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Autore: DarkSirius    11/06/2004    0 recensioni
Il 6 anno è arrivato e la guerra fra il bene e il male è sempre più vicina. Ma sono più vicine anche verità sepolte che stanno per essere ridestate
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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C A P I T O L O 3

C  A  P  I  T  O  L  O     5

 

 

RITORNO A

GRIMMAULD PLACE

 

 

La mente di Harry era come svuotata da ogni pensiero, una stanza buia in cui non vi era nulla. Poi ecco iniziare a comparire qualche stralcio di ricordi, poche immagini di ciò che stava accadendo poco prima che perdesse i sensi. Il pianto di Hermione, le sue parole, e il loro abbraccio, poi subito dopo la comparsa di Ron e la sua ira. Fino a quel momento Harry non aveva sentito voci, ma mentre le immagini di quelle scene si accavallavano, una sopra l’altra, le urla dei due ragazzi scoppiarono come petardi nella sua mente. Infine risentì la voce e poi ricordò la sua lotta per contrastarla, quindi il lancinante dolore alla cicatrice. Harry si svegliò di colpo, madido di sudore sul vico e sul collo, un sudore freddo, di chi ha paura. Era in una stanza completamente buia, non si azzardò a muoversi, ma non ce ne fu bisogno; gli basto semplicemente pensare “Dove sono?” e come in risposta alla domanda una porta si spalancò e un raggio di fioca luce, proveniente dalle torce del corridoio su cui dava la porta, pervase in una minima parte della stanza. Era abbastanza forte, però, da far scorgere al ragazzo, seppur non indossasse gli occhiali, la figura che diede risposta al suo pensiero

       -Sei tra amici, non preoccuparti-.

La voce era sicuramente femminile, ma Harry non riusciva a distinguerne altro che la sagoma, poi prese gli occhiali e mentre lo faceva domandò

       -Tu chi sei?- ma la ragazza, mentre lui alzava lo sguardo, si era sottratta alla sua vista sparendo nel corridoi, e si congedò con un semplice

       -Scendi in cucina, il professor Silente sarà felice di spiegarti tutto ciò che vorrai sapere!-.

Harry rimase, per quello che a lui sembrò un secolo, lì, seduto sul letto a contemplare la stanza, senza il minimo accenno a muoversi, o a voler fare ciò che gli aveva detto quella donna. Il suo morale era sottoterra; ormai gli era chiaro, Voldemort era penetrato nella sua mente, e aveva cercato di controllarlo. Non pensò neanche lontanamente all’ipotesi di essere posseduto, si ricordava ancora quando l’anno prima, mentre aveva quell’idea fissa in testa, Ginny gli aveva spiegato che quando si veniva posseduti si avevano vuoti di memoria, anche di parecchie ore. E se non lo sapeva lei che l’aveva provato sulla sua pelle… quindi non si soffermò su quella possibilità. Restava comunque il fatto che ciò che era successo lo riempiva di terrore; anche se aveva resistito non poteva essere sicuro che in una seconda occasione sarebbe riuscito a contrastare di nuovo il volere di Voldemort, quindi era spaventato. Oltretutto i suoi due migliori amici avevano appena litigato, e dai ricordi delle loro grida Harry era certo che non si sarebbe risolta molto facilmente la situazione. Finalmente, dopo tutte le riflessioni, Harry decise che stare lì seduto non avrebbe portato a nulla, quindi si alzò e accese le luci. Solo un istante dopo che la luce si accese capì che desiderava non averlo mai fatto. Lo stomaco gli si contorse mentre il ricordo di quelle pareti riaffiorò immediatamente, nitido come se fosse recente: si trovava al N° 12 di Grimmauld Place. Se prima aveva anche solo pensato che non sarebbe potuta andare peggio, in quel momento capì che si sbagliava di grosso; dopo tutto quello che era successo l’ultima cosa che si sarebbe aspettato era di ritrovarsi nella casa del suo padrino, nel luogo che Sirius odiava tanto, e che anche a lui non andava per nulla a genio, ben che meno in quel momento. Dire che in quel momento la morte sarebbe stata un dolce regalo per lui era un gentile eufemismo. Qualche secondo dopo però la tristezza iniziò a venir sostituita pian piano dalla rabbia. Cosa diamine era saltato in mente a Silente di portarlo lì, come se non sapesse che questo lo avrebbe fatto sentire uno straccio? Decise che stare lì a piangere per ciò che stava succedendo sarebbe stato uguale a suicidarsi, per quello che sarebbe servito, quindi si vestì più in fretta che riuscì e uscì dalla stanza, scendendo le scale, diretto in cucina. Lungo tutta la via i ricordi della sue precedenti permanenze in quel posto si succedevano velocemente, ma lui li respingeva, desideroso solo di sentire le spiegazioni di Silente, anche se era convinto che non avrebbero mai giustificato ciò che aveva fatto. Quando spalancò la porta della cucina notò che Silente non era l’unico ad attenderlo, con lui c’erano anche Lupin, Moody, Tonks e, nell’ombra di un angolo, due figure che non aveva mai visto. Una era una donna, e anche se Harry non riusciva a vederla bene intuì che doveva essere Sheyla, anche se non era riuscito a vederla nemmeno quando si era presentato poco prima. L’altro era un uomo, ma Harry non stette più di tanto ad osservarlo, posò invece lo sguardo su Silente, che stava tranquillamente seduto al tavolo, con un’aria calma , come se nulla fosse, e questo fece crescere la rabbia di Harry. Non sopportava il Preside quando si comportava in quel modo.

