Fanfic su attori > Josh Hutcherson
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Autore: Ludos    21/09/2012    4 recensioni
“Ci sono almeno 100 ragioni per non uscire con te!” dico con non curanza.
“Me ne bastano 20. Riuscirai mai a trovare 20 motivi per non uscire con me prima di innamorarti?" Esclama Josh con fare sicuro.
“Pff… di chi scusa? Di te?!” sono già innamorata fradicia di te.
“Allora se non riesci a trovarli tutti uscirai con me.”
“Limite di tempo?”
“Finché non ti innamorerai.”
 “Sei così insolente.” Dico mentre gli lascio la birra in mano e me ne vado.
“Ne mancano ancora 19!” Mi urla dietro.
Allora questa storia funziona in un modo un po' strano. Questa è una storia scritta da due persone, me e mycarrotsisyou. Visto che ognuna non può aggiungere i capitoli quando vuole in un solo profilo useremo il metodo dei link. Ovvero: prima di ogni storia scriveremo qual'è il capitolo precedente e successovo a quello che publicheremo. Spero di essere stata chiara, un bacio. Ciaù&
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Questo è il link del capitolo precedente:http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1275107

My life is better now.

Una bambina dai ricci neri e gli occhi verdi si è trasferita con la mamma, Danielle una bellissima donna italiana, a Hollywood dal lontano stato del Tennesee. Si signori, questa famiglia è stata abbandonata dal padre per una “fughina” con la sua segretaria , Jo, una donna hot e di 23 anni. Danielle ha pianto giorni e giorni finché la sua bambina non le disse:
“Mamma smettila di piangere. Non ti voglio più vedere così. Papà tornerà!” la mamma rise si asciugò le lacrime e abbracciò sua figlia. Dopo qualche giorno Danielle trovò lavoro come sceneggiatrice e cominciò a scrivere copioni, e i suoi copioni oggi sono i più grandi film degli anni ’90 e di oggi; così nel lontano 2001 le due donne forti si dovettero trasferire ad Hollywood. Trovarono una bella casetta nel quartiere più “in” di tutta la città, e così iniziò una nuova vita per Danielle e la bimba con i ricci neri.
Un bel giorno di sole quella bambina andò a giocare in giardino dove c’erano tutti i figli di grandi registi e manager.  Non erano normali quelle bambine con cui la bimba dai ricci neri cercava di fare amicizia: 3 di loro avevano vinto “Little Miss America”; 4 bambine sapevano cantare come usignoli; e la bimba dai ricci neri? Che sapeva fare? Oh, lei non lo sapeva ancora che avrà una voce meglio di Whitney Houston; allora si allontanò ed andò a sedersi sotto un salice, ad ammirare quei rami cadenti dell’ albero che non aveva mai visto prima.  Ad un certo punto si sentì fissata e si girò verso quegli occhioni grigi che la guardavano. Era una bimba curiosa, capelli biondi e lisci, fisico minuto (mentre lei era cicciottella), occhi grigio-azzurri; ma comunque sembrava simpatica così la bimba dai ricci neri le sorrise.
11 ANNI DOPO…
Finalmente la campanella è suonata!
Non ce la facevo più a sentir parlare di teoremi, equazioni impossibili e problemi problematici! Aspettate, non fraintendetemi, io adoro la matematica, ma dopo due ore anche il più patito della matematica e nerd sarebbe scoppiato. Infilo velocemente i libri nello zaino e mi dirigo verso il mio armadietto, ci infilo i libri che non mi servono e prendo quelli che invece devo prendere per fare i compiti. Fatto ciò vado verso l’uscita e aspetto la mia migliore amica al solito posto, finalmente è venerdì!
