Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |      
Autore: roxy_xyz    18/09/2012    8 recensioni
[Dedicata a IvanaEfp ♥]
Dichiararsi a Hermione? Facile come stanare una squadra di Mangiamorte.
Baciare Hermione? Era più probabile che lui baciasse il cuscino, mentre la sognava.
Aprire il suo cuore a Hermione? Meglio abbandonare la carriera al Dipartimento Auror e diventare un chirurgo e aprirsi il cuore nel senso letterale del termine.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Potter, Hermione Granger, Nuovo personaggio | Coppie: Harry/Hermione
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

a Ivana, con un tremendo ritardo, un piccolo pensiero per lei.
Perché anche se ho dato alla luce una figlia Dramione, lei è sempre la mia pargoletta, ehehe!


Harry Potter e la notte degli Oscar




Faceva maledettamente caldo quel giorno, o forse aveva scelto gli indumenti sbagliati da indossare a Luglio. Aperto l’armadio aveva preso la camicia verde, quella che lei preferiva, condannandosi con le sue stesse mani: piccole goccioline di sudore avevano già incominciato a imperlare la fronte, eppure quando Hermione l’aveva chiamato, non aveva esitato un attimo.
“Risalta i tuoi occhi”, le aveva confessato una volta e da allora l’aveva messa ogni qualvolta si incontravano dopo un breve periodo di lontananza. Quel giorno però non era un’occasione speciale e nemmeno un appuntamento, anche perché per quello avrebbe dovuto aspettare la fine del Mondo: solo allora, in punto di morte, Hermione si sarebbe accorta di lui.
Migliore amico, ovvero Miglior-Modo-Per- Essere-Invisibile-Agli-Occhi-Di-Una-Ragazza. Mancava solo che si cambiasse davanti a lei e che non lo considerasse come uomo, dopodiché poteva seppellire il proprio orgoglio e la voglia che aveva di lei.
Fu in un giorno di primavera che Harry capì che una semplice amicizia non gli bastava più. Faceva troppo caldo, e non potendo più sopportare l'afa londinese, avevano deciso di recarsi in un parco alla ricerca di un po’ di brezza. Non era successo nulla di eccezionale: avevano passeggiato nei pressi di un lago, quando ad un certo punto aveva sentito la sua risata squillante ed era scattato qualcosa in lui. Un pesce, un enorme pesce aveva fatto un salto dall’acqua per poi ricadervi subito dentro. Sembrava una bambina con quegli occhi sgranati per lo stupore, e lui non aveva smesso di guardarla nemmeno per un istante.
Quel giorno aveva perso la testa per la sua migliore amica.
Peccato che da allora fossero passati cinque anni. Una persona normale si sarebbe fatta avanti e si sarebbe dichiarata. Una persona normale, non Harry Potter.
Dichiararsi a Hermione? Facile come stanare una squadra di Mangiamorte.
Baciare Hermione? Era più probabile che lui baciasse il cuscino, mentre la sognava.
Aprire il suo cuore a Hermione? Meglio abbandonare la carriera al Dipartimento Auror e diventare un chirurgo e aprirsi il cuore nel senso letterale del termine.
Hermione, Hermione, Hermione. Una litania che non faceva altro che renderlo pazzo e sempre più irrequieto. Quanto ancora avrebbe aspettato, e quanti uomini avrebbe dovuto sopportato di vedere accanto a lei? Quel mostro verde ruggiva nel suo petto tutte le volte, e lui non poteva fare altro che metterlo a tacere.
Si stava recando all’aeroporto per andarla a prendere; era andata in vacanza in Europa per due settimane e non vedeva l’ora di stringerla a sé.
L’unica cosa che non aveva mai smesso di fare era abbracciarlo; lo faceva spesso, anche troppo spesso, una continua lotta per trattenere i suoi istinti. Animaleschi? Maschili? Folli.
Appena lei lo sfiorava, un dolce profumo gli saliva al naso e lui chiudeva gli occhi, beandosi di quel contatto e sperando in cuor suo che lei sollevasse il capo e lo baciasse.
Avrebbe potuto vincere l’oscar per Miglior Regia.
Arrivato nella zona Arrivi, cominciò ad aspettare, guardando nervosamente l’orologio. Non era stato annunciato un ritardo, eppure Hermione non usciva da quella porta scorrevole.
Era quasi arrivato a un esaurimento nervoso quando la vide.
Era lì, poco distante da lui mentre trascinava un trolley. Indossava un vestitino verde ed era incredibilmente abbronzata.
