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Autore: Alys93    18/09/2012    1 recensioni
Il destino... Non si mai cosa ci riserva. E' qualcosa di oscuro, insondabile, eppure c'è gente che non smette mai di provare a prevedere cos'ha in serbo per noi. Non sappiamo mai come andrà la nostra vita, se riusciremo a realizzare i nostri sogni. E lo sa bene Richard, che, a diciassette anni, non sa ancora cosa fare, se troverà qualcuno disposto ad andare oltre le apparenze.
Se vi ho incuriosito, spero che leggerete la storia. Ve ne prego, siate clementi. E' la prima storia "decente" ke ho mai scritto. [Dopo molto tempo ed alcuni cambiamenti, più o meno lievi, ho deciso di continuare a postare questa storia. Spero che apprezzerete i miei sforzi]
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Eccomi qui, ragazzi. sono in un ritardo maledetto, lo so, ma ho avuto diverse cose da fare.. lasciamo pedere. l'importante è che sia di nuovo qui in modo che, chi segue questa storia (e che ringrazio davvvero dal profpondo) possa continuare a divertirsi con questi personaggi. spero che questo capitolo possa piacervi, ma vi avverto che è un po' di transizione. i prossimi due saranno fondamentali. per ora, vi slauto. vi auguro vuona lettura ^_^

26-Gita in montagna

Ormai era iniziato luglio e il caldo cominciava a farsi sentire.
A Megan sembrò di essere tornata a casa sua, in Messico, tanto il sole la scaldava con i suoi raggi luminosi.
Era in giardino, stesa sull'amaca, intenta a leggere uno dei suoi libri preferiti.
Il calore era così piacevole, che pensò di poter rimanere così per sempre.
Era meraviglioso poter stare lì, a godersi l'ombra fresca della quercia, mentre un vento caldo l'accarezzava con dolcezza…
Non si accorse di essersi addormentata, finché il fratello non la chiamò dal salotto "Megan! Vieni dentro, c'è una notizia grandiosa!".
La ragazza sbatté gli occhi per riabituarsi alla luce accecante del sole, poi sbadigliò e, raccolto il libro da terra, entrò nel salotto "Cosa c'è, Miguel?".
Il giovane la portò nel giardino posteriore, sussurrando "Mamma e papà hanno intenzione di portarci in vacanza. Non ho ancora capito dove, ma scommetto che il posto sarà fantastico!".
Lei iniziò a ridere "Miguel, a volte mi sembri davvero un bambino che non vede l'ora di entrare in un luna-park!".
Scosse il capo ed andò nella sua camera, decisa a passare un po' di tempo a parlare con le sue amiche, ma, quando si fu connessa, rimase delusa.
Non c'era nessuno in linea e Susan le aveva lasciato un messaggio in cui diceva che erano tutte tremendamente impegnate, chi con il ragazzo, chi con i lavoretti estivi.
Stava quasi per spegnere il computer, quando qualcuno la contattò; il cuore le balzò in gola quando riconobbe il contatto. Era Richard!
Stava per scrivere qualcosa, ma si bloccò di colpo e non rispose.
Era ancora troppo arrabbiata con lui per quello che era successo nella grotta, alcuni giorni prima.
Ciao, Megan. Come va la vita?
Lei non rispose, ma incrociò le braccia sul petto ed attese. Il suo silenzio era un messaggio piuttosto eloquente.
Il ragazzo capì che era ancora furibonda e che non l'avrebbe perdonato tanto facilmente.
Aveva provato a parlarle più volte, ma lei non ne voleva sapere.
Prese un grosso respiro e scrisse.
Non dirmi che sei ancora arrabbiata! E dai! Rispondimi, per favore. Meg, non puoi prendertela così!
Ah, no?
Per favore! Non fare così! Voglio solo parlare un po' con te. Ti prego!
Il suo tono sembrava implorante, ma Megan non era intenzionata a dargliela vinta.
Rimase in silenzio, anche quando lui accese la webcam e le lanciò un'occhiata supplichevole dal riquadro.
Potevi pensarci prima.
Ma dovete subito correggersi "Potevamo pensarci prima di reagire in quel modo".
Richard sospirò e scrisse un altro messaggio.
Senti, mi dispiace che tu la prenda sempre male, ma…
Ma niente! Tu mi baci in quel modo e poi io dovrei stare calma? Ma guarda che sei forte!
