Title:
Oggi sposi…domani si vedrà.
Pairing: Voldemort/Harry
Author: Aryn Riddle
Date:
24/10/06
Dedicata: a me stessa per
il mio 94.44% d’esame! ^.^
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Laura Pausini > Il Tuo Nome In Maiuscolo
Scriverò il tuo nome in maiuscolo
Fino a che non sia grande come te
Sai mi fa confondere questo averti qui
Io quasi colpevole di poterti dire che..
Tu esisti dentro me
sei da difendere con grazia semplice, così..
Per l´amore che non hai
che non ho voluto mai
che ormai esiste dentro noi
E darò al mio entusiasmo ossigeno
Senza freni inibitori o calcoli
Non è stato un caso se ora siamo qui
Vivi e consapevoli di continuare a dire che
Tu esisti dentro me
sei da difendere con grazia semplice, così..
Per l´amore che non hai
che non ho voluto mai
che ormai esiste dentro noi
perché io amo chi sei
lo sai
noi siamo come vorrei..
...come vorrei...
..così
quell´ amore che non hai
che non ho voluto mai
ormai esiste dentro noi
Scriverò il tuo nome in maiuscolo
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Una volta lessi da qualche parte che la
vita è come l’acqua che scorre in un fiume: non sai
mai dove la corrente ti porterà e che sponde bagnerai.
È vero.
Quando
credi che tutto sia scontato, che tutto debba essere svolto in una certa
maniera succede sempre qualcosa che cambia le carte in tavola.
Avete qualche minuto? Si? bene allora vi narrerò la mia storia…
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Tutto cominciò un bel giorno di fine estate
quando buttando l’immondizia dei Dursley –i miei zii- vidi una figura
fare capolino da dietro un muretto. Subito mi incuriosii
e rimasi a fissare la misteriosa creatura che sembrava godersi una sigaretta
appoggiata delicatamente al muro del cancello di Miss. Willis.
Un uomo dall’età imprecisata ma comunque
giovane, alto e bello. Un uomo dal fascino particolare, i
lineamenti delicati e raffinati, i capelli neri e gli occhi blu scuro.
Dapprima non realizzai chi fosse,
dopotutto milioni di persone potevano assomigliargli…
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Era una bellissima domenica primaverile dalla tiepida
temperatura. Il cielo di un azzurro acquarello era costellato da allegre
nuvolette bianche le quali si dilettavano a rincorrersi intorno al bel sole di
mezzogiorno che con i suoi raggi riscaldava ogni cm del terreno abbeverando di
luce i dolci fiori che profumavano l’aria festosa fatta di chiacchiere allegre
e sorrisi.
I Signori Weasley, felici come non mai, procedevano,
serpeggiando, tra gli invitati assicurandosi che tutto fosse a posto per il
grande evento: il matrimonio della loro unica figlia Ginevra, o Ginny come gli
amici solevano chiamarla.
Per l’occasione i Weasley avevano
costruito nel loro giardino un archetto in legno chiaro lavorato finemente da
Elfi con motivi floreali soprattutto rose che si attorcigliavano magicamente
intorno ai quattro pilastri rotondi che sostenevano il soffitto inarcato a
rombo dove la giovane avrebbe detto il ‘si’ che l’unirebbe per sempre al suo
giovane amato, l’unico che abbia mai amato: Harry James Potter.
Molte altre ragazze, conosciuta la notizia, si chiesero come la giovane rossa avesse potuto convincere il
bel giovane a sposarla. Molte erano le versioni narrate da varie voci di
corridoio le più evolute erano quelle che affermavano che la piccola Ginny
avesse utilizzato qualche filtro d’amore, o incantesimo simile, sull’eroe del
Mondo Magico.
Ora, a distanza di qualche decina di minuti dal fatidico
evento la giovane in questione sedeva elegantemente su una sedia davanti allo specchio,
a tre ante, godendosi l’immagine di lei sposa mentre
una delle sue damigelle (cognata e migliore amica), Hermione Granger, le
spazzolava i fini capelli color fuoco.
“sei agitata?” le chiese la mora fissandola allo specchio.
“un po’” ammise la quasi sposa.
Hermione sorrise “stai calma” le disse maternamente “ti ha
scelto tra tante… ti ama”.
Ginny si girò verso l’amica, che smise di pettinarla, ed
espose la domanda che da tanto tempo le bruciava in petto:
“gli e l’ho chiesto io di sposarmi… se mi ama perché non
l’ha fatto lui?”
