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Autore: Birbi_alex    22/09/2012    12 recensioni
Con lui doveva andare diversamente, lui era diverso. E in un certo senso ero diversa anche io.
Perché da quando l’avevo conosciuto mi sembrava di impazzire, non mi era mai capitato di avere la pelle d’oca solo perché qualcuno mi sfiorava ma con lui era così. Non ero mai stata quel genere di ragazza che si invaghiva di un ragazzo solo per la sua bellezza, e non lo ero tutt’ora perché in effetti Zayn non era solo quello, era anche simpatico e intelligente, dolce ma serio, misterioso quanto espansivo. Sapeva chiudere i discorsi con le sue frecciatine anche meglio di me, e parlare con lui era quello che aspettavo in tutta la giornata.
Anche dopo essermi svegliata presto, non aver bevuto il mio caffè, aver assistito a lezioni noiosissime, vedere il suo sorriso e i suoi occhi riusciva a cambiarmi la giornata e renderla migliore.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Buonsalve! Oh ecco il tanto atteso capitolo che molte di voi aspettavate da un po'!
E' ASSOLUTAMENTE uno dei miei capitoli preferiti in assoluto, ne vado proprio fiera ù.ù ok no ahah
Che dire.. vi lascio alla lettura, ci sentiamo alla fine!







CAPITOLO 23
 


Natale.
Natale voleva dire il grande cenone la sera della vigilia, spacchettare i regali sotto l’albero, ascoltare canzoncine natalizie, fare buoni propositi e poi la parte che più io odiavo.. fare i regali.
Insomma, era gratificante vedere che a una persona piaceva quello che le hai regalato, ma il solo pensiero di dover girare per negozi per comprarlo mi faceva venire mal di testa.
Fare un regalo azzeccato voleva dire conoscere i gusti delle persone e basandosi su quelli scegliere l’oggetto migliore, quello che le avrebbe rese più felici.
Che poi con tutto quel freddo io avrei dovuto girare per negozi? Nella settimana dei saldi, nei quali i negozi erano pieni e zeppi di gente?!
Per di più Zayn da quando l’avevano dimesso si era messo in testa di ringraziarci tutti per il grande sostegno che gli avevamo dato e ci aveva invitato da lui la cena della vigilia.
Per me non era un problema perché con la mia famiglia eravamo soliti festeggiare al pranzo di Natale, in genere alla vigilia non avevo nulla da fare.
Ma questo voleva dire che avrei dovuto fare dei regali anche a quei cinque sciamannati, oltre a già quello per Camille e la mia famiglia.
E non avevo idea di dove cominciare a cercare.
Era un freddo venerdì, l’ultimo prima delle vacanze di Natale, in particolare il 20 Dicembre quindi anche il giorno prima degli Open Day e io dov’ero? A casa a dormire? Ad uscire con Camille? A messaggiare con Niall? A scorrazzare come un’idiota con Louis e Harry? A uscire con Zayn? A studiare? No, niente di tutto questo.
Avevo appena varcato l’ingresso degli Harrods sicura che se avessi voluto comprare qualcosa per i miei amici lì dentro mi sarebbe venuto di sicuro in mente qualcosa.
D'altronde era impossibile non comprare nulla in sette piani di negozi sterminati di ogni genere e tipo!
Mi incamminai per i corridoi del centro commerciale guardandomi intorno e vagando con lo sguardo in ogni vetrina sperando di trovare qualcosa di adatto per i miei amici.
Per Camille avevo già preso qualche giorno prima un maglioncino lilla che avrebbe adorato conoscendola, ma diciamo che non ero un’esperta di regali maschili.
Cosa sarebbe piaciuto a Zayn e agli altri? Un pallone da calcio! Nah, non erano più dei bambini..
Una playstation nuova! Si, se avessi avuto i soldi che mi uscivano dal sedere avrei potuto comprarla.
Vidi qualche metro più avanti il reparto di sport e mi fermai a osservare le varie maglie, sciarpe e cappelli di squadre di calcio finché vidi quelle del Manchester United.
E se mi fossi comprata una maglietta? No Scarlett, ricorda che sei venuta per comprare dei regali, non per fare shopping! Allungai la mano fino a toccare il vetro da cui dietro spiccava una maglietta rossa con la scritta della squadra in bianco e nero. Mamma mia!
Scossi la testa come a scacciare l’idea di entrare nel negozio e comprarla, dovevo pensare ai regali per gli altri, non a me!
Perché non ero come le ragazze normali che si illuminavano alla vista di un vestito? Io no, mi emozionavo davanti alla maglia della mia squadra del cuore. Lo dicevo che non ero normale.
Ridacchiai a quel pensiero e scossi la testa divertita, per poi riprendere il mio cammino tra i negozi.