Lui si passò una mano tra i capelli, visibilmente imbarazzato.
Quello era il ricordo più bello di tutta la sua vita; sentirla tra le braccia era stato meraviglioso ed aveva finalmente avuto quella conferma che tanto aspettava.
Infondo, anche lei aveva risposto al suo bacio, ma capì che era più saggio non ricordaglielo.
Non ci teneva ad avere un rifiuto, che probabilmente l'avrebbe distrutto.
Ti chiedo scusa, Megan. Vorrei solo riuscire a spiegarmi il perché, ma ti assicuro che non ci riesco neanch'io…
Mi stai prendendo in giro?!
No! Te l'assicuro! Se non puoi perdonarmi, almeno una tregua me la concedi?
Forse…
La ragazza rimase qualche attimo in silenzio, poi sospirò.
Non ce la faceva ad arrabbiarsi davvero con Richard.
Era troppo importante per lei.
Infondo, non era arrabbiata con lui, ma con se stessa.
Ancora non riusciva a spiegarsi il suo irrazionale comportamento nella grotta, appena una settimana prima.
Aveva risposto al suo bacio con un'intensità che l'aveva sorpresa e spaventata, ma in quel momento non aveva avuto paura, stretta com'era tra le braccia del ragazzo.
Si era sentita amata e protetta come mai in vita sua.
Era stata la cosa più bella e meravigliosa di tutta la sua vita, non poteva negarlo.
Non era giusto prendersela con lui, solo perché non erano riusciti a controllarsi, e poi… anche lei lo aveva desiderato.
Non era colpa di Richard, se le scatenava dentro sensazioni così impetuose.
Ok, tregua, ma niente di più.
Mi va bene anche così.
Richard ora era molto più rilassato, almeno la tregua l'aveva ottenuta. Era sempre un passo avanti.
Come hai intenzione di passare le vacanze?
Ancora non lo so…
Ma come? Siamo a luglio, ormai!
Secondo Miguel, i miei genitori stanno organizzando qualcosa, ma non sappiamo cosa.
Richard le mandò un'emoticon che faceva l'occhiolino, poi scrisse di nuovo.
Beh, spero di vederti più spesso durante queste vacanze.
Tu sai qualcosa che io non so, per caso?
Può darsi, ma può anche darsi che stia prendendo un granchio enorme.
Puoi spiegarti meglio? Possibile che tu sia sempre così enigmatico?
Devo avere delle conferme dai miei, ma credo che anche loro stiano macchinando qualcosa.
Adesso capisco qualcosa di quello che stai dicendo. Mi chiedo solo cosa stia passando per la testa dei miei genitori.
Penso che lo sapremo presto. Scusami se te lo chiedo così, ma potresti farmi un favore?
Dimmi pure.
Stasera facciamo un'altra corsa e volevo sapere se tu e Miguel volevate venire con noi.
Penso che Miguel verrà di sicuro, ma mi devi giurare che non lo farete bere di nuovo. Quando si è svegliato dopo quella sbronza, ha detto che aveva un macigno sulla testa.
Nonostante la bevanda ultra-schifosa che gli ha dato Michael?
Chi è Michael? Il barista?
Sì, proprio lui.
Sì, lo ha aiutato, ma la testa gli faceva male lo stesso. Ha dormito un sacco. Pensa, quasi tredici ore! Mia madre si è davvero spaventata!
Cavoli! Tredici ore? La birra gli fa davvero male!
Non dirlo a me. Ha russato così forte, che quasi non ho chiuso occhio.
Neanch'io ho dormito molto, quella sera… Come da un po' di tempo, a questa parte.
Come? Non riesci più a dormire bene?
No, è un po' di tempo che la mia testa non si vuole decidere a riposare.
Fammi indovinare, sei talmente concentrato sulle corse da vincere che non riesci a pensare ad altro. Ho indovinato?
No, sei in alto mare, te l'assicuro.
Megan inarcò un sopracciglio, confusa. Gli mandò un punto interrogativo, per fargli sapere che non aveva capito un accidente, come al solito.
Quel ragazzo era sempre così enigmatico... ma forse era proprio questo a renderlo tremendamente affascinante.
