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Autore: RedGretch92    17/09/2012    1 recensioni
Che io e lei siamo anime gemelle è saputo e risaputo.
Adesso io e Mallory92, con i nostri alter-ego Gretch e Kris, abbiamo deciso di unire le forze e di creare una FF a quattro mani, sperando che possa piacervi ;D
N.B. La storia verrà pubblicata solo sul mio profilo per evitare casini con l'amministrazione, e i chapters verranno pubblicati dal punto di vista di entrambe le protagoniste :D
Genere: Drammatico, Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Johnny Christ, Matthew Shadows, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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L'autostrada si espandeva nera e dritta davanti ai miei occhi arrossati dal fumo della sigaretta che tenevo in bilico un pò fra le labbra e un pò fra le dita. Il finestrino completamente abbassato per lasciare quel fumo libero di perdersi nella notte misteriosa e pulsante di Huntington, così come i miei capelli, che a ciocche vorticavano perse nella brezza, miste a quel fumo che aspiravo stanca dalla sigaretta, aiutavano il mio corpo a non aver voglia di schiantarsi sull'asfalto sotto di sè. Alla guida dell'enorme fuoristrada in cui mi trovavo c'era la mia migliore amica Gretch, la mia compagna di scorribande, bravate e sbronze. Di sere trascorse a raccontarci sogni, passioni, giornate trascorse tra una strimpellata alla chitarra e una giornata finita a volte male e a volte bene, davanti ad improvvisati falò sulla spiaggia, con una bottiglia di Jack Daniel's, una stecca di sigarette e l'oceano ad ascoltarci. Mi aveva salvata anche stavolta. O meglio, ci eravamo salvate a vicenda semplicemente restando insieme. Lei era stata scaricata un paio di settimane prima dal suo ragazzo, il bassista del primo vero gruppo metal- rock della sua vita, messo in piedi quando aveva appena quattordici anni, trasferita ad Huntington da due anni con la madre, e con la voglia di cambiare il mondo. Il gruppo era fallito due anni dopo. Gretchen adesso suonava in un'altra band di cui io ero la manager. La storia con Phil, l'ex bassista, era continuata per altri tre anni dopo la fine del gruppo. Poi, di punto in bianco, lui l'aveva scaricata per una mezza puttanella, (ok una puttanella e basta), e nonostante Gretchen fosse una dalla corazza dura e la lacrima non facile (a differenza mia), il colpo di quel tradimento e di quella separazione lo subì, eccome. Glielo leggevo negli occhi scuri appesantiti dal trucco che stava soffrendo. Io invece, inguaribile romanticona dall'aspetto dark, fumatrice per gioco, cantante per sbaglio, ero piena di lividi su quel cuore romantico, ed avevo pagato per l'ennesima volta con il rifiuto il mio essere incondizionatamente innamorata del tipo sbagliato. Sempre la solita storia. Conosci un tipo, ti ci innamori, pensi a lui ventiquattro ore al giorno, poi come una cogliona gli confessi che ti piace, lui per un pò fa finta di starci, tu ci credi, ti illudi di importare davvero qualcosa per lui, addirittura andate a vivere insieme, fate progetti. Poi una bella mattina si sveglia e ti dice che non ti ama più, che si era sbagliato a correre così tanto o qualche puttanata simile. Tu fai le valigie in silenzio e ritorni a testa bassa alla tua misera esistenza da single, soffri come un cane, giuri sulla tua vita che non ti innamorerai mai più. Ma in fondo la tua vita non conta un cazzo. Incontri un altro e ci ricaschi, e così all'infinito. Almeno questa era la mia storia. Perennemente innamorata e poi scaricata da qualcuno. Stavolta forse aveva fatto più male del solito, stavolta questa perdita non aveva lasciato solo un livido sul cuore, ma una ferita bella profonda e impossibile da rimarginare. Stavolta a scaricarmi era stato il mio migliore amico, tornando dalla sua ex dopo che per quattro mesi aveva fatto finta di averla lasciata per voler stare con me in un modo diverso dal semplice essere migliori amici. Dio, come mi era sembrato fantastico lui che mi confessava di amarmi sulle scale di casa mia e di Gretchen, dopo aver fatto dieci kilometri con l'auto nel cuore della notte. In realtà voleva solo scoparmi, e la stronza innamorata di lui praticamente da sempre si era fatta fottere ancora, credendo ad uno stupido "ti amo" e restando col culo per terra nel momento in cui aveva deciso di mandare a puttane non solo la relazione, ma anche l'amicizia, per una ragazza che non aveva mai lasciato.
