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Autore: Chiacchii    22/09/2012    2 recensioni
Asia. Bella, bella da morire. Intelligente, sorridente e solare. Un animale a sangue freddo che vive prendendo il sole in spiaggia e facendo foto. Una sorellina piccola, la passione per l'arte e la moda.
Samuele. Bello, da togliere il fiato. Sveglio, forte e simpatico. Pochi amici, ma buoni: quelli di sempre, da quando era bambino. Un motorino, il calcio, ovviamente, e una mamma sola e triste di cui prendersi cura.
Cosa li accomuna? Sono migliori amici. Vivono in simbiosi, si vedono tutti i giorni e.. si vogliono un bene dell'anima. Troppo forse..
Le cose cominciano a cambiare quando Samuele si innamora per la prima volta di Stefania, una bellissima e appariscente ragazza, e la loro incrollabile amicizia comincia a vacillare.
Ma un tragico evento sta per cambiare la vita di Asia e Samuele, un punto di non ritorno, che li segnerà per sempre.
Da anni voglio raccontare questa storia speciale, perché è diversa: la storia di Asia e Samuele dà speranza, dà affetto, fa desiderare di recuperare amicizie perse e tenersi stretti gli amici che si hanno.
Quella di Asia e Samuele, è una storia che merita di essere raccontata.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Alba


“Samu, tesoro, vieni dentro...”
può sembrare la frase di una mamma affettuosa e premurosa, ma in realtà la sua migliore amica ne era una specie. Lo scosse delicatamente dal suo torpore e lo prese per mano con gentilezza, mentre lui, come un bambino assonnato, si stiracchiava e si stropicciava gli occhi.

