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Autore: _pat__xD    19/09/2012    2 recensioni
Dal prologo: Da quando gli umani sono così docili e puri? Da quando gli angeli custodi sono riusciti a esiliare i diavoli dal mondo terrestre, all'inizio dell'anno 2013. Bé, una cosa non avevano messo in conto i nostri cari amici angeli: un mondo senza peccato è un mondo noioso, un mondo che compromette l'equilibrio di tutto il sistema cosmico. I diavoli, dopo trenta lunghi anni sono riusciti a convincere i loro nemici a fare tornare sulla Terra i diavoli, i quali avranno il compito di mettere i peccati nei cuori degli umani.
Dal sesto capitolo: Una luce bianca, abbagliante, circondò la ragazza. E subito dopo...il nero. [...] Eppure, anche se aveva tutto quello, sentiva che c'era qualcosa che non andava. Un tassello mancante del suo puzzle personale. La bionda sospirò e si sedette al primo banco, attendendo che il professore iniziasse la lezione, ma, in quel preciso istante, sentì una stretta forte allo stomaco e le mancò l'aria.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash, FemSlash | Personaggi: Quinn Fabray, Santana Lopez | Coppie: Quinn/Santana
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo Sei.
 

L'auditorium era pieno zeppo di studenti, tutti seduti composti, sorridenti e pronti ad ascoltare cosa il preside volesse dire loro. Sicuramente era la presentazione ufficiale dei nuovi studenti, pensavano in molti. La loro attesa durò poco: il preside salì sul palchetto, prese in mano il microfono ed iniziò a parlare.
Buon giorno studenti della William McKinley High School.
La sua voce, resa profonda dal microfono, rimbombava tra quelle quattro mura. Quinn era seduta al terzo posto partendo da destra, alla seconda fila. Al suo fianco c'era la sua amica di infanzia, Rachel, la quale ancora doveva riprendersi dall'aver realizzato di essersi presa una brutta cotta per un ragazzo a lei sconosciuto.
Sono qui per dare un ben tornato a tutti i vecchi studenti.
Iniziò a parlare con un sorriso, dando vita così ad un applauso e a degli sguardi lanciati tra studenti, sempre molto sorridenti. Santana, da dietro il palco, storse le labbra, disgustata. Assolutamente ... pensò, ma una voce la distrasse.
... disgustoso.
Una voce maschile aveva completato il suo pensiero. Una parola sussurrata direttamente al suo orecchio. Santana rabbrividì, poi sospirò. C'era solo una persona che riusciva a farla sentire così. Lentamente si voltò e puntò i suoi occhi neri in quelli del ragazzo ghignante che aveva di fronte.
Hai deciso di seguirmi, per caso?
Chiese la ragazza, seccata. Una piccola risatina sfuggì al ragazzo, mentre si sentiva il preside parlare, ma erano così concentrati che le sue parole erano solo un leggero sottofondo.
Piccola, dolce e sexy Lopez.
Sussurrò il ragazzo, avvicinandosi a lei con fare sensuale. Una sua mano grande si posò sul fianco della ragazza, la quale si leccò le labbra improvvisamente secche.
Ripeto che ci sono anche io nella missione.
Continuò, sempre in un sussurro, portando l'altra mano a giocare con i capelli della mora, la quale sentì una stretta allo stomaco.
E ora: un caloroso benvenuto ai nuovi studenti di questa scuola!
La voce del preside e l'applauso sonoro di tutti gli altri studenti seduti in quell'aula la fece svegliare e tornare con i piedi per terra. Scosse con forza la testa e gli allontanò le mani, guardandolo male.
Sta lontano da me, Puckerman.
Sibilò in modo velenoso, poi gli diede le spalle e salì sul palco, sentendo il suo nome. Sorridi Santana, anche se ti fa schifo, sorridi, si ripeteva la Lopez. Riuscì a fare il sorriso più convincente che aveva nel suo repertorio. Il suo sguardo vagò per le file di studenti, poi però si fermò su una biondina di sua conoscenza. Si leccò le labbra e le sorrise in un modo un po' diverso, quasi malizioso. Quinn notò quello sguardo e quel sorriso, ma inizialmente non riuscì a capire il significato. Arrossì debolmente e le sorrise, applaudendo ancora.
 