Quel alone di mistero con cui amava giocare lo rendeva assolutamente irresistibile e si ritrovò nuovamente a sognare ad occhi aperti.
Lui ridacchiò e sorrise nello schermo della webcam, prima di farle cenno di accendere anche lei la sua.
La ragazza non si fece pregare e, in men che non si dica, sul computer di Richard si aprì il riquadro.
Megan stava sorridendo, quando lui digitò
Così è meglio. Preferisco vederti in faccia quando ti parlo.
Lei rise e gli fece una piccola smorfia.
Sì, anch'io preferisco vederti in faccia.
Per fortuna, la pensiamo allo stesso modo. E poi, perché perdersi un così bel panorama?
Che panorama?
Megan non riusciva proprio a capirlo. A volte Richard era così enigmatico…
Forse, anche troppo. Capirlo era davvero un'impresa.
Indovina.
Sai che gli indovinelli inizio ad odiarli? Soprattutto quando li fai tu. Non so mai cosa ti passa per la testa!
Allora non rispondere e continua a parlarmi.
Stava ridacchiando, ma perché? La ragazza non riusciva proprio a capirlo.
A volte sei peggio dei rompicapo. Posso sapere perché stai ridendo tanto?
Lascia stare. Preferisco l'aura di mistero.
Scemo.
Lui sghignazzò nel riquadro, lasciandosi andare contro lo schienale e poggiando le mani sulla nuca.
Era piuttosto rilassato. Megan non poteva capire perché fosse tanto divertito.
Non poteva certo vedersi…
E non poteva sapere che la sua camicetta chiara era macchiata di maionese in più punti.
Dove le macchie se erano quasi andate, il tessuto era diventato semi-trasparente.
Il suo sguardo confuso, poi, dava il tocco finale. Decisamente un bel panorama.
Il migliore che avesse mai visto, tranne quando era andata a chiamarla durante la gita e l'aveva trovata in camicia da notte.
O quando erano andati alla spiaggia e lei era in bikini.
Ma, comunque fosse vestita, era sempre meravigliosa ai suoi occhi.
Hai mangiato sandwich o qualcosa del genere?
No. Perché? Ho la faccia sporca?
No, non la faccia…
La compagna si guardò nello specchio accanto all'armadio e vide il disastro sulla sua camicia.
Arrossì violentemente e borbottò qualcosa del tipo "Se becco chi è stato, me la pagherà cara!".
Tornò per un attimo al computer e scrisse
Aspetta un attimo. Torno subito.
Poi chiuse il riquadro e si cambiò velocemente. Un top sarebbe andato benissimo con quel caldo.
Sentì le allegre risate di Ines e si affacciò alla finestra per vedere dove fosse.
La vide in giardino che rincorreva Thunder con un sandwich tra le mani.
Miguel si affacciò dalla porta, dicendole "Ines, attenta a non macchiarti con la maionese, o mamma andrà fuori di testa".
La giovane sospirò quando capì che la sorellina le aveva macchiato involontariamente la camicia con il sandwich, mentre dormiva sull'amaca.
Scosse il capo e tornò al computer.
Immagino che ti sia divertito…
Un po'.
Idiota. Direi cha la nostra tregua può finire qui.
Così presto? Le tregue di solito durano almeno qualche giorno!
Non per me. Ciao.
Megan scosse la testa e tornò in giardino, cercando di non pensare a Richard o a quello che le scatenava dentro.
Aveva bisogno di tempo per decifrare quelle emozioni così impetuose che le si agitavano dentro.
Mentre percorreva la veranda, si accorse che Shiver non giocava con la solita allegria; anzi, sembrava piuttosto affaticata.
Le andò vicino e le accarezzò il collo "Cosa c'è, Shiver? Non ti senti bene?".
La cagna scosse il pelo e tornò nella sua cuccia, senza che la ragazza avesse capito niente.
Miguel uscì in quel momento dal salotto e vide la sorella guardare preoccupata la cuccia dei due aski.
"Meg, va tutto bene?" chiese avvicinandosi, "Sono un po' preoccupata per Shiver. Mi sembra affaticata".
Il ragazzo inarcò un sopracciglio e provò ad accarezzare la cagna, ma quella mostrò i denti e ringhiò, chiaro segno che voleva essere lasciata in pace.
 
"Strano" borbottò Alan, quando i figli gli raccontarono quello che era successo "Di solito, Shiver non ringhia mai".
