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Autore: Leyton_Nenny    18/09/2012    1 recensioni
Il primo incontro tra Luna e Ron avvenne sul treno diretto ad Hogwarts.
Luna sedeva nell'unica cabina libera e Ginny li aveva presentati.
Nonostante ciò Ron non aveva parlato con lei, tuttavia spesso si era ritrovato a fissarla negli occhi cerulei, per poi pentirsene subito dopo: quello sguardo lo metteva in soggezione.
Ma era magnetico, spesso Ron si ritrovava a fissarlo di sottecchi, indugiando sull' esile figura della ragazza.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Luna Lovegood, Ron Weasley | Coppie: Luna/Ron
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
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Autore: Leyton_Nenny
Titolo: La prima volta
Rating: Verde
Genere: Romantico
Avvertimento: Het
Introduzione: Il primo incontro tra Luna e Ron avvenne sul treno diretto ad Hogwarts.
Luna sedeva nell'unica cabina libera e Ginny li aveva presentati.
Nonostante ciò Ron non aveva parlato con lei, tuttavia spesso si era ritrovato a fissarla negli occhi cerulei, per poi pentirsene subito dopo: quello sguardo lo metteva in soggezione.
Ma era magnetico, spesso Ron si ritrovava a fissarlo di sottecchi, indugiando sull' esile figura della ragazza.
Pacchetti: Torre di Pisa, Attila, Fisica








[Storia seconda classificata al contest: I Hate you but... di PiccolaStellaSenzaMeta sul forum di EFP]



Il primo incontro tra Luna e Ron avvenne sul treno diretto ad Hogwarts.
Luna sedeva nell'unica cabina libera e Ginny li aveva presentati.
Nonostante ciò, Ron non aveva parlato con lei, tuttavia spesso si era ritrovato a fissarla negli occhi cerulei, per poi pentirsene subito dopo: quello sguardo lo metteva in soggezione.
Ma era magnetico, spesso Ron si ritrovava a fissarlo di sottecchi, indugiando sull' esile figura della ragazza.

Il loro secondo incontro era capitato poco dopo, sulla carrozza che da Hogsmeade li avrebbe condotti ad Hogwarts.
Luna si era distratta dalla lettura del giornale solo per poter parlare con Harry.
E uno strano impeto si era impossessato di Ron, impeto a cui lui però non era riuscito a dare un nome.
“Sei normale come me” aveva detto lei per rassicurare Harry sulla sua sanità mentale.
Ma la cosa non aveva proprio funzionato.
Ron era rimasto a riflettere a lungo sulle parole della ragazza.
Che lei fosse stramba era un fatto indiscutibile, ma che fosse anche così dolce e premurosa nei confronti di Harry era una cosa che gli risultava particolarmente spiacevole.
E la cosa che più gli provocava fastidio era il non sapere dare un nome a una tale sensazione. Per il momento tuttavia decise di odiare Luna Lovegood.

La prima volta in cui Ron provò ad avere una conversazione con Luna il risultato fu disastroso: l'odio era ormai appurato.
Luna si era avvicinata a lui scrutandolo con i suoi piccoli occhi curiosi – occhi che lui aveva iniziato a rassomigliare a quelli di un ragno - e lui era stato costretto ad abbassare lo sguardo.
E lei aveva subito cominciato a parlare di strani esseri come un fiume in piena.
“I gorgo-cosi e i cos-illi non esistono Luna” l'aveva zittita esasperato e abbastanza preoccupato per la propria reputazione: non era proprio il massimo farsi vedere in compagnia di un soggetto simile.
“Perché?”
“Perché non li ho mai visti!” aveva sbuffato lui.
Luna aveva alzato e abbassato le spalle “Non è detto. Non è che se non vedi qualcosa essa non esiste. E poi, li hai mai cercati?”
A quella domanda Ron aveva sbuffato ancora più rumorosamente sperando che Luna capisse di non essere gradita.
Ma, ovviamente, lei aveva continuato a guardarlo in attesa di una risposta che non sarebbe mai arrivata.
Ron era ormai certo di odiare Luna Lovegood: odiava il fatto che fosse così dannatamente e ragionevolmente strana.