       -Siediti Harry. Suppongo sarai un po’ disorientato, sei rimasto privo di sensi per parecchie ore!- gli disse pacatamente Silente, e dominando l’istinto di lanciarsi in un’invettiva contro di lui, Harry si sedette senza batter ciglio.

       -Per prima cosa, ti chiedo di perdonarmi per averti riportato qui a Grimmauld Place dopo ciò che è successo a giugno, ma avevo bisogno che tu restassi isolato dal resto del mondo magico per un po’ di tempo!- spiegò il preside, notando una nota di irrequietudine in Harry. Vedendo che il ragazzo non gli rispondeva, Silente riprese a parlare

       -Come avrai di certo capito dal dolore alla cicatrice e dal fatto che hai perso i sensi,  Voldemort ha evidentemente capito che può fare incursione nella tua mente, come tu lo fai nella sua.-

       -Chi le ha detto che mi ha fatto male la cicatrice?- lo interruppe Harry incuriosito

       -Ron ed Hermione mi hanno detto che prima di perdere i sensi ti sei messo a gridare e ti toccavi la cicatrice con le mani, il resto l’ho dedotto da solo. Sono molto preoccupati per te, e mi è dispiaciuto dirgli che, anche se stavi bene, per ora era meglio che restassi nascosto!- rispose Silente

       -Capisco, ma non riesco ancora a cogliere il motivo per cui dovrei restare isolato!- disse Harry freddo e distaccato con una voce che non assomigliava neanche lontanamente alla sua.

       -Ci stavo arrivando! Allora, appurato che Voldemort ti vuole morto, ora sappiamo anche che può entrarti nella mente! Il problema è capire perché; cosa provavi in quei momenti?- chiese il Preside

       -Nessuna emozione in particolare, solo… ho sentito due voci nella mia testa, e all’inizio non era nulla che non avessi già provato. Poi una delle due ha iniziato a dirmi che dovevo uccidere Ron ed Hermione, e in un primo momento mi sono sentito come un burattino, sentivo che dovevo eseguire l’ordine, poi la seconda voce è riuscita a riportarmi alla normalità e in quel momento ha iniziato a bruciarmi da morire la cicatrice!- spiegò Harry, sentendo ancora un po’ di quel dolore che aveva provato, questa volta però dritto al cuore, era ancora spaventato per il fatto in sé, per ciò che significava, piuttosto che per quello che era successo.

       -Albus, assomiglia tanto alla maledizione Imperius!- disse la donna che stava nell’ombra, uscendo dalle tenebre e mostrandosi ad Harry: aveva lunghi capelli castani lisci raccolti in una coda che le cadeva fino alla metà della schiena, e due grandi occhi azzurri che Harry era sicuro di aver già visto da qualche parte, anche se non ricordava dove; era alta più o meno come, Harry, e, per come la vedeva Harry, era anche piuttosto carina, ma aveva indubbiamente l’età dei suoi genitori e di Sirius.

