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Autore: Shainareth    20/09/2012    2 recensioni
[Gundam SEED] Quella faccenda dell’housenka l’aveva davvero stupita. O meglio, l’aveva stupita il fatto che, tra tutti, fosse stato proprio il Capitano Joule a darle quel suggerimento per la personalizzazione del suo DEEP Arms.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Yzak Joule
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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AMMIRAZIONE





Quella faccenda dell’housenka l’aveva davvero stupita. O meglio, l’aveva stupita il fatto che, tra tutti, fosse stato proprio il Capitano Joule a darle quel suggerimento per la personalizzazione del suo DEEP Arms. Forse era stato involontario, ma stava di fatto che lui avesse sorvolato sui suoi scarabocchi all’interno del dischetto con i dati relativi alle modifiche da apportare al suo Mobile Suit. Non era affatto severo come sostenevano alcuni.
   Quando gli occhi violetti di Shiho si posarono sui tre fiori di housenka con cui aveva fatto decorare il DEEP Arms, lei non riuscì a trattenere un sorriso, seppur a fior di labbra. «Mi piace», decretò, portandosi una mano al petto.
   «L’avevo sempre sospettato», commentò una dei meccanici, piombandole alle spalle e gettandole le braccia attorno alla nuca.
   «Rin!» esclamò il Red Coat, colta alla sprovvista da quella mossa che le fece perdere l’equilibrio. C’era di buono che lì su Boaz la forza di gravità era molto bassa, per cui nessuna delle due finì col cadere al suolo.
   La ragazza dalla zazzera chiara sghignazzò, liberandola dalla presa per consentirle di riacquistare una posizione più o meno eretta. «Finalmente l’hai ammesso.»
   Riacquistando un certo contegno, Shiho si passò i lunghi capelli castani dietro le spalle con un lento gesto della mano. «Ma cosa?» domandò, non riuscendo a leggerle nel pensiero.
   «Che ti piace», le ricordò Rin, intrecciando le braccia sotto ai seni e impettendosi tutta, il mento in fuori come a volerla sfidare.
   L’altra comprese. O per lo meno credette di farlo. «Beh, altrimenti non lo avrei voluto.»
   Il meccanico si lasciò andare a un’esclamazione vittoriosa, alzando le mani per aria, oltre la testa, come se stesse festeggiando chissà cosa. «Finalmente lo confessi apertamente!» Shiho si permise di corrucciare lievemente le sopracciglia scure, mentre lei le si avvicinava con fare complice, un sorriso sornione sulle labbra. «E, dimmi, ne hai parlato con lui?»
   «Con lui?»
   «Non fare la gnorri», la rimbrottò bonariamente, ridendo ancora. «Intendo il Capitano Joule.»
   «Oh», balbettò il Red Coat, dandosi della sciocca. Annuì, inarcando appena le labbra verso l’alto. «È stato lui a darmi l’idea.»
   Rin strabuzzò gli occhi e spalancò la bocca, incredula. «Che…?!» gracchiò, incapace di contenere la sorpresa. «Ma sul serio?» La mora fece nuovamente segno di assenso, benché non le riuscisse di dare una spiegazione logica alla reazione dell’amica. «Cioè… È stato lui a…» La prese per un gomito e la strattonò lontano da orecchie indiscrete, visto che nei pressi dei Mobile Suit c’erano diversi meccanici al lavoro – cosa che avrebbe dovuto fare anche lei. «È stato davvero lui a metterti la pulce nell’orecchio?» le domandò poi con una certa, curiosa ansia.
   «Sì, perché?» farfugliò Shiho, continuando a non seguire il discorso.
   «Non lo avrei mai detto!» esclamò sottovoce Rin, portandosi le mani davanti alla bocca e non sapendo esattamente come prendere quella notizia – o pettegolezzo? «E, dimmi, tu hai accettato subito?»
   «Si capisce», affermò l’altra, facendosi più sicura, mentre i suoi occhi tornavano a cercare, sia pure da lontano, l’immagine dei tre fiori di housenka. «Mi è piaciuta subito.»
   Il meccanico si strofinò i palmi delle mani sulla tuta chiara, all’altezza dell’addome, e tirò su col naso, scrutando il suo profilo con aria perplessa e in parte ancora incredula. Non avrebbe mai pensato che il Capitano Joule fosse così audace. Ma, dopotutto, nonostante il suo continuo abbaiare ordini a destra e a manca e la sua ossessione per il proprio lavoro, era un uomo; che altro ci si poteva aspettare?
   Tornò a sorridere, contenta per l’amica. «E così… hai colto la palla al balzo e hai ottenuto ciò che volevi.»
   Shiho scrollò le spalle, le iridi violette ancora sul proprio CGUE. «Ho solo colto il tuo suggerimento.»
   «E l’hai colto bene, a quanto pare», si sentì prendere in giro, mentre una gomitata cameratesca la colpiva sul fianco e con la coda dell’occhio si accorgeva che la ragazza dai capelli chiari ammiccava nella sua direzione.
   Fu a quel punto che un dubbio la colse, e solo perché, appunto, Rin le strizzava l’occhio e sorrideva in quella maniera sfacciata unicamente per una ragione: quando la stuzzicava riguardo la sua ammirazione nei confronti del Capitano Joule. Rapidamente, come solo un Coordinator avrebbe saputo fare, la sua mente rielaborò ogni dettaglio di quella breve conversazione e quando comprese, questa volta per davvero, le si gelò il sangue nelle vene. E poi arrossì considerevolmente, portandosi entrambe le mani al viso per nasconderlo in parte alla vista di chi le stava intorno.
   «Rin!» articolò dopo aver boccheggiato a vuoto per qualche istante. «Ma come t’è saltato in testa che stessi parlando di… quello?!»
   Fu il turno dell’altra, adesso, di cadere dalle nuvole. La fissò confusa, le sopracciglia aggrottate. «Non… Non ti ha fatto nessuna proposta?»
   «No!» uggiolò Shiho, coprendosi gli occhi per l’imbarazzo e sperando che nessuno riuscisse a sentire le loro parole. «E smettila con questa storia! Non è divertente!»
   No, non lo era. Questo perché lei era una stupida, constatò con rassegnazione Rin, portandosi le mani chiuse a pugno sulle anche e stirando la bocca in una linea severa. «Sei un caso disperato», si premurò di farle sapere. Negava che il suo grande rispetto per Yzak Joule andasse oltre la semplice ammirazione, tuttavia arrossiva come una ragazzina alla prima cotta. Se non si fosse resa conto di poter apparire indelicata, l’avrebbe paragonata al compianto Nicol Amarfi – e al suo entusiasmo per la presenza del figlio disertore del Presidente Zala nella sua stessa squadra.
   Shiho cercò nuovamente di riprendere un contegno, benché sentisse ancora il calore del sangue sulle guance. «Pensala come vuoi, ma ti prego di non malignare oltre su questa faccenda. Ti ho già detto che…» Si interruppe, vedendo Rin scattare sull’attenti, gli occhi puntati oltre la sua spalla. Batté le ciglia scure e si voltò indietro, giusto in tempo per accorgersi che il Capitano le aveva raggiunte e si era portato a pochi passi da loro. Subito si esibì in un impeccabile saluto militare, pregando che lui non avesse udito mezza parola di tutto quel madornale equivoco.
   Yzak la scrutò con fare curioso, ma sulle prime non disse nulla, limitandosi a portare una mano alla fronte per ricambiare educatamente il gesto. Poi si fermò a mezz’aria accanto a lei e diede uno sguardo al DEEP Arms con i fiori di housenka disegnati sulla spalla del Mobile Suit. «Vedo che hai accettato il mio suggerimento», si limitò a mormorare, non riuscendo bene a interpretare la propria reazione al riguardo.
   Shiho abbassò gli occhi. «L’ho apprezzato molto, Capitano. Anzi, colgo l’occasione per ringraziarla.»
   Lui strinse le labbra, sentendosi a disagio. Era la prima volta, da che aveva lasciato l’Accademia Militare, che si trovava ad andare tanto d’accordo con un compagno. Non che con Dearka ci litigasse, ma anche con lui c’erano degli alti e dei bassi; senza contare poi che, dopo quello che era accaduto alla Colonia Mendel, non sapeva davvero più che pensare del suo amico. Anzi, non sapeva davvero più che pensare di quella maledetta guerra che aveva già fatto troppe vittime e diviso troppa gente.
   Chinò il capo. «Sta’ attenta quando usciremo là fuori», disse soltanto, senza guardare la sua interlocutrice – alla quale aveva solo di recente iniziato a dare del tu di propria iniziativa. Shiho tornò a rialzare lo sguardo su di lui, giusto in tempo per vederlo muoversi verso il gruppo di meccanici all’opera. «Questa potrebbe essere una delle battaglie decisive. Dobbiamo mettercela tutta, non solo per far finire la guerra, ma anche per tornare in vita dalle persone che amiamo.»
   Forse avrebbe dovuto interpretare quel discorso in modo romantico, ma lei non era una sognatrice come Rin. Shiho sapeva bene cosa aveva cercato di dirle il Capitano, perché negli ultimi mesi aveva perso molto sul campo di battaglia, e la cicatrice che ancora gli sfigurava il bel viso chiaro non era niente se confrontata a quella che di certo aveva nell’animo, martoriato dalle battaglie e dai sensi di colpa dovuti a quella che lui credeva impotenza davanti all’ineluttabilità del destino. Era per questo che Shiho lo rispettava. Era per questo che lo ammirava. Perché, nonostante la giovane età, Yzak Joule ne sapeva sicuramente più di chi, dietro una stupida scrivania, prendeva decisioni per tutti, dando ordini folli e mandando al macero tante, troppe vite in nome di un ideale che forse neanche la metà degli abitanti di PLANT condividevano.
   Lo avrebbe seguito, qualsiasi decisione egli avrebbe preso. E non soltanto perché era una sua sottoposta.












