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Autore: ___Vicky    18/09/2012    4 recensioni
Jessie. Ragazza di 16 anni, maschiaccio e acida.
Mattia. Ragazzo di 19 anni, arrogante e presuntuoso.
Si incontreranno così, per sbaglio, per colpa della festa di un caro zio.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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:-No! Mi rifiuto! Io non ci vado- grido disperata dalla mia stanza.
:-Non discutere! E’ la festa di tuo zio e tu ci vieni cara mia- sbuffo e continuo a sentire Oh love dei Green Day a massimo volume.
Mia madre, da brava arpia, prima si mette a gridare come una pazza e poi cerca di raggirarmi con qualche ricatto, con voce gentile e amorevole.
:-Dai Jè! Ti divertirai! E’ tua cugina! Comunque zio mi ha chiesto se vuoi andare da loro un’intera giornata al mare già che ci sei,e io gli ho detto che vai. Per cui preparati che sta sera ti portiamo lì- la guardo con la bocca aperta, poi, sento il ‘’turum’’ che mi avvisa dell’arrivo di un messaggio sulla pagina di facebook che avevo lasciato aperto.

-Ehi! Sei viva?- Sorrido, Lorenzo è uno dei pochi che riesce a non farmi pensare ai guai che passo.
Piacere! Mi chiamo Jessie. Si lo so non è un nome comune ma a me va più che bene.
La scenata pietosa a cui avete assistito è una delle tante che sono costretta a patire praticamente … ogni singolo giorno.
Mia madre, mi vuole un bene dell’anima, ma mi crede ancora una bambina di 4 anni.
Non mi fa mai fare quello che voglio, in questo caso, restare a casa durante la festa di mio zio.
Non è perché non gli voglio bene ma perché ci sarà sua figlia, cioè mia cugina.
Non vi è mai capitato di odiare una vostra parente? Beh a me si! Ed è capitato proprio con lei: Camilla.
Ha due anni in più di me e ha da poco raggiunto l’età della libertà.

Pensa che il mondo giri intorno a lei e che tutti siano fatti apposta per venerarla … Certa gente mi da sui nervi.
Decido,ormai abbattuta, di preparare un borsone con il mio costume da bagno, la crema solare, l’intimo, dei pantaloncini, un giubbino antivento eccetera.
Si sono una che si prepara ad ogni evenienza.
Poi, sento di nuovo il turum di facebook. Do un’occhiata da lontano -Oh ma ci sei?- Sorrido e, poggiando la gamba sulla sedia con le rotelle, rispondo alla velocità della luce
-Si ci sono. Pardon. Ma purtroppo mia madre rompe- dopo pochi secondi, sento di nuovo quel rumore che mi fa sobbalzare e mi fa cadere dalle mani il borsone da ginnastica.

Seccata vado a vedere la risposta –Aspetta che ti chiamo e mi racconti tutto-.
Scuto il capo, a volte il mio compare era più pettegolo di una zia divorziata che abita con 17 gatti.
Sento il mio iPhone vibrare, così, lo prendo, e faccio scorrere con l’indice la freccetta con su scritto :rispondi.
Dato che avevo fretta, metto il vivavoce per avere la possibilità di cambiarmi senza problemi
-beh? Che è successo sta volta con tua madre?-
Mentre tolgo la maglietta grigia da tuta gli dico –domani è il compleanno di zio. E io ci devo andare per forza-
Lo sento ridere. E’ così stupido che ride senza motivo –E che cosa c’è che non va?- mentre levo i pantaloni grido dall’altra parte della stanza –C’è sua figlia! Cioè mia cugina! Camilla!-

Lo sento fare un Uhhhhh di sorpresa –Ah! La tua cugina puttana?- mentre infilo un paio di pantaloncini neri dico –Si lei! E come se non bastasse devo restare da lei a dormire sta notte e sto anche tutto domani. Cioè ma che cazzo?- dopo pochi secondi di silenzio mi dice –pensa il lato positivo … potrai prendere un po’ di sole!- mentre infilo la maglietta pulita dico .-Non mi importa! Tanto sarei andata al mare per tutto agosto non ho mica bisogno della sua ospitalità del cazzo. Tu invece? Come va al mare? Ti diverti?-ride in modo sarcastico .-Ma che diverti! Qui mi annoio come un matto! Le ragazze fanno tutte pietà e come se non bastasse la sera posso stare fuori solo fino all’uno a causa del brutto voto in matematica-