Cercai di pensare a cosa sarebbe piaciuto a quegli scimmioni dei miei amici..
Beh, a Niall sarebbe bastata una fetta di pizza per farlo felice ma gli altri erano più complicati.
Che poi, pensai, quanto mai sarà mai complicato un maschio? A loro bastano una partita di pallone e delle birre per farli felici..
Io ero femminista? No dai, non più di tanto.
Mi strinsi maggiormente nella mia giacca beige da cui pendeva una grande sciarpa bianca, nonostante fossi dentro al centro commerciale faceva sempre freddo.
Non feci in tempo ad alzare gli occhi dalla borsa che avevo aggiustato meglio sulla spalla che vidi in lontananza un moro di mia conoscenza guardare una vetrina.
Dovevo essermelo sognato, ormai mi capitava spesso di vederlo ovunque.
Ogni passante aveva il suo viso, il suo sorriso, anche se non sarei mai riuscita a ricreare nella mia mente quei suoi occhi tanto profondi e espressivi.
Mi incamminai verso di lui sistemandomi il cappello marrone che tenevo sopra i capelli ricci e già al sol pensiero di incrociare il suo sguardo un sorriso riempì il mio viso.
A quanto pare era davanti a una gioielleria a fissare dei ciondoli.
Che volesse fare un regalo a una ragazza? Che gli piacesse qualcuna? Mi ero persa qualcosa?
Esaminò i vari cuori d’argento fino ad arrivare a fiori dorati, o ancora lettere dell’alfabeto con dei brillantini, assottigliando anche gli occhi.
Mi affiancai a lui ma non sembrò accorgersene, troppo impegnato a guardare le collanine probabilmente, e mi morsi il labbro divertita dondolandomi sui talloni.
Era leggermente piegato in avanti e teneva le mani nelle tasche dei pantaloni scuri, come me aveva in testa un cappello, però nero, che lasciava scappare qualche ciocca dei capelli mori.
Era maledettamente bello, come sempre alla fine, e davvero non riuscivo a capire come facesse ad essere così fottutamente perfetto in ogni momento.
Anche quel giorno dove aveva indossato le prime cose solo per uscire a fare compere era impeccabile, sicuramente senza averci fatto neanche attenzione.
- il quadrifoglio è carino – dissi dopo un po’ fissando un ciondolo argentato a forma di quadrifoglio, e lui sentendo la mia voce così vicina saltò in aria portandosi una mano al cuore, poi accorgendosi che ero io se ne uscì con un sorriso sghembo che mi fece quasi arrossire.
- andiamo Malik, faccio così paura? – chiesi retorica vedendolo ancora scosso dallo spavento e lui ridacchiò.
- no è solo che non ti avevo vista, scusa – rispose sorridente ricomponendosi.
- allora.. anche tu a fare compere a quanto pare – dissi torturandomi le mani.
- beh, sai com’è, Natale è alle porte – disse lui ovvio indicando col dito l’enorme albero di natale che decorava l’atrio dell’edificio.
- vedo che siamo sulla stessa barca quindi – mormorai rassegnata nel sentire il portafoglio troppo pieno e le mani troppo vuote.
- anche tu devi comprare i regali? – chiese a quel punto alzando le sopracciglia scure.
- si, un certo pakistano di mia conoscenza ha invitato me e altri quattro pazzi a casa sua per Natale, allora devo comprare qualcosa a tutti. Oppure potrei presentarmi con un panettone, dici che andrebbe bene lo stesso? – scherzai infine non vedendo l’ora di vederlo ridere, cosa che non tardò ad arrivare perché scoppiò in una risata di cuore.
- Niall non avrebbe nulla in contrario, ma anche i regali sarebbero ben accetti – rispose divertito facendomi alzare gli occhi al cielo.
Ogni mia speranza di persuaderlo col panettone se n’era andata in un secondo come era venuta.
- cacchio e io che speravo nel panettone.. – borbottai sbuffando facendolo ridere di nuovo fino a che mi prese sotto braccio.
- signorina Jonson, non sarà mica in difficoltà? – chiese retorico squadrandomi con quei suoi occhi da brivido.
- ha parlato quello che è rimasto mezzora a fissare delle collanine in una vetrina – ribattei a tono facendolo voltare di nuovo verso il vetro del negozio.
- dai, per chi devi comprarla? – chiesi cercando di rendermi utile mentre sentivo il suo braccio accarezzarmi la schiena fino a cingermi le spalle.
- devo ancora.. comprare qualcosa per le mie sorelle, mia madre e Camille – spiegò mordendosi il labbro e potei scommettere che se non avesse avuto il cappello si sarebbe messo una mano tra i capelli.
- allora per me l’hai già fatto il regalo? – mi illuminai pensando che, oltre ai quattro ragazzi, all’appello mancavo solo io, aggrappandomi alla sua giacca.
