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Autore: maryleny    19/09/2012    1 recensioni
La mia è la prima fan fiction. Più che una fan fiction è un vero e proprio episodio. Lo scritta come se fosse il copione di un'episodio di Castle. In questo ipotetico episodio ormai Kate e Rick stanno insieme così come Esposito e Lanie. Il caso riguarda l'omicidio del proprietario di un bar nel quale viene coinvolta una vecchia conoscenza di Kate.....
Genere: Azione, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro
Capitoli:
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 Con un pò di ritardo ecco l'ultima parte del mio episodio.... Ringrazio quelli che hanno recensito la mia storia, chi l'ha messa fra le seguite e anche quelli che semplicemente l'hanno letta o la leggeranno... Ciao a tutti e alla prossima... :-)

Cambio di scena, ormai è mattina, siamo di nuovo al distretto. Beckett Ryan e Esposito sono alle loro scrivanie. Al distretto arriva Castle.
Castle: Buongiorno a tutti.
Ryan: Ciao Castle.
Esposito: Ei cosa ci fai qua, Alexis non ti ha messo in punizione per aver fatto tardi ieri sera?
Castle: Ah ah molto spiritoso. ( Intanto è arrivato davanti alla scrivania di Beckett, e le da il suo caffè)
Beckett: Grazie. Allora come sta Alexis? Cosa ti ha raccontato del college?
Castle: Sta bene, e non ha fatto altro che raccontarmi di quanto sia contenta del college, dei corsi che sta facendo, delle amicizie che ha fatto. Era molto felice. Ha detto che più tardi passerà a salutarvi.
Beckett: Oh bene, mi fa piacere vederla.
Castle: Mity, dov’è?
Beckett: Ieri sera si è addormentata nel salottino, è ancora là.
Castle: E tu,invece, come stai?
Beckett: Potrei stare meglio. E solo che vorrei fare di più per aiutarla e invece ieri sera dopo che te ne sei andato abbiamo discusso. Io insistevo affinchè lei facesse l’operazione lei invece diceva che ormai è tutto inutile, che non c’è più niente da fare.
Castle: Lo so che è una decisione difficile da accettare, ma lei ha deciso così, e per quanto tu possa non essere d’accordo o per quanto tu stia male per questa sua decisione non puoi fare a meno che prenderne atto.
Beckett: Lo so, mi sento un egoista in questo momento, ma proprio non c’è la faccio. Io voglio solo aiutarla.
Castle: Il miglior modo per aiutarla in questo momento è quello di riportarle la sua famiglia.
Beckett: Hai ragione. ( si alza dalla sua scrivania) Allora ragazzi abbiamo delle novità?
Ryan: Direi di si, ma non ti piaceranno.
Beckett: Che vuoi dire?
Esposito: Abbiamo ricevuto una segnalazione dalla polizia italiana riguardo a Faraday.
Castle: Che c’entra Faraday con la polizia italiana?
Ryan: La polizia italiana ci ha dato delle informazioni molto interessanti su di lui.
Esposito: E’ Faraday il nostro collegamento con i Calabrese, solo che in Italia era conosciuto con il nome di Mario Abate, figlio di Franco Abate storico braccio destro della famiglia Calabrese.
Beckett: Oh mio dio, quindi è vero, dietro a tutta questa storia ci sono i Calabrese.
Castle: Questo vuol dire che se Faraday è stato mandato qui dai Calabrese allora potrebbe essere stato lui a uccidere Est.
Ryan: Sicuramente è stato lui. Tutto tornerebbe, è stato Faraday a impedire a Mity di denunciarli e ha capito che il gioco si stava facendo troppo pericoloso, così ha deciso di eliminare tutte le tracce a partire da Est.
Esposito: Ma ora c’è un’altra questione da risolvere, se è stato Faraday a uccidere Est chi ha ucciso lui?
Beckett: Ora poi sappiamo che dietro il rapimento di Kate e Michael ci sono i Calabrese. Mio dio come faccio a dirlo a Mity?
Castle: Non dirglielo, almeno non per il momento.
Beckett: Sei impazzito, se lo scoprisse da sola non mi perdonerebbe mai per non averglielo detto.
Esposito: Si ma non servirebbe a niente dirglielo, pensaci?
Ryan: Lei non potrebbe fare niente comunque. Servirebbe solo a farla stare più male di quanto non stia.
Beckett: Ok va bene, ho capito, avete ragione. Ragazzi mettiamoci a lavoro, voglio chiudere questa storia al più presto.
Nel frattempo esce dal salottino Mity.
Mity: Ei dovreste mettere qualcosa di più comodo in questo salottino, la mia schiena ve ne sarebbe molto grata.
Castle: Oh bè allora il prossimo acquisto che farò per il distretto sarà un bel divano letto. Che ne dici?
Mity: Mi sembra un’ottima idea. Ci sono delle novità?
Beckett: No, purtroppo no. Ma ci stiamo lavorando.
Mity: Eh Claire? Di lei avete notizie?
Ryan: No purtroppo no, sembra sparita anche lei.
Mity: Vuol dire che hanno rapito anche lei?
Esposito: Probabile.
Mity: Mio dio, ma ora che Est e Faraday sono morti chi potrebbe tenerli nascosti?
Castle: Qualche loro complice magari.
Esposito: Magari gli uomini che erano con te al capanno, sai come si chiamano?
Mity:  Ma chi Mike e Steven?
Beckett: Ti ricordi i loro cognomi?
Mity: Mi sembra che fosse White, sono cugini.  
Beckett: Li conosci bene?
Mity: Sono dei semplici scagnozzi di Est. Tutto qua. Non sono i tipi che prendono l’iniziativa da soli. Se sono loro che li stanno nascondendo sicuramente stanno prendendo ordini da qualcuno.
Ryan: Senti hai notato qualche accento particolare in qualcuno dei due?
Mity: Accento?
Castle: Si hai notato se magari qualche volta…
Mity: Si, si ho capito cosa intendete ma cosa c’entra?
Beckett: Ci potrebbe aiutare a capire chi sono queste persone,da dove vengono.
Mity: Ho capito, comunque no, non avevano nessun accento particolare.
Beckett: Ne sei sicura?
Mity: Si Kate ne sono sicura. Perché insisti così tanto?
Beckett: Niente, è per essere scrupolosa. Tutto qua.
Mity: Non mi stai nascondendo niente vero Kate?
Beckett: Perché dovrei? Ti ho detto tutto quello che so. Senti vieni ti offro una tazza di caffè.
Beckett e Mity vanno nella stanza della macchina da caffè, i ragazzi si rimettono alle scrivanie e continuano a lavorare.
Cambio di scena, si vede Michael che tiene in braccio la piccola Kate. Sta cercando di farla calmare. Michael e la bambina sono nel salotto di un grande appartamento.
Michael: Sshhh, calmati Kate, vedrai la mamma ci starà cercando. Sono sicuro che presto verrà a prenderci e poi ci spiegherà che diavolo ha combinato.
La bambina finalmente si calma, si sente un rumore provenire dalla porta, poi entrano nella stanza Mike e Steven.
Mike: Ei cerca di far calmare tua figlia senò ci dovrò pensare io. Chiaro?
Michael: Si può sapere cosa volete da noi, cosa c’entra Mity con voi? Chi diavolo siete?
Steven: Quante domande Michael, ti basti sapere che è per colpa sua se tu e tua figlia siete qua. Ora dammi la bambina.
Michael: Scordatelo, dovrai passare sul mio cadavere per prendere mia figlia.
Mike: Certo che anche tu hai proprio un bel carattere, tu e Mity vi somigliate in questo. Forza non farmi perdere tempo, da la bambina al mio amico.
Michael: Perché la volete, dove la portate?
Steven: A te questo non interessa. (si avvicina verso Michael)
Michael si allontana e stringe la bambina a se.
Michael: Non ti avvicinare, non metterai le mani su mia figlia.
Mike: (estrae la pistola) Hai capito cosa ti ho detto o no. Non ho tempo da perdere quindi dammi la bambina o le sparo davanti ai tuoi occhi.(carica la pistola).
Steven va di nuovo verso Michael e gli prende Kate dalle braccia.
Steven: Bravo, era tanto difficile. Ora porterò questa bella bambina a fare un giretto e tu starai qui buono, alla prima mossa falsa lei muore, tutto chiaro?
