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Autore: CherryBlossomHime97    22/09/2012    3 recensioni
ATTENZIONE: trama rinnovata, SasuSaku continua ^^
Questa fanfic ha l’intento di raccontare la storia d’amore più vera di tutti i tempi. E i pregiudizi, il passato, le parole non dette e gli sguardi omicidi non hanno più importanza alcuna. È l’amore che conta. È l’amore che ci fa sentire vivi sta notte. La notte della fuga.
E poi? Cosa accadrà dopo? Oltre l'amore?
- Tratto dal capitolo 1°
Ci avviammo verso la porta, prima di andare Naruto si lasciò sfuggire altre poche semplici parole.
-Grazie Sakura-chan. Io so che per me tu ci sarai sempre-
Fu un attimo, mi lanciai contro di lui ed inizia a piangere sommessamente. Non ci sarò per sempre, amico mio.
Sei davvero pronta ad assumerti tutte le responsabilità?
Genere: Generale, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha | Coppie: Hinata/Naruto, Sasuke/Sakura
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Naruto Shippuuden
Capitoli:
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Nient’altro qui sembra importante
In questi giorni in continua evoluzione,
Tu sei l’unica cosa che rimane
Potrei rimanere così per sempre.


Io e te staremo insieme per sempre, oltre la morte e il passato. Parola di Uchiha, perché è amore, Sakura.

                                                             
                                                                      4° Capitolo – Forse noi abbiamo vissuto davvero.


 

Naruto si rigirava nel letto, incapace di dormire la notte prima del suo incontro con loro. Da quando aveva ricevuto quel benedetto biglietto era entrato in uno stato confusionale, del quale, fortunatamente, nessuno se ne era ancora accorto. Neppure Hinata, ormai suo compagna, che dormiva beatamente al suo fianco, aveva sospettato di nulla e rimaneva all’oscuro di tutto. Dopo quattro anni dalla fuga però, erano in tanti ad essere ancora all’oscuro di parecchie cose. Quando i genitori di Sakura avevano scoperto che sua figlia era sparita da Konoha e che Sasuke Uchiha aveva ucciso qualche altro paio di ANBU non erano stati in grado di controllarsi: avevano chiesto all’ ex Hogake di mandare decine di squadre di ninja per ritrovare la loro bambina, si erano lasciati andare più volte a pianti disperati esaltando la sfortuna del clan Haruno, condannato alla fine proprio come quello Uchiha. I tentativi di ritrovarli, comunque, non ebbero alcun esito…erano semplicemente scomparsi, e benché Naruto sapesse che quel teme era un genio ancora non era riuscito a capire dove fossero andati.
O almeno fino a quando non aveva ricevuto quella mattina uno strano biglietto, questo gli era praticamente caduto in mano, staccandosi dal ramo più alto dell’albero di ciliegio sotto il quale sonnecchiava un po’ tutti i giorni prima di mezzogiorno.

“Razza di baka domani è il mio compleanno, sappi che pretendo un regalo…
Alla Cascate del Silezio alle quattro in punto. Solo. Un secondo di ritardo e puoi considerarti morto.”

Era facile capire il punto in cui Sasuke, spazientito, aveva rubato la piuma a Sakura per scrivere lui stesso, e riuscì quasi ad immaginarseli quei due idioti. La solita Sakura, il solito esagerato Sasuke.Li avrebbe rivisti, lo sapeva. Ma perché farsi vivi dopo quattro anni?
 

28 Marzo. Ore… 16.15! Il solito Naruto

Corri. Corri. Corri.
Queste erano le uniche parole che riuscivano ad affollare la mente, già semivuota, del nuovo Hogake di Konoha. Più veloce. Ma poteva farcela ancora, doveva vederli.

L’imponenza delle Cascate del Silezio, poco fuori i confini del villaggio, lo rimase senza fiato. Era stato pochissime volte in quel posto e non poteva credere di veder lì i suoi compagni. Già fantasticava sul loro aspetto, quando ad un tratto lì vide. Erano acquattati su un albero, come due pantere pronte all’attacco. Lentamente rilassarono i muscoli e con un potente balzo scesero giù, arrivando i suoi piedi. Nessuna parola.

