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Autore: shesfede    19/09/2012    3 recensioni
-Ti capita mai di vivere un attimo perfetto e voler fermare il tempo per poter renderlo eterno?- Si voltò verso di me. Il suo viso, a differenza del mio che stava all’ombra, era illuminato dalla pallida luce della Luna. Aveva un’espressione triste, malinconica. L’atmosfera attorno a noi sembrava essere magica, quasi fiabesca. Mi poggiai allo schienale e mi abbassai verso di lei.
-Questi giorni- le risposi convinto. -Vorrei poter tornare indietro e rivivere questi cinque giorni dall’inizio.- La mia voce era bassa, ma decisa. Era vero, se solo avessi potuto avrei mandato indietro l’orologio e avrei rivissuto ogni singolo istante di quella gita, ogni singolo momento trascorso insieme a lei.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Harry Styles, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo V

 

HER
-Credi che stia dormendo? Harry, Harry!- Aprii gli occhi istintivamente. Da circa dieci minuti ero in dormiveglia, sentivo bussare e bisbigliare fuori dalla porta, anche se non avevo bene in testa quello che stava succedendo. Mi voltai, mugugnando delle lamentele affinché quel chiacchiericcio che veniva da fuori cessasse, e subito davanti al mio volto vidi quello di Harry. Era qualcosa di estremamente delicato e perfetto, sembrava stesse sorridendo nel sonno. Aveva quell’espressione innocente e tenera, tipica dei bambini. Ma lui non era un bambino, niente affatto. E le sue labbra rosse e invitanti ne erano una prova. Erano schiuse, come se ti stessero invitando a baciarle. Osservai un po’ la situazione e mi resi conto che mi teneva tra le sue braccia, inconsciamente sperai. Rimasi ad ammirare quello spettacolo per un altro po’, senza spostarmi di un centimetro. Eravamo così vicini che sentivo i nostri respiri confondersi nell’aria e il suo profumo era ancora così forte da farmi venire il mal di testa. Mi sentivo davvero al sicuro e protetta tra quelle braccia, ma avevo dimenticato che qualcuno era dall’altra parte della porta e così mi alzai per aprirla.
-Julie?!- Sbadigliai per l’ennesima volta e mi appoggiai alla porta. Cercai di sistemarmi un pochetto la felpa di Harry, che date le dimensioni mi stava enorme e appariva deformata.
-Buongiorno, che si dice?- Per qualche minuto mi dimenticai della strana situazione e farfugliai quelle parole a quei due davanti a me. Niall e Rachel entrarono in camera e  mi fecero spostare contro la parete, chiudendosi la porta alle spalle.
-Vedo che hai sfruttato l’occasione…- mi ammiccò Rach, mentre il biondo cercava di buttare giù dal letto Harry con scarsi risultati.
-Io..? Chi mi ha buttato fuori dalla camera per stare con Horan?- poggiai le mani sui fianchi, come per rimproverarla, ma con effetto contrario lei si mise a ridere. –A proposito, cosa avete combinato ‘sta notte?- domandai tremendamente curiosa, dandole qualche colpetto al braccio. Non che volessi sapere i particolari, ovvio. Di quelli avrei fatto molto volentieri a meno.
-Okay, possiamo andare, ci vediamo dopo.- Niall prese la mano della mora e uscì, trascinandosi dietro non soltanto lei, ma anche alcuni vestiti.
-Parliamo dopo!- urlò Rach, seguendo a ruota il suo amato biondo.
Chiusi la porta e girai lo sguardo per cercare Harry, ma non lo vidi. -Harry?- ancora sulla soglia della porta venni sorpresa un’altra volta come solo lui riusciva a fare.
-Buongiorno!- rimasi bloccata tra lui e la porta, dopo che mi ebbe schioccato un bacio sulla fronte. Mi guardava sorridente, con quel sorriso che esibiva due fossette incredibili e adorabili, da farlo sembrare un bambino anche se ormai era sveglio e in piedi.
-Buongiorno…- dissi a bassa voce, arrossendo sicuramente e chinando la testa per non darglielo a vedere. Mi sentivo tremendamente in imbarazzo, anche se non era la prima volta che ci trovavamo in una situazione del genere. Ma ogni volta con Harry sembrava la prima, riusciva a farmi dimenticare anche come mi chiamassi con un semplice sguardo.