Agitò un braccio per farle segno di raggiungerlo e lei gli sorrise.
Sentì un altro pezzo di mattone cadere e quel muro, quella barriera che aveva costruito per proteggersi, sgretolarsi.
“Harry!” E riecco quella sensazione paradisiaca. Si sarebbe mai abituato alle sue mani strette intorno al collo?
“Mi sei mancata, Hermione!” le aveva confessato in un bisbiglio all’orecchio.
“Anche tu! Oh, Harry, ho un’infinità di cose da raccontarti e una sorpresa da mostrarti.”
“Che genere di sorpresa?”
“Hola.” Una voce maschile l’aveva fatto sobbalzare. Aveva allentato la morsa con la quale stringeva Hermione e aveva osservato un uomo sulla trentina, abbastanza abbronzato e con lineamenti tipicamente latini. “E questo chi diamine è?”, si era ritrovato a pensare.
“Harry, lui è Sergio.”
Sergio. Sergio. Sergio. Chi cavolo era Sergio e perché aveva appoggiato una mano sulla spalla della sua Hermione? Cos’era, uno dei souvenir che le hostess lasciavano prima di scendere dall’aereo?
“Harry, lui… lui! Sono troppo emozionata, ci siamo conosciuti in Spagna e da allora siamo diventati inseparabili.”
Aveva stretto la mano di Sergio e, come sempre, aveva finto. Poteva aggiungere alla lista anche l’oscar per Miglior Interpretazione Maschile.
“È un piacere fare la tua conoscenza.” Un piacere come potrebbe essere strapparsi l’unghia dal piede.
“Hermione non ha fatto altro che parlare di te, mi ha detto che sei come un fratello per lei.” Non di sangue.
“Harry, posso chiederti un enorme favore?” La sua quasi sorella, non di sangue, gli aveva rivolto uno sguardo da dolce cerbiatta. Le sue labbra erano così vicine, così sensuali…
“Dimmi pure.” Si era dovuto schiarire la voce prima di parlare.
“Potresti ospitarlo a casa tua? Solo per una notte… devo prima ordinare quel macello che ho lasciato in casa.”
Era diventato bianco cadaverico.
Una notte e poi Sergio e Hermione avrebbero dormito insieme.
Una notte soltanto e a quei cinque anni si sarebbero aggiunti altri, parecchi giorni, o meglio notti.
“Certo.” Oscar per Miglior Attore.
“Lo sai vero che ti voglio bene?” Un bacio sulla guancia e Harry sentì le forze venirgli meno.
Seguì sconsolato i due innamorati avanzare e uscire dall’aeroporto. Cosa aveva quello spagnolo in più di lui?
Nulla. Solo più coraggio, tonnellate su tonnellate di coraggio.
Aprì la porta di casa e lo invitò a sedersi sul suo divano, là dove lui e Hermione passavano le serate a parlare e a ridere insieme.
Aprì la porta di casa, sapendo che stava per addentrarsi nel suo personale Inferno.
Per tutta la serata, non fece altro che annuire come un idiota e assecondare la loro felicità.
Non poteva fare altro, dopotutto.
Hermione era così entusiasta da non accorgersi di nulla, pensando che il suo amico non si fosse ancora abituato all’idea di un uomo accanto a lei. Aveva intuito la verità, ma solo una porzione di essa, la parte decimale, diciamo quella minuscola. Mentre l’enorme fetta di gelosia era sempre lì, nascosta ai suoi occhi, mentre pugnalava il povero Harry.
“È tardi, devo andare, ma ci vediamo domani per la colazione” disse, prima di baciare Sergio.
“Sicura di volermi lasciare qui con Harry?” aveva domandato lo spagnolo con voce bassa e roca.
“Sicuro!” A rispondere fu Harry che gli rivolse uno sguardo a dir poco infuriato.
“Devo fare un sacco di cose, non essere arrabbiato con me…”
“Solo se mi dai un bacio.”
Uscì dal salone prima che potesse rimettere la cena, aspettando che la sua amica salutasse lo spagnolo lontano dai suoi occhi.
Quando anche lei uscì, per recarsi a casa, non si accorse di quanto Harry fosse pensieroso. Lo abbracciò come aveva fatto ogni giorno della sua maledettissima esistenza.
Perché anche le pietre avevano capito.
E lui invece stava fermo in mezzo al salone, senza trovare il coraggio di essere sincero.
Perché preferiva mille volte soffrire per le bugie che raccontava a se stesso, piuttosto che perderla. E lui non poteva vivere senza di lei.
Fu solo quando vide Sergio sorridergli che decise di mandare tutti i suoi stupidi ragionamenti a puttane, smaterializzandosi davanti a lui, senza nemmeno pensare allo Statuto Internazione di Segretezza della Magia. Ci avrebbe pensato dopo, no?