Michael: Torcile un solo capello e sarai tu quello che morirà.
Mike: Questo dipende da te Michael, non da noi.
I due escono dalla stanza e chiudono la porta a chiave. La scena continua con Mike e Steven.
Steven: Si può sapere a che cosa le serve la bambina?
Mike: Cosa vuoi che ne sappia io, ha detto che dovevamo prendere la bambina e portarla da lei. Lo sai com’è fatta, è peggio di Faraday, non devi chiedere, devi solo eseguire.
Steven: Tu cosa hai intenzione di fare ora che Est e Faraday sono morti?
Mike: Che cavolo di domande fai cugino? Lo sai meglio di me che quando lavori per i Calabrese una volta lo fai per tutta la vita, e di certo non ci permetteranno di allontanarci dagli Stati Uniti in questo momento visto il casino che stava per combinare Mity.
Steven: Speriamo solo che la polizia non abbia scoperto che dietro a tutte queste morti ci siano i Calabrese senò i prossimi a lasciarci le penne siamo noi.
Intanto Mike e Steven sono arrivati davanti a una porta. Mike bussa. Si sente una voce provenire da dentro la stanza che gli da il permesso di entrare. Entrano. La stanza è uno studio, alla scrivania è seduta una persona che da loro le spalle. Si vede che la persona seduta sta osservando lo schermo di un televisore tramite il quale si vede il salotto dove sta Michael.
Cambio di scena, al distretto. Beckett e Mity stanno bevendo il loro caffè.
Beckett: Mi dispiace per ieri sera, non volevo essere così brusca e solo che voglio essere sicura che tu ci abbia riflettuto bene. È una decisione importante.
Mity: Credimi Kate, ci ho pensato bene. Ho valutato attentamente tutte le possibilità. Tu non hai idea di quanto io stia male al solo pensiero di lasciare tutto questo senza poter almeno lottare. L’ultima cosa che avrei voluto fare era arrendermi ma purtroppo le circostanze mi impediscono di scegliere.
Beckett: Ho capito, e ti chiedo ancora scusa, davvero non sai quanto mi dispiace.
Beckett e Mity si abbracciano.
Mity: Ti perdono solo se mi prometti una cosa.
Beckett: Qualsiasi cosa?
Mity: Mi prometti che quando…. Si insomma quando non ci sarò più, starai vicino a Michael e Kate.
Beckett: Ok va bene te lo prometto ma l’avrei fatto comunque anche se tu non me lo avessi chiesto.
Le due si abbracciano di nuovo. Intanto nella stanza entra Castle.
Castle: Kate… Oh scusate. Puoi  venire un attimo di là.
Beckett: Si certo vengo subito.
Castle esce dalla stanza.
Beckett: Vado a vedere che succede, se ci sono delle novità ti chiamo ok?
Mity: Ok, va bene.
Beckett esce dalla stanza. Intanto suona il telefono di Mity.
Mity: Pronto?
Claire: Mity, sono Claire.
Mity: Oh mio dio Claire, dove sei? Stai bene?
Claire: Mity ho trovato Michael e Kate.
Mity: Cosa? Dove sono?
Claire: Sono nella stanza accanto alla mia, quei bastardi hanno preso anche me.
Mity: Ma sono feriti? Stanno bene?
Claire: No, no stanno bene non ti preoccupare. Mity devi tirarci fuori da qua.
Mity: Dove sei? Riesci a vedere qualcosa?
Intanto si sente un’altra voce.
Mike: Ei che diavolo stai facendo tu, dammi quel telefono?
Mity: Claire, Claire?
Mike: Chi hai chiamato brutta stronza?
Mity: Mike?
Mike: Ei Mity sei tu. 
Mity: Mike che diavolo hai fatto a Claire e dove hai messo Michael e Kate?
Mike: Ei, ei quante domande.
Mity: Mike rispondimi, dove li hai portati?
Mike: Facciamo così, tu esci dal distretto di polizia e non dici più una parola alla tua amica poliziotta e io ti dico dove sono.
Mity: Non sono in nessun distretto.
Mike: Mity davvero mi credi così stupido, ti ho visto che lasciavi i capannoni sulla macchina della polizia, quindi te lo ripeto, esci da quel distretto e io ti dirò dove puoi raggiungerci.
Mity: Mike la polizia ormai sa tutto e vi troverà puoi starne certo.
Mike: Strano non vedo polizia qua intorno. Sai siamo proprio in un bel posto e poi qua ci sono delle tue vecchie conoscenze che ti vorrebbero tanto salutare.
Mity: Che vuoi dire?
Mike: Ma come Mity, non hai detto che la polizia sa tutto. Possibile che la tua amica non ti tenga aggiornata.
Mity: Ti stai inventando tutto.
Mike: O forse sei tu che non sai tutto. Certo che io al posto tuo sarei incavolato nero con la Detective Beckett per avermi nascosto una cosa così importante.
Mity: Be allora perché non me la dici tu questa cosa così importante.
Mike: Possibile che ancora tu non abbia capito chi realmente ci sia dietro tutta questa storia?
Mity: Mike falla finita e dimmi chi ha preso la mia famiglia.
Mike: Le stesse persone che ti hanno rovinato la vita, le stesse persone che ti hanno lasciato sola al mondo….. I Calabrese.
Mity che nel frattempo si era alzata dal divano si risiede. È sconvolta, per la seconda volta quelle persone rientrano nella sua vita e per la seconda volta hanno la sua famiglia.
Mity: Tu mi stai dicendo che lavori per quei figli di puttana che hanno fatto assassinare i miei genitori?
Mike: Bè veramente era Est che lavorava per loro, ma ora che lui è morto io e mio cugino abbiamo preso il suo posto. E poi Mity, se ci pensi bene anche tu stavi lavorando per loro.
Mity: Dimmi dove siete.
Mike: Sapevo che avresti ragionato. Siamo a Hoboken in un palazzo sulla Washington Street all’incrocio con la 5 strada. Ovviamente non ce bisogno di dirti che se vieni con la polizia Michael e Kate moriranno.
Mity: Sto arrivando.
Mity chiude il telefono, è sconvolta. Incomincia a farsi mille domande, davvero Kate sapeva tutto quello le aveva detto Mike? Ed era vero che dietro a tutto questo c’erano ancora una volta i Calabrese? Per rispondere a queste domande c’era una sola cosa da fare, andare all’indirizzo che gli aveva dato Mike. E con Kate cosa avrebbe fatto? Mity la stava fissando dal vetro della porta, è furiosa con lei. Ora capiva i suoi comportamenti, le sue domande, lei sapeva, e non le aveva detto niente.
Mity: Kate perché mi hai fatto questo?
Posa sul tavolo il suo caffè ed esce dalla stanza.
Mity: Allora ci sono delle novità?
Beckett: No veramente….. Mio dio Mity stai bene? Sei molto pallida, forse è meglio se ti sdrai.
Mity: Sto benissimo grazie…… E solo che… che non mi sarei mai aspettata che ci volesse così tanto per rintracciare i responsabili di tutto questo.
Beckett: Si lo so, ma alcune volte si rivela più difficile del solito scovare i responsabili. (intanto guarda Castle).
Mity: La cosa che mi stupisce di più è che sembra che non abbiate trovato niente, neanche un minimo indizio.
Beckett: Bè ci stiamo lavorando, vedrai che presto troveremo qualcosa.
Mity: Già…
Mity aveva dato l’opportunità a Kate di dirle tutto, ma lei ancora una volta aveva preferito stare zitta, tenerla all’oscuro di tutto. Ora si sentiva anche peggio di come si sentiva prima. Decise allora di seguire le istruzioni di Mike, non dire niente alla polizia. Sarebbe andata a quell’indirizzo da sola, anche a costo di rischiare la propria vita. Avrebbe fatto di tutto per portare a casa la sua famiglia, i Calabrese questa volta non avrebbero vinto.
Mity: Io vado a prendere un po’ d’aria, se ci sono novità mi chiami?
Beckett: Si certo, però magari vengo te, non hai un bell’ aspetto.
Mity: No, non c’è ne bisogno starò davanti al distretto. Ho il cellulare con me.
