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Autore: Nancy17    22/09/2012    0 recensioni
Periodo Edo, o quasi. Due ragazzi legati da qualcosa, un nome greco, missioni impegnative, strane conoscenze, sentimenti forti...può tutto ciò, creare una storia?
Genere: Azione, Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Fujimaro, se ne stava ben inginocchiato su un cuscino mentre, difronte, Kaguya era in mezzo al padre e alla madre. Dietro, due ninja completamente vestiti di nero. L'unico colore che c'era sulla loro tuta, era uno stemma rosso e oro, dove dentro c'era raffigurato un drago dalle fauci aperte. Così piccolo, che a malapena si notava.
- Sono qui, oggi, per chiedere la mano di vostra figlia. -
Alla richiesta, il padre della ragazza si agitò ma, prontamente, un ninja dietro di lui lo afferrò per la spalla. L'anziano, cercò di calmarsi.
Fujimaro era serio, fermo e placido. Segno che sapeva benissimo quello che stava facendo e, visti i suoi occhi, sarebbe stato difficile dirgli di no. Kaguya era seria ma nervosa, la madre si sfregava le mani per la paura e l'anziano padre, in preda alla rabbia, stringeva forte i pugni sulle cosce.
- Ebbene? - chiese Fujimaro, rompendo il silenzio.
Come puoi pensare che un padre, lasci la propria figlia, ad uomo come te? - cercò di restare calmo, l'anziano.
Perchè vi ho in pugno! - rispose, tranquillamente. - Ho il vostro villaggio, completamente nelle mie mani, per non parlare dei vostri affari. Dunque, come potermi dire di no? -
Il padre di Hime, strinse ancora più forte i pugni.
- Signore! - nella stanza, fece irruzione uno dei sottoposti di Fujimaro.
Cosa c'è? Non vedi che ho da fare? Non voglio esser disturbato! -
Mi perdoni, signore, ma ci sono due tizi strani, alla porta. -
E chi diavolo sono? -


Siamo dei ninja professionisti. Facciamo anche tutte le piroette che fate voi! -
Io cammino anche sui muri! - affermò Astrea.
I due ragazzi, erano davanti all'entrata della villa vestiti da ninja. 
- Per me, potete anche saper ballare. Non ce ne frega niente! - ribadì il ninja, davanti al cancello della villa.
Come sei sgarbato! -
Guarda che ci muoviamo meglio di Jackie Chan! - insistette Daisuke.
Andatevene! -
Aspetta! - esclamò Astrea, come illuminata. - Forse sei un fan di Bruce Lee! -
Non sono fan di nessuno dei due. Andatevene, ho detto! -
Sai cosa? Forse, non ci vuole arruolare, perchè non abbiamo i kunai. Un vero ninja che si rispetti, ha sempre con sé un kunai. Non è vero, amico? - chiese la ragazza al ninja di guardia.
Non sono tuo amico e poi, non è vero che tutti i ninja portano un kunai! - rispose il tizio.
No, però io ho un fukumibari! -
Improvvisamente, finita la frase, Daisuke tirò fuori una cerbottana e soffiò dentro. La spina, finì dritta al collo del ninja che, dopo aver barcollato un po', piombò a terra come un sacco di patate.
- Soldato, riposo! - scherzò Astrea, mettendosi davanti a lui.
I due ragazzi, entrarono furtivamente nella villa, cercando di evitare il contatto diretto con gli altri ninja.
- Dobbiamo trovare Kaguya. - sussurrò Astrea, sporgendo di poco la testa, da dietro un angolo.
Si, e come? Hai visto che villa che ha? -
Dopo qualche secondo di silenzio, Astrea gli rispose. - Che vorresti dire? -
- Tu, hai visto il bagno? - chiese Daisuke.
No! ….Aspetta, che razza di domanda fai? -
Serio, guardò dritto negli occhi la ragazza. - Astrea, ascoltami... - le prese le mani. - ...questa, potrebbe essere una mossa azzardata, pericolosa. È un rischio elevato, ma che devo correre...e devo correre anche parecchio... -
Daisuke, io non... -
No Astrea, non parlare. - continuò serio. - Qualunque cosa accada, tu non fermarti e va avanti, capito? Non pensare a me! -
Ma... -
Ascoltami! So che sei una ragazza forte e coraggiosa. Puoi cavartela benissimo anche senza il mio aiuto...Io, avrò da fare per un'oretta. -
Che? -
Daisuke, lasciò le mani della ragazza e, in meno di un secondo la sua espressione passò da “persona superseria” a “oddio, che dolore! Non ce la faccio più!”.  Cominciò a stringersi la pancia, sofferente come non l'aveva mai visto.
- La zuppa...quella che abbiamo mangiato alla locanda, sta per fare la sua uscita! -

