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Autore: Lelaiah    20/09/2012    10 recensioni
Se Ryan fosse costretto a riprendere gli studi a causa di un nuovo nemico?
E se questo nemico fosse, strano ma vero, un Gangrel?
Un vampiro in grado di trasformarsi in animale è diffilce da scovare, ancor di più quando sembra che si nasconda nella scuola frequentata proprio da Strawberry.
Tra situazioni imbarazzanti, missioni sotto copertura e dure battaglie, riusciranno le nostre eroine a sconfiggere anche questa nuova minaccia?
E cosa accadrà tra Ryan e Strawberry, uniti nella comune lotta e in qualcosa che ha a che fare con sentimenti mai sospettati?
Inutile dire che il racconto è incentrato sulla coppia sopracitata e che, ahimè, Mark sarà presto smollato...
Buona lettura, spero vi piaccia! :)
Genere: Avventura, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ichigo Momomiya/Strawberry, Ryo Shirogane/Ryan, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Cap. 19 Dubbi e sincerità
Un grazie a tutte le ragazze che mi seguono: abbiamo superato le 100 recensioni, non ci credo! O___O Grazie mille, sul serio :)
E ormai sono a quasi 200 pagine di racconto, su Word. Non credevo sarebbe diventata una storia così importante.
Sono sicura che questo capitolo vi ripagherà di tutti gli altri diciotto, ed è solo l'inizio ;)
Buona lettura!



Cap. 19 Dubbi e sincerità


  Rimase a fissare il vuoto davanti a sé, aspettando quella reazione che non voleva arrivare.
Non riusciva a credere di non aver provato nulla baciando Mark.
Lui era il suo fidanzato!
“Kami… sono malata?”, si toccò il viso, preoccupata.
Trattenne il respiro, cercando di contare i battiti del proprio cuore ma, ad un certo punto, dovette buttare fuori l’aria.
-Sono impazzita… sta per finire il mondo…- mormorò, ancora più sconvolta di prima. Prima di andare a cena era tutta eccitata all’idea di poter passare del tempo con lui, poi verso il dolce qualcosa era cambiato. E quella domanda, poi?
Ti piace Shirogane?
Non era solo lei quella fuori di testa. Mark doveva essersi fatto dei ragionamenti assurdi per arrivare alla conclusione che…
Rialzò gli occhi di scatto e spalancò la bocca. Dal profondo della propria coscienza sentì emergere una risposta, chiara e improvvisa.
-A me piace Ryan… in un qualche modo a me lui piace…- realizzò. Per poco non si mise ad urlare e dovette tapparsi la bocca con entrambe le mani. “Cosa faccio, ora? Sono nei guai! Come posso… no… non è possibile! È possibile? Mark… lui sa… e Ryan… no, no, ma che vado a pensare!”, iniziò a girare avanti e indietro nei due metri quadrati dell’ingresso, passandosi le mani tra i capelli.
-Strawberry…? Sei tu?- sentì chiamare.
Si fermò e diede voce a sua madre:-Sì, sono io!
Sakura allora comparve davanti a lei. –Ehi, che fai lì? Dai, entra.- la esortò, vedendola con ancora le scarpe indosso.
  Le tolse velocemente e la raggiunse, cercando di ricacciare indietro l’enorme confusione che aveva in testa. Doveva parlarne con sua mamma?
Le lanciò un’occhiata, stando attenta a non farsi beccare. –Mamma…- iniziò.
-Allora, com’è andato l’appuntamento?- le chiese, sorridente.
I suoi occhi erano pieni d’aspettativa.
-Oh, sei tornata piccola?- la voce di suo padre giunse da dietro il divano. Stava guardando una partita.
-Sì… sono tornata.- mormorò.
-Be’, non mi racconti niente?- insistette sua mamma.
Shintaro allora emerse dai cuscini del sofà e le lanciò un’occhiata. –Tutto bene? Ha fatto qualcosa che non doveva?- la scrutò.
Scosse la testa.
-Non ti avrà mica baciata, vero?!- esclamò l’uomo. Lei arrossì all’inverosimile. –Strawberry!
Agitò le mani. –No, no… non mi ha baciata! Stava per farlo, ma si è fermato.- mentì.
Suo padre sospirò, borbottando qualcosa.
-Mamma… vado di sopra… sono stanca…- cercò di suonare il più convincente possibile ed imboccò le scale.
Sakura si affacciò. -Poi domani mi racconti, eh!
Annuì distrattamente e si chiuse in camera, buttandosi di peso sul letto.
“Come faccio…? Non voglio andare al Cafè. Nemmeno farmi vedere a scuola… dovrò mentire a tutti!”, nascose la testa sotto al cuscino.
Poi, all’improvviso, ebbe un’illuminazione. –Le ragazze!- esclamò. Si mise a sedere. –Domani ne parlerò con loro.