-Vado a vestirmi, ci metto due secondi- mi disse poi frettolosamente, entrando in bagno e chiudendola porta. Buttai un respiro di sollievo, andandomi a sedere sul bordo del letto. Poco distanti da me vidi una tuta e una felpa piegati. Presi l’indumenti tra le mani e ringraziai mentalmente Rachel per aver pensato di portarmi il cambio. Qualche istante dopo Harry era di nuovo davanti a me, già vestito, profumato e sorridente.
-Okay adesso tocca a me- mi alzai in piedi e cercai di darmela a gambe levate prima di avere un altro momento imbarazzante con lui.
-Juliet aspetta!- mi afferrò la mano, tirandomi di nuovo sul letto, questa volta seduta accanto a lui. -Visto? Non è successo niente, sono innocuo io!- sorrise fiero di sé, come se avesse appena superato una sfida importante o un test di matematica più difficile del solito. Abbassai lo sguardo e vidi la sua mano sfiorare la mia.
-A parte il fatto che quando mi sono svegliata eravamo abbracciati- dissi, con voce quasi inudibile, come se in realtà non fossi neanche tanto sicura di volerglielo fare sapere. -Scommetto che non te n’eri accorto- supposi sarcasticamente, cercando di distrarmi dalle sensazioni strane che stavo provando a causa delle sue dita che stavano giocherellando con le mie, intrecciandosi per poi sciogliersi e poi ancora legarsi tra di loro.
-Beh, io.. no, non me ne sono accorto, stavo dormendo…- disse ritirando la mano. Si grattò la testa in imbarazzo, scompigliandosi i capelli, per poi rimetterli sistematicamente al loro posto. Abbozzai un piccolo sorriso, al quale lui rispose con uno molto più soddisfatto e contento. Improvvisamente mi sentii una totale idiota, avevo fatto la figura della perfetta stupida. Allora per tirarmi fuori ad quel momento provai nuovamente ad alzarmi per andare in bagno.
-Juliet, prima di andare volevo solo dirti che…- fece una pausa, durante la quale guardò qualsiasi cosa tranne che me. Il mio cuore, forse perché avvertiva qualcosa, iniziò a battere davvero forte. Mi fermai a guardarlo in quei pozzi verdi come due smeraldi. –È stato bello passare questi giorni con te e tu… beh, tu sei davvero bella, dolcissima e mi piaci veramente tanto- terminò, alzandosi e fermandosi davanti a me. Spalancai gli occhi al suono di quelle parole. Sapevo che ci provava con me, sapevo di piacergli un tantino, ma quella specie di dichiarazione mi lasciò senza parole e a bocca aperta per qualche momento.
-Anche tu mi piaci, Styles- farfugliai a bassa voce, sfiorandogli velocemente la mano per poi correre e chiudermi all’interno del bagno. Cosa accidenti mi era saltato in mente? Avevo appena ammesso che Harry mi piace e non lo avevo fatto da sola con me stessa mentre non riuscivo a prendere sonno, ma bensì lo avevo detto chiaramente al diretto interessato. Adesso non mi sarei più potuta fingere distaccata e disinteressata, non ci avrebbe più creduto.
Aprii il rubinetto e mi sciacquai il viso con un bel po’ di acqua gelida. Mentre mi specchiavo, mi soffermai a pensare alle giornate passate. Cinque giorni erano volati così in fretta e tutto stava per concludersi. L’unico mio pensiero fisso era Harry. Avevo provato a stargli lontano tutto quel tempo, a non farmi incantare da quegli occhioni verdi, da quel sorriso e da quella dolcezza infinita che dopotutto aveva. E adesso? Avevo il timore di non ricevere più le sue attenzioni quando saremmo tornati alla vita normale, speravo con tutto il cuore di non essere solo la ragazza capitata in viaggio. Ma cosa stavo pensando? Non ero mica la sua ragazza, non potevo aspettarmi nulla.
-Julie! Andiamo è tardi!- bussò un paio di volte, così aprii la porta.
-D’accordo sono pronta- uscii e scendemmo nella hall dove ci aspettavano Niall e Rachel per fare colazione. Più tardi avremmo dovuto recuperare le valige e portarle giù. La partenza era davvero vicina.
