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Autore: GALALA    22/09/2012    0 recensioni
Volevo fare la modella, quando tua madre ti vuole piccola e cicciottella
PROLOGO
Come faccio a mettermi a dieta se mia mamma riempie il frigorifero di torte alla panna, crostate di frutta e dolcetti al cioccolato? Per quanti sforzi faccio, io Molly non riuscirò mai a dimagrire.
Abito in periferia di Londra. Purtroppo, e dico purtroppo perché è un vero strazio, abito con la mia famiglia, mia mamma, mio padre, mio fratello Nick di 16 anni e mia sorella Desire di 23 che frequenta l’ultimo anno del college di medicina a Londra. Detesto la mia famiglia. A parte mio fratello. Tra noi ci unisce un legame di amore-odio.
Ho 14 anni. E devo dire che è proprio uno schifo! Menomale ho la mia migliore amica. Lei mi capisce su tutto. Si chiama Penny e ha 16 anni. Ci accomunano una marea di cose. Dal gusto sui cibi a quelli musicali. La mia band preferita sono i Green Day. Dio quanto li adoro. Poi vengono i One Direction. Penny è fottutamente innamorata di loro. E anche io. Dio porco come si fa a non amarli?
La mia vita è abbastanza normale.
A parte che ho un account youtube dove creo brani e cover.
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: Lime | Avvertimenti: Triangolo
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“Mammaaa!!” urlo dalla cucina.
Lei entra tranquillamente in cucina asciugandosi le mani bagnate sul grembiule “che c’è tesoro?” mi chiede sorridendo.
Spalanco con uno scatto così violento che la porta sbatte sui cardini e tutta la roba si fa un balletto rap sopra i ripiani.
“Ti ricordi quando ero piccola e non volevo mangiare verdura, insalate e tutte quelle cosa che fanno bene? E tu non compravi mai schifezze? Be’ , adesso invece voglio mangiare cose sane! E guarda qua dentro quanti grassi ci sono!”
Lasagne affogate nella besciamella. Un dolce pieno di panna con tanto di cioccolata, buona da impazzire. Una torta alla ricotta con una crosta spessa come non se ne sono mai viste. E un insalata con più crostini di pane che lattuga.
La mamma fissa il frigorifero come se avesse appena scoperto una cassaforte piena di lingotti d’oro.
“Mi ero scordata della torta alla ricotta!” dice tirandola fuori dal frigo “Ne vuoi un po’, Molly?”.
“Mamma…ti ho detto che sto cercando di fare una dieta!” “che sciocchezza! Non hai bisogno di diete! Sei ancora in crescita!” risponde lei iniziando a tagliare la torta.
Infatti! Lo so! Sto crescendo, ma in larghezza! Brad ieri mi ha urtato il sedere con lo zaino chiamandomi Molly Gambe Lardose. Solo perché a lui piacciono le ragazze del genere Shelley McDowell.
Brad Crawley è il secchione della scuola. Lo chiamano Crawley il Verme. E allora perché preoccuparsi di cosa pensa una verme?
Già, ma se Brad pensa che io sia una cicciona forse riflette l’opinione degli altri 300, o giù di lì, ragazzi della Bennet High School, la mia scuola… un vero disastro sociale!
“una fetta?” dice mia mamma passandomi sotto il naso un piatto dove campeggia una mega fetta. Faccio un rapido calcolo. Un miliardo di calorie assassine. Lo so che la mamma è animata da buone intenzioni, ma mi sta facendo impazzire.
“Mamma, non la voglio e basta! Te l’ho appena detto: sono a dieta.”
“Beh io no!” dice Nick, sfilando rapidamente di mano il piatto alla mamma.
La cosa più disgustosa è che mio fratello è in grado di mangiare tonnellate di quella roba restando magro. È una specie di draga-cibo ambulante. Quando apre il frigorifero, il cibo sembra attirato da una forza magnetica nella sua bocca. Che schifo! E poi non è giusto.