La camera di Samuele era, secondo lui, imbarazzante. Asia, invece, la trovava adorabile.
Aveva i muri celeste e i mobili verdino pastello, un letto a una piazza e mezza e un divanetto (su cui ci stava comodamente sdraiata una persona), davanti al quale c’era un piccolo mobile con la tv e l’immancabile play station. Sul comodino a fianco al letto sua madre gli faceva sempre trovare il computer portatile sotto carica e una scatola di fazzoletti che sostituiva sempre appena terminavano.
Sua mamma gliel’aveva arredata e gliela teneva sempre in ordine e lui se ne vergognava perché diceva che gli sembrava un ambiente molto infantile. Così non ci portava spesso gli amici, ma Asia sì, e grazie tante.
Non era la prima volta che Asia passava la notte da lui.
La prima volta, però, non si era fermata da sola: c’era anche il migliore amico di Samuele, Manuel. La cosa era partita per scherzo, ma alla fine era stata un’esperienza molto gradita per tutti e tre. Ad ottobre, erano riusciti, loro tre più le due compagne di banco di Asia (di cui una la sua migliore amica), a mettersi d’accordo per organizzare una festa in un centro parrocchiale nel paesino a fianco al loro. Facendo pagare 5 € a testa di prevendita erano riusciti a tirar su abbastanza soldi da affittare la sala, comprare l’alcol e guadagnarci sopra. In più loro in primis, pur da organizzatori, si erano divertiti più di chiunque altro. Con i soldi guadagnati erano andati in centro il sabato dopo a mangiare una pizza.
Quella notte la mamma di Samuele era via perché era andata con la sorellina piccola di Samuele, Martina, a trovare una sua sorella a Pisa. Asia era chiaramente in motorino dietro Samuele, sia all’andata che al ritorno, e durante la festa Samuele e Manuel le avevano spiegato che, dato che la mamma di Samuele era via, Manuel si fermava a casa sua per fargli compagnia. Scherzando le avevano chiesto se si fermava, ma lei era consapevole che quei due ragazzi erano simpatici e le volevano bene, ma chiaramente scherzavano: non le era passato minimamente per la testa che facessero sul serio.
Ma poi Samuele la aveva abbracciata di dietro facendola sobbalzare mentre lei serviva cocktail al bancone e le aveva fatto il solletico, facendola ridere, e le aveva chiesto: “Ma Asia, non ci vuoi venire perché pensi che abbiamo cattive intenzioni? Guarda che non siamo quel tipo di persone..” e si era affiancato a lei passandole una bottiglia di Malibù da aggiungere ad un cocktail. Lei si girò di scatto verso di lui e sbottò: “Mi credi così sospettosa? Non ho mai dubitato delle vostre buone maniere! Lo so che siete due cavalieri!” e gli fece l’occhiolino. Lui rise, divertito, e indugiò ancora un attimo prima di insistere di nuovo: “E allora fermati, dài! Ci farebbe piacere..” poi si interruppe “Mi farebbe piacere..” aggiunse ponendo l’accento sulla prima parola. Lei sorrise e chinò la testa sulla sua spalla, lui si appoggiò coi gomiti al bancone. “Ok..” gli disse lei, sorridendo nonostante lui non potesse vederla.
“La mia migliore amica è la ragazza più carina della festa..” le disse lui abbassando lo sguardo per incontrare il suo, con un sorriso malizioso.
“Ehi Asia, mi fai un Gin Lemon?” gridò un ragazzo oltre il bancone, cercando di sovrastare il volume alto della musica.
“Subito!” gli sorrise lei, cominciando a tirare fuori un bicchiere da sotto il bancone.
Si riavvicinò a Samuele e gli diede un bacio leggero vicino all’orecchio; “Grazie - gli disse - e ora sparisci!” e gli lanciò un ultimo sorriso prima di dargli una spinta giù dalla pedana del bancone. Alle 5 di mattina si trovarono sul piazzale Asia, Samuele, Manuel e Lara e Gioia, le amiche di Asia: mentre quest’ultima chiudeva la sala a chiave, Lara e Manuel avevano un sacco della spazzatura a testa in mano, Gioia il necessario per le pulizie (in un ora erano riusciti a pulire tutto per non dover tornare lì la domenica) e Samuele un amplificatore. Avevano gli occhi pesti dal sonno e il trucco delle ragazze ormai era consumato, ma la cosa più interessante è che erano tutti e cinque in manica corta, nonostante i 10° che c’erano. Si salutarono tutti in quattro e quattr’otto e, dopo essersi messi una felpa e aver acceso i tre motorini, si diressero in direzioni diverse: Lara accompagnò a casa Gioia mentre Manuel e Samuele, con Asia, andarono a casa di Samu. Appena entrati in casa, Asia si sentì imbarazzatissima e all’improvviso non seppe cosa fare, come gestire la situazione. Per fortuna c’era Samuele, che la sapeva mettere a suo agio.
“Vado in bagno..” aveva detto Manuel, più addormentato che sveglio, e si era chiuso la porta dell’anticamera alle spalle. Samuele e Asia avevano sorriso, lei ancora un po’ imbarazzata, ma più sicura nel trovarsi da sola con il suo migliore amico.