"Forse ha qualcosa alla pancia" suggerì Grecia "O si sente poco bene", "Sarà il caso di chiamare il veterinario" mormorò Miguel.
Quando il medico arrivò, Alan ebbe il suo bel da fare a tenere fermo Thunder, che non ne voleva assolutamente sapere di rimanere fuori, mentre la sua compagna era tra le mani di uno sconosciuto.
Il dottor Vince sorrise, mentre controllava la salute di Shiver, poi posò gli attrezzi e disse "Questa femmina è in splendida forma. Non c'è nulla di preoccupante".
"Allora perché rimane sempre nella sua cuccia e ringhia se proviamo a toccarla?" chiese Megan "Non si è mai comportata così".
"Beh, diciamo che la sua è una condizione un po' particolare" spiegò il medico.
Tutti i presenti lo guardarono confusi, poi Ines chiese "Shiver starà bene presto?", "Sì, un paio di mesi e sarà allegra e scattante come prima. E in buona compagnia, direi".
A quel punto, la ragazza esclamò "Shiver diventerà mamma?", poi corse fuori ed arruffò il pelo di Thunder.
"Razza di briccone!" lo apostrofò ridendo "Allora è per questo che Shiver non fa entrare nemmeno te nella cuccia. Diventerai papà!".
Miguel iniziò a ridere "Ora capisco tutto. Ci sono dei cuccioli in arrivo!".
"Tra quanto?" chiese Grecia, leggermente impensierita "Dovremo preparare un cesto e tutto l'occorrente".
"Tra due o tre settimane al massimo" disse il dottore, poi salutò tutti e tornò al suo ambulatorio.
"Mi scusi" lo fermò Alan fuori il cancello "Crede che un po' d'aria di montagna possa farle bene? Noi avevamo intenzione di andare in vacanza, ma se Shiver non potrà muoversi, possiamo ancora annullare tutto".
"No, l'aria pulita le farà certamente bene. Basta che non si affatichi troppo" lo rassicurò il medico.
 
I preparativi per l'arrivo dei cuccioli iniziarono subito.
Grecia ripescò un vecchio cesto in vimini, che Megan aiutò ad imbottire per bene con coperte calde e cuscini.
Dal canto loro, Alan e Miguel si diedero da fare per allargare la cuccia nel giardino posteriore, in modo che i cuccioli si potessero muovere in tranquillità, una volta cresciuti un po'.
Rimaneva però un ultimo, spinoso problema: a chi li avrebbero affidati?
Certo, non potevano tenerli tutti. Non avevano spazio a sufficienza e due aski adulti davano già il loro bel da fare.
"Credo che la cosa migliore da fare sia aspettare che nascano e affiggere manifesti per tutta la città" suggerì Alan "Così, chi vuole un cane, saprà dove prenderlo".
Ines non era per niente d'accordo, ma quando il padre le promise che avrebbero trovato i padroni più buoni che c'erano in città, si rasserenò.
Secondo lei i piccoli dovevano rimanere con la loro mamma, ma Miguel le fece capire che non era possibile, perché non sapevano dove farli dormire.
L'arrivo dei cuccioli non era l'unica cosa a cui si ci doveva preparare e Grecia decise che era ora di dirlo ai ragazzi.
"Miguel, vai a preparare una valigia con degli abiti pesanti" gli disse, mentre il figlio saliva le scale.
"Abiti pesanti?" chiese Megan "E a cosa ci servono?", "Andiamo in montagna per un paio di settimane" spiegò Alan, afferrando un grosso zaino dal ripostiglio.
Miguel rimase a bocca aperta per un lungo istante, poi esclamò "Te l'avevo detto, Megan! Lo sapevo che stavano organizzando qualcosa".
"Miguel, non fare lo ttemo" lo rimproverò Ines, poggiandosi le mani sui fianchi, con un'espressione che ricordò tantissimo nonna Milli.
Megan scoppiò a ridere e la prese in braccio "Brava fiorellino! Digliene quattro", poi la portò di sopra ed iniziò a preparare la propria valigia.
Dalla sua stanza, si continuavano a sentire le loro risate allegre, ma il fratello non se la prese.
Ormai ci era abituato; la loro era una famiglia di burloni, infondo.
