Uno squarcio di luce fioca e plumbea filtrò dal baldacchino, colpendo gli
occhi di Tom.
Luce.
Un Anatema Senza Perdono.
Un fulmine in un
sogno.
Occhi verdi sbarrati.
Tom aprì le palpebre di scatto, balzando a
sedere fra le lenzuola come una molla.
Harry.
Il cuore sembrava
scoppiargli nel petto, tanta la forza del ricordo del giorno prima.
Ma Harry
Potter non era morto. Harry Potter era sopravvissuto. Per la seconda
volta.
Si portò una mano alla gola, cercando di respirare mentre con l'altra
apriva il baldacchino di pesante velluto rosso, guardando oltre la finestra.
Nebbia.
Il trentuno ottobre era pesante e fioco, quasi
impalpabile.
Halloween.
Passandosi una mano fra i capelli, cercò di
tornare a respirare.
L'incubo peggiore che avesse mai avuto.
Guardò l'ora
e vide costernato che erano le dieci e mezza di sabato. A fatica mise un piede
giù dalla sponda del letto, toccando qualcosa di gommoso.
Rialzò lo sguardo
e...rise. Si, lo fece.
Per l'ennesima volta in sette anni, aveva la camera da
letto invasa di palle di gomma che non l'avrebbero fatto arrivare vivo alla
porta.
Incrociò le gambe sul materasso, guardando quel disastro senza perdere
quel mite e malinconico sorriso.
Harry.
Che fosse il suo modo per
ricordargli quella promessa?
"Io ti proteggerò sempre. Da chiunque voglia
farti del male. Lo giuro."
Socchiuse gli occhi, tremando
dentro.
Harry Potter, speranza dei maghi. La sua speranza. La sua
più vera speranza.
- Grazie.- mormorò Tom a bassa voce.
Erano le undici
quando riuscì, arrancando, ad arrivare alla porta del bagno per vestirsi e farsi
una doccia, non prima però di essersi messo un cerotto sull'ennesimo livido in
mezzo alla fronte, tipo unicorno.
Quando si fu infilato un paio di jeans e un
maglione dello stesso profondo colore delle sue iridi, decise che era ora di
andare a vedere se anche Ron e gli altri erano sopravvissuti alla catastrofe
mattutina del perfido demone di Halloween.
Era a metà della scala a
chiocciola che portava in sala comune, a Grifondoro, quando un grido atroce ebbe
quasi il potere di farlo rotolare giù per due piani, facendogli rompere il
collo.
Arrivato in sala comune vide pochissima gente in giro ma alcune
matricole erano sotto la scala per il dormitorio femminile e Tom ci avrebbe
scommesso un braccio: quella voce era di Cloe.
Sapendo che i gradini
avrebbero formato uno scivolo, levitò a qualche centimetro dal suolo e risalì
rapidamente la scaletta. Una volta ai piani alti trovò alcune ragazzine del
terzo anno che strillando come delle oche gl'indicarono le stanze della camerata
della sua biondina.
Fermo davanti alla porta bussò un paio di volte ma
all'ennesimo strillo e al richiamo ad alta voce della King entrò con la
bacchetta alzata. Non fece in tempo a vedere neanche il caminetto acceso e i
quattro letti delle ragazze che Cloe corse verso di lui, solo con la camicia di
un pigiama rosa pieno di pecore.
- Tom!- urlò nascondendosi dietro alla sua
schiena e stringendolo forte, affondando la testa fra le sue scapole - Ti prego,
caccialo via, caccialo via!!! Togli quell'orrore dal mio letto!!-
Costernato,
Riddle rimase di sasso nel vedere un topaccio gigantesco e peloso sul costoso
copriletto vermiglio della Sensistrega. Una pantegana con dei baffi lunghissimi
e una coda chilometrica.
Peccato fosse solo un peluche.
Con le braccia
quasi a terra, Tom scosse il capo.
- Tesoro...- disse cercando di non ridere
- E' un pupazzo. È uno degli scherzi di Harry.-
- NON M'IMPORTA!!- strillò di
nuovo la King, assordandolo - Fallo sparire! Non li sopporto i topi! Stavo quasi
per morire quando mi sono svegliata e me lo sono visto addosso! CACCIALO
VIA!-
- Evanesco.-
Qualche minuto e Cloe si era calmata, anche se ancora
non riusciva a staccarsi dal maglione del Grifondoro.
Tom non era mai
riuscito a capire da dove arrivasse tutta quella fobia per i topi, visto com'era
coraggiosa la King rispetto a qualunque ragazza, ma non indagò oltre, sapendo
che l'avrebbe messa in imbarazzo e soprattutto perché gli stava appiccicata
mezza nuda e la cosa cominciava a bloccargli l'ossigeno a fondo gola.
Stava
per rassicurarla ancora che non c'erano più "schifosi scherzi della natura" a
spasso per la camerata, quando si accostarono al muro Olivia Andrews, Maddy e
pure Sedwigh, salito abusivamente nel dormitorio delle ragazze.
- Oh,
scusate!- cinguettò Stanford - Abbiamo interrotto qualcosa?-
Tom e Cloe si
staccarono all'istante, lui rosso in viso e lei furente per quello spavento che
si era presa.
- No, non hai interrotto nulla.- sibilò la King - Harry mi ha
messo un ratto gigante nel letto.-
- Quando me ne sono andata io non c'era
nulla.- disse Olivia stranita.
- L'avrà fatto passare dalla finestra.- rise
Madeline - Lo fa da sempre! Tutto bene?-
- Si.- la bionda s'infilò la
vestaglia - Anche se avrei preferito un risveglio diverso.-
- Non ne dubito.-
ironizzò Sedwigh malizioso.
- Sparite tutti.- berciò la vittima della
situazione - Devo vestirmi! Grazie per l'aiuto Tom, ci vediamo più tardi!
Avanti, fuori!- e spingendolo da dietro, cacciò via lui e gli altri tre curiosi,
sbattendo poi la porta sul naso di Riddle che dovette andare in giro per l'ora
seguente con dell'ovatta nelle narici.