A questo punto lo so cosa vi state chiedendo. Perchè cazzo non mi sono ancora fatta saltare il cervello in una vasca da bagno con una pistola. Semplice. Perchè ho Gretchen.
Dall'autoradio proveniva una canzone dei Metallica di cui non ricordavo il titolo, Gretchen, la vera cantante tra noi due, sussurrava le parole continuando a guidare ad una velocità moderata. Si voltò verso di me nel momento in cui soffiai la mia ultima boccata di fumo fuori dalle narici. Gettai il mozzicone dal finestrino spalancato dell'auto in corsa e le rivolsi un sorriso.
"Dovresti smetterla di fumare così tanto, Kri. Non voglio fare tua madre ma non serve cercare conforto nelle sigarette."
"Ah,no?" Inarcai un sopracciglio, in attesa di una spiegazione a quella sua, per niente da lei, affermazione.
"No, per quello ci vuole l'alcol."
Scoppiammo a ridere tutte e due. I capelli rosso fuoco di Gretchen illuminavano l'intero abitacolo, l'intera autostrada in realtà. Illuminavano il mio cuore esausto e ferito, così come i suoi occhi castani, grandi e sempre felici anche sotto chili di trucco e tristezza.
"Devi spiegarmi come fai ad essere così tranquilla. Davvero,ti invidio. Phil è stato uno stronzo e non merita che tu pianga per lui, ma tu lo amavi."
"Ho la scorza dura, Kri. Non me ne fotto, a perderci sono i bastardi che mi lasciano."
Disse, scrollando le spalle come se avesse detto la cosa più ovvia del mondo. E lo era. Lasciare Gretchen era davvero da imbecilli. Così piena di energia, di passione, di talento. Prorompente nelle curve e nella risata contagiosa. Era da bastardi farla soffrire una così.
"Già, hai ragione. Peccato che io sia un pò meno figa e interessante di te per poter applicare questa regola."
"Solo più debole e sentimentale, lo sai. Non cominciare con le puttanate che non sei bella perchè non hai tette o perchè hai il viso anonimo che ti prendo a pugni. Hai un cuore enorme, sei bionda e hai due occhi stupendi, porca puttana."
"A quanto pare non basta. Non comincio, va bene. Piuttosto, dove andiamo?"
Chiesi, mentre trafficavo con entrambe le mani nelle tasche dei jeans sporgendomi leggermente in avanti a cercare accendino e pacchetto di sigarette. Ne sfilai un'altra dal pacchetto ammaccato, ormai vuoto, e la misi in bocca, pronta ad accenderla.
Una mano smaltata di nero mi si parò davanti e afferrò la sigaretta, portandosela dietro l'orecchio a mò di camionista.
"Al Johnny's bar, dove sennò?! e basta fumare, cazzo."
"Cristo santo quanto ti odio!" Sbottai, incrociando teatralmente le braccia sul petto.
"Anche io ti amo, bionda."
Rispose lei facendomi l'occhiolino. Un altro paio di kilometri e il pub che aveva ospitato gran parte delle nostre sbronze e dei nostri inutili tentativi (più miei) d'imparare a giocare a biliardo, sarebbe stato pronto ad inghiottire le nostre fottute pene d'amore, per poi vomitarle nell'oscura densità della notte sempre più inoltrata e chiassosa della piccola Huntington beach.
 

“Being drunk and weary I went to Molly's chamber
Taking money with me and I never knew the danger
For about six or maybe seven, yeah, in walked Captain Farrell
I jumped up, fired my pistols, and I shot him with both barrels, yeah”
La voce di James Hetfield risuonava potente nelle casse della mia Hummer, che sfrecciava lungo la Highway con i finestrini totalmente abbassati, e respirando il profumo di oceano mischiato al fumo di sigaretta che proveniva dall’interno dell’auto.
“Dove andiamo?” la voce un po’ roca della mia inseparabile amica Kris che si contorceva sul sedile alla ricerca dell’ennesima sigaretta interruppe la linea dei miei pensieri che percorrevano in sincrono la strada sotto i miei piedi. Appena trovò la sua desiderata sigaretta, gliela sfilai di mano e me la portai dietro l’orecchio … Cacchio, nemmeno dieci minuti che siamo partite da casa ed era già alla sua sesta sigaretta mentre io ne avevo appena fumata una.