***
 
Tic. Tac.
La lancetta dell'orologio si muoveva velocemente, scandendo ogni secondo che passava.
Tic. Tac. Tic.
Due occhi si aprirono di scatto. Occhi spalancati, marroncini, contornati da un verde scuro, con qualche pagliuzza più chiara, erano puntati sull'enorme orologio a muro che mostrava a chiunque lo guardava il tempo che continuava ad avanzare.
Tic. Tac. Tic. Tac.
Due braccia esili che si muovevano, un corpo femminile che si contorceva su di una sporca coperta, senza ottenere nulla, se non il rumore metallico delle catene che la tengono ferma. I suoi occhi iniziavano a bruciare e, assieme al rumore dell'orologio, sentì dei passi. No. pensava la povera ragazza, scuotendosi con forza, facendo ondeggiare i lunghi capelli biondi. I passi erano sempre più vicini e le lacrime scendevano incontrollate dai suoi occhi spalancati dal terrore. No, no. sempre quell'unica parola le invadeva la mente, mentre il corpo iniziava a tremare e le spalle le si alzavano e abbassavano in fretta, sottolineando un singhiozzo silenzioso, seguito subito da altri. Il rumore dei passi cessò, ma venne subito sostituito da quello della chiave inserita nella toppa. NO! il suo pensiero era così forte e pieno di paura che sembrava che anche gli altri potessero sentirlo. Un rumore, come quello di un tuono, rimbomba per la camera stretta e lurida. Il rumore della chiave che girava, la maniglia che si abbassava e poi...poi una luce. Una luce bianca, abbagliante, circondò la ragazza. E subito dopo...il nero.
 
***
 
La cerimonia di benvenuto ai nuovi studenti si concluse in fretta e tutti dovettero raggiungere le proprie aule. Dire che Quinn era felice era davvero poco, sprizzava allegria da tutti i pori. Le sue labbra leggermente carnose erano aperte in un dolce sorriso che dedicava a chiunque la salutasse o la guardasse soltanto. Oltre ad avere la compagnia della sua amica, come sempre, aveva di nuovo al suo fianco Joe, l'unico ragazzo con cui poter parlare di tutto. L'unico problema? Quinn se ne era innamorata. Oddio, innamorata era una parola grossa, ma sapeva di provare qualcosa per il suo amico, anche se preferiva stare in silenzio e non dirgli nulla, visto che non voleva rovinare la loro amicizia. Andando oltre, aveva anche conosciuto una delle ragazze nuove, Santana, e, anche se era davvero strano quello che sentiva quando c'era lei, voleva provare ad esserle amica. Non sarà facile visto che, da quando l'ho incontrata, sogno di baciarla e di...di... neanche riuscì a concludere quel pensiero, era tutto troppo strano per lei. Eppure, anche se aveva tutto quello, sentiva che c'era qualcosa che non andava. Un tassello mancante del suo puzzle personale. La bionda sospirò e si sedette al primo banco, attendendo che il professore iniziasse la lezione, ma, in quel preciso istante, sentì una stretta forte allo stomaco e le mancò l'aria. Boccheggiò un paio di volte, portando la mano alla gola, accarezzandosela, quasi come se quel gesto potesse aiutarla. Fortunatamente quella brutta sensazione passò, ma lei aveva le lacrime agli occhi. Si era sentita male, davvero male. Come se stesse...per morire.

Pat's Corner
 
Ciao a tutti! Chiedo scusa per il ritardo, ma ho avuto qualche problema di ... come dire ... mancanza di idee, ecco. Ringrazio chi ha recensito lo scorso capitolo e tutti quelli che hanno preferito e seguito la storia. Spero di ricevere una vostra recensione a questo capitolo e spero che vi sia piaciuto. Saluti, Pat. :)
  
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