Hermione la fissò negli occhi e provò a rispondere: “forse pensava che per te fosse troppo presto”
Ginny la fissò senza espressione, poi si girò verso lo specchio mentre un silenzio acuto scendeva tra loro ed
Hermione, meccanicamente, riprese il suo compito tenendo, in volto, una
maschera calma come quella di sempre mentre dentro di essa il sospetto si
diffuse come un veleno mortale.
Conosceva troppo bene Harry.
::Forse....:: pensò amara.
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…Avanzai cauto mentre la mia mente
rifletteva sui mille, e oltre, motivi per cui quell’individuo non poteva essere
lui. Insomma che diavolo ci faceva lì
a fumare una sigaretta?
“venuto a sbirciare?” mi chiese l’uomo girandosi a guardarmi e
sorridendomi. Li capii che era senza dubbio lui.
“che ci fai tu qui?”
chiesi allarmato mentre lui per nulla intimidito o
infastidito scrollò noncurante le spalle rispondendo enigmaticamente: “un
giretto, facevo un giretto”…
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In un'altra camera della stessa casa Harry si stava
sistemando dando gli ultimi ritocchi al suo aspetto aiutato dal suo miglior
amico, nonché futuro cognato, Ron Weasley il fratello
di Ginny.
“tutto ciò mi sembra un deja vu” fece notare il rosso sorridendo divertito, tranquillamente
seduto sul letto osservando il suo migliore amico armeggiare con l’abito.
“Giusto, solo che ci siamo invertiti i ruoli” Aggiunse il
moro specchiandosi e rimembrando mesi prima quando, in
precedenza, Ron si trovava nel suo stesso posto per prendere la sua attuale moglie
Hermione.
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…“Lord Voldemort, con lo stesso aspetto di Tom Riddle, che si fa
un giretto nel mondo babbano e si ferma a fumare una
sigaretta di fronte alla casa dove risiede d’estate il suo acerrimo nemico?
Raccontala a qualcun altro.”
“ok” rispose scrollando di nuovo le spalle e concentrandosi
ancora sulla sigaretta.
Insomma che diavolo gli aveva preso?…
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“Permesso?” Domandò una voce allegra dietro la porta della
camera della sposa.
“Vieni pure avanti Anna!” la invitò la rossa sorridendo alle
sue due restanti damigelle: Anna Smith e Sabriel Gark.
“Come sta la nostra sposa preferita?” la prese in giro
Sabriel, una ragazza molto avvenente dai biondi capelli lunghi fino alla vita e
dagli occhi color smeraldo.
“Come vuoi che stia?” ribatté Anna “Sta
per sposare Harry James Potter, insomma Harry Potter!”
“Insomma calmati!” Scoppiò a ridere Ginny “Harry è
semplicemente Harry”.
Anna ghignò maliziosa ma non disse
nient’altro, preferibilmente iniziò ad arricciarsi una ciocca dei lunghi
capelli castani già elegantemente boccolati per l’occasione.
Si sedette sul morbido letto seguita a ruota da Sabriel mentre Hermione si spostò dalla sua precedente
posizione di pettinatrice e optò per sedersi sul davanzale della finestra dove
dei caldi raggi solari riscaldavano l’aria creando una dolce atmosfera
sonnacchiosa.
“Ehi ragazze” Disse soprappensiero Hermione incrociando le
braccia al petto e osservando di fuori. Le altre non risposero
ma le fissarono curiose così Hermione si rigirò verso di loro e con un
espressione seria e preoccupata domandò: “secondo voi quanto tempo dura Harry?”
Immediatamente tutte non capirono a che cosa Hermione stesse
riferendosi così lei spiegò: “intendo dire: quanto
tempo durerà Harry prima di morire avvelenato dal cibo di Ginny?”
Sabriel ed Anna scoppiarono a
ridere.
“una settimana!” scommise Sabriel.
“no-no!” disse Anna “se gli presenta la stessa torta che ha
fatto assaggiare a me l’ultima volta che sono venuta qui
non durerà quattro giorni!” Anna scoppiò a ridere mentre Ginny lasciò il suo
posto e le si avvicinò fulminandola con lo sguardo.
“Ti avevo detto di non dirlo a
nessuno!” la sgridò.
“oh! Hai ragione scusa!” si sbrigò
a dire tra le risate la mora.
“io avrei scommesso una settimana e mezzo!” scherzò
Hermione.
“Ma insomma! Basta
Hermione!” Rideva la rossa “Imparerò a cucinare!”
“Povero Harry… non sa a cosa sta andando incontro!”
Un cuscino volò per la stanza colpendo Hermione proprio in
pieno volto e zittendola all’istante. Ginny rise abbassando il braccio e
tornando a fissarsi allo specchio.