Per Cloe invece fu diverso. Appena
rimase sola imprecò fra i denti per essersi fatta spaventare come un'idiota
dagli stupidi scherzi di Harry e a parte minacciare e strombazzare ai quattro
venti maledizioni inutili sul bambino sopravvissuto, una civetta bruna si posò
sulla sua finestra proprio quando fu vestita di tutto punto.
Stranita,
osservò la carta sbiadita e il timbro di cera.
Ma c'era un altro particolare
in quella missiva, un particolare che le indicò subito il mittente.
Un
cavallino nero con un corno sul capo, in un angolo della busta.
- La
Licorne.- sussurrò con una smorfia d'incredulità - No, non ci
credo!-
Alle undici e mezza passate, Beatrix e Tom stavano salendo le
rampe verso la Torre Oscura mano per mano, visto che la Diurna continuava
imperterrita a soffrire di vertigini e nausee. Se non altro almeno la Vaughn si
era salvata dalla perfidia di Potter per il momento, visto che Damon si era
alzato in un in un lago di caramello e pure coi capelli viola, cosa che per
farli tornare normale e farsi passare pure quel profumo dolciastro avrebbe
dovuto stare a mollo in una vasca di succo di limone per tutto il giorno.
Una
volta arrivati in cima alla Torre però, aprirono la porta e vennero zittiti
bruscamente, ancora prima di aver salutato.
Harry era in ginocchio di fronte
al divano dove Ron sonnecchiava, stanco morto per la ronda della sera
prima.
Non si capiva bene cosa stesse facendo ma Potter stava tingendo la
mano di Weasley con un pennellino, senza svegliarlo.
Avvicinatisi, i due
maghetti capirono tutto, vedendo quell'essere infido portare la mano unta verso
il viso di Ron. Dove Harry la mise, rimase praticamente incollata.
- Oh
Harry!- sussurrò Tom - Ma sei fuori!? Come farà a staccarsela?-
Il moro
ridacchiò malignamente, tipo diavolo in persona, alzandosi in silenzio - Prima o
poi lo troverà del solvente.- e se ne andò nell'anticamera, lasciando il rossino
con quella mano sulla fronte, come in posa.
Secondo quanto vennero a sapere
poi nelle ore seguenti, non si era salvato veramente nessuno dall'attacco alla
colla.
A quanto pareva la sera prima Hermione e il bambino sopravvissuto
avevano impiastricciato per bene tutti i bagni di Hogwarts e per qualcuno non
era stata una bella esperienza restare per ore incollato per le chiappe alla
tazza del cesso. Più saggiamente, Elettra, Edward e Draco avevano levate le
tende all'alba, senza toccare nulla ma Jeager invece, che non era avvezzo a
certe cose, era rimasto con la bocca incollata alla tazza del caffè e il mezzo
demone aveva fatto una grana di tre ore per farsi staccare la ceramica dalle
gengive, specialmente quando William aveva rischiato di staccargli i denti per
liberarlo.
Ma l'incoscienza non si era fermata lì: Milo per colazione si era
bevuto mezzo calice di succo di pomodoro, e ancora sputacchiava nel bagno,
mentre Tristan, facendosi la doccia, si era praticamente lavato nella vernice
blu, assomigliando in tutto e per tutto a un puffo.
Unico sopravvissuto al
massacro era Jess.
Se ne stava a letto, attorniato dalla solerte Degona, da
suo figlio Alexander che stava seduto col lui a letto e sua moglie Sarah che si
era messa in testa di fare la crocerossina, ottenendo risultati
desolanti.
Non era molto adatta a fare la mogliettina, infatti gli aveva
rovesciato addosso il thè e ora ripuliva tutto, ancora preoccupata dello stato
di salute del marito che sbraitava per alzarsi dal letto.
- No, tu non ti
alzi!- ordinò Sarah per l'ennesima volta, con le mani sui fianchi - Ieri hai
quasi rischiato di morire e adesso te ne stai a letto! Ci sono altri Auror a
proteggere il castello.-
- Ma sto bene, come te lo devo dire?- sbuffò Mckay
esasperato - Lucilla mi ha guarito bene.-
- Ha ragione zia.- annuì anche
Degona - La mamma è brava con queste cose.-
- Papi ma cosa ti è successo
ieri?- gli chiese Alex, con la sua vocetta dolce.
- Niente, mi sono solo
preso un raffreddore.- sorrise Jess, carezzandogli la testa bionda e
prendendoselo in braccio - Ma la zia Lucilla mi ha curato. Ora sto
benissimo.-
- Allora mi porti a vedere i gufi?- chiese il bambino felice -
Voglio scrivere al nonno!-
- No Alex.- lo bloccò Sarah - Papà deve stare
ancora tranquillo. Ti porterò io domani in Guferia. Ora tu e Degona andate, papà
deve dormire ancora un po'. Degona, tesoro, puoi portarlo dalle tate?-
- Si,
certo.- annuì la piccola Mckay, baciando Jess e prendendo Alex per la piccola
manina - Ci vediamo più tardi zio. Ti devo chiedere delle cose. A dopo!- e
sparita oltre la porta, lasciò Jess con una pippa lunghissima.
Osservò sua
moglie corrucciato, quasi imbronciato come un bambinetto dell'asilo.
- Non
fare quella faccia! Quella spada poteva ucciderti.-
- Ma sono vivo e vegeto.-
sbuffò - Perché ti fai tanti problemi? Sto bene, posso camminare
benissimo!-
- Non m'importa se Lucilla ti ha rimesso a posto! Tu ora ti
riposi!- scandì Sarah serissima - Non voglio che ti sforzi.-
Jess rimase a
fissarla per un attimo, poi lasciò perdere.
- Come ti pare.- borbottò,
rimettendosi contro i cuscini.
Lei rimase basita da tanta accondiscendenza,
ma non sicura al cento per cento prese un libro e si mise in poltrona, accanto
alla sponda.