“Harry!”
“Hermione.”
“È successo qualcosa? Sergio sta bene?”
“Sergio è ancora vivo, tranquilla.”
“Ma allora… non capisco.”
Uno sguardo spaesato, lo stesso che aveva avuto lui quel giorno all’aeroporto.
“Neanche io, solo che dovevo venire qui da te.”
“Stai bene?”
Ora sembrava veramente preoccupata.
“No.”
“Harry, mi stai spaventando…”
“È che… ho paura, anzi sono terrorizzato.”
“Da cosa?”
Hermione gli aveva preso le mani e lui per un attimo si era dimenticato che cosa volesse dirgli. Fu un attimo, dopodiché si divincolò dalla presa per allontanarsi da lei.
“Harry?”
“Vado a casa… è meglio.”
Codardo fino alla fine.
“E invece no, tu resti qui.”
“No.”
“Harry!”
Hermione aveva raggiunto la porta, mettendosi di fronte in modo da impedirgli la fuga. Le mani sui fianchi e uno sguardo che, Harry sapeva, non avrebbe concesso sconti o perdoni, neanche al suo eterno migliore amico.
“Mi farai impazzire…”
Un bisbiglio.
E lui si arrese, sventolando la bandiera bianca.
“Ti amo.”
Le labbra di Harry si erano mosse e avevano soffiato la sua resa. L’aveva detto veramente?
“Scusa, puoi ripetere?”
“Mi hai sentito forte e chiaro, Hermione. Spezzami pure il cuore, tanto mi sto preparando da anni a questo giorno.”
“No, non ho capito veramente. Devi smetterla di mangiarti le parole, te lo dico sempre.”
Harry fu preso dal panico al pensiero di dover dichiararsi nuovamente.
Doveva essere facile, no? L’aveva già detto una volta, quindi non ci voleva un grande coraggio.
“Ehm…”
Oscar per Migliore Sceneggiatura.
“Sì?”
“Ma se ci sentiamo domani mattina? Sarai stanca dopo il viaggio.”
Oscar per l’Idiota dell’Anno.
Un timido sorriso increspò le sue labbra sottili.
Hermione invece sembrava non volersi allontanare minimamente dalla porta.
“Quindi non mi ami?”
“Ma allora mi avevi sentito!”
Harry era incredulo. Perché gli aveva chiesto di ripetere allora?
“Certo, solo che quando aspetti da tutta una vita una dichiarazione decente e invece ti ritrovi a dover aguzzare l’udito perché la persona che hai di fronte lo ha sussurrato…”
“Come?”
“Ehi, non fare il mio stesso gioco… non vale!” esclamò Hermione, indignata.
“Hai appena detto che aspetti da tutta una vita, quando so che non è vero.”
“Sei anche dentro la mia testa, Harry?”
“Mi tratti sempre come se fossi tuo fratello!” urlò. Era finito il tempo dei sussurri.
“Perché tu non agisci e quindi che dovevo fare… aspettarti per sempre, come una Penelope?”
“E invece di essere sincera…”
“Parli di sincerità… tu a me?”
“E a chi sennò?” Harry aprì le braccia in segno di sconforto.
“Io non capisco…”
“Cosa?” sbottò Harry.
“Perché stiamo ancora parlando?”
“Eh?”
Pochi passi e l’aveva raggiunto. Le dita di Hermione si erano posate sulle sue guance e finalmente il muro era caduto.
Un bacio.
Quel gesto che Harry non era mai stato capace di compiere e che a lei sembrò quasi naturale.
E lui cercò di farle capire quanto avesse aspettato quel momento con tutta la passione che aveva trattenuto. Perché non doveva più farlo e oh sì, era una sensazione davvero fantastica.
“Oh cavolo. Sergio!” disse Hermione, interrompendo l’idillio.
“Cosa?”
“Come farò a spiegarglielo?”
Per un attimo Harry aveva trattenuto il fiato, temendo che fosse tutto già finito. “Ma lui è un mago?” chiese invece.
“No, perché?”
Rise allegro. “Tranquilla, credo che sarà la notizia meno sconvolgente che dovrai dargli.”
“Eh?”
“Baciami e smettila di parlare di Sergio che sono geloso.”
Oscar per Miglior Bacio.
   
 
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: roxy_xyz