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Autore: SoleStelle    18/09/2012    4 recensioni
Questa storia è il continuo della long "Fine dell'incubo.. inizio della favola" ma può essere letta anche indipendentemente.
Avrà 25 capitoli e, come nella vecchia storia, il primo e l'ultimo capitolo saranno corti e serviranno per dare il quadro della situazione.. (prologo ed epilogo).
Beh..che altro dire?!
Dal testo:
[...] caddi in terra inginocchiandomi e strinsi i pugni iniziando a piangere.. ancora.
Era tutto finito.. tutto sparito.. [...]

Buona Lettura.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Universitario
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Incubo..favola..realtà.'
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Il pomeriggio scoprii che quella sera non sarebbe tornato a Verona da solo ma mi avrebbe portata con lui, prolungando di un giorno i nostri giorni insieme.. e facendoli diventare tre.
Sulle prime mi rifiutai di andare con lui, poi, quando mi disse che era per la cena di classe, cominciai a cambiare idea.. ci sarebbe stata anche l’Elena e ci avrebbe provato con lui.. decisi di andare.. un po’ perché non volevo che Elena gli si avvicinasse e un po’ perché, comunque, avevo diritto di esserci..
Mi truccai leggermente e mi vestii con un vestito semplice. Salii sulla sua macchina e lasciai che guidasse.
Lo guardai per tutto il tragitto, attratta anche in quell’occasione..
<<
ok.. sono partita.. l’unico neurone che avevo se n’è andato a puttane.. o in questo caso a pensare a Riccardo >>.
Tre ore abbondanti di viaggio e arrivammo sotto casa sua.
Aprì il grosso cancello con il telecomando e scendemmo.
Rimanemmo pochi minuti, giusto il tempo che lui si cambiasse, poi risalimmo in macchina e partì andando al ristorante.
Arrivammo che più di metà classe era già arrivata.. Elena compresa.. si illuminò nel vedere la macchina di Riccardo.
Parcheggiò slacciandosi la cintura. Lo imitai poi lo guardai.. forse era meglio che non ci vedessero scendere dalla sua macchina.. d’altronde nessuno sapeva che stavamo insieme.
Scese mentre io rimasi in macchina, cercando di ritrovare la calma.
Vidi la portiera dal mio lato aprirsi e subito la sua mano spuntare davanti al mio viso. Uscii senza afferrarla ma appena mi accorsi delle occhiatacce cambiai idea. Gliela strinsi nella mia e rimasi ferma ancora qualche secondo.
“sei pronta?” chiese in un sussurro.
“mmh, mmh” mugugnai. Lo prese come un si e si incamminò, tenendomi la mano.
Salutò tutti.. ricevendo tutti sorrisi. Poi salutai io.. dissi un unico “ciao” ma nessuno si degnò di rispondermi. Mi guardarono male.. tutti.
Ora, io capivo che le ragazze potessero guardarmi in cagnesco.. ma perché lo fecero anche i ragazzi?!
<< questa sarà una serata infinita >>.
Si misero a chiacchierare mentre aspettavamo gli ultimi ritardatari. Mi appoggiai con la schiena al muro, poco dietro Riccardo, e mi eclissai completamente.
Non mi accorsi che erano arrivati e che bisognava entrare fino a quando non mi sentii prendere la mano. Mi ridestai e lo guardai.
“entriamo?” mi chiese. Annuii e lo seguii, chiudendo la fila.
Ci sedemmo e Riccardo si mise affianco a me.
Altre occhiatacce.
“non penso che venire insieme sia stata una buona idea” sussurrai.. << in realtà non credo che sia stata una buona idea venire e basta.. me ne sarei dovuta rimanere a casa.. >>.
Rimasi isolata per tutta la serata, non staccai gli occhi dal tavolo nemmeno per un secondo, non seguii le loro conversazioni e non mi inserii nemmeno.
Arrivò il dolce e lo allungai a Riccardo senza nemmeno assaggiarlo. Li mangiò entrambi senza fare complimenti imboccandomi quando riuscì a prendere una grossa scaglia di cioccolato con solo il pan di spagna e senza crema, o panna. La mangiai sorridendogli ma non mi rivoltai. Rimasi a fissarlo mangiare finchè non mi guardò male. Alzai gli occhi al cielo sbuffando.. << lui e il suo odiare che qualcuno lo fissi mentre mangia.. >>. Tornai a fissare il tavolo fino a quando Elena non lo abbracciò da dietro baciandogli la guancia. Mi voltai a fissarla, mantenendo la calma.
“Ricky ho saputo che ti sei iscritto ad architettura” disse Elena.
“si” rispose Riccardo, liberandosi dal suo abbraccio.
“saremo vicini allora, io mi sono iscritta a scienze motorie” disse. Alzai un sopracciglio incuriosita.. la sua ispirazione era fare l’insegnante di educazione fisica?! “sai si imparano anche i punti critici di tensione, potrò farti dei massaggi rilassanti”.. no, avevo sbagliato, la sua aspirazione era un’altra..
La guardai male.. molto male.. e lei si voltò verso di me.
“Elena come mai hai scelto una facoltà così semplice?” chiesi facendo, ovviamente, riferimento al suo scarso rendimento scolastico.
“e tu dove andrai sentiamo?” chiese, senza rispondere alla mia domanda.
“giurisprudenza.. alla Bocconi” dissi sorridendole bastarda. Ci rimase malissimo poi si riprese.
“peccato che dovrai trasferirti a Milano, so che le case vicino all’università sono molto rumorose, chissà se riuscirai a studiare” disse riabbracciando Riccardo.
“non sono per niente rumorose, chiedi pure a lui” dissi indicando il mio ragazzo. Lo mollò di colpo e Riccardo trattenne una risata.
“Sara andiamo? Sono leggermente stanco per il viaggio” disse alzandosi.
<< ma come?! Proprio ora che iniziava il divertimento? >>. Mi alzai prendendo la piccola borsa che avevo portato.
“io però ho solo le chiavi di Milano, quelle di casa qui non le ho” dissi, ricordandomi di averle lasciate a casa, mentre fissai l’Elena.. aprofittandone per prendermi la mia piccola rivincita.
“tanto avresti dormito da me comunque” disse quasi minaccioso. O si stava arrabbiando per le mie provocazioni all’Elena o si era arrabbiato ripensando al casino successo a casa dei miei quando avevano saputo che mi sarei trasferita..
 
 
 
 
--- --- ---
Note dell’Autrice:
ok, prometto che il prossimo capitolo non si intitolerà ancora Due Giorni Insieme..
ammetto che sia una sfilza pesante.. scusate..
   
 
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