Gli occhi, suoi e di Sakura, si inondarono lentamente di lacrime di gioia che scorrevano lungo il viso e ne tracciavano i nuovi lineamenti. Più maturi di quelli che ricordava lui. Le bagnavano il corpetto porpora, senza arrivare ai pantaloncini neri che si vedevano a mala pena, coperti da una gonnellino blu scuro. I kunai in bella mostra. Sasuke, al suo fianco era perfettamente a suo agio, sembrava essere entrato in un mondo tutto suo, abbozzando un mezzo sorriso. La sua tuta ricordava vagamente quella che indossava da bambino a Konoha, blu e nera. Si scrutavano, in silenzio, cercando di memorizzare quanti più nuovi dettagli possibile.
Quando ad un tratto, una testolina nera uscì dai lunghi capelli rosa di Sakura. Il bambino, aggrappato come uno scimmiotto alla schiena della madre lo fissava interrogativo.
-Oh già, il piccolo Itachi è arrivato quasi due anni fa…dopo due anni dalla fuga, eravamo abbastanza, stabili- furono queste le prime parole dell’Uchiha, signora Uchiha per essere precisi, proferite con tranquillità come se avessero iniziato a parlare già da parecchie ore.
Naruto li fissò sconvolto per qualche attimo, poi decise di avanzare lentamente. Quasi avesse paura che sparissero

-Sei arrivato in ritardo, dobe- continuò poi Sasuke, sprezzante. Il vecchio Sasuke. Era lì. L’odio, in quattro anni si era dissolto, o comunque, nascosto bene. Corse di nuovo, verso di lui, per abbracciarlo. Aveva finalmente mantenuto la sua promessa, aveva riportato a casa anche il suo spirito.
Sakura scoppiò in una risata cristallina, e Sasuke, evidentemente a disagio, si concesse una mano sulla spalla, mentre l’Hogake iniziava a piangere sulla sua.
Lentamente però, quei pianti isterici si trasformarono in risate fragorose.

-Ehy, vuoi passere a piangere il giorno del mio compleanno?-
-Oh, Scusa Sakura-chan- disse passandosi una mano sotto al naso – è solo che…quattro anni-
-Già dobe, i quattro anni più tranquilli della mia vita- esclamò l’ Uchiha –o quasi- lanciando una occhiata carica d’ammirazione al piccoletto.
-Gli sei mancato Naruto, anche se ha trovato comunque con chi litigare-. Bisbigliò Sakura all’orecchio dell’amico.
-Già Sakura tu sei stata un’ ottima scoperta, come l’insalata di pomodori dell’altra volta…-
-Ehy ti ho già detto che Itachi per sbaglio ci aveva fatto scivolare tutto il sale, io so cucinare-
-Si, sai cucinare come Naruto sa giocare a scacchi-
-Tu non puoi dire ciò! Digiuno ti faccio stare…!-
Naruto sorrise del modo adorabile in cui i due battibeccavano. Voltò lo sguardo e vide il piccolo, ancora aggrappato saldamente alle spalle della madre, passarsi una manina paffuta sulla fronte con aria annoiata, di chi sa come vanno esattamente le cose. Veniva sballottato di qua e di la, mentre Sakura si divincolava affermando che ormai era stufa di mangiare pomodori. Si incantò a guardarlo mentre leggeva in quegli occhi neri in perfetto stile Uchiha tutta l’allegria che un bambino di meno due anni deve avere. I cappelli, scuri erano sbarazzini e spettinati…eh una minuscola ciocca rosa si intravedeva appena mentre sbucava da dietro al collo , per scomparire poi completamente alla vista, sommersa dagli altri capelli neri.

-Dove siete stati?- chiese ad un tratto, voltandosi verso Sasuke che rideva sommesso dell’espressione offesa di Sakura, pronta a ribattere.
-Eh?- -Ah si, parliamo dopo io e te- Sasuke fece spallucce e Sakura affermò –Per i primi tempi abbiamo viaggiato molto, ci muovevamo lungo il confine e non abitavamo mai la stessa osteria per più di una settimana. Poi, quando abbiamo capito di non essere più seguiti, ci siamo stabiliti nel Paese della Neve, bhe la Principessa Koyuki  ci doveva un piccolo favore. Ricordi la nostra missione? Eravamo ancora il mitico team7 all’epoca! Lì, la guerra non è arrivata, la monarchia lo ha impedito e anche se gli abitanti avevano sentito parlare della storia del Clan Uchiha, eravamo ancora ricordati come gli eroi che avevano salvato anni prima la loro principessa e il paese dalla tirannia!- Gli occhi di Sakura brillavano, era felice. Erano felici.

