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Autore: GFPentium    04/04/2007    1 recensioni
E se bastasse poco per essere felici?... E se cambiare certe volte vuol dire migliorare?... E se il vero progetto per il perfezionamento dell'uomo fosse la famiglia?... E se la differenza tra uomo e donna è così sottile da non poterla vedere?... E se dal nucleo dello 01 invece di Shinji fosse fuoriuscit... Indovinato è una What if?
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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NewGirlEntry015 Capitolo 15

Una pioggia leggera bagnava la città il cielo plumbeo sembrava anche lui dare l’ultimo saluto a Shinji, al cimitero delle persone poste a semicerchio di fronte una lapide nera e lucida con incisa sopra la seguente scritta:

Shinji Ikari
2001-2015

 Quelle persone erano Misato la dottoressa Akagi, Kaji, il vicecomandante Fuyutsuki, gli operatori Maya, Shigeru e Aoba un ‘altro semicerchio interno era formato da Asuka, Rei, Nadia, la capoclasse Hikari, Kensuke ed infine Toji su una sedia a rotelle.
Tutti, chi si e chi no avevano le lacrime agli occhi, Misato piangeva poco, sembrava che le lacrime le avesse finite da tutto il piangere degli ultimi giorni, Nadia si stringeva al braccio di Asuka cercando conforto. Rei pose una piccola coroncina i fiori contro la lapide di Shinji, una coroncina con  un nastro viola con le lettere bianche:

“Che tu possa essere felice adesso, I tuoi amici.”

 Anche il vicecomandante ne posò un’altra sulla tomba affianco e commento:

“Adesso potete stare insieme, mia cara Yui.”

Il gruppetto se ne andò lentamente e quando furono fuori dal cimitero la Second, con Nadia che tenendole la mano, le si nascondeva dietro come per sfuggire agli occhi degli altri ragazzi, chiese a Toji notizie a sul suo stato di salute:

“Allora Toji, come stai?”

Il ragazzo oramai menomato rispose con un tono abbastanza sereno:

“Non c’è male, ho ancora una o due operazioni e poi potremmo parlare di protesi, sai ne ho viste alcune leggerissime e ultratecnologiche secondo i medici forse fra sei mesi potrò camminare in piedi, con l’aiuto di una gamba artificiale.”

“Nonostante il tuo stato mi sembri sereno.”

“Bè, ho accettato la mia situazione, nel centro medico dove sono stato c’è chi è messo peggio di me, poi ho sempre avuto vicina la capoclasse ad aiutarmi.”

Il ragazzo guardò dolcemente negli occhi Hikari che era al suo fianco e quest’ultima gli fece un timido sorriso arrossendo e dicendogli:

“E’ un mio dovere, dai non guardarmi così.”

Poi Toji continuò il discorso:

“Da un certo punto di vista ora mi sento fortunato, al contrario di Shinji sono qui a raccontarlo.”

Calò un attimo di silenzio e poi la rossa con qualche lacrima agli occhi lo ruppe:

“Vedi Toji e Kensuke volevo chiedervi scusa per quelle volte che vi ho dato degli stupidi.”

Kensuke era stupefatto:

“Tu, ti scusi?”

“Si, con Shinji non ho avuto il tempo di scusarmi per come lo trattavo ed adesso non so cosa fare, invece con voi posso ancora rimediare.”

Toji non poteva sopportare di vedere persone piangere, allora cercò di cambiare discorso incentrandolo su Nadia:

“Asuka, toglimi una curiosità, ma chi è la ragazza che hai dietro la schiena?”

“E’ Nadia, scusala, ma è un po’ timida con chi non conosce.”

Tirando il braccio fece uscire la ragazza dal tuo nascondiglio e quando fu davanti al ragazzo, questa non sapeva cosa dire e rimase muta ad osservare incredula. Toji osservò anche lei la ragazza e poi non poté resistere a non punzecchiare Asuka:

“Asuka è molto più carina di te, sicuramente avrà anche un carattere più docile del tuo.”

Poi rivolgendosi direttamente a Nadia:

“Ciao, io sono Toji ero molto amico di Shinji.”

Nadia un pò imbarazzata:

“Si, lo so.”

“Allora conoscevi anche tu Shinji?”

“Bè si, ….non direttamente, vedi me ne ha parlato tanto la mamma ed è come se l’avessi conosciuto.”

“A si, e chi è tua mamma?”

“E’ il maggiore Katsuragi.”

