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Autore: _pat__xD    19/09/2012    3 recensioni
Santana dopo il diploma decide di andare a vivere in Spagna, non riuscendo a rimanere in una città che le ricorda solo cose dolorose. Lì riesce a fare quello che le piace di più, ma poi la sua fortuna svanisce, facendola rimanere quasi senza nulla. Così decide di tornare a Lima, dove la sua vita verrà stravolta.
Ps: Per sicurezza ho messo "OOC", ma è normale che i personaggi siano leggermente diversi, visto che hanno più o meno 25 anni.
Dal prologo: "Quando cadi devi saper rialzarti e andare avanti" mi diceva mia nonna ed io avevo intenzione di ascoltarla. Mi sarei rimessa in piedi. Perché io, in fondo, sono pur sempre Santana.
Dall'ottavo capitolo: Il mio cuore accelerò i battiti al sol pensiero che quella bellissima creatura che avevo tra le braccia era proprio Santana, la ragazza della quale ero sempre stato innamorato. [...] Puntai lo sguardo su quello che stavo toccando e mi resi conto che era un bicipide. Sospirai e chiusi di nuovo l'occhio, rilassandomi e accucciandomi contro il proprietario di quel bicipide.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Noah Puckerman/Puck, Santana Lopez, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Fates joined by a wire. [Capitolo Otto]

Tina, che succede?
Chiese lui, preoccupato quanto me. Dagli occhi della ragazza si poteva vedere quanta preoccupazione avesse. Respirava velocemente, facendo alzare e abbassare il petto a tempo di record.
S..Santana.
 
Quando vidi Tina entrare nel mio bar avevo già un brutto presentimento, visto che la sua espressione era tutto tranne che allegra e spensierata. Quando poi nominò Santana non riuscii più a trattenermi. Con uno scatto superai sia lei che Finn, poi uscii da lì e mi guardai attorno. Poco lontano da me, alla stradina a destra, c'era lei. Sentii come un colpo allo stomaco e mi avvicinai a lei, correndo. Era sdraiata a terra, una gamba piegata verso il busto, l'altra leggermente più distesa; un braccio era disteso lungo il fianco, mentre l'altro era sopra la sua testa; i capelli mori e lunghi erano distesi sul marciapiede sporco. Mi piegai e, lentamente, portai le mani attorno al corpo della ragazza, cercando di prenderla nel modo più giusto possibile. Mi tirai su, con lei in braccio, poi le scostai i capelli e posai le mie labbra sulla sua fronte. Il mio cuore accelerò i battiti al sol pensiero che quella bellissima creatura che avevo tra le braccia era proprio Santana, la ragazza della quale ero sempre stato innamorato. Deglutii e scossi appena la testa. Non era il momento più adatto per pensieri tanto sdolcinati. Sospirai e mi voltai, tornando all'entrata del bar, dove vidi Tina e Finn che mi guardavano preoccupati.
Ha la febbre.
Dissi semplicemente, poi guardai negli occhi il mio amico, il quale annuì. Senza dire una parola rientrò nel bar e andò a prendere le chiavi della macchina. Mi voltai verso la ragazza orientale e le sorrisi appena.
Grazie Tina, ora ce la sbrighiamo noi.
Le dissi gentilmente. La ragazza storse le labbra e mi guardò dubbiosa, poi sospirò e annuì semplicemente. Salutò sia me che Finn, poi mi guardò intensamente.
Mi raccomando, tienimi informata.
Iniziò la ragazza, mordicchiandosi il labbro superiore.
Qualsiasi cambiamento, che sia positivo o negativo, devi dirmelo.
Mi intimò, sempre guardandomi negli occhi, poi sospirò. Si sistemò i capelli con un gesto nervoso della mano, infine se ne andò. Chissà cosa ci facevano insieme, pensai curioso, ma questo lo avrei scoperto più in la. Mi avvicinai alla mia auto, vedendo che Finn si era già messo al volante. Lui si voltò e mi sorrise appena, poi mi indicò i sedili posteriori con la testa. Alzai un sopracciglio, come mio solito, poi sospirai e feci come mi aveva silenziosamente suggerito lui. Aprii lo sportello e misi Santana sui sedili, ma io non andai a sedermi avanti con il mio migliore amico: rimasi con lei. Chiusi lo sportello, mi sedetti e sistemai la testa della ragazza sulle mie gambe, in modo che potesse stare più comoda. Finn non disse una parola, mise in moto e si diresse verso quella che doveva essere casa della Lopez. Non feci molto caso alla strada, ero troppo preso a guardare quella bellissima donna che pochi minuti prima, sicuramente, aveva imprecato contro di me in tutte le lingue che conosceva. Accennai un sorriso divertito e le accarezzai i capelli.
Scusa.
Sussurrai, posando le labbra sulla sua fronte, continuando ad accarezzarla. Lo sapevo benissimo che, come mi aveva giustamente detto lei, non stavamo insieme, ma ero stato davvero un idiota. Finalmente avevo l'opportunità di riconquistare la ragazza dei miei sogni e la buttavo all'aria andando a letto con Quinn. Il mio cuore aumentò i battiti al pensiero che, in fondo, anche lei doveva tenerci a me. Si era arrabbiata quando ci aveva visti uscire dal mio studio, e anche tanto. Quindi non è tutto perduto, con te, pensai, aprendomi in un sorriso speranzoso. 
 