Mi sorrise divertito e sentire il suo respiro infrangersi sulle mie guance mi fece quasi arrossire.
- no, ma se non hai capito sei qui con me, non posso comprarti il regalo se ci sei tu in giro a curiosare – rispose ovvio vedendomi poi sbuffare.
- vaffanbagno Malik – borbottai facendolo ridere.
- e sentiamo, tu per me hai già comprato qualcosa? – chiese a quel punto puntando lo sguardo nel mio sorridente.
- sono qui agli Harrods mica per niente! Devo ancora prendere tutto per tutti – spiegai per l’ennesima volta.
- allora che ne dici se facciamo compere insieme? – propose raggiante e potei notare il suo sorriso illuminarsi di qualcosa di diverso e unico.
- insomma.. io aiuto te a fare i regali ai ragazzi, e tu mi aiuti con quelli per le mie donne – aggiunse notando il mio silenzio e non potei non scuotere la testa sentendo le sue parole.
- per me va bene. Però ricorda che Camille è la donna di Liam, non la tua – precisai. E io? Anche io ero sua?
- io intendevo le mie sorelle e mia mamma gelosona – esclamò divertito e gli diedi uno schiaffetto sul petto indignata.
- guarda, faccio finta di non aver sentito perché siamo sotto le feste e bisogna essere più buoni, quindi.. – dissi incenerendolo con lo sguardo per poi sospirare e indicargli con un cenno di testa la vetrina.
- ..dimmi, cosa avevi in mente prima? – finii la frase alludendo alle collane e lo vidi trattenere un ghigno.
- non saprei. Avevo pensato a una collana per Rosaline, una borsa per Jane, ma per mamma e Camille non ho idee – disse poi grattandosi la nuca confuso.
- è sempre un primo passo – mormorai sospirando – dai, vediamo un po’ che fare.. – rassegnata al pensiero di dover setacciare tutta la gioielleria per trovare il ciondolo adatto.
Quel giorno di compere si sarebbe rivelato molto più lungo di quanto pensassi.
Eppure non avrei voluto nessun altro che lui al mio fianco in quel momento, neanche i miei pensieri rumorosi avrebbero rimpiazzato il suono della sua risata, e se una cosa era certa era che non avrei smesso di stringere tra le mani la sua giacca e lui non avrebbe mollato la presa dal mio corpo.
Dopo neanche due ore avevamo già provveduto alle sue sorelle, con una collana dorata col segno della pace e una borsa di marca, e io a Niall e Liam, con un berretto viola e una sciarpa che Zayn aveva insistito dire fosse perfetta per Payne.
Strinsi le mie adorate buste nella mano destra lasciando così il braccio sinistro libero per cingere i fianchi al moro, mentre lui fece lo stesso mantenendo il suo sulle mie spalle.
Ci incamminammo lentamente per i corridoi del centro commerciale stretti quasi come fossimo una coppia e potei scommettere che qualcuno l’avesse pensato vedendoci.
- per Camille che mi consigli? – mi chiese dopo un po’.
- vediamo.. a lei piacciono le cose semplici, non serve che ti scervelli troppo.. – dissi ripensando alla mia migliore amica tutta acqua e sapone col suo sorriso dolce e gentile.
quindi..? – chiese ancora disorientato aggrottando le sopracciglia e guardandomi speranzoso.
- un profumo andrà bene – dissi in un sospiro e lo vidi illuminarsi d’immenso perché spalancò gli occhi e un sorriso soddisfatto fece capolino sul suo viso.
- perfetto – mormorò Zayn tirandomi appena per entrare nella prima profumeria che trovammo, e immediatamente l’odore dolce del negozio mi invase.
In ogni caso nessun profumo sarebbe mai stato buono come quello della sua pelle, a me sarebbe sempre bastato quello.
- che profumi le piacciono? – chiese lasciando appena la presa attorno al mio corpo per girare intorno ai vari espositori.
- quelli dolci direi, ma le piacciono un po’ tutti – risposti distrattamente cercandone uno che potesse andarle bene.
- mm.. – grugnì mordendosi il labbro prima di cominciare a vagare per gli scaffali.
Mi illuminai vedendo gli espositori dei profumi più costosi, con un occhio di riguardo alla “Dolce&Gabbana”, “Dior”, “Armani” fino ad arrivare ai “Yves Aaint Laurent” dove presi un lungo respiro per sentire quegli odori celestiali.
Poi afferrai uno dei tanti boccettini su cui avevo letto prezzi agghiaccianti e, stando attenta che non ci fossero commessi in giro, me lo spruzzai in gran quantità sul collo, sulla sciarpa, tra i capelli e sulla giacca.
Non ero una ragazza che ama apparire, ma non mi tiravo mai indietro davanti a un buon profumo.
