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Autore: la dea della morte    21/09/2012    0 recensioni
a volte nella vita ci si pone dei limiti entro i quali non si può andare avanti e quando lo si fà,questo gioco diventa come un libro di cui tu,il protagonista sei onniscente,sai cosa ti accadrà domani o tra un anno o tra dei decenni,ma fai finta di niente e te ne scordi cercando di vivere tristemnte il resto dei tuoi giorni,sperando che nessuno si accorga che tu non sei un'essere come tanti,che sei l'unico ed il solo capace di scrivere le righe della tuo futuro
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Credevo che essere di malumore portasse ispirazione,ma mi sbagliavo,provare o sentire dolore per una qualsiasi sciocchezza non equivale a generare una vena letteraria.
Credevo in molte cose,nell'amore,nell'amicizia,nella perfezione,ma invece crescendo sono stata terribilmente smentita dai fatti che mi circondano.
Qual è stato il mio errore?la fiducia che ponevo nelle cose della vita?negli stimoli,nelle sensazioni,nelle illusioni...
Credere è e sarò sempre l'errore di tutti gli uomini e anche se consapevoli di essere raggirati dalla società continuano imperterriti a BELIEVE. Crediamo che per ogni singola parola ci sia una singola definizione,ma provate a pensarci,a pensarci veramente a quanti significati può avere anche la più stupida delle parole.
Ad alcuni risulterà facile dire che no,che mi sto sbagliando,che esiste una sola ed unica definizione per descrivere una parola,mentre altri,coloro che posseggono il sapere divino,come lo chiamo io,avranno di certo trovato che ciò che dico consiste nella verità.
Ecco,vedete com'è semplice manovrare la mente umana?scrivendo con parole candide,io alla maggior parte di voi sono riuscita ad inculcare il mio pensiero facendovi credere che le mie affermazioni precedenti siano vere. Ovviamente non tutti mi avrete dato ragione e non è detto che ciò che ho affermato consista in una calunia,ma resta il fatto che la mente umana è facilmente manovrabile e così sono io,Sinai Pacis,ventidue anni.
Amavo il nero,l'ho odiato e lo amo,non per mia scelta,ma perchè mi lascio trasportare dal "volere comune" che anno per anno mi aiuta ad avere nuove preferenze.
Sono giovane,eppure giorno dopo giorno mi sento strana e affaticata,nonostante non si veda ed ad altri non possa sembrare così.
Nessuno mi ascolta veramente,nessuno mi capisce veramente e così per riparami dall'ignoranza altrue mi muovo come un automa,rido come una automa,sceglo come un automa,piango come un automa.
Amo chiudermi in me stessa e fantasticare sugli "e se,ma forse,sarò,sarà,perchè",e amo non esternare ciò che provo,ma fingere di esternare ciò che provo perchè tanto il resto del mondo mi CREDE.
Non sono sentimentalista nè tantomeno eccessivamente emotiva e sono sicura al novantanove percento che se mia madre morisse adesso di punto in bianco sentirei solo un vuoto,che una parte importante della mia vita è scomparsa,ma è naturale no?tra l'altro non reagirei immediatamente ad una notizia del genere,passerei la giornata normalmente ed in un momento senza stimoli,la mia mente ripenserà a quella donna che mi ha portata al mondo,le lacrime le lascerei per la finzione,o meglio,per fa credere.
Sembro depressa,ma non lo sono,perchè la solitudine mi arreca un'insolita gioia.
Io non conosco la parola noia,noia è ciò che utilizza la gente comune per descrivere un monìmento in cui non ha proprio nulla di particolarmente piacevole da fare  o quando fa qualcosa che non ama fare,ma se dovessi dare io una definizione di gioia direi che è quel momento in cui la mente può dedicarsi ad un profondo riposo libera da distrazioni inutili,un pò come dormire,ma con la differenza che si è consci e ci si può dedicare ad un'analisi completa di sè e di ciò che ci circonda. Potrei non essermi espressa in modo abbastanza chiaro,ma sono certa che pensandoci un pò capirete ciò che intendo.
Mi trovo nel mio appartamento e sono davanti alla finestra del bagno,l'unica finestra da cui si possa ammirare senza ostacoli strutturali la pioggia assassina che squarcia l'aria come un cavaliere penetra vittoriosamente la corazza d'un nemico con la sua arma stridente.
Ma la pioggia non è stridente.
Il suo suono è continuo ed infinito ,ma non leggero come le onde del mare che si infrangono sufìgli scogli e neanche pesante come il passo di un elefante,semplicemente cambia di timbro ed intensità in un modo unico,oserei dire indescrivibile.
E poi c'è il vento,lui è la cosa che rende ancora più magnifica la pioggia. La cosa che mi piace di lui è il fatto che quando mi viene a trovare  mi avvolge tutta coi suoi soffi amorevoli ed il suo dolce danzare da destra a sinistra,da nord a sud. Quando arriva lui il mio corpo è come elettrizzato e batto i denti e rabbrividisco e mi accarezzo le spalle ,osservandolo mentre fa da direttore d'orchestra agli alberi e alla pioggia ,tutto questo mi fà giubilare e mi fa ringraziare il cielo di essere nata.
I miei capelli,così lunghi,così neri,così spaghettosi ,come li definisce Cleopatra,si sono oramai uniti alla danza delle foglie e come serpenti strisciano nell'aria liberi.
Sorrido beatamente e penso con certezza di far parte dell'infinito profondo della natura. Sono come un essere privileggiato  che si gode delle sensazioni che non tutti riescono a provare ,o, che provano con disprezzo.
Chissà cosa potrei provare nel lanciarmi giù dalla finestra... me lo chiedo spesso,ma sarei una stupida nel cimentarmi in un'impresa così estrema e altamente mortale.
  
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