***
 
Sentivo uno strano silenzio, attorno a me. Dov'era finito il trambusto delle persone che camminavano frettolose o i clacson delle macchine? Mugugnai. Mi sentivo la testa scoppiare, non avevo neanche la forza di muovermi. Allungai un braccio, ma non riuscii a stiracchiarmi. Sentii qualcosa di duro sotto la mia mano. Aggrottai le sopracciglia e iniziai a tastare, poi aprii un occhio, curiosa di capire dove diavolo mi trovavo. Puntai lo sguardo su quello che stavo toccando e mi resi conto che era un bicipide. Sospirai e chiusi di nuovo l'occhio, rilassandomi e accucciandomi contro il proprietario di quel bicipide. Dovevo avere la febbre, non riuscivo neanche a connettere il cervello per capire che non era normale la situazione nella quale mi trovavo.
 
***
 
Avevo chiuso gli occhi, mentre Finn era concentrato a non sbagliare strada, quando sentii qualcosa toccare il mio bicipide. Alzai un sopracciglio e riaprii gli occhi, sorridendo alla scena che ebbi d'avanti agli occhi. Santana era così dolce, ma penso che sia solo la febbre a farla diventare così. La sua mano toccava ripetutamente quella parte del mio corpo, probabilmente cercando di capire cosa fosse, poi vidi il suo occhio destro aprirsi e guardare la sua mano. Deglutii, preparandomi al peggio, ma questo non arrivò. Anzi, lei si avvicinò maggiormente a me, portando una mano sulla mia gamba e sistemando la testa contro il mio ventre.
Grazie al cielo.
Sussurrai, tirando un sospiro di sollievo. Chi sarebbe riuscito a spiegarle su due piedi cosa era successo? E poi qualcosa mi diceva che non mi avrebbe creduto. Raggiungemmo finalmente casa della ragazza e parcheggiammo. Presi in braccio Santana e scesi dall'auto, mentre Finn cercava di trovare le chiavi nella borsa della ragazza.
Cosa diavolo state combinando?
Una voce ci interruppe.

Pat's Corner

Ciao gentaglia, chiedo scusa per il ritardo, ma ho avuto dei problemi di improvvisa carenza di idee D: Mi scuso se il capitolo per voi sia troppo corto, spero che il prossimo sia più lungo. Ringrazio Nay Nay, Pucktana_Sallivera e pandamito per aver recensito il capitolo precedente. Grazie alle persone che hanno messo la storia nelle preferite e nelle seguite. Spero che il capitolo, sebbeno corto(perdono çç), vi sia piaciuto <3 Saluti, Pat.
  
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