Approfittando dell'assenza delle sorelle, il giovane si avvicinò al padre "Papà, verrà anche qualcun altro con noi?".
"Sì, verranno i McKallister. Così trascorreremo una bella vacanza tutti insieme" sorrise Alan "Avverti Megan, mi raccomando".
"Certo" rispose il ragazzo, facendo mente locale di non dire assolutamente niente alla sorella.
Sapeva bene che, se lo avesse saputo, si sarebbe finta malata, causando l'annullamento della vacanza.
 
I preparativi non durarono molto ed in pochi giorni la famiglia Marley fu pronta per una vacanza che si preannunciava indimenticabile.
Era il 7 luglio e Megan si sentiva stranamente irrequieta; sentiva che avrebbe avuto una sorpresa, ma non aveva la minima idea di cosa l'aspettasse.
Una cosa era certa; da una parte voleva che ci fosse anche Richard con lei, ma dall'altra aveva paura di perdere la testa come durante la caccia la tesoro.
Si sentiva ancora molto confusa, ma non riusciva a trovare il coraggio per confidarsi con la madre.
Quella situazione si faceva di giorno in giorno più intricata e lei non sapeva come uscirne.
Alan caricò tutti i bagagli in macchina e fece salire Shiver e Thunder nello spazio appositamente ricavato.
La famiglia sistemò al meglio il seggiolino di Ines e Grecia sorrise "Pronti per partire?", "Certamente!" esultarono Megan e Ines.
Intanto, Miguel continuava sghignazzare senza motivo; quando poi guardava la sorella, scoppiava letteralmente a ridere.
"Ma che cos'hai da ridere tanto?" chiese la ragazza, appoggiandosi alla macchina "Sei diventato scemo all'improvviso?".
Il fratello non rispose e continuò a ridere come un matto, poggiandosi una mano sulla bocca.
"Ma cos'hai bevuto a colazione? Birra, o qualcosa di peggio?" chiese la madre.
Megan alzò gli occhi al cielo al ricordo, ma non disse niente.
Era già un miracolo che la madre non avesse scoperto niente di quella turbolenta serata.
Fortuna che Richard l'aveva aiutata a riportarlo a casa, o non osava immaginare quello che sarebbe potuto succedere.
Ines si sporse dal finestrino posteriore e salutò la macchina scura che stava arrivando.
"Meg! Guarda che macchina! Che bella…" esclamò entusiasta, "Sì, l'ho vista, Ines" sospirò lei "Ora rimettiti seduta".
Ormai, Ines riusciva a padroneggiare piuttosto bene il suo vocabolario ed Alan aveva ammesso di essere quasi spaventato dalla velocità con cui apprendeva le cose.
"Ormai è pronta per andare all'asilo" aveva replicato la moglie, sorridendo alla figlia piccola.
Ed ora, lei doveva sforzarsi di evitare che la sorellina cadesse dal finestrino aperto, mentre si sporgeva per osservare l'auto scura che stava arrivando.
"Ma è Ric! Ciao, Ric!" esclamò allegramente la bambina, richiamando l'attenzione della ragazza.
Alan si sporse dal finestrino e salutò il suo amico Josh, "Buongiorno. Iniziavamo a pensare che non sareste più venuti".
"In effetti, abbiamo fatto un po' tardi" si scusò Helen "Non riuscivamo a trovare le valigie da nessuna parte".
"Non importa. Allora, siamo pronti per partire?" chiese Grecia, "Pronti come non mai" disse Richard, uscendo dall'auto.
Megan trattenne il fiato, poi chiese al padre "Pensavo che saremmo andati da soli. Non sapevo che venissero anche i McKallister. Perché non me l'hai detto prima?".
"Non lo sapevi? Ma come, Miguel non ti ha detto niente?" chiese sbalordito Alan.
"Perché? Miguel lo sapeva?" esclamò sorpresa la ragazza, "Certo. Gli avevo detto di avvisarti".
Lei si volse verso il fratello e lo fulminò con lo sguardo, "No, non mi aveva detto niente".
"Allora direi che questa è una bella sorpresa per entrambi. Anch'io l'ho saputo solo ieri" sorrise Richard.
"Già, lo penso anch'io" mormorò lei, cercando di non arrossire mentre il ragazzo le si avvicinava per salutare anche Ines e Miguel.