       -Giusta osservazione, Sheyla, ma come si spiega? Non poteva di certo essere l’Imperius, da quanto ne so, e credimi ne molto, bisogna trovarsi nelle vicinanze della vittima per scagliare quell’anatema.- intervenne Moody

       -Alastor ha ragione! No, deve essersi trattato di qualcos’altro. Ma cosa?- ribatté Lupin. Harry si sentiva terribilmente a disagio, non conosceva moltissimi incantesimi, men che meno per controllare le persone, quindi era inutile in quel momento. Silente se ne accorse, e interruppe il disorso per concentrarsi di nuovo sul tema centrale della questione, il perché Harry doveva stare nascosto

       -Questi sono argomenti che dovremo approfondire in separata sede, ora, tornando al nostro discorso, mi sembra che stavamo parlando dei motivi per cui Harry deve restare qui! Ora che Voldemort sta riprendendosi pian piano il suo potere, abbiamo bisogno che tu inizi ad allenarti per essere pronto ad eventuali scontri con lui, che, mi duole ammetterlo, non tarderanno ad arrivare. Avrai notato come ha reagito Caramell, la sera che sei venuto al Ministero, quando hai raccontato di aver cercato di lanciare la Maledizione Cruciatus contro Bellatrix, quindi ritengo che non sarebbe saggio se il Ministro scoprisse che ti stai addestrando a certe cose, non sono sicuro che farebbe i salti di gioia-

       -Vuole dire che dovrò apprendere le Maledizioni senza Perdono?- chiese Harry, indeciso se essere spaventato o felice.

       -Purtroppo non sono solo quelle ad essere ritenute illegali! Certo, prevedono il massimo della pena, ma esistono anatemi meno pericolosi, ma altrettanto efficaci, e per lo più dimenticati…- rispose l’uomo che se ne era stato fino a quel momento nell’ombra. Vedendo che Harry lo guardava un po’ sbigottito, si presento

       -Mi spiace, sono stato un po’ maleducato! Il mio nome è Adam McKinnon, sono un Auror del Ministero-

       -Non un semplice Auror!- aggiunse Moody –Uno dei migliori. Ti ho visto personalmente fare carriera dopo che avevi frequentato il mio corso di addestramento, e devo dire che non ho mai assistito a una cosa del genere, eri semplicemente perfetto, la copia sputata di come dev’essere un Auror… almeno per me!- concluse con un ampio sorriso obliquo.

       -Lei mi confonde Alastor, in fondo mi sono sempre ispirato al tuo modello!- ribatté Adam –Comunque tornando a noi ragazzo, come stavo dicendo ci sono motli altri incantesimi che sono considerati illegali dal ministero, anche se non comportano un condanna a vita ad Azkaban-

       -Adam ha ragione. Per questo voglio chiederti se te la senti di intraprendere un cammino così pericoloso! Non lo dico solo perché potresti essere processato, ma anche perché gli incantesimi che dovrei imparare sono molto difficili e pochi maghi li conoscono!- ribatté Silente che aveva assunto un tono piuttosto grave. Harry stette su a pensarci per un po’; certo non lo attirava molto l’idea di rischiare un secondo processo, anche se ora Caramell gli credeva. D’altro canto, se avesse imparato incantesimi che lo avrebbero aiutato a contrastare Voldemort di certo sarebbe riuscito ad evitare spiacevoli episodi come quello dello scorso giugno. Era una decisione alquanto difficile, ma dopo averci pensato a fondo, Harry decise che ne valeva la pena

       -Sono pronto professore, voglio provarci!- rispose deciso.

       -Perfetto! Allora se sei d’accordo inizierai oggi stesso. Il tempo di riprenderti e di mangiare qualcosa, poi inizierai l’addestramento con Remus, Alastor ed Adam.- disse il preside, poi prima che qualcuno potesse proferire parola aggiunse –Un’ultima cosa Harry! So che non ti farà piacere, ma Sheyla proverà ad insegnarti Occlumanzia.-

       -Ma professore, io…- stava intervenendo Harry, ma Silente lo precedette e finì la frase

       -So che abbiamo già tentato di percorrere questa strada, e che non è andata propriamente bene.- poi aggiunse guardando Sheyla –Tuttavia non posso nasconderti che, probabilmente, Severus era troppo coinvolto per farti lezioni private, se capisci cosa intendo. Sheyla invece saprà fare un’ottimo lavoro, ma nel caso in cui nemmeno lei riuscirà nell’impresa allora abbandoneremo quella via! Ma preferisco che questa sia la soluzione ultima, visto ciò che è successo.-

Harry non rispose; odiava Occlumanzia con tutto il suo cuore, ma non poté nascondere a se stesso che tutto ciò che aveva detto Silente era vero, e poi Sheyla gli ispirava simpatia.

