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Autore: _itsnickymine    18/09/2012    5 recensioni
“ha diciotto anni, Nicholas” disse Joseph guardandolo attentamente cercando di capire cosa passasse per la mente del fratello.
“e allora?” chiese il riccio interrogativo
“e allora hai già tuo figlio da crescere, non puoi perdere tempo dietro una ragazzina immatura che frequenta ancora il liceo”
“non la conosci” si difese il ragazzo
“Nick hai venticinque anni, un lavoro che ti richiede tempo e soprattutto un figlio di sei anni e mezzo da crescere solo! È vero meriti anche tu una donna al tuo fianco che ti sappia amare, che ti sappia amare veramente, ma questa donna di certo non sarà una ragazzina di diciotto anni!” disse il fratello
“..forse hai ragione”
“ho ragione, nessun forse” disse Joseph soddisfatto finendo di bere la sua birra.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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                                               'Do you believe in destiny?'

 

Chapter 8.

 

 

“dottor Jonas, c’è qualcuno per lei”

Nicholas sbuffò.

Aveva tanto lavoro da fare e inoltre alle quindici sarebbero venuti i primi pazienti.

“Katie sono impegnato, ti ho detto che non posso vedere nessuno fino alle 15”

“ma la ragazza è qui fuori da un’ora e ha detto che non se ne andrà fin quando non la farò entrare”

“una ragazza? Come si chiama?” chiese il riccio curioso

“una certa Samantha Edwards”

Nick sorrise.

“lasciala entrare” disse il riccio per poi attaccare

Sospirò quella ragazza era davvero unica.

Nick non faceva altro che pensare al loro bacio della scorsa sera.

Le sue labbra, così sottili e rosse.

Finalmente aveva avuto la fortuna di baciarle.

“certo che la tua segretaria è davvero rompiscatole”

Un uragano era appena entrato nel suo ufficio.

Perché si, lei era un vero e proprio uragano, entrava nella vita delle persone e le sconvolgeva.

Chiunque si avvicinava troppo rimaneva scottato oppure entrava nel cerchio.

Nicholas rise guardandola.

Samantha si guardò intorno e tolse la giacca di pelle che indossava e la poggiò sulla sedia di fronte la scrivania dov’era seduto Nick assieme alla borsa.

“Allora dottor Jonas, di cosa si occupa?” chiese la mora fingendosi una paziente.

“sono un pediatra”

“Oh..quindi non potrà curarmi se per caso…avessi la febbre o cose del genere”

Nick annuì

“eri occupato?”

“si, ma per te posso anche lasciare tutto”

Sam arrossì abbassando lo sguardo, cominciando a fissare le sue scarpe.

“mi piaci quando arrossisci” commentò il riccio fissandola

Sam alzò lo sguardo sorridendogli

‘a me piaci sempre’ pensò la mora

“come mai sei venuta? Niente scuola?” chiese il riccio

“sono uscita prima e ho pensato di venirti a fare una visita”

“sono contento che sei venuta” disse

Sam si sentiva in imbarazzo e non sapeva perché.

Seduta nell’ufficio di Nick, di fronte a lui, come fosse una sua paziente.

Quella cosa, o meglio quella situazione, la metteva in imbarazzo.

Come faceva Nick a stare seduto tutta la giornata in quella dannata sedia da dottore?

Si alzò di scatto.

“dio, come fai a stare sempre seduto?”

“beh..ogni tanto mi alzo…sai com’è devo visitare i pazienti, non si sdraiando sulla scrivania ma sul quel lettino bianco lì” disse il riccio sarcastico indicandogli un lettino bianco dietro quelle tende bianche.

“oh..ora capisco” disse la mora esplorando un po’ la stanza

“eri seria ieri quando mi hai detto che potevo baciarti ogni volta che volevo?” chiese Nick con tranquillità alzandosi e dirigendosi verso di lei

‘Cavolo, ma come faceva ad essere così tranquillo mentre le diceva una cosa del genere?’ pensò la mora

E poi perché le chiedeva se poteva baciarla? Ti pare che lei lo avrebbe respinto?

Mah. Gli uomini adulti erano davvero strani.

“c..certo.. che puoi, Nick” mentre parlava indietreggiò di alcuni passi finendo contro il muro.

Nick poggiò le mani sul muro, imprigionandola.

“ero seria” ammise poi la mora respirando a fatica..

La vicinanza di Nick le faceva sempre quell’effetto.

