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Autore: Natalja_Aljona    22/09/2012    1 recensioni
Natal'ja vende fiammiferi e sogna la Rivoluzione.
Siberiana fin nelle ossa e nel sangue, nel cuore e nell'anima, nipote di uno dei capi dei Decabristi ed ultima erede della famiglia russa più temuta dallo zar, è quasi impazzita in prigione ma sa che non è finita.
Geórgos vive per la guerra e per il cielo di Sparta.
Nato durante la Guerra d'Indipendenza Greca e nipote del capo dei Kléftes, i briganti e i partigiani del Peloponneso, ogni notte spara alle stelle perché ha un conto in sospeso con gli Dei.
Feri è uno zingaro ungherese, il terzogenito di Kolnay Desztor, il criminale del secolo, e il più coraggioso dei suoi fratelli.
Legge il destino tra le linee della mano, e tre anni di galera e lavori forzati non sono bastati a fargli smettere di credere nel suo.
Nikolaj, ussaro polacco e pianista mancato, crede di aver perso tutto.
Sa che l'epilessia, i complessi d'inferiorità nei confronti del padre morto, l'ossessione per sua cugina e i suoi sogni infranti lo uccideranno, ma la sua morte vuole deciderla lui, e a ventidue anni s'impicca per disperazione e per vendetta.
Genere: Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Storico
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Trecentocinquantacinque






Trecentocinquantacinque

Ogni tanto fai spavento, prendi tutto e non ti fermo

And we can have forever

E noi possiamo avere per sempre

And we can love forever

E noi possiamo amare per sempre

Ogni amore della vita mia, questo amore della vita mia, è cielo e voragine

È terra che mangio per vivere ancora

Dalla casa dei pazzi, da una vita lontana

Perché basta anche un niente, per esser felici

Basta vivere come le cose che dici

E dividerti in tutti gli amori che hai

Per non perderti, perderti, perderti mai

Come una donna amata alla follia, la vita andava via

Losing my religion

Perdendo la mia religione

E grandine di cuore, in un diluvio assassino

You know, if you break my heart I’ll go, but I’ll be back again

Lo sai, se spezzerai il mio cuore me ne andrò, ma tornerò ancora

‘Cause I told you once before goodbye, but I came back again

Perché ti ho già detto addio una volta, ma sono tornato ancora

I’ll Be Back

Tornerò

Ma non ti ama, lei non ti ama...

Quando toccherai il fondo con le dita

Il mondo, tu lo sai, è degli innamorati

Non lasciarti andare mai, non lasciarmi senza te

Amarsi come prima

You're all I have, you're all I want
Tu sei tutto ciò che ho, tu sei tutto ciò che voglio

 

E qualcosa, negli anni, terminò per davvero
Cozzando contro gli inganni del vivere giornaliero
I compagni di un giorno, o partiti o venduti
Sembra si giri attorno a pochi sopravvissuti

(Stagioni, Francesco Guccini)

 

Krasnojarsk, 1 Marzo 1843

 

Anche quando ci buttiamo via
Per rabbia o per vigliaccheria
Per un amore inconsolabile
Anche quando in casa il posto è più invivibile
E piangi e non lo sai, che cosa vuoi
Credi, c’è una forza in noi, amore mio
Più forte dello scintillio
Di questo mondo pazzo e inutile
É più forte di una morte incomprensibile
E di questa nostalgia che non ci lascia mai

(La Forza della Vita, Paolo Vallesi)

 

Nel buio della sua camera, Feri bruciava lacrime e forse anche la sua stessa anima, stringendo tra le mani i brandelli del suo cuore massacrato.

Era finita, la sua tolleranza.

Era finito il suo dannato masochismo, non avrebbe sopportato un altro giorno così.

Spense l’ultima sigaretta sul lenzuolo e, presa la pistola dal comodino, la caricò.

Nessuno avrebbe potuto dubitare della sua pazzia, in quel momento.

A volte riusciva a nasconderla, e più che altro a trattenerla, ma del resto era famoso per questo, no?

Per i suoi massacri, per i suoi attentati, per le sue Rivoluzioni.