La voce di Mity è sempre più tremolante, si sta trattenendo dal non piangere. Così si volta dando le spalle alla squadra e si dirige verso l’ascensore a passo svelto. Una volta dentro l’ascensore certa che nessuno la possa vedere o sentire scoppia a piangere.      
La scena continua al distretto.
Beckett: Ragazzi cosa stavate dicendo riguardo a Faraday?
Ryan: Si dunque dopo quello che abbiamo appreso dalla polizia italiana abbiamo scavato a fondo su Mario Abate e siamo riusciti a scoprire quando ha assunto l’identità di Paul Faraday. La prima volta che Paul Faraday compare negli Stati Uniti risale a tre anni fa.
Beckett: Tre anni fa. Perché proprio tre anni fa?
Esposito: Ce lo siamo chiesti anche noi, quindi abbiamo fatto ulteriori ricerche e abbiamo trovato una cosa molto interessante. Siamo riusciti a trovare il collegamento tra Est e Faraday.
Beckett: In che modo erano legati?
Castle: Bè Est non era direttamente collegato con la mafia, ma lo era sua padre Carl Est.
Esposito: Il padre di Est era il re delle bische clandestine qua a New York una ventina di anni fa. Finchè un giorno durante un suo viaggio in Italia decide di incominciare la sua attività anche all’estero più precisamente in Sicilia a Palermo.
Ryan: Ed è qua che si scontra per la prima volta con la famiglia Calabrese. Est aveva incominciato ad espandere i suoi giri fino a che un giorno non invade il territorio dei Calabrese.
Castle: Le due famiglie riescono ad arrivare ad un compromesso e si mettono in società, il giro di bische clandestine può continuare se viene aggiunta una piccola attività extra, lo spaccio di droga fuori dall’Italia, negli Stati Uniti.
Esposito: All’inizio sembra filare tutto liscio, ognuno aveva ottenuto la sua parte, entrambe le famiglie erano riuscite ad espandere la propria attività all’estero. Ma da quanto siamo riusciti a scoprire un giorno Est decide che ne ha abbastanza, non vuole più dividere i profitti con nessuno e cerca di fregare i Calabrese.
Beckett: In che modo?
Ryan: Fa uccidere gli spacciatori dei Calabrese nelle sue bische a New York e li rimpiazza con dei suoi uomini.
Beckett: Ma certo, la famiglia scopre che Est ha cercando di fregarli,così lo fa uccidere e decidono si sparire dalla circolazione per un po’, per far allontanare i sospetti da loro. Calmate le acque decidono di ritentare di impadronirsi di quello che un tempo era loro. Dico bene?
Esposito: Esatto, mandano Mario Abate sotto falso nome e trasformano il bar del figlio di Est nella loro base operativa.
Castle: Solo che questa volta non hanno più l’appoggio delle bische e allora decidono di mettere su una specie di laboratorio che serva da copertura per i loro scopi. Un piano perfetto insomma sino a quando non è arrivata Mity.
Beckett: Già se Mity non fosse ritornata qua a New York noi non avremmo mai scoperto niente dei traffici dei Calabrese e tutto sarebbe filato liscio. L’unica cosa che non riesco a capire è se Mity è finita in quel bar per una coincidenza o perché qualcuno la indirizzata là perché conosceva la sua storia.
Esposito: In effetti è strana come coincidenza, insomma non solo ritorna qua a New York ma successivamente viene assunta dal signor Est che guarda caso è sotto il mirino dei Calabrese.
Ryan: Non può essere una coincidenza ragazzi, qualcuno la stava tenendo sotto controllo, magari i Calabrese stesso.
Castle: Già hanno pensato che magari sarebbe stato buffo se una delle loro vittime lavorasse per loro.
Beckett: Che emeriti bastardi. Ma se fosse così, chi avrebbe detto a Mity di andare a lavorare proprio in quel bar?
Castle: Chiediamolo a lei?
Beckett prende il suo telefono e chiama Mity. Si sente un suono provenire dalla stanza della macchina da caffè, tutta la squadra si gira, Beckett entra nella stanza ed esce con il telefono di Mity in mano. Interrompe la chiamata.
Beckett: Scendo a chiamarla, torno subito.
Beckett scende con l’ascensore, arriva nell’atrio ed esce dal distretto per cercare Mity. Si guarda intorno ma di Mity non ce nessun traccia. Ferma un’agente all’ingresso del distretto.
Beckett: Ei agente ha visto per caso una ragazza seduta qua davanti?
Agente: No, non mi pare.
Beckett: Ne è sicuro? Sto parlando di questa ragazza. (Beckett prende il suo telefono a fa vedere all’agente una foto di lei insieme a Mity)
Agente: Ah si, l’ho vista che saliva su un taxi proprio qua davanti al distretto.
Beckett: Ne è sicuro? E’ salita su un taxi?
Agente: Si, si era proprio lei, me la ricordo perché è uscita dall’ascensore correndo e ci siamo scontrati, lei mi ha chiesto scusa e poi l’ho vista che saliva su un taxi appena uscita dal distretto.
Beckett: Ok va bene, la ringrazio.
Beckett riprende l’ascensore e sale dalla squadra.
Cambio di scena, Mity è arrivata a destinazione. Scende dal taxi e si dirige verso l’appartamento indicatole da Mike. Entra in un cancello, attraversa il cortile, arrivata davanti alla porta non fa in tempo a bussare che la porta si apre.
Mike: Vedo che ci hai trovato subito. Vieni ti stavamo aspettando.
Mity entra senza dire una parola, si guarda subito intorno, sta cercando Michael e Kate.
Mity: Loro dove sono?
Steven: Con calma Mity, una cosa alla volta, prima dobbiamo controllare che tu abbia effettivamente mantenuta la tua parola.
Steven inizia a perquisirla.
Mity: Non ho niente, né cimici, né telefono, né armi.
Steven: Hai fatto proprio la brava ragazza Mity.
Mity: Ora fatemi vedere Michael e Kate.
Mike: Non così in fretta Mity, prima devi parlare con una persona.
Mike e Steven prendono Mity dalle braccia e la scortano fino all’ufficio della persona misteriosa. Steven bussa alla stessa porta, entrano e lasciano Mity dentro la stanza. La sconosciuta è nuovamente seduta alla sua scrivania e da le spalle a Mity.
Mity: Tu chi diavolo sei? Cosa vuoi da me?
Persona: Semplice, voglio sapere tutto quello che sa la polizia riguardo a noi.
Mity conosce sin troppo bene quella voce. Diventa pallida in viso. Non può essere vero.
Mity: Claire…..???
La persona che è seduta alla scrivania si gira verso Mity.
Claire: Indovinato. Ora dimmi quello che voglio sapere o tua figlia muore.(Claire sta tenendo in braccio la piccola Kate e le punta una pistola alla testa).
Cambio di scena, di nuovo al distretto.
Castle: Non può essere sparita così, e poi perché avrebbe dovuto allontanarsi dal distretto? Sei sicura che non sia stata costretta a salire sul quel taxi.
Beckett: L’agente all’entrata mi ha detto che è uscita di corsa dall’ascensore e poi l’ha vista che saliva su un taxi. Io non capisco non aveva nessun motivo per andarsene così.
Ryan: A meno che non ci abbia sentito mentre parlavamo del caso. Magari ha sentito il nome dei Calabrese e si è spaventata.
Beckett: Si ma se ha scoperto tutto perché andarsene. Anche lei non ha la minima idea di dove possano essere i rapitori di Michael e Kate.
Esposito: Perché è arrabbiata. In fondo le abbiamo tenuto nascosto quello che sapevamo sul rapimento di Michael e Kate.
Beckett: No, io le ho tenuto nascosto tutto, io ho deciso di tenerla all’oscuro di tutto e ora lei è scomparsa. Dio mio a che pensavo.
Castle: Kate anche se avesse saputo tutta la verità non avrebbe potuto fare niente. Hai fatto bene a non dirle quello che sapevi.
Beckett: Oh si ho fatto proprio un bel lavoro.
Ryan: E’ inutile recriminare. Piuttosto cerchiamo di capire dove possa essere andata.
Esposito: Hai detto che un’agente l’ha vista salire su un taxi. Per caso ha visto anche la targa?
Beckett: No, non ha visto proprio niente.
Ryan: Ok, allora intanto faccio diramare una sua foto, magari qualcuno l’ha vista.