- Perché resti?- le chiese.
- Ti do fastidio?- gli chiese
intimidita.
Lui tacque per un secondo, poi scosse il capo - Va bene,
rimani.-
- Grazie. Vuoi qualcosa?-
- Hermione è tornata coi libri da
Hargrave Hall?-
- Proprio non riesci a pensare ad altro eh?- sua moglie fece
un sorriso triste - Si, è tornata. È col professor Silente nel suo studio. Si
messi alla ricerca di qualche informazione su quel guanto.-
- E' andata da
Cameron?-
- Credo di si ma ha detto che non l'ha trovato.-
Caesar Cameron
che non era al suo inviolabile palazzo? Jess alzò le sopracciglia, ma lasciò
perdere.
- Vuoi davvero che rimanga?-
- Se vuoi chiamarmi Lucilla, magari
con lei mi diverto di più, visto che devo stare a letto...- insinuò velenoso e
dispettoso. Sarah infatti lo guardò male ma poi sospirò, ammansendosi - Hai
ragione, mi dispiace. Sono stata una stupida. Verso di lei intendo. Dovrei
chiederle scusa.-
- E a me no? E già, io mi faccio sempre i compagni dei miei
fratelli. Già che ci siamo dovrei chiedere scusa anche Sofia visto che sono così
vigliacco da ripassarmi anche suo marito.-
- Si, tu e Andrew fareste davvero
una coppia magnifica.- rispose la strega, abbassando gli occhi nocciola sulle
pagine del libro - Comunque mi dispiace sul serio. So che non lo faresti mai.
Anche se non mi ami.-
Jess non rispose, portando la sguardo oltre la
finestra. Il discorso poteva considerarsi chiuso ma...lui sapeva che non lo era.
Lumia era sempre lì. Come una condanna sulla sua testa e sul suo
cuore.
Alle cinque di pomeriggio, Hermione Hargrave sollevò la testa
dalla miriade di libri proibiti di cui si era attorniata e si versò del thè,
esausta. Lo studio del preside era ben illuminato ma l'aria uggiosa di quel
giorno di Halloween sembrava mettere tutti di cattivo umore.
Dall'altro capo
della scrivania c'era Silente, immerso in un tomo di pelle scura da cui ogni
tanto usciva una mano grifagna che cercava di strangolarlo ma il vecchio mago
sembrava non farci molto caso, a differenza di Lumacorno che dopo aver rischiato
lo strangolamento tre volte, si era messo a cercare nelle cronache macedoni,
dove sembrava che Alessandro Il Grande avesse usato un Guanto di Minegon per
sterminare i grandi eserciti del re Dario.
Tutta la mattinata era stata una
ricerca vacua e priva di un bersaglio preciso ma mentre il particolare dei rombi
bianchi era stato un buco nell'acqua su tutta la linea, alla fine Silente era
riuscito a mettere le mani su una lista di riproduzioni di quel Guanto usato dal
tizio mascherato, una lista abbastanza corta.
- Ne sono state fatte solo
cinque riproduzioni.- disse, quando il pendolo batteva ormai le sette e mezza -
Ci sono amici miei. Credo di avere una base di partenza. Dunque...il Guanto
Primordiale, quello appartenente ad Alessandro Il Grande, è andato distrutto con
la caduta del suo impero. Ne sono stati prodotti altri quattro. Uno è andato
disperso con le crociate, un secondo è nei sotterranei della dimora degli
Harkansky, la famiglia di demoni puri da cui discende Lucilla, un altro si trova
al Vaticano, a Roma. Il quarto invece a Praga, nella residenza di un
Antidiluviano.-
- Vampiri.- sibilò Jeager, seduto sul divano e anche lui
sommerso di pergamene - Chi è?-
- A Praga c'è un solo Antidiluviano*.-
rispose Hermione, continuando a leggere attenta i suoi testi - Quello dei
Salubri.
Si dice che l'Antidiluviano Saulot sia stato torturato per secoli
dagli Auror, nelle segrete del castello reale di Praga. I vampiri del clan
Salubre sono difficili da catturare. Sono dotati di una particolare disciplina
che scaturisce dal loro terzo occhio, posto sulla fronte, pare che lenisca le
ferite dei confratelli vampiri. Non credo però ci sia Saulot dietro a tutto
questo.-
- Li conosci bene le sanguisughe.- insinuò Crenshaw - Comunque hai
ragione. Si dice che Saulot sia impazzito. Non gliene verrebbe nulla in tasca a
rompere le scatole al mondo magico. Specialmente qua in Gran Bretagna.-
- Ma
allora cosa rimane?- fece Lumacorno - I parenti di Lady Lancaster sono demoni
puri, non s'immischierebbero mai in questa guerra. Resta quello disperso nelle
crociate, di cui non si hanno notizie. E quello al Vaticano.-
- Però non c'è
gente migliore degli italiani per nascondere oggetti occulti.- ponderò Silente,
accendendosi la pipa - Questo però non toglie che potrebbe essere accaduto
qualcosa.-
- Ho ancora dei contatti in Italia.- La Grifoncina sollevò
finalmente gli occhi dorati - Posso farmi ripagare di vecchi favori. Oppure
andare direttamente laggiù.-
- Dagli Zaratrox? Vuoi farti ammazzare
Hargrave?- Jeager rise - Non ci pensare neanche. L'onore spetta a me.-
-
Zitto.- Hermione agitò la mano, noncurante - Preside, che altre soluzioni
abbiamo?-
- Nessuna direi. Bene mia cara. Credo che tu possa cominciare a
chiedere ai tuoi vecchi amici qualche ricerca. Noi intanto ci occuperemo del
Guanto disperso nelle crociate. Forse, seguendo il corso della storia,
arriveremo al nuovo proprietario. Quell'uomo, devo ammetterlo, ha saputo coprire
bene le sue tracce.-
- Già. È potente se è riuscito ad abbattere la barriera
del mio castello.- mugugnò Crenshaw, suo malgrado molto irritato - Fate come
credete ma per me immischiarsi coi Bilancieri è solo una fonte di guai in più.