Naruto si lasciò facilmente contagiare da quell’allegria, ma non potè evitare un piccolo moto di delusione
-Quindi non siete tornati per restare?-
Sasuke sembrò incupirsi –Non ci hanno ancora accettato, qui-
Naruto scosse la testa –Ora sono io l’Hogake! Vi accetterrano, ormai i villaggi hanno ricominciato a vivere…-
-Ma non lasceranno vivere noi- rispose, freddo.
-Ma io posso, io cambierò le cose!-
-Oh insomma Naruto! Non parliamo come se non sapessimo come andrà a finire- -Nel villaggio della nuvola il nuovo Raikage  emise una sentenza di morte per Sasuke! Due anni fa! La guerra non si dimentica-
Sakura stava quasi tremando, e l’atmosfera di pace sembrò quasi dissolversi. Poi proseguì calma. –Abbiamo inizato finalmente a vivere Naruto. Io venni assunta quasi subito all’ospedale della città e ora ho realizzato il mio sogno, sono caporeparto. Sasuke, col tempo e con la fiducia, e riuscito ad ottenere il ruolo di capo delle guardie di palazzo e della città. Non ti ricorda la vecchia polizia Uchiha?! . Il Clan ha finalmente riacquistato il suo rispetto,e il suo erede. È cosi che deve andare. Anche tu, sei finalmente diventato Hogake, ma questo non ti salverà dai pregiudizi della gente. Ognuno ora deve vivere dove può farlo-.
-Quindi, quando ve ne andrete, ci sarà un altro addio?- disse abbattuto.
Sakura scoppiò improvvisamente in una risata cristallina. –Naruto, abbiamo ventun’anni ora, non hai ancora capito che nessun addio è per sempre?-
Naruto sorrise amaramente. I loro sogni si erano avverati, ma a che prezzo lui era diventato Hogake?. Loro non lo sapevano, e forse era meglio non rivelarlo.

-Come va con Hinata?- chiese Sakura, decisa a non litigare. Si erano sentiti abbastanza sicuri da lasciare il Paese della Neve per qualche giorno, per rivedere quel vecchi amico al quale Sasuke anni prima aveva detto “grazie”, non “addio”. Per dimostrare al loro orgoglio che non erano in trappola in un mondo felice.
-Ehm, tutto bene, conviviamo da circa un anno…-
-Povera Hinata- sussurrò Sasuke.
-E…Tsunade? Abbiamo sentito che era stata aperta un’indagine, niente di sero, spero- e Sakura sorrise fiduciosa davanti ad una verità che stava lentamente prendendo forma sotto i suoi occhi e che l’aveva tormentata fin da quando aveva sentito dalla principessa che Naruto Uzumaki era diventato il nuovo Hogake di Konoha…circa due anni fa. Cosa era successo alla sua maestra?
Naruto si morse il labbro. –Alcuni AMBU quella notte- iniziò – dissero di aver visto un uomo incappucciato aiutare l’Uchiha. Tsunade-baa-chan se ne prese tutta la responsabilità. Fu aperta un inchiesta, è vero, ma quelli che sapevano della vostra fuga: Kakashi, Ino, Sai…nessuno parlò, e tra le altre squadre inviate a cercarvi, nessuna vi ritrovò. Così fu voluto dallo stesso popolo di Konoha e dagli altri Kage che Tsunade fosse spodestata, fu ritenuta incompetente e, anche se non c’erano prove certe, lei fu ritenuta la responsabile della vostra fuga…si addossò per fino le mie colpe-
-Ma, ma…- balbettò Sakura. Le conseguenze delle proprie scelte facevano così male?
-è stato allora che fui nominato Hogake. Tsunade sapeva che se avesse rivelato che ero stato io ad attaccare gli AMBU per proteggere Sas’ke, non avrei mai potuto realizzare il mio sogno. E poi…lei è stata contenta di potervi aiutare, Sakura, sei sempre stata la sua allieva preferita-
Era difficile credere che le cose si fossero spinte così in là – Dov è ora?-
-Con Jiraiya e Dan, credo-