Si era sdraiato sul letto senza neanche togliersi gli stivali, e sulle mani aveva ancora il sangue di Natal’ja.

Non sarebbe guarito.

Non quella volta.

Forse mai più.

 

Strappò il ritratto di Alja dalla parete e se lo strinse al petto, fregandosene se bagnandolo di lacrime scioglieva i colori, forse il biondo dei capelli o il grigiazzurro degli occhi, perché Lys aveva sciolto i colori a lui.

La notte del 24 Febbraio non l’aveva tenuta abbastanza stretta, e lei era tornata da Gee.

Ma aveva già passato troppo tempo a disperarsi per quella maledetta sgualdrina troppo amata.

Troppo tempo senza di lei.

 

Cosa ho fatto?
Nella testa una musica che mi fa diventar matto
Una macchina prima per poco non mi ha messo sotto
L'avesse fatto, almeno finiva tutto!
(Quanto Ti Voglio, Claudio Baglioni)


Era uscito di casa trafelato, come se avesse fretta, con gli occhi rossi di pianto e i capelli arruffati.

La pistola, però, non l’aveva dimenticata.

Oltrepassata la periferia innevata e quasi deserta, quella periferia ch’era solo steppa selvaggia e la povertà più assoluta, cominciò a camminare in mezzo alla gente, la gente del centro di Krasnojarsk.

Uomini che potevano permettersi un colbacco e un cappotto e donne autorevoli dai vestiti eleganti.

Non era ancora arrivato alla Prospettiva Mira, ma c’era già molto movimento.

Ovviamente l’avevano riconosciuto, anche se non aveva l’aria spavalda e minacciosa del solito.

Sembrava, come era, semplicemente distrutto.

Altro che terribile Feri Desztor, l’idolo della malavita russa e ungherese ottocentesca.

Il ragazzo di ventitré anni e undici mesi che alle undici e ventitré del mattino del 1 Marzo 1843 era all’incirca all’incrocio tra Ulitsa Veynbauma e Ulitsa Surikova faceva paura soltanto a se stesso.

Aveva costantemente la fastidiosa sensazione che i passanti lo guardassero con sufficienza, con scherno, proprio come se non fosse più Feri Desztor, bensì un qualsiasi innamorato respinto da una ragazza che si sentiva più importante di lui.

Povero Capitano, la sua bella Natal’ja non vuole lasciare il maritino.

Povero idiota, pazzo d’amore per una fiammiferaia.

Lo Spartano s’è preso la sua stella, e a lui è rimasto un cielo vuoto.

Un cielo bianco, senza neve.

Tutta la neve che è caduta ce l’ha nel cuore lui.

Feri sentiva i pensieri di chi gli passava di fianco, immaginava che fossero quelli.

Ne era sicuro.

E avrebbe preferito morire piuttosto che essere davvero il ragazzo di quei pensieri.

Avrebbe voluto uccidere tutti loro.

Chi lo guardava anche solo per sbaglio, chi nella fretta lo sfiorava e si fermava a chiedergli scusa, perfino chi, in preda al terrore, faceva finta di non averlo visto e si capiva benissimo.

Tutti.

 


Anche quando mangi per dolore
E nel silenzio senti il cuore
Come un rumore insopportabile
E  non vuoi più alzarti
E il mondo è irraggiungibile
E anche quando la speranza
Oramai non basterà

(La Forza della Vita, Paolo Vallesi)

 

Si sedette sui gradini di un palazzo, si prese la testa tra le mani e ricominciò a piangere.

Complimenti, Capitano.

Continua così e ti scambieranno per una vittima di Feri Desztor.

Non ti assomigli più nemmeno un po’.

Ma in fondo cosa te ne frega?

Se Natal’ja ti fa piangere, il coraggio e gl’ideali della Rivoluzione sono relativi.

Fin troppo.

Ma tu sei così coraggioso, anche in queste situazioni, che tra poco ti alzerai.

Grandi eroi, grandi tormenti.

Cuori spezzati sotto le cicatrici.

Sogni infranti dietro le palpebre.

Sei così, tu.

Forse puoi sembrare presuntuoso, ma hai ragione.