       -Perfetto, se non avete più bisogno di me, io andrei. Sono atteso al Ministero per una riunione del Wizengamot.- e detto questo, il preside sparì, lasciando un po’ di amarezza nel cuore di Harry, che per qualche secondo aveva pensato che Silente sarebbe restato con lui almeno per quel giorno. Lupin cogliendo quei pensieri lo consolò

       -Suvvia Harry, Silente verrà qui abbastanza spesso questo mese. Ha detto che finchè sei qui deve farti più lezioni di Legilimanzia che può, perché farne troppe ad Hogwarts sarebbe sospetto. Io e Alastor saremmo qui praticamente tutti i giorni, e Adam e Sheyla si sono trasferiti qui. Ora mangiamo qualcosa.- . Lupin tirò fuori la bacchetta e trasse a se dalla dispensa cinque bottiglie di burrobirra, pane e salumi, mentre Adam, Sheyla e Moody si sedevano vicino a loro. Mentre mangiavano Moody prese la parola e intavolo una sorta di presentazione per i nuovi arrivati

       -Allora, direi che ancora non sono state fatte le presentazioni ufficiali. Che ne dite voi due di raccontare qualcosa al nostro ragazzo!-

       -Ne sono più che lieto. È in qualche modo eccitante fare la conoscenza del ragazzo che ha ucciso in una notte, e senza muovere un dito, la persona a cui io te e gli altri Auror abbiamo dato la caccia per tredici anni!- disse in tono ironico e scherzoso Adam, e a Moody e Lupin scappò un sorrisetto, mentre Harry riuscì solo a falsare una risata mentre arrossiva un po’. Non era più abituato ad essere trattato come il ragazzo che era sopravvissuto. Ma Lupin cambiò un po’ le carte in tavola

       -Oh, ma il nostro Harry non è solo quello. Ha combinato di tutto e di più a scuola, è veramente degno erede di suo padre. E dei Malandrini ovviamente!-

Harry fu sorpreso di sentire nominare i Malandrini davanti a tutti, proprio da un componente del loro gruppo, ma le frasi che si sentì dopo svelarono il mistero.

       -È veramente come suo padre? Per la barba di merlino, il custode avrà parecchio da fare! Mi ricordo ancora le vostre bravate Remus, eravate irrecuperabili a quei tempi; se mi avessero detto che sareste diventati le persone che siete non ci avrei creduto.- questo lasciò Harry ancora più perplesso; come faceva Adam a conoscere i Malandrini

       -E dire che hai tentato molte volte di fermarci Adam. Eri Caposcuola di Corvonero a quei tempi, e facevi di tutto per ostacolarci. Ti consideravamo un nemico.- aggiunse Lupin

       -Ma chi odiavate di più era Piton giusto Remus?- chiese Moody tranquillo

       -Con Severus era diverso. C’era un rapporto che andava oltre l’odio. Lui e James non potevano neanche incrociarsi nei corridoi che si sfidavano a duello. Li hai visti un paio di volte!- rispose Lupin

       -Già, e non ho mai tentato di fermare James! Piton lo attaccava continuamente alle spalle dopo aver fatto finta di non voler combattere. Odio questo genere di trucchi e non capisco come Potter ci cascasse sempre.- Continuò Moody

       -James sperava sempre che Piton fosse rinsavito ogni volta che si arrendeva. Ma si sbagliava continuamente!- ribatté Lupin, poi si rivolse a Sheyla

       -E tu non parli Sheyla? Dovresti essere coinvolta. Conoscevi anche tu i Malandrini a quei tempi.- intervenné Adam

       -Non ho nessuna voglia di rinvangare quei tempi. Non dopo ciò che è successo!- rispose la ragazza in tono sconsolato. Harry avrebbe voluto chiedere cosa fosse successo di tanto grave, ma Lupin lo precedette e disse