Come Zeus scaglia i suoi fulmini nel cielo, Astrea sprofondò il suo piede nel petto del ragazzo già dolorante per conto suo, scaraventandolo contro la parete. Daisuke, perse i sensi.
- Sento già la puzza...cacchio! Non se la sarà fatta sotto? -


- Occupatevene voi come sempre e vedete di non disturbarmi più, è un'ordine!”
Si, signore! - esclamò il sottoposto con un inchino, poi uscì scorrendo la porta alle sue spalle.
Allora, dov'eravamo rimasti? Ah, si! Vostra figlia, sta per diventare mia moglie! -
Io non intendo assolutamente lasciare la mia unica figlia, nelle vostre mani!! - disse ad alta voce, il padre di Hime.
Ve l'ho già detto che affari e villaggio, ora, sono sotto il mio controllo? -
Potete prendere anche la mia casa, se tanto ci tenete, ma non scambierò mai Kaguya!! -
Uhm... - Fujimaro chiuse gli occhi e si mise a braccia conserte.
- Non mi date altra scelta, dunque. - riaprì gli occhi, fissando terribilmente la famiglia.
- Sono conosciuto anche, per la mia innata determinazione: se voglio una cosa, la ottengo! Gli ostacoli che si creano durante il percorso, sono solo delle minuscole staccionate, da sorpassare con il minimo sforzo... -

