Un “breve” racconto che, semplicemente, sentivo il bisogno di pubblicare (era troppo triste lasciarlo rinchiuso in qualche cartella nascosta nella memoria del mio PC!) ... avviso che è un tantino “no sense”, ma è volutamente così, dopotutto è ispirato ad un GdR ambientato in una casa di cura per malati mentali (ovviamente non intendo offendere in alcun modo chi è affetto da problemi mentali come ad esempio la dissociazione!... )
Beh, spero che possa piacere a qualcuno (anche se la vedo difficile XD)... lasciate pure un commento, una critica (nessun insulto però v.v) e vi sarò riconoscente ;D
Buona lettura!
12.02.2012
Ore
10.30: Inizia
la quarta seduta della paziente Scarlett Ivy Carter Holmes, ricoverata
al
Rampton Secure Hospital [1] da due settimane.
Dottor M.
J.
Ed eccomi
qui, seduta su una comoda poltrona di un marrone banale. Il dottore sta
farneticando qualcosa, ma sono davvero troppo concentrata su una
macchia sul
muro per
ascoltare le sue noiose
richieste. Probabilmente è solo umidità, ma
potrebbe essere qualcos’altro no? È
di un colore così strano, ma forse è solo
perché è lì da molto tempo. Non
è la
stessa macchia che avevo visto la prima volta?
Mi
è appena
venuta voglia di gelato alla fragola ed è strano
perché di solito non lo mangio
mai, troppo banale e rosa.
Oh, questa
si che è bella, una nuova domanda da
quel noioso dottore! Questa non me la posso perdere!
Scrivere
una
lettera? Su di me, su di loro... fa parte della terapia dice.
Com’è che le sue
idee diventano sempre più banali e noiose? Ma siamo sicuri
che il suo cervello
sia popolato? Ok, ammetto che il mio è leggermente
sovrappopolato, ma il suo è
ovviamente tragicamente disabitato!
Era
centomila volte più interessante il mio ragionamento su come
una macchia sul
muro potesse farmi venire voglia di gelato alla fragola.
A metà
del mio ragionamento inizio a chiedermi quante
volte il dottore sia disposto a
ripetermi quella stupidissima richiesta prima di avere una qualche
reazione che
mi diverta. Lo guardo facendo finta di non aver capito la sua
richiesta. La
testa un po’ inclinata, lo sguardo dubbioso fisso su di lui,
ed ecco che inizia
a ripetere in modo meccanico la sua richiesta.
Siamo a
sette, a quanto pare, ed ecco che rinuncia! Che
delusione, nemmeno un piccolo scatto
d’ira? Un’imprecazione?
Stanno
tutti
ridendo qui... e come al solito quel noioso dottore ha la sua solita
espressione accigliata, mi chiedo se sappia anche solo sorridere e non
dico
falsamente, a volte sembra quasi morto... decisamente il suo mondo non
fa per
me.
Beh, sono
stata nel suo mondo noioso anche troppo a lungo, inizio quasi a
sentirmi grigia
anch’io.
Ecco, ora va meglio: nessuna voce meccanica che mi fa richieste banali,
nessuna
strana macchia sul muro, solo il mio mondo. Saluto tutti, loro sono
sempre così
carini con me e non mi lasciano mai. Oh, vedo che anche oggi piove,
magnifico!
Qui è sempre tutto perfetto nella sua stravagante
imperfezione, va bene così, non
c’è nulla di banale, non mi sento sola, sono
amata. Non vedo alcuno motivo per
cui dovrei abbandonare questo mondo per poi ritrovarmi
in un posto squallido, sola, dove
tutto è così noioso e nessuno è
veramente libero di essere ciò che più desidera
. La cosa più brutta, poi, è il loro stupidissimo
quanto inutile bisogno di
dare un motivo specifico ad ogni tua singola frase o azione. Pretendono
sempre
di avere una spiegazione eloquente che sia in linea con il loro credo.
Noiosi!
Penso che
oggi colorerò un po’ il mio mondo, poi
continuerò il mio ragionamento su quella strana crepa nel
muro della mia stanza
e chiacchiererò con Michele e Lei, loro
sono i miei preferiti!
Si, loro mi
capiscono sempre, non c’è alcun bisogno di
spiegazioni, di domande o di finire
tutte le frasi.
Ah, che
vita
impegnata! Davvero troppo perché possano convincermi a
lasciarla.
Loro
non mi porteranno via il mio mondo, non
lo rovineranno contaminandolo, non possono. È il mio mondo e
loro non hanno
alcun potere su di me.
12.02.2012
Ore 11.00
:La
paziente non mostra alcun segno di miglioramento. La sua dissociazione
non
peggiora tuttavia permane in uno stato critico: attualmente la paziente
sembra
riuscire ancora a riconoscere e distinguere la realtà dal
suo personale mondo
immaginario.
Rifiuta
l’aiuto medico di cui necessita e si dimostra ostile anche
solo nello stabilire
un dialogo interessandosi a me o a ciò che la circonda solo
per momenti brevi.
Ore
11.40: La
seduta si conclude senza che la paziente abbia parlato o anche solo
accettato
di scrivere la lettera (terapia che l’è stata
proposta durante la seduta) a
causa di una sua totale dissociazione.
Dottor M.
J.
Note:
[1] : il
Rampton Secure Hospital
esiste veramente e si occupa di pazienti affetti da malattie mentali,
disturbi della
personalità e difficoltà di
apprendimento (che comprende anche i deficit mentali). Credo raggruppi
soltanto
casi davvero gravi: tra
i criteri di
ammissione il requisito
è che
i pazienti devono presentare un
"pericolo
grave ed
immediato" al pubblico. Ho scelto comunque di utilizzarlo nonostante la
protagonista della storia non sia affatto pericolosa.