-Come mai arrivate dalla stessa camera?- rimanemmo spiazzati davanti al professore della sera prima. Cosa potevamo inventarci?
-Aveva mal di testa e le ho dato un’aspirina…- si inventò Harry. Annuii nervosamente al professore, assecondando la balla di Harry.
-Signorina Edwards, poteva chiederla a me l’aspirina, senza dover disturbare il signorino Styles.- Mi sorrise e mi scompigliò i capelli. Indietreggiai per evitare quell’odioso contatto e sorrisi.
-No prof, mi fa davvero piacere aiutare la signorina Edwards- rispose Harry, ammiccandomi. Mi afferrò la mano e mi trascinò giù dalle scale.
-L’abbiamo scampata, almeno per questa volta- mi strizzò l’occhio, mentre camminavamo per raggiungere Niall e Rachel.
-Almeno per questa volta? Vorresti dirmi che secondo te ce ne saranno altre?- gli chiesi, imitando bene la frase detta da lui.
-Ti dispiacerebbe?- tornò con quel tono provocante e malizioso, sorridendo e alzando un sopraciglio.
-In realtà no…- fui sincera in ogni parola e atteggiamento, senza mostrarmi indifferente, ma semplicemente dissi quello che provavo. Ormai, dopotutto, il dado era stato lanciato. Che senso aveva giocare ancora?
-Davvero? Dormiresti con me ogni notte da qua a per sempre?- fece gli occhi dolci, cosa che gli riusciva particolarmente bene, stringendo tra le sue anche l’altra mia mano.
-Non ti allargare, Harry- gli diedi una pacca sulla spalla e mi diressi verso Rachel, interrompendo quel momento tutto nostro.
-Tentar non nuoce- fece spallucce e un’espressione da cane bastonato, mentre io gli sorridevo e mi incamminavo nuovamente verso Rachel.
-Ragazzi, io avrei fame!!- esclamò Niall, appoggiando un braccio sulla spalla dell’amico e stringendo l’altro attorno la vita della mora accanto a me. Feci l’occhiolino a Rachel, era andato tutto come lei desiderava, voleva Niall e adesso lo aveva. Non era mai stata così contenta.
-Andiamo a mangiare dai!- incoraggiò Harry, poi mi attirò accanto a lui, con la scusa di lasciar soli i due.
Mangiammo in fretta a causa del ritardo in cui ci eravamo trovati, mentre con la mente io ero già arrivata al momento in cui avremmo dovuto affrontare la cruda realtà e preparaci alla fine definitiva di quel viaggio.
 
HIM
Erano le dieci di sera e ancora non eravamo rientrati a Holmes Chapel. Tra un ritardo e una coda in autostrada non avevamo neanche cenato e un centinaio di adolescenti con lo stomaco brontolante non sono mai un bello spettacolo. Avevamo fatto sosta ad una stazione di servizio circa dieci minuti fa. Tutti ci eravamo catapultati immediatamente giù dall’autobus per poter raggiungere in fretta il bar e prendere qualcosa il più possibile commestibile da mangiare. Ingoiai l’ultimo boccone della mia pizza, mandandolo giù grazie all’aiuto di un sorso di coca-cola. Accanto a me Louis giocava annoiato col suo blackberry, mentre Zayn e Liam discutevano su quale fosse la ragazza più carina dell’autobus. Scossi la testa sorridente, passando oltre. Vidi Niall con in braccio Rachel divorare qualsiasi cosa avesse comprato come se non mangiasse da mesi. Il solito vorace Niall. Sorrisi anche di fronte a quella scena, per poi accorgermi della mancanza di qualcuno.
-Ehi Zayn- richiamai l’attenzione del mio amico. -Hai visto Juliet?-
-Perché? Cosa vuoi da lei?- mi domandò con fare accusatorio, alzando un sopracciglio.
-Nulla, lascia stare- risposi, facendogli segno con la mano che poco importava.
Mi alzai, ripulendomi i jeans dalla polvere che avevano preso e iniziai a camminare in mezzo ai gruppi di ragazzi alla ricerca della mia bella mora. Nulla però, di lei neanche l’ombra. Avrei potuto chiedere di lei a Rachel, ma non mi sembrava il caso di interrompere lei e Niall durante le loro effusioni in pubblico. Ripresi a guardarmi intorno, fino a quando, per puro caso, la vidi.