Il prorompente Fujimaro, già in piedi e con la katana sfoderata in mano, non fece in tempo a finire il suo monologo che, improvvisamente la porta della stanza si fracassò a terra, generando un polverone oltre che un gran boato.
- Senti senti...ma nelle staccionate, non vengono rinchiuse le pecore? -
Non essere razzista! Può esserci qualunque animale dentro, anche il tizio qua davanti! -
Il polverone calò, scoprendo Daisuke ed Astrea in posa davanti all'entrata. Entrambi fissavano Fujimaro bellamente, come se non gli facesse né caldo né freddo, impassibili con un ghigno vincente stampato in faccia. Hime e i suoi genitori, erano rimasti di stucco.
- E voi ,chi diavolo siete? -
I paladini della giustizia! -
Se...altro che paladini, pannolini! Te ne servirebbe uno, credimi! - commentò Astrea, con una faccia schifata.
Se non mi avessi piazzato il tuo bel piede, dritto nello stomaco, a quest'ora non sarei ridotto in questo stato pietoso!!! -
Più che pietoso, puzzoso! -
PIANTALA!!! -
Maledetti! Che diavolo volete? Un momento...voi eravate a Shibuya...Kaguya era con voi, in quella locanda! -
Oddio! Questo tizio, si sta rivelando più intelligente del normale! Daisuke, dove andremmo a finire?? -
Io preferirei in bagno, sinceramente. -
Siete riusciti a sfuggirmi una volta, ma non succederà di nuovo, ve l'assicuro! -
Fujimaro sorrise, dopo di che piombò sui due giovani che, prontamente, evitarono i due fendenti creati dalla spada del primo, spostandosi agilmente verso l'esterno.
Astrea entrò rapidamente nella stanza, parandosi davanti alla famiglia Hime.
- Astea!! - esclamò Kaguya, con il volto sorridente.
Non è il momento di essere felici. Rimanete all'angolo e non spostatevi da dietro di me! -
Kaguya, annuì con la testa e strinse a sé la sua famiglia.
Oltre a Fujimaro, c'era un ninja nella stanza il quale non perse tempo a fronteggiare la ragazza. Daisuke, dovette vedersela con Fujimaro. Avrebbe preferito essere seduto al gabinetto che vedersela con un abile samurai, ma anche lui sapeva farsi valere.
- Ehi zietto, vacci piano con me. Oggi, sono un po' mal concio! -
Mi dispiace, ma sei il tipo di persona che odio! -
Fujimaro scattò in avanti e Daisuke, fece in tempo a schivare la lama. Era veloce. Non sembrava potesse muoversi così agilmente, visto il suo corpo possente, che dava l'impressione di essere pesante. Ma Daisuke sembrava al quanto divertito, nonostante il suo piccolo handicap. Astrea, se la stava vedendo il con il ninja nero che, detto così potrebbe sembrare un componente dei Power Ranger. 
- Dì un po', mai pensato di usare altri colori? Oppure sei in lutto? -
Astrea, si piegò sulle ginocchia per evitare un calcio e, da quella posizione, ne approfittò per farlo cadere, avventandogli lei un bel calcio sulla gamba che faceva da perno al ninja, il quale cadde rovinosamente a terra.
- Non dirmi che ti vesti di nero, perchè ti è morto il gatto?! -
Agilmente, il tizio mascherato si rialzò e con lo sguardo fermo sulla ragazza, lanciò due shuriken ma il secondo, la ferì al braccio sinistro. Kaguya, urlò il suo nome vedendo la chiazza di sangue che man mano si formava. Daisuke, si voltò subito verso l'amica e Fujimaro, ne approfittò per scagliarsi contro di lui. Ma il ragazzo, prontamente, parò il colpo trovandosi così, lama contro lama.
- Ma dai! Davvero pensavi che mi sarei distratto? -
Bè, ci speravo! -
Il possente Fujimaro, fece peso sulla lama di Daisuke, spingendolo sempre più verso il basso. Era davvero un uomo forte, si vedeva che non era un damerino, sapeva combattere. Stava cercando di renderlo inoffensivo, una volta fatto inginocchiare sarebbe stato più semplice colpire il ragazzo con una ginocchiata sul viso e fargli perdere i sensi.
- Io dico, che è meglio se ti dai una calmata, Stallone, o ti verrà l'ernia! -
La punta della lama di Astrea, era poggiata al centro della schiena di Fujimaro e non pensava minimamente, di levarla da lì. L'energumeno sorrise e stacco la lama da quella di Daisuke, portandola al suo fianco. Il ragazzo, riposò i muscoli indolenziti dallo sforzo di prima, ma si tenne sempre sugli attenti.
- E ora, butta la lama a terra...lontano. -
Fujimaro obbedì senza replicare e lanciò la sua katana a terra. Astrea, ordinò a Kaguya di prendere la spada e portarla lontana dal gruppo.
- E ora? - domandò Fujimaro, continuando a sorridere e alzando le mani in segno di arresa. - Che pensi di fare? -
Astrea alzò il sopracciglio, ma non spostò la lama dalla susa schiena. Daisuke lo fissò.
- Lascia in pace questa famiglia. Non hanno nulla da spartire con te. -
Questo lo dici tu... -
Una frazione di secondo. Fujimaro si girò e colpì violentemente in viso Astrea, scaraventandola contro la parete di legno, finendo per frantumarla e trovandosi nella stanza affianco. Daisuke, urlò il suo nome, ma non fece in tempo a parare il calcio dell'uomo dritto nello stomaco, che lo fece piegare in due. Hime era terrorizzata e teneva stretta a sé, la katana di Fujimaro il quale, rivolgendosi a lei, le chiese con un sorriso maligno, di restituirgliela. Ma il padre della ragazza, si alzò di scatto gliela puntò contro.
- Ma non scherzare! Non hai la forza neanche per pulirti il culo, vecchio idiota. Non ti consiglio di puntarmi un'arma contro, che non sai nemmeno usare. -
Ogni uomo che si rispetti, è un samurai! -
Tienile per te, queste frasi da povero filosofo. -
Non ti lascerò mai Hime! Dovrai passare sul mio cadavere, Fujimaro!! -
É questo quello che vuoi? Bene... -
Fujimaro assunse uno sguardo maligno, ma prima che riuscì a fare un passo, Astrea lo fece cadere rovinosamente a terra, colpendolo alla gamba sinistra.
Astrea era ferita e, dal suo naso, scendeva il sangue ma continuava a rimanere in piedi e a fissare il corpo dell'uomo che tentava di alzarsi.
- Maledetta stupida...come ti sei permessa! - posò il braccio, sul suo ginocchio. - MUORI!!!
Fujimaro, caricò di nuovo il braccio per colpire la ragazza, ma Daisuke si mise in mezzo ai due e parò il colpo con le sue braccia.
- Brutto stronzo! Lo sai che una donna, non si tocca neanche con un fiore? -
Sprofondò il suo pugno, nell'addome di Fujimaro. Poi, lo colpì sul collo con la parte esterna della mano, lasciandolo mezzo morto a terra.
Astrea vide il possente Fujimaro a terra, inerme. D'un tratto si sentì mancare la terra sotto i piedi e si accasciò per la fatica ma Daisuke, prontamente, si voltò e l'accompagnò fino al pavimento, tenendola stretta a sé. Con la mano che le stringeva il fianco destro, sentì il suo respiro rallentare. Si tranquillizzò e le spostò un ciuffo biondo dal viso. Notando il rivolo di sangue che usciva dal suo naso, prese un lembo del suo mantello e, delicatamente, la pulì. La ragazza, lo guardò e lo vide attento, sentiva il tessuto passarle delicatamente sotto il naso. Poi Daisuke la guardò negli occhi e le sorrise.
- Ecco fatto! - disse.
Grazie...! - rispose Astrea sorridendogli e priva di forze.
Daisuke le sorrise dolcemente, lasciò andare il pezzo del mantello con qui aveva levato il sangue e le accarezzò il viso. Astrea ebbe un sussulto. Sentire la mano del ragazzo sul suo volto, sentire la delicatezza del gesto, i tagli provocati dalla lotta di prima, quel sorriso che non aveva mai visto. Era sicura di esser arrossita, infatti abbassò lo sguardo. Non si sarebbe mai aspettata tutta quella gentilezza improvvisa. Fino a qualche istante fa, era a prendersi in giro e ora Daisuke, si preoccupava di lei. Era come se si conoscessero da tantissimo tempo, eppure non ne era passato molto dalla prima volta che lo incontrò in quella locanda, per caso.