Inoltre li hai traditi Hargrave. Credi di avere l'immunità diplomatica per
caso?- chiese serafico - Quelli non scherzano coi traditori. Volevano Tom Riddle
morto e...- Jeager tacque di botto.
Hermione sollevò lentamente il viso
mentre Silente rimase con la pipa a mezz'aria.
Ora tutto
taceva.
Zaratrox.
- Può essere.- sussurrò Silente a bassa
voce.
- Non so.- Hermione avvertì un brivido antico, un brivido che non
sentiva da tanto - Non sono i loro metodi questi. Io li conosco. Sono una di
loro. Li avrei riconosciuti. Non si abbassano a usare fantocci, manichini.-
-
Però volevano morto Tom da bambino. E adesso c'è un intero esercito di gente
incappucciata di rosso e bianco che usa il nome dei Mangiamorte per uccidere Tom
e scatenare una lotta all'ultima magia fra Potter e il Lord Oscuro.- incalzò il
mezzo demone - Hargrave, fossi in te ci penserei bene. Forse ci sono davvero gli
Zaratrox dietro gl'Illuminati.-
La strega serrò i denti. Si alzò, sentendosi
soffocare e andò ad appoggiarsi alla finestra.
No, non potevano essere gli
Zaratrox.
Lei li conosceva i Bilancieri. Era stata una di loro per un anno
intero. Non erano quelli i loro metodi. Certo, non erano stinchi di santo ma il
loro unico interesse era quello di tenere orizzontale, senza pendenze, la lancia
fra Bene e Male.
No. Ne era sicura.
Non erano loro.
Ma dunque...chi
poteva desiderare tanto la morte di Tom?
Chi odiava tanto Voldemort da voler
uccidere suo figlio?
Il grande pendolo nell'ingresso di Hogwarts batté le
nove e mezza, due ore più tardi.
La cena e il grande banchetto erano stati
deliziosi e la festa di Halloween stava per cominciare.
Studenti travestiti
in sgargianti abiti di mille colori affollavano il salone e i corridoi, pronti
per rientrare nella Sala Grande, addobbata pomposamente dai volontari del
Comitato Studentesco.
- Però. Questa è quello che si dice un bel bordello.-
frecciò Martin Worton, entrando di seguito a Bruce Joyce e Ian Wallace, mentre
le tre Grazie passavano sotto il loro naso vestite da conigliette di Play
Boy.
- Non lo sai?- rise Maddy, vestita da hawaiana - Halloween serve più che
altro per "svestirsi".-
- Mi svesto per andare a letto, grazie.- mugugnò Ian,
scuotendo il capo - Gli altri dove sono?-
- Se cercate Matt è in infermeria a
farsi ricrescere la pelle sul sedere.- rispose Neely Montgomery, seduta sul
divano d'angolo vicino all'ingresso, con Patience Hogs e una irriconoscibile
Mary J. Lewis, vestita la famosa regina Elisabetta, pallida come un cadavere e
un'elaborata acconciatura del settecento - Si farà vedere più tardi, ammesso che
riesca a camminare.-
- Qualcun altro è rimasto incastrato sui water?-
borbottò Martin, dopo essere tornato con delle Burrobirre per tutti.
- No ma
al secondo piano una tazza ha quasi fagocitato Clyde Hillis.- rise perfidamente
Madeline - Alderton ha rischiato di fare la stessa fine, peccato che perfino il
cesso non l'abbia voluto.-
- Carina questa.- Neely si guardò attorno,
accaldata nel vestito da sposa macchiato di sangue che Matt, patito di
Tarantino, era riuscito a farle indossare. Cercava qualcuno, anche se nemmeno
lei sapeva bene chi, fino a quando, vedendo Damon sulla soglia della Sala Grande
a braccetto con la King, capì che forse aveva già valicato una linea
pericolosa.
Osservò la coppia e poi si dette della sciocca.
Che andava
pensare.
- Oh, eccovi!- lì salutò Mary, agitando il ventaglio con eleganza -
Cloe che bella che sei!-
Claire sorrise, facendo una leggera piroetta su se
stessa, svolazzando in un vestitino bianco intarsiato di perline, pieno di veli
e strati trasparenti, con un corno d'avorio incastrato in un diadema sulla
fronte.
- Decisamente originale.- le disse Mary - Un unicorno, giusto?-
-
Esatto.- rispose la bionda Grifondoro, che aveva riacquistato un po' di buon
umore - Anche voi state bene.-
- Mai come te.- insinuò Martin melenso - Se
non stai attenta stasera ti faccio la festa, Cloe.-
- Si, come no.- rispose
l'altra, guardandosi attorno - Tom e Trix?-
Non le giunse risposta, se non il
sogghigno ironico di Howthorne, vestito con un lungo cappotto nero e un paio di
ali da pipistrello attaccate alla schiena, tutto a causa delle sue Serpeverde
del quinto e sesto anno che l'avevano preso come modello e per tutto il
pomeriggio l'avevano usato come puntaspilli, fino a tramutarlo in quella parodia
di uomo-pipistrello o Merlino solo sapeva cos'altro.
Damon comunque non se la
prese per l'occhiataccia di Cloe, anche se entrambi sapevano che né Riddle né la
Vaughn avrebbero mantenuto la promessa di farsi vedere. Era inutile sperarci.
Piuttosto si sarebbero fatti scartavetrare la faccia. Frugando nelle
tasche, trovò le sigarette e se ne mise una in bocca.
- Vado a fumare.-
borbottò - Ci vediamo dopo duchessa. Se li vedi fammi un fischio.-
- Vai al
diavolo.-
- Vestito così credo che lo farò.- tubò Howthorne, dandole le
spalle - Andiamo, lo sai bene che preferirebbero farsi fare una
devitalizzazione! Saranno da qualche parte a farsi una canna in compagnia.-
-
Oppure a letto insieme.- frecciò Martin.