Bene, la decisione era presa. Ora era solo questione di riuscire a prendere sonno.

   Quel giorno le lezioni sembravano non finire più.
All’uscita sfrecciò tra i ragazzi, raggiungendo il cancello così in fretta che riuscì ad evitare sia Mark che Lucas.
Corse a perdifiato col solo intento di arrivare per prima e aspettare le sue compagne nello spogliatoio.
“Ti prego, fa che non ci sia Ryan in giro.”, supplicò, ferma davanti alla porta secondaria. Era solita entrare sempre da lì e incontrare puntualmente il biondo.
Quella volta, però, fu fortunata. Sgattaiolò dentro e si fece vedere in cucina. –Ciao Kyle.- salutò.
Non stava preparando nessuna torta, stava leggendo alcuni fogli scritti fittamente.
Il moro alzò lo sguardo, sfilandosi gli occhiali e le sorrise. –Ciao, Strawberry. Sei in anticipo.
Sorrise, imbarazzata. –Vado a cambiarmi.- disse e scomparve.
Lui, però, la seguì. –Ah, aspetta.- disse. Si bloccò, temendo il peggio. –La doccia si è rotta di nuovo, mi dispiace. Quando avrò tempo la aggiusterò.
Sospirò senza farsi vedere. –Ok, lo dirò alle altre.
Una volta dentro lo spogliatoio si concesse un respiro profondo. Fece vagare lo sguardo per la stanza e poi raggiunse il suo armadietto. Estrasse la divisa e rimase a fissarla, imbambolata.
  I ricordi del suo primo incontro con Ryan le invasero la mente.
L’unica cosa di cui era sempre stata certa, quando si parlava di lui, era che sapeva metterla in imbarazzo. In ogni occasione e con ogni mezzo, quel che è peggio, a volte non lo faceva nemmeno apposta.
Sospirò, indossandola.
Era Kyle ad occuparsi del lavaggio delle divise, per cui avevano lo stesso odore degli abiti del biondo.
Aggrottò le sopracciglia e poi scrollò la testa. –Smettila.- si rimproverò.
Si cambiò e poi si sedette su una delle panchine, iniziando a torturarsi le mani.
Dovette aspettare un buon quarto d’ora prima che arrivassero tutte le sue amiche. Inutile dire che, ogni nuova entrata, la guardava stupita.
Quando furono finalmente tutte riunite esordì dicendo:-Ragazze, ho un problema.
Subito quattro paia di occhi si appuntarono su di lei.
Lory le si sedette affianco, preoccupata. –Stai male…?- chiese. La rossa scosse la testa.
-Problemi a scuola?- tentò allora Paddy. Di nuovo risposta negativa.
Mina sbuffò. -C’entrano le mew mew?
-No… non…- tentò.
-Riguarda Mark.- quella di Pam non era una domanda. La mew neko alzò la testa di scatto, fissandola sorpresa. Come diavolo faceva a sapere sempre tutto? Leggeva nel pensiero, per caso?
-C’entra Mark? Cos’è successo ieri sera?- la biondina le si avvicinò, curiosa. –Dai, dicci!
-Siamo andati a mangiare la pizza. E a fine cena ha ordinato un dolce enorme.- mimò la grandezza con le mani.
-E poi ti lamenti quando Ryan ti prende in giro.- la punzecchiò la ballerina. La sua frecciatina arrivò molto più a fondo rispetto alle altre volte.
Strawberry sgranò gli occhi e si afferrò la pelle all’altezza dei fianchi. –Oddio! Sono pesante?- la fissò, allarmata. “Allora aveva ragione!”, pensò, terrorizzata.
Mina, vedendola nel panico, si affrettò a dire:-Ehi, calmati. Scherzavo.
La fulminò e poi prese un respiro profondo, tornando padrona di se stessa. –Dopo mi ha accompagnata a casa…- riprese il racconto.
-E…?- la incitò Lory.
-Mi ha baciata.- confessò finalmente. Ci fu un attimo di silenzio e poi iniziarono a piovere le domande. Strawberry non sapeva più a chi dar retta.
Fu Pam a metter un po’ d’ordine. –Era il vostro primo bacio?- le chiese.
La ragazza arrossì. –Il primo vero bacio, sì.- confermò.
Paddy fece una strana smorfia. –Con la lingua a tutto?- chiese. Le altre ridacchiarono e poi attesero la risposta dell’amica, che fu costretta ad annuire.
-Ha fatto qualcosa che non doveva? Ha allungato le mani?- il tono della modella si fece preoccupato.
-No, no niente del genere.- si affrettò a discolparlo.
-E allora dov’è il problema?- s’inserì Mina, perplessa. Iniziava a non capire dove volesse andare a parare.