Sei il più grande dei grandi eroi.

Gli altri, quasi tutti, ce l’hanno fatta.

Sono cambiati per farcela.

Tu devi morire per quello che non raggiungerai.

Ti sbarreranno la strada, è vero.

Ti conteranno i passi, e ti bruceranno la terra sotto i piedi...

Ma a Sant’Elena non ti ci porteranno mai.

E se quando ti volterai, lei non ci sarà...

Allora sì che avrai perso.

Allora sì che perderai.

Perché se lei non ci sarà, sarà solo colpa sua.

Di quel bastardo greco che te l’ha portata via.

Alzò lo sguardo, dunque, Feri.

Sollevò al cielo i suoi bellissimi occhi neri, limpidi di lacrime e bruciati di luce.

Tra le labbra stringeva parole spezzate, sempre le stesse.

Ti amo, Lys.

 

You could find better things to do

Than to break my heart again

This time I will try to show that I'm

Not trying to pretend

 

I wanna go, but I hate to leave you

You know I hate to leave you, oh ho, oh ho, oh

You, if you break my heart I'll go

But I'll be back again

 

Tu potresti trovare di meglio da fare

Che spezzare di nuovo il mio cuore

Questa volta ti dimostrerò chi sono

Non cercherò di fingere di stare bene

 

Vorrei andarmene, ma odio lasciarti

Lo sai che odio lasciarti

Sì, se mi spezzerai il cuore me ne andrò

Ma tornerò ancora

(I’ll be back, The Beatles)

 

C’erano circa novecento persone, quel giorno, tra Ulitsa Veynbauma e Ulitsa Surikova.

Persone che, quando era arrivato lui, avevano affrettato il passo.

Ma perché?

Lui non era più cattivo dello zar.

Lui era sincero anche quando uccideva, non lo faceva mai con l’inganno.

Non avrebbe ingannato nessuno neanche quel giorno.

Soltanto se stesso.

 

Quando toccherai il fondo con le dita

A un tratto sentirai la forza della vita

Che ti trascinerà con sé

Amore, non lo sai

Vedrai, una via d'uscita c'è

 

C'è una volontà che questa morte sfida

È la nostra dignità

La forza della vita

Che non si chiede mai

Cos'è l'eternità

Anche se c'è chi la offende

O chi le vende l'aldilà

Quando sentirai che afferra le tue dita

La riconoscerai, la forza della vita

(La Forza della Vita, Paolo Vallesi)

 

Quando lei gli posò una mano sulla spalla, Feri credette di essere mortalmente impigliato nella rete del suo sogno più bello, o della realtà più crudele.

Come incontrò i suoi limpidi occhioni d'argento, scosso dal calore di quel contatto, troppo dolce per essere illusorio, il Capitano la trovò più incantevole che mai, e vera, vera quanto il suo dolore.

La guardò come la luce dopo la prigione, come il cielo che sognava da Omsk.

Non l'aveva perdonata, ma non respirava senza di lei.

-Amore mio... Natal'ja...- sussurrò, senza fiato.

E lei gli si gettò tra le braccia.

Le lacrime di Feri erano anche le sue.

Era sempre stato così.

-Come potevi sapere...-

-Ti ho seguito-

-Perché?-

-Avevo bisogno di te-

Natal'ja sorrideva, e Feri se la mangiava con gli occhi, certo che nessuno al mondo, nemmeno quel Geórgos, l'aveva mai adorata quanto lui.

-Oh, Lys... Anch'io-

La ferita del giorno prima brillava sulla sua guancia più dell'azzurro degli occhi, in memoria del suo errore o di quello di Feri, ma il Capitano non si sentiva in colpa.

-Te lo sei meritata- sussurrò, e poi la baciò sulla cicatrice.

Lys si rifugiò tra le sue braccia, e lui, estasiato ed incredulo, la strinse a sé, baciandole ripetutamente i capelli.

-Cosa c'é, piccolina?-

Lei, con una mano sulla sua guancia in un accenno di carezza, lo guardò negli occhi e rispose con un fil di voce.

-Vuoi che vada via?-

Feri sgranò gli occhi, scuotendo la testa.