Beckett: Aspetta un attimo.
Castle: Cosa?
Beckett: Mity prima di scendere ha detto che se ci fosse stata qualche novità avrei potuto chiamarla al cellulare in modo che lei sarebbe subito salita.
Esposito: E allora?
Beckett: Lei invece ha lasciato il suo telefono sul tavolo nell’altra stanza.
Ryan: Infatti l’ha dimenticato.
Beckett: E se invece l’avesse lasciato li apposta per farcelo trovare?
Castle: Certo, magari qualcuno l’ha chiamata, magari i Calabrese stessi. Le hanno raccontato l’intera storia e le hanno detto di raggiungerla senza polizia o Michael e Kate sarebbero morti.
Beckett: E se noi facciamo controllare il telefono magari riusciamo a risalire al numero e anche al posto da dove l’hanno chiamata.
Esposito: Faccio subito controllare il telefono.
La scena continua al distretto.
Esposito: Ei ragazzi, ecco i tabulati del telefono di Mity. Allora c’è solo una telefonata in entrata all’ora in cui Mity è sparita ed è partita da questo numero.
Ryan: Il telefono ora è spento quindi è impossibile rintracciarlo, ma quando ha fatto la telefonata a Mity il telefono si è agganciato a una cella della città di Hoboken.
Beckett: E’ un’area troppo grande ragazzi, potrebbe essere ovunque.
Castle: Ma almeno abbiamo ristretto il campo di ricerca. Possiamo avvertire la polizia di Hoboken e mandare una foto di Mity insieme a quelle di tutte le persone che stiamo cercando.
Ryan: Lo faccio subito, qualcuno avrà pur visto qualcuna di queste persone.
Cambio di scena, si ritorna all’ufficio dove ci sono Claire, Mity e la bambina.
Mity: Quindi tutto questo tempo c’eri tu dietro a tutta questa storia?
Claire: Ma che brava, peccato che tu l’abbia capito troppo tardi.
Mity: Mi stai dicendo che il nostro incontro qua a New York non è stato un caso?
Claire: Ho paura di no. La famiglia Calabrese ti ha sempre tenuta sotto controllo. Non ti ha perso di vista un solo istante in tutti questi anni.
Mity: Ma perché? Cosa vogliono ancora da me?
Claire: Bè Mity era solo lavoro. Sai quando sei tornata qua negli Stati Uniti per farti curare non era previsto che tu entrassi a far parte dei nostri piani. Poi abbiamo saputo che non potevi far l’operazione, che non c’era più niente da fare e abbiamo pensato di sfruttare questa possibilità a nostro vantaggio.
Mity: Perché mi hai fatto questo Claire? Io mi fidavo di te. Pensavo davvero di aver trovato una persona che mi potesse capire visto che era nelle mie stesse condizioni. Invece per tutto questo tempo mi hai mentito. Come hai potuto farlo?
Claire: Te lo ripeto era solo lavoro e sarebbe stato ancora così se tu quel maledettissimo giorno non fossi scesa in laboratorio prima del previsto. Senza contare che ora sarebbero tutti vivi se tu non fossi andata alla polizia.
Mity: Non cercare di addossarmi colpe che non ho Claire, non ci provare. Non sono io che ho ucciso Est ne tanto meno Faraday.
Claire: Veramente le cose non stanno proprio così Mity. Est è stato ucciso perché tu sei andata alla polizia a denunciarli, stava completamente perdendo la testa, voleva farla finita anche lui con tutta questa storia. Paul alla fine è stato costretto a eliminarlo prima che facesse qualche sciocchezza.
Mity: E’ stato Paul ha uccidere Est? Questo vuol dire che anche lui sta con i Calabrese.
Claire: Brava, indovinato di nuovo. Solo che quello stronzo faceva il doppio gioco e stava cercando di fregarci. E’ per questo che ho dovuto eliminarlo.
Mity: Oh mio dio, sei stata tu? Claire ma sei impazzita. Cosa ti hanno promesso i Calabrese per farti diventare così.
Claire: Mity, pensavo che avessi capito tutto ormai. Io non sono stata pagata dai Calabrese per lavorare con loro. I Calabrese sono la mia famiglia.
Mity: La tua famiglia?
Claire: Si Mity, la mia famiglia. Salvatore e Calogero Calabrese sono i miei zii. Ti ricordi di loro, vero? Tuo padre li ha fatti condannare e per colpa sua io sono rimasta sola. Buffo vero, le nostre storie si assomigliano da un certo punto di vista. Ma ora non ha importanza, rispondi alle mie domande, e sarò così gentile da uccidere tua figlia per ultima.
Cambio di scena, al distretto la squadra continua con le ricerche. Nel frattempo arriva Alexis.
Ryan: La polizia di Hoboken ha dato piena collaborazione, appena ci saranno novità ci faranno sapere.
Beckett: Ok grazie Ryan.
Alexis: Ciao a tutti. Disturbo?
Castle: Ei tesoro, sei venuta prima.
Alexis: Si la nonna aveva lezione alla scuola e io a casa mi annoiavo così ho pensato di passare, ho fatto male? Se ci sono problemi ritorno più tardi.
Esposito e Ryan: Ciao Alexis.
Beckett: Non disturbi affatto Alexis, vieni qua fatti abbracciare. Come stai?
Alexis: Bene, tutto bene. Voi?
Beckett: Potrebbe andare meglio.
Alexis: Si papà mi ha detto del caso che state seguendo e anche della tua amica.
Beckett: Si bè te l’avrei fatta conoscere se non fosse sparita anche lei.
Alexis: Avevo capito che era qua con voi al distretto.
Esposito: Lo era sino a qualche ora fa. Ora è sparita anche lei.
Alexis: Oh mi dispiace. Be se posso dare una mano mi fa piacere.
Beckett: Grazie Alexis, ma a meno che tu non conosca una di queste persone non so se ci possono far comodo un paio di mani in più. (Beckett indica la lavagna dove sono state sistemate tutte le foto delle persone coinvolte nel caso)
Alexis si gira verso la lavagna e comincia a guardare tutte le foto. A prima vista sembra non riconoscere nessuno poi…
Alexis: Aspetta un attimo, ma io questa ragazza la conosco.
Beckett si alza dalla sua scrivania mentre i ragazzi si avvicinano alla lavagna.
Beckett: Chi?
Alexis: Lei.(Alexis indica Claire) Solo che non si chiama Claire Austen, ma Sara Calabrese.
Beckett: Hai detto Calabrese?
Alexis: Si. Perché?
Castle: Tesoro ne sei sicura?
Alexis: Si certo che ne sono sicura. Ma come papà non te l’ha ricordi? Sara era a capo del mio gruppo di matematica quando sono entrata al sesto anno. Lei allora stava frequentando l’ultimo anno. Per l’intero anno scolastico siamo state insieme, poi lei si è dovuta trasferire in Italia e non ci siamo più sentite. Possibile che non te la ricordi?
Castle: Sara, ma certo, ecco perché mi sembrava familiare, era la ragazza con l’accento italiano.
Alexis: Esatto. Qualche volta è venuta anche a casa.
Beckett: Sai perché si è dovuta trasferire in Italia?
Alexis: Veramente no, non me lo ha mai detto.
Esposito: Ragazzi, venite a vedere.
Esposito e Ryan intanto avevano subito incominciato a fare qualche ricerca.
Ryan: Qua risulta che Sara Calabrese è deceduta in seguito a un incidente aereo sul volo che la portava a Roma.
Beckett: Si ma noi sappiamo che invece è viva quindi non perdiamo tempo e cerchiamo tutto quello che riguarda Sara Calabrese e ricontrolliamo anche l’identità di Claire Austen.
La scena continua al distretto.
Esposito: Beckett ho qualcosa su Sara Calabrese.
Beckett: Dimmi.
Intanto anche Castle Alexis e Ryan si avvicinano per sentire le novità.
Esposito: Dunque, qua risulta che Sara Calabrese è nata in Italia a Palermo il 28 09 1989. E’ stata cresciuta dagli zii in quanto quando aveva 3 anni i genitori muoiono in un attentato mafioso. All’età di 15 anni Sara viene mandata a studiare qua negli Stati Uniti per poi morire in un incidente aereo sul volo per Roma.