- Ho bisogno di qualcosa di forte.-
sibilò Cloe, rossa per lo sforzo di trattenere un istinto omicida - Ci vediamo
dopo Howthorne e vedi di farti trovare da solo.-
- Vado solo a fumare, per
chi mi hai preso? Attenta a Prentice.-
- E tu alle serpi della tua
casa.-
I ragazzi risero di quello scambio di battute, poi Neely si mise in
piedi troppo accaldata.
- Gente mi manca l'aria in questo costume. Vado fuori
a fare due passi. Ti spiace se vengo?- chiese, rivolta a Damon.
Lui scosse il
capo, gli occhi celesti leggermente divertiti.
- Bel vestito. Ti sta bene.-
mugugnò, mentre s'infilavano fra la folla.
- Grazie. È’ vero che sei finito
nelle grinfie delle tue compagne di casa?-
- Mi hanno scambiato per un
manichino, ecco tutto.- spiegò, facendo a spallate per passare in mezzo a gente
ubriaca e zucche incantate che cercavano di fagocitare le matricole -
Williams e gli scozzesi non ci sono?-
- Tobey non ama le pagliacciate, sue
testuali parole.- rispose la Corvonero, afferrandolo istintivamente per la mano
che le tendeva, per non perderlo fra i tanti volti presenti nella Sala Grande -
Ma se parli della McAdams è in un angolo del giardino da mezz'ora a "parlare"
con Thaddeus Flanagan.-
- Flanagan?- si schifò Damon - Credevo avesse altri
gusti.-
- Si vede che la tua amica serpe vorrà qualcosa da lui. Non mi sembra
una che fa niente per niente.-
- E immagino, col tuo carattere, che
gliel'avrai già detto in faccia.- disse finalmente più tranquillo, quando furono
al di fuori delle porte pesanti della Sala - Madeline mi ha detto che durante
Erbologia avete sempre qualche discussione.-
- Diciamo che non cerco di
farmela piacere.-
Damon la fissò attento.
Che differenza c'era fra Neely e
Cloe?, si chiese.
A parte il colore degli occhi e l'aria decisamente più
gelida, la Montgomery aveva una tranquillità nell'insultarti che decisamente la
King non conosceva. Che strana ragazza.
Intanto, nei sotterranei, Beatrix
Vaughn stava sdraiata sul suo letto a pancia in sotto, in minigonna nera a balze
e con la camicia bianca semi aperta, scivolata da una spalla, intenta a
scartabellare fra una miriade di pergamene su cui erano disegnati con una china
magica dei manichini di diverse forme: sia umani che demoniaci.
Bevendo la
sua cena, alzò una pergamena con aria curiosa.
- Tom...- disse ad alta voce -
Forse ho qualcosa.-
- Anche io.-
Dalla torre del Grifondoro, pure Riddle
era semi sdraiato a letto, circondato dai libri proibiti di Hermione che più
volte avevano cercato di mangiarselo vivo e con addosso solo un paio di
pantaloni bianchi e una camicia nera di pesante broccato, parte del costume che
aveva iniziato ad indossare prima che Trix lo chiamasse per collaudare il regalo
di Damon, per il suo diciassettesimo compleanno.
I due maghi infatti avevano
sul comodino, d'acero per il grifone e d'ebano per la Serpeverde, uno specchio
d'argento dalla sagoma ovale, largo circa quindici centimetri e alto venti,
rialzato su un basamento d'argento filigranato modellato sulla forma di due
spiriti duellanti.
L'idea per quel regalo gli era stata data da Harry quel
pomeriggio. Tom infatti si era ricordato che Harry e Sirius usavano quegli
specchi per parlarsi a distanza e con un rapido ordine a Diagon Alley, il
giovane Riddle aveva ricevuto quella consegna solo tre ore dopo, in tempo per la
cena.
Uno specchio l'avrebbe tenuto lui, l'altro avrebbe dato a Damon e la
cosa gli piaceva molto.
Aveva poi insistito con Trix affinché lo provassero e
avevano colto l'occasione per farlo con una consultazione visto che entrambi,
per ritardare la festa in maschera, si erano messi a studiare (per disperazione
e necessità) la faccenda dei fantocci animati dal Vendicatore.
- Comincia
tu.- le disse Tom, osservandola nello specchio.
- Ok.- la Vaughn si accese
una sigaretta, soffiando fuori una nube di fumo azzurrognolo - Dunque,
partiamo con le ricerche di questo gagia, un certo Mellin, fatte settant'anni
fa. Questo tizio riuscì a produrre su un cadavere l'effetto dell'Alito di Vita,
soffiando nelle narici della sua cavia l'Alito ma non prima di avergli innestato
nel torace una specie di sistema a scatti, tipo quello degli orologi. A quanto
pare però il sistema cerebrale di questi cadaveri non funziona più. Eseguono un
solo ordine di fila e non hanno coscienza di quello che fanno perciò non credo
che potranno interrogare il nostro amico con la maschera scheletrica. Altro buco
nell'acqua!-
- Si, è vero. Io ho una cosa simile.- le rispose il mago,
chiudendosi i bottoni della camicia e le cinghie al collo, infilandosi poi dei
guanti neri di pelle alle mani - Un gagia e un demone impuro trent'anni fa, in
Francia, hanno dato l'Alito di Vita a una donna morente, innestandole però un
sistema meccanico nella spina dorsale, esattamente come un carillon. Con una
chiave, bastava darle un paio di giri e questa si ricaricava...- Tom fece una
smorfia - Che schifo.-
- Tutti possono fare esperimenti sui cadaveri. Lo
fanno anche i babbani.-
- Ma questa è magia nera. La odio, lo sai.-
- Però
ammetterai che è affascinante.-
- Cosa? Usare quest'Alito di Vita per
trasformare la gente in burattini?- replicò gelido - E' degno di Lord
Voldemort.-
- Lui non l'ha mai fatto.-
- Non è il caso che lo
difendi.-
- Non lo difendo. Ma rendigli il poco onore che ha.-
Tom sollevò
gli occhi blu, irritato - Perché ho sempre l'impressione che tu, Damon e Cloe mi
facciate la predica con lui? Non lo sopporto.-
- E tu perché lo tiri sempre
in mezzo?- replicò la Diurna amabilmente, sfogliando le pagine con aria
interessata - Non è il Lord Oscuro il nemico per il momento. Concentriamoci sul
tizio vestito di chiaro. Hermione ha già scoperto qualcosa sul Guanto di Minegon
e noi possiamo darle una mano con questi feticci, non prendertela per l'uso
della magia proibita. Ogni scienza prima o poi sconfina i suoi limiti. Non
catalogare per forza ogni cosa come proibita Tom.-
- Invidio la tua calma.-
le rispose, placandosi.