Toji e Kensuke non riuscivano a crederci:

“COSA!!! La la la Signorina Misato ha una figlia!!???, noooooooo!!!, ma non ha l’eta per avere una figlia così grande.”

“Sono adottiva, mi ha adottato lei.”

Asuka si intromise:

“Sì è una storia lunga, adesso mancano solo delle faccende burocratiche e poi potrà venire ad abitare a casa nostra poi è una piAAAHH, Nadia ma sei scema perché mi hai pestato il piede.”

La castana rispose subito e guardava la rossa potendo la testa:

“Perché, lo sai che non voglio che mi chiami P I C C O L A   P E S T E.”

Dicendo le ultime due parole fece capire ad Asuka che stava iniziando un discorso che era meglio non fare.

Toji era divertito:

“Te la meriti Asuka finalmente una che ti tiene testa, per noi ora è meglio andare, allora saluti.”

I tre se andarono e quando furono abbastanza lontani da non poter sentire Nadia sgridò Asuka:

“Ma sei matta, già un Eva gli ha portato via la gamba, il braccio ed il suo migliore amico e tu gli dici che sono una Children anche io senza pensare che magari potesse avere qualche risentimento.”

La rossa si difese:

“Scusa, non c’avevo pensato, comunque hai fatto bene a fermarmi, avremmo dovuto dare troppe spiegazioni.”

Rattristandosi un po’ la castana guardò il cielo e parlò ancora:

“Questa pioggia, ci stiamo bagnando tutti i vestiti…. Asuka secondo te quando che potremo andare a casa, io sono stufa della base, voglio vedere qualche altro posto.”

“Non lo so, bisogna domandarlo a chi fa le carte per l’adozione, non preoccuparti che non ci vorrà molto, adesso andiamo.”

Le due andarono verso gli altri e quando furono lì Maya gli parlò:

“Allora ragazze come va? Salutati i vostri amici?”

Asuka:

“Potrebbe andare meglio, Toji sembra aver preso bene la cosa, credo che lo troveremo ancora in circolazione.”

Nadia domandò subito a Misato:

“Mamma, quando che posso venire a casa.”

Misato prese la parola, ma era in difficoltà:

“Bè non lo so ….”

Fu salvata da Kaji:

“Fra pochi giorni, ricordati che domani hai un appuntamento con un’altra persona.”

“Va bene sig. Kaji grazie per l’informazione.”

Fuyutsuki prese parola:

“Io vado, il Comandante mi vuole vedere subito, ci vediamo se ci sono problemi.”

Tutti:

“Arrivederci.”

Il Vicecomandante si avviò, poi anche Maya, Sigheru e Makoto si congedarono e poco dopo anche gli altri si mossero tornando nello studio della dottoressa.

Nello studio con l’albero sefirico il comandante aspettava, la su attesa  finì con l’ingresso di Fuyutsuki che redarguì:

“Allora finita la cerimonia? Abbiamo cose importanti da discutere.”

“Si, la cerimonia è finita se non avesse piovuto sarebbe stato meglio.”

“Adesso non mi importa nulla del funerale. Mi importa sapere delle condizioni dello 01.”

Fuyutsuki era sbalordito e pensava:

> non riesco a credere che non gliene possa interessare, dopotutto era suo figlio, almeno venire per fare una cortesia alla moglie.<

“Fuyutsuki, come và lo 01?”

Ridestandosi dai pensieri il professore relazionò il tutto:

“Lo 01….è nella gabbia isolata, nessuna reazione dell’elemento S^2, si è tentato di salvare il pilota, ma il tentativo è miseramente fallito ed ora Shinji non c’è più, c’è un’altra al suo posto. E’ tutto relazionato nei documenti che ti ho dato.”

Gendo sfogliando il plico che teneva in mano:

“Si lo so e cosa mi dici della nuova Children.”

“So che domani la incontrerai.”

“Si volevo avere qualche anticipazione, da ciò che mi hai scritto, so che solo lei può pilotare l’unità 01, proprio come il Third, Rei e il Dummy-Sistem vengono rifiutati, non capisco perchè invece lei si può connettere?”

“Posso solo dirti che è una ragazza decisa, ma lo capirai meglio quando farai la sua conoscenza, capirai molte altre cose.”

“Bene allora la aspetterò domani. Fuyutsuki, i membri della Seel sono stati chiari, nessuna variazione sul copione, credo che mi stiano tenendo d’occhio, stanno aspettando la mia prossima scelta non condivisa da loro per eliminarmi, non credo che stavolta abbiano la pazienza di tollerare altre variazioni al copione, sopratutto dopo l’ultima che non gli abbiamo ancora comunicato.”