Castle: Ma noi sappiamo invece che Sara è ancora viva solo che si fa chiamare Claire.
Ryan: Esatto, ma ho trovato che a differenza di Faraday alias Mario Abate che appare negli Stati Uniti improvvisamente 3 anni fa, Claire Austen esiste già.
Beckett: Vuoi dire che Sara ha rubato l’identità di un’altra ragazza?
Ryan: Esattamente. Da indagini più approfondite risulta che la vera Claire Austen è morta 3 anni fa in un incidente d’auto.
Beckett: 3 anni fa…. Proprio quando fa la sua comparsa Paul Faraday.
Castle: Molto probabilmente 3 anni fa sono iniziate le attività dei Calabrese qua a New York.
Beckett: Si molto probabile. Avete scoperto altro?
Esposito: Per il momento no ma sto ancora aspettando di avere dei risultati su Sara.
Beckett: Che tipo di risultati?
Esposito: Sto controllando se per caso risulta qualche immobile intestato a Sara Calabrese, magari gli zii avevano fatto qualche acquisto e per non dare nell’occhio lo hanno intestato alla nipote.
Beckett: Ottima idea anche se dubito che siano stati così sprovveduti. Comunque concentrati soprattutto su quelli di Hoboken magari siamo fortunati.
Alexis: Perché siete interessati a Hoboken?
Castle: Mity prima di sparire ha ricevuto una telefonata da Hoboken e crediamo che chi l’abbia contatta siano proprio i Calabrese.
Beckett: Sara ti ha mai parlato di una casa o qualcosa di simile a Hoboken?
Alexis: Effettivamente ora che ci penso un’estate alla fine della scuola Sara aveva organizzato un pranzo per i ragazzi del gruppo di matematica in una villa proprio a Hoboken.
Castle: Aspetta non mi dire che era la villa con quella fantastica piscina dove poi alla fine della serata ci siamo fatti il bagno.
Alexis: Proprio quella papà.
Beckett: Vi ricordate l’indirizzo?
Alexis: Mi dispiace, io proprio non me lo ricordo.
Castle: Scherzi vero? Non si dimentica una villa come quella specialmente l’indirizzo e la strada per arrivarci.
Beckett: Muoviamoci allora. Castle fai strada.
Castle: Con molto piacere. Alexis tu aspettami a casa.
Alexis: Ma io…
Castle: Niente ma, vai a casa, appena ci sono novità ti avviso.
Cambio di scena, Hoboken, villa di Sara Calabrese.
Claire: Allora cosa sa la polizia?
Mity: Ti prego Claire lascia stare mia figlia, lei non c’entra niente, è solo una bambina.
Claire: Non sei nella posizione di contrattare Mity. Ora dimmi quello che voglio sapere o uccido tua figlia davanti ai tuoi occhi.
Mity: Non lo so cosa sa la polizia. Te lo giuro. Kate non mi ha detto niente di quello che hanno scoperto. Ogni volta che c’erano delle novità mi chiedeva di aspettarla nella stanza dei familiari. Non sapevo neanche che dietro a tutto questo ci fossero i Calabrese. Claire mi devi credere, io non so niente. Per favore lascia la mia bambina.
Claire: Tu mi stai dicendo che in questi due giorni che sei stata al distretto con la tua amica poliziotta lei non ti ha detto assolutamente nulla, neanche qualche piccolo dettaglio sulle sue indagini?
Mity: Si è così. Io non so niente.
Claire: Vedi mi viene difficile credere che la polizia sia all’oscuro di tutto. Perché forse, e dico forse, è vero che la detective non ti abbia rilevato niente o quasi sulle sue ricerche ma è impossibile che tu non gli abbia raccontato tutto quello che sai. Quindi te lo ripeto per l’ultima volta cosa sa la polizia su di noi?
Mity: Promettimi che se te lo dico lascerai andare via Michael e la bambina. Lui non sa niente di tutta questa storia, non parlerà. Ti prego.
Claire: Mi dispiace ma questo non lo posso fare. Ma visto che mi sei simpatica posso prometterti che una volta che avrò ucciso te e il tuo ragazzo, tratterò Kate come se fosse mia figlia. Lei potrà crescere, studiare e un giorno potrà prendere anche il mio posto. Che te ne pare come accordo? Preferisci che tua figlia diventi cibo per le larve come te e Michael oppure che diventi grande forte e….. MAFIOSA!!!?
Mity: Tu sei una vera bastarda!!!
Claire: Risposta sbagliata…..
Si sente uno sparo, poi un altro e un altro ancora. Al piano di sotto si è scatenata una sparatoria. Claire,che per un momento non capisce da dove provengono gli spari, si gira verso la finestra dello studio che da sul cortile e vede che questo è occupato da alcune macchine della polizia. Mity approfitta di quella sua distrazione per cercare di levargli la pistola, ma non ci riesce. Claire è più veloce di lei, recupera subito il controllo della situazione e fa partire un colpo dalla sua pistola. Mity cade a terra priva di sensi. Claire stringe la bambina ancora più forte a sé ed esce dallo studio. Uscita dallo studio si affaccia dal pianerottolo per vedere dove sono gli agenti, affacciandosi vede che Beckett sta salendo le scale in cerca di Mity. Claire si ritrae per non farsi vedere e prende la rampa di scale che la porta al secondo piano. Nel frattempo al piano terra la sparatoria è ancora in corso. Esposito e Ryan aiutanti da altri agenti rispondono al fuoco di Steven e Mike. Castle invece sta rannicchiato in un angolo per non farsi colpire da uno dei tanti proiettili che nel frattempo stanno volando nella stanza e a un certo punto sente qualcuno gridare da dietro a una porta. Cerca di aprirla ma la porta è chiusa a chiave. Intanto al primo piano Beckett continua la sua perlustrazione delle varie camere quando da una di queste sente la voce di Mity. Beckett si precipita verso lo studio. Apre la porta con cautela ma quando vede Mity stesa a terra in una pozza di sangue entra senza neanche assicurarsi di essere le uniche in quella stanza.
Beckett: O mio dio Mity.
Mity: Kate… l’ha presa… devi andare… le farà del male se non la fermi… ti prego..
Beckett: Mity non ti agitare, fortuna che il proiettile ti ha preso solo la spalla.
Mity: No Kate non capisci, Claire ha preso la bambina. Ti prego trovala, vai…..
Intanto al piano di sotto continuano a schizzare proiettili e Castle cerca di liberare Michael.
Michael: Fatemi uscire di qua maletti!
Castle: Stai indietro, ora faccio saltare la serratura!
Castle estrae dai pantaloni una pistola di piccolo calibro affidatagli da Beckett poco prima di entrare.;”Usala soltanto in caso di estrema necessità” gli aveva detto. Bè se questa non è necessità disse fra se e se mentre estraeva la pistola, peccato che gli aveva anche raccomandato di stare nell’auto ma lui come al solito non le aveva dato retta e poco dopo era entrato nella villa.
Castle: Ok ci sono, stai attento!
Castle fa fuoco sulla serratura per poi entrare con un colpo di spalla all’interno della stanza.
Castle: Michael?
Michael: Sono qua.
Da dietro al divano, dove poco prima si era accovacciato, spunta Michael.
Castle: Ei amico stai bene?
Michael: Si, si tutto bene. Ma hanno preso Kate.
Castle: Sai dove l’hanno portata?
Michael non ha il tempo di rispondere che Steven piomba nella stanza per proteggersi dai proiettili sparati da Ryan. Subito punta la sua pistola su di loro pronto a fare fuoco ma prima di premere il grilletto Steven viene raggiunto alle spalle da Ryan e Esposito che lo mettono al tappeto con il calcio della pistola. La sparatoria sembra essere finita, gli agenti portano nelle auto tutti i complici di Claire, ma all’appello mancano sia Beckett che Mity insieme alla piccola Kate.
Esposito: Dovè Beckett?
Castle: Credo di averla intravista mentre saliva al piano superiore.
Ryan: Muoviamoci ragazzi.
Ryan Esposito e Castle escono velocemente dalla stanza dove era tenuto prigioniero Michael seguiti da quest’ultimo. Arrivati al piano superiore incominciano a perquisire le varie stanze quando dalla porta dello studio esce Beckett di corsa.
Castle: Kate.