Io sono Josefina, ma tutti mi chiamano Josy. Frequento la Hollywood School of Arts insieme a Audrey, la mia migliorissima amica, lei pratica tutti i tipi possibili e immaginabili di danza e io canto (molto più rilassante, odio balzare da una parte all’altra della sala, stare tutta dritta o muovere il culo; a seconda del tipo di danza ovviamente).  Io e Audrey siamo come il giorno e la notte, la luna e il sole, il bianco e il nero, il buio e la luce; si, insomma, avete capito.
Io ho una massa indefinita di ricci neri come la pece, occhi più verdi del prato che al sole diventano quasi dorati. Invece Audrey è praticamente perfetta. Capelli lisci e biondi, occhi azzurrissimi che al sole diventano grigi, in viso non ha un difetto, è alta e slanciata; la perfezione fatta a persona.
Sono circa 5 minuti che aspetto quella scema di BooBoo (il soprannome che ci siamo date a sei anni); non arriverà MAI. Dovrò impegnare il mio tempo . . . e qual è il miglior passa tempo? Guardare i ragazzi carini che ci sono nel cortile della scuola. Vediamo po’… ecco quelli sono Liam “perfetto” Payne, Harry “Hodegliocchifantastici” Styles, Zayn “Badboy” Malik, Niall “Quantosonodolcioso” Horan e Louis “Sonoungranfigo” Tomlinson; loro sono i One Direction e sono così bravi che entro fine anno si iscriveranno per partecipare a X-Factor, come farò anch’io.  Poi… vediamo, vediamo chi c’è . . . eccolo, Josh Hutcherson. Il ragazzo più bello del mondo, quando lo vedo sembra sempre che abbia in torno una luce angelica. Lui è uno dei pochi ragazzi qui alla HSA che ha le tre “B”: bello, buono e bravo. È il capitano della squadra di pallavolo maschile. È la mia ossessione da sempre ormai, da quando abbiamo lavorato insieme per il progetto di scienze alle elementari. Ma il mio vero amore è la cioccolata! Okay, scherzavo. Vedo una massa di capelli biondi che si avvicina, è Audrey.
“Audreeeeey! Sempre in ritardo!” urlo abbracciandola
“Ciao... Scusami ma in mezzo a quel branco di animali non addomesticati è difficile uscire.” Sbuffa Audrey, io sorrido.
“Allora, che hai intenzione di fare oggi pomeriggio?” le chiedo.
“Fino alle quattro ho le prove di danza, poi... tu oggi non hai delle selezioni di pallavolo?”
“È  verooooo...” Dico sbattendomi una mano in fronte, io faccio anche pallavolo! “me ne ero completamente dimenticata!”
“Allora ci vediamo alle... cinque davanti casa tua?”
“Sì, perfetto. Così ho anche il tempo di farmi una... Aaaaaaah”
“Ma che cazz...”
Un ragazzo mi è venuto a sbattere, così per non cadere afferro un braccio di BooBoo, ma presa alla sprovvista Audrey cade insieme a me. D’istinto Audrey afferra la maglia del ragazzo, che cade di fianco a noi.
Ci troviamo a fissarci senza dire una parola.
Poi ci alziamo in silenzio.
“Si dice scusa.” Sbotta Audrey.
“Si, scusa.” e se ne va come se non glie ne fregasse di meno.
“Wow, che gentile.” Ironizzo.
“Già...”
“Ma chi era? Non è il...”
“Si, è Josh, il capitano della squadra di basket. Quello che di solito ci si struscia contro Brooke.” Ah, Brooke sarebbe il capo cheerleader, quella troietta, la piccola “Little Miss America” bleah che ribrezzo.
“In realtà stavo per dire 'il ragazzo che gioca nella squadra maschile di pallavolo' però... Ahahah” esclamo sorridendo.
“Eh si, sono dettagli... Ahahah Vabbè, andiamo a casa che è tardi!”
“Ciao, BooBoo.” Le dico mentre mi rimetto lo zaino. “Ciao, BooBoo, ci vediamo dopo.” E mi stampa un bacio sulla guancia.
Io salgo in motorino e torno a casa. Prendo la borsa per pallavolo e mi avvio verso la palestra. Non mi va di riprendere il motorino, così cammino con le cuffie nelle orecchie. Una canzone dei Green Day e mi isolo dal mondo. Un quarto d’ora e sono arrivata, saluto un po’ tutte e poi vado nello spogliatoio.

  
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