Serie TV > Squadra Speciale Cobra 11
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Autore: shaolin7272    21/09/2012    3 recensioni
L'uomo colto di sorpresa frenò bruscamente sterzando e fermando la vettura contro il guardrail per evitare la figura vestita con bermuda a fiori e cappellino alla pescatora apparsa all’improvviso in mezzo all'autostrada.
“Ma che diavolo…” Imprecò Fux uscendo e raggiungendo la persona per trascinarla sul bordo della strada.
"Questa fanfiction ha partecipato al contest La notte degli Oscar indetto su Writers Arena Rewind"
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Grazie per le recensioni e a tutti quelli che stanno leggendo questo racconto.


Cap. 3

La giornata stava diventando interminabile, un incubo, pensò Gerkhan, mentre stavano andando a notificare a Ruth Hartmann la morte della sorella. Non era convinto che fosse una buona idea che André andasse con lui ma, il testone aveva insistito. Ad ogni buon conto voleva approfittare del viaggio in auto per farsi raccontare qualcosa di più su Greta.

Rimase in silenzio osservandolo alla guida cercando un modo per iniziare il discorso, l’ultima cosa che voleva era irritare il suo socio. Ad un tratto fu proprio André a rompere il ghiaccio. “Cosa vuoi sapere?”

Esitò un istante “Ecco non saprei … come vi siete conosciuti?”

“Tutto qui? Andiamo tu vuoi i particolari, caro il mio pettegolo turco.”

“No, non é vero. ” Cercò di difendersi per poi scoppiare a ridere, colto in flagrante, sollevato che André scherzasse con lui e non fosse arrabbiato.

“Io e Ruth eravamo compagni di classe al liceo. Ho conosciuto la sorella alla festa dei sedici anni. Greta aveva quasi vent’anni, alta mora e occhi splendenti. Bellissima. Doveva sorvegliarci affinché non combinassimo danni. Non ho mai visto un broncio più adorabile.” Sorrise nel ricordare quel giorno.

“E come sei riuscito ad uscire con lei?” Chiese incredulo Semir. Non metteva in dubbio che l’amico avesse fascino e ci sapesse fare con le donne ma non riusciva ad immaginare una ragazza di vent’anni uscire con un sedicenne per quanto bello e intelligente.

André ridacchiò “Per scommessa. Con i miei compagni di classe avevo sostenuto che sarei riuscito ad uscire con Greta entro la fine della scuola.”

“E quando ti metti in testa una cosa l’ottieni.” Osservò

“Già.” Annuì con la testa Fux “Ci ho messo un po’ per convincerla ma, alla fine mi sono messo con lei. Ho vinto la scommessa. Tuttavia non avevo previsto di innamorarmi.” Disse accostandosi al marciapiedi “ E’ stata la prima donna con cui ho fatto l’amore.” Confessò.

“Perché è finita?”

“Per vari motivi. Avevo appena finito le scuole e i miei interessi erano la musica e le macchine veloci. Non avevo idea di cosa avrei fatto da grande. Lei invece sì. Aveva vinto un dottorato di ricerca a Parigi. Ha scelto il lavoro.” Non c’era amarezza nelle sue parole solo una punta di rammarico.

Semir lo guardò con affetto. Gli risultava difficile immaginare l’amico giovane e innamorato. Da quando lo conosceva era uscito con decine di donne senza mai veramente legarsi. Greta doveva essere stata veramente speciale. Gli diede una pacca sulla spalla e scese dall’auto.

Arrivati alla porta suonarono il campanello. Aspettarono alcuni minuti e alla fine venne ad aprire una donna tarchiata vestita di grigio dai capelli striati di bianco e occhiali con una spessa montatura. André fece fatica a riconoscere la sua compagna di classe, non che fosse mai stata una bellezza, ma, adesso sembrava una vecchia.

Lei però lo riconobbe subito. In fondo era il ragazzo che le aveva fatto battere il cuore e glielo aveva anche spezzato mettendosi con la sorella.

Spalancò l’uscio con un sorriso che ringiovanì il suo viso “André che sorpresa” disse con tono falso “accomodatevi” e fece strada verso il salotto spoglio. Non aveva dato a loro il tempo neanche di identificarsi. Semir si raschiò la gola a disagio guardando confuso il socio e si presentò “Sono l’ispettore Gerkhan”

“Polizia? Allora non siete qui per una visita di cortesia.”

“No Ruth siamo qui per Greta.” Intervenne Fux

Ruth fece segno ai due di sedersi sul divano di pelle nera con cuscini bianchi mentre lei si sedette sulla poltrona di fronte a loro.

“Che cosa ha combinato mia sorella?”.

“Non ho un modo facile per dirtelo” mormorò André imbarazzato, odiava informare i parenti del decesso di un loro caro anche quando non li conosceva, figuriamoci in quella circostanza, “mi spiace hanno trovato Greta morta vicino all’uscita autostradale di Lind” le comunicò “qualcuno l’ha uccisa e gettato il corpo dentro un sacco di plastica dietro a dei cespugli.”

Ruth si portò la mano alla bocca e scrollò forte la testa ma quel gesto sembrava artefatto.

“Se la sente di rispondere a qualche domanda?.” Chiese gentilmente Semir. “Greta abitava qui? Se sì, possiamo dare un’occhiata alle sue cose?”.

Lei annuì poi alzandosi di scatto uscì dalla stanza. Aspettarono incerti sul da farsi per una decina di minuti guardandosi attorno. C’era poco in quella stanza disadorna, nessun quadro sulle pareti bianche e neppure foto. Stavano per andarla a cercare quando ritornò con un vassoio e del caffè. Porse la tazza ad André “Lo prendi ancora con tre zollette di zucchero e macchiato vero?”. Lui rimase colpito del fatto che si ricordasse ancora come prendeva il caffè.

Intanto Ruth servì anche il suo collega e risedendosi cominciò a parlare. “Greta era ritornata da poche settimane, la casa farmaceutica per la quale lavorava l’aveva trasferita di nuovo a Colonia. L’ospitavo temporaneamente.”

“Aveva nemici, qualcuno che poteva avercela con lei?” Domandò André

Ruth fece una risatina secca “Dovresti saperlo meglio di me, non era cambiata. Prendeva quello che voleva, usava le persone per i suoi scopi e poi quando non ne aveva più bisogno le buttava via come giocattoli rotti.”

“Che intende dire?” Chiese Semir.

“Pur di fare carriera elargiva favori ai suoi superiori. Capite cosa intendo vero? Inoltre denigrava i collaboratori, mentiva. Di nemici a Parigi deve essersene fatta parecchi. A Colonia non credo. Non è rimasta abbastanza tempo.”

André era perplesso dalla descrizione fatta da Ruth non riusciva a riconoscere Greta. C’era qualcosa che non quadrava ma non riusciva a capire cosa fosse. “Non ti sei preoccupata, voglio dire è scomparsa da tre giorni e non hai provato a rintracciarla, perché ?” .

La donna alzò gli occhi al cielo sbuffando “Non sono la sua baby sitter. Ho fatto il doppio turno in ospedale. In realtà mi aveva detto di averti incontrato e che avevate un appuntamento. Ho pensato che dovesse recuperare tredici anni.” Disse con acredine.

I due poliziotti rimasero senza parole, avevano percepito chiaramente l’astio. Ruth Hartmann non sembrava per niente addolorata per la dipartita di Greta.

Dopo aver controllato le poche cose della donna e requisito l’agenda si congedarono.

  
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