Nick sorrise e Sam si morse un labbro.

“sei..sei bellissima” si lasciò scappare il riccio guardandola attentamente.

Sam arrossì abbassando ancora lo sguardo..

“e lo sei ancora di più quando arrossisci” disse ancora Nick prendendole il mento e facendole alzare il viso, in modo che potesse guardarla negli occhi.

Lentamente Nick avvicinò le sue labbra a quelle della ragazza e finalmente la baciò.

Sam aprì leggermente la bocca affinché la lingua di Nick potesse incontrare la sua.

Il cuore le batteva forte, come mai aveva fatto.

Quel ragazzo la mandava in tilt, come mai nessuno aveva fatto. Nemmeno con Tyler.

Sam si lasciò andare baciandolo con più passione e passando una mano fra i suoi meravigliosi ricci.

Nicholas cominciò ad accarezzargli un fianco con una mano mentre con l’altra l’avvicinava di più a se.

Era da molto che non baciava una ragazza con così tanta passione, con così tanta forza. Anche se aveva paura di farle del male, lei era così piccola, non solo di età, ma anche di statura.

Nicholas la prese in braccio mentre Sam attorcigliò le gambe attorno alla sua vita.

La poggiò sulla sua scrivania e cominciò ad accarezzargli le gambe mentre continuavano a baciarsi.

Samantha non riusciva più a staccarsi da quelle labbra e le mani di Nick che continuavano a toccarle le gambe le provocavano lunghe scosse in tutto il corpo.

Sentì le mani di Nick giocare con la lampo dei suoi jeans ed entrò in panico.

“Nick…f..forse dovremmo…dovremmo fermarci” disse con un filo di voce la mora ancora con il battito cardiaco accelerato.

Nick annuì allontanandosi un po’, prima che il suo lato da ‘sono un ragazzo e non faccio sesso da molto’ uscisse fuori.

“d..devo andare”

Sam scese dalla scrivania,e cercò la sua borsa.

“ehi, non..non è successo nulla, non scappare” disse il riccio prendendole un braccio cercando di farla voltare verso di lei, per poterla guardare negli occhi ma lei non si voltò.

“n..non sto scappando” ammise la borsa respirando ancora a fatica.

Perché Nick le faceva quell’effetto? Perché doveva essere sempre lei a rovinare tutto? In fondo Nick non stava facendo nulla di male. Non riusciva nemmeno a voltarsi e a guardarlo negli occhi.

Era solo una stupida ragazzina di diciotto anni che ne dimostrava quindici.

“Sam, sul serio io ti..ti capisco.. ci conosciamo da così poco tempo.. e non pretendo nulla da te, solo perché sono più grande di te di qualche anno non vuol dire che devi fare cose forzate con me. Okay?  Sam, ascolta… tu..  tu mi piaci, e sono una persona abbastanza matura per dirtelo così senza troppi giri di parole e giochetti da bambini. Mi piaci molto e… e stasera si, stasera sei impegnata, dillo a tutti i tuoi corteggiatori” disse Nicholas serio.

“c..cosa?” chiese le voltandosi verso di lui.

Nick la guardò attentamente.

“stasera, ti passo a prendere alle otto e trenta, okay? Vestiti elegante”

“n..non sto capendo”

“hai capito benissimo invece, ora sei libera di scappare, ma non mancare stasera, per favore” disse il riccio sorridendo

Sam sorrise stranita per poi uscire dallo studio di Nick.

Si toccò le labbra e si diresse verso l’uscita.

Sembrava una pazza, continuava a toccarsi le labbra e a fissare il vuoto.

“signorina, tutto bene? Signorina?”

Sentì la segretaria di Nick chiamarla due o tre volta e posizionarsi davanti a lei ma non le diede importanza.

Si erano baciati, ancora. E lei, aveva fermato Nick quando stava cercando di andare un po’ troppo oltre, e invece di incazzarsi lui l’aveva invitata a cena fuori.

Beh quello era il loro vero primo appuntamento.

Si, perché quelli all’empire erano..appuntamenti? Non sapeva nemmeno lei cos’erano, sapeva solo che le piacevano, le piaceva Nick, le piaceva la tranquillità con cui diceva le cose, le piaceva tutto di lui.

Non sapeva nemmeno lei come si sentiva quando pensava a lui.

Anzi lo sapevo, una nuova emozione stava nascendo dentro di lei, una cosa che non aveva mai provato e che non sapeva nemmeno lei come spiegarla.