-Sei matta?-

-Vuoi che vada via... Con lui?-

-A Sparta? Con lui?-

-Non lasciarmi andare via...-

 

Non lasciarti andare mai
Non lasciarmi senza te...

(La Forza della Vita, Paolo Vallesi)

 

Alja lo guardava con due occhioni scintillanti che gli fecero mancare il fiato, e cadere nei pensieri più proibiti, ma questa volta riuscì a trattenersi, almeno con i fatti, e scosse la testa, allontanandola un po', a malincuore.

-Non fare cose di cui potresti pentirti, amore mio... O stavolta il tuo Gee non ti perdona-

-E tu? Tu mi perdoni?-

-Non lo so...-

-Non fare il difficile, Capitano.

-Io sono difficile. Perfino più di te, streghetta mia-

Lys sostenne il suo sguardo, con aria di sfida.

-E allora?-

Solo lei poteva rivolgersi così a Feri Desztor.

Solo lei poteva strappargli e bruciargli il cuore e poi restituirglielo e guarirglielo con le stesse fiamme.

Il bacio che seguì, fu il più dolce di tutta la loro vita.

Natal’ja si sentì illuminare dentro, come la vera luce della Rivoluzione.

Neanche con George, mai...

Fu dolcissimo, e quasi infinito.

Fu un sogno, un sogno.

Le dita intrecciate, imperlate di sudore, e le lacrime agli occhi perché, proprio come la notte del 24 Febbraio, non avrebbero dovuto.

Avrebbero dovuto fermarsi, non avrebbero potuto continuare, non avrebbero potuto farlo più.

-Ti amo, ti amo, ti amo...- ripeteva Feri, mentre le lacrime gli rigavano il viso e lei gliele asciugava con i suoi baci.

Natal’ja tremava, nel rispondere, tremava dentro, ma non si tirò indietro.

Era troppo bello per poterlo negare.

Così gli cercò le mani e gliele strinse forte, e sorridendogli, sognante e sincera, maledettamente sincera, rispose.

-Anch’io-

 

Non giurare, perché

Se giuri mi potrai ingannare

 

T'amo
Ma tu non giurare
Se tu m'ami, amore
Non giurare mai

(T’Amo, Giulietta e Romeo)

 

-Questo tuo marito non lo deve sapere- sussurrò il Capitano, dandole un buffetto su una guancia.

-In fondo con lui è diverso, no?-

Natal’ja non capì mai cosa intendesse Feri con quelle parole, ma si ritrovò a convenire, perché in fondo, anche se era sempre troppo difficile da spiegare, era proprio così.

-Dobbiamo tornare a Forradalom?-

-No. Non subito. Prima, se vuoi, possiamo fermarci a prendere una cioccolata-

-In una cioccolateria?-

-No... Perché? Vedi, laggiù c’è un negozio di scarpe, secondo me lì le fanno anche meglio, le cioccolate-

Alja lo guardò seriamente per qualche secondo, ancora un po’ stordita, poi scoppiò a ridere.

-Va bene, certo, in una cioccolateria-

Mentre raggiungevano il locale mano nella mano, però, Lys era pensierosa, e Feri, accorgendosene, le tirò una gomitata.

-Ehi, tesoro, che c’è?-

-Stasera tu mi vedrai ancora con lui... E starai mille volte peggio, dopo quello che è successo oggi, come dopo la notte del 24, perché nonostante io sia pazza di te, sarò sempre solo sua.

E allora andrai su tutte le furie, ti arrabbierai e ti dispererai, piangerai e ti distruggerai, e mi distruggerai... Ma di questo non m’importa, sei tu, quello che non deve più stare male-

-Certo che sarà così. Non potrebbe andare diversamente, del resto.

Ma tu non sei più solo sua, mia piccola Lys... Io adesso lo so, che tu per me ci sarai sempre come quando non c’era ancora lui-

-E cosa significa?-

-Quando lui morirà, tu mi sposerai?-

Alja sussultò, a quelle parole.

Lo guardò quasi spaventata, sconvolta, ma lui sorrideva, e lei sentiva uno strano batticuore, una felicità incomprensibile che le si era adagiata sul cuore come un incantesimo.

