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Autore: Freccia_9    21/09/2012    3 recensioni
Cos'è questa one-shot?
Un altro titolo de Le luci della centrale elettrica, innanzitutto. Un'altra ferita nel cuore, profonda, talmente profonda da non sentirla neanche, certe volte.
Un'altra storia buttata alle ortiche. Altri sguardi da evitare in futuro, altri occhi da rimpiangere.
Stavolta non era tutto lavoro della mia fantasia. Io e te eravamo qualcosa di vero, di palpabile, qualcosa che si poteva vedere e sentire.
Forse siamo esistiti realmente, io e te assieme.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Cos'è questa one-shot?
Un altro titolo de Le luci della centrale elettrica, innanzitutto. Un'altra ferita nel cuore, profonda, talmente profonda da non sentirla neanche, certe volte.
Un'altra storia buttata alle ortiche. Altri sguardi da evitare in futuro, altri occhi da rimpiangere.
Stavolta non era tutto lavoro della mia fantasia. Io e te eravamo qualcosa di vero, di palpabile, qualcosa che si poteva vedere e sentire.
Forse siamo esistiti realmente, io e te assieme.

(Caro lettore, qui finisce questa specie di prologo. Non chiederti perchè parlo sempre alle persone a cui ho voluto bene in seconda persona, è un vizio che non riesco a togliermi, anche se so di risultare noioso.)

Oggi ho detto ad una mia amica che se avessi beccato l'inventore dell'amore l'avrei evirato. Ho mentito, ovviamente.
L'amore è entrato nel mio corpo tramite le porte che tu hai sfondato. Ti sei fatta largo lasciando fluire questo sentimento, aprendogli la strada di modo da rendere il suo percorso veloce ma piacevole, come su un'autostrada deserta di notte. Ora che non ci sei lo sento farsi avanti a fatica, sui gomiti, sfondare i muri che perennemente pongo sulla sua strada.
L'amore è improvvisamente tornato a farmi del male.

Era bello vedere il mondo nei tuoi occhi. Socchiusi dal sonno o spalancati dalla passione, erano lo specchio delle nostre vite storte che stavamo raddrizzando. Il tuo passato inciso sulla pelle non sono riuscito a cancellarlo. Le risse con il mondo sono rimaste parte di te, cicatrici, anche ora che sei diventata bella come il sole e sorridi. E' un sorriso vero il tuo, lo so. Devo un po' immaginarlo mentre ti osservo da lontano, ma lo conosco piuttosto bene. Mi riempie il cuore credere che tempo fa tra le cause di quel sorriso c'ero anche io.

 

E' settembre ma sembra inverno. Il tuo collo è poco colorito, lontano parente della pelle dorata dal sole di luglio. La voglia salta di più all'occhio ora. La seguo con lo sguardo come ho già fatto decine di volte, partendo dalla cervicale fino ad arrivare alle maniche della maglia sotto cui dorme la tua passione. Anche i tuoi occhi sono diversi. Gli occhiali fanno scudo dal freddo, e riflettono la poca luce impedendomi di esplorarli ancora. Magari è meglio così.

Mi sento tremendamente ridicolo mentre cerco di parlarti nonostante tutto. Dovrei essere quello che si è già lasciato la faccenda alle spalle senza rancori. Ma non sono il tipo che dimentica facilmente. Anzi, posso dire che proprio non riesco a dimenticare, nemmeno volendo. A volte mi domando se al mio diciottesimo compleanno starò ancora a mordermi il fegato per i rapporti che non sono andati a buon fine. Conterò ancora le cicatrici sul mio cuore come i carcerati contano i giorni passati in cella?
Non ti importa molto. Vorrei dire che non ti è mai importato e sfogare tutta la mia rabbia, ma dentro so che direi stronzate.
Non ti reputo una cattiva persona. E anche se lo fossi non credo che saresti subdola al punto di fingere tutto quello che c'è stato tra noi. Preferisco pensare che semplicemente hai preso scelte diverse, hai svoltato ad un bivio. Svolta brusca e inaspettata, per carità. Direi anche incomprensibile; ma siccome so che non si diventa stupidi tutto in un colpo sono sicuro che le tue ragioni le avevi.


Il nostro amore è stato anormale. E' partito velocemente, come uno shuttle sparato in cielo dai nostri cuori alle prime armi. Ci siamo goduti il panorama agitandoci, senza mettere alcun tipo di freno alla passione. Abbiamo finito per rompere il giocattolo, come due bambini, a furia di lanciarcelo l'un l'altro ogni volta più forte. I pezzi sono rimasti in mano a te e li hai lasciati lì, dov'eri seduta.
Proprio come una bimba stanca, ti sei alzata e sei corsa lontano a prendere un nuovo tipo di gioco, e qualcun altro con cui giocare. Io avrei dovuto fare lo stesso, ma tuttora sono chino sui frammenti cercando di riunirli con la colla. Però qualcosa di rotto non torna mai come nuovo, e mi sentirei nudo a presentarmi da te senza nulla in mano.

Non è che ti ho perdonato, non ti ho proprio mai accusato. Non riesco a darti colpe per quello che è successo, mi carico sempre di tutto io con questo inutile fastidiosissimo vittimismo da “beautiful” di serie b.
Al limite riesco ad appiopparti (esiste davvero questo termine?) il 50% della colpa, ed è già un passo avanti.
Voglio solo tornare a condividere la mia vita con te, correre fuori dall'aula a ricreazione per venire a baciarti, passare di nuovo le mie mani sulla tua schiena nuda e vedere ancora l'universo nei tuoi occhi.

E' come se tu fossi partita per l'estero (si, ancora vasco brondi). Tornerai? L'estero è lontano, una nebbia pesante mi separa dalle tue labbra e mi svuota lo stomaco. Non so quanto ancora potrò resistere così, dovrò imparare a dimenticare prima di morirci. E' una guerra con me stesso, la stessa che combatto ogni volta che sfoglio i miei ricordi. Una guerra fredda senza morti, dove il dolore arriva da lontano, sembra essere sempre lì e svegliarsi ogni tanto per dare fastidio, duro e crudo com'è il dolore di una separazione.

Sono una persona insicura. Tu mi rendevi involontariamente migliore. Per arrivare a ritenermi al tuo livello ero costretto ad alzare l'asticella dei miei limiti e spingermi lontano, diventare qualcosa di migliore rimanendo sempre ancorato a ciò che sono. Andandotene mi hai lasciato in un perenne downgrade della mia esistenza.

Non so se leggerai tutto questo. Non so neanche se augurarmi che lo farai o che non lo farai. So solo che questo è quello che provo ora, in questo preciso momento. Questo è ciò che scatena la tua mancanza.
Si, se non l'avessi capito mi manchi.
C'eravamo abbastanza amati, io e te.

  
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