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Autore: JunoEFP    19/09/2012    2 recensioni
"La guerra era orribile, e Hinata lo sapeva, sapeva di odiarla.
Hinata era cambiata. Durante il corso della battaglia era maturata, non balbettava più, era più sicura di se, ed era forte. Era dannatamente forte, e raramente veniva ferita o colpita.
Le numerose morti, il dolore e la sofferenza, l’avevano a poco a poco trasformata, rivelando lati del suo carattere a lei stessa sconosciuti. Perché la sofferenza ti rende forte, impassibile e disumano.  In guerra non c’è posto per i deboli, in guerra puoi solo essere forte. E quando essere forte è la tua unica scelta, lo diventi involontariamente, e non ne puoi più fare a meno.
"
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Una One-shot senza pretese, solo un piccolo esperimento.
NaruHina, ovviamente.♥
Genere: Commedia, Guerra, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hinata Hyuuga, Naruto Uzumaki | Coppie: Hinata/Naruto
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Naruto Shippuuden
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BASTA NON ARRENDERSI MAI

 
L’odore del sangue s’insinuava nelle narici della ragazza, le urla dei feriti, e i pianti degli shinobi arrivavano veloci, prepotenti e senza pietà alle sue orecchie.
Questo era la guerra. Nient’altro che sofferenza e dolore.
E questo Hinata lo sapeva, ne era completamente cosciente, ma non si sarebbe fermata. Avrebbe continuato a lottare. Per il villaggio, per lui.
Un altro di quegli strani esseri bianchi si avventò sulla ragazza, procurandole un taglio superficiale sulla divisa da chuunin. Lei si difese come meglio poteva, attivando il Byakugan, e allontanandolo con un calcio.
Era stanca, stremata. Erano giorni che combatteva, senza fermarsi mai. Ma non c’era tempo per riposare. In guerra non si può, perché se non uccidi, verrai ucciso. Questa è la regola.
La guerra era orribile, e Hinata lo sapeva, sapeva di odiarla.
Hinata era cambiata. Durante il corso della battaglia era maturata, non balbettava più, era più sicura di se, ed era forte. Era dannatamente forte, e raramente veniva ferita o colpita.
Le numerose morti, il dolore e la sofferenza, l’avevano a poco a poco trasformata, rivelando lati del suo carattere a lei stessa sconosciuti. Perché la sofferenza ti rende forte, impassibile e disumano.  In guerra non c’è posto per i deboli, in guerra puoi solo essere forte. E quando essere forte è la tua unica scelta, lo diventi involontariamente, e non ne puoi più fare a meno.
Senza distrarsi continuò la sua lotta contro quei nemici, che di ninja non avevano nulla. Erano vuoti, spenti, morti. Quei ninja che stavano combattendo contro di lei, non erano umani. Lo erano stati, ma adesso non erano nient’altro che marionette nella mani di quel verme servo di Orochimaru.
Anche lui non era un ninja. Era solamente feccia, nient’altro che schifosa feccia. Non meritava affatto di essere considerato un potente ninja, perché di umano non aveva assolutamente niente. Consumato da chissà quali manie di grandezza aveva acquisito potere, ed era diventato potente e distruttivo.
Ma questo non significava essere ninja.
 Essere ninja non significava conoscere jutsu e combattere, non significava nascondere le emozioni, non significava uccidere senza pietà. Queste erano solo inutili regole di base, che non facevano altro che portare odio e guerre.
Essere ninja significava avere coraggio, essere ninja voleva dire accettare i proprio pregi e difetti, significava essere coraggiosi, essere ninja significava non arrendersi mai. Essere ninja voleva dire essere pronti alla sofferenza, perché era questa la vita di uno shinobi.
Perché la professione di shinobi era solamente questo: sofferenza.
Ma spesso ci si dimentica di una dote fondamentale del ninja. Qualcosa che è indispensabile per sopravvivere, e per dare il massimo. La maggior parte delle volte, questa dote viene completamente esclusa dalle facoltà che occorrono ad un bravo shinobi; ma questo è un errore gravissimo, perché senza amore, un ninja non è niente.
Perché era proprio questa la qualità che spesso veniva dimenticata, che era sempre scambiata per un difetto, qualcosa che ti ostacola e che non ti permette di essere spietato. Ma non è così. Amare non significa essere deboli, amare significa essere ancora più forti. Perché se ami anche dopo aver vissuto la guerra, allora sei veramente forte, ed è proprio l’amore a renderti spietato. E’ l’amore che ti permette di sopravvive. Ed è l’amore che crea l’odio.
