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Autore: GFPentium    06/04/2007    1 recensioni
E se bastasse poco per essere felici?... E se cambiare certe volte vuol dire migliorare?... E se il vero progetto per il perfezionamento dell'uomo fosse la famiglia?... E se la differenza tra uomo e donna è così sottile da non poterla vedere?... E se dal nucleo dello 01 invece di Shinji fosse fuoriuscit... Indovinato è una What if?
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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NewGirlEntry019 Capitolo 19

Le ragazze si diressero in bagno e dopo mezz’ora Misato notò una calma surreale nella casa, un po’ preoccupata ed un po’ incuriosita andò in bagno a vedere cosa stavano combinando le due, entrò e le trovò entrambe sdraiate nella vasca una di fronte all’altra a parlare, qui il maggiore gli diede la sveglia:

“Allora volete diventare delle sirene a forza di stare in acqua?”

Asuka rispose:

“Siamo appena entrate nella vasca, non sai quello che ho dovuto fare per legarle i capelli sulla testa.”

Nadia sorrideva come per dire di non avere colpa, Misato riprese a parlare:

“Va bene, finto il bagno vi datevi una bella lavata  a quei capelli, usate pure il mio shampoo, poi vi do una mano a pettinarli ed ha metterli a posto.”

“Ok.”

Misato ritornò in soggiorno si sedette sul divano e col telefono cordless chiamò una persona:

“Pronto Kaji, si sono io Misato.”

“Ciao amore, volevi dirmi qualcosa?”

“Non sai la serata che ho passato.”

Preoccupandosi l’uomo:

“Perché cos’è successo?”

“Una discussione con Asuka.”

“Se mi chiamassi per ogni discussione che fai con Asuka ci sentiremo dieci volte al giorno.”

“Non scherzare adesso, non l’ho mai vista così, mi ha fatto paura e allo stesso tempo tenerezza, sembrava così vulnerabile.”

“Dopotutto ha 14 anni e tanta tristezza nel cuore, forse adesso si sta rendendo conto dei suoi limiti e cerca compassione da chi gli è vicino.”

“Si hai ragione.”

“Non mi stavi chiamando solo per questo vero?”

“No, no, ti ho chiamato solo per questo.”

“Non sei brava a mentire con me Katsuragi.”

“Kaji non fare lo stupido ti volevo solo informare su di Asuka e basta.”

“Dai..Dimmi la verità, volevi sentire la mia voce. Vero?”

“E se fosse così cosa faresti?”

“Resterei a parlarti per ore…..ammettilo ti manco.”

“No.”

“Non mentirmi.”

“No, non mi manchi affatto.”

“Neanche un pochino?”

“Un pochino si.”

“Un pochino quanto?”

“Un pochino tanto.”

“Adesso stacco dal lavoro, se passo di lì poi andiamo a prendere qualcosa da bere?”

“Kaji ho le ragazze da accudire, lo sai benissimo, non voglio lasciarle sole a dormire e poi Nadia non si è ancora abituata alla casa.”

“Stavolta fai sul serio.”

“Certo sono o non sono madre?”

“Allora passo di lì lo stesso e beviamo qualcosa lì.”

“Va bene ti aspetto, ciao.”

“Ciao.”

Misato ripose il telefono nella sua base e ridacchiando mentre si fregava le mani esclamo:

“Bene, Kaji viene a trovarmi.”

Si butto sul divano a leggere una rivista canticchiando un motivetto allegro e dopo mezz’ora apparvero le ragazze in accappatoio e con i capelli umidi, Nadia parlò alla madre:

“Eccoci, Sai mamma che il tuo shampoo ha un bellissimo profumo.”

“Certo che lo so, è fatto apposta per capelli delicati, abbiamo tutte e tre dei bellissimi capelli e dobbiamo mantenerli curati. Adesso sedetevi che ve li pettino, allora Asuka tu li pettini a Nadia ed io li pettino a te.”

Asuka un po’ preoccupata:

“Non vorrai usare le manette?”

“Se ce ne sarà bisogno si, ma non credo stavolta, poi tu devi pettinare Bechy.”

La castana era perplessa:

“Manette?”

Misato:

“è una lunga storia, un giorno te la racconteremo, adesso siediti.”

Le tre si sedettero in fila a gambe incrociate sul pavimento in soggiorno, Misato pettinava i capelli a Asuka che ha sua volta li pettinava a Nadia, la quale coccolava tra le braccia PenPen che per sbaglio era passato di lì per caso e fu brancato dalla mani della ragazzina. Asuka vedendo questo domandò alla Sisxt:

“Adesso non ti fa più paura.”

“No, è un cucciolotto…Vero PenPen, Stai qui dalla tua Bechy non scappare.”

L’animale si liberò da quell’abbraccio un po’ troppo tenero e si rifugiò nel suo frigorifero tra le lamentele della ragazza:

“Noooo, torna qui..Uffa.”

Misato volle rincuorarla:

“Bechy lascialo andare, vuole dormire nella sua cuccia, avrai altro tempo per coccolarlo.”

“Ma voi due avete da fare, io sono qui con le mani in mano a far niente.”
 