“Lo so Gendo, oramai siamo vicini al completamento del progetto e tutto deve seguire il copione.”

“Si, tutto deve seguire i piani della Seel, alla lettera. La tua relazione per me basta, so che mi posso fidare di te, anche se quello che hai scritto sfiora il limite della umana comprensione, spero che ci sarai anche tu domani a farmi conoscere la Sisth-Children.”

“Certo Ikari.”

“Bene allora ci vediamo domani, io devo andare.”

“Arrivederci.”

Dopo quel saluto Fuyutsuki si diresse verso la porta e come fu fuori andò nel suo studio e durante il tragitto non poteva fare a meno di pensare:

>Adesso corre subito dallo 01, mentre per il figlio non si degna neanche di andare al cimitero, che uomo è Gendo, o forse è troppo anche definirlo uomo, il suo gioco a fare il dio sta iniziando a superare i limiti, spero che domani vada tutto bene con Nadia.<

Intanto le ragazze arrivarono nello studio della Akagi e Nadia subito infastidì Asuka:

“Dai aiutami a togliermi il vestito, non vorrei rovinartelo e poi non sono comoda.”

La second era irritata:

“Uffa adesso calmati e aspetti un attimo che  mi levo prima il mio.”

“No prima io, dai.”

“Ti ho detto che prima penso al mio.”

Misato sentendo quel battibecco sgridò le due:

“Bambine smettetela di fare i capricci.”

All’unisono:

“Non stiamo facendo i capricci.”

Rei andò da Nadia ed iniziò a sbottonargli il vestito:

“Bechy lascia stare Asuka ti do io una mano a toglierlo.”

Come la ragazza fu seminuda, si infilò di nuovo la gonna blu con la maglietta rosa e quando fu a posto poté dire:

“Adesso va meglio.”

Rei stava sistemando il vestito, mentre Asuka faceva lo stesso col suo, Nadia era impaziente:

“Misato, ma domani cosa mi metto?”

Il maggiore rispose:

“Domani per cosa?”

“Per andare dal comandante, io non c’è l’ho la divisa.”

Dicendo questo si avvicinò alla madre  e le continuava a parlare:

“Mi piacerebbe avere una divisa come quella della zietta Maya, posso, posso, dai dimmi di si.”

“Bè bisogna andare agli approvvigionamenti e farsene consegnare una.”

“e dove sono che ci vado io?”

“No, tu non vai da nessuna parte, se ti perdi non ti troviamo più. Facciamo così andiamo io e Kaji e tu resti qua, ad aspettarci.”

La castana era rammaricata:

“Uffa, non mi fai andare da nessuna parte e poi io non ho voglia di stare chiusa qui.”

“Allora tu Asuka e Rei andata a farvi un bagno caldo, a quest’ora non c’è nessuno e poi vi farà bene rilassarvi un po’.”

Poi alzando la voce per farsi sentire:

“Tu che dici Asuka?”

“Dico che è un ottima idea, e tu Rei.”

La First rispose:

“Si, prendo gli asciugamani una borsa ed andiamo.”

Rei preparò una borsa con tutto l’occorrente e con le altre andò hai bagni pubblici della base, che dando ragione a Misato erano deserti, come furono dentro agli spogliatoi Asuka poté esultare:

“Che bello i bagni sono tutti per noi.”

Nadia era perplessa:

“ e adesso che faccio?”

Rei le rispose:

“Semplice ti metti nuda e poi ti butti in acqua, anzi prima aspetti me ed Asuka e poi entriamo in acqua assieme, potresti scivolare e farti male se vai da sola.”

“Roger, mio capitano.”

Nadia si spogliava buttando i vestiti in giro,  questo le causò una sgridata dalla Rossa:

“Bechy adesso raccogli i vestiti e li sistemi bene sulla panchina!”

“Si, si scusa…li raccolgo subito.”

La castana raccolse i vestiti e li mise sulla panchina piegandoli qualche maniera, cercando di copiare quelli di Rei, poi tribulò un po’ a togliersi il bustino, si levò le mutandine ed infine  si sedette completamente nuda ad aspettare le altre. Come furono pronte furono osservate attentamente da Nadia, Asuka e Rei erano molto stupite da quel comportamento, poi la rossa le domandò:

“Cos’hai da guardare di così interessante?”

Nadia era un po’ imbarazzata:

“Non ho mai visto altre ragazze nude e allora …..”

