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Autore: _Dark Side    20/09/2012    3 recensioni
Nella mia piccola città non c'era nulla che potesse realizzare uno dei miei tanti sogni, ossia vivere in prima persona un'esperienza incredibile come visitare una casa infestata, ritrovarmi in un luogo sperduto e riuscire a cavarmela da sola...insomma, vivere un'avventura paurosa come quelle nei racconti horror che mi piacevano tanto. Vivevo in un paesino del tutto normale, con una famiglia iper protettiva, ma filava tutto liscio come l'olio. O almeno sembrava. Finchè un giorno tutto cambiò e mi ritrovai a vivere un' esperienza talmente paurosa che nemmeno potevo immaginare. O sognare.
Genere: Horror | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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«E adesso? Che facciamo?» Allyson si era rivolta a me, dopo un lungo, quasi interminabile attimo in cui lei ed io non riuscivamo a togliere lo sguardo dal corpo esanime di mia madre. «Adesso dobbiamo trovare un modo per uscire. Riusciresti a torarmi giù di qui? A portarmi fuori? Almeno potremmo cercare aiuto nelle vicinanze...capire dove diavolo siamo!» Mi ero un po' alterata, forse perchè poter finalmente scappare dopo tanta sofferenza, avere quel senso di libertà ma senza poter fare nulla per la caviglia mozzata, era devastante.

 

«Ok, aggrappati a me, così, brava» Allyson era gentilissima con me. Delicatamente mi tirò giù dal tavolino e senza farmi mai toccare a terra la caviglia, mi portò fuori dalla stanza. Era tardi, davvero tardi...saranno state le tre di notte. Quanto avremmo potuto resistere ancora? Eravamo stanche, ma desideravamo entrambe uscire di lì. Sonno o no. Scavalcammo il corpo di quella che poco tempo prima chiamavo “mamma” in città, a casa...giusto! Avrei dovuto cercare di arrivare a casa. Una volta arrivate, io ed Allyson avremmo potuto riposarci e l'indomani avremmo raggiunto l'ospedale. Ma quel piano era così troppo bello, non credevo fosse possibile realizzarlo...

 

Mentre raggiungevamo l'uscita, attraversammo corridoi lunghi e con ogni tipo di quadro. Non c'erano soprammobili, no, ma al loro posto vi erano barattoli con del liquido e parti umane. Si distinguevano benissimo dita, ciuffi di capelli, piedi, occhi e naso...e poi un cuore, così riconoscibile...stavo per vomitare. «Ecco, finalmente la porta!» Uscimmo e l'aria umida della notte ci tolse il respiro. Lì fuori c'era un piccolo cortile, in cui al centro vi era un pozzo. Quella piccola costruzione doveva avere tanti anni. Era malridotto e pieno di muschio. «E lì sotto? Ci saranno corpi, non è vero?» Guardai Allyson. « Sì, mia madre avrà gettato ragazze nel pozzo. Ma adesso è tutto finito...tutto finito!» La caviglia riprese a sanguinare e mi doleva più che mai.

 

Allyson, aiutandomi a camminare, faticò molto, ma alla fine arrivammo in fondo ad un vialetto. Dove ci trovavamo era impossibile da dire...era buio, avevamo sonno e per di più quel luogo lo vedevamo per la prima volta. Avevamo paura, inutile dirlo! C'era un boschetto, tentavamo di schivare gli alberi, ma inevitabilmente li urtammo lostesso. «Cerca di rimanere sveglia Safyria, ci siamo quasi » Allyson sapeva benissimo che potevamo essere dall'altro capo della città, ma si sforzò di crederci e di farmici credere. «Giurami che quando tutto sarà finito, saremo buone amiche» Allyson mi sorrise «Ma certo, andremo al cinema insieme e ti farò conoscere mia sorella...ah, e per la cronaca, ho anche un ragazzo» Io risi a mia volta «Bene, vuol dire che prenoteremo un tavolo da Tony!» Quello era il ristorante più chic della città.

 

Sentimmo un rumore. Qualcuno ci stava seguendo. Suggestione, soltanto suggestione, fortunatamente. Non avrei potuto reggere un' altro ipotetico qualcuno che ci avrebbe aggredito! Allyson cominciò a camminare più spedita, fino a quando fu costretta a fermarsi un momento, aveva il fiatone. Con una delicatezza incredibile mi appoggiò a terra, cautamente ai piedi di un pino. La stanchezza in quel momento si fece sentire...avremmo resistito ancora ben poco, poi saremmo crollate dal sonno. «Ma che...oh, lì c'è acqua!» Allyson si diresse verso il ruscello che scorreva lento davanti a noi, ma dopo alcuni passi, la mia nuova amica cadde. Urlò, ma solo per un istante, perchè sentii un tonfo che mi spaventò. Pregai che il mio presentimento fosse sbagliato, ma non era così.

 

Cercai di raggiungere il punto in cui Allyson era caduta...una fossa. Da un masso vidi a terra, lì in fondo, il corpo della ragazza. Iniziai a piangere, mentre, nonostante il buio, distinsi esattamente la macchia di sangue che piano piano si espandeva. Era morta. Ed io non potei fare nulla. Ancora una volta non ero riuscita a salvare qualcuno. Mi sentivo così impotente...piansi, piansi e piansi ancora, fino a quando il mio corpo stanco, stremato dalla stanchezza, si accasciò a terra.

 

Svenni o mi addormentai? Non saprei rispondere.

L'unica cosa certa è che mi risvegliai in un letto d' ospedale, con un incredibile mal di testa. La mia vista era ancora appannata, ma tanto bastò ad identificare il primo volto che vidi. Curva su di me, una donna che mi rivolse un sorriso smaliante. Era impossibile, eppure nonostante fossi ancora stordita, la riconobbi. Mia madre.

  
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