Le gambe raccolte, strette tra le braccia. La testa appoggiata contro il finestrino e lo sguardo vuoto, perso verso l’esterno. Un’espressione triste in volto, mentre con una mano si arruffava i capelli con fare annoiato. Eccola lì la mia Julie, da sola ancora seduta sul sedile dell’autobus.
-Uno di quei panini e una bottiglietta d’acqua, grazie- chiesi al ragazzo dietro il bancone, rientrando all’intero del bar. Fui servito in fretta, dato che ormai ero l’unico che ancora stava comprando del cibo. Uscii e andai così diretto verso l’autobus. Dalle scale secondarie salii sopra, cercando di non fare rumore in modo da non farla accorgere della mia presenza. Silenziosamente mi avvicinai al suo sedile, osservandola in ogni minimo gesto che faceva. Si scuoteva i capelli, sbuffava e poi li rimetteva a posto. Era così tenera.
-Spero che un panino ti vada bene, perché era l’ultima cosa rimasta- le dissi, parlando improvvisamente. Lei sussultò spaventata, come del resto mi immaginavo. Spostai la roba accanto a lei e mi sedetti nel sedile al suo fianco.
-Non ti ho sentito arrivare, mi hai spaventato- disse, prendendo tra le mani il panino che le stavo allungando. -Grazie- disse poi, aprendo la confezione e mangiando a piccoli morsi.
-Sbaglio o è sempre così? Si, insomma, tu che sei distratta e io che arrivo all’improvviso?- le dissi, sorridendole calorosamente. Lei diede qualche altro morso al panino, per poi richiudere il tutto e posarlo.
-Non lo finisci?- le domandai, porgendole questa volta la bottiglietta d’acqua.
-Non ho fame- rispose, tra un sorso e l’altro.
-È un paio d’ore che sei strana Julie, che ti succede?- Con la scusa di sistemarle i capelli allungai una mano verso il suo viso, spostandole una ciocca dietro l’orecchio per poi accarezzarle dolcemente il viso. Lei poggiò istintivamente la guancia sulla mia mano, per poi tirarsi indietro un attimo dopo e buttare la testa contro il sedile. Sospirò, senza rispondere alla mia domanda. Rimanemmo per qualche minuto in silenzio, fino a quando non si decise a parlare.
-Ti capita mai di vivere un attimo perfetto e voler fermare il tempo per poter renderlo eterno?- Si voltò verso di me. Il suo viso, a differenza del mio che stava all’ombra, era illuminato dalla pallida luce della Luna. Aveva un’espressione triste, malinconica. L’atmosfera attorno a noi sembrava essere magica, quasi fiabesca. Mi poggiai allo schienale e mi abbassai verso di lei.
-Questi giorni- le risposi convinto. -Vorrei poter tornare indietro e rivivere questi cinque giorni dall’inizio.- La mia voce era bassa, ma decisa. Era vero, se solo avessi potuto avrei mandato indietro l’orologio e avrei rivissuto ogni singolo istante di quella gita, ogni singolo momento trascorso insieme a lei.
Mi sorrise dolcemente, mentre la sua mano scivolava verso il basso alla ricerca della mia. Quando la incontrò lasciai che le sue dita si intrecciassero con le mie, stringendole leggermente. Con il pollice mi accarezzava, disegnando dei piccoli cerchi immaginari, il dorso della mano. Senza pensare mi avvicinai a lei e, proprio come quella mattina, le baciai la fronte. Questa volta più lentamente, questa volta più dolcemente. Volevo vivere ogni secondo di quel gesto, viverlo fino in fondo. Lei sorrise, arrossendo e abbassando la testa per nascondersi.
-Mi piaci quando arrossisci, sembri più piccola e fragile- le dissi, baciandole questa volta la testa. La feci avvicinare al mio petto, stringendola forte tra le mie braccia. Quello era il nostro primo vero abbraccio e devo dire che mi fece uno strano effetto. Mi piaceva tenerla stretta a me, sentire il suo profumo e accarezzarle la pelle.