       -Non siamo qui per parlare di certe cose ora! Forza, abbiamo perso già troppo tempo in chiacchiere, dobbiamo iniziare con l’addestramento di Harry.- E detto questo si alzò in piedi e si diresse verso il salotto, seguito a dagli altri, compreso Harry, che avrebbe però continuato a conversare ancora un po’. Non appena furono giunti nella sala, Harry notò che la disposizione del mobilio era stata cambiata; nel centro della sala c’era un grande spiazzo, e i mobili erano stati spostati tutti in un angolo, mentre le pareti erano coperte di cuscini. C’erano moltissimi strumenti e oggetti che Harry non aveva mai visto, e capì che non sarebbe di certo stato come sostenere una delle lezione dell’E.S.

       -Allora, oggi inizieremo con qualcosa di facile. Vediamo…- disse Lupin e poi prese a pensare. Dopo una decina di secondi, prese un foglio di pergamena e iniziò a spuntare alcune scritte con una penna.

       -L’incantesimo di disarmo è praticamente inutile ripassarlo, lo sai fare da quattro anni. Il Patronus l’hai già imparato alla perfezione, ma Arabella mi ha detto che l’estate scorsa nel vicolo ci hai messo un po’ a evocarlo, quindi cercheremo di insegnarti anche a controllare le emozioni!- a sentire la parola Patronus, Sheyla e Adam lo guardarono un po’ sorpresi, e l’unico che riuscì a commentare fu Moody

       -Il sangue freddo è fondamentale per un Auror! Puoi conoscere a memoria tutti gli incantesimi che vuoi, ma se non riesci a controllare le tue emozioni…- e qui fece un gesto sul collo con la mano -…puoi dire addio al mondo intero.- Harry deglutì un po’ spaventato e poi annuì. Non era certo confortante sentirsi dire quelle cose.

       -Lo Schiantesimo lo ripasseremo più avanti. Anche quello lo sai controllare.- riprese Lupin e Adam si mise a ridere

       -Proprio come tuo padre! Mi spieghi qual è il nostro compito Remus? Questo ragazzo sa già tutto!- e dopo aver riso a sua volta Lupin continuò il suo elenco di incantesimi

       -Questo ti manca penso: Incantesimo di Costrizione!-

       -A che cosa serve?- chiese Harry incuriosito

       -Solleva la vittima, facendogli sentire una stretta intorno al collo, proprio come se fosse una mano a prenderla, e solitamente la costringe a rivelare ciò che vogliamo, poiché non sempre si riesce sopportare il dolore.-

Harry annuì, poi Lupin posò la pergamena e tirò fuori la bacchetta.

       -Bene, allora cominciamo con questo, poi passeremo ad altro! Per prima cosa, la formula per questo incantesimo è: Constrictus!-

       -Constrictus, constrictus, constrictus…ok, è facile, altro?-

       -Sì! Non devi mai distogliere la bacchetta dal bersaglio, altrimenti l’incantesimo finisce!- grugnì Moody, poi prese la bacchetta e la puntò contro un pupazzo di pezza che era appoggiato su di una sedia e mormorò

       -Constrictus-

Il pupazzo si sollevò da terra e il collo di pezza si strise e contorse sempre di più

       -La potenza dell’incantesimo la devi calibrare con la mente! Ricordati che se usi questo incantesimo con odio, rischi di uccidere la vittima- lo avvertì Lupin e Moody concluse l’interventò

       -Già, così…- e poi fece un brusco movimento col braccio e la testa del pupazzo si staccò dal resto del corpo. Harry, stupito e spaventato allo stesso tempo, fece un passo indietro. Se fosse stato un uomo al posto che un pupazzo gli si sarebbe di certo spezzato l’osso del collo.

       -Ma se è così pericoloso, perché il Ministero non lo dichiara illegale?- chiese

       -Perché un incantesimo così può sempre far comodo… è ideale per interrogare i sospetti.- rispose Moody

       -Comunque se si procurano danni gravi alla vittima si rischia una discreta condanna ad Azkaban!- aggiunse Adam

       -Ora prova tu!- disse Sheyla, che fino a quel momento non aveva spiaccicato una parola.