- Non lo sono, credimi. Alcune cose che ho letto
hanno fatto accapponare la pelle anche a me ma credo comunque che Hermione abbia
ragione. Non c'è arma migliore per sconfiggere il nemico che conoscere i suoi
metodi e la sua magia. La ammiro per aver scelto la strada della magia proibita,
nonostante la ripugni.-
Tacquero per un attimo, come in riflessione.
-
Beatrix?- Tom sorrise, grattandosi il capo - Non farmi mai diventare un
bigotto.-
La strega rise di rimando, osservandolo con insolita dolcezza - Non
lo sarai mai, credimi. Piuttosto...- si bloccò, vedendolo sgranare gli occhi -
Che ti prende? Hai trovato qualcosa?-
- Aspetta!- Riddle sollevò la mano,
rileggendo velocemente, poi si volse del tutto verso lo specchio, annichilito -
Trix ho trovato una cosa importante! Secondo tutte le analisi fatte negli ultimi
cento anni, l'Alito di Vita non ha un tempo preciso, affinché si concluda il suo
effetto. Questi fantocci sono cadaveri, e fin qua ci siamo, riportati in vita
con questo Alito e poi risanati nel corpo con sistemi meccanici.-
- Si,
esatto. Va avanti. Cos'hai trovato?-
- C'è una postilla scritta a mano da
quel tizio francese. Sta sbiadendo ma riesco a leggere: c'è scritto che se il
fantoccio viene colpito a morte, si provoca all'interno del corpo uno shock,
simile al trapasso. Però è già un cadavere, quindi il corpo resta incosciente
per circa trenta ore, dopo di che il fantoccio si risveglia.- deglutendo, Tom
levò gli occhi - Quanto è passato?-
- Ron l'ha ucciso ieri!- Trix balzò in
piedi, guardando l'orologio da polso - Tom abbiamo tre quarti d'ora per scendere
nelle segrete e smontargli gli ingranaggi pezzo per pezzo, è l'unico modo per
impedirgli di rimettersi a camminare e andare in giro per uccidere le persone!
Sono da te fra un minuto.-
- Prendo il mantello. Gli altri li avvisiamo più
tardi, ci vorrebbe una vita!-
Esattamente sessanta secondi dopo, Beatrix
stava saltellando davanti al quadro della Signora Grassa, lottando per infilarsi
uno stivale, con la camicia ancora tutta aperta e le si era anche spezzata
un'unghia.
Picchiò forte per l'ennesima volta contro il quadro,
imprecando.
- Cazzo!- sbraitò, lottando contro la cerniera della calzatura -
Tom muoviti!- urlò ma quando il quadro della torre si aprì, non uscì Riddle ma
un pirata biondo con tanto di spada e bandana sulla testa.
- Vaughn.-
l'apostrofò Sedwigh, osservandola da capo a piedi - Da cosa sei vestita?-
-
Da battona.- rispose acida, strappando a Stanford una risata allegra - Hai visto
Tom?-
- Arriva.- Sedwigh continuava a studiarla, molto compiaciuto - Devo
dire che il travestimento da vampiro ti è riuscito. Quelle lenti gialle e anche
i canini sono perfetti. Posso toccare?-
La Diurna, manco a dirlo, rimase a
bocca spalancata. Aveva dimenticato di mettere le lenti colorate e imprecando
aveva mostrato troppo la bocca, scoprendo la dentatura. Prima ancora di
accorgersene poi il biondo grifone le toccò un canino ma facendolo si ferì
immediatamente, tanto la "zanna" era affilata.
- Ahi!- borbottò il
Grifondoro, ritirando la mano - Cavolo. Come hai fatto a farteli crescere?-
-
Tom...Tom mi ha trovato un incantesimo.- sussurrò, sentendo ancora il sapore
dolce e pastoso del sangue di Stanford in bocca, il sangue umano che non aveva
mai assaggiato - Ecco, sta arrivando. Ci vediamo giù alla festa.-
- Ok, ma
non arrivate tardi. A dopo.- e appena Sedwigh se ne fu andato, dal quadro uscì
Riddle con il fiatone - Ci sono! Ho fatto fatica a trovare il mantello. Ehi, ma
che hai?-
- Sai che Stanford ha il sangue buono?- Beatrix lo stava ancora
guardando andarsene - Magari potrei...-
- Lascia perdere!- la interruppe il
moro, chiudendo l'ingresso e afferrandola saldamente - Forza, diamoci una
mossa!-
Nei minuti seguenti scesero una ventina di scale, scendendo sempre
più in profondità nel castello.
A differenza di tanti altri fissati, Tom non
aveva mai esplorato tanto in largo Hogwarts e una volta nei sotterranei,
rimasero un po' basiti nel vedere tante celle di sicurezza, stanze chiuse col
lucchetto e ripostigli pieni di oggetti strani.
Tenendo per mano Beatrix che
vedeva al buio, cominciarono a usare il Lumos proprio quando l'oscurità divenne
tale da prendere addirittura il posto dell'ossigeno.
- Dici che ci siamo
quasi?- sussurrò Tom.