Mentre allaccio le mie superga lilla, soffoco una risata –Fanno pietà? Comunque adesso devo andare … Ah senti ma sei sempre a Villardi?- ride di nuovo. Vallo a capire sto ragazzo –Sisi però domani torno e ci torno ad agosto. Sai come ci scialiamo al villaggio assieme? E poi viene pure Alessandra …- sorrido –Viene pure Alessandro forse.-
Dopo averlo salutato a malincuore, scendo al piano di sotto rotolando per le scale, mia madre e mio padre mi guardano con sguardo severo, così, mi rialzo sistemando la maglietta sportiva.

-Tu una gonnellina mai eh?- la guardo con sguardo assassino e mi dirigo verso la macchina, uscendo dal giardino.
Entro e mi metto ad ascoltare con le cuffiette, la mia solita canzone, Summer Paradise, che mi fa tanto pensare ai miei migliori amici: Lorenzo, Alessandra e Alessandro.
Volete sapere qualcosa di me? Ma no! Non credo sia necessario. L’unica cosa che dovete sapere è che sono una ragazza orgogliosa e acida, con la grazia di un serpente marino.

Dopo una buona ora di macchina, mio padre mi fa segno di scendere, ci sono mia zia e mio zio di fronte casa loro che mi sorridono. Mi abbracciano entrambi .-Mamma mia jè che bello che sei venuta! Siamo contentissimi- sorrido e ricambio l’abbraccio. Poi, mia zia, mi dice .-Camilla è di sopra con un suo amico. Ma tra un po’ dovrebbero aver finito di studiare. Ti mostro la tua stanza- ringrazio il cielo di non dover condividere la stanza con quella lì. E poi, io non mi fiderei così tanto … Studiare? Ma se avrà perso la verginità a forse dieci anni! Io rimango senza parole a volte.
Comunque non la ho mai invidiata se è questo che vi interessa sapere. Anzi, oserei dire che è lei quella che mi invidia. Certo non sono una puttana prodigio come lei ma tutti i nostri parenti hanno sempre preferito me, con la mia semplicità a lei, con tutte quelle imbottiture e quel trucco, e questo lo sa benissimo anche lei.

Zia mi lascia da sola chiudendo la porta mi guardo intorno, poi, poggio il borsone sul letto, per poi mandare un messaggio a Lorenzo –Sono appena arrivata. Non so quale santo mi ha salvato ma non dormo con Camilla-
Sento bussare alla porta, eccola lì, con un top scollato e dei pantaloncini che sembravano delle mutande –Non mi saluti più?- sorrido e forzatamente ci diamo due baci guancia e guancia.
-veramente non sono venuta perché non volevo disturbarti …- sorride e poi, con la sua voce da cornacchia dice –Ah si ! ero con Nicola, il mio ragazzo. Ha vent’anni- sorrido, facendo finta di essere interessata.

-Comunque io sta sera scendo a mare. Vuoi venire con me? Ci saranno anche dei miei amici!- scuoto il capo inventando una scusa qualunque –Nono. Non mi va! Anche perchè sono stanca per il viaggio. Tranquilla. Preferisco restare a casa- annuisce e richiude la porta della mia stanza.
Seccata, mi butto sul letto. Dopo aver fissato il soffitto per un tempo indeterminato, guardo l’orario sul cellulare le 21.30.
Poi, penso di poter uscire anche da sola! Magari avrei fatto un po’ di shopping con i soldi che mi sono portata da casa.
Decido di indossare dei pantaloni sul ginocchio neri, una maglietta e delle ballerine. Per intenderci, era il modo più elegante in cui mi vestivo a sedici anni.
Trucchi? Mai saputi usare! Mi sentivo il viso pesante! Persino il lucida labbra mi dava fastidio! L’unica passione da ragazza che ho è quella degli smalti. Ogni giorno ho uno smalto diverso. 

Angolo autrice: Salve! Ok so che tutte le mie storie originali facevano pietà ma credo che questa vada bene. Anche perchè mi sono impegnata molto per cui ci terrei ad un vostro aprere!
Questa è Jessie :3
 
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