Harry estrasse la bacchetta dai pantaloni e la puntò contro un secondo pupazzo, poi disse con decisione

       -Constrictus!-

Purtroppo non era così facile come sembrava, il pupazzo fece solo una capovolta all’indietro, sollevandosi un pochino da terra, ma nulla di più

       -Non preoccuparti, non ci aspettavamo che gli incantesimi ti riuscissero al primo colpo! Hai tempo di allenarti- lo consolò Lupin. Non era sicuro di ciò che stava facendo, non sapeva nemmeno se era convinto del tutto nel farlo, ma in cuor suo, Harry desiderava ardentemente che non si ripetesse più un episodio come quello al San Mungo, quindi, annuendo semplicemente al commento di Lupin, prese a provare e riprovare l’incantesimo per tutta la giornata.

Fu una lunga settimana quella che passò Harry, a provare e riprovare gli incantesimi che Lupin e Adam gli insegnarono. Non ancora del tutto sicuro della validità dei loro sforzi, era comunque deciso ad andare fino in fondo. Non sapeva che cosa si aspettassero da lui, se credessero che sarebbe un giorno stato in grado di affrontare Voldemort o meno, ma in quel momento voleva solamente che i loro sforzi non sembrassero vani. Alla fine di una giornata particolarmente faticosa li aveva sentiti discutere sui suoi progressi, e gli era sembrato fossero soddisfatti. La cosa più difficile era però Occlumanzia. Harry aveva pensato per tutto l’anno precedente, o almeno, fin da quando aveva iniziato le lezioni con Piton, che fosse il professore a non permettergli di apprendere, ma anche con

Sheyla le cose non andavano molto meglio. Era evidente che non sapeva controllare molto bene le sue emozioni, e c’era da dire che la ragazza non gli infondeva la minima sicurezza. Da quando l’aveva conosciuta era stata per lui un libro sigillato, e non aveva ancora trovato il modo di farle aprire il suo cuore, di diventare suo amico, quel tanto che bastava per dargli fiducia. Dopo ben otto lezioni Harry non aveva fatto quasi nessun progresso.

       -Legilimens!- disse Sheyla la voce che risuonava nel salotto vuoto, a parte loro due. Harry si sentì aggredito alla mente come al solito, e iniziò a vedere pezzi di ricordi dolorosi, lo scontro con il basilisco in seconda, la caduta dalla scopa in terza poi, come se si fosse ripreso, tentò di reagire, ma fu sbalzato indientro dalla forza dell’incantesimo che aveva tentato di usare.

       -Così non va! Non puoi pretendere di controllare le tue emozioni se temi le conseguenze di ogni azione che fai.- gli aveva detto –Non devi pensare a nulla, né al futuro, né al passato e tanto meno al presente, altrimenti è tutto inutile!-

       -Si, ho capito, ma non è così facile come dirlo!- aveva ribattuto Harry esausto e contrariato

       -Non ho detto che è facile, ma purtroppo è necessario, quindi devi metterti in testa che devi impegnarti. Capito?- aveva concluso Sheyla, uscendo dalla camera di Harry, sbattendo la porta così forte che per poco non l’aveva scardinata.

“Non capisco perché se la prende così tanto, in fondo deve per forza vedere che mi impegno, nonostante non abbia ancora fatto grossi passi avanti!” pensò Harry buttandosi sul letto, e senza nemmeno rendersene conto si addormentò.

 

*

 

A una settimana dallo scadere del mese che, secondo i piani di Silente, Harry avrebbe dovuto passare a Grimmauld Place, il Preside si fece finalmente vivo, per la tanto attesa prima lezione di Legilimanzia.

       -Allora Harry, mi spiace, ma non potrò dedicarti più di un paio di ore, ho alcuni impegni inderogabili al Ministero. Per prima cosa, cos’è la Legilimanzia!- iniziò Silente calmo e pacato, al contrario di Harry, che era in agitazione

 -Semplicemente- continuò- la penetrazione nella mente di un individuo, riuscendo ad avere accesso ad alcuni suoi pensieri, un po’ come se questi fosse un pensatoio, solo che si ha visione solo di alcuni sprazzi di ricordo, non di tutto il pensiero intero. Più è profondo e celato e più è difficile penetrare nel ricordo!-

