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Autore: BlueHairGirl    21/09/2012    0 recensioni
Liberamente ispirata a 'Pomeriggio a Loving'.
Io l’avevo abbracciata accarezzandole i capelli biondi lunghi fino alle ginocchia, mentre lei affondava le dita nella mia corta chioma da ragazzaccio; avevo stretto una ciocca troppo e lei aveva sentito male, così, in un attimo, una luce pericolosa si era accesa nei suoi occhi. ‘Tagliami i capelli’ mi aveva sussurrato. Io l’avevo guardata, come se fosse matta. Lei amava i suoi capelli, anche se aveva cambiato mille volte il loro colore e spesso erano sfibrati si rifiutava sempre di tagliare più di tre centimetri l’anno.
Genere: Fantasy, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era successo semplicemente così. Quel giorno mia sorella era stata scaricata dal suo ragazzo dell’epoca, un idiota, ma quando cercavo di farla ragionare andava su tutte le furie. Erano, finalmente, arrivati al punto di non ritorno e avevano litigato di brutto, c’era mancato poco che lei non rivelasse la nostra vera identità. Eravamo straniere, senza nessun aiuto, sole ma insieme. Quindi venne da me a piangere, anche se odiava far vedere di avere un’anima anche lei soprattutto all’emotiva sorella maggiore, io. Ma era un’occasione speciale, entro cinque giorni ce ne saremmo andate per sempre e lei, che amava questo idiota, cercava di ritardare la partenza, finché non è tornata a casa dicendo ‘Voglio andarmene’. Tuttora non ho idea del motivo per cui si fossero lasciati, ma non doveva essere una bella cosa, altrimenti me l’avrebbe confidata. Io l’avevo abbracciata accarezzandole i capelli biondi lunghi fino alle ginocchia, mentre lei affondava le dita nella mia corta chioma da ragazzaccio; avevo stretto una ciocca troppo e lei aveva sentito male, così, in un attimo, una luce pericolosa si era accesa nei suoi occhi. ‘Tagliami i capelli’ mi aveva sussurrato. Io l’avevo guardata, come se fosse matta. Lei amava i suoi capelli, anche se aveva cambiato mille volte il loro colore e spesso erano sfibrati si rifiutava sempre di tagliare più di tre centimetri l’anno. Quest’improvvisa affermazione mi aveva lasciata in sospeso, senza dire nulla avevo riflettuto se assecondarla con la paura che si pentisse o se negarle questa possibilità. Avevo optato per la prima scelta, dopotutto io ero una parrucchiera, lì, e se avessi detto di no avrebbe afferrato un paio di forbici combinando chissà quale disastro. ‘Va bene, siediti e stai calma’. Obbedì, senza fiatare, era un’esperienza nuova e, non sapendo come comportarsi, aveva semplicemente seguito le mie indicazioni. La feci accomodare nel nostro piccolo salotto, alla scrivania con la sedia che si abbassava o alzava a proprio piacimento. ‘Che taglio hai in mente?’ le avevo chiesto, guardandola fisso. Non era il momento migliore per i cambiamenti, ma sapevo di non avere scelta, se non volevo abbandonarla a se stessa. ‘Corti, molto corti. Come non li ho mai avuti’. Esaminai mentalmente tutti i tagli corti che ci avevano fatto da piccole; sulle spalle e molto scalati, ma ce n’erano di peggio; a caschetto di quindici centimetri circa, era il più corto ma... no, una volta avevo afferrato le forbici e mi ero divertita con un taglio asimmetrico poco sotto le orecchie, per punizione a me li avevano lasciati corti per un anno, ma lei stava davvero bene. Quindi avrei puntato a sopra le orecchie. Afferrai le mie forbici e le avvicinai alla sua chioma di un biondo dorato. ‘Ne sei sicura?’ ‘Certa’ ‘Allora dimmi da dove iniziare’ Si era guardata allo specchio che aveva davanti e aveva indicato la ciocca sulla tempia sinistra, scendendo di circa cinque centimetri dall’attaccatura dei capelli. ‘Qui va bene’ mi disse, con un sorriso malinconico, mentre altre lacrime le rigavano il volto sciogliendo la matita. Avevo annuito e tagliato la ciocca che mi aveva indicato, dopo averle inumidito i capelli. L’avevo tagliata intera, quasi un metro di lisci capelli biondi. La gettai a terra, freddamente, volevo fare bene ma veloce, cercai un compromesso. Avevo in mente un taglio semplice, ma usare il rasoio m'intimoriva, non volevo spaventarla, però... era difficile. Finché si trattava di estranei, non ci facevo nemmeno caso, ma mia sorella... mi avrebbe odiata per il resto della vita. Non avevo altra scelta, l’avrei lasciata per un po’ a piangere nei ricordi, certa che un nuovo inizio l’avrebbe aiutata. Continuai a tagliare la sua chioma sul lato sinistro; accorciavo e scalavo fino ad arrivare ad un taglio sbarazzino e molto femminile con ciocche lunghe e corte a seconda della loro posizione sulla testa. Poi passai sul lato destro e sopra la nuca, stava venendo molto bene, finché mia sorella, che nemmeno osservava, mi sussurrò ‘Voglio provare il brivido di cui mi hai parlato’. Intendeva il rasoio, lo avevo usato nella nostra ‘vita’ quando avevamo undici anni, non lontano da dove ci trovavamo, ero ancora piatta e i miei lineamenti non definiti, così, lontano da casa, mi ero trasformata in un ragazzo solo per un anno. Era stata la prima volta che tagliavo i capelli da sola e, visto che con le forbici non mi riusciva, avevo preso un rasoio spuntato fuori da chissà dove e avevo tagliato. Era stato orribile e bellissimo, così quando lo avevo raccontato a lei era rimasta affascinata dalla mia volontà, certa che lei non lo avrebbe mai fatto. Ed eccola lì, la mia streghetta delle nevi, che chiedeva di accorciare la sua chioma, ancora lunga dietro. ‘Se non ora, quando?’ le risposi, afferrando l’aggeggio. Non avevo tagliato molto, non volevo stonare con il resto della nuca, così le avevo scorciato un po’ le basi dei capelli vicino al collo. Faceva uno strano effetto, molto carino e simpatico, adatto a lei. ‘Ancora’ mi disse, ma questa volta mi opposi ‘Prima guarda cosa ho combinato, poi mi dirai’. Aprì gli occhi. Era stupenda, e non lo dicevo solo perché era sangue del mio sangue, ma perché quel taglio le donava davvero. ‘Ma non hai tagliato la frangia’ obiettò, toccando i ciuffetti sulla fronte. ‘Hai ragione, ma non sapevo se la volevi ancora...’ ‘No’. Fu la sua risposta, secca e decisa. Ripresi le forbici e mi avvicinai, alzavo ogni piccolo ciuffo verso l’alto e lo tagliavo scalato, come un effetto gel, di pochi centimetri. Tutta contenta, quando ebbi finito mi abbracciò, dicendo ‘Adesso sono pronta per voltare pagina e... darti più ascolto ‘. Sorrisi e, mentre lei usciva ad imballare le nostre cose, mi guardai allo specchio e sorrisi. Chi avrebbe mai sospettato che, conciate in quel modo, eravamo due principesse di un lontano, florido regno, in un’altra galassia, su un piccolo pianeta?
  
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