La leader del gruppo sospirò. –Non ho provato niente. Anzi, sì, un leggero fastidio.
Silenzio. Non stavano nemmeno respirando.
Lory scambiò un’occhiata con la mew lupo. –E’ normale…?- chiese. –Cioè, dopo tutta l’agitazione e il resto.
L’altra scosse la testa. –Non volevi quel bacio?- indagò allora.
Strawberry confermò, poi negò. –Non lo so più. Io aspettavo quel bacio già da un po’, ma quando me l’ha dato il mio cuore non si è mosso, niente capriole. E il mio cervello urlava che dovevo provare qualcosa, da un lato, ma dall’altro era come se dicesse “te l’avevo detto.”.- cercò di spiegarsi.
-Tra di voi c’è della tensione…? Sai, con la questione del Cavaliere Blu e via dicendo.- era chiaro che quello strano interrogatorio era finito nelle mani della più vecchia.
Le lanciò un’occhiata. –No… è solo… mi sembra più guardingo.
-In che senso?- s’inserì Paddy.
-Mi ha fatto delle domande sull’andamento del progetto, su Lucas e su… Ryan.- confessò a mezza voce.
La morettina si fece spazio, piazzandosi davanti a lei. –Su Ryan? E cosa c’entra lui, adesso?
-Be’, non credo si stiano simpatici.- ammise.
-Non è una novità.- commentò la modella, senza scomporsi. Le altre annuirono, più o meno concordi. –Ti ha detto che non lo sopporta? Apertamente?
-No, mi ha fatto una domanda. Mi ha chiesto se mi piace.- alzò la testa, scostandosi la frangia dagli occhi. –Io non ci capisco più niente.
-Perché?
-Come perché? Perché quando Ryan mi ha…- si bloccò.
Paddy le saltò quasi in braccio. –Continua.
Le guardò, arrossendo all’inverosimile. –Ryan mi ha baciata. Baciata sul serio…- abbassò gli occhi, sentendosi morire per la vergogna.
-E quando pensavi di dircelo?- le chiesero, piccate la bionda e la mora.
Deglutì. -Mai.- sussurrò.
-Secondo me dovresti ragionare su quello che hai provato quando è successo con Ryan. La risposta dovrebbe arrivare da sé.- le consigliò Pam con un mezzo sorriso.
-Dici?
Annuì. –Prova. Nel caso, noi siamo qui.
Le guardò, una per una, e ringraziò quello strano progetto genetico per averle riunite: voleva loro un gran bene, soprattutto perché sapevano sostenerla nei momenti di difficoltà.
-Ok… andiamo a lavorare. Se no qualcuno inizierà a brontolare.- si tirò in piedi.

“Ho sentito qualcosa che non dovevo.”, pensò Lucas.
Era sceso per portare in magazzino alcune scatole e aveva trovato la porta dello spogliatoio aperta. Con la coda dell’occhio aveva visto Strawberry circondata dalle altre ragazze e, curioso, si era fermato ad ascoltare.
Ora sapeva che aveva baciato Mark e non aveva provato niente. Avrebbe tanto voluto entrare ed urlarle il perché.
“E’ ovvio, scema. Ti piace un altro.”, scosse la testa.
-Siete pronte?- sentì chiedere Lory.
Si affrettò a sparire lungo il corridoio, dietro la porta che dava nel magazzino. Attese di sentire i loro passi sparire oltre la prima rampa di scale, depositò le scatole e decise di perdere un po’ di tempo, giusto per non destare sospetti.
Quando riemerse ed andò nel salone, le trovò già tutte impegnate. Kyle, stranamente, era alla cassa.
-Che fai qui?- gli chiese, avvicinandosi.
-Oggi Ryan non c’è, quindi lo sostituisco io alla cassa. Le ragazza servono in sala.- spiegò, battendo uno scontrino.
-E perché non c’è? Dov’è andato?- era curioso, dannatamente curioso.
Il moro gli lanciò un’occhiata e ridacchiò. –Che impiccione, che sei.- lo canzonò. Arrossì leggermente. –Comunque è a scuola. Il professore d’informatica gli ha chiesto di tenere un corso di recupero per i compagni. Inutile dire che tutte le ragazze sono presenti. Quando me l’ha detto era tutto fuorché contento.
Sghignazzò, provando ad immaginarlo. -Lo sai che ti odierà per il resto della sua vita, vero?- gli fece presente.
L’altro annuì, divertito. –Sì, ma è un’esperienza che deve fare. Voglio che sappia com’è la scuola.- replicò, calmo.
-Devi volergli molto bene, eh?
-E’ mio fratello, praticamente.- sorrise.
-Adotteresti anche me? Il cibo scarseggia, a casa mia.- gli fece gli occhi dolci. Kyle lo mandò a servire con una spintarella, ridacchiando.
