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Autore: Blue Eich    22/09/2012    7 recensioni
O almeno non le importò finché due dita non le sfiorarono piano la pelle e una rosa rossa non le venne infilata con grazia nei capelli, spuntando leggermente fuori dalla bandana. Si portò una mano appena sopra alla fronte e la toccò, lentamente. Sapeva per certo chi l'aveva messa. In tutto l'universo c'era una sola persona che avrebbe potuto compiere quel gesto.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ash, Drew, Misty, Vera | Coppie: Ash/Misty, Drew/Vera
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Anime
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Declaration of love

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Li aveva visti. Vera aveva visto Ash e Misty baciarsi. Ed erano felici insieme, si leggeva nei loro sguardi. Quindi si era illusa: non ci sarebbe mai stato posto per lei nel cuore dell’amico, già pieno da fin troppo tempo. Doveva rassegnarsi a essere solo una delle sue tante compagne di viaggio sparse per il mondo. Amicizia, ecco tutto ciò che le concedeva.

Era corsa via a perdifiato, con le lacrime a inondarle prepotentemente il viso. Prima correndo, poi camminando, aveva continuato la sua fuga finché non c’era stata una ringhiera a bloccarle il cammino. Col fiatone e gli occhi velati di pianto vi si appoggiò. Avvertiva un lieve mal di testa, stanca di girare senza meta e senza ragione. Ormai era un chiodo fisso nella sua mente: focalizzava l’immagine indelebile di Ash e Misty, dei sorrisi carichi di emozione sui loro volti, delle loro dita intrecciate… Ed era straziante.

D’un tratto, si sentì sfiorare una spalla.

Alzò lo sguardo, fissando con noncuranza il tramonto iniziato da poco che si presentava all’orizzonte. Non si preoccupò di guardare chi fosse, perché in quel momento non le importava di nessuno. O almeno non le importò finché una rosa non le venne infilata con grazia nei capelli, spuntando fuori dalla bandana. Portò in automatico una mano sopra alla fronte e la toccò, lentamente. Sapeva per certo chi l’aveva messa: in tutto l’universo c’era una sola persona che avrebbe potuto compiere quel gesto. Sfiorò quei petali delicati, per poi passare al gambo senza spine, così da accertarsi che fosse tutto reale e non la sua fervida immaginazione intenta a giocarle un brutto tiro.

Era come se avessero rimosso un Ingranaggio del Tempo, o schiacciato all’improvviso il tasto stop a una canzone durante la sua parte clou, lasciandola poi ripartire a velocità accelerata. In quel modo il cuore le si era fermato per un attimo, mozzandole il respiro e ricominciando a battere così forte che il suono le rimbombava nelle orecchie.

«Vera?»

Al sentirsi chiamare da quella voce melodiosa, si girò di scatto. Abbracciò il rivale senza pensarci, appoggiando il capo sul suo petto per soffocare la tristezza. Poi chiuse gli occhi e prese a singhiozzare, incurante di tutto.

Nonostante lo sconcerto iniziale, Drew non si oppose e le regalò una carezza sulla testa, fugacemente e con dolcezza. «Ehi, la vuoi smettere di piangere? Non voglio vederti così.»

La ragazza trasalì, perché non si aspettava una simile premura. Mormorò il suo nome, mentre altre lacrime continuavano a sgorgare e prendevano subito il posto di quelle vecchie. Andando avanti così, temeva d’inzuppare di stupida e incontrollata tristezza la sua giacchetta lilla. Era tremendamente bello rimanere abbracciata a lui. Ma erano sempre stati amici e rivali, niente di più… Allora come mai quando incrociava quegli occhi verdi il suo cuore perdeva il controllo e arrossiva non appena si parlavano?

Adagio e un po’ di malavoglia si sciolse dall’abbraccio, tirandosi indietro di un passo. Si specchiò in quelle iridi smeraldine, sicura di non poterle reggere. Le sue erano ancora lucide e sarebbe bastato un solo battito purché le lacrime le s’infrangessero di nuovo sulle ciglia, come onde spumeggianti su una scogliera scaldata dai raggi del sole calante.

Con un’agile movenza della mano, il Coordinatore sollevò elegantemente il mento della ragazza, costringendola a guardarlo: avrebbe potuto addirittura perdersi in quel mare di giada che l’attirava come una calamita.

Spinto dall’istinto, Drew colse l’occasione e si avvicinò, unendo di scatto le loro labbra. Vera, un po’ timorosa, gli gettò le braccia al collo mentre nuove stille le rigavano le guance. Se lui non l’avesse sorretta, sarebbe cascata a terra: le sue gambe tremavano e non riusciva a reggersi in piedi. Alle loro spalle, il tramonto era un perfetto sfondo con le sue sfumature di colori caldi, assieme alle vaporose nuvole che si ritiravano spinte in una direzione comune.

Il ragazzo tentò di ritrarsi, ma lei lo riavvicinò subito, portandoselo contro grazie alla manica della sua giacca. Erano fronte contro fronte, le labbra l’una a un soffio dall’altra, entrambi paonazzi e col fiato corto. Continuavano a rimirarsi intensamente: zaffiro innocente nello smeraldo deciso. E nonostante sentisse il mondo vorticarle attorno, la castana non fece una sola mossa.

«Scusa, non so davvero cosa mi sia preso…»

Prima che potesse proseguire oltre, fermò la sua giustificazione posandogli con delicatezza l’indice sulla bocca e sorrise. Il primo sorriso vero, di quel giorno. «Anch’io volevo scusarmi per prima. Ma… Se devo dire la verità, quel che hai fatto non mi è dispiaciuto» ammise, a cuore aperto.