Sentì il cuore partire in quarta, quando le loro mani si sfiorarono per un breve istante, ma fece finta di niente e salì in macchina.
Diede una gomitata nelle costole al fratello e sibilò "La prossima volta che fai una cosa del genere, ti ammazzo!".
Lui evitò un secondo colpo, ridendo divertito "E perché? Trascorreremo una vacanza assolutamente fantastica, me lo sento. Infondo, ti ho fatto un gran bel favore!".
Di sicuro, lo stava facendo a Richard, dato che era praticamente cotto di sua sorella.
La ragazza si accasciò contro lo schienale, sospirando sconfitta Ha ragione. Sono certa che questa sarà una vacanza indimenticabile.
 
Dovettero passare almeno cinque ore di viaggio, prima che le montagne diventassero visibili al'orizzonte, e ne servirono altre due per raggiungere il piccolo paesino di montagna vicino al quale avrebbero alloggiato.
Ines si era addormentata dopo un'ora e questo aveva permesso a Megan di rilassarsi un po'.
La piccola non aveva fatto altro che domande su Richard, sulla vacanza e sui cuccioli che avrebbe messo al mondo Shiver.
Su questo, era come Miguel, poteva diventare tremendamente seccate quando si ci metteva!
Finalmente, la grande baita che li avrebbe ospitati apparve oltre gli abeti, mentre la strada si riduceva ad uno stretto sentiero.
Ci volle tutta l'abilità di Alan per evitare buche e scossoni che avrebbero svegliato Ines.
Un grande garage, che aveva l'aria di una grotta squadrata, era aperto per ospitare le due auto, mentre due persone erano accanto all'entrata.
Josh McKallister andò a parlargli ed i ragazzi capirono che erano i proprietari della baita che avevano preso in affitto.
Dopo pochi minuti, la coppia sorrise ed augurò un buon soggiorno nella zona, che descrissero come la più bella dello stato.
Richard lasciò andare un sospiro di sollievo quando poterono portare le valigie dentro casa.
Sentiva le gambe indolenzite per tutte quelle ore d'immobilità passate nell'auto e non vedeva l'ora di fare una lunga passeggiata.
Il posto era davvero bello e pittoresco, al punto da sembrare uscito da un dipinto.
La baita era interamente in legno ed era circondata da un boschetto ottimo per fare trekking, a detta dei proprietari.
Dentro l'abitazione aleggiava un delicato profumo di pino e abete bianco, che ben s'intonava alla zona.
"Allora, penso che Richard e Miguel dovranno dormire nella stessa camera e lo stesso vale per Megan ed Ines" mormorò Alan, osservando la struttura della baita.
"Le stanze da letto non sono molte per due famiglie, quindi dovremo arrangiarci".
I due ragazzi sorrisero ed anche Megan non ebbe niente da obbiettare; per loro, la situazione era perfetta.
Ines, ormai sveglia, corse per tutto il corridoio in legno, per poi aggrapparsi alla gamba del padre per non scivolare.
"Vedo che ti sei già ambientata" ridacchiò Josh, accarezzando la testolina riccia della bambina.
"Casa bella e grande" cinguettò la piccola, prima di ricominciare a correre.
Megan si assicurò che i suoi aski avessero una cuccia confortevole ed al riparo dal freddo, soprattutto Shiver.
Doveva assolutamente stare al caldo e sistemò meglio alcune coperte per ripararla da eventuali spifferi.
Accarezzò i due cani, sorridendo "Più tardi vi va di fare una passeggiata?".
Thunder le leccò la mano e abbaiò, come in segno affermativo.
Poi si rintanò nella cuccia in legno, stendendosi accanto alla sua compagna su morbide e calde coperte.
Richard sorrise dalla veranda rialzata e fece un fischio "Vieni dentro, Megan. Da qui, il paesaggio è semplicemente fantastico".
Lei si pulì le mani dagli aghi di pino e lo seguì fino ad un balcone del secondo piano, dal quale si vedeva tutto il villaggio sottostante.
Rimase a bocca aperta per lo stupore, per poi sorridere estasiata "È stupendo. Assolutamente splendido...".
"Non oso immaginare come sia l'alba da qui" sussurrò il ragazzo "A casa, l'ho vista diverse volte, ma scommetto che qui sarà mille volte meglio".
