino di chiederglielo e di parlarne per non farli sentire in imbarazzo. Per non farmi dire che non ce lo possiamo più permettere. E la festa? Ho rinunciato alla bellissima festa per i miei 18 anni per non fargli spendere soldi che avrebbero potuto usare per cose più importanti. Non vado dal parrucchiere, ho un cellulare di merda e sono senza pc” Avere un padre geometra e una madre maestra non erano proprio le condizioni migliori in quel periodo economico, in tutto il mondo.

“Ho detto che non volevo la festa, che volevo andare una settimana in campeggio con i miei amici come regalo di compleanno; ho fatto si che sembrasse un mio capriccio per non fargli capire che lo facevo solo per fargli risparmiare un sacco di soldi e non farli sentire a disagio. So che se voglio una cosa loro si sforzano per darmela. Sapevo che se avessi detto che volevo la festa avrebbero trovato il modo di pagarla e farmela avere come desideravo, rinunciando loro stessi a qualcosa. Loro tutto questo non lo vedono, vedono solo ciò che chiedo, ciò che non faccio. Non tengono conto di quello che pulisco,sistemo e riordino. Quando tornano a casa notano solo quello che ancora devo fare.”

Riprese fiato. Si fermò a fissare la dottoressa aspettando che dicesse qualcosa, aveva sempre qualcosa da dire.

“Se fai di tutto per non fargli notare ciò a cui rinunci per non farglielo pesare, allora perchè ti scoccia cosi tanto se poi loro non lo notano? Non dovresti essere felice per aver raggiunto lo scopo che ti eri prefissata? Congratulazioni, sei una grande attrice a quanto pare....”

Jenni rimase in silenzio, con il fiatone per aver gridato fino ad allora, senza respiro per la domanda che la dottoressa le aveva appena posto. Eccolo il nocciolo della situazione. Perchè era così arrabbiata se, in fin dei conti, era riuscita ad ottenere l'effetto desiderato?

“Non lo so” disse in tono sommesso e sconcertato.

“Non lo so. Vorrei solo che alla fine notassero ciò che cerco di fare. So di non essere perfetta, ma ci provo, davvero...”

Non amava rimanere senza parole. Preferiva avere sempre la risposta pronta, sincera e puntigliosa come sempre in modo da sconcertare l'interlocutore e allontanarlo. Cosi era più facile evitare confessioni. Lei non parlava.

“E poi mio fratello non fa nulla, eppure a lui non dicono niente! Solo complimenti perchè la mattina si ricorda di andare a prendere il pane. E poi lui si permette pure di rispondermi male,insultarmi, dirmi che non mi merito nulla, picchiarmi.”

“Ti fa davvero cosi tanta rabbia tuo fratello?”

Jenni comprese dove voleva arrivare la dottoressa, più volte aveva tastato il doloroso terreno riguardante suo fratello. Decise di tornare sulla difensiva.

“No....cioè si...non lo so”

“Pensi che la tua vita sarebbe stata più felice senza di lui?”

“Più felice non lo so...più semplice e leggera di certo”

Avere un fratello minore con problemi di controllo di rabbia in effetti non le aveva mia semplificato la vita. Dover stare sempre attenta a ciò che diceva, con che tono e in che situazione, era difficile. Tenere costantemente la situazione sotto controllo era snervante, faticoso.

“Ti senti incompresa èh? Infelice forse?”

“Si,infelice, frustrata,arrabbiata e triste...IO LO ODIO!” La dottoressa le sorrise, come se Jenni avesse appena detto ciò che lei si aspettava di sentire, odiava il modo in cui la comprendeva prima che lei comprendesse se stessa. Si rese improvvisamente conto di ciò che aveva appena detto, come le era saltato in mente? Lei voleva un bene infinito a suo fratello. Doveva uscire. ”Basta così....devo andare!”

Jenni lasciò i soldi sulla scrivania della dottoressa e uscì di corsa dallo studio.

Aria. Aveva bisogno di aria. Ogni volta che qualcuno si avvicinava troppo ai meandri dei sui sentimenti repressi lei scappava, si allontanava. Correva via come se stesse male. Si sentiva soffocare come quando suo fratello la insultava e lei non potendo rispondere, usciva, camminava fino a che non sentiva più i piedi e la rabbia si era scaricata al suolo.

Arrivata all'aperto si accese una sigaretta. Camel light in pacchetto morbido, accendino clip verde fosforescente. Verde speranza. Fumare la rilassava profondamente, si sentiva come se riempisse i polmoni di qualcosa che le mancava, un tappo momentaneo. Alzò lo sguardo al cielo, buttò fuori il fumo e rimase a fissare le nuvole. Loro avevano un loro posto, un loro cielo. Una nuvola, ecco in cosa si sarebbe reincarnata. Libera, mutevole, leggera. Leggera, ecco come sarebbe voluta essere. Leggera. A quel pensiero le tornarono in mente le parole pesanti appena pronunciate. Le salì in bocca un sapore acido di bile. Improvvisamente sentì il bisogno irrefrenabile di lavarsi i denti, sciacquare via le parole appena dette, gridate, e che di certo sarebbero rimaste impresse a vita sul taccuino della dottoressa. Al solo pensiero si sentì peggio. Salì in motorino e si avviò verso casa, ultimo posto in cui si sarebbe voluta recare ma unico in cui sentiva il bisogno di tornare ogni volta.

Ragazza senza cielo.

  
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