Prese un bel respiro e senza degnare di una risposta la segretaria di Nick, uscì dall’ospedale.

Prese un taxi e in pochi minuti arrivò a casa sua.

Entrò e in salotto c’erano suo padre e Jennifer che parlavano.

“ehi, ciao tesoro.. sei tornata presto?” chiese il padre vedendola

Sam era ancora sulle nuvole, così annuì distrattamente al padre.

Prese un lungo respiro ed entrò in camera sua, buttando la borsa a terra e togliendosi le scarpe distrattamente.

Si fece una coda molto distrattamente, in quanto alcuni ciuffi di capelli le ricadevano lungo il viso.

Prese di nuovo un lungo respiro ed entrò nella sua cabina armadio.

Un appuntamento con Nick.

Un appuntamento con Nick.

Doveva essere almeno carina.

Doveva vestirsi elegante. Mm ne aveva tanti di abiti eleganti, tutti regalati dalle zie e dai nonni visto che lei non ne aveva mai comprato uno.

Lei amava la semplicità, amava uscire per le strade di New York con un semplice jeans stretto e una maxi felpa e a sua tracolla Chanel.

Beh si, amava Chanel, amava la semplicità delle sue borse.

Ma quella sera, niente, jeans, niente felpe.

Andò verso il lato degli abitini e cominciò a cercarne uno adatto.

C’era quello che le aveva regalato sua zia per il suo compleanno, ma era troppo lungo e troppo elegante.ù

C’era quello che le aveva regalato il padre, ma era troppo rosso.

Troppo lungo, troppo corto, troppo appariscente, troppo semplice, troppo troppo.

Sbuffò sedendosi sulla moquette.

Non sapeva cosa mettere.

“hei Sam, posso parlarti?”

Matthew entrò in camera sua, senza nemmeno bussare.

Doveva ancora abituarsi a quei tre in casa sua.

“Matthew, non è il momento, sono impegnatissima, vedi di sparire”

“no, sul serio, ti rubo solo tre minuti.. ma dove sei?”

“nella cabina armadio” disse la mora sbuffando.

Matthew entrò nella cabina armadio.

“wow, è più grande di quella di mia sorella”

“io non ci metto solo vestiti, ma anche i libri” disse la mora indicandogli un lato della cabina armadio pieno di libri.

Matthew si sedette sulla poltroncina che c’era nella cabina armadio, proprio di fronte la ragazza.

“allora? Cosa c’è?” chiese Sam incitandolo a parlare

“mi piace una delle tue amiche”

“uhm..bene, ed io? Cosa dovrei farci?”

“beh..non so volevo qualche consiglio, dovrei invitarla ad uscire?”

“non lo..non lo so, provaci…poi se ricevi un bel due di picche, ti farai una ragione”

“il fatto è che… mi piacciono tutte e due, e non so scegliere”

Sam lo fulminò con lo sguardo.

“ascolta Matthew, se sei venuto qui per prendermi per il culo è meglio che vai via” disse la mora alzandosi.

“no sul serio, aspetta”

Matthew si alzò e la seguì.

“secondo te sbaglio se esco con entrambe?”

“fai quello che ti pare, okay? Ora fuori di qui” disse Sam spingendolo fuori la porta.

Sbuffò chiudendo la porta a chiave.

Doveva assolutamente trovare un vestito adatto.

Sbuffò rientrando nella cabina armadio.

Doveva assolutamente trovarne uno adatto. Ricontrollò tra i vestiti e ne misurò uno che le sembrava carino.

Era corto, di un azzurro chiaro, con molto decori che partivano dalla scollatura alla fine del vestito.

Si, forse quello poteva andare bene.

 

 

 

“come sto?”

“sei bellissima, tesoro.. ma mi dici dove devi andare così elegante?” chiese il padre ad una Sam super ansiosa che non riusciva a stare nemmeno seduta.

“ho un appuntamento, papà.. e sono ansiosa”

“sei bellissima” commentò il padre guardandola.

“quanti anni mi dai?” chiese la mora.

“uhm..la tua età, diciotto, perché?”

Sam sbuffò. Voleva sembrare più grande.

“forse devo mettere un po’ di trucco in più” disse la ragazza voltandosi per andare verso il bagno ma il padre la fermò per un braccio.

