Ci vollero
pochi giorni per sistemarmi a casa di Kurt. La casa la conoscevo
già e avevo
salutato Brittany, anche se mi aveva convinto a uscire qualche volta,
quando
Santana sarebbe arrivata a New York, ovvero alla fine della settimana.
Non mi sarei
mai aspettato che Kurt mi chiedesse di vivere con lui. Onestamente, non
avrei
mai voluto vivere tutti i giorni con Santana. Una settimana mi era
bastata e
poi non sarei mai riuscito a dire di no a quella casa. Per me, era una
reggia.
I miei
genitori
possedevano una casa grandissima e stupenda, ma io non
l’avevo mai apprezzata.
Non perché sono uno schizzinoso viziato, ma
perché lì mi sentivo fuori posto.
Come se quella casa non fosse mia.
Quell’appartamento,
invece, pur essendo quello di uno sconosciuto, mi faceva sentire a casa
e
protetto. Sentivo di dover essere lì.
Nel
frattempo, il lavoro andava alla grande. Mi sentivo sempre di
più a mio agio
nel bar e cantare al bar di Sebastian mi rende vivo. Che voi ci
crediate o no,
una volta ho anche un preso un caffè da solo con lui. Ancora
mi sorprendo. Non
sapevo di avere tanta pazienza, tanto da sopportare Sebastian Smythe
per un’ora
o anche di più.
Fortunatamente,
Brody era corso in mio soccorso, intromettendosi nel discorso.
Ah,
sì. Ero
diventato grande amico con Brody o almeno così credo. Dopo
aver cantato e dopo
aver sopportato per qualche minuto Sebastian, restavamo almeno
mezz’ora a
parlare. Era diventata un po’ come un’abitudine.
- Blaine, sei pronto? Le ragazze ci
aspettano. – mi urlò Kurt, dalla
cucina. Mi aveva convinto a uscire con
Brittany e Rachel. Il nostro bar era chiuso il giovedì
mattina. Il mio progetto
era quello di dormire fino a tardi e poi guardare quella meravigliosa
Tv,
spaparanzato sul divano, ma Kurt mi aveva detto che non potevo restare
a casa,
quando ancora dovevo vedere tutte le bellezze di New York.
- Sì. Arrivo tra un attimo.
Andai in
salotto e vidi Kurt alle prese con la cravatta. Indossava dei jeans
attillati
neri, una camicia azzurra con una cravatta bianca. Era bellissimo. I
jeans
rimettevano in risalto le sue lunghe gambe e la camicia metteva in
risalto il
colore dei suoi occhi.
Senza
accorgermene, lo stavo guardando ed ero sicuro di aver anche la bocca
aperta.
Cavolo, Blaine! Datti una regolata.
- Cosa c’è? Ho qualcosa che non
va? Oddio, i
capelli! – stava iniziando a sproloquiare ed era
meglio se lo avessi
fermato.
- No. È solo che… che sei
b-bellissimo. –
oddio, l’ho detto.
- Oh, g-grazie. Anche tu stai molto bene. –
mi dice, imbarazzato. Ha le guance rosse. Oddio, sto andando in
iperventilazione.
- G-Grazie. – maledizione,
Blaine! Non
balbettare. Stai calmo.
- Su, andiamo. – sì,
forse è una buona
idea.
****
Quando
tornammo a casa, ero a pezzi. A malapena riuscivo a reggermi in piedi.
Ero
convinto di aver fatto il giro di tutta New York, circa tre volte.
La cosa
più
inquietante era che Kurt e le ragazze non erano per niente stanchi.
Anzi, si
erano dati appuntamento, per incontrarsi di nuovo nel pomeriggio.
Io ero
sicuro che non sarei arrivato vivo al bar. Dovevo chiamare un taxi.
Appena
tornammo, feci una corsa dritta al divano, che fece ridere Kurt.
Andò in cucina
e tornò dopo un po’, con dei biscotti per me e
quella che sembrava una bevanda
dietetica tra le mani per lui. Presi un biscotto.
- Sei stanco? – mi chiese Kurt.
- No. Anzi, sono pieno di energie. –
risposi ironico. Kurt rise e fece un sorso dalla lattina. Scossi la
testa,
cercando di distogliere lo sguardo dalle sue labbra. Cavolo Blaine,
cosa ti
prende?!
Avvolto nei
miei pensieri, non mi accorsi che Kurt mi stava osservando. Aveva un
sorriso
stampato sul volto e una strana scintilla negli occhi. Stavo seriamente
entrando nel panico più totale. A un tratto, vidi che la sua
mano s’intrigò tra
i miei capelli, facendomi cadere tutti i ricci sulla fronte.
- Così è molto meglio. –
commentò,
guardando soddisfatto il suo operato. Io sgranai gli occhi. Non ero
abituato a
farmi vedere in pubblico senza gel, a parte quando Santana me lo
rubò. “Lo
scherzo di benvenuto”, mi disse.
- Non sono molto abituato a farmi vedere
così. Mi sento… brutto. –
dissi, abbassando lo sguardo. Ho sempre avuto
questa convinzione. Non mi sono mai sentito così bene con il
mio aspetto e mi
convincevo di star bene con me stesso, quando invece non
vero.
Kurt mi
alzò
la testa con due dita sotto il mento ed ero sicurissimo di star andando
a
fuoco.
- Non è vero. Sei molto carino. Uno dei
ragazzi più carini che abbia mai conosciuto e
così sei anche più bello. –
ok, era ufficiale: ero diventato un mucchio di cenere fumante. Nessuno
mi aveva
detto che ero carino. E sentirmelo dire da Kurt, mi faceva in un certo
effetto.