Questa shot è ambientata prima della battaglia di Jachin Due e, a quanto pare, anche prima della distruzione di Boaz. L'idea iniziale era quella di analizzare il rapporto che lega Shiho a Yzak, benché su di lei si sappia davvero pochissimo; ma poiché esiste un breve manga autoconclusivo (ufficiale, si intende) su questo stesso argomento (o per lo meno su Shiho in genere e sulla sua personalizzazione del YFX-200 CGUE DEEP Arms che pilotava all'epoca), ho preferito rispolverarlo dopo tanto tempo e mi sono resa conto che avrei potuto usare anche il personaggio di Rin che compare in quella storia e che sembra malignare (o subodorare qualcosa?) sull'ammirazione che Shiho ha per il Capitano Joule. È una storia breve ma che mi piace molto, dove la Red Coat tanto cara a Tynuccia (a cui dedico questa shot) sembra apparire come un soldato ligio al proprio dovere ma che, come Yzak, non desidera affatto lo sterminio dei Natural come è stato ordinato loro, quanto unicamente la fine della guerra.
Non so se sono riuscita a mantenere IC i personaggi rispetto a quel manga (purtroppo al link in cui l'ho recuperato tempo fa in italiano non è più possibile rintracciarlo, ma se vi interessa contattatemi pure e ve lo manderò volentieri, tanto più che non ne sono stati ancora acquistati i diritti, qui in Italia), ma la silenziosa Shiho la immagino per lo più così.
Buona giornata!
Shainareth




  
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