-Credevo che avessimo superato questa fase- disse, sollevando la testa e abbozzando un sorriso. Le toccai i capelli, spostandoglieli da davanti al viso e portandoli alle sue spalle.
-E in che fase saremmo adesso?- le chiesi ironicamente, guardandola dritto negli occhi.
-Non lo so, sei tu l’esperto in queste cose- rispose, facendo spallucce e ricambiando il mio sguardo divertita.
-Forse ne ho una vaga idea…- lasciai il discorso in sospeso, mentre le prendevo il viso tra le mani e mi avvicinavo lentamente a lei. Poggiai la mia fronte contro la sua, aspettando di vedere se lei avesse intenzione di allontanarsi oppure no. Rimase ferma, aspettando che io continuassi e così feci. I nostri nasi si scontrarono, mentre feci si che le mie labbra sfiorassero a stento le sue. Poi le poggia delicatamente, facendole combaciare in un semplice e innocente bacio a stampo. Mi staccai un istante da lei, giusto il tempo per guardarla ancora una volta negli occhi e trovare in essi una conferma. Quando li vidi brillare mi lasciai andare, baciandola ancora, ma questa volta con più trasporto.
Premetti le mie labbra contro le sue con prepotenza, dando il via ad un bacio non soltanto intenso, ma anche profondo e passionale. Le nostre lingue si cercavano, si intrecciavano come se non aspettassero altro da tempo.
Sentivo le sue mani giocare tra i miei capelli, affondando in essi per poi prendere alcune ciocche e arricciarle tra le dita. Le mie mani la tenevano salda dalla vita, mentre le accarezzavo leggermente la schiena da sotto il tessuto della felpa.
Continuai a baciarla, senza preoccuparmi del tempo o dello spazio.
Continuai a baciarla, senza contegno e senza pudore.
Continuai a baciarla, senza pensare alle conseguenze di quel gesto.
Continuai a baciarla fino a quando lei non si staccò, leccandosi le labbra e fermandosi in quella posizione, ancora stretta a me.
Mi guardò e sorrise. -Finalmente ti vedo ridere musona- le dissi, strofinando il mio naso contro al suo. Lei rise in tutta risposta, per poi baciarmi ancora una volta.
Le luci dell’autobus poi improvvisamente si aprirono, facendoci staccare di colpo. Julie tornò con la schiena dritta, mentre io mi guardavo confuso intorno. Mi sporsi di lato e vidi alcuni ragazzi salire con passo lento. Occuparono i primi posti, mentre altri seguivano dietro di loro.
-Credo che stiamo per ripartire- disse, legandosi i capelli frettolosamente in una coda alta.
-A quanto pare si- risposi, prendendola per una mano e trascinandola nuovamente giù.
-Che stai facendo?- mi domandò, mentre mi sdraiavo sul sedile e spingevo lei ad accoccolarsi sul mio petto.
-Manca ancora qualche ora prima dell’arrivo, dormiamo un poco?- le chiesi, mettendo su quell’espressione da cucciolo che, secondo i racconti di mia madre, da piccolo mi faceva ottenere sempre ciò che volevo.
-D’accordo- disse, accucciandosi accanto a me e chiudendo gli occhi.
Senza farmi vedere da nessuno le stampai un leggero bacio sulle labbra, per poi chiudere gli occhi anch’io e addormentarmi con lei stretta tra le mie braccia.


THEY SAY:
avete visto ragazze? questa volta sono stata più rapida ad aggiornare u.u
in realtà l'ho fatto perchè mercoledì parto e sto via per tre settimane, perciò non voglio lasciarvi con la storia incompleta ahah
questo vuol dire che, nonostante ci siano pochissime recensioni, posterò l'epilogo nel fine settimana.. almeno spero :')
la prima parte l'ha scritta vanessa ( @_stopthetape ) mentre la seconda, che io personalmente amo sakcnjaknsa, è stata scritta da me.. si lo so, amo una cosa scritta da me stessa, è abbastanza da egocentrici ahah però oh, secondo me è venuta molto bene e ne vado molto fiera perciò assecondatemi almeno questa volta, vi prego cwc
ok, la smetto. 
grazie a tutte, spero di leggere più commenti però eh! cwc andiamo, non deludetemi.. confido in voi (?)
much love, fede x

   
 
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