Quell’amore che anche lei provava costantemente. Quell’amore che la spronava ad andare avanti, che le dava la forza. Quell’amore che le aveva permesso di diventare quella che era adesso, quella che aveva sempre voluto essere.
Per essere un bravo ninja, bisognava tenersi sempre all’erta e proteggere i propri compagni. Essere ninja, significava non essere egoisti, e saper sacrificare la propria vita per quella di un compagno anche sconosciuto. Essere ninja significava essere come lui, come Naruto.
Anche lui si trovava lì, anche lui stava combattendo e rischiando la propria vita. Anche lui stava difendendo i propri compagni, e anche lui stava amando.
In realtà, gli era stato vietato da Tsunade-sama in persona di combattere, era lui la preda dell’Akatsuki, e sarebbe stato troppo pericoloso mandarlo direttamente nelle fauci del nemico. Ma lui si era opposto. Aveva avuto una discussione terribile con tutti i consiglieri, con tutti e 5 i Kage. Ma alla fine ce l’aveva fatta, ed anche se Hinata avrebbe preferito che fosse rimasto nascosto, al sicuro, non poteva negare di essere felice che fosse riuscito ad ottenere quello che voleva.
Perché Naruto era felice. E se lui era felice, anche Hinata lo era.
Questo significava amare, avere una persona nel cuore. Perché solo quando hai qualcuno da proteggere sei veramente forte.
Questo le aveva detto Naruto. Tre anni prima, quando era tornato dalla sua prima missione. Lo aveva detto a tutto il villaggio, lo aveva detto ai suoi compagni, lo aveva detto a tutti. E con quelle parole, aveva giurato che lui sarebbe stato sempre forte, perché lui voleva proteggere il villaggio, e voleva proteggere il mondo.
E poi lo vide. Incendiato da quel potente chackra giallo,correva veloce, uccidendo tutti gli Zetsu che gli capitavano a tiro, facendoli cadere uno dopo l’altro sul terreno arido e infestato dalla guerra e dalla disperazione.
Continuò ad osservarlo, senza smettere di combattere. Era preoccupata, ed era difficile riuscire a mantenere la concentrazione, ma doveva farcela, perché Naruto era Naruto, e nessuno poteva batterlo. Sarebbe uscito vincitore da quella guerra, avrebbero vinto.
Lo sapeva, non poteva sbagliarsi, perché Naruto glielo aveva promesso. Lo aveva promesso a tutto il villaggio, a tutte e cinque le grandi nazioni ninja. Naruto aveva promesso che ce l’avrebbero fatta, che avrebbero vinto questa dannatissima guerra. E così sarebbe stato, perché quando Naruto fa una promessa, la mantiene sempre, costi quel che costi.
Continuò a combattere, non poteva permettersi di distrarsi. In guerra bisogna combattere e combattere, perché se non combatti, la tua vita è finita.
Un urlo soffocato la distrasse. Una voce maschile, la sua voce.
Si girò di scatto, vedendo Naruto scaraventato a terra, con una profonda ferita sulla gamba sinistra. Cercò di rialzarsi, ma la ferita bruciava, e ricadde pesantemente sul suolo.
La ragazza cercò di raggiungerlo, ma i nemici non le davano tregua, così dovette continuare a combattere, sperando in cuor suo che Naruto venisse curato al più presto e protetto.
Purtroppo, i ninja medici erano occupati, e nessuno poté occuparsi del ragazzo, che nel frattempo era riuscito ad alzarsi e ad allontanarsi abbastanza dal nemico.
Hinata era terrorizzata, il solo pensiero che potesse succedergli qualcosa, la consapevolezza che fossero entrambi in pericolo, il pensiero che potesse… morire.
No, non poteva succedere, non doveva permetterlo. Atterrò un altro Zetsu e prese un respiro profondo. Poi gridò. Gridò con tutto il fiato che aveva in gola. Gridò che doveva stare attento, che non poteva permettersi di rimanere ferito ulteriormente. Gli gridò che credeva in lui, che sapeva che ce l’avrebbe fatta. Gli gridò che lo amava, e che lo avrebbe sempre sostenuto.
Gli gridò che lo amava, perché lui era Naruto-kun.
A sentire quelle parole, il ragazzo si girò verso di lei, ormai immersa nelle lacrime. La guardò negli occhi, trovando tanta disperazione e paura, ma anche un’infinita dolcezza, che solo lei era riuscita a mantenere, nonostante la guerra.