Gli strinse più forte la mano, e poi annuì.

-Prometti?-

-Te lo prometto- sussurrò lei, flebile, chiudendo gli occhi e aggrappandosi alla sua mano come se fosse stata sul punto di precipitare.

Si sentiva come la notte del 1 Ottobre 1833, quando gli aveva promesso che l’avrebbe sposato e poi non l’aveva fatto.

Lui lo intuì, lo capì, ma non riuscì a smettere di sorridere.

-Bugiarda-

 

Chi sei?
Nemico, amore, tu chi sei?
Non vedo l'odio tra di noi
Ma non lo so se giochi o no
Per gioco e non per odio tu mi puoi
Far male, tanto male se
Tu giochi con l'amore e me
Se per vendetta tu mi fai
Innamorare e poi non sei più tu

Ma tu chi sei?
E io perché
Ti amo e poi
Mi chiedo se
Sei ingannatore
O sei l'amore?

Ma tu chi sei?

 

Amarci e non amarci...

No
Nemmeno posso dire che
Io sono nata senza te
Perché se esisto adesso so, tu sei
La vita mia
Adesso so
Che frase è
Se detta a te
La vita è tua
Più tua che mia

La vita mia
Io e te...

(Chi Sei, Giulietta e Romeo)

 

Note


Ogni tanto fai spavento, prendi tutto e non ti fermo: Ogni tanto, Gianna Nannini.

And we can have forever, and we can love forever: E noi possiamo avere per sempre, e noi possiamo amare per sempre.

Ogni amore della vita mia, questo amore della vita mia, è cielo e voragine, è terra che mangio per vivere ancora - Dalla casa dei pazzi, da una vita lontana - Perché basta anche un niente, per esser felici, basta vivere come le cose che dici, e dividerti in tutti gli amori che hai per non perderti, perderti, perderti mai: Canzone per Alda Merini, Roberto Vecchioni.

Come una donna amata alla follia, la vita andava via: Vincent, Roberto Vecchioni.

Losing my religion: Perdendo la mia religione, Shel Shapiro.

E grandine di cuore, in un diluvio assassino: Dagli il Via, Claudio Baglioni.

You know, if you break my heart I’ll go, but I’ll be back again - Lo sai, se spezzerai il mio cuore me ne andrò, ma tornerò ancora - ‘Cause I told you once before goodbye, but I came back again - Perché ti ho già detto addio una volta, ma sono tornato ancora: I’ll Be Back, Tornerò, The Beatles.

Ma non ti ama, lei non ti ama... - Non crederle, Mina.

Quando toccherai il fondo con le dita: La Forza della Vita, Paolo Vallesi.

Il mondo, tu lo sai, è degli innamorati: Non si può morire dentro, Gianni Bella.

Non lasciarti andare mai, non lasciarmi senza te: La Forza della Vita Paolo Vallesi.

Amarsi come prima, Riccardo Cocciante.
You're all I have, you're all I want - Tu sei tutto ciò che ho, tu sei tutto ciò che voglio: Disillusion, Abba.

 

Un capitolo in cui ho lasciato più del cuore, giuro.

Ora devo scappare a prepararmi per la cena con degli amici di mio papà, ma due parole su Alja e Feri le devo dire.

Hanno fatto assolutamente di testa loro, in questo capitolo.

Nemmeno io me l’aspettavo, che finisse così!

Quanto all’ultima promessa...

Io non prometto ancora niente...

Ma forse...

Dipende tutto da loro ;)
Ultima cosa, le vie del centro di Krasnojarsk che ho nominato, Ulitsa Veynbauma e Ulitsa Surikova, esistono davvero, ma nella Krasnojarsk attuale, sulle vie della Krasnojarsk ottocentesca ovviamente non ho trovato niente, a parte la Prospettiva Mira, che è ancora la strada principale ;)
Comunque, anche se allora avevano nomi diversi, geograficamente i luoghi sono sempre quelli, e queste due vie sono davvero vicine alla Prospettiva Mira ;)

Spero tantissimo che vi sia piaciuto!

 

A presto! ;)

Marty

 



  
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