“perché vuoi sembrare più grande?” chiese il padre

“io? Cosa? No, io..io non voglio sembrare più grande.. è solo che dimostro quindici anni, non diciotto”

“non è vero, sei perfetta, e bellissima, e di nuovo perfetta” disse il padre sorridendole lasciandole un dolce bacio sulla guancia.

“grazie, ma non ne sono  molto sicura”

“devi esserlo invece” le disse il padre sorridendo.

Il citofono di casa bussò.

“oh mio dio, è per me, è per me, devo andare, devo andare, è per me”

“stai calma tesoro, se è per te, vai. No?” chiese il padre

“giusto” disse la mora prendendo la sua pochette e indossando la giacca

“ti voglio bene e.. non fare tardi” le disse il padre prima che uscisse.

In ascensore era ansiosissima. Il cuore non smetteva di battere così forte e non riusciva nemmeno a parlare.

Come avrebbe fatto per il resto della serata?

Prese un lungo respiro ed uscì dal palazzo dove un Nick, in smoking, era appoggiato alla sua macchina con una mano in tasca.

Sentì il rumore dei tacchi di Sam e alzò lo sguardo, rimanendo quasi senza parole, o senza respiro.

“c..ciao” disse la ragazza fermandosi di fronte a lui.

Nicholas non riusciva quasi a parlare. Di belle donne ne aveva viste a migliaia, ma lei..lei le superava tutte.

“sei..sei bellissima”

“oh..g..grazie” disse la mora arrossendo “a..anche tu..lo sei”

Nick le sorrise

“oh non quanto te, su sali in macchina ti porto nel posto più romantico di New York” disse il riccio sorridendo alla mora e aprendole la sportiera dell’auto.

Sam si morse il labbro e poi salì in auto.

Nick salì in auto e partì velocemente.

“d..dove andiamo?” chiese la mora

“nel posto più romantico di New York” disse di nuovo il riccio

“new york non ha posti romantici” confessò la mora

“oh io ne conosco uno”

“empire?” chiese la mora

“mm.. si.. potrei paragonarlo all’empire” ammise Nicholas guardandola

Samantha rise, guardando fuori dal finestrino..

“e..siamo arrivati” disse il riccio dopo vari minuti parcheggiando la sua macchina.

Scesero dall’auto.

Sam si guardò intorno, era fuori un semplice ristorante di New York.

Cos’aveva di romantico?

La ragazza guardò meglio l’edificio, e notò che era abbastanza alto.

“ti..ti sei incantata?” chiese Nick sfiorandole con il braccio il fianco.

“oh..no..c..cercavo solo di capire cos’aveva di romantico questo posto” disse la mora

“aspetta e vedrai, su entriamo” disse il riccio prendendola per mano e entrando nel ristorante.

Sam si guardò intorno, il ristorante era molto elegante ed era pieno di gente.

Tutte le donne erano vestite elegantemente e ridevano bevendo i loro bicchieri di champagne.

“sei..sei bellissima, non dovrò più farti vestire così.” disse Nicholas, distraendola dai suoi pensieri.

“perché?” chiese curiosa

“perché tutti gli uomini di questa sala ti stanno guardando ed uno dei miei peggior difetti è la gelosia” ammise il riccio

Sam rise.

“non sto scherzando” la ammonì Nick

“mi scusi, dottor Jonas” disse la ragazza sorridendo

“buonasera Mr. Jonas” una cameriere si avvicinò a loro, squadrandoli per bene.

“ciao Elliot, la sala?”

“oh beh.. la signorina Evans ha scelto appositamente per lei quella all’ultimo piano”

Nicholas sorrise.

“ringraziala da parte mia” disse il riccio ritornando a guardare Samantha, le prese una mano e si diresse verso l’ascensore..

Chi era la signorina Evans? Si chiese la mora, e perché aveva scelto una sala? Erano solamente in due.

“ a che pensi?” le chiese Nicholas una volta entrati nell’ascensore

“oh nulla..solo..che.. mi piace questo posto, è molto elegante” disse la mora

Arrivarono all’ultimo piano e Samantha rimase a bocca aperta.

Era una sala molto grande, dove non c’erano tutte finestre ma enormi vetrate, sembrava quasi che stesse sospesa sul cielo mentre guardava giù..

Per terra c’erano molte candele, e al centro della sala un unico tavolo decorato molto elegantemente.

“nick..è.. wow” si lasciò scappare la ragazza.

Nicholas le sorrise.