Magnifica. Era assolutamente magnifica.
Oggi era il suo giorno e nessuno gli e l’avrebbe
rovinato… o almeno era quello che pensava.
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…“Cos’è un nuovo piano per uccidermi o hai semplicemente
sbattuto la testa da qualche parte?”
“o santo cielo Potter! Non posso fumarmi una sigaretta in pace?” mi sgridò.
“tu no!” ribattei guardandolo male mentre
lui mi fulminava con lo sguardo.
“hai mai provato a fumare?” mi chiese ed io iniziai a temere che
fosse impazzito del tutto.
“non sai che quelle cose fanno male?” lui non rispose
ma preferibilmente prese una boccata di fumo e veloce come un lampo
buttò la sigaretta a terra prendendomi con le mani il volto e mi baciò
lasciando che il fumo passasse dalla sua bocca alla mia.
Tossii come un dannato non avendo mai fumato e lo guardai ridere della mia espressione scioccata.
Da quel giorno iniziai a vedere Tom sotto un altro aspetto.
Si Tom non
Voldemort.
Quel giorno iniziai anche a fumare…
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Intanto nell’altra camera l’atmosfera si era fatta più
tragica del normale.
Ron se ne stava beato seduto sul suo letto facendo battute
al suo migliore amico.
“Harry! Sei magnifico vestito da
pinguino!” Disse il rosso all’amico.
“zitto! È colpa di tua sorella se mi devo vestire così! Un
abito normale non poteva sceglierlo?”
“l’hai scelta tu!” Ron scoppiò a ridere
mentre Harry combatteva un estenuante lotta contro lo smoking il quale
sembrava risalire al Medioevo.
“oh dannazione! Adesso questo dove va?”
Sbottò il moro.
Ron scoppiò in un'altra risata e cadde dal letto.
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…Ci incontrammo spesso, poi, di
nascosto. Pubblicamente ci odiavamo a morte ma quando eravamo solo noi due ci
divertivamo da matti. Insieme eravamo tutto quello che
non eravamo mai stati: due semplici persone che vogliono solo divertirsi.
Lui perché è stato un cretino a non capirlo prima e ha voluto
lui ridursi così.
Io perché sono stato un cretino a non capirlo prima e ho voluto
ridurmi così perché ‘era giusto’…
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In un luogo all’esterno di casa Weasley una figura nascosta
nell’ombra si aggirava inosservata tra i parenti e gli amici accorsi per la
memorabile occasione.
Tra le varie figure intravide il vecchio preside di
Hogwarts: Albus Silente impegnato in un vivace dibattito con Sirius Black e il
professore di pozioni, ad Hogwarts, Severus Piton.
L’aria allegra era quasi insopportabile e l’ansia stava
letteralmente corrodendo l’anima dello sconosciuto.
Senza farsi troppo notare l’ombra furtiva si diresse verso
casa Weasley stando molto attento a non farsi notare da nessuno finché non
raggiunse il piano in cui si trovavano entrambe le stanze degli sposi.
Passò vicino alla prima porta notando che le risate delle
ragazzine erano udibili anche dall’esterno. La voce di Ginevra Weasley
soprattutto era riconoscibile a miglia di distanza.
Superò quella porta diretto alla
prossima quando un rumore di passi lo sorprese. Qualcuno stava salendo le
scale.
Senza perder tempo aprì una porta a caso e si nascose
all’interno.
Fortunatamente, per lui, era un bagno vuoto.
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…Gli incontri segreti aumentarono tanto che dopo un periodo di
tempo senza vederci non riuscivamo più a vivere.
L’indifferenza diventò compagnia la compagnia
amicizia e l’amicizia pian piano si trasformò in amore.
Si amore,
perché quello che provo per lui, ora, è amore.
Peccato che lui non la pensi come me…
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“dodici minuti e trentanove secondi” Ron azzerò il
cronometro sull’orologio regalatogli per l’ultimo anniversario di matrimonio da
sua moglie. “dodici minuti e trentanove secondi per allacciare una cravatta!
Complimenti hai raggiunto un nuovo record, amico!”
“Chiudi il becco Ron!” ringhiò Harry.
Ad un tratto un bussar dolce annunciò l’entrata del sig.
Weasley che con un sorriso rivolto allo sposo richiamò suo figlio, per
aiutarlo, congedandosi con il diciannovenne e lasciandolo solo ad acquietare i
suoi indomabili capelli neri che di spostarsi dagli occhi verdi smeraldo non
sembravano disposti.