Beckett: Castle chiama un’ambulanza Mity è ferita. Ryan Esposito con me.
Ryan e Esposito la seguono mentre lei incomincia a fare le scale del piano superiore, Castle e Michael si dirigono nello studio mentre Castle chiama un’ambulanza.
Michael: Mity. O mio dio.
Mity: Michael…. Mi dispiace, mi dispiace, scusami ti prego…
Michael: Ssshh, avremo tutto il tempo per parlarne, ora stai tranquilla, l’ambulanza sta arrivando, andrà tutto bene.
Mity: Ha preso Kate, Claire ha preso Kate. Devi trovarla…
Castle: Non ti preoccupare Mity, Kate ti riporterà la tua bambina sana e salva. Ora non ti affaticare.
La scena continua alla villa, Beckett Ryan e Esposito stanno cercando Claire. I tre velocemente si aggirano per il piano cercando di trovare Claire e la piccola Kate, ma niente sembrano sparite. A un certo punto sentono un gemito provenire da dietro una porta. Si preparano ed entrano tenendo ben salde le loro pistole. Ancora una volta niente, la stanza è completamente vuota a parte qualche mobile che la arreda, i tre detective si guardano attentamente intorno finchè Ryan con un cenno attira l’attenzione degli altri due detective verso un quadro appeso alla parete, questo infatti è spostato leggermente verso sinistra segno che qualcuno lo ha recentemente spostato. Ryan fa per spostarlo mentre Beckett e Esposito si mettono davanti pronti per qualsiasi evenienza. Il quadro con grande sorpresa dei tre si rivela essere l’ingresso verso una stanza nascosta. La squadra entra cautamente, Beckett quando sta per fare capolino intravede Claire in un angolo della stanza vicino a un finestra, con un cenno fa capire ai colleghi che finalmente hanno trovato la ragazza. E’ arrivato il momento di chiudere la partita, Beckett entra nella stanza seguita da Ryan e Esposito.
Beckett: Polizia di New York. Claire butta la pistola e dammi la bambina.
Claire si gira e punta la sua pistola verso i tre detective.
Claire: Mi dispiace detective ma non posso accontentarla.
Esposito: Claire la casa è circondata non puoi più andare da nessuna parte, quindi ti conviene arrenderti e consegnarci la bambina.
Claire: Facciamo così invece, voi mi fate uscire di qui e io vi do la bambina, oppure lei muore.
Intanto Claire si avvicina all’unica finestra della stanza, la apre e avvicina Kate a quest’ultima.
Claire: Ripeto, o io esco da qua oppure questa bambina farà un volo di 5 metri e non so quanto questo vi convenga. Sapete ho promesso alla madre che me ne sarei presa cura e sarebbe un peccato dirle che invece è morta per la vostra incompetenza.
Beckett: Forse sono io che non mi sono spiegata bene. O mi dai la bambina oppure ti pianto personalmente un proiettile in testa. A te la scelta.
Claire: E questo dovrebbe spaventarmi detective, sono cresciuta con le minacce, quindi una in più o una in meno per me non fa alcuna differenza. Ora gettate le pistole e fatemi uscire di qui.
Ryan: Beckett…
I tre detective si guardano e piano piano iniziano ad abbassare le loro pistole.
Claire: Bravi ora incominciamo a ragionare. Era tanto difficile. Ora le pistole verso di me e andate contro quel muro, lontano dalla porta.
Beckett Ryan e Esposito con un calcio spediscono le loro pistole verso Claire e con le mani in alto si mettono contro il muro. Nel frattempo Claire continua a tenere la bambina vicino alla finestra pronta alla prima mossa falsa per lasciarla cadere nel vuoto.Ora che i tre poliziotti sono disarmati Claire riavvicina Kate a se e da le spalle alla finestra voltandosi completamente verso i suoi ostaggi. E’ in quel momento che Beckett si accorge che Claire è sotto tiro di un cecchino.
Claire: Bene è arrivato il momento dei saluti. Vorrei dire che è stato un piacere conoscervi ma purtroppo non è così. Salutatemi Mity.
Claire fa per voltarsi e uscire dalla stanza ma…
Beckett: Sai Claire, prima che tu te ne vada voglio dirti una cosa.
Claire: Sarebbe?
Beckett: Bè prima non sono stata del tutto sincera…
Claire: Che vuoi dire?
Beckett: Voglio dire che non sarò io personalmente a piantarti un proiettile in testa.
Nello stesso momento in cui Beckett finisce la frase uno sparo squarcia il silenzio venutosi a creare nella stanza e colpisce Claire che cade tramortita dal proiettile. Prima che possa arrivare a terra Beckett va verso Claire per prendergli la bambina dalle braccia. Ryan e Esposito recuperano velocemente le loro pistole e le puntano verso il corpo senza vita di Sara Calabrese.
Beckett: Andiamo piccolina, ti porto dalla mamma.
La scena si sposta nel cortile della villa, dove ormai è arrivata un’ambulanza per portare Mity in ospedale.
Beckett: Ecco la mamma piccola.
Beckett con in braccio la piccola Kate si dirige verso l’ambulanza che sta portando Mity all’ospedale.
Mity: Amore della mamma… Ciao piccola mia.
Michael: Ciao bellissima.
Beckett da la bambina a Michael che si avvicina ancora di più a Mity che ormai è scoppiata in lacrime.
Mity: Grazie Kate, grazie…
Beckett: Una promessa è una promessa.
Un paramedico si avvicina al gruppo e fa segno che è ora di andare.
Michael: Vengo con te (rivolta a Mity)
Mity: No, devi stare con Kate.
Beckett: Posso prenderla io. Vi raggiungiamo in ospedale con la macchina. Tu Michael vai pure con Mity non ti preoccupare.
Michael: Grazie.
Michael sale sull’ambulanza insieme al paramedico che chiude le porte e fa cenno che si può partire.
La scena continua nel retro dell’ambulanza.
Mity è sdraiata sul lettino, al suo fianco un paramedico le sistema la maschera dell’ossigeno e Michael le tiene la mano.
Mity: (riferita al paramedico) Mi scusi sa se oggi è di turno il Dottor Krebs?
Paramedico: Non saprei signorina ma appena arrivati in ospedale mi posso informare.
Mity: La ringrazio.
Michael: Perché chiedi del Dottor Krebs?
Mity: Perché ho deciso Michael…. Farò l’intervento, anche se dovesse costarmi la vita, almeno avrei la consapevolezza di aver lottato sino alla fine.
Michael: Lo sai che se non vuoi farlo non sei costretta, vero?
Mity: Non si tratta più di volere o potere Michael, si tratta solo di DOVERE… Io ho il dovere di fare questo intervento, non solo per me stessa ma anche per te e per nostra figlia. Lo faccio anche per i miei genitori che sono morti per farmi curare la prima volta e grazie al quale ho potuto continuare la mia vita e lo faccio anche per Kate, se non ci fosse stata,se non mi avesse aiutata dopo tutto quello che era successo io e te non ci saremo neanche conosciuti.
Michael: Chiara lo sai che non ci devi niente, insomma hai fato tutto quello che potevi, per quello che hai potuto, ma se questo è quello che vuoi sono fiero che la madre di mia figlia sia una persona tanto coraggiosa. Davvero, sono fiero di te e appena arriviamo in ospedale corro personalmente a cercare il Dottor Krebs.
Mity: Grazie.
Michael si avvicina a Mity e le da un bacio sulla fronte, si risiede le sorride e le riprende la mano, la stringe ancora più forte di prima per poi portarla vicino alla sua bocca e baciarla. La scena cambia, l’ambulanza è arrivata in ospedale. Appena le porte del veicolo vengono aperte dai paramedici Michael scende in fretta in modo da poter far scendere la barella dove è sdraiata Mity. Infermieri e dottori si danno subito da fare portando Mity in sala operatoria per poter estrarre il proiettile dalla spalla.
Infermiere: Mi dispiace da qua non può più venire con noi.
Michael nel frattempo non aveva lasciato la mano di Mity sino a quando un’infermiere gli aveva detto che almeno per lui la corsa era finita. Avrebbe ricevuto notizie dai medici appena possibile in sala d’attesa.
Mity: Michael cerca il Dottor Krebs, ti prego va e trovalo, digli che ora sono pronta.