“E tutto tuo, Nick. Coraggio, sfogati.” Dico avviandomi in camera mia.
Mi stendo sul letto e fisso i poster appesi alle pareti.
Rockstar magre.
Stelle dello sport magre.
Ballerine magre.
Scendo dal letto e comincio a saltellare sul pavimento.
Odio i saltelli ma pare che brucino la ciccia.
Ed è vero, per bruciare, brucia. Forse vado troppo veloce.
Accendo il registratore e Rihanna spara la sua ‘WE FOUND LOVE’mentre io sbatto il sedere contro la parete al ritmo della musica.
Un modo sicuro per liberarsi di qualche centimetro di troppo, stando alla rivista “Lisa”
“Cosa sta succedendo?” Chiede Nick affacciandosi alla porta.
Tiene in una mano un panino a quattro strati con carne, formaggio, uova fritte, pancetta e salsiccia e nell'altra una bottiglia di latte intero.
Ha il mio stesso colore biondo di capelli (come la mamma) ma qui finisce ogni altra somiglianza di famiglia. Se non fosse per i capelli, sarei sicura che è stato adottato, o forse potrei sperare che sia arrivato qui per errore e che, un giorno, la sua vera madre busserà alla porta per reclamarlo.  
Ha due anni più di me, gambe sottili che sbucano dai pantaloncini sbrindellati, una maglietta lacerata sul petto magro, capelli che ondeggiano intorno alla faccia abbronzata dal surf, gocce di tuorlo d'uovo che colano lungo la maglietta. Ha il fisico asciutto
e, secondo le mie amiche, è carino. Per me è tirchio e rozzo ma devo stare attenta a quello che dico, perché altrimenti mi denuncia e chiede i danni.
“Perché sculetti a quel modo?” Chiede, mentre continuo il mio esercizio.
“Sparisci!”
“È un nuovo tipo di rap?”
Ghigna e inizia a sbattere il suo magro fondoschiena contro la porta del mio armadio.
“Mamma!” urlo.
“La bambina è andata fuori di testa” Dice lui, agitandosi contro la libreria “È contagioso, non riesco più a fermarmi.”
Esce in corridoio continuando a sbattere contro le pareti.
La mamma è sulla porta con l'aria perplessa. Poi però sorride.
“Lo facevo anch'io” dice mentre mi osserva agitarmi contro la parete.
Mi fermo e la guardo.
Ha un sorriso raggiante.
Forse, questo esercizio, il sedere lo fa crescere!
Fa circolare il grasso, lo gonfia. (A lei non l'ha fatto calare, questo è certo!) E a quel punto cosa fa? Il festival dell'oscenità: comincia a sculettare contro il muro.
È troppo!
“Torna sulla terra, mamma.” Spengo la musica. La mamma sembra offesa. Mica si aspetterà che sculettiamo assieme?
“Se non comprassi tutta quella roba grassa da mangiare, non dovrei fare tutto questo movimento.” Dico sbuffando.
“Basta non mangiarla!”
La mamma se ne va. Sento i suoi passi in cucina. Tocca a me preparare la tavola, ma non lo farò, a meno che lei non mi costringa. Nick non fa mai niente in casa. Se resto qui, lo farà lei da sola. Decido di telefonare a Penny.
- Ciao, Penny.
È arrabbiata. Ha appena provato un paio di short che la zia le ha spedito come regalo di compleanno dalla Nuova Zelanda e non le vanno bene.
“È una large, ma non mi vanno ... Sai cosa significa? Niente più cioccolata per il resto della vita!”
Questa SI’ che è una condanna. Un vero ergastolo.
“Ma va!” faccio io. “Magari là hanno taglie diverse dalle nostre.”
“Nooooo! Ricordi quando mi ha spedito quei jeans da Los Angeles? Stessa storia.”
La zia di Penny è una che gira il mondo. Mi ricordo i jeans. Fantastici. Magari avessi io una zia del genere che spedisce vestiti, invece di una madre che pretende di nutrirmi in continuazione!