Poi, alzando lo sguardo sui rami sopra le loro teste, ridacchiò "Mi sveglierò al canto degli uccelli, come in quei vecchi film in bianco e nero".
Lei lo guardò in silenzio, mentre sentiva dentro di sé una nuova sensazione, forte e dolcissima al tempo stesso.
Avrebbe voluto rifugiarsi tra le sue braccia ed osservare quel panorama assieme a lui, senza vergogna o paura o confusione.
Avvertì l'improvviso affluire del sangue alle guance, mentre quei pensieri si facevano largo nella sua mente.
Accidenti, ma perché doveva essere tutto così complicato?
Abbassò lo sguardo e rientrò nella propria camera, cercando di sistemare al meglio i propri bagagli e quelli della sorellina.
Il suo letto era proprio dalla parte opposta alla finestra, per poter sistemare meglio il lettino in legno di Ines.
Però le sarebbe bastato alzarsi a sedere per vedere la grande vallata oltre le cime degli abeti ed il fiume, che l'attraversava come un lungo nastro d'argento.
Poggiò i gomiti sul ripiano della finestra e rimase a guardare come il sole si riflettesse sull'acqua del fiume, dando l'impressione di osservare una scia di diamanti.
Un fringuello fece sentire il suo richiamo tra le fronde di un abete e subito un altro rispose, scatenando un vero e proprio concerto di trilli e gorgheggi.
La ragazza si ritrovò a sorridere divertita E sì, ci sveglieremo davvero al canto degli uccelli. Proprio come nelle fiabe.
 
Grecia aveva deciso di inaugurare il loro arrivo con una cenetta con i fiocchi e si diede da fare ai fornelli, mentre le figlie le davano una mano.
Ines passava alcuni degli ingredienti più sicuri alle altre due, come ad esempio la cipolla.
Megan si mise un paio di occhialini da piscina ed iniziò ad affettarla a dadini, stando attenta a non ferirsi.
Quando Miguel si affacciò nella cucina e la vide, scoppiò a ridere per la sorpresa.
Lei gli lanciò uno sguardo inceneritore "Questi mi servono a non far lacrimare gli occhi, cosa credi?".
"L'avevo capito, ma non me l'aspettavo da te" spiegò il ragazzo tra le lacrime "Sei troppo buffa!".
La cipolla stava facendo effetto, se poi unita alle risate, il risultato erano occhi rossi e gonfi come quelli di una rana, perdipiù pieni di lacrime.
La sorella gli porse una pezza bagnata, borbottando "Vatti a sciacquare gli occhi con l'acqua fredda, o ti bruceranno per parecchie ore".
Lui annuì ed andò in bagno a rinfrescarsi la faccia, cercando di non ridere ancora della sua espressione scocciata.
Era troppo forte!
Grecia sorrise e si diede da fare per mescolare il tutto nel modo giusto; il chili era una ricetta complicata da quel punto di vista.
Quando dovette aggiungere il concentrato di peperoncino e la salsa Worcestershire, la figlia disse "Mamma, non esagerare".
Alzò lo sguardo al cielo ed aggiunse "Se papà e Miguel ne vorranno ancora, lo avranno a parte. Non voglio che Richard e i suoi genitori si brucino la lingua".
La madre ammiccò e preparò una salsa più piccante in un'altra pentola, in modo da accontentare anche il figlio ed il marito.
Quando la salsa fu pronta, le donne la portarono a tavola e cominciarono a distribuirla su larghe fette di pane o sugli hot dog che Helen aveva cotto in precedenza.
Miguel sorrise quando vide la sorella portare una seconda pentola di chili e metterla tra lui ed il padre.
"Ecco, questa è apposta per voi. È decisamente più forte" mormorò la ragazza, prima di sedersi a tavola.
"Miguel va matto per il chili stra-piccante" spiegò poi al suo compagno di classe "e, dato che piace anche a mio padre, ne prepariamo sempre un po' con una dose maggiore di peperoncino".
"Cavolo" mormorò il ragazzo, quando lo assaggiò "È... forte. Mi piace", "Anche a me piace il chili" ridacchiò Ines "Però quello di Miguel mi scotta la lingua".
Alan si servì una generosa porzione di chili sul pane e lo mangiò di gusto, poi lo passò al figlio.