“Puoi farti una doccia, se vuoi..” le disse Samuele appoggiandole una mano sulla parte bassa della schiena, con aria premurosa.
Asia si sentì sciogliere da quei gesti di dolcezza, assai rari e piacevoli.
Sorrise.
Poi sbadigliò.
“Grazie - disse stropicciandosi un occhio, - ma credo che accetterò l’offerta domattina, ora ho troppo sonno davvero..”.
“Già, anch’io sto crollando..” rispose lui, lasciando che lei appoggiasse la testa sulla sua spalla come poche ore prima al bancone del bar nella sala della festa. Le cinse i fianchi, e dandole degli affettuosi colpetti, le disse con un sorriso, proprio mentre Manuel usciva dal bagno strascicando i piedi, “Dai su, donna, non puoi crollarmi così!”.
Asia per tutta risposta sbadigliò di nuovo e gli diede le spalle, dirigendosi verso l’anticamera.
“Sono in piedi dalle 6 di mattina per studiare filosofia, dato che oggi avevo compito e dato che qualcuno - e posò particolare accento su quest’ultima parola - ieri sera mi ha tenuto al telefono e non ho potuto finire! Vado in bagno.” concluse come avrebbe fatto una vecchia zitella frustrata e delusa dalla vita, suscitando le risate di Manuel e Samuele. Chiaramente il “qualcuno” era lui.
Manuel, con lo sguardo ancora puntato sulla porta del bagno, diede una leggera gomitata all’amico, intento a mordicchiarsi l’unghia del pollice con lo sguardo perso nel vuoto.
“Cazzo, è bella, eh?”
“Chi?” chiese Samuele, uscendo dal suo stato di trance e guardando in faccia l’amico.
“Mia nonna..” rispose Manuel, ironico “Asia! Chi altrimenti, coglione?”.
“Ah.. Sì, è bella..” rispose il ragazzo, con aria superficiale, riprendendo a mangiarsi l’unghia con lo sguardo assorto. E non potè vedere che il suo amico, dopo la sua risposta, restò a guardarlo e scosse la testa, sorridendo leggermente.
Nessuno riusciva a mettersi in testa che Asia e Samuele erano solo amici.
Poi, lasciarono che Asia si cambiasse da sola in camera, anche se metà dei vestiti che aveva addosso per dormire erano di Samuele.
Così, una volta vestita, entrarono anche loro in camera e si buttarono sul letto, chiacchierando tra di loro. Asia, con un piumino leggero, si era già accoccolata sul divano vicino al letto, sotto alla finestra, e rispondeva ai messaggi che non era riuscita a leggere durante la serata. Poi, mise il cellulare sotto carica e, i ragazzi non se ne accorsero neanche, chiuse gli occhi.
“Oh ssst, abbassa la voce che ha preso sonno..” disse Manuel, vedendo che la bionda si era addormentata, e accompagnò la frase con un gesto della mano, per invitare l’amico ad abbassare la voce.
“Oh ma quanti anni è che la conosci ormai?” riprese Manuel con espressione curiosa.
“Eh.. ormai tre anni e mezzo..” rispose Samuele, pensandoci un po’ su.
“E vorresti dirmi che è solo amicizia?” insistette l’amico con sguardo malizioso.
“Mamma mia, te lo giuro!” rispose l’altro, portandosi la mano destra all’altezza del cuore. Vedendo che l’amico non era convinto, riprese: “Oh Manu, devi credermi, non c’è mai stato nulla tra noi.. e mai ci sarà. Asia è un pezzo della mia vita - continuò con occhi sinceri - e quindi non posso permettermi di perderla. Stiamo bene così, siamo fatti per essere amici, non per stare insieme! Rovineremmo tutto, e senza di lei farebbe tutto schifo.”
Manuel, colpito dalle parole sincere dell’amico (se avesse detto una balla se ne sarebbe accorto, si conoscevano dalle elementari) ma anche incerto, decise di tentare di soddisfare un suo ultimo dubbio: “E sei sicuro che anche a lei stia bene così?” gli domandò titubante.
“Mi stai chiedendo se Asia vuole da me più di un’amicizia?” ribatté Samuele, ironico. “Fidati - riprese - la pensa esattamente come me.”
Manuel annuì, confuso.
“Amico, stai calmo.. non siamo così stupidi da rovinare una situazione che è perfetta così.. E adesso credo sia il caso di dormire, sono cotto..” aggiunse Samuele.
“E guarda che ora che è! ‘Notte, Samu..” concordò l’amico vedendo l’ora sulla radiosveglia: 5.57.
“Sta sorgendo il sole! Buonanotte..” concluse Samuele, spegnendo la luce con un sonoro “clack” dell’interruttore.
Era vero che stava sorgendo il sole? Nell’ascoltare quei due, oltretutto con gli occhi chiusi per far finta di dormire, non si era accorta che i raggi di una pigra alba stavano filtrando oltre la tenda azzurra della finestra sopra la sua testa.
Non che prima ne dubitasse, ma ora aveva avuto la conferma che Samuele la pensava esattamente come lei. Lei si deprimeva nell’immaginare di perdere un amico come lui, il migliore che avesse mai avuto, e sapere che anche lui era di quest’idea la faceva sentire più tranquilla. Era come firmare un contratto a tempo indeterminato: dava sicurezza.
E poi che bello sentirgli dire quelle poche, semplici, ma stupende frasi.
“Asia è un pezzo della mia vita”, aveva detto.
“Che amore..” pensò Asia tra sé, facendosi sfuggire un sorriso.