Con uno sbuffo rassegnato fissò l’immagine completa di se
notando come, in effetti, lo smoking nero facesse la
sua bella figura adattandosi a quel delizioso corpo sviluppato dai vari
allenamenti di Quidditch e dalle innumerevoli avversità che gli si presentarono
davanti nei suoi pochi anni di vita.
Notò con disappunto, però, che nonostante tutto era rimasto
sempre più basso e mingherlino rispetto ai suoi coetanei.
Il giovane tolse gli occhi dallo specchio e tornò a fissare
la porta chiusa dalla quale poco fa era uscito Ron e il sig. Weasley e
stranamente si sentì in prigione. Si girò di nuovo verso lo specchio la cui
immagine ai suoi occhi cambiò e dallo splendido e raggiante quasi-sposo
iniziò a rispecchiare un
ragazzo appena diciannovenne in uno smoking orrendo.
In volto aveva un espressione
indecifrabile, sicuramente non era un espressione da matrimonio. Ne da ansia prematrimoniale.
“Sei pronto?” si domandò retoricamente.
“No.” Rispose lo specchio “Non la
amo.” Aggiunse.
All’improvviso la porta dietro le sue spalle si aprì ed Harry si aspettò di vedere la chioma infuocata del
suo migliore amico fare capolino dalla porta ma invece entrò un uomo bello ed
elegante che ghignò allo specchiò il quale rispecchiava un Harry pietrificato.
“Che ci fai qui?” Domandò
freddamente Harry girandosi verso l’uomo il quale avanzò fino ad essere giusto
dieci cm lontano da Harry.
“Non lo immagini?” Sussurrò con voce roca e bassa immergendosi
nel profumo del giovane.
“No. Proprio non lo immagino.” Rispose gelido il giovane dai
verdi occhi.
L’altro fece una faccia sorpresa e improvvisamente abbracciò
Harry poggiando il capo sulla testa del moro.
“Sono venuto a riprendermi la mia anima, il mio cuore e il mio tesoro” Gli sussurrò abbassando un po’ il volto in modo
da poter sussurrare nell’orecchio.
“Non mi sembra che mi volessi” Gli fece notare Harry
combattendo una ardua guerra tra il lasciarsi
trasportare dall’abbraccio o uscirne.
“E chi ha mai detto che mi stessi
riferendo a te?” Domandò incuriosito l’uomo.
Harry si staccò dall’abbraccio e, come se non fosse successo
niente, tornò a fissarsi nello specchio. “Bene, allora quella è la porta”
“Harry, non si può mai scherzare con te?” Chiese dolcemente
l’uomo abbracciando il più piccolo da dietro.
“Lasciami Voldemort!”
“Ora non sono più Tom ma Voldemort?”
“L’hai voluto tu!” rispose Harry.
“Non l’ho voluto io!” disse indignato Voldemort. “Sei tu che
sei sparito dalla notte alla mattina seguente e lo stesso giorno vengo a sapere
che ti sposerai con Ginny Weasley! Ma insomma!”
“Non sono stato io a dire: ‘Amore? Perché noi abbiamo bisogno d’amore?’ volevi
una sveltina? Bene l’hai avuta ora lasciami vivere la
mia vita in pace”.
Voldemort strinse la presa intorno alla vita di Harry e lo
costrinse a voltarsi spingendolo verso lo specchio intero attaccato al muro
bloccandolo tra se e la parete.
“Ma allora non lo capisci, miele?
Io senza di te sono perso… certo che quello che provo per te è amore! Né sono più che sicuro perché nessun altro mi ha mai dato le
emozioni che provo con te. Quando dormi tra le mie
braccia, quando mi guardi con gli occhi sorridenti, quando hai in mente
qualcosa e ti si arricciano le labbra in un ghigno che stralcia quello dei Malfoy…”
“Non mi sembravi di quest’avviso l’ultima volta”
“Lo sai come sono fatto. Lo sai che non riesco a dimostrare
i miei sentimenti…non vorrei ma è così” Voldemort si
staccò da Harry liberandolo “Ma se tu preferisci qualcuno che ti ripeta ogni
giorno ‘ti amo’ magari anche mentendo fai pure…se
preferisci
Harry fissò Tom, il
suo Tom. Poteva
osservare il dolore negli occhi dell’altro, del suo amante, nonostante questo
lasciasse il volto inespressivo. Ormai lo conosceva bene dopo tutti questi
anni, lo sapeva che Tom lo amava ma non riusciva a
dirlo apertamente nonostante poi lo dimostrasse in altri modi.