Miguel si sporse verso Richard e gli versò un po' di salsa sul pane "Vedrai che sapore, amico. È il massimo!", "Non ne dubito" sorrise l'altro, dando un morso alla fetta.
"Miguel" esclamò Megan "Non gli avrai dato la salsa che abbiamo preparato per voi?", "Sì, è la migliore di tutte!" ridacchiò il fratello.
"Ma sei matto? Lui non è abituato a questi sapori così forti!" lo riprese lei, rivolgendo uno sguardo preoccupato al suo amico.
In effetti, il volto di Richard era diventato di un rosso intenso e gli occhi gli lacrimavano.
Ormai, il ragazzo stava iniziando ad annaspare per prendere l'acqua ed estinguere quell'incendio che aveva nella bocca.
La compagna gliene riempì velocemente il bicchiere e lui lo mandò giù tutto d'un fiato.
Cercò di tornare a respirare normalmente, esclamando "Accidenti! Cos'era? Lava concentrata?".
Scoppiarono tutti a ridere, mentre la ragazza lanciava uno sguardo furibondo al fratello.
Miguel diede una pacca sulle spalle all'amico, dicendo "Scusami, credevo che ti piacesse".
"Per essere buono, era buono" mormorò lui "Ma è tremendamente piccante. Non riesco a capire come tu riesca a mangiarlo come se fosse niente".
Era un miracolo che non avesse sputato fuoco; come diavolo faceva l'amico a mandarlo giù come fosse acqua?
Ines batté le mani divertita e si alzò dallo sgabello, ma la madre la riacchiappò subito, "Resta qui" le disse seria.
La bambina fece il broncio e aspettò impaziente che tutti finissero di mangiare.
Richard ridacchiò dietro il piatto a quella vista; gli ricordava troppo Megan quando si arrabbiava.
Quando, finalmente, Helen e Grecia sparirono nella cucina con i piatti da lavare ed Alan e Josh uscirono per fare una passeggiata, Ines si alzò e corse verso Richard, attaccandosi alla sua gamba.
Il ragazzo la prese in braccio, chiedendole "Cosa c'è, piccolina?", "Voglio parlarti" disse la piccola.
"Va bene, soldo di cacio. E di cosa?" ridacchiò lui, camminando verso il salotto.
La bambina gli poggiò le manine sulle guance e, guardandolo negli occhi, chiese seria "Tu vuoi bene a Meg, non è vero?".
A quelle parole, Richard rimase sconcertato; non si sarebbe mai aspettato di ricevere una domanda simile da una bambina di appena quattro anni!
Cercò le parole giuste per rispondere alla piccola, ma sia lui, che Ines furono distratti da un rumore di pentole che cadevano a terra.
Megan li stava guardando con gli occhi sgranati, mentre ai suoi piedi c'era un mucchio di pentole e tegami.
Miguel si drizzò dal divano con un'espressione assolutamente sorpresa e guardava ora la piccola, ora la sorella accanto a lui, ora Richard.
I suoi occhi scuri si muovevano così velocemente, che era difficile capire chi stesse osservando.
Ines rise di gusto, vedendo la sua espressione incredula, divertita da come il fratello avesse spalancato la bocca.
Si voltò di nuovo verso il ragazzo che la teneva in braccio e ripeté la domanda "Vuoi bene a Meg?".
"Certo che le voglio bene" rispose il giovane "È una mia carissima amica. Ci mancherebbe!".
Lanciò uno sguardo alla ragazza ed aggiunse "È speciale, la ragazza più speciale che io abbia mai conosciuto".
Poi posò la bambina a terra ed uscì sotto la veranda, lasciando Megan rossa in volto e confusa da quelle parole così misteriose, eppure così chiare.
 

Ecco fatto. mi auguro che questo capitolo vi sia piaciuto... come avete visto, ci sono un paio di novità: i cuccioli in arrivo e la vacanza in montagna. E galeotto fu.. eh eh! non ve lo dico, non ancora! ma presto vedrete le cose appianarsi non poco tra i due ragazzi <3 e sarebbe anche ora... Beh, sperando che il capitolo vi sia piaciuto, vi slauto. ci vediamo al prossimo aggiornamento ^_^ Ditemi cosa ne pensate, per piacere. sono curiosa di vedere quali congetture farete XD
un bacio, vostra
Alys'93

   
 
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