Michael: Non ti preoccupare, ci penso io.
Michael va subito a cercare il dottore mentre all’ospedale ormai sono arrivati anche Castle e Beckett con in braccio la piccola Kate seguiti da Ryan e Esposito.
Beckett: Mi scusi pochi minuti fa hanno portato una ragazza di nome Chiare Mitola mi sa dire come sta?
Infermiera: La ragazza è appena entrata in sala operatoria, potete accomodarvi in sala d’aspetto, appena ci saranno novità vi faremo sapere.
La squadra si accomoda in sala d’aspetto.
Castle: Ma dov’è Michael?
Tutti si guardano intorno quando finalmente lo vedono sbucare da dietro una porta, sta parlando con un medico che dopo poco si allontana dandogli una pacca sulla spalla.
Michael: Ei ragazzi siete arrivati. Ei piccola hai fatto da brava? ( intanto si avvicina a Beckett che ha sulle gambe la bambina)
Beckett: E’ stata un’angelo. Vai da papà adesso.
Beckett fa per dare Kate a Michael ma questa non sembra essere d’accordo infatti appena è nelle braccia del padre incomincia a piangere.
Michael: Ei se era un modo per dirmi che stavi meglio con Beckett potevi farmelo capire in un’altra modo. Tutti scoppiano a ridere e Michael ridà la bambina a Beckett.
Beckett: Michael ti prego chiamami Kate. ( intanto ha di nuovo la bambina fra le braccia che sembra ora essere tornata più tranquilla )
Michael: Ok, Kate. Bè vedo che le piaci molto. Di solito ci mette un po’ ad abituarsi a persone nuove. Si vede che sei pratica.
Ryan: Bè pratica non direi visto che ancora non si decide a mettere su famiglia.
Esposito: Io direi più istinto materno… Ei Castle sarà mica un segnale…
Castle e Beckett si girano verso il duo, che intanto se la sta ridendo, e gli lanciano un’occhiataccia.
Beckett: Ok ragazzi ora basta. Piuttosto parliamo di cose serie. Michael ti ho visto che parlavi con un medico, hai novità su Mity?
Michael: No, l’ho seguita quasi fino alla sala operatoria ma poi mi hanno detto di venire ad aspettare qua. Il medico con cui stavo parlando si occuperà di Chiara in un altro modo.
Castle: Che intendi dire con “ si occuperà di lei in un altro modo” ?
Michael quasi emozionato incomincia a comunicare la decisione presa da Mity.
Michael: Chiara ha deciso di sottoporsi all’intervento, il medico con cui stavo parlando è il  Dotter Krebs, il suo oncologo.
A quella notizia le facce di tutti in un primo momento esprimono solo una cosa: gioia. Tutti sono felici di questa notizia, la gioia però in un secondo momento incomincia a sfumare e prende il posto la paura. Questa si può vedere soprattutto sul viso di Beckett che come era scattata in piedi alla bella notizia torna a sedersi quando si rende conto quello che significa realmente quella decisione. Esiste infatti una buona probabilità che Mity non superi l’intervento, che lei non c’è la faccia.
Castle: Ei, non sei felice? Non era quello che volevi?
Beckett: Si, era quello che volevo, è quello che voglio, ma solo adesso capisco realmente cosa ha provato Mity nel prendere questa decisone: PAURA. E’ proprio vero che certe cose è più facile dirle che farle. Ma adesso l’unica cosa che importa è stare vicino a Mity e farle capire che non è sola.
Ryan: E soprattutto che ha preso la decisione più saggia.
Esposito: La decisione più difficile che una persona possa prendere. La decisone di lottare sino alla fine.
Castle: Ha deciso di lottare per la sua famiglia, e tu piccolina devi essere tanto fiera della tua mamma.
Castle che è seduto vicino a Beckett si gira verso la bambina che lo guarda negli occhi poi quasi a volergli dare ragione si sporge verso di lui e Castle la prende in braccio.
Michael: E si ragazzi l’avete proprio conquistata.
Tutti guardano quel quadretto e insieme scoppiano a ridere. Le ore successive passano tra racconti e risate più per smorzare la tensione che per il vero gusto di ridere. Fino a quando finalmente arriva qualcuno.
Dottore: Siete i parenti di Chiara Mitola?
Michael: Si sono il fidanzato, com’è andato l’intervento?
Dottore: Abbiamo avuto qualche piccolo imprevisto a causa del sangue perso e abbiamo perso il battito una volta ma l’abbiamo subito ripristinato e tutto è andato per il meglio. Ora la stiamo trasferendo nella sua stanza. Avrà bisogno di riposo per affrontare il prossimo intervento,ma di questo ve ne parlerà meglio il Dottor Krebs.
Michael: La possiamo vedere?
Dottore: Si ma solo per 5 minuti e solo una persona, come ho già detto ha bisogno di riposo e non si deve affaticare. Un’infermiera vi indicherà la sua stanza.
Michael: Va bene, la ringrazio dottore.
Dottore: Si figuri, è stato un piacere e fatele i miei migliori auguri per l’intervento che dovrà affrontare.
Michel: Lo farò. Arrivederci.
Beckett: Michael vai tu a trovarla, noi ti aspettiamo qua.
Esposito: Portale i nostri saluti.
La scena cambia, loft di Castle. E’ passata una settimana da quando il caso Est è stato chiuso. I colpevoli degli omicidi sono morti e i complici rimasti arrestati per traffico di droga. Mity dopo essere stata ferita alla villa di Sara Calabrese è stata trasportata in ospedale dove sta per affrontare la sfida più importante: superare l’intervento che le permetterà di sconfiggere per la seconda volta il cancro. Beckett e Castle durante l’intera settimana hanno aiutato Michael a tenere la piccola Kate mentre lui faceva visita a Mity in ospedale. Siamo alla mattina dell’intervento e la scena riprende in casa Castle.
Alexis: Kate, la piccola ha già mangiato?
Beckett: Veramente stavo per darle da mangiare, ma se vuoi puoi farlo tu. Martha è in cucina che le prepara il suo biberon.
Martha: Qualcuno ha parlato di dare da mangiare a questa meraviglia?
Alexis: Si nonna, oggi do io da mangiare a Kate, vero piccolina? Kate è in braccio a Beckett , ma appena vede Martha arrivare da la bambina in braccio ad Alexis che tutta contenta si siede sul divano e incomincia a darle da mangiare. 
Alexis: Ei avevi proprio fame.
Beckett: Lo credo che è affamata, ieri sera non siamo riusciti a darle da mangiare ne Michael, ne io, ne tuo padre. Volevamo portarla da Mity ma poi abbiamo lasciato stare, in fondo era meglio che passasse questa notte tranquilla senza alcuna preoccupazione.
Martha: Forse anche la nostra piccola Kate sente la pressione di questi giorni.
Beckett: Già forse. Ma fortunatamente stamattina è in forma.
Alexis: Certo che è in forma oggi va a vedere la sua mamma, vero piccola?
Martha: A che ora è l’intervento?
Beckett: Alle 11, ma i medici ci hanno dato il permesso di vederla un’ora prima dell’intervento.
Castle: Allora sarà meglio andare.
Castle arriva in salotto.
Beckett: Ei buongiorno.
Beckett si avvicina a Castle e lo bacia.
Castle: Buongiorno mamma. Buongiorno Alexis e buongiorno anche te Kate. Vedo che le è tornato l’appetito. ( intanto si è seduto vicino ad Alexis e Kate)
Alexis: E si, era affamata.
Castle: Bè meno male, ieri sera non siamo riusciti a darle praticamente niente. Ci siamo un po’ preoccupati.
Intanto suonano alla porta, è Michael.
Martha: Tranquilli vado io.
Michael: Buongiorno a tutti. Salve Martha, Kate, Rick… Alexis vedo che sei riuscita a farla mangiare.
Alexis: Si, stamattina non ha fatto storie, è stata davvero brava, non è vero piccola mia. ( Alexis avvicina ancora di più la bambina a se e le da un bacio sulla fronte)
Michael: Ma lo sai che saresti un’ottima sorella maggiore. Sei davvero brava con lei.
Alexis: Bè per fare la sorella maggiore a quanto pare dovrò ancora aspettare. Vero papà?