Ne spruzzai un po’ anche nella borsa e mi odorai più volte sperando che l’odore sarebbe rimasto a lungo, fino a tossire per la nuvola di profumo che mi aveva circondata.
Mi feci aria con la mano e feci per posare la boccetta sull’espositore quando uno spruzzo mi colpì in pieno viso facendomi ritrarre.
Sentii la risata di Zayn farsi più profonda e quando riaprii un occhio lo trovai al mio fianco con un profumo in mano e con una faccia soddisfatta.
- che cacchio fai? – chiesi spruzzando un po’ di quello che avevo ancora in mano sul suo giubbotto.
- andiamo, eri tutta concentrata a riempirti di profumo, non dirmi che ora ti dispiace! – ribatté divertito sventolandosi con la mano per far andar via l’odore tipicamente femminile del profumo che gli avevo spruzzato.
- ma piantala! – esclamai ridacchiando prima di spruzzarglielo ancora addosso, questa volta tra i capelli dove ero sicura avrebbe reagito.
- come hai osato? – chiese stizzito dal mio gesto fiondandosi su di me con ben due boccette, una in ciascuna mano, e spruzzandomele tra i capelli e sul cappello.
Mi piegai su me stessa per non riceverlo in faccia o negli occhi, ma quasi persi il respiro per tutte le risate dato che Zayn non si fermò neanche un attimo.
- Malik finiscila! – sbottai tirandomi eretta per poi spruzzargli la mia dose di profumo da tutte le parti, ogni colpo sarebbe andato a segno.
Ci ritrovammo senza neanche accorgercene a spruzzarci qualunque acqua corpo, profumo, deodorante ci trovassimo davanti finché l’urlo del commesso alle mie spalle ci raggelò.
- che state facendo voi due?! – urlò l’uomo con un accento tipicamente americano sbarrando gli occhi sconvolto prima di strapparci dalle mani le boccettine che avevamo e lanciarci un’occhiataccia.
- niente – mormorò lui abbassando lo sguardo, come me, per trattenere una risata.
- sarà meglio. Se rompete qualcosa vi toccherà ripagarla, sappiatelo – ci avvertì mettendo a posto le prime boccette sugli scaffali senza smettere di guardarci male.
- ci scusi, non succederà più – mormorai prima di improvvisare un sorriso dispiaciuto e allontanarmi con Zayn in qualche corsia più avanti.
Lo spintonai divertita e scossi la testa facendomi scappare un risolino che il commesso sentì perché si girò infastidito, allora subito corsi via con il moro al mio fianco.
- cretino ma perché devo andare sempre nei casini per colpa tua? – gli chiesi dandogli una gomitata giocosa e lui rise facendomi venire la pelle d’oca.
- guarda che sei tu che stavi per annegare nel profumo – rispose beccandosi una mia occhiataccia.
- e poi lo vuoi un consiglio? – continuò dopo un po’ trattenendo un sorriso beffardo, e io sospirando acconsentii preparandomi già mentalmente alla cazzata del secolo.
- non serve metterti il profumo, per non puzzare basta che ti laviecco appunto. E ora mi sarebbe anche toccato picchiarlo. Non esitai a tirargli uno scappellotto sulla nuca che lui subito massaggiò dolorante.
- guarda che sono qui per aiutarti, se non la finisci me ne vado – gli ricordai puntandogli il dito contro e lui subito alzò le mani al cielo in segno di resa.
- no dai ti prego, ho bisogno di te – esclamò facendo una faccia da cane bastonato che mi fece ridere.
- certo che hai bisogno di me! Tutti hanno bisogno di me! – dissi con fare ovvio unendo le mani orgogliosa facendolo ridere.
- chi te l’ha detto? – chiese divertito incrociando le braccia al petto mentre si avvicinava ad un altro espositore per guardare i vari profumi.
- i fatti parlano chiaro. Sarò anche un disastro ambulante ma servo a qualcosa – risposi sicura schioccando la lingua sul palato e lui si girò verso di me guardandomi curioso.
- che genere di cose? – chiese aprendosi in un sorriso malizioso prima di farmi l’occhiolino e mordersi la lingua divertito.
- sei un pervertito Malik! Ma possibile che capisci sempre male?! – esclamai dandogli uno schiaffetto sulla nuca che lo fece scoppiare a ridere.
- guarda che la mia era una domanda innocua, sei tu che trovi un doppio senso in tutto! – disse in sua difesa facendomi poi la linguaccia.
- innocua di sta ceppa, quel tuo sorriso strafottente non passa inosservato, non a me almeno – ribattei prendendolo per la guancia e tirandolo come fosse un bambino piccolo.
- ahia, mi fai male! – si lamentò sfuggendo dalla presa delle mie dita per poi massaggiarsi la guancia e rivolgermi un’occhiata sconvolta.
- così impari a fare battutine sconce! Io non sono una poco di buono! – dissi ridacchiando per la sua espressione dolorante.