Lucas cercò di intercettare Strawberry, ma lei era dalla parte opposta rispetto a dove si trovava.
Quando tornò al bancone per informarsi se c’erano ancora cheesecake, si ricordò di dire una cosa al cuoco. –Ci sono degli sviluppi.
Lui lo guardò, perplesso. –Col progetto?- domandò.
Scosse la testa. –No, per i piccioncini.- sorrise. –Mark inizia a perdere colpi.
Gli sorrise, misterioso e poi sparì in cucina a controllare lui stesso.
Kyle rimase a fissare il block notes che aveva tra le mani, poi realizzò. “Finalmente!”, pensò.
Lucas chiuse l’anta dell’enorme frigorifero e fece per tornare nel salone, quando sentì i passi di Strawberry.
“Bingo!”, esultò. Quando lei entrò le sorrise. –Ciao.
-C-ciao. Sai per caso se ci sono dei bignè alla crema chantilly? Ti prego, dimmi di sì!- aveva il respiro leggermente affannato.
-Mi pare di sì.- fece, ricordandone un piccolo vassoio. Non sapeva che tipo di crema ci fosse dentro, ma non era un cuoco cavolo. La rossa si avvicinò al frigo e lo aprì, immergendovi la testa. –Ehm… Strawberry…
-Sì?- continuò a rovistare.
-Stasera, alla fine del turno, potresti aspettarmi? Devo dirti alcune cose.- disse, incrociando le dita. “E’ tempo di verità.”, pensò.
Lei riemerse col fantomatico cabaret e lo fissò, confusa. –Devo preoccuparmi?
Le sorrise. –Nah.
E detto questo sparì, non lasciandole il tempo di replicare.


“Chissà cosa dovrà dirmi.”, si chiese Strawberry, agitata.
Lucas si cambiava sempre dopo di loro, dato che non avevano un altro spogliatoio. Per fortuna ci metteva un quarto del tempo che impiegava Mina, se no sarebbe congelata lì fuori.
Non stava nevicando, ma faceva un bel freddo.
Vide la porta aprirsi e il dampyr uscirne. –Scusami, ci ho messo un po’ perché non trovavo i guanti. E, come volevasi dimostrare, li ho lasciati a casa.- disse.
Ridacchiò. Non lo faceva un tipo sbadato, quello lo si poteva dire di lei, semmai.
-Fa niente. Che devi dirmi?
Lui fece per parlare, ma si bloccò. Voltò la testa verso sinistra, trovandosi davanti Ryan. Stava spingendo la moto nella neve.
-Oh, ragazzi…- si bloccò, stupito. –Che fate qui?- chiese. “Insieme e al buio?”, avrebbe voluto aggiungere.
-Be’, veramente noi stavamo per andare…- inventò Lucas, facendo l’occhiolino alla rossa.
-Hai bisogno di un passaggio, Strawberry?- il biondo colse il segnale e ne fu infastidito. Non bastava Mark, ora ci si metteva anche Lucas?
Lei lo guardò e poi tornò a guardare l’altro ragazzo. –No… mi dà uno strappo Lucas.- decise.
L’americano la fissò stupito, ma poi cercò di darsi un contegno. –D’accordo. Ci vediamo domani, allora. Buonanotte.- li salutò e li superò, diretto al garage.
-Muoviti.- il riccio la prese per il gomito e la tirò verso la strada il più rapidamente possibile. Quando lei protestò la lasciò andare. –Scusa.
-Lo sai che starà pensando male, vero? Lo fa sempre, quando si tratta di me.- brontolò.
-E perché mai?
Scrollò le spalle. –Ah, non lo so.
-Da che parte è casa tua?- le chiese. Non era prudente farla girare da sola a quell’ora, dato che c’era buio da un pezzo. Si vide indicare la stessa direzione del proprio quartiere. –Oh, facciamo un pezzo di strada assieme, allora.
Si misero a camminare, ognuno perso nei propri caotici pensieri. L’unico rumore era quello delle loro scarpe sulla neve scricchiolante.
Ad un certo punto Lucas esordì dicendo:-Oggi, per sbaglio, ho ascoltato quello che hai detto alle ragazze.
Strawberry alzò la testa di scatto, per guardarlo con gli occhi fuori dalle orbite. –Hai origliato?!
Agitò le mani. –Ehi, ti ho detto che è successo per sbaglio.- ribadì.
-Sei un dampyr… mi sembra difficile.- commentò.
“Malfidata.”, pensò. –Be’, è così.
-Ok… quindi? Hai anche tu qualcosa da dirmi?- sbuffò, affondando il viso nella sciarpa. –Devo già auto analizzarmi.
-Niente auto analisi. Però devo svelarti alcune cose. E, credimi, mi costa.- suonò alquanto criptico.