Perché la guerra ti distrugge, e ti cambia. In guerra, non c’è posto per le emozioni, non c’è tempo per le parole e le raccomandazioni. In guerra c’è solo sangue e dolore. E Naruto lo sapeva, lo sapeva benissimo; ma guardando Hinata, non poté fare a meno di pensare esattamente l’opposto, e di crederci profondamente.
Le regalò il sorriso più bello che avesse mai fatto, e si scagliò contro il ninja che lo aveva ferito, distruggendolo in meno di mezzo secondo.
Cominciò a correre nella direzione della ragazza. Le arrivò alle spalle, veloce. Un altro ninja le stava dietro, e cercava di colpirla. Naruto, attraversato da una sensazione indescrivibile lo uccise. Forse rabbia, paura, preoccupazione. O forse… amore?
Hinata si girò, finalmente cosciente di quello che stava per accadere. Non fece in tempo a dire nulla, che due forti braccia l’avvolsero, e una sensazione di calore la pervase.
-Grazie, Hinata-chan-
Dette quelle parole, avvicinò il suo viso a quello della ragazza, e la baciò, incurante della situazione in cui si trovavano e di quello che stava succedendo intorno a loro.
Un bacio casto, breve, ma che racchiudeva tutto ciò che avevano provato in quei giorni. C’era rabbia, dolore, disperazione, paura. Ma anche gioia, spensieratezza. Ma soprattutto, c’era tenerezza e amore. Fu un attimo, un interminabile attimo fatto solo di loro due, e del loro amore.
In quel momento, non importava se intorno c’era la guerra, o se li stavano attaccando, perché avrebbero respinto tutto, ce l’avrebbero fatta. Insieme.
Quando si staccarono, ripresero subito a combattere, trovandosi uno dalla parte opposta dell’altro. Troppo imbarazzati per parlare, e troppo indaffarati per pensare a quello che era accaduto. In quel momento non aveva importanza se era il loro primo bacio, se l’avevano fatto davanti a tutti.
Perché in guerra non c’è tempo per pensare, o ragionare. Perché in guerra si può solo combattere, e basta.
Continuarono a lottare senza sosta, perché finalmente, sapevano che i loro sentimenti erano ricambiati. Sapevano di poter contare l’uno sull’altro, sapevano che si amavano, che avevano una persona accanto, ma soprattutto, sapevano di poter amare.
Si ritrovarono circondati. Schiena contro schiena, e nessuna via di scampo. Innumerevoli ninja attaccavano da ogni dove, e per due soli ragazzi non ancora jonin, era difficile reggere il confronto. Hinata sentì la paura sottometterla, e la tensione aumentare. Fino a pochi minuti prima, era convinta di farcela, ma adesso in quella situazione, tutte le sue convinzioni erano state distrutte, lasciando posto solo al fastidioso odore del sangue e della morte.
I due ninja della Foglia cercarono in tutti i modi di respingerli, utilizzando le loro tecniche migliori, ma niente. Era impossibile batterli. Gli Zetsu bianchi continuavano a moltiplicarsi, e i ninja resuscitati erano troppi persino per un’intera nazione.
La maggior parte poi, erano provvisti di abilità innate, molto più forti del Byakugan, e ormai non c’era più nulla da fare. La ragazza estrasse un kunai, e se lo puntò all’altezza del petto. Non voleva morire uccisa da quegli esseri senza sentimenti, senza un credo ninja e senza emozioni.  Non voleva essere uccisa da persone morte, non voleva combattere contro delle marionette vuote. Voleva riservarsi un po’ di orgoglio almeno nel suo ultimo istante di vita.
Non aveva nemmeno paura. E’ incredibile quanto la morte possa sembrare facile una volta vissuto quell’inferno, una volta combattuta la guerra.
Lo avvicinò lentamente. Sempre più vicino, sempre più una via d’uscita. Stava scappando, Hinata ne era consapevole, ma preferiva scappare piuttosto che vedere Naruto cadere insieme a lei.
Al diavolo l’orgoglio che voleva riservarsi. Scappare era anche peggio che essere uccisa da quegli esseri. Ma non importava, non più. Perché in guerra non importa come muori, verrai dimenticato, e nessuno farà caso alla tua mancata presenza.
Poi Naruto la vide. Mille emozioni si impadronirono del ragazzo, che preso dalla paura, rabbia, disperazione e ansia, cominciò a sudare freddo. La sua compagna, colei che da poco aveva scoperto di amare, lei che era così bella quando rideva, che quando si trovava in una situazione difficile sapeva mantenere la calma e tirare fuori una tenacia anche maggiore della sua, lei che era la sua vita.