Grazie! Grazie per tutto ciò che avete fatto! Avete salvato me, la mia famiglia e il nostro caro villaggio! - la dolce Hime, sorrise hai due giovani. - Ve ne saremo riconoscenti per tutta la vita! -

Andò da Astrea e l'abbracciò forte. La ragazza, sentì tutto il calore della piccola Hime e lo incanalò tutto, portandolo dentro di sé. Poi, si spostò su Daisuke sorridendogli. Il ragazzo si sentì imbarazzato ma mai quando, Kaguya lo abbracciò.
- E-ehi...aspetta-aspetta...che fai?-
Era diventato un peperone e alla vista di quella scena, Astrea e la famiglia di Hime rise di gusto. Una volta salutati tutti, s'incamminarono verso una nuova meta, ancora sconosciuta a loro. 
- Sai... - parlò d'improvviso Daisuke. - Kaguya mi ha detto una cosa strana... - affermò, grattandosi la testa e guardando in basso pensieroso.
Uhm? - lo guardò curiosa Astrea.
Bè, q-quando mi ha abbracciato...ecco, prima di staccarsi, E NON RIDERE!! -
Ahahah! Scusa, scusa! Continua pure! -
Uff...bè, prima di staccarsi mi ha detto una cosa... -
Cioè? -
Mi ha ringraziato e mi ha detto:”Grazie a voi, tornerò sulla luna.”....che cacchio vuol dire? -
Uhm? E che ne so! Potevi chiederlo a lei, no? -
Ma non mi sembrava il caso! -
Già, però per scappare in bagno era il momento giusto, vero? -
Ehi! Alla cacca non si comanda!! -
Va a dirlo a qualcun'altro! -
Certo che, oggi fa freddino è? -
Siamo anche a novembre, è normale! -
   
 
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