-Ora sì che ho capito.- fece, ironica.
Alzò gli occhi al cielo. –Ok… allora… posso commentare quello che ho sentito?- le chiese. Esitò un attimo, ma poi acconsentì. –Secondo me Mark non fa per te e sono contento che ti sia data una svegliata.
La rossa gonfiò le guance, piccata. –Ehi! Non offendermi!
-Ma io parlavo di lui, mica di te.- specificò.
-Non parlare male nemmeno di lui, è il mio fidanzato!- sbottò. Sollevò un sopracciglio, per niente convinto.
-Ah sì?
Lei abbassò lo sguardo. –Sì…- mormorò. –Sono solo confusa.
-Mi dispiace contraddirti, ma non sei propriamente “solo confusa”.- replicò. La ragazza fece per ribattere, ma lui la anticipò. –Probabilmente hai capito che provi qualcosa per Ryan già da quel fatidico bacio e ora, semplicemente, hai avuto la conferma che è qualcosa di forte. Più forte di quello che provi per Mark. Il problema è come dirlo al bel fidanzatino.- le riassunse la situazione.
-Non è così.- disse, testarda.
-No? E com’è?- la punzecchiò. Voleva farle ammettere che provava effettivamente qualcosa per il biondo. Sapeva che era così. Lo sapevano tutti tranne loro, praticamente.
-Io voglio stare con Mark.- tentò di convincerlo. O quella da convincere era solamente lei?
-Vuoi stare con qualcuno i cui baci ti lasciano indifferente? Che cosa stupida.- commentò, scuotendo il capo.
-Ma non Ryan… perché ho dovuto provare qualcosa con lui e non con Mark?!- chiese, esasperata.
“Perché il tuo fidanzato è troppo perbenista. E tu hai un carattere troppo forte, ti serve qualcuno con del polso.”, pensò di dirle. Ma poi cambiò idea. –Cos’hai sentito? Niente cose sconce, per favore.
Strawberry arrossì, rimanendo a bocca aperta. –Lucas!
-Che c’è? Non mi interessano le tue fantasie.- si giustificò con un sorrisetto. Gli diede una pacca sulla spalla. –Dai, racconta.
Si strinse nelle spalle, fissando la strada illuminata dai lampioni. Un gatto sparì dietro alcuni bidoni della spazzatura.
-Be’… ero imbarazzata, molto. Ed ero nel panico… e avevo caldo. Molto.- confessò.
Sorrise, soddisfatto. –Se non è attrazione questa.
-Quindi è solo qualcosa di fisico?- chiese lei, spaventata.
La guardò e la trovò tenera. –No. Non lo è, non sei il tipo. E nemmeno lui.- la rassicurò.
-Ma Ryan stava giocando.- disse.
-No, non stava giocando.- il tono con cui parlò la indusse a fermarsi e guardarlo. Lucas se ne accorse e si fermò a sua volta.
-Cosa vuol dire?
-Che Ryan è innamorato di te da un bel po’. E sono serio.- rivelò.
“Ryan innamorato di me? No… non è possibile! Ryan è… no… oddio!”, non sapeva più cosa pensare. –Ma… ma te l’ha detto lui?- sbatté le palpebre un paio di volte, cercando di vedere i suoi occhi verdi come smeraldi.
Annuì. –E’ abbastanza palese, se ci si sofferma ad osservarlo.- ammise. –Ha tanti di quei riguardi, nei tuoi confronti, da far impallidire il migliore dei fidanzati. Sorvolando quando perde le staffe.- le sorrise. “Sarebbe un fidanzato fantastico.”, pensò.
-Ma… perché me lo stai dicendo…?- lo fissò, confusa.
-Perché voglio che vi mettiate insieme. Siete fatti per stare insieme… anche se non avrei mai voluto dirlo.- le si avvicinò. Si chinò fino a sfiorarle l’orecchio con le labbra. –Vedi, è in atto un triangolo.
-B-be’… mi sembra ovvio. Io piaccio a Ryan, ma sono fidanzata con Mark…- riuscì a parlare al secondo tentativo e con voce troppo malferma.
Lo sentì sorridere e scostarsi. –No, non quel triangolo.
Si guardò intorno, sperando di leggera la risposta nei muri o sulla neve. –Non capisco.
-A me piace Ryan. Provo qualcosa per lui, già da un po’.- le confessò.
Restò a fissarlo con la testa leggermente sollevata e la voce incastrata da qualche parte all’altezza della trachea. “Lucas… e Ryan…?”, continuava a tornare su quel pensiero.
-Ehi, non è una cosa così scioccante.- cercò di sdrammatizzare, a disagio per la sua reazione. Anzi, per la non reazione.
-Lui lo sa?- si inumidì le labbra.