- E che ne so. Non abbiamo la Mappa del Malandrino, sto
andando a naso. Quel cadavere puzza in maniera atroce. Ecco, è di qui! Oltre
quella porta!-
Fra le tante minuscole porticine, i due maghi alla fine
entrarono in una stanzetta vuota, priva di qualsiasi mobilio se non una sorta di
basamento quadrato, su cui era appoggiata la salma del finto Mangiamorte e una
sedia, su cui erano posati i suoi vestiti. Illuminata interamente la bassa e
angusta celletta, umida e senza una finestra o una presa d'aria, i due ragazzi
si avvicinarono attenti.
Mancava mezz'ora allo scadere del tempo.
Si
disposero su due lati, guardandosi in faccia.
- Che facciamo allora?- disse
Tom, infilandosi la bacchetta nella manica della camicia - Lo apriamo?-
-
Sicuro che non ti venga poi da vomitare? Posso farlo da sola.- disse la
Vaughn.
- No, credo che ce la farò.- rispose sicuro il moro - Però
come...cioè...-
- Forse dovremmo farci apparire una specie di kit per
l'autopsia. Tipo quelli dei film.-
Rendendosi conto che era una cazzata, ma
che non avevano altra scelta...e redendosi conto che il tempo correva,
lasciarono perdere l'assurdità della storia in sé e usando un Incantesimo di
Apparizione, Tom fece comparire dal nulla una serie di oggetti che definire
raccapriccianti non sarebbe abbastanza.
Con in mano due bisturi, Beatrix
quasi avrebbe riso, dato il suo senso umoristico abbastanza tetro.
- L'hai
già visto fare?- gli chiese semiseria.
- Una volta su discovery channel.-
rispose Tom alzando le spalle - Dopo la disintegrazione di un calcolo renale.
Credo che dovremmo tagliare a Y. Togliere la pelle e...staccare le costole e lo
sterno.-
- Non c'è un manuale di medicina legale in quella cazzo di borsa!?-
sbuffò la Diurna - Non che mi freghi qualcosa di questo rifiuto, ma proprio
sventrarlo come un pesce mi sembra esagerato.-
- Tieni.- le lanciò
occhiali, guanti e un grembiule - Per non sporcarti.-
- E gli occhiali?- lo
guardò stralunata - Questo schifoso non avrà anche l'AIDS!-
- Senti ma io che
ne so...- Riddle deglutì, ormai pronto - Tagli tu?-
- Va bene. Ci
siamo...vado eh? Se svieni avvisami, che ti prendo al volo.-
Se Beatrix aveva
creduto che Tom sarebbe caduto come una pera davanti al sangue, si sbagliava. Il
suo amico non fece una piega e il fatto che avesse un tale stomaco la lasciò
piacevolmente sorpresa. Il taglio a Y non fu nulla di speciale ma il bello venne
quando dovettero cominciare a usare una sorta di sega rotante per tagliare le
costole e lo sterno, per vedere bene cuore e polmoni. Fu un'operazione
complicata e abbastanza disgustosa, che fece schizzare sangue ovunque e il suono
delle ossa segate non era esattamente la quinta sinfonia di Beethoven.
Alla
fine comunque, Trix afferrò lo sterno e lo buttò a terra, sospirando
soddisfatta.
- Ok. Vedi gli ingranaggi?- chiese più allegra.
Tom si
sporse, corrucciato. Dunque...polmoni, cuore, fegato, stomaco,
milza...
Eccoli! Sorridendo, allungò una mano e affondando disgustosamente
ben oltre il polso dentro a quel torace, Tom arrivò a toccare degli ingranaggi
di ferro simili appunto a quelli di un orologio, proprio fra i polmoni, nascosti
sotto al cuore.
Lottarono come due forsennati ma alle fine ne staccarono più
di sei, lanciandoli via con poca grazia e allo scadere delle trenta ore, non
accadde nulla.
- Fatto.- cinguettò Trix, sporca di sangue come un macellaio
verso le undici di notte - Devo dire che è stato un Halloween meno palloso del
previsto! Non avrei mai immaginato di poter fare un'autopsia!-
- Una
meraviglia. Piuttosto, già che siamo qua controlliamo che non abbia altri
ingranaggi in giro. Giriamolo su un fianco e guarda se sulla schiena ha un buco
per una chiave o una manopola, nel caso funzioni come un carillon. Io guardo
nello stomaco e giù di lì per vedere se c'è altro.-
- Occhio a quello che
tocchi.- lo prese in giro.
- Grazie, mi serviva davvero farmi dare del
necrofilo in questa porca di situazione.- Tom iniziò a toccare nel basso ventre,
un pelo più schizzinoso nel mettere le mani nell'intestino, senza poi contare il
fegato al limite della cirrosi epatica che il loro amico fantoccio si ritrovava.
- C'è un buco metallico, pieno di zigrinature.- gli disse intanto Trix -
Credo che funzioni a chiave.-
- Aspetta... ho trovato una roba
strana...sembra un sacchetto!- Tom estrasse qualcosa di scuro e dalla forma
tondeggiante - Ah no, merda. È solo un rene.- e se lo lanciò alle spalle,
incurante, tornando a sfrucugliare.
Erano talmente immersi in quel lavoro
che nessuno dei due sentì i passi che si avvicinavano, nemmeno Trix, troppo
intenta a pulirsi il sangue rancido dalle punte degli stivali, per sentire i
guai in arrivo.
- Aspetta...cosa cavolo...- Tom assunse un'espressione
stranita, sollevando la mano guantata di plastica dal fegato. Fra le dita, un
minuscolo oggetto pesante, avvolto in una benda nera, inzuppata di sangue - Cosa
diavolo è?- alitò.
Ma non ottenne risposta. A Trix esplose letteralmente il
pallone della gomma da masticare quando la porta della celletta si spalancò di
scatto e fu così che Piton, la Mcgranitt, Lumacorno e Gazza li trovarono.
Tom
con le mani nel cadavere e Beatrix a ruminare lì davanti.