La prima volta in cui Ron si accorse di ammirare Luna Lovegood avvenne durante una riunione dell' ES.
Harry aveva appena dato loro formula e trucchetti per eseguire un Patronus, quando una piccola lepre perlacea ed evanescente si mise allegramente a saltellare per la stanza improvvisando una specie di danza frenetica.
La lepre luminosa indugiò a un palmo dal viso di Ron fissandolo con i suoi occhietti vuoti.
Ron non ci mise molto a capire chi l'avesse evocata: quegli occhietti gli ricordavano in maniera impressionante la Lovegood.
E subito l'ammirazione per essere riuscita in quell'incanto si fece largo in mezzo all'odio o al disagio che il giovane provava nei confronti della ragazza – in poco tempo era riuscita a produrre un Patronus completo mentre dalla sua bacchetta uscivano a malapena dei flebili bagliori.
Per un istante pensò di riuscire a capirla: Luna Lovegood non aveva bisogno di fingersi, lei era.
Luna Lovegood poteva conquistare il mondo con le sue stramberie, sebbene per tutti fosse solo una reietta: non si curava delle etichette della gente.
Luna Lovegood riusciva a vedere più avanti di chiunque altro.
E, mentre formulava questi pensieri, quasi senza accorgersene, il Patronus uscì dalla sua bacchetta.

La prima volta in cui Ron toccò Luna, fu nel viaggio verso il Ministero della Magia: per un qualche scherzo del destino dovevano cavalcare lo stesso cavallo – lei li aveva chiamati Thestral - che solo lei, Harry e Neville potevano vedere dal momento che avevano assistito alla morte di qualcuno.
Ron sospirò abbracciandola saldamente: non si trovava a proprio agio sopra una cavalcatura invisibile e con la Lovegood alla guida – per un istante invidiò la sventura di Harry e Neville, almeno loro non dovevano affidare la propria vita in mano ad un soggetto tanto inaffidabile quanto la Luna.
Ma chiuse gli occhi e decise di fidarsi, in fondo non poteva essere così male, o almeno ci sperava.

La prima volta in cui Ron si sorprese a pensare alla Lovegood avvenne alla Gringott: era nella camera blindata di Bellatrix alla ricerca di un Horcrux e stava per annegare in centinaia di piccoli oggetti che si moltiplicavano non appena toccati.
E subito pensò che a Luna quell'incanto sarebbe piaciuto: avrebbe potuto moltiplicare le sue cianfrusaglie per tenere lontani i suoi esserini – si appuntò mentalmente di chiedere delucidazioni sulla formula a Hermione che certamente la conosceva.
Scosse poi violentemente la testa, convincendosi di averla sbattuto contro qualche oggetto che sicuramente ora si stava moltiplicando: non era certo da lui pensare a Luna Lovegood in punto di morte.
In fondo, odiava quella ragazza quasi quanto odiasse i ragni.

La prima volta in cui Ron si decise ad ammettere di non odiare la Lovegood fu durante la battaglia finale: l'aveva vista ricoperta di sangue, coinvolta in un duello mortale. E si era gettato verso di lei senza pensarci un attimo.
Lei aveva sorriso, e Ron aveva trovato il suo volto così grazioso e proporzionato con quegli occhi che ora gli sembravano tutt'altro che inquietanti, parevano profondi ed eternamente saggi, così pieni di vita... così pieni di lei.
Ron si era convinto che forse non era poi così male pensare alla Lovegood e che alla fine i ragni non avevano niente a che fare con lei.
“Grazie” aveva sussurrato lei al suo orecchio.
Ron aveva inspirato a pieni polmoni il suo profumo: anche se sporca di sangue, anche in mezzo alla morte, Luna Lovegood odorava d'estate e di vita.
E l'avrebbe baciata se lei non fosse stata così perfettamente e innocentemente Luna Lovegood.

Aveva iniziato ad odiare Luna Lovegood perché era così dannatamente fuori dagli schemi ma alla fine erano state tutte le sue stranezze a farlo innamorare.
E ora ne era certo: Luna Lovegood era il suo primo amore, e sarebbe stata il suo nuovo inizio, una volta finita la guerra.
Solo per lei avrebbe lottato, solo per lei avrebbe provato a costruire un mondo migliore, senza male e dolore, un mondo pieno dei suoi esserini strani – perché ormai era certo della loro esistenza, probabilmente un Gorgosprizzo era appena entrato nella sua testa.
Ma non l'aveva confuso, bensì aveva chiarito le sue idee.








NdA: boh non credo nemmeno siano necessarie comunque la storia è divisa in frammenti che raccontano tutti gli eventi secondo i quali Ron elabora il cambiamento che in questo caso è da odio ad amore nei confronti di Luna. Ovviamente è tutto introspettivo quindi non sono riportati molti dialoghi o azioni.

  
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