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Autore: Rufus    21/09/2012    0 recensioni
Questa è una storia ispirata da una biografia.
Questa è una storia che ha bisogno di riattivare un ricordo.
Questa è una storia che ha bisogno di voi.
Genere: Introspettivo, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Idiota. Povera idiota che sono stata. Come tutte le altre. Mi considera esattamente come tutte le altre. E di conseguenza merito di essere presa in giro così. Stupida io e l'insensato desiderio femminile di essere speciali. Pazienza. Che posso farci? Ho perso due anni di amicizia con un bastardo ignobile. E ormai non posso tornare indietro, giusto? Perché diavolo non l’ho capito prima? Avrei dovuto immaginarlo. Lo sapevo come le trattava le ragazze, lo sapevo bene. Speravo solo di contare qualcosa in più per lui. Speravo che in due anni qualcosa si fosse creato tra di noi. Speravo che la nostra amicizia fosse vera. Mi sbagliavo. Su tutto, a quanto pare. E va bene, basta saperlo. Prendo il cellulare, cancello il suo numero dalla rubrica. Tanto non mi chiamerà. Lo elimino da ogni ricordo, ogni pensiero non sa più di lui. Dilan per me non esiste più.

Parcheggio la R1, la mitica. Fedele, lei non mi tradisce. Lei resterà sempre al mio fianco. La R1, l’unica vera certezza della mia vita. Perché col tempo l’ho imparato, che delle persone ti puoi fidare ma non troppo. Delle moto invece sì.

Entro in casa, raccolgo la posta dalla cassetta, due bollette e una pubblicità. Fantastico. Le lancio sul tavolo e mi fiondo in bagno. Ho bisogno di una doccia, devo togliermi quel profumo dai vestiti, dai capelli, dalla pelle. È il profumo di qualcuno che non esiste più. Lascio che l’acqua mi scivoli addosso, resto in attesa di qualcosa che so non arriverà. Mi lavo i capelli, insapono ogni angolo del mio corpo e poi via tutto. Il sapone scivola per terra formando un cumulo di schiuma. Afferro l’accappatoio e esco dalla doccia. Vado in stanza, mi vesto e asciugo i capelli con una salvietta. Poi la vedo. Una foto. Io e un tizio. Quel tizio non esiste più. La tolgo dalla cornice e la spezzo in due. Dopo di che ne butto una parte nel cestino accartocciandola per bene e torno in bagno per finire di asciugarmi.

Non faccio in tempo a infilare la presa del phon che il suono del citofono invade la casa. Chiedo chi è urlando dal bagno. Mi risponde una voce conosciuta: Andy.

Esco dal bagno e lo trovo seduto sul divano, come se fosse casa sua. Infondo un po’ lo è. Passa qui il 90% delle sue giornate quindi è come se fosse inquilino ad honorem.

- Perché diavolo hai suonato se hai le chiavi? -

- Per avvisarti che Andy era qui –

- Ti aspettavi il tappeto rosso e i petali di rosa, Mr Terza Persona? –

- Hey, ma lo sai che non sarebbe una cattiva idea? –

- Ma piantala. Piuttosto che ci fai sveglio a quest’ora? È un record per te –

- Mio padre vuole assumermi nella sua ditta. Dice che è stufo di vedermi bighellonare tutto il giorno –

- E tu hai intenzione di accettare? –

-Sono costretto, altrimenti mi taglia i viveri. Comincio tra un ora –

- Sono scioccata. Mai mi sarei aspetta un tale cosa da Andy, il re del cazzeggio menefreghista–

- Donna, tu hai poca fiducia nel sottoscritto. Io farò grandi cose da mio padre –

- Sì? E dimmi, in che cosa consisterebbe il tuo lavoro? –

- Devo, insomma, devo incollare i feltrini alle sedie, svuotare i cestini, pulire il pavimento –

Non posso fare a meno di scoppiare a ridergli in faccia. Ride anche lui cosciente della sua tragica situazione. Mi siedo accanto a lui accendendo la television4 su mtv. Ci vuole un po’ di musica per ravvivare questa mattina.

- Poi ieri sera sei andata da Dilan, no? –

- Andy, Dilan è morto! –

  
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