Castle: Emh… Io… Noi… Cioè…
Martha: Richard io non capisco cosa stiate aspettando, insomma ormai vi conoscete da tanto tempo, e poi quanto tempo devo aspettare per diventare di nuovo nonna?
Castle si gira verso Beckett, anche lei è visibilmente in imbarazzo, entrambi non sanno cosa replicare.
Michael: Bè in questi giorni avete fatto una piccola prova, quindi anche io mi vedo costretto a porre la stessa domanda. Cosa state aspettando?
Beckett: Ok ragazzi basta così. Mi avvalgo della facoltà di non rispondere quindi dichiaro chiuso questo interrogatorio.
Castle: Sono pienamente d’accordo. Oggi in fondo è la giornata di Mity, non è il momento di pensare a queste cose.
A sentire pronunciare quelle parole l’atmosfera all’interno del grande loft cambia. Il sorriso che poco prima appariva sul volto di tutti ora lascia spazio a un velo di tristezza. Il silenzio viene interrotto dalla vocina della piccola Kate.
Alexis: Credo che abbia finito. Sarà meglio andare.
La scena ora si sposta in ospedale. Sono tutti presenti. Il dottor Krebs ha permesso a tutti di vedere Mity. I primi ad arrivare ovviamente sono Michael con in abbraccio Kate, seguito da Beckett e Castle e infine da Martha e Alexis. A completare il gruppo arrivano anche Ryan con Esposito e Lanie.
Mity: Bene ora che ci siamo tutti volevo dire una cosa. Ecco io volevo solo dirvi grazie, grazie per tutto quello che avete fatto per me e per Michael e Kate. Voglio davvero ringraziarvi uno per uno, Esposito e Ryan per non avermi sparato il giorno del nostro incontro ai capannoni…
Ryan: O bè personalmente ci sono andato molto vicino.
Esposito: Sono io che ti ringrazio per non aver sparato me, a un certo ho temuto davvero per il mio bel faccino. ( Tutti esplodono in una risata generale )
Mity: Poi voglio ringraziare Lanie, non solo per la sua professionalità ma anche perché si è rilevata un’amica preziosa quando ne avevo più bisogno.
Lanie: O no sono io che ringrazio te, prima di tutto per non aver fatto fuori Javier e poi perché grazie a te oggi so davvero il significato della parola: coraggio.
Mity: Poi volevo ringraziare Martha e Alexis perché anche se non ci siamo potute conoscere bene si sono prese cura della mia piccola come se fosse una nipotina e una sorella.
Martha: E’ stato un piacere fare da nonna a questo angelo.
Alexis: E’ stato molto bello far da sorella maggiore per qualche giorno.
Mity: Non posso assolutamente dimenticare Rick, che oltre ad aver dato un notevole contributo per salvare Michael e Kate li ha accolti in casa sua come due persone di famiglia.
Castle: O bè grazie a te ho una nuova storia da raccontare nei miei romanzi e ben tre personaggi fantastici da inserire.
Mity: E infine voglio ringraziare Kate la persona che più mi ha supportato durante questi terribili giorni e che mi ha salvato per la seconda volta.
Beckett: Bè diciamo che siamo pari se la prossima volta ci incontriamo in un bel parco e non in una stazione di polizia.
Michael: Sono d’accordo con Kate, la prossima volta niente stazione della polizia ne pistole ne tanto meno bar, ma soprattutto la prossima volta che questa fantastica famiglia si riunirà lo farà fuori da questo ospedale.
Nella stanza, dopo le parole pronunciate da Michael, cala il silenzio, un lungo silenzio fatto di sguardi e lacrime, di speranze e di preghiere, di sogni e di promesse. Tutto ciò viene interrotto dal suono della voce della piccola Kate e tutti si sfogano in una risata liberatoria.
Mity: Bè sembra che anche Kate sia d’accordo, quindi è deciso, la prossima volta che ci vedremo sarà in un grande parco.
Appena finita la frase nella stanza entra il dottor Krebs.
Dott.Krebs: Buongiorno a tutti, vedo che siete numerosi, bene mi fa piacere. Allora come ti senti Chiara?
Mity: Pronta, ora mi sento davvero pronta.
Dott.Krebs: Mi fa piacere, anche lo stato d’animo è importante per vincere questa battaglia. Fra 5 minuti passerà l’infermiera che ti porterà in sala,ok?
Mity: Ok va bene.
Dottor.Krebs: Bene. Mi dispiace ma adesso dovete uscire tutti dalla stanza, il tempo dei saluti è finito ma potrete continuare la vostra chiacchierata dopo che Chiara avrà preso nuovamente a calci questo tumore.
Mity: Ci può scommettere che lo prenderò a calci dottore, e poi ho ancora troppe cose da fare qui, non posso andarmene adesso.
Detto questo uno per uno si avvicinarono a Mity per un ultimo abbraccio, l’ultimo a uscire è Michael con in braccio la piccola Kate e si dirige a passo lento verso la sala d’aspetto dove avrebbe aspetto insieme agli altri l’esito dell’intervento. Le 10 ore successive passarono lentamente e sul viso di tutti si poteva leggere la preoccupazione per quello che stava accadendo in quella sala operatoria. Furono ore interminabili durante le quali nessuno parlò se non per chiedere agli altri se volevano qualcosa da mangiare o da bere e durante le quali le emozioni si susseguivano suoi volti di tutti i presenti, in alcuni era visibile la paura in altri l’angoscia e in altri ancora la speranza. Tutti reagivano in modo diverso, chi cercava di smorzare la tensione facendo due passi, chi cercava di chiudere gli occhi almeno per qualche minuto e chi invece rimaneva semplicemente seduto con lo sguardo fisso sulla porta da dove sarebbe entrato il Dottor Krebs che gli avrebbe dato l’esito dell’intervento. Una sola cosa accomunava tutti i presenti, il pensiero di una grande parco…. A un tratto ecco che le porte si aprono, è il Dottor Krebs. L’intervento è finito e tutti cercano di capirne l’esito dal suo sguardo. Il dottore, con ancora addosso la cuffietta da chirurgo, si dirige verso di loro e stringe fra le mani un foglietto di carta.
Michael: Dottore com’è andata? Chiara è ancora viva?
Il dottore con sguardo serio osserva tutti i presenti, poi con un cenno del capo e con un gran sorriso sulle labbra, abbraccia Michael.
Dott.Krebs: Chiara c’è l’ha fatta, ha vinto la sua battaglia.
Urla di gioia invadono la sala d’aspetto, sorrisi e lacrime solcano il volto di tutti che finalmente dopo tante ore trascorse trattenendo il fiato possono tirare un respiro di sollievo.
Beckett: Adesso dov’è? Possiamo vederla?
Dott.Krebs: Le infermiere la stanno portando in terapia intensiva dove rimarrà sedata per almeno 24 ore. Quando si risveglierà vedremo se è tutto nella norma e se l’intervento ha causato qualche danno, anche se sono piuttosto ottimista, Chiara ha lottato come una tigre per rimanere in vita. Per quanto riguarda le visite, per quelle dovrete avere un po’ di pazienza nel senso che è meglio se andate a trovarla quando la trasferiremo in camera, ma comunque vi terremo costantemente aggiornati sulle sue condizioni.
Michael: Grazie dottore, io non so come ringraziarla.
Dott.Krebs: Non deve, è stato un piacere aiutare Chiara e la sua numerosa famiglia.
Tutti rivolgono al dottore un grande sorriso, felici per la bella notizia ricevuta, questo dopo aver stretto le mani di tutti si volta come per andarsene ma poi ritorna indietro.
Dott.Krebs: Ah, dimenticavo, Chiara prima che iniziasse l’intervento mi ha dato questo bigliettino e mi ha chiesto di leggervelo nel caso fosse andato tutto per il meglio.
Michael: Cosa dice?
Dott.Krebs: dice “ Ei famiglia io vi aspetto al parco” avete idea di cosa voglia dire?
Una risata generale e diverse lacrime fanno capire al dottore che quello strano messaggio è stato ricevuto forte e chiaro quindi senza altre parole si volta e si dirige verso la porta dove poco dopo sparisce.Castle e Beckett, Ryan e Esposito, Lanie, Alexis e Martha, Michael e anche la piccola Kate non stanno più nella pelle dalla felicità e si avvicinano per un grande abbraccio collettivo.
 
  
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