Una voce maschile si fece sentire:

“Prova a coccolare questo.”

Era Kaji che era apparso sulla soglia del soggiorno teneva in mano un panda di peluche alto quasi un metro ed un altro pacchetto nell’altra, l’uomo porse il peluche tra le braccia di Nadia che lo strinse a se sorridendo felice. La castana si rivolse lo sguardo verso all’uomo e lo ringraziava:

“sig.Kaji, puoi avvicinarti?”

L’uomo sia abbassò e quando fu abbastanza vicino ricevette un bacio dalla ragazza di fronte agli occhi della altre due, poi si rivolse ad Asuka porgendogli l’altro pacchetto:

“Questo invece è per te.”

La rossa stupita:

“Cos’è?”

“Aprilo.”

Asuka ruppe la carta e ci trovò una borsetta di pelle nera, come la vide si alzò in piedi ed andò a provarsela di fronte allo specchio con indosso ancora l’accappatoio, commentava il nuovo accessorio:

“Mi starebbe bene col vestito verde, però anche con qualcosa di sportivo…..Sig. Kaji Grazie.”

Anche lei abbraccio e baciò l’uomo, a rimanere immobile fu solo Misato che con voce seccata domandò all’uomo:

“Se non sbaglio adesso tocca al mio regalo.”

Kaji sorridendo:

“Semplice c’è l’hai davanti.”

“Quale sarebbe?”

“IO”

“Non sei un gran che, hai ancora lo scontrino così ti posso ancora cambiare?”

“Sempre a scherzare, però ho portato una bottiglia di Franciacorta, te l’ho detto che volevo bere qualcosa ed allora ho puntato sull’italiano.”

L’uomo tirò fuori una bottiglia e 2 calici, stappò il tappo e preparò i 2 bicchieri sul tavolino del soggiorno. Nadia assistendo alla scena e tenendo sempre tra le braccia il suo nuovo giocattolo disse:

“Anche io, anche io.”

Misato la interruppe:

“No, a te fa male.”

“Uffa un pochino solo.”

Kaji:

“E dai, dagl’iene un pochino a tutte e due, poi le infili a dormire.”

Misato molto scossa:

“Ma sei impazzito, lo sai quanti gradi è, non è adatto a loro, poi a stomaco vuoto.”

Anche Asuka si era messa a fare i capricci:

“Dai Misato, un pochino, poi andiamo a dormire e vi lasciamo da soli.”

Misato:

“Asuka, non iniziare anche te per favore.”

Kaji:

“Andate a prendere 2 bicchieri.”

Misato:

“Kaji le stai viziando, guarda che se poi vomitano ci devi pensare tu a pulire.”

Kaji:

“Non preoccuparti non vomiteranno.”

Nadia apparve con 2 bicchieri, li appoggiò sul tavolino in parte hai 2 calici e Kaji ci versò dentro due dita di champagne per parte:

“Non sono 2 calici, ma poco male.”

Nadia rimaneva incuriosita vedendo quel liquido con tutte quelle bollicine, Kaji parlò alle due ragazze:

“Bene adesso prendete i bicchieri e bevete a piano.”

Le due presero in mano i bicchieri e bevvero e quando appoggiarono i bicchieri sul tavolino avevano le guance rosse, Kaji notando questo attese un attimo e poi gli disse ancora:

“Adesso da brave andate a letto.”

Asuka con una faccia molto rossa ed assonnata fece prima un singhiozzo e poi parlò:

“Ok, noi andiamo a dormire, metto a letto Nadia e poi ci vado anche io.”

La rossa prese per mano la castana, quest’ultima non sembrava capire cosa stesse succedendo, ma riuscì a dare la buonanotte a tutti e le due si avviarono, ma Kaji gli fece notare una cosa:

“Nadia non dimentichi il tuo pupazzo?”

La ragazza si guardò in giro e poi vide quella palla di pelo bianca e nera, la prese per una zampa e  se la trascinò dietro di se per poi scomparire tutte e tre nel corridoio.

Kaji si girò ad osservare Misato che subito parlò:

“Spero che domani mattina non abbiano mal di testa.”

“Non preoccuparti, ne hanno bevuto così poco che faranno solo una bella dormita.”

“Comunque le stai viziando.”

“Il viziato sono io, mi piace troppo sentirle ridere, vedere il loro sorriso, osservare i loro occhi, insomma vederle felici.”

“Prima di continuare segnati sull’agenda il sei dicembre.”

“Perché? Cosa succede due giorni prima del tuo compleanno?”

“Compie gli anni Bechy.”

“Avete scelto questa data.”

“Si, non ti dico quello che è successo dopo.”

“Cosa? Racconta.”

“E’ quello che ti stavo dicendo per telefono su Asuka.”

“Che ti è sembrata vulnerabile e tenera.”

“Si, poverina essere sostituta da una bambola non deve essere stato bello.”

“Lo so cosa è capito ad Asuka, però adesso è meglio non pensarci più. Stavi pettinandole quando sono arrivato io?”

“Si, gli stavo sistemando i capelli, stasera hanno fatto il bagno e gli ho anche fatto usare il mio shampoo. Scusa adesso vorrei andare a vedere se sono a posto e che si siano infilate la camicia da notte.”