Non rispose, preferì non rispondere, e rimase a massaggiarsi distrattamente il viso mentre con l’altra mano prese un profumo al lampone di chissà quale marca.
- questo potrebbe andare bene? – chiese allungandolo verso di me.
Ma un profumo di marca? Con una boccetta decente? Di un gusto decente?
No, lui mi mostrò una boccetta a forma di lampone con appesa sul tappo una grottesca fogliolina d’acciaio.
Per me era un pugno dell’occhio ma guardata da un certo punto di vista era carina. E a Camille piacevano le cose tenere e carine. A lei sarebbe piaciuto. Non faceva una piega il mio ragionamento, dannazione.
Me ne spruzzai un po’ sul dorso della mano nonostante l’odore dei profumi precedenti avrebbe confuso l’aroma, e lo annusai. Sapeva proprio di lampone..
- si, le piacerà – dissi in un sospiro ridandolo a Zayn che si aprì in un sorriso soddisfatto.
- visto? Zayn Malik non sbaglia mai! – disse teatralmente facendo un altro dei suoi sorrisi mozzafiato.
- Zayn Jawaad Malik aggiungerei – lo corressi trattenendo una risata per quel suo secondo nome così assurdo.
Lui alzò gli occhi al cielo e la mia sonora risata lo fece piegare in un sorrisetto, finché mi aggrappai al suo braccio mentre ci dirigevamo verso la cassa per pagare.
- me lo rinfaccerai per sempre, vero? – chiese sporgendo il labbro inferiore e facendo una faccia desolata per cercare di corrompermi, ma io annuii vistosamente facendolo poi sbuffare.
- io prendo questo – disse lui alla commessa porgendole il profumo che lei infilò in una scatola e successivamente in un sacchetto non smettendo un attimo di mangiarsi con gli occhi Zayn.
Le lanciai un’occhiataccia mentre, dopo aver preso il profumo, io e Malik uscimmo dal negozio e non esitai a prenderlo sotto braccio per far ingelosire la commessa. Che poi la gelosa ero io.
- sai, non vorrei dire.. ma a braccetto così con te sembro tanto un finocchio – se ne uscì dopo un po’ fissando le nostre braccia in una posa effettivamente troppo femminile per lui.
- non frenare le tue voglie con me Malik, mostrati pure per il tuo lato nascosto! Lasciati andare! Ti prometto che non ti prenderò in giro! – lo sfottei scoppiando poi a ridere beccandomi una sua occhiataccia.
- grazie ma non ho nessun lato nascosto da mostrare! – ribatté imbarazzato rubandomi il cappello dalla testa e alzandolo in modo che non potessi arrivarci.
Cominciai a saltellare per arrivare al mio cappello beige, ma lui lo strinse nella mano alzando il braccio mentre si lasciò andare ad una sonora risata.
- Malik ridammi subito il mio cappello! – gli urlai addosso ma le mie parole non sembrarono scalfirlo perché il suo sorriso strafottente si aprì ancora di più.
- così impari a mettere in dubbio le mie doti – commentò ridacchiando vedendomi ancora intenta a saltare per raggiungere la sua mano.
- non ho detto questo, molti ragazzi le apprezzerebbero – lo sfottei ancora vedendolo sgranare gli occhi colpito. Anche io le apprezzerei.
- sai che ti dico? Dì pure addio al tuo cappello! – esclamò maligno accelerando il passo verso un cestino, e spaventata cercai di pararmi davanti a lui senza però buoni risultati.
- dai scherzavo! Ridammelo – lo pregai mettendomi tra il suo corpo e il grande cestino.
Cercò di scostarmi con un sorrisetto divertito e con le mani si allungò agile verso il buco del cestino, senza però centrarlo.
- non ci penso neanche – commentò beffardo facendomi la linguaccia e io cominciai a tirargli delle manate sul petto sperando di fargli mollare la presa sul mio cappello, ma cominciò a ridere ancora più forte.
- ZAYN JAWAAD MALIK VOGLIO IL MIO CAPPELLO! – urlai usando l’ultima delle mie tattiche, cioè prenderlo per l’orecchio.
Si piegò subito in due dal dolore mentre strinsi il suo orecchio tra le dita facendolo gemere e subito lasciò andare il mio cappello per terra, che subito afferrai lasciandolo dolorante.
- tu sei pazza – commentò facendo un’espressione dolorante.
- guarda che hai cominciato tu, io ti ho avvisato. Ti sei messo contro di me e ne hai pagato le conseguenze – dissi soddisfatta incrociando le braccia sotto il seno dopo essermi infilata di nuovo il cappello in testa.
Lui mi fissò per dei secondi che sembrarono infiniti, prima di scattare verso di me con le braccia aperte come a volermi prendere, ma fui più veloce di lui e mi spostai appena in tempo per schivarlo.