-Sapere cosa? Che sono bisex e che ho cercato di flirtare con lui mentre ci allenavamo? Per altro in modo pessimo, oserei dire.- domandò, messo alle strette. Annuì lentamente. –Non sono mica cretino, lo so che ha occhi solo per te. Per questo mi costa dirti queste cose.
-Lucas, ma…- provò a dire qualcosa di sensato.
-Niente ma. Meglio con te che con un’ochetta.- le mise due dita sulle labbra. Vedendo che era troppo sconvolta per parlare le passò un braccio attorno alle spalle e le disse:-Vieni, ti porto a casa.

  Strawberry non chiuse occhio tutta la notte e alla mattina si ritrovò a dover correre ai ripari.
Aveva un bel paio di occhiaie e andavano coperte, altrimenti le avrebbero fatto il terzo grado, sicuramente.
Quando scese di sotto per fare colazione, sua madre non si accorse di niente.
“Bene, prima prova superata.”, si disse, sollevata.
-Come mai così presto?- si sentì chiedere.
-Ansia da compito in classe.- inventò. Nemmeno i compiti di metà semestre l’avevano mai fatta alzare presto.
-Deve essere proprio difficile.- commentò Sakura. Annuì, continuando a mangiare.
Tempo dieci minuti ed era già in strada.
“Ok, devo assolutamente evitare Mark e Ryan, sia a scuola che al Cafè.“, il piano per la giornata era semplice.
Il problema sarebbe stato mantenere i propositi.
Inspirò a fondo la fredda aria invernale e si avviò a passo spedito, cercando di censurare qualsiasi pensiero legato al biondo e alle parole di Lucas.
Arrivò talmente presto che trovò l’aula vuota. Si guardò attorno, sconvolta da se stessa e poi si lasciò cadere sulla sedia.
-Non ce la farò mai…- mormorò. “E morirò d’imbarazzo quando dovrò affrontarlo.”, aggiunse. Come poteva dire a Ryan che provava qualcosa per lui? Qualcosa di serio.
Scosse la testa, appoggiando la fronte al banco e lasciandosi andare a lambiccamenti degni di un decathlon matematico.
Quando finalmente iniziò la prima ora era mentalmente spossata. Letteratura antica, però, le diede modo di distrarsi.
All’intervallo finse di ascoltare Mimi e Megan, ma in verità passò tutto il tempo a controllare il corridoio, sperando che Mark non passasse.
Andò tutto liscio fino a quando non arrivò al Cafè, praticamente.
Voleva sgattaiolare come suo solito dalla porta sul retro, ma si ritrovò davanti Ryan. Stava reggendo un bel po’ di scatoloni ed era piegato all’indietro per sostenerne il peso.
-La fine del mondo è vicina.- commentò, sapendo che era in netto anticipo.
Strawberry si limitò ad arrossire all’inverosimile e a scappare nello spogliatoio. Il ragazzo ci rimase, aspettandosi la solita reazione violenta.
Durante il servizio la situazione non migliorò, anzi. Ryan finì per irrompere a passo di marcia in cucina.
Kyle sobbalzò, facendo cadere una teglia di biscotti. Subito il diciottenne si chinò per aiutarlo.
-Ryan, che succede?- gli chiese.
Serrò la mascella, concentrandosi sui biscotti. Dopo un po’, sotto insistenza dell’amico, finì per sbottare:-Strawberry.
Il moro si accigliò. –Che cos’ha fatto? Oggi non c’è nemmeno Mark.
Si rialzò, buttando nel pattume gli ultimi dolci raccolti. –Mi sta ignorando da quando è arrivata. Capirei se avessi fatto qualcosa, ma ieri l’ho vista appena cinque minuti.- gesticolò, irritato.
L’amico si accigliò. –Sul serio?
Annuì, ravviandosi i capelli con un gesto di stizza. –A volte mi chiedo se il mio cervello funzioni bene. Ho un quoziente intellettivo di 180, ma in questo frangente mi sento un cretino.- brontolò.
Kyle sorrise. –Vedrai che c’è sicuramente una spiegazione.- cercò di calmarlo.
-Spero venga fuori in fretta. Vado a sistemare i nuovi utensili in magazzino. Oggi abbiamo avuto anche le consegne, come se non bastasse.- e detto questo sparì di sotto.
Il cuoco decise di approfittarne per fare una capata nel salone.
Individuò Lucas e lo chiamò.
Il ragazzo terminò di appuntarsi un ordine e poi lo raggiunse. –E’ successo qualcosa?- chiese, preoccupato.
-Strawberry. Non ti sembra strana?- la indicò col mento.
Il ragazzo si grattò la nuca. –Temo sia colpa mia.- ammise. Il moro lo guardò, confuso. –Ehm… le ho detto di Ryan. E lei è rimasta alquanto… sconvolta, direi.