“Al Johnny’s bar, dove sennò? ! E basta fumare cazzo” La mia risposta sapeva un po’ di ammonimento, ma in fondo la capisco. Entrambe siamo state mollate dai nostri rispettivi e ormai ex fidanzati qualche settimana fa, e nessuna delle due ne è uscita bene. La mia storia con Phil è durata quattro splendidi anni fatti di musica, alcool e tanto sesso, e in tutto quel tempo pensavo che la passione condivisa per la musica e l’amore incondizionato reciproco (o almeno così è stato per un po’) ci portasse lontano, chissà, magari un giorno saremmo finiti in qualche cappella di Las Vegas ubriachi che ci sposavamo … E invece vieni a sapere che ha passato gli ultimi mesi a scoparsi una puttanella conosciuta per caso e tutto va in fumo. È difficile accettare una batosta del genere, anche per me che all’apparenza do l’impressione di avere un cuore di pietra, ma questa volta dovevo farlo. Dovevo farlo per me, ma soprattutto per Kris. Abbiamo due caratteri abbastanza diversi, lei è introversa e sensibile, io sono più espansiva e casinara, e questa volta la botta è stata più pesante delle precedenti per lei. Mollata da quello che credeva essere il suo migliore amico per quella che non era mai stata la sua ex fidanzata, ma nonostante tutto è sempre stata lì, pronta a sorreggermi ogni volta che stavo per cadere. Questa volta dovevo farlo io per lei. L’unica soluzione a tutto questo era il Johnny’s bar, le quattro mura che hanno vissuto le nostre peggiori sbronze e consumo istantaneo di sigarette, a mio parere il miglior pub di tutta la costa sud della California.
“Cristo santo, quanto ti odio!!” sbottò, facendo un’espressione teatralmente delusa e incrociando le braccia.
“Anch’io ti amo, bionda” le risposi con un occhiolino.
Sfilai la sigaretta appena confiscata dall’orecchio e la appoggiai sulle mie labbra, pronta ad accenderla, ma eravamo già a destinazione. Parcheggiai l’auto nel parcheggio quasi pieno ed entrammo nel pub, dove come al solito dovevi quasi sempre fare a cazzotti per poter passare. Riuscimmo ad arrivare al bancone con non poca fatica, e feci un cenno di saluto a Jess, il nostro ormai grande amico barista del pub, che ci faceva trovare un tavolo disponibile e due birre ghiacciate tutte per noi ogni volta che mettevamo piede lì dentro. Indicò un tavolo verso il fondo, e nello stesso modo in cui siamo arrivate al bancone, raggiungemmo il tavolo e le birre qualche secondo dopo. Questa sera c’era più gente del solito, ma poco importava, la cosa importante è che io e Kris eravamo pronte a distruggere le nostre delusioni con alcool, fumo e, perché no, magari anche del sesso occasionale, che tanto male non fa in situazioni del genere.Che la serata abbia inizio!
“Facciamo un brindisi … Alla nostra nuova vita che ci aspetta, anche se ho perso il conto di quante volte l’abbia già detto ma fa niente, e alla faccia di quei due coglioni che tra poco avranno un bellissimo attacco di disfunzione erettile e la sifilide!!!” urlai, dopo aver buttato giù un grosso sorso della mia terza birra. Fanculo alla sobrietà alla guida, se proprio andrà male, vuol dire che dormiremo in macchina nel parcheggio.
“Ma sì dai, che si possano sentire così impotenti da non poter centrare nemmeno il buco del cesso quando pisciano!!! Alla faccia degli stronzi che ci spezzano il cuore!!” rispose Kris, che mi sfilò l’ultima sigaretta del mio pacchetto (il suo era andato a farsi fottere prima di arrivare al pub) sotto al naso.  Beh, sembra che per ora la stia superando bene la batosta, buon per noi.
“Sai cosa ci vorrebbe adesso, Gretch?” continuò, dopo aver buttato giù la sua birra “Del sesso occasionale … Si, qua ci vuole del sanissimo sesso occasionale!! Cazzo, c’è tanto di quel testosterone qui, qualcuno disposto a fare del sesso occasionale deve pur esserci!” Ok, non è Kris che parla, ma la birra. Mi ha sempre urlato contro quando dicevo cose del genere, e adesso è lei a farlo? Di bene in meglio, il mio animo da bad girl è sempre disponibile a questo.
“Porca troia, si che hai ragione!! Troviamo qualche maschio ben piazzato disposto a consolare questi animi tristi!!”continuai facendo urtare di nuovo i nostri bicchieri pieni di birra scura.
  
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