- signorina Jonson venga, le mie dita non vedono l’ora di farle il solletico! – disse malefico prima di allungarsi verso di me ma un’altra volta balzai di lato prima di cominciare a correre con lui alle calcagna.
Mi misi a ridere mentre i miei piedi correvano veloci sul pavimento liscio dei corridoi degli Harrods, scansando delle persone per passare e girandomi all’indietro ogni tanto per controllare dove fosse Zayn, e ogni volta lo vedevo più vicino.
Scattai veloce lungo l’atrio e girai intorno all’enorme albero di Natale posto al centro del salone, ma quando riapparsi dall’altro lato dell’abete sentii due braccia avvolgermi da dietro bloccandomi.
Scoppiai a ridere sentendo il profumo di Zayn arrivarmi fino alle ossa, e quando sentii anche la sua risata nell’orecchio arrossii.
- ti ho presa finalmente.. – mormorò col fiato rotto dalla corsa stringendomi più a lui mentre le sue mani corsero veloci sulla mia pancia per farmi il solletico.
- no ti prego Malik! – urlai un attimo prima che le sue dita cominciassero a torturarmi, e lui chissà per quale miracolo si fermò facendomi prendere un sospiro di sollievo.
Sentivo il cuore battermi a mille per la corsa, e la sua stretta attorno al mio corpo non era d’aiuto a farlo rallentare.
Rise di nuovo e sentire quel suono cristallino mi fece sorridere, se avesse potuto vedermi in faccia sarebbe stato imbarazzante.
- chiedo pietà – mormorai riprendendo fiato e lui sembrò accontentarmi perché sciolse la presa attorno a me lasciandomi libera.
- il mio animo natalizio ti ha salvata – disse quando mi girai verso di lui per poi sorridermi calorosamente.
- no, mi hanno salvato le mie urla – lo corressi facendolo ridere in quel modo che io tanto amavo.
- in effetti.. "ti prego Malik, chiedo pietà!" – cercò di imitarmi facendo una vocetta infantile e fastidiosa beccandosi una mia debole spinta che non lo spostò neanche di un centimetro.
- io non ho questa voce! – esclamai indignata sgranando gli occhi.
- sicura? – chiese retorico mordendosi la lingua tra i denti improvvisando un altro sorriso.
- sicurissima! – risposi subito alzando un po’ la voce prima che i miei occhi fossero catturati dalla grande insegna di una pizzeria poco più avanti nel corridoio.
- Malik andiamo là?! – sbottai indicando la pizzeria facendolo girare, e solo qualche secondo dopo tornò verso di me con un sorrisetto divertito e un sopracciglio alzato.
- ma possibile che pensi sempre a mangiare? – chiese ridacchiando beccandosi una mia occhiataccia.
- a forza di stare con Niall sono diventata una mangiona anche io – risposi per poi correggermi – è da due ore che siamo in giro per negozi, ho bisogno di rifornimento! – borbottai battendo un piede per terra.
- e io dovrei stare lì a guardarti mangiare? – chiese ancora lui non capendo mantenendo quel sopracciglio alzato.
- prendi una pizza anche tu! Dai, non farti pregare! – dissi prendendolo per il braccio fino a trascinarlo davanti al negozio da cui proveniva già un buon odore.
- devo per forza? – chiese sbuffando e io annuii vistosamente aprendo la porta del locale per poi spingercelo dentro.
Ci sedemmo in un tavolino coperto da una grottesca tovaglia a quadri bianchi e rossi, e aspettammo che qualcuno venisse a prendere le nostre ordinazioni.
- io prendo una pizza al prosciutto cotto e salame, e da bere una Coca-cola – dissi io al cameriere.
- io invece.. – mormorò indeciso Zayn mettendosi una mano tra i capelli – una al salamino piccante e una Coca-cola – disse vedendo poi il ragazzo congedarsi per andare a riferire le ordinazioni in cucina.
- meno male che non volevi venire! Il salamino piccante non è esattamente una cosa molto leggera – commentai divertita per i suoi gusti.
- beh, già che ci sono ho preso quella.. – rispose tranquillamente posando i gomiti sul tavolo per torturarsi poi le mani.
- allora, quali sono le prelibatezze che ci cucinerai la sera di Natale? – chiesi dopo un po’ facendolo alzare gli occhi su di me.
- precisiamo che non cucino io ma mia madre – disse subito facendomi scappare uno “sfaticato” coperto da un finto colpo di tosse meritandomi una sua occhiataccia - e comunque un bel pollo arrosto, patate, panettone sono ovvi – rispose distrattamente.
- guarda che mi aspetto tanti antipasti, eh! Niall si papperà tutto in un secondo, devi abbondare – gli consiglia ridacchiando.