-Gliel’hai detto? Cioè, lei ora sa?
Annuì, confermando. –Ho fatto un guaio?- chiese. L’altro scosse la testa, sorridendo.
-No, anzi. Bisogna solo farli parlare.- disse, con sguardo da cospiratore. Sicuramente aveva in mente qualcosa.
-Be’, buona fortuna.- gli batté una pacca sul braccio e si allontanò.


-Mi sono sempre chiesto a cosa serva questo ripostiglio, è un buco. Ah, ripariamo questa lampadina e facciamola finita. Devo pure fare i compiti di fisica.- sbuffò Ryan, socchiudendo la porta per poter avere un po’ di luce.
Salì sulla piccola scaletta che gli aveva dato Kyle e svitò la lampadina ormai fulminata. Un po’ di polvere si staccò dal filo, cadendogli addosso.
Tossendo, scese per recuperare quella buona e avvitarla.
Stava per inserirla nell’alloggiamento quando sentì la voce di Strawberry. Stava rispondendo ad una qualche domanda. Si bloccò, i muscoli tesi.
Ad un certo punto la porta si spalancò e la ragazza entrò nel ripostiglio.
-Ehi!- palesò la propria presenza.
Lei sobbalzò giusto in tempo per voltarsi e sentire la serratura scattare. La mew sgranò gli occhi, artigliando inutilmente la maniglia.
“Kyle, ti odio!”, pensò, tirando con un gemito di disperazione.
-E’ chiusa.- le fece presente il biondo.
-Lo so, grazie.- rispose, acida. “Fantastico, ora aggredisco le persone senza motivo.”, si morse la lingua.
-Non ti ho detto io di venire qui, eh.- replicò, infastidito dal suo tono.
-No, è stato Kyle.- rispose, abbassando la voce. –Tu che ci fai qui?- chiese dopo un po’, sempre girata verso l’uscita.
-Kyle mi ha mandato a sostituire la lampadina. Dovevo capire che c’era qualcosa sotto.- sbuffò.
“Strawberry, devi chiarire. È la tua occasione!”, le disse una vocina chiamata coscienza.
-Vuoi una mano?- e nel mentre si voltò verso di lui. Non fece in tempo a fermarla che si ritrovò senza un appoggio sotto i piedi.
Allargò le braccia e trovò le due pareti della stanza. Ringraziò il fatto che fosse piccola. Unico problema: la rossa, sbilanciatasi, gli finì letteralmente addosso.
Lanciò un’esclamazione di sorpresa prima di perdere la presa e cadere a terra, tra spazzoloni e varie scatole.
Entrambi chiusero gli occhi nell’impatto.
Ryan prese un respiro profondo e sentì il peso della rossa su di sé. –Non ti muovere…- le disse. Come se non glielo avesse appena detto, lei si mosse. Lui s’irrigidì. –Strawberry!
-Che c’è!?- sussurrò, bloccandosi. Non vedeva quasi nulla, se non la sagoma indistinta del ragazzo davanti a sé.
-Le tue mani sono in posti sconvenienti, quindi sta’ ferma.- le ordinò. A quelle parole lei arrossì all’inverosimile. Il suo cervello cercò di capire subito quali parte del corpo del biondo stesse toccando.
Lentamente lo sentì sistemarsi e, senza rendersene conto, si ritrovò in braccio a lui. Anzi, più precisamente a cavalcioni.
-Ok… ora non rischio la castrazione.- disse lui.
Lei fece per dargli un pugno, non importava dove l’avrebbe colpito.
Ryan, però, la spiazzò facendole una domanda. –Perché mi stai evitando?
Trattenne il respiro, immobilizzandosi. –Io…
-Non mentire, si vede. C’entra Lucas?- la interruppe.
Si morse il labbro inferiore. –Anche.
Lui socchiuse gli occhi. Riusciva a percepirla, più che vederla. Anzi, la percepiva fin troppo bene.
-Riguarda me?- tentò.
-Anche.- gli diede la stessa risposta di prima. Si dovette trattenere dal cercare il suo viso e sentire se le sue guance erano calde.
-Mark…?
La sentì sospirare. –Sì.
-Cavoli, non sapevo fossi poligama.- ironizzò. La rossa spalancò gli occhi, arrossendo e poi gli diede un pizzicotto, da qualche parte tra la spalla e il fianco. –Ehi!
-Non sono poligama, cretino.- sibilò.
-Allora cosa?- la incalzò.
-Non hai fatto niente di male.- ci tenne a precisare. “Anzi.”, pensò.
L’americano sorrise, sollevato. –Lieto di saperlo. Quindi, perché mi stai evitando?
Stava tentando in tutti i modi di non suonare stronzo come suo solito e la vicinanza della mew neko lo portava a veleggiare verso altri sentimenti.
