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Autore: Kekkafox    19/09/2012    1 recensioni
Blaine decide di lasciarsi il passato alle spalle e si trasferisce a New York. Qui, conosce persone molto sorridenti, a parer suo. Anche se, non ha né un lavoro, né una casa. Così, cerca una casa, possibilmente con un coinquilino e fortunatamente la trova. Peccato, però, che sembra non andare molto d'accordo con il suo nuovo coinquilino.
Klaine. Fic.
Genere: Comico, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Blaine/Kurt
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Ci vollero pochi giorni per sistemarmi a casa di Kurt. La casa la conoscevo già e avevo salutato Brittany, anche se mi aveva convinto a uscire qualche volta, quando Santana sarebbe arrivata a New York, ovvero alla fine della settimana.

Non mi sarei mai aspettato che Kurt mi chiedesse di vivere con lui. Onestamente, non avrei mai voluto vivere tutti i giorni con Santana. Una settimana mi era bastata e poi non sarei mai riuscito a dire di no a quella casa. Per me, era una reggia.

I miei genitori possedevano una casa grandissima e stupenda, ma io non l’avevo mai apprezzata. Non perché sono uno schizzinoso viziato, ma perché lì mi sentivo fuori posto. Come se quella casa non fosse mia.

Quell’appartamento, invece, pur essendo quello di uno sconosciuto, mi faceva sentire a casa e protetto. Sentivo di dover essere lì.

Nel frattempo, il lavoro andava alla grande. Mi sentivo sempre di più a mio agio nel bar e cantare al bar di Sebastian mi rende vivo. Che voi ci crediate o no, una volta ho anche un preso un caffè da solo con lui. Ancora mi sorprendo. Non sapevo di avere tanta pazienza, tanto da sopportare Sebastian Smythe per un’ora o anche di più.

Fortunatamente, Brody era corso in mio soccorso, intromettendosi nel discorso.

Ah, sì. Ero diventato grande amico con Brody o almeno così credo. Dopo aver cantato e dopo aver sopportato per qualche minuto Sebastian, restavamo almeno mezz’ora a parlare. Era diventata un po’ come un’abitudine.

- Blaine, sei pronto? Le ragazze ci aspettano. – mi urlò Kurt, dalla cucina. Mi aveva convinto a uscire con Brittany e Rachel. Il nostro bar era chiuso il giovedì mattina. Il mio progetto era quello di dormire fino a tardi e poi guardare quella meravigliosa Tv, spaparanzato sul divano, ma Kurt mi aveva detto che non potevo restare a casa, quando ancora dovevo vedere tutte le bellezze di New York.

- Sì. Arrivo tra un attimo.

Andai in salotto e vidi Kurt alle prese con la cravatta. Indossava dei jeans attillati neri, una camicia azzurra con una cravatta bianca. Era bellissimo. I jeans rimettevano in risalto le sue lunghe gambe e la camicia metteva in risalto il colore dei suoi occhi.

Senza accorgermene, lo stavo guardando ed ero sicuro di aver anche la bocca aperta. Cavolo, Blaine! Datti una regolata.

- Cosa c’è? Ho qualcosa che non va? Oddio, i capelli! – stava iniziando a sproloquiare ed era meglio se lo avessi fermato.

- No. È solo che… che sei b-bellissimo. – oddio, l’ho detto.

- Oh, g-grazie. Anche tu stai molto bene. – mi dice, imbarazzato. Ha le guance rosse. Oddio, sto andando in iperventilazione.

- G-Grazie. – maledizione, Blaine! Non balbettare. Stai calmo.

- Su, andiamo. – sì, forse è una buona idea.

****

Quando tornammo a casa, ero a pezzi. A malapena riuscivo a reggermi in piedi. Ero convinto di aver fatto il giro di tutta New York, circa tre volte.

La cosa più inquietante era che Kurt e le ragazze non erano per niente stanchi. Anzi, si erano dati appuntamento, per incontrarsi di nuovo nel pomeriggio.

Io ero sicuro che non sarei arrivato vivo al bar. Dovevo chiamare un taxi.

Appena tornammo, feci una corsa dritta al divano, che fece ridere Kurt. Andò in cucina e tornò dopo un po’, con dei biscotti per me e quella che sembrava una bevanda dietetica tra le mani per lui. Presi un biscotto.

- Sei stanco? – mi chiese Kurt.

- No. Anzi, sono pieno di energie. – risposi ironico. Kurt rise e fece un sorso dalla lattina. Scossi la testa, cercando di distogliere lo sguardo dalle sue labbra. Cavolo Blaine, cosa ti prende?!

Avvolto nei miei pensieri, non mi accorsi che Kurt mi stava osservando. Aveva un sorriso stampato sul volto e una strana scintilla negli occhi. Stavo seriamente entrando nel panico più totale. A un tratto, vidi che la sua mano s’intrigò tra i miei capelli, facendomi cadere tutti i ricci sulla fronte.

- Così è molto meglio. – commentò, guardando soddisfatto il suo operato. Io sgranai gli occhi. Non ero abituato a farmi vedere in pubblico senza gel, a parte quando Santana me lo rubò. “Lo scherzo di benvenuto”, mi disse.

- Non sono molto abituato a farmi vedere così. Mi sento… brutto. – dissi, abbassando lo sguardo. Ho sempre avuto questa convinzione. Non mi sono mai sentito così bene con il mio aspetto e mi convincevo di star bene con me stesso, quando invece non vero.