- lo so, quel biondino è una fogna – commentò divertito lasciandosi andare contro lo schienale della sedia.
- parla quello che ha ordinato una pizza al salamino piccante! – ribattei facendogli la linguaccia e lui in risposta accartocciò velocemente il tovagliolo tirandomelo poi addosso divertito.
 


 
- allora, ho avuto o no una bella idea? – chiesi orgogliosa della mangiata che ci eravamo appena fatti uscendo con lui dal grande centro commerciale.
- si, contando che con tutti il piccante che ho mangiato non toccherò cibo fino a domani mattina – rispose divertito togliendosi il cappello dalla testa per poi metterlo nella tasca del giubbotto.
- guarda che eri liberissimo di prenderti una semplice margherita – commentai ridacchiando.
- è da quando ho sei anni che non prendo una margherita, e non intendo ricominciare adesso – ribatté scuotendo la testa facendomi ridere.
Ancora col sorriso sulle labbra mi girai verso la porta d’uscita dalla quale si intravvedeva una forte pioggia scendere.
- no, dimmi di no – mormorai preoccupata sperando di aver visto male.
- no? – chiese Zayn non capendo ma non ci feci troppo caso, troppo impegnata ad avvicinarmi ai vetri per vedere che, effettivamente, era scoppiato il temporale.
- cazzo piove! E io come ci torno a casa? Non ho neanche l’ombrello.. – sbottai sbuffando.
- neanche io se è per questo – disse lui come se le sue parole potessero confortarmi.
- Malik ti prego dimmi che non sei venuto a piedi e che hai una macchina o qualcosa del genere – piagnucolai aggrappandomi alla sua giacca facendolo ridacchiare, ma quando scosse la testa mi venne l’insana voglia di strappargli i capelli.
- beh, ci toccherà correre – disse lui in un sospiro.
- ..o aspettare che smetta – lo corressi io guardandolo sconvolta.
- ehi, mia mamma mi ammazza se non torno a casa prima delle otto, e manca un quarto d’ora – esclamò lanciando un’occhiata veloce all’enorme orologio appeso al muro sopra di noi.
- quindi? – chiesi spossata lasciando cadere le braccia lungo il corpo sperando di non sentire di nuovo la parola “correre”.
- sei un mostro nel basket, non sarà un problema correre ecco, come non detto.
- si ma se non te ne sei accorto ho degli stivali addosso, come diamine faccio?! – chiesi alterandomi un attimo.
- dai, non dire così che sapresti ugualmente andare più veloce di me – commentò cercando di sdrammatizzare un po’.
- e poi i nostri palazzi non sono molto lontani da qui – aggiunse mentre il suo sguardo vagò preoccupato oltre le finestre per vedere la pioggia incessante bagnare ogni cosa.
Sbuffai sapendo che non sarei riuscita a fargli cambiare idea, quando ci si metteva quello era più testardo di me.
- andiamo, guarda che ci sono anch’io! – tentò ancora di convincermi avvicinandosi alla porta oltre alla quale saremmo stati investiti da una valanga d’acqua.
- devo per forza? – chiesi piagnucolando strusciando i piedi per terra fino ad affiancarlo.
- si, se non vuoi rimanere qui fino a domani mattina. E ti ricordo che dobbiamo fare gli Open Day domani quindi non mi sembra il caso – rispose ovvio sporgendosi appena facendo aprire le porte automatiche da cui entrò il freddo.
Lo guardai poco convinta ma lui mi regalò uno di quei suoi sorrisi mozzafiato facendomi sospirare.
- dai, faremo in fretta – disse porgendomi la mano che io un po’ titubante afferrai prima di sentire la pelle d’oca partire dalle sue dita fino alle punte dei miei capelli.
- pronta? – chiese mordendosi il labbro stringendo appena la stretta sulla mia mano e io annuii.
- allora al tre.. uno.. due.. tre.. – disse e prima che potessimo rendercene conto stavamo già correndo per le fradice vie di Londra.
Nonostante le sue parole riuscì a correre più forte di me, continuando però a tenermi per mano per tutto il tempo.
Ridacchiavo ogni volta che lui prendeva delle pozzanghere che lo facevano imprecare, mentre la pioggia mi bagnava tutti i vestiti e i capelli.
Ogni tanto lo vedevo girarsi verso di me e sorridermi divertito per l’assurda situazione, contagiando subito anche me.
Nonostante il freddo del tempo e la pioggia mi faceva quasi battere i denti, sentivo un calore partire dalle nostre mani ancorate l’un con l’altra.
- Malik ricordami di ucciderti uno di questi giorni – dissi ridendo perché avevo i capelli grondanti d’acqua, come i suoi d’altronde.
- dai, è solo un po’ d’acqua – commentò rallentando il passo perché eravamo quasi arrivati davanti al mio portone.