Mezz'ora più tardi stavano seduti nell'ufficio della professoressa di
Trasfigurazione, ancora coperti di sangue ma se Riddle aveva l'aria contrita da
colpevole, la Vaughn sembrava perfettamente tranquilla. Chi invece era sconvolto
e sull'orlo di una crisi isterica erano Piton e la Mcgranitt, senza contare
Lumacorno, in piedi accanto alla finestra, che ogni due secondi scuoteva il
capo, borbottando qualcosa sommessamente, tipo delle preghiere cristiane.
-
In più di quarant'anni di servizio non mi è mai accaduta una cosa tanto
aberrante!- sibilò la direttrice del Grifondoro, tremando per la collera - Due
studenti che...che...cos'avete da dire a vostra discolpa? Siete forse
impazziti?!-
- Avete idea di cosa potevate rischiare girando da soli per i
sotterranei?- berciò anche Piton.
- Posso parlare?- chiese Trix
cortesemente.
- Prego signorina Vaughn. Illuminami.-
La Diurna prese in un
sospiro e raddrizzandosi sulla poltrona, illustrò ai professori le loro scoperte
di quella sera. A cominciare dal fatto che il fantocci si sarebbe risvegliato in
trenta ore, per finire con gli ingranaggi e l'impossibilità materiale di
chiamare gli Auror a raccolta. Fu un racconto lungo ma una volta finito la
Serpeverde si rimise comoda, soddisfatta del suo monologo che invece lasciava i
loro docenti sull'orlo di un travaso di bile.
- Quindi siete scesi nei
sotterranei, avete aperto un cadavere e vi siete permessi di fare quel...quel
disastro!- ringhiò la Mcgranitt fuori di sé - Io non posso credere che abbiate
potuto farlo! Passi per lei signorina Vaughn, ha uno stomaco ben diverso da
quello di un essere umano ma lei...signor Riddle!- Tom incassò la testa fra le
spalle - Non vi rendete conto del rischio che avete corso? Quel fantoccio poteva
risvegliarsi!-
- Ma non è successo.- rispose debolmente Tom - Abbiamo letto
che dopo aver rotto i meccanismi l'Alito di Vita non è sufficiente a tenere in
piedi un cadavere. È per questo che abbiamo fatto quell'autopsia, chiamiamola
così.-
- Voi due siete fuori di testa!- Piton stava fumando letteralmente -
Ringraziate il cielo di essere vivi!-
- Non per controbattere di nuovo ma
sono perfettamente in grado di proteggere Tom.- s'impose allora Beatrix, punta
sul vivo - Non credo che sia messa in discussione la mia immortalità e forse
sarò ancora inesperta nell'uso completo delle magie più avanzate ma sono dotata
di una velocità e una forza che un essere umano comune, sebbene un fantoccio,
non possiede. Quindi Tom non era in pericolo con me.-
- Quando me lo dirà il
professor Mckay allora ne sarò convinta anche io.- rispose la Mcgranitt -
Tuttavia signorina Vaughn non spetta a te difendere il signor Riddle.-
-
Questo non è vero.- replicò la Diurna - Cloe e Damon sono di aiuto a loro modo e
io nel mio.-
- Discutere di questo ora è inutile.- li placò Piton - Abbiamo
chiamato gli Auror, direte a loro ciò che avete detto a noi. Comunque avete
infranto le regole, pertanto signorina Vaughn ti tolgo cinquanta punti.-
-
Cosa?! Cinquanta? Solo per...-
- Aver aperto in due un cadavere?- sibilò
Piton - Esatto.-
- Lo stesso per te signor Riddle, cinquanta punti in meno e
ora siete entrambi in punizione.- concluse la professoressa di Trasfigurazione -
Io e il professor Piton abbiamo deciso che visto il vostro amore sviscerale per
le feste, dovrete presentarvi a quella di Capodanno, a quella del solstizio di
primavera e a quella di fine anno e restarci per tutta la durata prevista.
Ovvero fino a mattina. Chiaro?-
Se Trix più pallida di così non avrebbe
potuto essere, Tom raggiunse in fretta il suo colore cereo.
Feste, feste,
feste...no! Meglio la morte!
Si strinsero le mani, come se fossero stati di
fronte a un'orda di golem e deglutendo per l'orrore rimasero in silenzio, come
in trans, fino a quando Harry, Draco e Tristan non misero piede nello studio.
Per ultimo c'era anche Milo che si chiuse il naso per il forte odore di sangue
rancido.
Osservati i loro vestiti macchiati e sentendo il racconto dei
docenti, Harry e Draco quasi non riuscirono a credere che Tom avesse potuto fare
una cosa simile. Ma...se non scoppiarono a ridere fu solo perché la Mcgranitt li
sfidava a farlo e con un'occhiata omicida tale che perfino Silente questa volta
si sarebbe guardato dal fare battute.
Rimasero a discutere a lungo, sempre
con qualche gemito divertito in sottofondo che non era il massimo della serietà
ma la punizione inflitta aveva lasciato i due maghetti ad un livello di
prostrazione tale che solo dopo, quando Lumacorno e Tristan stavano discutendo
degli ingranaggi raccolti dal cadavere, a Tom tornò in mente l'ultima cosa
estratta da quel fantoccio. Infilò una mano nella tasca del grembiule sporco e
tirò fuori quel piccolo oggetto avvolto in pezzi di stoffa.
- Che cos'è?- gli
chiese Harry, seduto sul bracciolo della sua poltrona.
- Non lo so.- rispose
Tom, srotolando le bende - L'ho trovato dentro al fegato di quel tizio.
Aspetta...ecco, si vede qualcosa...-
Bastò un secondo e tutti i presenti si
zittirono, Riddle per primo.
Avvertì qualcosa dentro, una sensazione antica.
Come un flash back arrivato a colpire a tradimento.
Dalle bende umide e
impregnate di sangue, uscì lentamente qualcosa di puro, lindo, candido.
Un
piccolo prisma di forma romboidale, bianco. Fatto di alabastro.
Un
piccolo rombo bianco.
Candido come neve.
Avvolto nel
sangue.
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