Kurt mi alzò la testa con due dita sotto il mento ed ero sicurissimo di star andando a fuoco.

- Non è vero. Sei molto carino. Uno dei ragazzi più carini che abbia mai conosciuto e così sei anche più bello. – ok, era ufficiale: ero diventato un mucchio di cenere fumante. Nessuno mi aveva detto che ero carino. E sentirmelo dire da Kurt, mi faceva in un certo effetto.

Ebbi l’istinto di abbracciarlo e non riuscii a trattenermi. Kurt, all’inizio, rimase un po’ confuso, ma poi mi avvolse tra le sue braccia. Sentivo il suo odore invadermi le narici e mi sentii meglio di come non sia mai stato in vita mia. C’era qualcosa in quel ragazzo che mi confondeva.

- S-Scusa. È- È solo che… che tu-tu mi stai aiutando tanto e-e nessuno mi avevo mai detto che sono… bello. – balbettai. Mi sorrise e sentii il mio cuore sciogliersi.

Non ero mai stato innamorato di nessuno, prima d’ora, ma sapevo che tra me e Kurt, non c’era semplice amicizia. O almeno così credevo.

Infatti, tutta la nostra alchimia scomparve qualche giorno dopo. Quando nel frigo non c’era più nulla da mangiare e Kurt mi aveva chiesto di andare a fare la spesa. Appena tornai a casa e Kurt vide ciò che aveva comprato, la nostra alchimia scomparve lasciando dietro di sé una nuvola di polvere.

Niente di quello che avevo comprato non fu nominato cibo spazzatura da Kurt. Beh, quella era la roba che mangiavo lui e non sapevo le sue abitudini.

Ma la cosa più esagerata che feci non me la dimenticherò mai.

Era un lunedì mattina. Avevo la mattina libera e Kurt doveva lavorare. Così, mi lasciò da solo a casa. Beh, era lecito. Non avevo più cinque anni, poteva restare da solo in casa.

Decisi di preparami dei pancake, peccato che mentre li stavo cuocendo, mi chiamò Wes. Ero del tutto distratto e non mi accorsi che i miei pancake stavano bruciando. Maledetto il mio vizio di camminare per la casa, quando sono a telefono.

Dopo minimo un’ora che ero stato a telefono con Wes, quando andai in cucina, vidi tutto andare a fuoco. Le tende erano incendiate, così come la cucina. Le fiamme si stavano avviando verso il salotto e decisi che l’idea migliore era chiamare i vigili del fuoco.

- Kurt, mi sa che devi tornare a casa. – gli dissi, quando lo telefonai, guardando i vigili del fuoco che stavano spegnendo le fiamme.

- Perché? Cos’è successo? – mi chiese, preoccupato.

- Non credo che ti piacerà, ma ti prego torna. Subito.

Dopo un quarto d’ora, le fiamme erano spente ed io ero seduto sul divano, osservando il vuoto e aspettando Kurt. Quando arrivò, si precipitò accanto a me e mi chiese cos’era successo.

- Vai in cucina. – gli dissi. Lui ci andò e quando tornò nel salotto, mi pentii di averlo chiamato. Non mi parlò per tre mesi. Beh, era lecito. Gli avevo bruciato casa.

Però, quando litigai con mio padre per l’ennesima volta, nonostante fosse arrabbiato con me, mi abbracciò tutta la notte e mi consolò. Avevo deciso di lasciarmi il passato alle spalle, ma a quanto pare non ci riuscivo. Ma, ora, avevo Kurt che mi consolava. Anche se gli avevo quasi bruciato tutta la casa.

 

Note dell’autrice

Salve! *si nasconde* Sì, lo so che volete ammazzarmi per il mio enormissimo ritardo e mi dispiace tanto tanto tanto tanto tanto, ho già detto tanto?

No, ok. Mi scuso davvero. Il fatto è che è iniziata la scuola (che rottura di beep) e la nuova professoressa d’italiano è una vera bitch. Noi a questa non la conosciamo nemmeno e ci assegna miliardi di pagine da fare. Quindi prendetevela con lei e non con me.

Ok. Ora parliamo del nuovo capitolo. Come vedete, questo capitolo è concentrato tutto sulla convivenza tra Kurt e Blaine. Come vedete il nostro hobbit ha già fatto qualche guaio e che guaio.

Abbiamo anche visto un Blaine più vulnerabile, che non si sente carino (Blaine, ma sei pazzo?) e che affronta una litigata con suo padre. Ma, nonostante tutto, Kurt è pronto a supportarlo.

Tra qualche capitolo vedremo una parte scritta sotto il pensiero di Kurt, che si lamenterà con Rachel di chissà chi. Eh, eh. Poi, ci sarà un nuovo arrivato. Eh, sì. Ma sono sicura che vi piacerà.

Alcuni di voi, mi hanno detto che la storia scritta sotto il pensiero di Blaine, non fa capire i veri sentimenti di Kurt. Il fatto è che, non so perché, mi ritrovo bene nei panni di Blaine, ma se volete sapere qualcosa sui sentimenti di Kurt, ve li dico io: all’inizio avevo lo stesso pensiero di Blaine, ma ora la convivenza gli farà cambiare idea.

Beh, ringrazio tutti quelli che mi stanno supportando e sopportando. Le persone che leggono e che sono affezionate a questa ff e anche alle persone che mi fanno sapere il loro parere.

Vi prometto, che cercherò di aggiornare il più presto possibile.

Gay Bye. Cioè, volevo dire Bye Bye.

   
 
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