«Beh, se non altro è servito a farti smettere di piangere» commentò lui, sorridendo lievemente. «Ora mi vuoi spiegare che cosa è successo?» le domandò, spinto dall’insana curiosità che lo stava divorando dall’inizio di quell’incontro.

«Beh, ho scoperto che l’amore non corrisposto fa male… Più di quanto pensassi.» Una frase semplice, mesta, che bastava per riassumere tutto il suo dolore.

«Non è sempre così.»

«Ah, ma che vuoi saperne tu!»

Il Coordinatore fece spallucce, sfoderando un piccolo ghigno. «Te l’hanno mai detto che le rose rosse sono il simbolo dell’amore?» chiese sfacciatamente, sfiorandole una ciocca bruna.

Vera al suo tocco sussultò e arrossì. «T-Tanto, mi hai sempre detto che le cinque rose che mi hai regalato, più quella di oggi sei, sono per il mio Beautifly. No?» domandò, con falsa indifferenza, che non le riuscì troppo bene e suonò come un leggero nervosismo.

«Allora sei più ingenua di quanto pensassi. E tieni anche il conto, vedo!»

«E-E allora? Che c’è di male a tenere il conto?» farfugliò, spostando lo sguardo per evitare il suo, tutto a un tratto compiaciuto. Si soffermò sugli alberi a sinistra: stavano già perdendo le foglie autunnali, grazie al lieve vento che le portava lentamente a cadere proprio vicino a loro. Le era parso d’intravedere una coda seghettata fra i rami ancora carichi, ma di sicuro era stata una sua impressione: sbattendo due volte le palpebre non aveva visto più niente, solo foglie. Stava diventando paranoica: ovunque si girasse le sembrava di vedere Ash o Pikachu.

Drew la riportò alla realtà con un sorriso amaro. «Niente. Tanto, per te quelle rose non significano niente, vero?»

«Non è vero, significano molto più di quanto tu possa immaginare!» ribatté, di fretta, gesticolando animatamente dall’agitazione.

Ci teneva a lui, più di quanto ammettesse anche e se stessa, ma non sapeva come dimostrarglielo. Era una situazione delicata e una qualsiasi parola detta senza riflettere avrebbe potuto rovinare l’atmosfera; come un oggetto di vetro o cristallo che cade e si frantuma in mille schegge, così il suo cuoricino palpitante avrebbe potuto infrangersi.

«Io… Ti considero molto più di un amico» ammise infine, con le parole che le morivano in gola. Non riusciva a trovare quelle giuste, ce n’erano così tante che avrebbe voluto dirgli e si era sempre tenuta per sé… Ma non poteva sbagliare. Altrimenti lui se ne sarebbe andato via come al solito, dopo averle lanciato un altro fiore per ricordo, senza neanche voltarsi indietro.

«Possibile che devo sempre spiegarti tutto io?» Il verde si lasciò andare a un sospiro. «Le rose non sono mai state per il tuo Pokémon… Sono sempre state per te, Vera. Anche io ti considero più di un’amica… Sei… Speciale.»

Silenzio.

Il cuore della ragazza aveva ricominciato a battere senza controllo. Sembrava una statua: era immobile e fissava gli occhi traboccanti di sicurezza di Drew, cercandovi conforto.

«Che c’è? Sei rimasta sconvolta dalla mia rivelazione o sono così bello che ti sei incantata a guardarmi?»

«Sì… Sei sempre il solito: bello e vanitoso! Ma, se proprio vuoi saperlo, a me piaci così!»

Prese quel briciolo di coraggio che le restava, tirandolo bruscamente per la maglietta. Accadde tutto in un attimo: lo attirò ancora a sé, baciandolo con trasporto. Un bacio carico di emozioni, un bacio che aveva risolto tutto, un bacio che era arrivato dove le parole avevano fallito.

Perché finalmente Vera era felice. Non doveva più fingere, mai più.

Bene, Ash… Tu hai fatto la tua scelta e io la mia, ma rimarremo sempre buoni amici e sarai sempre il mio mentore. Ti voglio bene” pensò, accennando un sorriso intenerito. Lui non poteva sentire quelle parole, ma era certa che l’avrebbe capita al primo sguardo.

 

«Sapevo che sarebbe finita così… E questo tramonto rende tutto ancora più romantico!» commentò Misty, entusiasta. Aveva sempre desiderato dire frasi come quella e ora ne era libera, senza imbarazzo. Abbracciò Ash da dietro, appoggiando la testa sulla sua spalla.

«Già… Drew sarà un ragazzo perfetto per lei» rispose il corvino, con l’abbozzo di un sorriso acre. Non sembrava del tutto soddisfatto. Insomma, non gli andava giù l’idea che la Coordinatrice lo avesse dimenticato così in fretta.

Però sapeva che era la cosa giusta, almeno avrebbero detto addio al passato, perché un nuovo futuro a breve sarebbe sbocciato, al calar definitivo del sole.

Li guardò andar via e tenersi per mano: stavolta sorrideva anche Vera, stringendo fra le mani la rosa rossa che poco prima le ornava i capelli, ora mossi dalla leggera brezza.




 

Angolo Autrice
Ciao! Grazie mille a chi è arrivato in fondo, anche se immagino saranno stati pochi i coraggiosi che avranno avuto voglia di leggere tutto!
Questa è la mia prima one-shot in assoluto e spero vi sia piaciuta.
Ho cercato di impegnarmi e vorrei sapere che ne pensate, quindi mi farebbe piacere anche una piccolissima recensione, se volete :)
Alla prossima.
-H.H.-
 
   
 
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