Non poteva immaginarsi un mondo senza di lei, senza Hinata che non appena stava troppo vicina a lui cominciava a balbettare, e le guancie le si tingevano di un rosso porpora così bello. Non poteva vivere senza stare attento a prenderla ogni volta che sveniva.
Perché un mondo senza la timida, forte, tenace e bellissima Hinata, era un mondo vuoto.
-Hinata, cos’hai intenzione di fare proprio adesso? Ora che possiamo finalmente stare assieme?-
La ragazza sussultò. Aveva ragione lui, ma cosa potevano fare? Non voleva rovinare tutto ora, ma non c’era modo di sconfiggere tutti quei ninja, e in guerra non c’è posto per le illusioni, né tanto meno per i rimpianti. Ormai non c’era più nulla da fare, sarebbe stato tutto inutile, uno spreco di energie.
Che senso aveva continuare a combattere sapendo di non avere possibilità? Perché continuare a combattere fino all’ultimo sapendo che tanto non c’è nulla da fare? È solo uno spreco, e niente di più.
-Hinata, mi sembrava di averti sentito dire che io ti avevo insegnato a non arrenderti mai, o sbaglio?-
Aveva ragione, aveva maledettamente ragione. Se ne era forse dimenticata? Aveva rimosso tutti gli insegnamenti che le aveva involontariamente impresso? Tutti quegli anni passati dietro un albero ad osservarlo erano stati solo sforzi vani?
No, non era assolutamente così. Hinata ricordava tutto perfettamente, e non avrebbe fatto a meno di quei preziosi insegnamenti, che aveva appreso proprio da lui. No, non sarebbe accaduto per nulla al mondo. Adesso ricordava, la forza di non arrendersi mai, era questa la soluzione, ed era questo che le era sempre piaciuto di Naruto. Come aveva fatto a non pensarci subito?
Si sentì una sciocca per aver solo pensato che non ci fosse una via di fuga. Si pentì terribilmente per aver anche solo per un secondo, voltato le spalle a Naruto. E  capì di essere veramente fortunata ad essere innamorata di lui da un tempo indeterminabile.
-Hinata… io ti amo.-
Quelle parole, dette quasi in un sussurro, fecero sobbalzare ed arrossire la ragazza. Da quanto tempo non lo faceva? Il fatto di essere ancora se stessa, le fece comprendere quanto fossero sbagliati i pensieri che stava facendo fino a poco prima.
C’è sempre una soluzione, non è mai troppo tardi, e non è mai la fine. Basta crederci e non arrendersi mai.
Perché il loro amore era troppo forte, e avrebbe davvero sconfitto tutto e tutti, avrebbe veramente realizzato tutti i loro sogni, e li avrebbe sicuramente condotti alla fine di questa guerra sani e salvi.
Perché Naruto amava Hinata, e avrebbe mantenuto la promessa, costi quel che costi. Questo bastava, e lo sapevano entrambi. Era la loro certezza, il loro amore.

 
 
 



Note dell’autrice:
Ehm, salve a tutti! Cosa dire su questa One-shot, diciamo che è un’ipotetica dichiarazione che mi piacerebbe molto avvenisse tra i due ragazzi! Ma che so benissimo non accadrà mai. :)
In apparenza può sembrare un po’ strana,(Es. quando dico che ha discusso con tutti i 5 Kage, so che non è così, ma l’ho scritta prima di leggere il manga, e mi sembrava brutto cambiarla solo per farla sembrare più realistica o attinente alla trama originale.) Ma vi assicuro che non è lasciato al caso, nonostante sia stata scritta senza conoscere quello che sarebbe accaduto…
Beh, ci ho messo una vita a scriverla, ed ancora di più a decidermi a pubblicarla. (Per scriverla ci ho messo quasi due mesi, mentre per decidermi a postarla, ben quattro… xD) Mi sembrava troppo inverosimile, soprattutto la parte in cui si baciano. Insomma, stanno in guerra, non c’è mica tempo per certe smancerie! (Madonna, è incredibile che queste cose io me le dica da sola…) Alla fine però, ho deciso di ignorare questi “piccoli” dettagli, e di metterla ugualmente.
Che dire, dopo queste spiegazioni, spero tanto che piaccia, e che vi abbia lasciato qualcosa. Ringrazio tutti coloro che sono riusciti ad arrivare alla fine di questa storia, e che adesso stanno sopportando anche i miei sfoghi e le mie confessioni. Ragazzi, grazie! Kiss <3
   
 
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