Estrasse la bacchetta e la puntò contro Harry

       -La parola che va pronunciata per lanciare un incantesimo Legilimante è: Legilimens, ma dovresti saperla già. Ora quello che è veramente importante è la concentrazione.- prese a spiegare il Preside –Devi pensare che la mente dell’altro sia come una torta a più strati!- continuò sorridendo –come più andando avanti a mangiare i vari strati della torta, questa diventa difficile da digerire, così diventa difficile scavare nei vari strati della mente!- concluse particolarmente divertito, ridendo insieme ad Harry, che ora si sentiva molto più sollevato

       -Perfetto, direi che più di così non ti posso spiegare, ora sta tutto nel tuo impegno. Direi che puoi iniziare a fare pratica su di me. Ricorda, Legilimens!- esclamò il Preside muovendo appena la bacchetta con una piccola rotazione in avanti del polso. Harry prese la sua bacchetta, e si concentrò in modo che tutto intorno a sé risultasse calmo e silenzioso, poi mosse appena la bacchetta, puntata su Silente,e disse ad alta voce

       -Legilimens!- immediatamente provò un senso di trascinamento, verso la testa di Silente, come se il raggio sprizzato dalla bacchetta, quasi fosse una passaporta, lo portasse dentro essa. Per un attimo, poi, vide tutto buoi, quindi ebbe la fugace visione di un Silente che gli stava parlando mentre erano nel suo ufficio, lo scorso giugno, quando erano appena tornati dal Ministero. Si vide scagliare i soprammobili in giro, mentre quelli andavano a frantumarsi contro le pareti. Poi di nuovo tutto buio, e si ritrovò di nuovo a Grimmauld Place.

       -Attento Harry! Non devi mai perdere la concentrazione. Dimmi, perché hai provato vergogna?- chiese Silente

       -Beh, mi sono visto mentre rompevo alcuni suoi effetti personali nel suo ufficio lo scorso giugno, e mi sono un po’ vergognato del mio comportamento!- rispose Harry, abbassando la testa

Silente prese a ridere e poi disse

       -O, non devi preoccuparti per i miei soprammobili, come ti avevo già detto in quell’occasione, ne ho fin troppi!-

Harry gli sorrise, poi si rimise in posizione, pronto per riprovarci, e Silente esclamò

       -Quando vuoi!- e riprese la sua posa calma e quieta.

       -Legilimens!- questa volta il “viaggio” verso la mente di Silente fu più svelto, ed Harry ebbe subito la visione del Preside che spariva dalla porta del suo ufficio l’anno prima, quando Caramell era venuto ad Hogwarts, dopo che la Umbridge aveva scoperto l’E.S.; quella visione fu suito rimpiazzata da un’altra, nella quale Silente presentava madama Umbridge a Fiorenzo, un centauro, la donna che contraeva le labbra dall’orrore evidente che si leggeva sul suo viso. Qui Harry provò un senso di felicità,e subito la visione fu sostituita dal salotto di Grimmauld Place.

       -Su Harry, concentrati!- esclamò Silente però poco convinto e sorridendo –so che vedere la Umbridge messa nel sacco è abbastanza divertente, ma stavi andando abbastanza bene. Devi imparare a controllare le tue emozioni, poi non dovresti avere problemi di alcuna sorta.- disse il Preside –Nemmeno in Occlumanzia!- sottolineò.

       -Sheyla le ha riferito?- chiese Harry

       -Diciamo che mi ha informato del fatto che non fai troppi progressi.- spiegò semplicemente Silente

       -Non è facile come sembra!- si discolpò Harry –Ogni volta che mi vedo sbattuti in faccia i miei ricordi più brutti, non riesco a fare a meno di restarci un po’ male!- aggiunse

       -Lo so, non è facile nascondere il proprio passato, ma alcune volte bisogna escluderlo dalla mente, altrimenti può essere usato contro di noi!- esclamò il Preside più serio che mai

       -Comunque, direi che per oggi hai conseguito abbastanza progressi, posso ritenermi soddisfatto.- continuò

       -Grazie di tutto Professor Silente!- disse Harry, guardando il Preside nei profondi occhi azzurri

       -Di nulla Harry. Piuttosto dammi del tu, Professore e Preside sono adatti solo durante l’anno scolastico!- concluse sorridendo Silente.

Mentre lo osservava andare via, Harry pensò a cosa ne sarebbe stato di lui senza Silente, a come sarebbe stata la sua vita.

 

 

 

  
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