La donna si alzò ed andò per prima nella stanza della second, non trovandola andò nella sua e le trovò entrambe addormenta avvolte sul suo futon. Asuka era distesa su un fianco rivolta verso Nadia che dormiva a pancia in su mentre abbracciava il suo panda. Arrivò anche Kaji che commentò la scena:

“Asuka era talmente confusa dallo champagne che non si è accorta che era camera tua.”

“Shhhh. Non disturbiamole, andiamo di là.”

La donna avvicinò la porta senza chiuderla completamente e si avviò con l’uomo, quest’ultimo una volta in soggiorno versò lo Champagne nei due calici e lo offrì alla donna dicendole:

“Non ti farà lo stesso effetto spero.”

Misato prese in mano il bicchiere e domandando all’uomo:

“A cosa dobbiamo il brindisi?”

“Che ne dici ad Asuka ed a Bechy, due dolci angeli.”

Guardando dolcemente l’uomo:

“Allora, a due diavoletti.”

“Poverine, perché diavoletti.”

“Perché mi fanno dannare l’anima.”

Kaji guardando anche lui Misato molto dolcemente:

“Allora, ai due diavoletti.”

Alzarono leggermente i calici e bevvero il loro frizzante contenuto, una volta vuoti li riappoggiarono sul tavolino, si guardarono negli occhi e si baciarono, furono travolti da loro stessi e si sdraiarono sul divano senza mai staccare le loro bocche, poi Misato si staccò un attimo e disse all’uomo:

“Kaji dobbiamo fermarci stavolta, le ragazze potrebbero svegliarsi.”

“Lo so, ma a me basta sentirti vicino per essere felice.”

Misato rimaneva sdraiata tra le braccia dell’uomo e passarono il tempo a raccontarsi le avventure dell’università per poi addormentarsi entrambi.

Intanto alla base della Nerv e più precisamente di fronte allo 01, il comandante Ikari stava guardando quest’ultimo dritto negli occhi, ma stavolta l’espressione dell’Eva gli sembrava diversa, più truce, un’espressione di pura indifferenza nei suoi confronti. Anche se dall’elmo dell’eva non trasparivano emozioni, lui sapeva che sotto quella corazza due occhi verdi lo osservavano attentamente e stavolta quegli occhi avevo un’espressione di sdegno nei suoi confronti. L’uomo incominciò a parlare con tono severo:

“Allora mi stai disubbidendo.”

Un attimo di silenzio attraversò i due, come previsto nessuna risposta dall’Eva.

“Cosa vuoi fare, mandare a monte tutto, adesso che siamo vicini al nostro riavvicinamento? Cosa hai fatto a Shinji, lo sapevo che volevi una femmina, ma dopo 14 anni non puoi cambiare idea su ciò che è stato.… No, tu lo hai fatto per poterlo togliere dal  mio controllo ed adesso lo stai usando come tuo strumento per ricattarmi, ma non durerà molto, come riuscirò a rimetterti sotto le mie volontà quella puttanella farà la fine che si merita. Altro che trucchi, bambole e gonne, sparirà come è apparsa, non me ne importa niente se perderò anche Shinji, lui pagherà la sua insolenza nei miei confronti, anche se l’ha mostrata con indosso un reggiseno ed una gonna.”

L’uomo si girò per andarsene, ma come fu sulla soglia della porta d’uscita una voce senza nessun preavviso gli attraversò la mente, riconobbe quella voce che da anni non sentiva:

>”…se si ha la volontà di vivere qualsiasi posto potrà diventare un paradiso. Del resto fin quando si vive si po’ trovare ovunque occasione di essere felici. “<

Poi riconobbe la sua di voce:

>”Hai ragione deve essere così.”<

Il colloquio mentale continuava:

>“Hai deciso?”<

 >”Se sarà un maschio lo chiameremo Shinji, se sarà una femmina Rei.”<

Si girò di scatto e ringhiò contro l’Eva.

“Cosa credi di fare.. controllarmi la mente, ti sbagli qui sono io a controllare.”

Uscì dalla gabbia ed andò nel suo studio turbato da quello strano colloquio, guardò l’ora e si affrettò. Arrivato nello studio si sedette sulla sua scrivania ad attendere, poi trascorso qualche minuto la sua attesa terminò, come dal nulla gli apparvero intorno dei monoliti neri. Quello che aveva di fronte iniziò a parlare con voce severa:

“Ikari, il tempo stringe.”

“Lo so.”

Un’altra voce si fece sentire:

“Non mi sembra che tu ne sia tanto convinto.”

“Tutto sta seguendo il copione, anche se con qualche ritardo, ma stiamo avanzando.”

“Ikari, ricordati che non ci vuole molto a sostituirti. Dicci la verità, tanto la verremo a scoprire lo stesso, cosa nascondi?”

“Niente vi sto tenendo informati su tutto.”

Continuarono a parlare per un paio d’ore, poi una volta che i monoliti sparirono il Comandate commentò a bassa voce:

“Siete solo dei cadaveri parlanti.”
  
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