Asuka iniziò a punzecchiarla:

“Allora…, più o meno siamo uguali a te, vedi anche io e Rei abbiamo le tette e la passerina proprio come te.”

“La passerina?  Cosa è?”

Asuka si avvicinò un pochino e le fece il solletico proprio in mezzo alle gambe con la mano, la castana rise:

“No, mi fai il solletico.”

“Questa è la passerina, adesso andiamo che l’acqua deve essere alla temperatura ideale.”

Rei consigliò le amiche porgendo loro delle cuffie per capelli:

“Vi conviene raccogliere i capelli, poi li lavate dopo.”

Mentre Asuka si infilava i capelli nella cuffia Rei aiutava Bechy  a fare lo stesso.

Le tre si buttarono in acqua e lì Nadia volle togliersi qualche dubbio:

“Asuka perché le mie tette sono più piccole delle vostre?”

“e che ne so io, probabilmente le tue devono ancora svilupparsi, poi guarda che non è un bell’affare avere le tette tanto grandi, bisogna averle delle giuste proporzioni.”

Rei teneva d’occhio le due:

“Bechy, non ti allontanare, resta qui vicino.”

“Le tre rimasero un’ora a sguazzare ed ha chiacchierare.”

Una volta lavate uscirono dalla vasca ed si asciugarono per poi lavarsi i capelli e con un asciugamano sulla testa si rivestirono e tornarono nella camera.

In quelli stessi istanti Kaji e Misato erano andati agli approvvigionamenti a recuperare una divisa completa della sezione tecnologica adatta a Nadia e come furono da soli nell’ascensore poterono baciarsi in completa tranquillità, fino a che non arrivarono al piano desiderato. Come arrivarono nella camera il Maggiore vide che le ragazze si stavano sistemando i capelli e mostrò a Nadia la sua divisa nuova:

“Eccoti qua la divisa che volevi tanto ti ho preso anche gli stivaletti e la cintura.”

“Siiiii, posso provarla?”

“No, la provi domani mattina, adesso vieni a fare quattro passi con me.”

“Ok, dove mi porti?”

“Ti porto a fare una passeggiata, più che altro voglio parlare con te da sola.”

Le due uscirono lasciando Rei a pettinare Asuka:

“Mah, chissà cosa avranno da dirsi.”

Misato e Nadia andarono su di una panchina al parco e si misero a cavalcioni su di essa per guardarsi occhi negli occhi e fu il maggiore ad iniziare:

“Allora come è andata oggi?”

“Direi bene, non pensavo di soffrire così tanto, sopratutto mi dispiace che debbano soffrire gli altri, ma credo che riusciranno a superarlo, dopotutto la vita continua.”

“e con tua sorella?”

“Chi Asuka, oggi mi ha fatto conoscere Toji, Kensuke e la capoclasse Hikari, poverino Toji, spero che riuscirà a cavarsela, mi spiace che anche lui si una vittima degli Evangelion e del comandante Ikari.”

Misato sapeva che non poteva più rimandare la domanda che intendeva veramente fargli:

“Domani cosa hai intenzione di fare, col comandante intendo?”

“T’è l’ho detto lo voglio mandarlo a fanc..a spasso, non mi merita, neppure c’era al funerale di Shinji, un uomo del genere non merita la mia considerazione. Pensa che cosa bizzarra, io posso fare a meno di lui, ma lui non può fare a meno di me, senza di me l’unità 01 è inservibile.”

“Scusa ma come fai a dire questo?”

“Lo so e basta, non so darmi una spiegazione neanche io, ma lo 01 vuole solo me, non accetta altri.”

“Oddio non dirmi che credi che gli Eva hanno volontà loro?”

“ E chi lo sa…...Volevo chiederti una cosa anche io, se domani mi accompagnassi e che restassi appena fuori dall’ufficio, se succede qualcosa vorrei che tu fossi lì.”

“Va bene, domani per te è un altro giorno importante e poi tra qualche giorno diventi legalmente mia figlia e mi dovrai chiamare mamma, intesi.”

“Si mamma.”

La ragazza si appoggiò a Misato cercando un abbraccio che trovò subito e come fu avvolta dalle braccia del maggiore le sussurrò:

“Mamma, ti voglio tanto tanto bene.”

“Bechy te ne voglio tanto tanto anche io.”

Restarono lì un paio di minuti, poi il maggiore dovette far finire l’abbraccio:

“Bechy adesso andiamo, prendiamo la cena che le altre avranno fame.”