Quel giorno, quando accettò la proposta di matrimonio di
Ginny, Harry sapeva benissimo di non amarla ma era
arrabbiato con Tom e così accettò deluso e tradito da colui a cui più teneva su
questo pianeta, solamente per farlo ingelosire.
“Lo sai?” Iniziò il Lord “Sei l’unico per me. Se vuoi
davvero Ginny, se vuoi mandare all’aria tutto quello che abbiamo passato, se
così sei felice… bene, io me ne andrò ti lascerò
essere felice… ma sappi che io…io”
“Si…” Lo incoraggiò il giovane con
gli occhi brillanti.
“Io ti amo!” disse l’Oscuro Signore convinto guardando gli occhi
di Harry. “Io ti amo” ripeté Voldemort “Mi hai fatto provare ciò da cui sono sempre scappato, e mi stai anche mollando bravo!
VERGOGNA!”
“Scemo!” Gli urlò Harry abbracciandolo
mentre alcune lacrime di gioia uscivano dai suoi occhi “Io voglio te!
Solo te!”
Voldemort sorrise contento e abbracciò il più piccolo.
“Addio matrimonio?”
“Addio”
“Verrai con me?”
“Dove?” chiese Harry alzando lo sguardo fino a perdersi in quello color mare.
“Non lo so, possiamo iniziare uscendo da qui… poi si vedrà
l’importante è che siamo noi due…”
Voldemort si abbassò e baciò dolcemente Harry sulle labbra.
“Giusto” sussurrò Harry approfondendo il bacio e rendendolo
più passionale.
“Beh non ci è voluto tanto per
convincerti” Disse tra se e se il Lord mentre il compagno gli tirò un calcio
sullo stinco.
“Ahio!”
“Così ti impara” disse solennemente
Harry “Mi avresti davvero lasciato sposare con Ginny?” Gli chiese curioso.
“Ma neanche per sogno! Quello che è
dell’Oscuro Signore rimane all’Oscuro Signore. Ti
avrei lasciato sposare: no! Avrei ucciso più tosto tutti gli invitati
ma tu non ti saresti sposato.”
“EHI!” Disse indignato Harry ma fu
alzato di peso da Tom e posizionato come un sacco di patate sulla sua spalla
mentre si smaterializzavano di botto da casa Weasley.
“aspetta!aspetta!aspetta!” Lo
interruppe nel processo Harry. “Vado via così senza dire niente?”
Voldemort sbuffò e lo rassicurò che ci avrebbe pensato lui
riprendendo l’operazione precedente.
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“Harry? Harry?” Ron entrò cautamente nella camera in cui il
suo miglior amico si stava preparando. Aveva bussato per cinque minuti buoni ma Harry non aveva risposto e adesso aprendo la porta
sapeva perché: non c’era.
Se n’era andato.
Arrivato nel centro della stanza Ron notò un foglietto sopra
il letto sul quale c’era scritta soltanto una parola: SCUSA.
“Se n’è andato?” Domandò Hermione
facendo trasalire Ron.
“Si direbbe di si.” Rispose il marito mentre Hermione lo abbracciava da dietro “Lo sapevo”
Disse lei.
“Altro che Divinazione! Tu sei una vera indovina. Anni fa
già sapevi prima di scoprirlo con chi Harry si vedeva ed ora sapevi benissimo
che non lo aveva lasciato davvero.”
“Che vuoi, chiamalo sesto senso da donna.”
Dicendo ciò Hermione baciò sul collo Ron. “Su,
andiamo. Ginny deve sapere”.
Ron sospirò “Povera sorellina”.
“In fondo lo sapeva, come lo sapevamo tutti: Harry e Ginny
non sono stati niente altro che semplici amici.”
“Giusto” Sospirò di nuovo Ron “Ma
lasciata il giorno delle nozze per Lord Voldemort… non so come la prenderà”
“RON WEASLEY! Se ti azzardi a dire qualcosa della relazione
tra Voldemort ed Harry giuro che passerai un inferno
per i prossimi anni!”
“Oddio! Come vuoi tu cara!”
The End !
Allora, che ne dite?
Personalmente mi piace U.U magari è un po’ troppo dolce ma
mi è venuta in mente mentre studiavo per un esame e si vede che quel giorno ero
particolarmente romantica.
Mi ero ripromessa di
pubblicarla se avessi superato l’esame ma poi ne sono
successe tante e la pubblico ora ^.^ sempre meglio tardi che mai, no?
Ringrazio
anticipatamente chiunque voglia lasciarmi il suo prezioso commento.
Un bacione
la
vostra
Aryn
Riddle
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