-Ehm…- prese tempo. “E ora come glielo dico?”, si chiese, agitata.
-Sento il tuo cuore battere forte come un tamburo, tutto ok? Guarda che non mordo.- tentò di tranquillizzarla. –Anzi, ti dico subito che non sono arrabbiato come prima. Il fatto che non abbia fatto qualcosa di male mi rassicura… un po’.
Sollevò lo sguardo, vedendo il luccichio degli occhi del ragazzo su di sé. Sembrava sapesse esattamente dove fosse. -E’ difficile da dire.
-Provaci.
Prese un respiro profondo, sentendo il calore del corpo di Ryan anche attraverso i vestiti. Che situazione assurda e imbarazzante.
-Vedi… l’altra sera sono uscita con Mark. Siamo andanti a cena e poi a fare una passeggiata.- iniziò.
-Se è un consulto sentimentale quello che vuoi, hai sbagliato persona.- la fermò. Scosse la testa, trovando le sue mani e facendogliele riabbassare.
-Ecco… noi stiamo insieme da un po’… ma non mi aveva mai baciata.- mormorò.
Il biondo si fece confuso. –Ma se vi baciate sempre, quando viene qui.- osservò, cercando di mettere a fuoco il suo viso. Iniziava a vedere il suo profilo e qualche colore, desaturato al massimo dal buio.
-Un bacio vero.- precisò. –Con la lingua e tutto il resto.
-Come quello che ti ho dato io.- commentò. Provò un immenso piacere nel sapere che era stato la sua prima esperienza.
-S-sì…- la sentì balbettare. Sorrise, trovandola tenera.
-Comunque… mi stavi dicendo?- riassunse un tono distaccato. Sicuramente stava per arrivare la doccia fredda.
Strawberry trovò la maglia dell’americano e la strinse all’altezza delle spalle, trovandovi più muscoli di quelli che ricordava. Fece per dirglielo, ma poi si morse la lingua. –Non… nonhoprovatoniente.- confessò tutto d’un fiato.
Lui rimase un attimo interdetto, credendo di aver capito male. “Un attimo… sono sveglio, vero?”, si diede un pizzicotto. “Sì, ok. Allora, forse ha sbattuto la testa? Ryan, insomma, smettila di pensare queste idiozie! Ti ha appena detto che non ha provato niente baciando il suo fidanzato!”, si disse.
Ci mancava solo che facesse a pugni con se stesso.
-E quando ti ho baciata? Cos’hai provato?- la punzecchiò. Doveva sapere se c’era qualche speranza.
Lei non rispose e cambiò argomento. –Lucas… Lucas mi ha detto che…- esitò un attimo, sentendolo irrigidirsi. –Che ti piaccio.- concluse.
Ryan sgranò gli occhi, sconvolto. “Io lo ammazzo.”, pensò senza mezzi termini.
Vedendo che restava zitto e immobile, la ragazza chiese:-E’ vero?
“E adesso che le dico? La verità? Devo… buttarmi?”.
Quello era il momento più difficile della sua vita: una mossa sbagliata, una parola fuori posto e si sarebbe giocato quell’unica opportunità.
Deglutì, cercando di sopprimere per un po’ il proprio orgoglio. Lo sentiva, era lì che gli gridava di aspettare una dichiarazione, un segnale tangibile.
-Strawberry…- disse in un soffio.
-Sì?
-Cos’hai provato quando ti ho baciata?- le chiese nuovamente.
Optò per la sincerità. –Tanto imbarazzo. Poi ci sono stati degli strani brividi e il calore.- ammise, abbassando la testa.
Sentì le mani del biondo sui propri fianchi, calde. La stringevano dolcemente, senza essere possessive.
Poco dopo le labbra del ragazzo raggiunsero le sue, distogliendola da tutto il resto. Da principio rimase immobile, stupita. Si aspettò la solita reazione: coda e orecchie feline e strepiti.
Invece qualcosa dentro di lei si sciolse e si sentì invadere da mille brividi di piacere. Schiuse le labbra e lo assecondò, portando le mani sul suo petto.
Lui si bloccò, stupito di non esser respinto.
Continuò a baciarla, riempiendosi i polmoni del suo odore, facendosi invadere dal suo sapore. Era calda e timida, aveva paura a lasciarsi andare, lo sentiva, ma questa sua insicurezza era dolce ed invitante.
“Ryan, controllati.”, si rimproverò.
Si irrigidì, temendo di aver esagerato. In risposta Strawberry affondò una mano tra i suoi capelli, avvicinandosi leggermente a lui.
Sorrise, contento e le circondò la vita con le braccia, attirandola a sé e trasformando la dolcezza in passione.
Al diavolo il suo orgoglio, al diavolo il suo autocontrollo.
Un grazie a quegli impiccioni di Kyle e Lucas.
  
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