“Vieni a mangiare” grida Nick.
Deve avere apparecchiato la tavola in modo che nessuno possa chiedergli poi di lavare i piatti. Riaggancio e vado in sala da pranzo.
“Dov'è  papà?” chiedo.
“E tornato a lavorare” spiega la mamma, distribuendo enormi porzioni di lasagne.
Cosa? A lavorare? Ma non si è accorta che lo fa un po' troppo spesso ultimamente?
Guardo la mamma. E bassa e cicciosa. Ha la vita larga quanto i fianchi e ha il triplo mento.
Ma non lo sa che gli uomini preferiscono le magre? Non le è mai balenato in mente che il papà potrebbe anche non essere tornato a lavorare?
Lei si che ha bisogno di una dieta!
“Mamma ...”
“Lo so, lo so” mi dice rifilandomi una porzione più piccola, che è comunque grande quasi quanto il piatto. “Sei a dieta!”
Mi sento cattiva a infuriarmi con lei. Non è colpa sua, ma non riesco a trattenermi. Ci sono giornate in cui con lei sto benissimo. Altre in cui vorrei staccarle la testa e, più divento grassa, più vorrei farlo. Forse questa specie di amore-odio per la mamma e il cibo passerà.
Avere quattordici anni è davvero uno schifo!
“Grassi, grassi, grassi” dico infilzando le lasagne. “Ho un piatto pieno di chilocalorie di besciamella.”
“Per l'amor del cielo, mangia e basta, Molly!” dice la mamma.  “Non sei affatto grassa! Sei così magra che a vederti in piedi di fianco sembri un palo.”
“Grazie tante, mamma. I pali sono molto sexy!”
Spingo il cibo verso il bordo del piatto. Lo facevo anche quando ero bambina. Facevo una montagnola con il purè di patate e sotto ci nascondevo i piselli e le carote perché non sopportavo le verdure. E qualche volta mi mettevo i cavoli e i fagioli in tasca e poi li buttavo nel gabinetto. Una volta però non ho tirato bene lo sciacquone, la mamma ha trovato un bel po' di verdure che galleggiavano d è esplosa.
Probabilmente penserete che sono anoressica ma non è vero. Adoro mangiare e odio vomitare, quindi non c'è possibilità che io mi becchi qualche malattia da dimagrimento. È solo che mi sento quasi obbligata a essere ... no, non pelle e ossa, ma almeno ... non grassa.
La mamma mette in tavola l'altra torta. Ha un aspetto così delizioso che decido di mangiarne un pezzettino e, in un battibaleno, me ne sono già sbafata una fettona. La mamma mi guarda compiaciuta, ma io sono furibonda con me stessa. Che ne è della mia forza di volontà?
“Ehi, Cicciabomba” dice Nick. “Non eri a dieta?” Ha un'aria lasciva e si lancia subito sulla seconda fetta. Perché lui può mangiare così tanto e io no? Qualche volta lo odio, anche più della mamma. E va bene, mi metterò davvero a dieta! Seguirò quella che consigliano sull'ultimo numero di “Lisa”: molta frutta fresca, pane integrale, cereali e verdure cotte a vapore. Poi mi ricordo di una cosa.
“Mamma” dico “la madre di Penny ha una pentola a vapore che puoi mettere anche nel forno a microonde. Le verdure vengono più saporite. Perché non la compri anche tu?”
“Bleah!” interviene Nick. “Preferisco le patate fritte o al forno.”
“Non occorre nemmeno lavarla” continuo, senza dare ascolto a Nick.
“E va bene. Vada per il cestello a vapore.” dice Nick, arraffando ingordo l'ultima fetta di torta.
Proprio in quel momento sento sbattere la porta di casa. È lui. Resisto alla tentazione di galoppare in corridoio per saltargli tra le braccia. Voglio vedere se ha l'aria colpevole o se ha qualche profumo addosso, prima di essere carina con lui. Non ha l'aria colpevole. Non ha nessun profumo addosso. E ha l'aria stanca.