E c’era quella luce che filtrava dalla finestra, che da un lato sembrava metterle fretta per addormentarsi e da un altro sembrava volerla rassicurare.
Asia, prima di addormentarsi, si immaginò che quei raggi di luce, nell’accarezzarle il viso, volessero dirle: “Sta’ tranquilla, piccola Asia, nessuno te lo porta via. Nemmeno la prima morosa che avrà sarà più importante di te per lui. Lui ti reputa importante, e fondamentale, proprio allo stesso modo in cui tu reputi importante e fondamentale lui. E ora dormi, tranquilla..”.


Dunque, la mattina del 25 aprile Asia si svegliò per prima, a fianco a Samuele, sul letto a una piazza e mezza.
Ciò che l’aveva svegliata era stato il rumore dello sciacquone del bagno.
Ma non appena fu sveglia si accorse che non aveva più molto sonno.. Alla fine aveva dormito all’incirca 8 ore: un record in confronto all’ultima settimana, passata a studiare fino a tardi e svegliarsi presto per ripassare, per una media di circa 5-6 ore di sonno a notte.
Si alzò stando attenta a non fare rumore e andò in bagno. Chiuse la porta dietro di sè e si avvicinò allo specchio: un po’ di trucco le era colato dagli occhi e se lo pulì delicatamente con un po’ di carta igienica imbevuta d’acqua. Si stiracchiò e si raccolse i capelli, poi tornò in camera. Lì trovo Samuele, quasi completamente desto.
“Buongiorno” gli sorrise.
“Ehi.. dov’eri?” gli chiese lui.
“In bagno” rispose lei, sedendosi sul bordo del letto.
Samuele si stiracchiò per l’ennesima volta e poi disse semplicemente: “Ho fame. Tu no?”

Asia aveva una “Hit Parade” per un sacco di cose, che annotava sul suo diario, e cambiava a seconda delle esperienze, ad esempio “Top 5: Worst Experiences in my life”, oppure “Top 10: Best Memories”, o ancora “Top 3: Who would you save if the world ended?” e “Top 10: To do list before dying”.
Ma la sua preferita era: “Top 5: What are you living for?”.
Solo Samuele sapeva le risposte di questa Hit Parade, anche se la numero 4 non gli era del tutto chiara.
Ed erano:
1. mia sorella;
2. fare l’amore con la persona che ami;
3. realizzare il mio sogno;
4. assistere all’alba in spiaggia;
5. le farfalle nello stomaco quando capisci che stai per esser baciata.
Ma non aveva mai detto a Samuele qual era il suo sogno e lui era era finito per pensare che era troppo imbarazzante per confessarglielo.

Seduti sulla sabbia umida, Asia ancora con la felpa di Samuele, davanti a una brioche gigante che traboccava di nutella, stavano in silenzio a guardare il mare e i giochi di luce del sole sulla sua superficie.
“Lo so che a te piace l’alba, ma ci siamo svegliati in ritardo per vederla..” disse Samuele alzando le spalle.
“Tranquillo, posso vederla quando voglio..” rispose lei.
“Asia..?”
“Dimmi”
“Qual è il sogno della numero 4?” chiese per l’ennesima volta Samuele: parlare dell’alba, numero 3 della sua Hit Parade, gli aveva ricordato di nuovo che doveva cercare di scoprire qual era il suo sogno.
Asia scoppiò in una breve risata.
“Non te lo dico, lo sai che non te lo dico!” disse beffarda.
“Ma me lo dirai prima o poi?” insistette Samuele.
“Sì, Samu.. prima o poi.”
  
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