Si sedettero uno di fronte all’altro e Nicholas si sporse in avanti per starle più vicino.

“è bellissimo, sul serio.. mai nessuno ha fatto una cosa del genere per me Nick, grazie” ammise la mora mordendosi un labbro.

Era maledettamente imbarazzata.

Sul serio un ragazzo come nick aveva fatto una cosa del genere per lei?

Nicholas, che sembrava quasi un angelo sceso dalla terra per salvarla, le aveva organizzato una delle cose più meravigliose che un ragazzo poteva organizzarle.

Forse era un sogno.

“mai nessuno? Wow, i diciottenni di oggi sono davvero noiosi” disse il riccio ridendo, facendola ridere anche la ragazza.

“non sapevo che a new york ci fossero posti del genere, sembra di essere in paradiso” ammise la ragazza

“già, è uno dei migliori ristoranti di New York” disse il ragazzo

“dopo quello di Kevin, ovviamente” lo ammonì la mora

“sei molto legata a mio fratello, vero?” chiese il riccio curioso.

Non sapeva perché ma provava una certa gelosia verso Kevin.

Si diede dello stupido, Kevin era suo fratello ed era sposato.

Samantha lo considerava quasi un fratello.

“molto, lui e Danielle sono così.. così dolci assieme, spero di trovare un amore come il loro” ammise la mora

“sarebbe?” chiese Nicholas

“non li hai mai guardati? Si capiscono con un solo sguardo, sono così sereni e felici quando sono assieme e… quando c’è Danielle in giro, Kevin non ha occhi che per lei, anche quando sta parlando con qualcuno o è alla cassa, Kevin non si volta nemmeno un minuto, è sempre lì fermo a guardarla, cercando di capire cosa sta dicendo, se sta parlando di lui o altro.. E poi quando la sente  ridere, beh lì automaticamente, sorride anche lui.”

Nicholas sorrise, notando quanto quelle cose fossero vere.

“sei…davvero diversa dalle newyorkesi di oggi”

“ah si?” chiese Samantha

“si” ammise il riccio abbassando lo sguardo “dove sei stata per tutto questo tempo?” chiese poi rialzando lo sguardo.

Samantha provava una strana sensazione ogni volta che lo guardava, non sapeva descrivere nemmeno lei cos’era.

“ti cercavo” ammise la ragazza guardandolo negli occhi.

Nicholas si sporse in avanti baciandola dolcemente.

La ragazza si sentiva quasi in paradiso in quel momento, assieme a lui.

Nicholas avrebbe voluto invece che quel momento sarebbe durato per sempre.

Furono interrotti dal cameriere

“oh scusate, volevo prendere le ordinazioni” ammise il ragazzo

“oh si certo, cosa prendi?” chiese Nicholas alla ragazza

“cosa avete per dessert?” chiese la mora

“oh torta alle mandorle, all’ananas e gelato alla fragola con panna”

“io prendo un gelato alla fragola con panna”

Nicholas e il cameriere la guardarono straniti.

“io c..comincio sempre con il dessert” ammise la mora imbarazzata

Nicholas sorrise.

“beh un gelato e per me, il solito” disse di nuovo Nicholas al cameriere

L’uomo scrisse qualcosa sul suo block notes e poi sparì.

“lo ripeto: sei davvero diversa dalle newyorkesi di oggi” ammise il riccio diverso “ma mi piaci" 

"molto" disse ancora il riccio marcando molto la parola.

E mentre Samantha mangiava il suo gelato alla fragola con panna e Nicholas il suo antipasto, i due si resero conto che non avrebbero voluto essere in un nessun altro luogo se non lì, insieme.

 

 

 

Eccovi il capitolo, scusate il ritardo ma ho avuto un po' di problemi, spero comunque che mi lascerete qualche recensione çç anche se non le merito.

Al prossimo capitolo, (prestissimissimissimissimissimissimo :3 ) 

 

 


 

SPOILER.

Kevin sospirò

“sei sempre il solito” ammise Kevin andando via ma Nick lo fermò.

“no aspetta, ho cercato di dirglielo ma non ci riesco, non è una cosa semplice, Kevin. Ho paura che possa scappare, lei è così fragile, avrebbe paura e scapperebbe” disse il riccio toccandosi i capelli.

“io non mi preoccupo per questo, nick. Sono sicuro che appena lei saprà di Nate non potrà non essere felice per te

“E di che ti preoccupi?” chiese Nicholas.

 

 

 

  
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