-Cosa? Che significa?Lei non può, le-i….No!- Sasuke mise prontamente un braccio intorno alla vita di Sakura, quasi per sorreggere insieme a lei il penso di quella nuova informazione –Che significa?- urlò la signora Uchiha. Il clima di pace definitivamente spezzato.
-Lasciò il Villaggio poco dopo la mia nomina di Hogake- si affrettò a dire Naruto.
-Perché non l’hai fermata, perché?- ormai stava urlando.
-Credi che non ci abbia provato?! Non ha permesso a nessuno di seguirla, nessuno, neppure Shizune-
-è viva, allora è viva, Tsunade…-
-Nessuno lo sa-
-Perché non l’hai cercata eh, Naruto? Perché ora la dai per morta?!- era arrabbiata.
-Sakura, sono l’ Hogake adesso. Non posso andarmene in giro per il mondo a cercare una ninja leggendaria. Credi che sia stato facile in questi quattro anni? Voi ve ne siete semplicemente andati, lasciando tutto, rompendo i legami. Per noi è stato difficile farlo! I tuoi genitori sono quasi impazziti. Ma Konoha aveva vissuto gli orrori della guerra che Sasuke ha scatenato! Saperlo il libertà ha quasi distrutto di nuovo la città, l’ha sprofondata nella paura. Voi ve ne siete  lavati le mani, Tsunade doveva pur far qualcosa, il mondo aveva bisogno di qualcuno da incolpare!-
Quella parole colpirono Sakura come uno schiaffo. Avevano davvero vissuto in un limbo dorato tutto questo tempo?.

-Fu esiliata e gli altri Kage…le negarono il permesso di recarsi nelle loro terre, anche Gaara per il bene del suo popolo cedette ad un verdetto simile…io, io non credo abbia retto alla solitudine, lo credono in molti in realtà- aggiunse poi Naruto, più calmo.
-Il prezzo da pagare per la felicità- disse Sasuke, parlando per la prima volta dopo tanto tempo. –la nostra felicità-.
-Io, io non avrei mai pensato che si arrivasse a tanto, noi…- ma si zittì, impedì alle lacrime di uscire. A cosa servivano quelle scuse adesso? Loro se ne erano lavati le mani.
-Sakura,nessuno è pentito di avervi aiutato-

Il cuore della donna mancò un battito. –Naruto- pronunciò in un soffio, carico di muta gratitudine.
-Na-ru-o- biasbicò Itachi, ricordando a tutti la sua presenza.
Quasi il team 7 sobbalzò, dimenticandosi all’istante dei brutti pensieri.
Sasuke sorrise, dovevano lasciarsi il passato alle spalle. Anche quello era passato. Era meglio così, lui l’aveva capito. Non aveva mai pensato che potesse toccare a lui risollevare l’umore di Naruto e Sakura. 
-Na-ru-o- il piccolo ripetè Itachi stanco di essere ignorato.
-No No No—Un momento, dici Sa-Su-Ke- è facile, forza- l’Uchiha si allarmò. Suo figlio, di esattamente 16 mesi diceva poco, molto poco, un vizio di famiglia. E il fatto che, mesi prima, la sua prima parola fosse stata “Mamma” aveva di molto urtato la sua sensibilità da genitore protettivo. Il fatto che il bambino, quasi per prenderlo in giro, evitava accuratamente la parola Sasuke lo urtava ancora di più. Era malefico, il piccolo Itachi e super viziato. Da Sakura ovviamente, non da lui…
-Na ru o!- urlò poi Itachi battendo le manine, Sakura intanto lo aveva sollevato e preso tra le braccia, guardandolo orgogliosa. Guardò Naruto sciogliersi in un sorriso –Tsunade avrebbe voluto vederlo-
-Sa –Su- Ke- ribadì l’Uchiha maggiore, ottenendo grande considerazione dal figlio, ma pochi risultati
-Mamma- rispose, mentre la donna lo teneva stretto in braccio sorridendo amaramente.
Naruto scoppiò in una risata, troppo sincera date le circostanze.
-Perché ridi, teme?-
-Perché Tsunade sarebbe fiera di aver contribuito a questo-
-Papà!- infine il piccolo urlò, passando tra le braccia della madre a quelle di Sasuke.
-Può andare- sussurrò, arrendendosi, il maggiore degli Uchiha.





Ecco qui il 4° Capitolo :D
Come al solito la parte in lilla è tratta da una canzone di Daugthry (è il mio contante preferito, scusate lo ifnilo un po' dovunque *|||*)
Non c'è nessuna anticipazione del 5° Capitolo.... perchè sarà l'ultimo ed è completamente una sorpresa :D
Spero che la storia vi piaccia, e che lascerete una recensione anche a questo capitolo ^^ Ci vediamo la settimana prossima (spero xD)


Flyonclouds
  
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