Ebbi
l’istinto
di abbracciarlo e non riuscii a trattenermi. Kurt,
all’inizio, rimase un po’
confuso, ma poi mi avvolse tra le sue braccia. Sentivo il suo odore
invadermi
le narici e mi sentii meglio di come non sia mai stato in vita mia.
C’era
qualcosa in quel ragazzo che mi confondeva.
- S-Scusa. È- È solo
che… che tu-tu mi stai
aiutando tanto e-e nessuno mi avevo mai detto che sono…
bello. – balbettai.
Mi sorrise e sentii il mio cuore sciogliersi.
Non ero mai
stato innamorato di nessuno, prima d’ora, ma sapevo che tra
me e Kurt, non c’era
semplice amicizia. O almeno così credevo.
Infatti,
tutta la nostra alchimia scomparve qualche giorno dopo. Quando nel
frigo non c’era
più nulla da mangiare e Kurt mi aveva chiesto di andare a
fare la spesa. Appena
tornai a casa e Kurt vide ciò che aveva comprato, la nostra
alchimia scomparve
lasciando dietro di sé una nuvola di polvere.
Niente di
quello che avevo comprato non fu nominato cibo spazzatura da Kurt. Beh,
quella
era la roba che mangiavo lui e non sapevo le sue abitudini.
Ma la cosa
più esagerata che feci non me la dimenticherò mai.
Era un
lunedì mattina. Avevo la mattina libera e Kurt doveva
lavorare. Così, mi lasciò
da solo a casa. Beh, era lecito. Non avevo più cinque anni,
poteva restare da
solo in casa.
Decisi di
preparami dei pancake, peccato che mentre li stavo cuocendo, mi
chiamò Wes. Ero
del tutto distratto e non mi accorsi che i miei pancake stavano
bruciando.
Maledetto il mio vizio di camminare per la casa, quando sono a telefono.
Dopo minimo
un’ora che ero stato a telefono con Wes, quando andai in
cucina, vidi tutto
andare a fuoco. Le tende erano incendiate, così come la
cucina. Le fiamme si
stavano avviando verso il salotto e decisi che l’idea
migliore era chiamare i
vigili del fuoco.
- Kurt, mi sa che devi tornare a casa. –
gli dissi, quando lo telefonai, guardando i vigili del fuoco che
stavano
spegnendo le fiamme.
- Perché? Cos’è
successo? – mi chiese,
preoccupato.
- Non credo che ti piacerà, ma ti prego
torna. Subito.
Dopo un
quarto d’ora, le fiamme erano spente ed io ero seduto sul
divano, osservando il
vuoto e aspettando Kurt. Quando arrivò, si
precipitò accanto a me e mi chiese
cos’era successo.
- Vai in cucina. – gli dissi.
Lui ci andò
e quando tornò nel salotto, mi pentii di averlo chiamato.
Non mi parlò per tre
mesi. Beh, era lecito. Gli avevo bruciato casa.
Però,
quando
litigai con mio padre per l’ennesima volta, nonostante fosse
arrabbiato con me,
mi abbracciò tutta la notte e mi consolò. Avevo
deciso di lasciarmi il passato
alle spalle, ma a quanto pare non ci riuscivo. Ma, ora, avevo Kurt che
mi
consolava. Anche se gli avevo quasi bruciato tutta la casa.
Note
dell’autrice
Salve!
*si nasconde* Sì, lo so che
volete ammazzarmi per il mio enormissimo ritardo e mi dispiace tanto
tanto
tanto tanto tanto, ho già detto tanto?
No,
ok. Mi scuso davvero. Il fatto è
che è iniziata la scuola (che rottura di beep) e la nuova
professoressa d’italiano
è una vera bitch. Noi a questa non la conosciamo nemmeno e
ci assegna miliardi
di pagine da fare. Quindi prendetevela con lei e non con me.
Ok.
Ora parliamo del nuovo capitolo.
Come vedete, questo capitolo è concentrato tutto sulla
convivenza tra Kurt e
Blaine. Come vedete il nostro hobbit ha già fatto qualche
guaio e che guaio.
Abbiamo
anche visto un Blaine più
vulnerabile, che non si sente carino (Blaine, ma sei pazzo?) e che
affronta una
litigata con suo padre. Ma, nonostante tutto, Kurt è pronto
a supportarlo.
Tra
qualche capitolo vedremo una
parte scritta sotto il pensiero di Kurt, che si lamenterà
con Rachel di chissà
chi. Eh, eh. Poi, ci sarà un nuovo arrivato. Eh,
sì. Ma sono sicura che vi
piacerà.
Alcuni
di voi, mi hanno detto che la
storia scritta sotto il pensiero di Blaine, non fa capire i veri
sentimenti di
Kurt. Il fatto è che, non so perché, mi ritrovo
bene nei panni di Blaine, ma se
volete sapere qualcosa sui sentimenti di Kurt, ve li dico io:
all’inizio avevo
lo stesso pensiero di Blaine, ma ora la convivenza gli farà
cambiare idea.
Beh,
ringrazio tutti quelli che mi
stanno supportando e sopportando. Le persone che leggono e che sono
affezionate
a questa ff e anche alle persone che mi fanno sapere il loro parere.
Vi
prometto, che cercherò di aggiornare
il più presto possibile.
Gay Bye. Cioè,
volevo dire Bye Bye.