“OK”

Le due andarono in mensa a prendere qualcosa da mangiare e grazie ad un carrellino portarono le pietanze nello studio. Come arrivarono furono bene accolte, cenarono tranquillamente e poi la dottoressa e Rei andarono a casa lasciando Misato, Asuka, Nadia e Kaji a nella camera a ridere e scherzare. Mentre uscivano Rei le fece notare una cosa molto importante:

“Adesso sembrano un papà e una mamma con le loro bambine.”

Ritsuko ci pensò un po’ su:

“Hai perfettamente ragione, senza volerlo sembrano una famiglia.”

“Secondo te Ritsuko, la signorina Misato sarà capace di fare come te?”

La dottoressa era confusa:

“A fare cosa Rei?”

“A trattare Nadia e Asuka come tu hai trattato me.”

“Come scusa, cosa avrei fatto?”

“Mi hai accolta in casa e mi ha aiutato quando non sapevo cosa fare, mi hai sfamato e vestita e mi sei stata vicino nei momenti di crisi, quando ieri hai annunciato la morte di Shinji, mi hai permesso di abbracciarti, se non fosse stato così da chi sarei andata? Ti sei comportata come una mamma.”

Ritsuko era profondamente commossa da quelle parole:

“Oh Rei, Vieni qui.”

Ritsuko strinse con le braccia a se la first, si fregava le guance su quella testolina e baciava i capelli azzurri, Rei incredula di fronte a ciò:

“Ritsuko cosa hai?”

“Sono felice, dimmi ancora a cosa assomigliavo.”

“Ho detto che assomigliavi ad una mamma….”

Rei dicendo l’ultima parola capì molte cose e volle ripeterla:

“Mamma.”

Ritsuko:

“Grazie Rei, non preoccuparti conosco Misato e so che farà un buon lavoro, farà un po’ fatica con quelle due pesti, ma questo è il lavoro più difficile del mondo…. Rei grazie mi hai fatto capire che sbagliavo nei miei confronti.”

“Cosa sbagliavi?”

“Io ho l’istinto materno e c’è lo sempre avuto, ma io mi illudevo di non averlo, invece tu mi hai fatto capire che era in me, me l’hai fatto scoprire…. adesso forza andiamo a casa.”

Le due tornarono a casa e continuarono ancora il discorso, mentre nella camera Misato aveva appena rimboccato le coperte alle sue due bambine e fatto ciò andò a vegliarle dallo studio insieme a Kaji. Quest’ultimo cinse da dietro il maggiore e col viso appoggiato alla sua spalla le parlava dolcemente:

“Allora adesso il peggio è passato, Shinji rimarrà per sempre nei nostri cuori e sopratutto in quello di Nadia.”

“Si hai ragione non lo dimenticherò mai.”

“Allora adesso è bello giocare alla ‘tenera famiglia felice’, ora ci sono anche io a fare il papà e tu la mamma.”

“Kaji non dire le solite stupidaggini.”

“Non sono stupidaggini, dovevi vederti come giocavi con quelle due prima, ti ho visto ridere di gusto, non una delle tue solite risate, ma una risata che veniva dal tuo cuore.”

“Lo so, avrei voluto che si fermasse il tempo, in quegli istanti, mi sono sentita felice di poter accudire qualcuno.”

Kaji iniziò a baciare il collo della donna che sembrava non volesse così tante attenzioni:

“Kaji andiamo, non adesso, di là ci sono le bambine che dormono.”

 Facendosi sempre più insistente:

“allora la porta è chiusa ed il vetro è insonorizzato.”

“Si ma il vetro, ci possono vedere.”

Detto questo Kaji lasciò la presa e si allontanò un paio di passi un po’ deluso, Misato quando fu libera dall’abbraccio dell’uomo tirò la tenda impedendo a chiunque di guardare attraverso di essa e commentò molto allegramente:

“Però adesso no, possiamo fare quello che vogliamo.”

Dicendo questo si iniziò a levarsi i vestiti, poi Kaji la aiutò e le sue braccia avevano fretta di stringere quel corpo che conoscevano bene e da che molto tempo non toccacavano, Misato però voleva calmare quell’impeto:

“Kaji non azzardarti a rompermi la maglia come quella volta e poi hai la sicura.”

“Si, amore, sai che io sono molto previdente.”

La notte per quei due fu molto lunga, avevano un po’ di arretrati da recuperare, inoltre scoprirono che il divanetto non era così scomodo come sembrava.

  
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