- un po’ d’acqua una ceppa, è stato uno degli acquazzoni peggiori della storia! – esclamai facendolo ridere, e quando fummo davanti al mio palazzo lo sentii lasciare la mia mano.
Già mi mancava il suo calore.
Mi fece spazio per permettermi di frugare nella borsa alla ricerca delle chiavi, mentre cercò di coprirsi malamente la testa con il braccio.
Imprecai durante la ricerca, ma quando finalmente le trovai tirai un sospiro di sollievo.
Gli lanciai un’occhiata sollevata annegando per un attimo in quei suoi occhi profondi, prima di infilare le chiavi nella serratura.
Feci per salire il gradino che mi divideva dall’entrata ma lui mi bloccò facendomi voltare verso di lui.
- aspetta.. – mormorò prendendomi dolcemente per il polso e girando la testa nella sua direzione mi stupii di quanto il suo viso fosse vicino al mio.
Rimasi in silenzio senza riuscire a dire nulla, sapevo solo che quel momento non me lo sarei scordato.
Incatenò i suoi occhi color pece ai miei facendomi arrossire, e si morse il labbro nervoso mentre varie goccioline di pioggia scesero lungo la sua guancia fino a cadere lungo la mascella.
Quel movimento si ripeté molte volte, prima dalla guancia, poi dal naso, dalle lunghe ciglia, finché i suoi denti smisero di torturargli le labbra che si avvicinarono lentamente alle mie.
Sentii il cuore esplodermi nel petto nell’istante in cui le nostre fronti si unirono, per poi sentire le sue labbra sulle mie.
Avevo sognato quel momento da un mese, ed ora quando meno me lo aspettavo accadeva.
Una sua mano umida si posò sulla mia guancia mentre la pioggia scrosciante continuò indisturbata a cadere su di noi, ma non me ne importò nulla in quel momento.
Riuscii solo a sentire la sua bocca sulla mia e la sua mano accarezzarmi il viso, finché schiusi le labbra per permettergli di approfondire quel bacio.
Portai una mano alla base dei suoi capelli dietro il collo sentendoli fradici come i miei, mentre il suo sapore si faceva spazio nella mia bocca.
Se credevo che il suo profumo fosse la fragranza perfetta era perché non avevo mai provato il sapore dolce delle sue labbra.
Mi sembrava impossibile, dovetti riaprire gli occhi per vedere effettivamente la scena.
Schiuse gli occhi anche lui lasciando la mia bocca, prima di osservarmi di nuovo.
I suoi occhi mi scrutarono in cerca di chissà quale cosa, l’unica cosa che sapevo era che per la prima volta capii cosa celavano i suoi.
Erano intrisi di emozioni, felicità, speranza, dolcezza, stupore, e fu un libro aperto per me in quel momento.
Non riuscii a dire nulla, avevo quasi paura che il suo sapore sulle mie labbra potesse andarsene.
Il suo sguardo cadde un’ultima volta sulla mia bocca e poi ritornò ai miei occhi, e prima che potessi rendermene conto accennò un sorriso e sparì dalla mia vista.
Lo osservai andarsene veloce sotto la pioggia verso casa sua, e dovetti prendere dei lunghi respiri per rendermi conto della situazione.
Lui mi aveva baciata. Io avevo ricambiato. Lui se n’era andato senza proferir parola.
Gli piacevo allora? Le cose che sentivo erano ricambiate? Questo non lo sapevo.
Raccolsi le chiavi che nel caos generale mi erano scivolate di mano, e tremolante aprii finalmente il portone fiondandomi dentro il palazzo.
Di una sola cosa ero certa, non avevo mai amato la pioggia come in quel giorno.






YEEEEEEEPPPP! PE-PE-PE-PEEE-REEE! BACIO!
OK BALLIAMO LA MACARENA TUTTE ASSIEME, FORZA!
EHM.. *me si ricompone* OK MI CALMO.
Avete capito perchè è uno dei miei capitoli preferiti.
Tra l'altro questo capitolo l'ho scritto un lontano sabato mattina presto e appena finito mi è piaciuto così tanto che ho cominciato a postare la FF.. immaginate un po' ahah
Vorrei proprio sapere cosa ne pensate del capitolo in generale e ringrazio sempre tutte le persone che mi seguono, che recensiscono e che mi sostengono, GRAZIE DI CUORE.
Potete trovarmi su twitter, sono
@birbi_alex
Vi ricordo la mia altra FF "Farewell" su Harry, spero passerete anche perchè la aggiornerò a breve.
Spero che il capitolo vi sia piaciuto, ci sentiamo venerdì col prossimo capitolo, UN BACIONE RAGAZZUOLE!
P.S. avete sentito LWWY e visto il video?! E' spettacolare, non riesco a smettere di guardarlo ahah

Passo e chiudo..






   
 
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