“Che giornata!” si lamenta, crollando su una sedia.
La mamma gli scalda le lasagne e lui le tira una pacca sul sedere. Che rozzo. Spero che non lo faccia anche in pubblico. Mi fa arricciare i capelli. Quando la mamma gli mette davanti il piatto, le tira un'altra pacca. Forse il sedere della mamma è cresciuto così lentamente che lui, per abitudine, non se ne è nemmeno accorto.
“Qualche novità?” chiede facendomi l'occhiolino.
“Nessuna.”
Aggrotta un sopracciglio. Non riesco mai a ingannarlo. Sembra quasi che riesca a leggermi il pensiero come fossi un libro aperto. Poi vedo che Nick se la svigna per evitare di riempirela lavastoviglie.
“Va bene. Fai pure il trucchetto della scomparsa improvvisa!” gli dico.
Il papà sospira.
“Pensi che riuscirò a mangiare in santa pace, Molly?”
“Ma papà ...”
“Vostro padre è stanco” dice la mamma “E non ti farà certo male riempire la lavastoviglie, Molly. Dopotutto, Nick ha apparecchiato la tavola.”
Tutto come previsto. Anche questa volta se l’è cavata. Davvero non capisco come facciano le ragazze a trovarlo simpatico. Comincio a riempire la lavastoviglie. La testa di Nick si affaccia alla porta.
“Hai bisogno di moto, Coscia Flaccida” dice. “Vado da Ben. Ci vediamo.”
Sbatto i piatti sui ripiani e intanto desidero con tutte le mie forze che Nick venga espulso dal pianeta. Ho fretta. Devo telefonare a Penny, ho bisogno di sentirmi dire che non ho le cosce flaccide!
Avverto i miei e esco.
Vado a casa di Penny
 “Oi Penny come va?” dico appena entrata in camera sua.
“Gli short non mi entrano per via delle cosce flaccide” dice Penny.
In confronto alle sue, le cosce di Elle MacPherson sono enormi. Sospiro e lascio perdere le mie, di cosce.
“È il taglio” le dico. “Lo vedi? Sono troppo corti in vita” Getta gli short in un cassetto e decidiamo di andare alla caffetteria Major League.
Grande errore. La prima persona che incontriamo è Brad Crawley, il Verme. È con Shelley McDowell.
Indossano entrambi maglietta nera e jeans neri così  attillati che le loro gambe sembrano bastoni di liquirizia.
“Ciao, Coscia Lardosa” mi sbeffeggia.
Mi viene il formicolio alla pelle e vorrei tirargli un bel cazzotto, specialmente quando Shelley comincia a chiocciare come una gallina che cerca di fare l'uovo.
“Siete venute a rimpolparvi il faccino?” insiste lui con sarcasmo.
“Sparisci, minicervello!” replica Penny. “Magari se  fai un salto in ospedale ti prestano qualcheneurone ... Levati di torno!”
I due vanno in fondo al locale. Shelley infila una moneta nel juke-box. Sento solo odori di cibo caldo, grasso. Ho fame. Nelle ultime dodici oreho mangiato soltanto una forchettata di lasagne e una fetta di torta. Mi sento risucchiare lo stomaco.
“Hai visto?” dice Penny “Sto' calando di pesoposso permettermi qualche eccesso.”
“Anch'io.”
Andiamo a scegliere. Pane all'aglio inzuppato nel burro fuso. Pizza. Patate fritte. ciambelle. Hamburger. Torte.
“La torta vaniglia e cioccolata è meno della ciambella” dice Penny
“Bene: due fette di torta e due coche.”
Siamo sedute a un tavolo vicino all'ingresso quandovedo LUI. Penny deglutisce e intuisco che l'ha visto anche lei. Lei e tutte le ragazze del locale.....
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To be continued. 

 
  
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